Città-ragnatela
Sospesa sull'abisso, la vita degli abitanti di Ottavia é meno incerta che in altre città. Sanno che piú di tanto la rete non regge.
« Mura in libreria | Quella notte » |
- Nonno Fernando, raccontami com'era far innamorare tutte le ragazze quando vivevi ad Ottavia.
- Non lo facevo apposta. Cadevano ai miei piedi appena prendevo il mio banjo, erano pere cotte, ed erano tutte belle.
- Ce n'era una che ti piaceva più delle altre?
- Eh. Parliamo di tanto tempo fa. Dove sono le mie pantofole? Mi rubano tutto in questa casa, ma quando morirò, ah quando morirò...
- Nonno, dai! Raccontami una storia, una bella però.
- Come quella volta che vidi la tomba di Mura?
C'era questo cielo tutto nuvole come conigli in fuga, si sentiva che stava cambiando il vento, però ancora non ci veniva voglia di chiuderci in casa. Io ero un ragazzo, e non conoscevo ancora bene le usanze del paese.
Devi sapere che quando qualcuno muore, lì, non si va a piangere sulla tomba, ma si da una grande festa in casa, con torte salate e sanbitter. Non é proprio come in casa Forrester, ma quasi. Ogni tanto a qualcuno scappa una lacrima, ma si cerca di ricordare chi se ne va senza troppo chiasso. Io suono il banjo, ma nessuno balla. Si usa così.
Quella volta non ero stato invitato, così seguivo i soffioni ed esprimevo desideri quando ne prendevo uno.
E arrivai al cimitero. E c'era Mura, che mi sorrideva e mi si stringeva tutta addosso, aderente come uno scottex bagnato. La morta più vispa che avessi mai visto. Era contenta, capisci? Aveva fatto questo scherzo a tutti.
Insomma, era lì che indicava la sua foto, quella coi capelli ricci che tengo sotto il letto, e rideva e piangeva, senza dire una parola. Perché ero andato lì per lei, invece di mangiare arachidi. Io ero lì per caso, ma mi lasciai baciare, eh eh. Ahrrr... Passami la sputacchiera.
- Finisce così la storia, nonno?
- Certo che no. Fila a dormire.
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VOLEVO DIRE CHE
Qualsiasi analogia con fatti o luoghi non é casuale. Io conosco quella gente, ne amo i pregi e detesto tutto il resto.
Mura ovviamente sono io. E Muto, Bertuccia e Gibbone, Ermenegildo, Lesby, la Tedesca, Bakhum che voleva una moglie bionda, Crosti, Fernando con le sue parole che sono musica. Esistono e non sanno che una sola loro parola ha creato un angolo di Ottavia.