libero di pensare
Un giorno crescerò e nel cielo della vita volerò...
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Che io possa avere la forza di cambiare le cose che posso cambiare.
Che io possa avere la pazienza di accettare le cose che non posso cambiare ma, soprattutto,
che io possa avere l'intelligenza di saperle distinguere.
(Tommaso Moro
Post n°59 pubblicato il 26 Maggio 2014 da oli.ver1960
L'aria di Primavera, il tepore del sole, ci riscaldano e ci portano già a pensare alle vacanze...ad una città che ha voglia di risvegliarsi dopo il |
La nostra passeggiata in una Città Eterna sospesa tra storia e leggenda inizia dalle Terme di Caracalla, straordinaria testimonianza della grandiosità che secondo gli imperatori era adeguata al loro potere. Inaugurate nel 217 d.C. da Antonino Caracalla, da cui presero il nome, potevano ospitare fino a 1600 persone in bagni di acque calde e fredde ed erano complete di ogni comfort, da fare invidia alle sofisticate beauty farm dei giorni nostri. Se è una bella giornata di sole, potete fare una pausa nel verde di Villa Celimontana, la struttura rinascimentale all'interno del Parco del Celio. Il parco è anche amato dai jazzofili per le rassegne internazionali di musica jazz che vi si organizzano ogni anno, d'estate. D'estate, proprio vicino alla Domus Aurea, viene organizzata ogni anno la manifestazione "All'Ombra del Colosseo" che ospita spettacoli e divertimenti di vario genere con grande piacere dei romani e dei turisti.
Una volta nella Capitale è naturalmente d'obbligo la visita al padrone di casa, il Colosseo,mastodontica struttura da sempre ritenuta indistruttibile. Il popolo romano, infatti, è convinto che "finché dura il Colosseo anche Roma durerà." E' interessante sapere che da qualche anno il Colosseo viene illuminato ogni volta che una pena capitale viene sospesa
IL COLOSSEO Probabilmente il monumento più famoso al mondo, conosciuto con il nome di Colosseo a causa della colossale statua di bronzo di Nerone che nel II sec.d.C. fu messa vicino al monumento, si chiama in realtà Anfiteatro Flavio. Voluto dall'imperatore Vespasiano e terminato da suo figlio Tito nell'80 d.C., l'edificio era destinato ai combattimenti e giochi tra i gladiatori (munera) e alle simulazioni di caccia ad animali feroci ed esotici (venationes).
L'esterno è composto da quattro ordini architettonici sovrapposti: i primi tre sono formati da ottanta arcate inquadrate da semicolonne, mentre il quarto ordine è suddiviso in riquadri intervallati da finestre. Nell'ultimo ordine erano inseriti supporti in muratura e in legno per sostenere un immenso telone (velarium) che serviva a riparare gli spettatori dal sole e dalla pioggia. All'interno (cavea) c'erano gradinate in laterizio rivestite in marmo. L'arena era realizzata con una grande tavola di legno ricoperta di sabbia. Nei sotterranei c'era una fitta serie di gallerie nelle quali erano custodite le belve e dove erano conservate le attrezzature sceniche e i montacarichi. In alcuni periodi dell'anno è possibile scendere nel ventre del monumento, negli ambienti maggiormente conosciuti dai visitatori che conservano le condizioni in cui erano alla fine del V secolo d.C., quando furono interrati. Da allora non hanno subito alcuna manomissione dovuta a usi successivi, come avvenuto per la parte elevata dell'Anfiteatro. Duemila anni d'età ma il Colosseo rimane sempre il simbolo della città eterna, attirando ogni anno migliaia di visitatori, ciò comporta lunghe file e attese interminabili.
TERME DI CARACALLA
Le Thermae Antoninianae, uno dei più grandi e meglio conservati complessi termali dell'antichità, furono costruite nella parte meridionale della città per iniziativa di Caracalla, che dedicò l'edificio centrale nel 216 d.C.
La pianta rettangolare è tipica delle "grandi terme imperiali". Le terme non erano solo un edificio per il bagno, lo sport e la cura del corpo, ma anche un luogo per il passeggio e lo studio. Si entrava nel corpo centrale dell'edificio da quattro porte sulla facciata nord-orientale. Sull'asse centrale si possono osservare in sequenza il calidarium, il tepidarium, il frigidarium e le natatio; ai lati di questo asse sono disposti simmetricamente attorno alle due palestre altri ambienti. Le Terme di Caracalla sono uno dei rari casi in cui è possibile ricostruire, sia pure in parte, il programma decorativo originario. Le fonti scritte parlano di enormi colonne di marmo, pavimentazione in marmi colorati orientali, mosaici di pasta vitrea e marmi alle pareti, stucchi dipinti e centinaia di statue e gruppi colossali, sia nelle nicchie delle pareti degli ambienti, sia nelle sale più importanti e nei giardini. Per l'approvvigionamento idrico fu creato un ramo speciale dell'acquedotto dell'Acqua Marcia, l'Aqua Antoniniana. Restaurato più volte, l'impianto termale cessò di funzionare nel 537 d.C.
Menù itinerario: Antipasto: Crostini con alici Primo: Pasta con tonno alla romana Secondo: Baccalà al forno Contorno: Fiori di zucca fritti Dolce: Crostata alle visciole Vini consigliati: Cesanese del Piglio/ Cannellino di Frascati
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Post n°57 pubblicato il 21 Maggio 2014 da oli.ver1960
Ieri mattina per strada ho sentito un profumo buonissimo che mi ha ricordato molte cose e mi sono detto: questo devo assolutamente scriverlo. Ci sono posti sempre uguali che un giorno, all'improvviso, decidono di ricordarti di quella volta che ti sono tremate le gambe davanti a un problema o dell'altra in cui hai perso il solito autobus. Ed è come se non li avessi mai visti davvero, come se la primavera avesse colorato un po' di più l'asfalto, come se il sole sorgesse qualche ora più tardi. Sono giorni un po' color pastello, tanto caldi quanto freddi, la mattina c'era il sole e alle due del pomeriggio ha cominciato a piovere, e non ci capisci più nulla, ti accontenti di pensare che le cose belle non appaiono mai troppo belle e che i binari dei treni sono sempre vicini ma mai veramente per incontrarsi. Eppure i treni sono stati creati per accorciare le distanze Certi posti non riesci proprio a dimenticarli, ci passi una mattina mentre vai al lavoro e ti tornano in mente i pomeriggi passati a ripetersi promesse, sostituiti poi dal fumo di una sigaretta o da una notte in discoteca ad ammazzarsi di bugie. Perché ci ingozziamo di menzogne fino a vomitare quel poco di amore che c'e', sbagliamo congiuntivi e dimentichiamo posti che profumavano di ricordi. Ed è inutile nascondersi. E' stupido cercare di scappare via quando qualcosa resta perfettamente incastrato tra le costole e il collo, come se fosse fatto su misura per noi. E' inutile, scappare, tutto torna.
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Post n°56 pubblicato il 18 Maggio 2014 da oli.ver1960
Alcuni giorni fa, mentre rivedevo il film "la vita di PI", mi sono soffermato a riflettere su una frase che suonava più o meno così :"io penso che alla fine tutta la vita non sia altro che un atto di separazione, ma la cosa che crea più dolore è non prendersi il momento per il giusto addio". Mi viene in mente quante volte negli anni della mia vita ho avuto l'occasione di dire addio e l'ho fatto. Un addio per scelta, per costrizione o non dipendente dalla mia volontà, La vita è fatta di scelte, e le scelte vengono fatte in base alla nostra indole. Alcune in maniera consapevole altre in maniera inconscia, eppure siamo soggetti a questo tipo di cambiamenti. A volte siamo così pieni di parole da non riuscire a scegliere quelle più efficaci che possano sintetizzare i nostri pensieri, il nostro affetto o il nostro rancore. Altre volte siamo come svuotati da tutto da non avere più neanche il ricordo del suono di una parola, magari rischiando di perdere quell'unica persona che davvero ci sta a cuore. Nell'ultima scena del film si rivede il momento in cui Richard Parker (il nome della tigre del bengala) sta per entrare nella giungla dove scapperà; poco prima di sparire dalla vista, si ferma un attimo e muove le orecchie, come per comunicare qualcosa. Questo è l'estremo saluto, l'addio tanto desiderato da Pi. Esiste un modo giusto per dire addio?
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Post n°55 pubblicato il 14 Maggio 2014 da oli.ver1960
Negli ultimi tempi sto imparando ad accontentarmi di me stesso. Mi va bene che ho i capelli sempre scompigliati, mi va bene che gli occhi non hanno un colore ben definito, mi va bene che sono alto quanto basta , mi vanno bene anche la carnagione non troppo chiara e il mio 43 di piede mi va bene anche la pancetta un po' pronunciata, mi va bene che mi si accappona la pelle ad ogni emozione. Mi vado talmente tanto bene che sono sempre felice e che non riesco ad arrabbiarmi più, che quando mio padre mi diceva che lo avevo deluso mi va bene pensare che un giorno sarà stato fiero di me. Allora capisco quelli che mi guardano storti quando cammino per strada con la testa bassa e un sorrisino accennato tanto per avere la qualifica di essere umano, quando si è sereni tutti gli altri sembrano tristi.
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