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« Messaggio #145CLERICALISMO E CENTRALIS... »

LAICITA’ DELLO STATO E CLERICALISMO

Post n°146 pubblicato il 17 Maggio 2007 da donulissefrascali

Si è sviluppato ieri sera 13 maggio nella trasmissione televisiva “Porta a Porta” un alquanto animato dibattito, alle volte anche conflittuale, sul significato e sul valore della laicità dello Stato, La distinzione fra la Chiesa, con il diritto di insegnare, e il Popolo, con il dovere di apprendere, ha esercitato una notevole incidenza sulla cultura politica e sulle istituzioni pubbliche dei vari paesi Cattolici. La cultura laica è legata alle filosofie razionalistiche, che rifiutano la verità rivelata, assoluta e definitiva, e sostengono la libera ricerca delle relative verità naturali, attraverso un esame dialogico e critico che deve svilupparsi con una serena discussione.

Con tali linee operative si intende far prevalere il principio dell’autonomia della cultura e delle attività umane, che implica l’esigenza che tali attività si svolgano secondo normative proprie, non imposte da un mondo esterno all’individuo, con fini e interessi diversi che rappresentano poi un ostacolo alla razionale libertà personale. Pertanto, tale modalità operativa, non può essere intesa solo come la rivendicazione dell’autonomia dello Stato di fronte alla Chiesa, o, per essere più chiari, autonomia dello Stato dal potere Clericale. In termini culturali filosofici, il laicismo non è una ideologia, ma un metodo che può proprio definirsi come un metodo atto allo smascheramento delle strumentalizzazioni delle diverse ideologie, La teoria del laicismo dello Stato si basa su una concezione secolare e non sacrale del potere politico, come attività autonoma rispetto alle confessioni Religiose. Per una più stretta attinenza al linguaggio politico, l’espressione di Stato Laico è una espressione che determina il contrario di stato confessionale, La teoria dello Stato Laico si basa su una concezione secolare e non sacrale del potere politico quindi autonoma rispetto alle confessioni Religiose, che possono esercitare un’influenza politica in rapporto alla propria valenza sociale. Lo Stato Laico quindi, propriamente inteso non professa una ideologia “laicistica” qualora tale ideologia si intenda irreligiosa o antireligiosa. Il termine “laico” ha storicamente un significato al contrario di “Clericalismo”. Come il termine “anticlericalismo” non coincide con il termine “irreligiosità“ allo stesso modo il termine “laico” non è sinonimo di “miscredente”, Il “laicismo” non ostacola la Fede ma deve rafforzare nell’individuo la concezione della dignità e della razionalità naturale dell’essere umano, che se si congiunge con una vera spiritualità, derivata da una Fede religiosa, dona all’essere umano una personalità più dignitosa e più razionale.

 
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donulissefrascali
donulissefrascali il 28/05/07 alle 17:54 via WEB
Gent.mo Bispensiero, rispondo alla sua risposta, che condivido,e lo ringrazio. Vorrei però far notare che il problema è molto più serio e preoccupante.E’ giusto quando depreca certi comportamenti che definisce abbietti,e quando condanna chi li protegge e chi cerca di nasconderli. Ripeto che il problema è molto più grave. Mi sa dire dove esiste una formazione pedagogica della sessualità umana sia nel mondo clericale che in quello civile? Chi oggi si preoccupa di trasmettere ai giovani che si preparano a formarsi una loro famiglia una cultura rispondente a livello umano e naturale alle esigenze comportamentali di una vita di coppia? Abbiamo mai analizzato quando storicamente sia nato il celibato Ecclesiastico? Il celibato ecclesiastico fu definito con il Concilio di Nicea dopo il mille: mille anni dopo la venuta del Cristo e per mille anni i preti si sono sempre sposati. E il motivo di questo fatto? E i beni che venivano donati alle Parrocchie? Sarebbe pericoloso e antipatico parlarne. Non esiste una vera cultura pedagogica, ne nell’ambito religioso ne in quello civile, dei rapporti affettivi e amorosi che determinano la vita di coppia, la vita famigliare, i rapporti di parentela e i rapporti del collettivo sociale. Quanti interessi economici condizionano, non certamente a livello umano e naturale, i rapporti interpersonali. E’ la massa popolare che deve prendere coscienza di tali realtà e cominciare ad agire con coerenza.Don Ulisse
 
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