Creato da: donulissefrascali il 29/10/2005
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LEGGI E RIFLETTI

Post n°157 pubblicato il 07 Agosto 2007 da donulissefrascali

 

Nell'uscire per strada, corse da Lui un tale, che inginocchiatosi gli domandò: Maestro buono che farò per acquistare la vita eterna? Perché mi chiami buono? Gli rispose Gesù. Tu sai i comandamenti: non commettere adulteri, non ammazzare, non rubare, non dire il falso, non fare danno a nessuno, onora il padre e la madre. Ma quegli rispose: Maestro, tutte queste cose le ho osservate sin dalla mia giovinezza. E Gesù miratolo gli disse: una cosa ti manca: va' vendi quanto hai, e dallo ai poveri, e avrai un tesoro nel cielo, e vieni e seguimi. A queste parole, rattristatosi, se ne andò sconsolato, perché aveva molte possessioni. E Gesù, dato uno sguardo intorno disse ai suoi discepoli: quanto è difficile che i ricchi entrino nel regno di Dio. E i discepoli restavano stupefatti per le sue parole. (San Marco, X,17,23) Non ritengo siano necessari commenti. Ritengo sia importante riflettere, considerando l'odierna realtà presente nella società.

 
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donulissefrascali
donulissefrascali il 11/08/07 alle 17:30 via WEB
Gent.ma Warda22, come mi aveva richiesto ho letto il suo messaggio sul suo blog. I problemi che evidenzia sono importantissimi; non è semplice dare una risposta alla realtà di oggi vissuta da quei paesi che vivono il dissesto economico, come si verificava in Italia ai primi anni del novecento. I suoi commenti, come persona che ha provato i disagi dell’emigrazione degli italiani in quegli anni, sono una testimonianza importantissima per evidenziare quale rapporto dovrebbero gli italiani tenere nei confronti degli immigrati che arrivano oggi in Italia, con le esperienze dei disagi che avevano gli italiani quando emigravano per trovare una risposta adeguata a una dignitosa sopravvivenza. Non è semplice e facile presentare delle soluzioni: a quei tempi gli emigranti erano pochi. Oggi la realtà è molto diversa: è il mondo, è la grandissima maggioranza dell’umanità che oggi vive il disagio della sopravvivenza: per questo il problema va affrontato con proposte di giustizia sociale che deve coinvolgere tutto il mondo dell’economia. Non si può certamente affrontare con uno spirito di assistenzialismo caritativo, come purtroppo viene affrontato dal mondo economico che si accontenta di inviare un pezzo di pane,e con questo si ritiene soddisfatto, perché gli rimane tutto il capitale che gli permette di soddisfare tutti i propri capricci. Non pensano ai tanti bambini africani che muoiono di fame: frequento l’Africa e conosco certe terribili realtà. Occorre programmare una serie di iniziative adeguate a rispondere alla realizzazione di una vera giustizia sociale. E’ un impegno molto serio che deve condizionare il mondo dell’economia a dare adeguate risposte politiche per promuovere una vera pace per tutta l’umanità. Promuoviamo un dialogo per costringere il potere, economico e politico, a realizzare un vero rinnovamento sociale. Cordialità, Don Ulisse i Gent.ma Warda22, come mi aveva richiesto ho letto il suo messaggio sul suo blog. I problemi che evidenzia sono importantissimi; non è semplice dare una risposta alla realtà di oggi vissuta da quei paesi che vivono il dissesto economico, come si verificava in Italia ai primi anni del novecento. I suoi commenti, come persona che ha provato i disagi dell’emigrazione degli italiani in quegli anni, sono una testimonianza importantissima per evidenziare quale rapporto dovrebbero gli italiani tenere nei confronti degli immigrati che arrivano oggi in Italia, con le esperienze dei disagi che avevano gli italiani quando emigravano per trovare una risposta adeguata a una dignitosa sopravvivenza. Non è semplice e facile presentare delle soluzioni: a quei tempi gli emigranti erano pochi. Oggi la realtà è molto diversa: è il mondo, è la grandissima maggioranza dell’umanità che oggi vive il disagio della sopravvivenza: per questo il problema va affrontato con proposte di giustizia sociale che deve coinvolgere tutto il mondo dell’economia. Non si può certamente affrontare con uno spirito di assistenzialismo caritativo, come purtroppo viene affrontato dal mondo economico che si accontenta di inviare un pezzo di pane,e con questo si ritiene soddisfatto, perché gli rimane tutto il capitale che gli permette di soddisfare tutti i propri capricci. Non pensano ai tanti bambini africani che muoiono di fame: frequento l’Africa e conosco certe terribili realtà. Occorre programmare una serie di iniziative adeguate a rispondere alla realizzazione di una vera giustizia sociale. E’ un impegno molto serio che deve condizionare il mondo dell’economia a dare adeguate risposte politiche per promuovere una vera pace per tutta l’umanità. Promuoviamo un dialogo per costringere il potere, economico e politico, a realizzare un vero rinnovamento sociale. Cordialità, Don Ulisse i
 
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