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« Messaggio #158POTERE E GIUSTIZIA SOCIALE »

Post n°159 pubblicato il 17 Agosto 2007 da donulissefrascali

RAPPORTO TRA DIALOGO E VERITA’

Sono convinto che ogni uomo non debba ritenere di essere in possesso della verità assoluta, principio che favorisce un dialogo schietto e sincero libero da pregiudizi e preconcetti. Il non ritenere di avere la verità assoluta non rappresenta una mancanza di naturale insicurezza, anzi è tutto il contrario perché pone le basi, con il dialogo, del progresso e dell’evoluzione e la speranza della nascita di una realtà sociale diversa. Ritengo sia l’unico dovere trasmettere tale tipo di libertà alle generazioni future. La diversità è una caratteristica naturale dell’uomo. Ogni essere è per natura diverso dall’altro. Per questo motivo nascono i problemi: perché manca una volontà di dialogo e di confronto. Cerchiamo di realizzare un confronto sereno con il nostro prossimo: avremo trovato la via della nostra autonomia comportamentale. Le soluzioni che si presentano non sempre rispondono alle reali esigenze delle varie categorie sociali, perché si tende a rivedere il passato e riformarlo senza considerare le reali esigenze nate dalle necessità sorte dalla continua evoluzione sociale. Non solo credo che i tempi siano maturi per unire la cultura scientifica a quella umanistica, ma ritengo sia essenziale per trovare la via della giustizia sociale. E’ giusto che la scienza e la tecnologia siano presenti nella vita quotidiana. L’importante è che sia definito il modo e le finalità della sua presenza, che non può essere determinato da finalità speculative ed economiche. I valori umani debbono prevalere: cioè deve prevalere la promozione di una vita di pari diritti per ogni essere umano. Non si risolve certamente il problema sociale con la logica di impresa come viene intesa oggi. Con i vecchi sistemi e il sorpassato, non si può rispondere alle nuove esigenze. La mania del consumismo, legata alla “storia dell’abbondanza”, promossa dal capitalismo, ci hanno fatto perdere la dimensione del reale per cui ci distruggiamo il nido pensando di ricrearci la continuità del piacere. Oggi la sinistra è piena di scissioni: è logico. Non si possono trovare risposte e giubilazioni con i risultati del passato. Le giubilazioni portano solo a un potere repressivo che affossa ogni aspirazione a una razionale libertà. E’ aumentata la cultura e il sapere, per cui ogni essere umano desidera gestire razionalmente la propria libertà. Elementi fondamentali per la serenità e la gioia di vivere, sono la presa di coscienza dell’affettività umana (socializzazione) e della realizzazione della personale creatività, base fondamentale dell’autogestione della propria vita. Oggi ci troviamo in una situazione caotica: ma il caos che cos’è? Non sarà forse un qualcosa nato dalla confusione in cui versa l’uomo. L’ordine della natura è straordinario e formidabile ma alle volte si ribella alle violenze operate dall’uomo. Potrebbe essere questa una verità che ci fa capire meglio la realtà del caos, ed aiutarci a proporre delle adeguate soluzioni.

 
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JON.L
JON.L il 17/08/07 alle 13:18 via WEB
Caro Don Ulisse, il caos, come per la realtà umana, nasconde dietro la sua apparente confusione, una complessità tale, da non venir percepita e compresa, ecco dunque nella limitazione della visione, la conseguente errata definizione di disordine, di mancanza, assenza di ordine. Si conferma quindi che il caos, a questo punto, non può più essere visto come casualità e totale mancanza di ordine, ma unicamente, come un ordine così complesso da sfuggire alla percezione e alla comprensione umana; un ordine con una logica stocastica e inestricabile dove le regole dell'antica idea di armonia platonica, non sono più riscontrabili... Ecco dunque il punto, esimio Don Ulisse, la focale della situazione che lei definisce e con lei condivido: L'assenza di possedere una certrezza e lumiltà di riconoscere che non può esiste la convinzione assoluta di possedere possedere la "verità" o perlomeno L'unica verità... Da questo presupposto allora può nascere un confronto davvero privo di pregiudizi aperto e disposto alla conoscenza ed all'accettazione di altre verità e conoscenze, le quali ovviamente non vanno prese così come ci vengono proposte, ma valutate e filtrate da quella grandiosa possibilità che ci viene offerta con la vita, che è la "Ragione", la quale anch'essa passa attrverso la consapevolezza che crea quella forma di libertà che ritroviamo nella ricerca di noi stessi e di quelle verità che nascono dalla ragione stessa, nella coerenza, nell'umiltà e ritornano alla consapevolezza di "se" e dei limiti che questo "essere" comporta, il tutto in un cerchio virtuale, che si ripropone come unica via da percorrere e unica vera libertà umana: dove risiedono in favore di quanto scritto le scelte, le decisioni, che nascono da questo essere consapevoli di se e dei propri limiti. Nella speranza di essere riuscito ad esprimermi chiaramente, ringrazio e saluto con cordialità; Jò
 
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