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Post N° 175

Post n°175 pubblicato il 22 Ottobre 2007 da donulissefrascali

DIALOGO, FONDAMENTO DELLA GIUSTIZIA SOCIALE

Gran parte del pensiero antico sino ad Aristotele, il dialogo non è considerato come uno dei modi con cui può esprimersi il pensiero filosofico, ma il suo modo proprio e privilegiato di dialogare è un modo di conversare, un discutere, un domandare e un rispondere fra persone riunite in collettivo per evidenziare le linee operative da attuare per la realizzazione di una vera giustizia sociale. Il carattere associativo di una ricerca sociale operativa, trova la sua naturale espressione nel dialogo L’esigenza del dialogo è e deve essere presente in tutte le forme della dialettica, e non può mai ritenersi assente da qualsiasi forma di ricerca sia filosofica che sociale. Inoltre la concezione del dialogo implica la tolleranza sia nell’ambito socio politico che Religioso, per quanti si esprimono, in un senso sia positivo che attivo, inteso non come sopportazione di altri punti di vista, ma come riconoscimento della pari dignità e legittimità di quanti si esprimono e come volontà espressa di comprenderli nella loro razionalità. Il principio della tolleranza e della accettazione del dialogo è entrato a far parte della coscienza civile dei popoli di tutto il mondo. Tuttavia, la sua realizzazione nelle istituzioni che reggono la vita sociale di tanti popoli è incompleta, non sempre con espressa volontà di realizzarlo, e molto spesso soggetto a nuovi pericoli che venga escluso. Le discussioni, che la mancanza di tolleranza alle volte suscita, sono prevalentemente ispirate dal desiderio del potere di mantenere invariato lo status quo esistente. Con tale concezione ideologica, il principio del dialogo rimane una conquista fondamentale della base popolare passata dal pensiero greco al pensiero moderno e che dovrebbe conservare nell’età contemporanea un valore normativo di operatività eminente e di tutto rispetto.

 
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lenin1986
lenin1986 il 22/10/07 alle 17:48 via WEB
Sai…posso sembrare banale ma non sono del tutto d’accordo…il dialogo deve certamente preservare principi di rispetto tra le parti, ma non di tolleranza, nel senso letterale della parola…non credo che la tolleranza intesa come accettazione a-priori di quel pensiero porti beneficio al dialogo…la tolleranza deve finire fin quando si lascia la possibilità di esprimere un concetto o un opinione (tanto di cappello a Voltaire) ma non deve trasformarsi in una risposta che non ponga in evidenza ciò che la controparte ritenga errato di quel principio…poi ci sono modalità di discussione, ad esempio c’è chi per discutere “provoca” (ne sono un fermo sostenitore)…tu ricordi Aristotele, eppure poco prima di lui c’ stato socrate che della provocazione ne ha fatto un metodo che sfociava nella maieutica, secondo cui era la parte stessa a trovare delle risposte ai dubbi tramite induzioni della controparte…quindi, SI discutere con rispetto (cioè senza volgarità e presunzioni di superiorità) si discutere con libertà di parola, ma non tolleranza nel senso di accettazione a priori di qualsiasi opinione…PS: grazie per il tuo commento, proprio a proposito vengo qui a dirti che sono ben felice di aprire nuove discussioni…buona giornata
 
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