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Post N° 185

Post n°185 pubblicato il 16 Dicembre 2007 da donulissefrascali

IL RAPPORTO SOCIALE : DI POTERE O DI SERVIZIO

Il rapporto sociale è un fenomeno centrale della vita associata, che la sociologia contemporanea ha notevolmente trascurato. Attraverso la partecipazione al lavoro, tutti i membri della società estendono continuamente i loro rapporti reciproci, consentendo all’industria di svilupparsi come un solo grande corpo, che spinge gli imprenditori ad unirsi non solo per interessi comuni, ma particolarmente personali. Una società storicamente individuata è sempre, e deve esserlo, costituita da rapporti sociali che si stabiliscono necessariamente tra tutti i cittadini, per rispondere all’esigenza di produrre i beni necessari per una dignitosa sopravvivenza, in primo luogo gli alimenti e l’abitazione. Risulta quindi chiaro che la capacità individuale di un imprenditore, di conseguire determinati scopi in un settore specifico della vita sociale, ovvero di imporre in essa la propria volontà, nonostante la volontà contraria e la resistenza attiva della base popolare, non può e non deve trovare una sua realizzazione. La diversa importanza e collocazione del concetto di potere nelle teorie sociologiche si riflette nella varietà di definizioni che di esso sono state via via proposte: definizioni sociologiche numerose e disparate e spesso usate in modo sfuocato, anche quando dal loro contenuto dipende un’intera situazione della realtà sociale. Partendo da tali premesse, ritengo sia fondamentale specificare in alternativa al discorso di potere la finalità di servizio che deve proporsi chi detiene posizioni direttive della società. Questa categoria di persone è indubbiamente la più importante che si ponga in una posizione di servizio alla base popolare. Si può affermare che tutta l’attività finanziaria non è altro che un grandioso processo di trasformazione di fattori produttivi in servizi destinati al soddisfacimento dei vari gruppi di bisogni dei cittadini. I servizi pubblici si possono prestare a singoli individui, come all’intera comunità. La scelta qualitativa e quantitativa dei servizi pubblici è un scelta politica di grande importanza perché è strettamente connessa con le finalità che lo Stato intende proporre per realizzare la promozione del bene comune di tutta la società.

 
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dragonshare
dragonshare il 19/12/07 alle 09:36 via WEB
buon giorno Don ulisse,lei ha perfettamente ragione.L'italia però è un paese privo di regole e privo di persone che non le vogliono rispettare.Spesso si da la colpa agli imprenditori,ma io credo che alcune situazioni,sono create dagli stessi dipendenti...molti non seguono il buon senso,se ci sono dei regolamenti non li rispettano,e magari sono i primi ad andare a protestare in situazioni tragiche come quelle accadute.Io come ho sempre detto,distinguo persone,da persone.Le persone serie,se così le vogliamo definire oramai sono rimaste in poche...E qui mi allaccio anche all'educazione dei figli che oggigiorno vivono in piena libertà.E in questo contesto ci sono operai imprenditori,politici ecc.Il nostro paese oramai è rovinato...i politici passano troppo tempo a discutere e poco a realizzare,salvo dove ci sia interesse personale.Ognuno ha le sue ragioni e le sue colpe.In aziende dove non ci sono norme di sicurezza c'è una spaccatura anche tra gli operai.C'è chi vuole almeno l'indispensabile e chi si vende per 100 euro in più nella busta paga.Purtroppo i primi sono sempre una minoranza che essendo in questa posizione rischiano il licenziamento....quindi come sempre ho detto la colpa è di tutti noi cittadini,che come sempre con le parole diciamo una cosa e con i fatti facciamo tutt'altro....dragonshare
 
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