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Post N° 193

Post n°193 pubblicato il 14 Febbraio 2008 da donulissefrascali

COSA SI INTENDE PER POTERE

Inteso in senso specificamente sociale, cioè in rapporto alla vita dell'uomo in società, il Potere si precisa e diventa, da generica capacità di operare, capacità dell'uomo di determinare la condotta dell'uomo:Potere dell'uomo sull'uomo. L'uomo non è solo il soggetto,ma anche l'oggetto del Potere sociale. E' Potere sociale la capacità di un padre di impartire comandi ai figli, come quella di un Governo di impartire comandi ai cittadini, mentre non lo è la capacità dell'uomo di controllare la natura e di servirsi delle sue risorse. Per esempio una certa impresa può estrarre petrolio da una determinata porzione del suolo terrestre perchè ha il potere di impedire che altri si approprino o usino di quella porzione di suolo; e un governo è in grado di ottenere certe concessioni da altri governi perchè ha in suo uso come Potere determinate risorse materiali che diventano strumenti di pressione economica o militare. Da quanto su accennato ne deriva che l'essenza del Potere dovrebbe consistere nel possedere i mezzi per soddisfare i bisogni umani e di disporre liberamente di tali mezzi per un reale servizio alla base popolare. Ritengo sia importante riflettere su tali considerazioni per potere razionalmente determinare una giusta funzione di servizio che dovrebbe essere attuata dalle funzioni del Potere.

 
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MagnoNotaro
MagnoNotaro il 25/02/08 alle 19:52 via WEB
Di Pietro indagato per truffa allo Stato Roma - Il ministro Antonio Di Pietro è indagato per appropriazione indebita, falso in atto pubblico e soprattutto per truffa aggravata ai danni dello Stato finalizzata al conseguimento dell’erogazione di fondi pubblici. L’inchiesta della procura di Roma verte su presunte irregolarità commesse dall’ex pm nella gestione delle finanze nell’Italia dei Valori. Sotto osservazione le spese elettorali, le movimentazioni dei conti del suo partito, l’utilizzazione dei finanziamenti pubblici incassati e delle somme ricevute dai simpatizzanti: in tutto, oltre 20 milioni di euro. Nelle carte c’è anche la storiella di un assegno «non trasferibile» da 50mila euro destinato al partito ma ugualmente incassato da Di Pietro, oggi alleato di Veltroni. Nel mirino dell’autorità giudiziaria, dunque, finisce la presunta gestione «privatistica» e «familiare» del partito da parte del suo presidente, di cui hanno parlato pubblicamente parecchi ex compagni di viaggio (vedi Giulietto Chiesa, Elio Veltri e Beniamino Donnici) e su cui si dilunga, nel 2006, l’esposto-bomba presentato all’autorità giudiziaria romana dall’avvocato Mario Di Domenico, uno che dell’Italia dei Valori conosce ogni dettaglio essendo stato tra i soci fondatori ed avendo ricoperto l’incarico di segretario. È lui, l’uomo-ombra del Tonino nazionale, la gola profonda dell’inchiesta che preoccupa Di Pietro e i suoi alleati. Il diretto interessato, Antonio Di Pietro, ribatte ad alcune anticipazioni del settimanale Panorama: «Accolgo con un sorriso i tentativi di Panorama di sporcare la campagna elettorale con allusioni che non hanno alcun riscontro con la realtà. I fatti penali in questione sono già stati valutati, sia in sede civile con il rigetto di tutta la domanda del denunciante, sia in sede penale con la richiesta di archiviazione formulata dal pm già dall’anno scorso. Ora c’è solo l’udienza di opposizione all’archiviazione fissata dal Gip, a seguito del reclamo del denunciante». Il prossimo 27 febbraio, infatti, il gip Carla Santese deciderà che cosa fare del fascicolo 4620/07 che ha portato all’iscrizione sul registro degli indagati del ministro delle Infrastrutture. Tre gli esiti possibili nell’udienza in camera di consiglio fissata per quella data. Il primo: il gip accoglie la richiesta di archiviazione presentata il 10 gennaio 2007 dal pm Giancarlo Amato, motivata sull’obiettiva inesistenza di una legge specifica che regolamenti la vita dei partiti (tra le righe si fa comunque riferimento ad una eventuale «negativa ricaduta di immagine personale e politica - per Di Pietro, ndr - che la notorietà del fatto potrebbe determinare nell’opinione pubblica»). Il secondo: il gip opta per un supplemento di indagine invitando, così, il pm a svolgere nuovi e più approfonditi accertamenti alla luce anche delle ulteriori memorie presentate dalla parte offesa. Il terzo: il gip, alla luce del contraddittorio in udienza e delle risultanze investigative depositate, decide di rinviare a giudizio Antonio Di Pietro e in subordine la deputata-tesoriera dell’Idv, Silvana Mura, indagata anch’essa. Capitolo delicato quello del conto in banca nel quale sarebbero passati i circa due milioni di euro che sarebbero stati stornati dal bilancio dell’IdV per essere poi utilizzati in personali campagne elettorali senza il nulla osta previsto nello statuto del partito. Buona parte della documentazione esaminata dalla Gdf è dedicata al complicato intreccio politico finanziario dell’Italia dei Valori diviso tra «partito-movimento» e «associazione». In entrambi i casi presiede Di Pietro, la tesoriera è sempre la Mura, la poltrona di segretario dal 2006 è ricoperta da Susanna Mazzoleni, già signora Di Pietro. Chi fa da sé, all’Idv, fa per tre. (articolo di gianmarco.chiocci@ilgiornale.it)
 
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