Un'azione che può rendere giustizia a chi lavora e risanare l'economia

Post n°201 pubblicato il 17 Marzo 2011 da vanda.schiavi

Firmiamo la petizione Basta stipendi a tutti 'sti mangia pane a tradimento!

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W l'Italia tutta intera

Post n°200 pubblicato il 17 Marzo 2011 da vanda.schiavi

Non festeggio il tricolore sabaudo, ma il tricolore della Repubblica unita, indivisibile e antifascista

 
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Si alle energie rinnovabili , no al nucleare

Post n°199 pubblicato il 15 Marzo 2011 da vanda.schiavi

Dal Comitato SI alle energie rinnovabili NO al nucleare
inviamo


Diario nucleare n.3:

Quando fonde il nucleo del reattore

15-3-2011



L´ennesima, ulteriore esplosione di ieri sera, ha ulteriormente aggravato il già fosco scenario della crisi atomica giapponese. Sono ormai quattro i reattori in gravissima emergenza, e proprio mentre scrivo giungono notizie di incendio dal reattore numero 4. "Non è come a Cernobyl" si affretta ad affermare l´agenzia per la sicurezza atomica giapponese, ma è screditata e giudicata poco attendibile dalla popolazione, come ha riportato l´inviato Pietro Longo della RAI. Vi sono ormai indicazioni molto autorevoli che almeno in un reattore si è giunti alla fusione del nucleo con fortissimo rilascio di radioattività in forma di vapore contaminato. È stata utilizzata acqua di mare nel tentativo di raffreddare i reattori, ma ciò pregiudica ulteriormente gli impianti e gli ormai residui sistemi di sicurezza, e diffonderà la contaminazione nel territorio e nel mare.

Il livello dell´incidente è gravissimo, per ora al 6 (su 7 della scala INES) e ormai si differenzia da Cernobyl per l´assenza del gigante incendio della grafite (l´impianto di Fukushima non è a grafite) che causò la gigantesca nube di fumo radioattivo che si sparse in Europa nel 1986.

Tuttavia, con l´ormai conclamata fusione di almento una parte del nucleo di uno dei reattori, il rilascio di radioattività nell´ambiente è al suo apice. Ma che cos´è esattamente la "fusione del nocciolo"?

Sappiamo che le centrali nucleari generano un´immensa quantità di calore, che, a causa della bassa efficienza termodinamica degli impianti nucleari (30% circa, contro il 54% degli impianti a gas) deve essere smaltito con l´immissione di milioni di tonnellate di acqua ogni giorno, iniettata attraverso pompe potentissime nel circuito di refrigerazione. Il terremoto in Giappone ha fatto saltare il sistema di refrigerazione, e così il nucleo radioattivo, non più raffreddato, è entrato in una fase di grave surriscaldamento. L´intervento immediato delle barre di contenimento per ridurre il processo di fissione nucleare (e non per "spegnere il reattore" come viene impropriamente riportato dalla stampa) non basta a fermare il surriscaldamento, se non interviene immediatamente il sistema di refrigerazione di emergenza, purtroppo anch´esso saltato a Fukushima. Ciò conduce inevitabilmente alla fusione del combustibile nucleare.

Il primo a risentire dell´estremo calore è il rivestimento delle barre di combustibile, in zirconio, metallo molto resistente all´assorbimento neutronico e alla corrosione, pertanto molto usato nella tecnologia nucleare.

Quando la temperatura supera all´incirca i 1220°C inizia l´ossidazione del rivestimento di zirconio, con produzione di idrogeno e ulteriore, forte, rilascio di calore. A quel punto, è proprio il processo ossidativo a contribuire di più al surriscaldamento del nucleo, la cui fissione nucleare era stata rallentata dalle barre di contenimento. Il calore di ossidazione fa salire rapidamente la temperatura, che presto raggiunge i 1870°C, che è quella in cui fonde lo zirconio. Lo zirconio liquefatto, insieme con biossido di uranio e altro materiale radioattivo, precipita nel vaso di contenimento, dove, più in basso, vi è ancora acqua di raffreddamento. Il contatto tra i materiali fusi e l´acqua genera altro vapore e idrogeno, e può causare esplosioni che possono compromettere la tenuta stessa del vaso (vessel) del reattore. Questo fenomeno è reso critico dall´elevatissima pressione che si riscontra nel reattore in questi casi, che può mantenere l´acqua allo stato liquido anche ad alte temperature. A quel punto, comunque, il nucleo del reattore è già gravemente danneggiato e rilascia nell´acqua materiale radioattivo. Si innesca dunque un processo pericoloso, di ossidazione ulteriore, aumento di temperatura e pressione, produzione di idrogeno, emissione di radiazioni, che devono essere compensati con continui rilasci, da parte dei tecnici, di vapore altamente radioattivo nell´ambiente, per ridurre la pressione e il rischio di esplosioni, che possono distruggere il vaso di contenimento del reattore. L´eventuale rottura del vaso di contenimento del reattore, avvenuta a Cernobyl, sventata a Three Mile Island, sino ad ora smentita a Fukushima, produrrebbe una fortissima emissione radioattiva con conseguenze estremamente gravi.

In ogni caso, l´immissione di materiale radioattivo nell´acqua vaporizzata è inevitabile in questi incidenti, così come la contaminazione dell´ambiente della centrale e del territorio. Ogni nuova esplosione, come purtroppo si sta verificando quotidianamente a Fukushima, non fa altro che aggravare la situazione, e possiamo immaginare lo stato di angoscia delle decine di tecnici e di militari costretti ad operare in una simile situazione per cercare almento di ridurre i danni.

Sulla quantità della contaminazione intervengono anche fattori per ora non noti dello stato della centrale di Fukushima: il tipo di combustibile utilizzato (livello di arricchimento) e il suo stato di esaurimento, ossia da quanto tempo le barre di combustibile erano state inserite e sottoposte a fissione nucleare.

Dunque la situazione è di estrema gravita: la nube radioattiva può estendersi su territori densamente popolati e contaminare gli abitanti, il mare e il territorio. Le conseguenze del disastro sono ora incalcolabili. Comparti come l´agricoltura, la pesca - pensiamo al gigantesco rilascio di radionuclidi in mare - il turismo subiranno danni di lunga durata. Ma ora dobbiamo solo sperare che la perversa spirale atomica venga riportata sotto controllo, grazie all´abnegazione di tecnici che ormai stanno rischiando la loro vita per salvare migliaia di altre persone.

Pier Luigi Adami,  Comitato scientifico Vota SI per fermare il nucleare







Comitato SI alle energie rinnovabili NO al nucleare



 
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Perchè recarsi alle urne per i referendum...perchè votare sì

Post n°198 pubblicato il 15 Marzo 2011 da vanda.schiavi

Con questo volantino del Coordinamento antinucleare "Salute-Ambiente-Energia" prosegue la campagna referendaria ne posto il testo ritenendo doveroso spiegare i motivi del Si e responsabilizzare i cittadini sulla necessità di recarsi alle urne difendendo un diritto e assolvendo un dovere.

Votando SI, i cittadini potranno abrogare le leggi con cui il governo Berlusconi ha privatizzato l'acqua (insieme al trasporto pubblico locale e allo smaltimento dei rifiuti urbani) e deciso il ritorno al nucleare.

Con il SI al voto referendario l'ACQUA tornerà pubblica, sottratta al profitto e ai privati che speculano sul bene primario e vitale, negandola a chi non ce l'ha o facendola pagare cara, fregandosene degli inquinanti-arsenico, cloro,piombo, nitrato che danneggiano gravemente la salute

Con il SI la gestione dell'acqua dovrà essere partecipata dai cittadini, dai lavoratori addetti dagli enti locali, che distribuiranno l'acqua con i primi 50 litri gratis a tutti, con tariffe progressive e tese a scoraggiare gli sprechi,con l'attenzione particolare verso la qualità e la sua salubrità

Con il SI al voto referendario i Trasporti locali dovranno rimanere pubblici, con la gestione partecipata  indirizzata verso la preminenza e lo sviluppo del mezzo pubblico, elettrico e su rotaia, tale da ridurre drasticamente i disagi della mobilità pendolare e risanare l'aria dagli smog delle polveri sottili

Con il SI al voto referendario lo Smaltimento dei rifiuti urbani dovrà avere una gestione pubblico-partecipata, spezzando la catena mafiosa che finora si è garantita l'arricchimento attraverso discariche ed inceneritori e nocività alla salute umana e all'ambiente. In tal modo sarà più facile puntare verso l'obiettivo dei "RIFIUTI ZERO" tramite la raccolta differenziata porta a porta, le isole ecologiche, gli impianti di compostaggio, il contributo del riciclo-riuso di carta, vetro, alluminio, plastiche al ciclo virtuoso di energia-entropia-economia e salute

Con il SI al voto referendario il Piano Nucleare verrà definitivamente cancellato. Il governo Berlusconi non ha tenuto fede ai risultati del precedente referendum dell'87, dopo Cernobyl, che impose la chiusura delle centrali nucleari. In tal modo le risorse economiche potranno essere destinate al risparmio energetico a energie eco- compatibili con le esigenze dei territori, al risanamento ambientale post chiusura centrali a carbone e a petrolio

Con il Si Contro il nucleare si avvierà la ripubblicizzazione dell'energia elettrica e la gestione partecipata in grado di garantire qualità del servizio, tariffe eque e non più bollette salate perchè gravate dai profitti privati.

I REFERENDUM SU ACQUA E NUCLEARE SONO L'OCCASIONE PER CAMBIARE LA POLITICA ECONOMICA E SOCIALE DELL'ITALIA, NON FACCIAMOCELA SCAPPARE!

VOTIAMO E FACCIAMO VOTARE SI

 

 
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Suona il de profundis per le politiche assistenziali

Post n°196 pubblicato il 12 Marzo 2011 da vanda.schiavi

Così, non moltissimo tempo fa, iniziava l'eliminazione finale, quell'eliminazione diretta a far sparire chiunque fosse riconosciuto come diverso dai canoni folli e deliranti di una mente malata.

Quindi la storia ha assistito alla deportazione,l'internamento e l'eliminazione di intere popolazioni ree di non appartenere ad una razza prescelta.

Oggi altrettante menti deliranti continuano quel progetto annullando di fatto tutto ciò che appare diverso da noi.

Posto questo intervento perchè possa essere spunto di riflessione, ma soprattutto un grido di allarme che catturi la nostra attenzione e provochi reazioni di disobbedienza perchè la storia non si ripeta e perchè, oggi, chi si dichiara in prima linea contro queste politiche di esclusione scenda realmente in campo a difendere il diritto di cittadinanza invertendo la tendenza dei troppi parolai che vorrei vedere agire e non solo parlare.

" L'atto di disobbedienza, in quanto atto di libertà, è l'inizio della ragione" (Eric Fomm)

Gli strumenti usadi Elena Granaglia e Angelo Marano, da www.nelmerito.it

Nell’ultimo trentennio, le politiche assistenziali non sono mai entrate fra le priorità dell’agenda politica della nostra Repubblica, con l’esclusione del periodo a cavallo del secolo, caratterizzato dalla sperimentazione del reddito minimo di inserimento e dall’introduzione della Legge 328/2000, e del biennio di governo del centro-sinistra della scorsa legislatura.

Paradigmatiche sono l’assenza in Italia di uno schema generale di reddito minimo (condivisa, nella UE, con la sola Ungheria) e la mancata definizione a livello nazionale, nel settore dell’assistenza, dei livelli essenziali delle prestazioni, delle figure professionali, di un sistema informativo, mancanze che hanno provocato una elevata frammentazione, con alcune regioni che hanno cercato di inventarsi qualcosa e altre nelle quali la rete dei servizi sociali, di fatto, non è mai partita (cfr. www.nelmerito.com, 4 febbraio 2011).

Da quest’anno, però, la situazione è destinata a peggiorare ulteriormente. Vittima collaterale della crisi e del federalismo, vaso di coccio fra i vasi di ferro della sanità, della previdenza, degli interventi sulla cassa integrazione, il sistema assistenziale rischia nei prossimi anni di essere cancellato in buona parte del paese, come effetto dell’azzeramento dei finanziamenti nazionali al sociale, della più complessiva riduzione dei trasferimenti a regioni e enti locali e dell’esclusione delle politiche assistenziali dai decreti attuativi del federalismo.

Per quanto riguarda il finanziamento della spesa sociale, si salvano le prestazioni monetarie associate a diritti soggettivi, come gli assegni sociali, le invalidità civili, gli assegni di maternità e al nucleo con almeno tre figli. Ma, per l’erogazione di servizi, dal recupero dei tossicodipendenti, al trasporto dei disabili, dall’integrazione dei migranti ai servizi per i minori, dagli asili nido ai servizi di prevenzione e assistenza sociale, per finire ai servizi per non autosufficienti, le prospettive sono meste: la Legge di stabilità per il 2011 ha quasi azzerato i trasferimenti sociali alle regioni. Il Fondo per le politiche sociali, storicamente la maggiore fonte di finanziamento nazionale, è stato inizialmente quasi azzerato (salvaguardando solo i fondi gestiti direttamente dal Ministero del lavoro) e solo la protesta delle regioni ha portato ad aggiungere, per il solo 2011, 200 milioni (vale la pena ricordare che nel 2007 il Fondo trasferiva alle regioni un miliardo e ancora nel 2010, nonostante i tagli, 435 milioni). Il Fondo per le non-autosufficienze (400 milioni trasferiti alle regioni nel 2010) non è stato rifinanziato (la pressione dei malati ha poi indotto a stanziare fino a 100 milioni, per il solo 2011, ma destinati esclusivamente ai malati di SLA).

Sorte analoga ha colpito gli altri fondi: il Fondo per la famiglia si è ridotto dai 174 milioni del 2010 a 51 milioni nel 2011; il Fondo per le politiche giovanili da 81 milioni a 13 milioni, il Fondo affitti da 141 milioni a 33 milioni; il Fondo per il diritto allo studio, che ammontava a 264 milioni nel 2009, ridottisi a 99 milioni nel 2010, avrebbe dovuto ridursi a 25 milioni nel 2011, somma aumentata di 100 milioni, per il solo 2011, in sede di approvazione della Legge; il Fondo per la gratuità dei libri nella scuola dell’obbligo (103 milioni nel 2010) inizialmente risultava azzerato e solo successivamente si è provveduto, per il solo 2011, con 100 milioni, attingendo ad uno stanziamento di 350 milioni su cui insiste però, tra l’altro, anche il finanziamento degli LSU della scuola, che rischia di assorbirlo interamente.

Se il finanziamento nazionale delle politiche sociali viene meno, vero è anche che esso contribuiva con una quota attorno al 20% della spesa sociale decentrata e che regioni e comuni, insieme agli stessi utenti, già finanziavano con risorse proprie buona parte dei servizi. D’altra parte, tale dato medio rappresenta una realtà fortemente differenziata a livello nazionale, con alcune aree dipendenti molto più di altre dai finanziamenti nazionali. In ogni caso, anche quelle meno dipendenti troveranno dal 2011 oltremodo difficoltoso compensare i tagli nei trasferimenti sociali, stante che questi si accompagnano all’ulteriore diminuzione dei trasferimenti a carattere generale alle regioni e agli enti locali. Basti qui ricordare che la manovra correttiva 2011-2012 (DL 78/2010) ha comportato tagli complessivi nel biennio per 8,5 miliardi ai trasferimenti alle regioni a statuto ordinario (al netto della spesa sanitaria), per 4 miliardi ai comuni e per 800 milioni alle province.

L’azzeramento dei finanziamenti nazionali alle politiche sociali potrebbe anche rientrare in una specifica strategia di attuazione del federalismo. Da un lato, è, infatti, certamente vero che l’art. 117 attribuisce alla competenza esclusiva delle regioni la definizione delle politiche sociali, salvo che per l’individuazione dei livelli essenziali (LEP) e che l’art. 119 richiede che regioni ed enti locali siano messi in condizioni di finanziare integralmente le proprie attività. Dall’altro, è, però, evidente che l’attuazione del federalismo fiscale riguarderà soprattutto la sanità, mentre per l’assistenza si rinvia a successivi decreti. In Conferenza unificata lo scorso 16 dicembre, le Regioni hanno, sia pur faticosamente, strappato al governo l’impegno a definire e finanziare, almeno, livelli minimi di servizio da erogare; ma in quella sede si faceva riferimento al settore sanitario e vi è da dubitare che anche un’eventuale applicazione del principio all’ambito dell’assistenza sociale, stante il vincolo sulle risorse, possa portare a qualcosa più che le enunciazioni molto generali già contenute nell’art. 22 della legge 328.

In effetti, se la procedura logica vorrebbe che si identificassero i LEP in ambito sociale, si stimassero i relativi costi standard ai sensi della Legge 42 e, conseguentemente, si devolvessero alle regioni fonti adeguate al loro finanziamento, quello che sembra delinearsi è radicalmente diverso. Non si identificano i LEP, si rinvia l’attuazione del federalismo e, nel frattempo, si azzera il finanziamento nazionale, col risultato che, alla fine, non vi sarà bisogno di devolvere alcunché alle regioni. Queste ultime potranno fare quello che vogliono, ma interamente con risorse proprie e nel contesto delle ristrettezze economiche sopra descritto.

Di fatto, per l’assistenza siamo, dunque, tornati all’anno zero. Rinviati sine die i LEP, esauriti i finanziamenti nazionali, lettera morta la 328, ciascuna regione lasciata a sé in un contesto di gravissima scarsità di risorse, è naturale si ritorni alla concezione delle politiche sociali come beneficienza fatta ai più poveri e sfortunati. In tal senso alcune indicazioni del Libro bianco del Ministro del lavoro sul ruolo del “dono” e delle comunità di prossimità non sembrano destinate a rimanere lettera morta.

A nostro parere, occorre, invece, riprendere la costruzione di un sistema di assistenza inteso come sistema finalizzato alla realizzazione di diritti di cittadinanza, una rete strutturata, stabile e affidabile, come avviene per la previdenza e per la sanità. Certamente, il nuovo Titolo V pone forti vincoli e la rinuncia dell’autorità centrale ad occuparsi dei temi sociali negli ultimi 10 anni ha reso la situazione critica, determinando la frammentazione dei sistemi territoriali. Inoltre, e non solo in Italia, i trasferimenti assistenziali sono solitamente i primi ad essere tagliati (cfr. www.nelmerito.com, 5 novembre 2010), anche a causa del basso potere di voce di molti dei soggetti coinvolti.

Non si può, tuttavia, utilizzare questa realtà per giustificare il ritiro da parte dell’autorità centrale dal ruolo di coordinamento e di definizione dei livelli minimi assegnato dalla Costituzione e l’accettazione di una visione del federalismo che segna la fine, o almeno, la messa in congelatore per i prossimi anni, di un qualunque sistema di politiche assistenziali strutturato.

(10 marzo 2011)

 
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Roma Sabato 12 Marzo h 14 Piazza della Repubblica difendere la Costituzione..se non ora quando?

Post n°195 pubblicato il 09 Marzo 2011 da vanda.schiavi

Lanciamo una richiesta comune e condivisa: la Costituzione va difesa...se non ora quando?

Il 12 Marzo alle ore 14 a Roma da P.zza della Repubblica a P.zza del Popolo ognuno di noi è indispensabile per la difesa dei diritti inviolabili, contro chi vuole ci siano negati

 
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Tornando dalla manifestazione così mi piace salutare le mie compagne

Post n°194 pubblicato il 08 Marzo 2011 da vanda.schiavi

Perchè il clima festaiolo non distolga dalla memoria del vero senso di oggi, del nostro essere lì....dedicata al coraggio di quante hanno scritto la nostra storia

 
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Le cose cambiano....

Post n°193 pubblicato il 08 Marzo 2011 da vanda.schiavi

Le cose cambiano solo se le donne si muovono...inarrestabili e tenaci...buona giornata della donna a tutte noi

 
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Vergogna

Post n°192 pubblicato il 05 Marzo 2011 da vanda.schiavi

Quando manca la volontà politica, quando chi parla di opposizione di fatto non vuole opporsi allora accade anche questo....VERGOGNA!

 

 Venerdì 27 febbraio la Camera ha votato la fiducia al decreto legge cosiddetto Milleproroghe. Il provvedimento è stato approvato con 300 sì, 277 no, nessun astenuto, 45 assenti e 7 in missione, come indicato dal verbale del sito indipendente OpenPolis.

 

Numeri alla mano, l’opposizione ha perso un’incredibile occasione: il Governo, infatti, poteva essere sfiduciato. Basta aggiungere i 9 voti degli assenti di Fli, 2 dell’Idv, 8 del Pd e 5 dell’Udc (senza calcolare il gruppo misto e i deputati in missione) per arrivare a quota 301. Questo dato politico lascia, di per sè, sconcertati. Ma le sorprese non finiscono qui: andando a spulciare l’elenco degli assenti si scopre che né Bersani, né Casini, né tantomeno Adolfo Urso hanno votato. Risultano “assenti”.

 
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Ad personam

Post n°191 pubblicato il 05 Marzo 2011 da vanda.schiavi

I potenti e i prepotenti di fronte all'impossibilità di negare colpe fin troppo evidenti ricorrono strategicamente a soluzioni cucite su misura, quello che viene definito "legge ad personam" una pratica del berlusconismo che si ripropone ogni qual volta diventi necessario salvare se stessi prima ancora del Paese.

 Chi, votandoli, crede ancora in questo modo di governare allora ha bisogno di un bravo medico o di una buona terapia riabilitativa perchè votarli non è giustificabile se non dalla demenza!

Arriva una nuova norma salva premier.
Per passare l'esame di procedura penale basterà leggersi la sua biografia.

Prescrizione breve per gli over 65 incensurati.
Che ora potranno insidiare le badanti.

Le attenuanti dovranno sempre considerarsi prevalenti rispetto alle aggravanti.
Normale che un vecchio si arrapi per una minorenne.

Il ministro della giustizia Alfano illustrerà il progetto di riforma del sistema giudiziario. Appena avrà sincronizzato il labiale con Ghedini.

L'obbligatorietà dell'azione penale resterà. Un ricordo.

Il Guardasigilli ha assicurato che non si interverrà con mano pesante.
Sarà un dito nel culo sarà così flautato che i giudici penseranno a una puzzetta.

http://www.repubblica.it/politica/2011/ ... ref=HREA-1

 

 

  

 
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Mò basta!

Post n°190 pubblicato il 02 Marzo 2011 da vanda.schiavi

Un territorio ormai servo e depredato del suo tesoro ambientale, delle sue tradizioni, della sua storia ora anche pattumiera del Lazio....mò basta!

ALEMANNO E POLVERINI VOGLIONO RISOLVERE IL PROBLEMA DI MALAGROTTA CON NUOVO SITO DELLA VERGOGNA

InSenza categoria su marzo 2, 2011 a 6:22 pm

 

Mentre il governo nazionale dà un colpo di grazia alle energie rinnovabili a vantaggio del nucleare, la presidentessa della Regione Lazio, Renata Polverini, e il sindaco di Roma, Gianni Alemanno, hanno pensato bene di risolvere la questione Malagrotta, arrivata ormai allo stremo, creando ad Allumiere una cittadella dell’inquinamento. Una cittadella dove porre discarisca e rigassificatore. Siamo alla follia, siamo alle città che diventano pattumiere a cielo aperto”. Lo afferma Ciro Pesacane, presidente del Forum Ambientalista, che oltre “a ribadire la propria contrarietà alla politica dell’incenerimento, crede che la popolazione locale si farà sentire: qui – conclude – è un gioco la salute della comunità di Allumiere”

 
 
Forum Ambientalista
Associazione di volontariato di protezione ambientale riconosciuta dal Ministero dell’Ambiente
Via di Sant?Ambrogio 4, 00186 ROMA
Tel. 06/45449948 – C.F.: 97295190587
www.forumambientalista.org
 
 

 
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Rispondiamo

Post n°189 pubblicato il 02 Marzo 2011 da vanda.schiavi

Ancora da Avaaz ricevo e posto invitando all'azione....agire e non solo parlare, fare e non solo dire perchè l'azione di ogni singlo rafforza il risultato, perchè partecipare ci rende liberi, perchè insieme contrastando, disturbando e disobbedendo possiamo contribuire a scrivere la storia, la storia siamo noi!


Cari amici,



La prossima settimana il Parlamento voterà nuove regole che mettono in pericolo l'indipendenza del giornalismo della tv pubblica. Difendiamo il pilastro della nostra democrazia: firma la petizione in difesa della libertà d'informazione e inoltrala a tutti!

Sign the petition

La prossima settimana, lontano dai riflettori, il Parlamento voterà nuove regole che minano l'indipendenza del giornalismo in televisione e mettono a repentaglio la libertà d'informazionein Italia.

Le misure proposte da un parlamentare berlusconiano vogliono mettere fine alle indagini giornalistiche contro la corruzione e il malgoverno e far sì che l'informazione televisiva sia controllata dai partiti. Abbiamo respinto la legge bavaglio lo scorso anno. Ora solo un grido pubblico colossale potrà fermare questo nuovo attacco ai media e al loro ruolo cruciale di guardiani della nostra democrazia.

Vinciamo anche questa volta! Firma la petizione e inoltra questo messaggio a tutti - Avaaz e i suoi alleati la consegneranno ai media e ai parlamentari chiave della Commissione di vigilanza proprio prima del voto:

http://www.avaaz.org/it/giu_le_mani_dallinformazione/?vl

Il cosiddetto Atto d'indirizzo sul pluralismo darebbe un potere enorme ai dirigenti della Rai nominati dai partiti d'imbavagliare i giornalisti della tv pubblica. Le nuove misure lascerebbero i giornalisti senza alcuna protezione legale, dissuadendoli così dal compiere il loro lavoro d'inchiesta, che sarebbe schiacciato dalla minaccia di azioni legali dei poteri forti. Inoltre i politici imporrebbero a ogni trasmissione un doppio conduttore, una contro-satira e ospiti scelti da tutti i partiti politici. Il risultato sarebbe l'eliminazione di fatto della linea editoriale dei programmi, che diventerebbero così megafoni per i messaggi elettorali dei partiti.

L'anno scorso tutti i talk show politici sono stati chiusi nel mese precedente alle elezioni, aprendo così un capitolo nero nella storia della libertà d'informazione nel nostro paese, visto che i cittadini sono stati privati dell'informazione cruciale per formare le proprie decisioni nelle urne. Ora, se queste nuove regole dovessero passare, un velo pesante di censura cadrebbe in maniera permanente sull'informazione televisiva, indebolendo così uno dei punti chiave della nostra democrazia.

Assediato da crescenti scandali sessuali e politici, Berlusconi sta facendo di tutto per rimanere saldo al potere attraverso il controllo e la manipolazione dell'informazione. Ma i sondaggi lo danno ai minimi storici, e per la prima volta l'opposizione potrebbe batterlo. Oltre un milione di donne sono scese in piazza per chiedere le dimissioni del Premier, e la prospettiva di elezioni anticipate si fa sempre più vicina.

In questo momento di crisi, Berlusconi farebbe qualunque cosa per manipolare l'informazione a suo vantaggio. Ma il potere dei cittadini ora è più forte che mai. Sta a noi difendere tutti insieme le nostre libertà e l'indipendenza dei media. Firma la petizione contro le nuove regole bavaglio e inoltra questo messaggio a tutti: la consegneremo ai parlamentari chiave proprio prima del voto!

http://www.avaaz.org/it/giu_le_mani_dallinformazione/?vl

Abbiamo già dimostrato che insieme possiamo vincere importanti sfide: lo scorso anno una mobilitazione dei cittadini mai vista prima ha fermato l'adozione della legge bavaglio, che avrebbe messo in pericolo la libertà di stampa e l'abilità dei magistrati di condurre indagini fondamentali. Se rimaniamo uniti saremo più potenti di qualunque alleanza fra poteri forti organizzati: mettiamoci insieme dalla parte di un'informazione indipendente e pluralista e di un governo responsabile.

Con speranza e determinazione,

Luis, Giulia, Alice, Ricken, Pascal, Benjamin, Mia e tutto il resto del team di Avaaz






 

 
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precarietà

Post n°188 pubblicato il 28 Febbraio 2011 da vanda.schiavi

 
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Il delirio

Post n°187 pubblicato il 27 Febbraio 2011 da vanda.schiavi

E’ assodato: il presidente del Consiglio e’ affetto da una conclamata schizofrenia. Il fatto che proprio Berlusconi pontifichi sulla famiglia, disprezzando i legami omosessuali, solleva preoccupazione circa la sua salute mentale. Forse pensa di essere doppio, dimenticando che su di lui pesa l’accusa di favoreggiamento della prostituzione minorile, frutto di un’inchiesta in cui la dimora di Arcore e’ risultata essere un postribolo imperiale. Ricordiamo al presidente del Consiglio che vorremmo essere una democrazia matura, in linea con il resto dell’Ue, dove i diritti delle coppie di fatto sono tutelati dalla legge e dove un capo del governo non si permette di discriminare i cittadini, soprattutto se non puo’ dare un esempio edificante circa la propria condotta. Ecco il vero volto liberale del PdL: la discriminazione di Stato, coperta dal finto moralismo becero e raccatta voti

Di Luigi De Magistris

 
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I have a dream

Post n°186 pubblicato il 27 Febbraio 2011 da vanda.schiavi

 
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La quinta mafia

Post n°183 pubblicato il 24 Febbraio 2011 da vanda.schiavi

 
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Fermiamo la repressione in Libia, appello di Avaaz

Post n°182 pubblicato il 24 Febbraio 2011 da vanda.schiavi

In Libia le forze armate del colonnello Gheddafi stanno usando mitragliatrici e caccia da combattimento contro i manifestanti pro-democrazia: migliaia di loro sono stati ammazzati e senza un'azione internazionale immediata la repressione potrebbe tramutarsi in un bagno di sangue nazionale.

L'Unione europea e il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite si sono riuniti ora in sessioni d'emergenza sulla Libia. Se riusciremo a convincerli ad accordarsi per istituire una zona di non sorvolo sulla Libia, il congelamento dei beni di Gheddafi e dei suoi generali, sanzioni mirate contro il regime e un procedimento internazionale per tutti gli ufficiali militari coinvolti nella repressione, ciò potrebbe fermare i bombardamenti aerei e dividere la struttura di comando di Gheddafi.

Non abbiamo tempo da perdere: le persone in Libia sono massacrate dal loro stesso governo. Clicca per mandare un messaggio direttamente a tutti i delegati del Consiglio di Sicurezza dell'ONU, ai Ministri degli esteri e all'Alto Rappresentante dell'UE per fermare la violenza, e fai il passaparola con tutti: inondandoli di messaggi per spronarli ad agire!

 
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