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Poesia triste
Post n°55 pubblicato il 20 Ottobre 2010 da pavel_silurovitz
In kuesti jorni sto seguendo un korso d’Italiano e per farvi vedere kuello ke ho imparatjo ho penzato di skrivere questa poesia.
Dai reggicristalli accesi ti guardo sulla sogliola di casa che mi aspetti, bella coi tuoi capelli disciolti, i tuoi occhi verde smeriglio, contornati di rucole sottili. Oh, come passa il tempo! Come un gattopardo che corre veloce lanciando occhiate refurtive alle pietre biliari della strada lunga e sassofona dove ancora con te cammino. Io che non ti merito, io che ti trans-scuro, io sempre obeso di lavoro, io che non sono uno sterco di santo. Però, sono sicuro, che un giorno ancora ti vedrò dalla mia sedia a bretelle con le vene vorticose, con gli occhiali da lesbica e la schiena curva come un calice piangente. lei verrà a prendermi, furtiva come una lacrima, impetuosa come un’onda anonima che tutto travolge e scompiscia. Tra le tue braccia, però, sarà dolce l’addio e fresco come un’assorbente di limone. Poi verrà un silenzio di tromba Ed io sarò cromato. |
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