"Istruitevi perchè avremo bisogno

della vostra intelligenza.

Agitatevi perchè avremo bisogno

del vostro entusiasmo.

Organizzatevi perchè avremo bisogno

di tutta la vostra forza"

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NON ANDATECI!!!!!

Post n°167 pubblicato il 06 Febbraio 2008 da playslow

News del 5 febbraio dalla Campagna "2008 anno della Palestina"/Fiera del Libro di Torino.
 
1) Occupata questa mattina a Torino la sede della Fondazione Fiera del Libro.
2) Il volantino distribuito dagli attivisti che hanno occupato la Fondazione
3) Anche Tarik Alì  disdice l'invito a partecipare alla Fiera del Libro di Torino 2008
 

Fiera del Libro di Torino. Occupati per protesta i locali della Fondazione. 14 attivisti identificati dalla Digos
RCA. Torino. - 5/2/08. Una quindicina di giovani attivisti solidali con la Palestina e dei centri sociali hanno occupato stamani a Torino  la sede della Fondazione della Fiera del libro per protestare contro l' invito di Israele come paese ospite alla prossima edizione della Fiera che si terra' al Lingotto in maggio.
Il gruppo ha portato con se' una bandiera palestinese e alcuni cartelli. Proprio per stamani e' stato convocato il consiglio di amministrazione della Fondazione dopo le polemiche dei giorni scorsi legate all' invito rivolto ad Israele che ha sollevato le  critiche di alcuni esponenti della sinistra radicale e di scrittori palestinesi e arabi.
Al momento dell' irruzione negli uffici della Fondazione, che si trovano nel centro di Torino al secondo piano di un palazzo  di via Santa Teresa 15, c' erano il presidente Rolando Picchioni e il direttore Ernesto Ferrero. Sul posto e' intervenuta la Digos della Questura.  A una finestra della Fondazione gli occupanti hanno esposto un striscione con la scritta ''No Israele'' e una bandiera della Palestina. La Digos ha identificato il gruppo negli uffici. Gli attivisti avrebbero voluto far salire i giornalisti negli uffici per tenere una conferenza stampa,  ma non e' stato loro consentito.
Il consiglio di amministrazione della Fondazione della Fiera del libro, in programma alle 12.30,
e' stato rinviato a oggi pomeriggio.
Gli occupanti sono stati allontanati dagli uffici della Fondazione dalla Digos, che li ha identificati. Si tratta di 14 giovani, fra cui quattro donne, che hanno poi tenuto una sorta di conferenza stampa all 'esterno del palazzo dove si era radunato un gruppo di cronisti. (MP)
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Il volantino distribuito durante l'occupazione della Fondazione Fiera del Libro
NO A ISRAELE OSPITE D'ONORE DELLA FIERA DEL LIBRO DI TORINO
In solidarietà con il popolo palestinese
 
 

Siamo qui oggi perché riteniamo inaccettabile la presenza e la celebrazione della fondazione dello stato d'Israele alla Fiera del Libro di Torino. Siamo disgustati da quanto organizzato e siamo allibiti nel
vedere il mondo della cultura "patinata" schierarsi al fianco di chi con metodo, lavora per annientare la Palestina e i palestinesi. Schierarsi, perchè questo fanno gli organizzatori della fiera celebrando
Israele, e lo fanno partecipando e incrementando un'operazione di marketing politico bella e buona, visto che lo stesso fa il salone del libro di Parigi.
In Europa si celebra Israele e in Palestina Israele è quello stato che attraverso i suoi eserciti uccide uomini, donne e bambini palestinesi ogni giorno; con la guerra, con le bombe, con la fame. Costruisce muri ed amplia i suoi confini a discapito di un popolo che da decenni vive in prigioni a cielo aperto, in città martoriate, in campi profughi sempre più vasti. Questo fate, vi schierate apertamente, perchè questo vuol dire ergere Israele a paese ospite d'onore della Fiera. Certo direte che la cultura promuove il dialogo, che è sopra le parti, che avete invitato scrittori che criticano le politiche del governo, che
c'è posto anche per qualche scrittore palestinese.
Certo, son le solite parole di circostanza ma la realtà è un'altra ed è una, sola ed è inequivocabile: celebrare Israele con un conflitto in atto significa in quel conflitto prendere parte, prenderne parte
addirittura.
Non ci sembra che ci siano stati altri inviti a popoli e stati che celebravano la propria indipendenza, non ci sembra che abbiate invitato i monaci birmani che tanto hanno stretto al cuore il mondo della cultura.
Voi signori partecipate alla propaganda che è cosa ben diversa dalla cultura. Tra oppressore e oppresso c'è una bella differenza e voi così vi schierate al fianco del più forte.
Siamo qui perché a differenza di alcuni, noi siamo schierati, siamo di parte, sappiamo e scegliamo da che parte stare: stiamo con la Palestina e sosteniamo la lotta del popolo palestinese. Senza mezzi termini, senza ma, senza precisazioni. Stiamo con le vittime della guerra che insanguina il medioriente, non con i responsabili. Non stiamo con chi costruisce muri o assedia territori interi; non reputiamo onorevole invitare chi bombarda abitazioni, macchine ed erge chek-point ovunque.

Siamo qui per chiedere il ritiro dell'iniziativa di avere Israele ospite d'onore della Fiera del Libro di Torino.
Siamo qui oggi per lanciare una mobilitazione permanente contro la scelta della Fiera di avere Israele come paese ospite a Torino e qui oggi lanciamo la campagna di lotta e boicottaggio della fiera con:

 
- UN CORTEO NAZIONALE IL 29 MARZO PER RICHIEDERE LA REVOCA DELL'INVITO AD ISRAELE
- UN CONVEGNO SUL SIONISMO E LA NAKBA DEL 1948 IL 9 MAGGIO
- UN CORTEO NAZIONALE IL 10 MAGGIO IN SOLIDARIETÀ CON IL POPOLO PALESTINESE
- UN CONTRO-SALONE DOVE VERRANNO OSPITATI GLI EDITORI SENSIBILI ALLA LOTTA
    PALESTINESE, CON EVENTI, CONFERENZE E DIBATTITI
- BOICOTTAGGIO E AZIONI DI DISTURBO DELLA FIERA

 
Network antagonista torinese
Csa murazzi-Csoa askatasuna-Collettivo universitario autonomo

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Fiera del Libro. Anche Tariq Alì rifiuta l'invito alla Fiera del Libro di Torino 
 
 
Londra, 5/2/08. - In una lettera, Tariq Alì scrittore e politologo pakistano residente in Gran Bretagna, ha reso noto di aver disdetto la sua partecipazione alla Fiera del Libro di Torino quando ha appreso che l'ospite d'onore dell'edizione di quest'anno sarà lo stato di Israele che celebra proprio quest'anno i sessanta anni della sua nascita. "Ma sono anche sessanta anni di quella che i palestinesi chiamano la Nakba, "la catastrofe". "Perchè la Fiera del Libro di Torino non ha invitato in pari misura anche i palestinesi?" chiede Tariq Alì. "Potevano invitare 30 scrittori israeliani e 30 palestinesi (e vi posso assicurare che ci sono ottimi poeti e novellisti tra essi). "L'Occidente è blindato verso le sofferenze dei palestinesi. La guerra contro il Libano o i quotidiani reportage dal ghetto di Gaza non vedono alcuna iniziativa ufficiale in Europa. So bene che in Francia è virtualmente impossibile criticare Israele, in Germania ancora di più per motivi speciali. Mi rattristerebbe se anche l'Italia si mettesse sulla stessa strada" (MS)
 
 
Dichiarazioni di gratitudine per quanti in Italia si sono opposti alla presenza di Israele come ospite d'onore della prossima Fiera del Libro di Torino arrivano da Hamza Barqawi, presidente dell'Unione Generale degli Scrittori e dei Giornalisti Palestinesi in Siria. L'Unione è tra le organizzazioni di scrittori arabi che hanno annunciato la volontà di boicottare l'evento piemontese, in programma dall'8 al 12 maggio.
Barqawi, presidente e portavoce della Segreteria generale dell'Unione, ha spiegato ad ADNKRONOS INTERNATIONAL che il gruppo "ha preso visione dei dettagli" del programma di Torino e, sulla loro base, "lo condanna nel modo più assoluto".
Il presidente dell'Unione degli scrittori palestinesi fa quindi appello agli intellettuali arabi ed europei e alle case editrici perchè boicottino la Fiera, in quanto i suoi organizzatori "sfruttano la cultura a beneficio di Israele".

 
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