Un blog creato da cassetta2 il 07/11/2003

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L'importante è lasciarsi dietro un segno, un qualcosa per farsi ricordare, non importa che sia scritto per sempre su un libro di storia o solo un giorno su un ascensore.

 
 
 
 
 
 

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Post n°3189 pubblicato il 30 Luglio 2012 da cassetta2
Foto di cassetta2

Durante la Olimpiadi mi sono stirato un muscolo.
Dopo un'ora circa dall'inizio della corsa, saltando giù dal divano.

Shot: Noto

 
 
 

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Post n°3188 pubblicato il 29 Luglio 2012 da cassetta2
Foto di cassetta2

Durante la recessione molti, specialmente coloro che hanno un reddito basso, si trovano in difficoltà economiche. Tuttavia, Steven Star della Harvard Business School dice che un gran numero di persone a reddito elevato non ne risentono, e hanno anche prosperato. Continuano a disporre del loro reddito e danno la preferenza ai prodotti costosi. Un dirigente di una fabbrica di automobili di lusso ha dichiarato che la gente “non può essere certa del futuro, così si tratta bene al presente e si dà alla pazza gioia”.

Shot: Casalvecchio Siculo

 
 
 

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Post n°3187 pubblicato il 28 Luglio 2012 da cassetta2
Foto di cassetta2

Ma da dove nasce il nostro bisogno di fare i brillanti a tutti i costi?

Shot: Breganze

 
 
 

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Post n°3186 pubblicato il 27 Luglio 2012 da cassetta2
Foto di cassetta2

È incredibile il numero di persone che dicono di soffrire di depressione. Tutti noi abbiano visto grandi attori, grandi scrittori, grandi registi, che, quando smettono di lavorare anche per un breve periodo di tempo, perdono la fiducia in sé stessi, si sentono inutili, vuoti, e hanno bisogno di qualche sostegno per andare avanti. Perché siamo diventati così fragili? Perché la società ci addita delle mete sempre più alte e addirittura immaginarie. Mentre, in parallelo, non ci insegna a sviluppare le doti necessarie per affrontare le difficoltà, la frustrazione, l'insuccesso, la solitudine, la sfortuna. Un tempo non era così. Un tempo la gente si poneva come meta di trovare un lavoro, di diventare padre, madre, artigiano, fabbro, oppure medico, ingegnere, avvocato ed era contenta del successo che otteneva nel suo ambiente. Ma oggi siamo tutti proiettati in una società dilatata e ci confrontiamo con tutti. La televisione, i giornali, la pubblicità ci propongono come modelli i personaggi del mondo dello spettacolo giovani, belli, ricchi, sani, felici, allegri, che passano la vita fra un divertimento e l'altro. Non è vero, è una finzione, una messinscena, ma la gente crede veramente che la loro vita coincida con lo svago, il divertimento, la festa. La maggior parte della gente comune, invitata a dire che cosa vorrebbe fare, ti parla di vestiti, di viaggi, di vacanze. Quasi tutte le ragazze sognano di diventare presentatrici o veline, i ragazzi di entrare in qualche reality show. Anche la più riservata casalinga desidera comparire in qualche spettacolo televisivo. E chi non può andare in televisione cerca di apparire in qualche altro modo, facendosi notare almeno per il vestito. E i ricchi, i potenti, coloro che hanno successo si confrontano con tutti quelli che hanno più di loro e, avendo più possibilità, si fanno afferrare da una sfrenatezza impietosa, ricorrono alla droga, ed entrano così in un nuovo ciclo maniaco depressivo. Forse siamo arrivati alla radice del problema. La depressione è una malattia dell'essere, sostituito dall'apparire. Un tempo, quando eri padre, madre, contadino, fabbro, falegname, medico poggiavi su qualcosa di solido, appartenevi all'essere. L'apparire è trovarti totalmente in balia degli altri. Quando sei solo non esisti più.

Shot: Zevio

 
 
 

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Post n°3185 pubblicato il 26 Luglio 2012 da cassetta2
Foto di cassetta2

Si possono percorrere milioni di chilometri in una sola vita senza mai scalfire la superficie dei luoghi nè imparare nulla dalle genti appena sfiorate.
Il senso del viaggio sta nel fermarsi ad ascoltare chiunque abbia una storia da raccontare.

Shot: Sarcedo

 
 
 
 
 
 
 

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