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Un blog creato da acetosella5 il 29/10/2008

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SOLITUDINI

Post n°179 pubblicato il 27 Settembre 2011 da acetosella5
 

Ci ho pensato parecchio prima di scrivere questo

post perchèl'argomento è di quelli che ti fanno

scivolare come niente nel retorico .

Provo a starci attenta.

E' successo qui, nella città in cui vivo, in un bar

 elegante e conosciutissmo.

Una donna è entrata nel bagno e si è sparata un

colpo di pistola.

Ha deciso che così voleva finire la sua vita, talmente

sola che le è sembrato l'unico modo per essere

trovata subito.

Forse ha scelto bene, perchè la sua solitudine è

diventata immediatamente anche la nostra.

Nel sapere delle reazioni della gestione del bar,

degli avventori armati di telefonino per cogliere

lo scoop al volo probabilmente ci siamo sentiti

tutti così come lei.

Solissimi. Una morte emblematica.

La solitudine universale del morente aggravata

dall'insensibilità di questo tempo.

Perchè fin'ora io lo avevo sempre saputo che si

muore soli, ma con il rispetto per la dignità del

 fatto in sè, comunque avvenisse.

Oggi mi sembra che, nascondendola agli avventori,

si sia voluto togliere quest'ultimo senso alla fine

 di una vita, privilegiando, definitivamente,

 il profitto e l'immagine.

Mi è difficilissimo lo sforzo per compredere.

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Commenti al Post:
carpediem56maestral0
carpediem56maestral0 il 27/09/11 alle 10:43 via WEB
Voglio anche io scrivere un commento che non sia retorico ed allora mi chiedo: quanto si deve essere soli e disperati per scegliere di porre fine alla propria vita tra le piastrelle indifferenti di un bar-pasticceria? E se si sceglie un luogo così "neutro" ci si può aspettare fuori da una generica pietàs che a qualcuno importi che abbiamo deciso di farla finita? Perchè si deve chiudere il bar? Cosa si otterrebbe oltre a qualche mugugno del tipo "accidenti oggi non posso prendermi il caffè e cornetto" detto nell'intimità della propria mente indifferente alla morte di un qualcuno che non si conosce e a cui non si vuol bene?...Insomma, una tristezza...;(
 
 
acetosella5
acetosella5 il 27/09/11 alle 13:57 via WEB
Forse la poveretta non si aspettava altra pietas che di essere trovata in tempi veloci..Sai cos'è che forse "veramente" mi turba? Che questo sia un gatto che si morde la coda. Ci corazziamo tutti dietro all'indifferenza per non essere troppo coinvolti nel dolore altrui e questo genera altra indifferenza. Sembra un processo senza fine del quale temo di restare vittima inconsapevole ( forse lo sono già..) Come sempre, personalizzo l'universale, e mi spavento per quei segnali che mi fa paura leggermi dentro. Il bar comunque lo avrei chiuso e, ragionando sempre con il materiale neuronico a mia disposizione (poco) riesco ad ipotizzare che, persi i clienti del momento se ne sarebbero guadagnati altri dopo. Così, invece, non sono sicura che la gente ci vada volentieri, d'ora in poi, in quel bar. La pietas, forse, avrebbe pagato di più. Tristezza socializzata appieno!
 
pabela84
pabela84 il 27/09/11 alle 11:11 via WEB
Ho letto questa notizia da Espe e riascoltata in tv e ora qui. Quello che mi è venuto in mente sembra forse non c'entrare troppo. Un tempo suonavo a messa coi bimbi. Mentre stavamo provando, prima dell'inizio, un uomo che era in chiesa si è messo a gridare pesantemente contro un barbone che nell'ultimo periodo veniva in chiesa principalmente per ammirare l'impianto audio con cui suonavamo. Ha gridato con una tale rabbia che mi son trovata io l'unica a reagire per il gesto eccessivo. Ribadisco che quel disgraziato non è un simpaticone, ma sapevamo come prenderlo e non ha mai dato particolare disturbo. Il prete ha zittito tutto, senza dire quel che pensava, ed è partito con la messa. Effettivamente ha fatto quel che sentiva. Io sono stata malissimo per tutto il tempo, l'incoerenza mi bruciava dentro. Ne ho anche parlato col prete, ha biascicato qualcosa stile "The show must go on" e che ne avrebbe parlato in una riunione. Mai fatta poi. Forse il distacco che mi si è creato per quel luogo in cui sono cresciuta, ha avuto lì il suo culmine. Non è morto nessuno, eppure ho sentito pesante la solitudine di cui parli: la sensazione che ciò che ci toglie equilibrio (come un amico invadente che arriva quando non ce l'aspettiamo, come una sofferenza imprevista che ti toglie il sorriso) ci dovrebbe far muovere, alzare, reagire. Non so perché mi urta tanto l'indifferenza. Ho sempre preferito un pugno sul naso. Fa male, certo, invece quel silenzio complice, mi fa sentire un verme. Ed è una sensazione che vissuta una volta si tende a ripetere. Credo che non sia tanto importante aver lasciato aperto quel bar, ma è il come, quello che si trasmette. Il rischio è che finisca per autorizzare ad essere ignavi e doverci parlar sopra, così, perché nelle situazioni moltissimi finirebbero per diventare solo spettatori. È che ci indignamo davvero troppo poco.
 
 
acetosella5
acetosella5 il 27/09/11 alle 14:02 via WEB
Questo è proprio verissimo. Siamo talmente insicuri dello scarso equilibrio della nostra, non dico felicità, ma tranquillità, che ogni segnale che interviene a turbarla va rimosso. Ecco, io ho questa sensazione, che le sicurezze raggiunte siano talmente fragili che non riusciao neanche a pensare di perderle. Così ci inquieta l'altro e tutto ciò che ci fa interrogare. Mi ci metto dentro, eh, mica pontifico. Indignarsi presuppone, se si ragiona, il passo dopo, l'azione. E' per questo che spesso sento vuoto questo mio blaterare.
 
   
pabela84
pabela84 il 27/09/11 alle 14:41 via WEB
Mi sa che è la stessa sensazione che ho avuto, dopo aver scritto il papiro che ho scritto. La prossima volta cucino una torta, che è più utile :D
 
     
charquai67
charquai67 il 27/09/11 alle 14:49 via WEB
(...yupppiii! si fa merenda!)
 
     
acetosella5
acetosella5 il 27/09/11 alle 15:17 via WEB
Ecco, giungiamo tutti alle stesse conclusioni, le cose veramente belle e utili sono quelle che fanno ingrassare.
 
charquai67
charquai67 il 27/09/11 alle 14:36 via WEB
Io anni fa ero giunto alla conclusione che "ci rattristiamo della morte altrui perché in essa vediamo la nostra".
Viene da pensare che siamo arrivati al punto che per non vedere la nostra di morte, non guardiamo a quella altrui.
 
 
pabela84
pabela84 il 27/09/11 alle 14:39 via WEB
Speriamo di non essere già morti, Charq.
 
   
charquai67
charquai67 il 27/09/11 alle 14:57 via WEB
Nel senso che "non vedendo la morte altrui, significherebbe che potremmo essere già morti a nostra volta"?
Se così fosse, non abbiamo più niente di cui preoccuparci.
 
 
acetosella5
acetosella5 il 27/09/11 alle 15:17 via WEB
E ci avevi colto!
 
 
acetosella5
acetosella5 il 27/09/11 alle 15:18 via WEB
E ci avevi colto andava qua. Comincio a far casino!
 
acetosella5
acetosella5 il 27/09/11 alle 15:21 via WEB
Avrete capito che i miei commenti stanno seguendo una strada autonoma e vanno dove gli pare... Probabilmente hanno ragione loro, chè non si cava un ragno dal buco. Se siamo già morti senza accorgercene, perchè preoccuparci? E se siamo vivi ma ci comportiamo come morti, non è come se fossimo morti? Quindi, perchè preoccuparci? Aristotele a mio confronto non era nessuno.
 
 
pabela84
pabela84 il 29/09/11 alle 15:21 via WEB
Ahah Acè, ti sei fatta due passi con Aristotele recentemente? È bene preoccuparsi ed è bene anche riderci su. Sdrammatizzare è segno di vita, come lo è indignarsi. Quello che è grave è non far nulla. Questo sì. Che poi ci si abitua.
 
ilike06
ilike06 il 27/09/11 alle 15:23 via WEB
Il proprietario del bar si sarà trovato molto confuso in quel momento. sono sicura che la scelta di non chiudere il bar sia stata fatta senza pensarci. non credo l'abbia fatto con cattiveria o con indifferenza. Il bar sarà stato pieno di avventori e non ha avuto la forza psicologica di mandare tutti via e chiudere. e sono sicura che a mente fredda si sarà posto tutti i dubbi del caso... piuttosto, se è vero che c'è stata gente che ha voluto curiosare e magari immortalare la sua presenza sul posto con il cellulare, questo sì che è patologico. ormai tutti vogliono visibilità, vogliono i 5 minuti di protagonismo e qualunque contesto va bene. soprattutto se forte....
 
 
acetosella5
acetosella5 il 28/09/11 alle 13:24 via WEB
L'ho pensato anche io all'inizio, poi però ho ascoltato su TG regionale l'intervista rilasciata e non dava l'impressione di confusione, o tristezza, insomma, una brutta impressione. Poi è vero, però, che ognuno reagisce a modo suo, e che abbiamo tutti talmente tanti filtri per non scoprire noi stessi, che va a sapere sul serio chi siamo nel profondo?Oltretutto penso che il mezzo televisivo porti le persone a nascondersi ancora di più dietro ad atteggiamenti insinceri. Ma questa è una mia idea, magari non tutti sono così.
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
BOB il 27/09/11 alle 18:42 via WEB
Non so cosa dire, c'è solo tristezza, tanta...Sicuramente depressione, disperazione, avranno motivato il gesto. Quelli del bar da farli (rin)chiudere con ordinanza comunale...ma non saprei, adesso non riesco ad essere lucido. Preferisco leggere i commenti. Ciao.
 
 
acetosella5
acetosella5 il 28/09/11 alle 13:27 via WEB
Non è facile essere lucidi, e forse è proprio la ricerca della lucidità a tutti i costi che ci porta a non leggerci più dentro come veramente siamo, o no? Ciao Bob, a presto.
 
   
BobSaintClair
BobSaintClair il 29/09/11 alle 21:44 via WEB
Bella questa Acé! ;) vale un bacione KISS!!!
 
     
acetosella5
acetosella5 il 29/09/11 alle 23:28 via WEB
Beddissimo sei! Me pari Lorens d'Arabbia!!!
 
     
BobSaintClair
BobSaintClair il 30/09/11 alle 01:25 via WEB
PenZai l'ishtessa cosa de lllààà da mmiaaa! :)))
 
elliy.writer
elliy.writer il 27/09/11 alle 19:20 via WEB
Quello che più mi spaventa è la solitudine profonda, quella che a un certo punto dipinge di nero l'orizzonte, quella che confonde le immagini e le prospettive e ti fa accartocciare su te stessa, fino a perdere il controllo, anche se per fortuna non sempre fino a un così drammatico epilogo.
Poi non capisco, davvero non capisco, come si possa reagire tanto freddamente da continuare a lavorare, da mandare avanti la giostra come se nulla fosse accaduto. Niente può giustificare un comportamento simile.
 
 
acetosella5
acetosella5 il 28/09/11 alle 13:32 via WEB
Io credo che il suicidio sia un atto di solitudine interiore profonda e indipendente dagli altri. Non penso che sia la mancanza di rapporti la molla ma l'incapacità o meglio l'impossibilità di ascoltare sè stessi con interesse e qualche benevolenza. A quel punto, probabilmente quello che accade fuori, come reagiranno gli altri, quali conseguenze, non hanno più nessun valore.
 
springfreesia
springfreesia il 27/09/11 alle 19:38 via WEB
Anch'io penso che il togliersi la vita in una situazione così pubblica sia stato l' ultimo disperato tentativo di affermazione di quella donna. Paradossalmente in un bar da te definito ben frequentato ed elegante. Io credo che ci siano solitudini e solitudini. C'è un tipo di solitudine che oserei chiamare costruttiva: scelta e frutto di una scrematura che ci porta a preferire di star senza compagnia piuttosto che accontentarci di puntellarla con altra solitudine. E c'è quella subita, probabilmente provata dalla signora del tuo post. In quanto al proprietario del bar, beh, non saprei cosa pensare. In altri tempi forse ci si sarebbe comportati con quello che una volta si definiva riserbo e che al momento pare sia diventato fuori moda di fronte a quest' esposizione mediatica esasperata che pare diventata componente imprescindibile(!) della quotidianità anche spicciola. Un abbraccio
 
 
acetosella5
acetosella5 il 28/09/11 alle 13:37 via WEB
Sono perfettamente d'accordo sulla differenziazione fra le solitudini. Sappiano quanto ci si può sentire soli in mezzo a folle (anzi, di più,) e quanto ci possono fare grande compagnia i nostri pensieri, le nostre debolezze e le nostre abitudini. Quando questa rete interiore così solida si rompe, però, comprendo che non ci sia niente in grado di sotituirla, e la vita può diventare intollerabile. Mi piace e trovo significativa la parola che usi "riserbo". Del tutto fuori moda ma adatta a rendere l'idea di un atteggiamento che non è disinteresse, ma è rispetto. Un abbraccio anche a te.
 
swala_simba
swala_simba il 27/09/11 alle 20:21 via WEB
mi sento solo di far volare nel cielo una preghiera ...
 
 
acetosella5
acetosella5 il 28/09/11 alle 13:38 via WEB
Grande Fabrizio che aveva capito benissimo che cosa è la "pietas".
 
ninograg1
ninograg1 il 27/09/11 alle 23:17 via WEB
e io, senza voler scendere nel retorico, ci provo a fare un commento.... le società moderne hanno un risvolto, un buio risvolto: l'individualismo che porta alla solitudine.. anche in rete dove per definizione dovrebbero esserci le community (espressioni moderne dell'antica agorà dei villaggi) che dovrebbero ricreare il senso di appartenenza... ma non è così. Non possiamo aspettarci che " qualcuno faccia qualcosa" ma dovremmo essere noi stessi a dare un senso ad esse.. ed invece.. non è così come puoi ben vedere anche in questa community. Ognuno davanti al pc dialoga con il ... vuoto. io qui scrivo ma non "parlo" con te, non ti vedo e non vedo le tue espressioni: non so se é chiaro. Vogliamo dare un senso? benissimo, superiamo gli steccati e diamo corpo alle community perché altrimenti, oltreché veder aumentare i suicidi (non solo "fisici" ma soprattutto etici e sociali), saremo disperatamente soli........ prima lo capiamo meglio sarà per tutti, singolarmente presi.....
 
 
acetosella5
acetosella5 il 28/09/11 alle 13:48 via WEB
Io ho un'idea sull'individualismo: penso che la nostra sia essenzialmente una società che, molto più delle passate, ha paura. Non so se perchè ha tante cose, e quindi ha paura di venirne privata, oppure se perchè ha una conoscenza più vasta dei pericoli che la minacciano continuamente. Sui rapporti in rete mi sono interrogata e anche qui la mia spiegazione si riallaccia a quello che ho detto prima. La rete ci permette di avere dei rapporti che non ci fanno paura. Mi piacerebbe vedere la tua faccia, le tue espressioni, sentire la tua voce, ma, sotto sotto, ne ho paura. Paura della delusione che ne avrei? Forse. Paura di non essere all'altezza delle tue aspettative? Anche. La fatica del rapporto personale è bypassata, o rimandata, e ci si può illudere di essere più pronti, domani, a stringerci la mano. La piazza era un bellissimo modo di stare insieme, ma ne saremmo capaci oggi, noi tutti, con tutte le paturnie che ci portiamo appresso?
 
   
ninograg1
ninograg1 il 28/09/11 alle 22:04 via WEB
sono d'accordo ma faccio presente solo una cosa: la paura è innata ma razionale... se diventa altro è perché é indotta..... in un saggio (Assalto alla ragione) al gore, non certo un santarellino ma almeno si sa chi è, lo spiega chiaramente.........
 
     
acetosella5
acetosella5 il 29/09/11 alle 08:56 via WEB
Perfettamente d'accordo. Sulle paure innate è facile innescare quelle funzionali al sistema. A questo punto, come spesso capita anche su altri argomenti, la domanda è sempre la stessa, quanto siamo completamente succubi del sistema e quindi, in fondo, innocenti, o quanto lasciamo che il sistema ci cannibalizzi perchè ci fa comodo? Parafrasando De Andrè " Siamo comunque coinvolti".
 
     
ninograg1
ninograg1 il 29/09/11 alle 23:30 via WEB
certo che siamo, comunque, coinvolti: però cambia l'angolazione. Se siamo succubi ci dobbiamo liberare sia del sistema che della paura che induce; se siamo preda delle "nostre" paure allora dobbiamo fare in modo da affrontarle.....
 
     
acetosella5
acetosella5 il 02/10/11 alle 13:41 via WEB
Verissimo. Dato che il sistema sfrutta in parte le "nostre" personali paure, credo che lo sforzo sia doppio. Personalmente cerco sempre di salvare un po' di senso critico e lucidità per cercare di distinguere le une dalle altre, occupandomi seriamente di quelle peculiari che mi porto appresso da sempre e trattando le altre con tutto il senso dell'umorismo che posso. Ciao, buona domenica!
 
artchoker
artchoker il 28/09/11 alle 00:14 via WEB
Effettivamente è una situazione che fa riflettere...il mio dubbio è se ci aveva pensato prima, se aveva premeditato il suicidio, o se è stata una cosa decisa così, al momento, sopraffatta dagli eventi. E' questo pensiero che mi turba, in entrambi i casi...
 
 
acetosella5
acetosella5 il 28/09/11 alle 13:40 via WEB
Ho capito che ci aveva pensato prima, ma non è che sono sicura. Effettivamente in tutti e due i casi, la modalità è straziante. Un suicidio lo è sempre, d'accordo, ma alcuni urlano più forte il dolore di chi lo commette, mi sembra. Chissà se era questo che voleva?
 
eccomiqui4
eccomiqui4 il 28/09/11 alle 13:26 via WEB
Proprio il luogo mi fa pensare ad un ultimo grido da parte di lei, un ultimo sforzo di farsi notare. Quel che è un grande problema è che tantissime persone sono sole, cercano di maschierare quella solitudine già per non dare l'impressione di essere ridicule: non è detto che chi sta tra la folle anzi con la gente, con amici .. dentro non è che .. solo .. Si capisce anche qui nella community direi .. Un abbraccio anzi grazie per questo post e la riflessione!
 
 
acetosella5
acetosella5 il 28/09/11 alle 13:52 via WEB
O forse invece talmente fuori dal mondo, ormai, da essere indifferente a quest'ultima esposizione mediatica. La riflessione sullacommunity è venuta spontanea a molti, vuol dire che ci interroghiamo tutti sul senso di quello che stiamo facendo. Sarebbe interessante sapere che spiegazioni si è dato ognuno di noi sul senso di questo.
 
   
eccomiqui4
eccomiqui4 il 28/09/11 alle 21:44 via WEB
Spesso siamo talmente presi dal lavoro o .. da altre cose che crediamo 'importanti' che chiudiamo gli occhi ai problemi veri. Se ho parlato della community .. si .. tu avrai forse trovato una risposta per te, gia perché sei tornata.. Sto ancora cercando la mia spiegazione perché sono ancora qui ..
 
     
acetosella5
acetosella5 il 29/09/11 alle 09:01 via WEB
Credo che sia naturale. Ci interroghiamo tutti su questo. Io non ho trovato risposte, figurati, diciamo che ho aggirato il problema. Penso che forse, tra le componenti, c'è il fatto che il blog può essere un mezzo espressivo e che ti permette di avvicinare persone diverse e belle, che magari non arriveresti mai a conoscere in altro modo.Forse il trucco, come in tanti altri casi, è non interrogarsi troppo e fare come ci si sente, ma è semplicistico, lo so.
 
mpt2003
mpt2003 il 28/09/11 alle 16:53 via WEB
e se avesse deciso di farlo lì nelle quattro mura di un bagno perchè non aveva altro luogo racchiuso dove chiudere la sua esistenza? se lo avesse fatto lì, per non lasciare un segno nella casa che forse condivide con altri? se avesse deciso con questo di tutelare in qualche modo chi lascia? comunque questi miei sono solo discorsi tanto per fare, perchè resta il fatto che una persona che decide di morire è sola dentro e non ha più risorse spirituali o materiali alle quali attingere. Mi viene purtroppo da pensare che al momento attuale siano tanti a trovarsi in una situazione simile.
 
 
acetosella5
acetosella5 il 29/09/11 alle 09:05 via WEB
Non lo sapremo e le ipotesi sul perchè uno si ammazza sono sempre le nostre, ovviamente. Se, come penso, è un estremo atto, forse l'unico, di disperata libertà individuale, non è incasellabile, che il livello di libertà indiviuale, ognuno conosce e sente il proprio. Non so se sono in tanti, certo che è un atto che appartiene molto alle società ricche e avanzate, e questo ci dovrebbe fare interrogare.
 
ormalibera
ormalibera il 28/09/11 alle 22:31 via WEB
possiamo solo comprendere che abbiamo costruito una società fantasma. Gli individui hanno smarrito la propria umanità. Gli uomini e le donne sono divenuti macchine, meccanismi di un ingranaggio. Non siamo più niente, vuote marionette. Dobbiamo riprenderci la nostra umanità. Tutta la nostra umanità. Ora, adesso, subito. Prima che sia troppo tardi. Cominciando dalla pietà, dal rispetto, dalla libertà, dall'amore, un sorriso
 
 
acetosella5
acetosella5 il 29/09/11 alle 09:08 via WEB
Mah, cosa è, realmente l'umanità.? Io piuttosto sono propensa a pensare che ognuno di noi è tante cose, in tanti momenti diversi. La stessa umanità che dimostriamo nella difesa di un albero o di un animale, a volte ci difetta verso i nostri simili. O ci commuoviamo per cose minime e rimaniamo impassibili per altre. Le categorie di riferimento si moltiplicano e il periodo di assestamento sarà lungo, per ora, mi sembra che siamo confusi.
 
   
pabela84
pabela84 il 29/09/11 alle 15:29 via WEB
Io non credo che l'umanità vada mai perduta. Sotterrata, forse, ma più spesso non scelta. Sta lì, davanti agli occhi, ma spesso lasciata tra le ragnatele perché ci sono scelte più comode. Credo di aver avuto anch'io momenti di poca umanità e temo che potrà succedere ancora. Come dici tu, Acè, siamo tante cose e a volte agiamo d'inerzia o per varie situazioni che accadono e che ci rendono peggiori (altre volte migliori) di quel che crediamo. Penso che la ricerca di sé non debba mai finire, proprio perché non ci si accontenti di raggiungere umanità solo nell'accudire un cane, per esempio, e sentirsi apposto e non più in tensione verso il resto del mondo. È questo adagiarsi che può portare la profonda incoerenza di sentirci appagati arrivati, dimenticando di lasciarci scuotere ancora e ancora.
 
     
acetosella5
acetosella5 il 29/09/11 alle 18:24 via WEB
Personalmente devo dire che quello che trovo preoccupante è che a volte vengo presa da una stanchezza enorme nel mettere in moto i meccanismi che mi portano ad agire e a mettermi in rapporto con gli altri. E ovviamente l astanchezza è direttamente proprozionale a quanto chi mi trovo di fronte non mi capisce e io non capisco. E' lì che ti viene voglia di lasciar perdere. proprio quando ci sarebbebisogno di forza, io la perdo. So che è malattia diffusa, e mi trovo a pensare che forse solo i santi sono capaci di attivarsi tanto più la'ltro è lontano danoi. Io non riesco ad esserlo.
 
MARIONeDAMIEL
MARIONeDAMIEL il 29/09/11 alle 13:05 via WEB
Io (son tonta premetto) non ho capito se il bar è stato chiuso dopo il fatto oppure no...
Sai che quando capitano i suicidi (ne son successi anche da noi recentemente e di persone giovani) non riesco più a sopportare i discorsi che si fanno del tipo: ma perchè, è una vigliaccata, poteva pensarci meglio, che cazzata, ecc.ecc. ed ecc. e non mi ucciderei mai solo per questo fatto: nessuno deve parlare di me così! :)
battute sceme a parte constato che è un male in crescita nel nostro tempo, unico modo per battere un colpo in una società sempre più indifferente all'altro e barricata in sé stessa.
 
 
acetosella5
acetosella5 il 29/09/11 alle 18:29 via WEB
Il bar ha continuato come se niente fosse. Forse è così che deve essere e non riesco ad esprimere giudizi netti su tante cose, ormai. Sul suicidio tanto meno. E' un fatto definitvamente privato e personale, che non mi sento di condannare e che però non appartiene al mio modo di pensare ( fin'ora, però, neanche su questo, riesco ad essere così certa). E' in crescita nelle nostre società evolute (?) credo, leggevo che non è conosciuto in certe società primitive ed è raro nei paesi meno avanzati, Vorrà dire qualcosa.
 
esperiMente
esperiMente il 29/09/11 alle 22:55 via WEB
Come si intuisce dal mio post, per me l'apertura del bar è stato un gesto di imperdonabile disprezzo verso la dignità di quella persona. Lo dico con umiltà, e ne sono convinta.
 
 
acetosella5
acetosella5 il 29/09/11 alle 23:33 via WEB
Disprezzo, insensibilità e taccagneria. Un coctail indigesto! Manco un caffè a gratis ci andrò prendere, Espe. Ciao, Acè
 
acetosella5
acetosella5 il 29/09/11 alle 23:34 via WEB
Uh, e come ho scritto male cocktail!
 
Ed.Felson
Ed.Felson il 01/10/11 alle 18:30 via WEB
E' la società che da venti anni hanno deciso per noi..l'apparire a scapito della sostanza..questa moda dell'aperitivo che poi se guardi bene i più sono dei morti di fame..il rito che deve celebrarsi ad ogni costo..e.. quella poveraccia che si è permessa di disturbare quei "simil Brunetta" che si abbuffano di tartine per risparmiare sulla cena.. E' difficile per me che sono stato cresciuto da un'altra generazione capire queste dinamiche..ma forse sarà che sono vecchio..di sicuro sarà così..
 
 
acetosella5
acetosella5 il 02/10/11 alle 09:59 via WEB
Sai cos'è che mi fa tristezza, oltretutto? Che certi sentimenti "sani" ormai noi stessi li consideriamo da "Vecchi". Ti rendi conto della mostruosità che a noi stessi (vecchi)si stà facendo digerire? Uno quasi si vergogna a pensare e dire certe cose, perchè lui stesso pensa che siano, appunto, vecchie. Non ci arrendiamo Ed, secondo me siamo nel giusto noi!
 
SoBBona
SoBBona il 02/10/11 alle 09:17 via WEB
Siamo tutti soli qui dentro...per svariati motivi...resta il fatto che siamo soli..altrimenti non saremmo qui... Buona domenica *___*
 
 
acetosella5
acetosella5 il 02/10/11 alle 10:04 via WEB
Tu dici? Probabilmente è così. Chissà se la solitudine è di un solo tipo o ce ne sono tante e noi apparteniamo ad un esercito di "soli con semiaperture"? Troppo lunga sarebbe...
 
   
SoBBona
SoBBona il 02/10/11 alle 10:21 via WEB
Certamente...con mille sfumature...che magari non riusciamo a vedere...ad elaborare...che preferiamo non tenere in considerazione...l'ho fatto per anni ma c'era onestà intellettuale nel farlo...poi mi sono messa in discussione e ohhhhhhhhhhhhhhhh *__* SONO SOLA!! Già...perchè abito in un paesino, perchè le mie amiche sn tutte con famiglia, perchè tutte le mie amiche single abitano a 600 km ...perchè cerco sempre i fidanzati minimo a 400 km perchè perchè... *__* Cmq considerando che conosco questo mondo da 11 anni...alla fine scopro sempre il perchè...la solitudine che ci porta a sederci in una sedia...tutto qui!
 
     
acetosella5
acetosella5 il 02/10/11 alle 13:46 via WEB
Ammiro la tua lucidità senza sconti a te stessa! Mi interrogo se saremmmo meno soli (parlo al plurale, vedi?) con delle amiche vicine, un fidanzato o marito accanto, in una grande città. Questa è una domanda epocale, però. Io credo che la solitudine ce la portiamo dentro. A tratti la vita sembra farci più compagnìa, ma essenzialmente ci ritroviamo sempre da soli aparlare con noi stessi. A pensarci bene, mi faccio una buona compagnia.
 
Lolablu7
Lolablu7 il 03/10/11 alle 16:29 via WEB
Siamo nell'epoca dell'anestesia dell'anima.Il dolore altrui conta poco,la sollucitudine è un atteggiamento dell'anima ormai dimenticato,lo sgomento dinanzi alla morte annientato.Tristi tempi,amica mia!Conta la soddisfazione personale e null'altro;per fortuna,ancora non per tutti!Ciao,Grazia:-)
 
 
acetosella5
acetosella5 il 05/10/11 alle 14:49 via WEB
Sono d'accordo, mi preoccupa un po' questa sensazione di essere sempre più asserragliata in quella specie di riserva indiana in cui ormai si trovano quelli che non condividono l'andazzo. La posizione dell'animale in via di estinzione se in certi momenti mi gratifica solleticandomi l'orgoglio, in altri momenti la trovo insopportabilmente inutile! Ciao cara, e grazie a te!
 
NICHI_3
NICHI_3 il 05/10/11 alle 13:56 via WEB
ci vuole più coraggio a vivere che a morire . troppo tempo per aspettare la morte naturale? troppa energia? Parlo con cognizione di causa credimi. Nello stesso periodo ho visto morire la mia più cara amica e ti giuro senza e dico senza dignità. nelle stesse ora una persona a me cara cercava di fare il possibile per cessare la sua , e ancora lo sta facendo. Diversa è la questione dell'accanimento terapeutico , Ecco qui sono a favore si stacca la spina e basta. Non si fanno soffrire i figli. quando tutto è inutile. La disperazione, questo è il casin o più grosso ,si può essere soli anche in famiglia o tra un mare di folla... togliersi la vita in un bar mi da da pensare che questa persona abbia programmato l'uscita di scena, tutto calcolato. Più facile gettarsi da un ponte, aprire il gas..o il coltello da cucina. Ma la pistola..
 
 
acetosella5
acetosella5 il 05/10/11 alle 14:55 via WEB
Mah, su questo non mi sono mai saputa dare una risposta. Vado a momenti. Vivere solo in certi casi è una prova di coraggio, in altri sembra più un riflesso condizionato. In quel caso chi si toglie la vita, dimostra un qualche tipo di coraggio decisionale.( Quante volte la vita non ha più la dignità morale, per esempio, di essere vissuta? Ma il discorso sarebbe lungo. Diverso è per chi è costretto da scelte altrui a procrastinare una morte che sarebbe una salvezza. Quella spina lì non ce la lasciano staccare.
 
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