Post n°18 pubblicato il 01 Agosto 2012 da ro.sheen
Colline musicanti delle note erbose fummo il passo lieve della notte come onde ci liberammo archi di vento foglie di conchiglie e sopra di noi c'era il mare ad attenderci nell'altalena della storia Senza muoverci fummo nel dondolio della vita Ci raggiunse il profumo del melograno spaccato in due da chicchi troppo succosi per essere lasciati alla trappola della sfera e roteando si fermarono nelle fessure dei denti troppo gustosi per non trattenerne la saliva della passione ...deglutemmo l'istante di un sapore animale... e poi...poi sentimmo che andava come vanno i polmoni per obbligato fiato Sedemmo allora sulle orme del condizionale che non ha tempo lungo abbastanza per ridere dell'ora e giocammo con i sassi del destino che non ha chioma da legare e reggere in una treccia di incroci ...quanti cerchi siamo capaci di far nascere sulla superficie d'un acqua che disseta se non ha piatto il fondo di un respiro... Sotterranei i pensieri come formiche a costruire imprevedibili tunnel Sono arrivata quando la foglia già aveva mangiato il suo cuore e rivoli di trame già aveva disegnato sul pigmento del secco germoglio Mi sono persa nell'incrocio tra l'arrendevolezza e la pazienza trovando sei zampe per strisciare, correre via o aspettare il tonfo del masso caduto dell'esperienza Sono scivolata nella coda della cometa troppo lontana dal cuore che conduce e ho lasciato l'energia del soffiare facendomi trasportare dalla mente che non crede Cerco la sciammia del coraggio che si arrampica sugli arbusti sempre verdi mentre mangio lombrichi di albe e dormo su tramonti senza soli Cerco il passo della condizione di una terra silenziosa che si rammarica del fieno nelle balle lasciato evaporare del sudore della pelle quando si dissetava la passione per la vita ...quando guardavo te che avevi capelli raccolti da spilli d'argento e profumo di dama antica mentre le rughe, lente ti percorrevano il sorriso e sentivo che passava... passava...passa... ancora...ora toccami di aria e rotola sui pendii del cielo che non sa della prigione del tempo fammi pesce dell'aria e uccelllo della terra lasciami sprofondare nell'incrocio della ruga che unisce l'angolo di labbra al sorriso degli occhi ...ci vuole forza per l'andare... io mi inchino a chi vecchio un tempo sedeva al capo tavola della vita servendo il tempo dell'esperienza su piatti d'argento e mescolandone i sapori con i sorrisi rugosi ci vestiva della bellezza della vita... rosheen |
Post n°17 pubblicato il 01 Giugno 2012 da ro.sheen
Scricchiolii di luce sospendono corse vapori di sabbie hanno la seta che percorre le terre del silenzio Non c'è profumo che invade il fiore risucchiato dal perdono cercavi il petalo morbido al tocco ...ma come puoi prendere il tempo senza mani e senza braccia... Così sparisce il giorno come carta di riso sgranocchiata dal topo Tu ridi e ti beffi della statua del candore e hai baffi di corda che stritolano respiri Si, tu stupisci le crepe della ingenua giovinezza e ti inchini alla guerra dei colori sbiaditi ... c'è un bimbo lontano a ricordare le foglie Stordiscono i venti della quotidiana malvagità e rincorrono lembi della terra che salva Non c'è forza di un domani sicuro e giri come vortice in un buco sabbioso mentre muore la salvia a insaporire stufati o scorre a pulire denti ormai lisi Ma il rosmarino è all'ombra del profumo aghi di bosco per una tana che non vuole ci sia il rimorso ...come corre la maniglia di una finestra sempre aperta Gambe nude e braccia spoglie feriscimi della sciocca finzione che abbia un nome il tempo di un tale istante che abbia fine un oltre che non comprende Stancano le parole quando corrono su vie parallele e mai incontrano la luce del conoscere ...tu mangi la briciola del solo istante Demone di vischio non ha baffi il topo fugace Nei cunicoli dormienti s'insinua il suo occhio di sangue e nelle pieghe della veste si lava dell'acqua nera e nel bisbiglio che passa il catrame ricopre l'ora Si confonde nel fetido liquame a dispensare ginestre senza fiori mentre sulla collina s'addormenta il vento ...inchiodami all'albero dall'occhio profondo e sparisci nella condanna della polvere al vento costretta a vagare posarsi e ripartire...
rosheen |
Post n°16 pubblicato il 03 Maggio 2012 da ro.sheen
Mi perdo negli attimi che incedono nel lungo scorrere del respiro quando si prende il giorno e lo si lega all'immenso quando s'assapora la fine di un inizio che s'allunga e ci si immerge nella sobrietà dell'esserci Mi perdo nei movimenti di una mano che gentile si libra di pensiero dipinge la semplice forma dell'occhio che s'apre e si chiude e come un respiro inspira ed espira la meraviglia dell'ora …chiedimi se di troppa aria ho arsa la gola Mi perdo nell'incrocio delle pupille che attraversano i rami e oltre sfuocati di reale appaiono gli alberi che si moltiplicano in un bosco di incroci tra suoni e silenzi e lì, dove sboccia la bocca a succhiare linfa d’amore dove è fondo il punto che si bagna di nettare sprofondo nel desiderio che per me ha il sapore del passo rubato Ora ora che api e falene baciano pollini e notti mi perdo nella pienezza dei miei silenzi e nella nullità della mia consolazione nella carezza di tempo che abbraccia le corse di ieri e le girandole del sorriso Perché oggi rubo le labbra degli amanti nello sguardo di tenerezza ne disegno i sospiri e mi getto nell'onda del loro bacio che vorrei fosse la mia acqua Io mi perdo nella roccia rumorosa degli attimi altrui dentro me sospinti nel buio della gelosia ed urlo la dolce tempesta di dita incastonata ad indicare punte di stelle luminose dove c'era la scia che mi condusse tra rami di vento e colore dove il vortice si legava all'occhio prigioniero nella sua libera esplosione Ora implodo nella scintilla di un bacio sotto lento nascosto e striscio la lingua su lembi di terra dove il sapore è la grotta buia del tormento …dimmi se nascono fiori dai petali di pioggia Sto bene nella gonna che nasconde la via dei profili seguire l'immagine di dita ad aprire valichi di confini …sto bene strisciare il passo che osserva la mano che passa la gola assorbire quei suoni di pelle e… … sporcarmi di saliva rosheen |
Post n°15 pubblicato il 24 Marzo 2012 da ro.sheen
Si staglia il paesaggio nella sospensione della gravità quando i raggi di luce riflettono nebbie così rimango sulla collina al rovescio mentre chiedo all’occhio di sintonizzare i colori che lenti si spengono in un viale di mandorli in fiore… …io ero la bambina che dell’erba ne faceva il bosco case di gnomi dai cappelli verdi i riccioli di foglie rosse le bacche velenose da mangiare si sentiva allora passare la folla del silenzio percorrere il torrente del mattino …ero il cinguettio del giorno che amava la sera… Tremolii le luci come polveri di ieri dalla lontananza tattile si rincorrono ora nel vento che s’addormenta Non spiegarmi del giorno che fa principi i ranocchi non narrarmi della notte che porta cavalieri io abbraccio la luna per prenderla a calci nello specchio dei miei occhi e gioco con il sole a strapparne i suoi raggi per farne i miei capelli Ho lasciato la punta che si arrotola all’inizio nel bulbo che si fa radice del pensiero dove dorme la forma della mia sensualità spenta femmina pallida d’improvviso …come è strana la morte quando sorprende sé stessa morendo … Sento il prurito delle ore che non sanno delle quote impreviste della sorpresa ero campanella di prato a rincorrere il solletico dell’erba ero nel ramo del ciliegio, rossa, tonda da mangiare ero dove si muore prima d’essere vivi nell’inferno del controllo tra la fortezza delle conclusioni e le sicurezze dei dubbi Pallida, tonda, piena a ore e mezza più spesso sovente sono lo spicchio tagliente della mia stessa rotondità e irraggiungibile sprofondo nei crateri del buio in cerca del mare della vita …servirebbero artigli famelici per tenersi aggrappati all’acqua turbinosa e labbra come ventose a cavalcare i delfini del cielo… Ma si spezzano le unghie ed ha sete d’aria la bocca e sono ancora, sì la bambina che fa del bosco la sorpresa della vita Sono dove arriva il pianto dell’immensa brevità dell’ora che lava e purifica l’occhio del cuore … così preziosa la vita nei suoi attimi… non nasconderli nelle fiabe del per sempre
rosheen |
Post n°14 pubblicato il 15 Febbraio 2012 da ro.sheen
Macina e rulla il piatto fondo dell’indice mescola il vibrare di pensiero E’ immobile il petalo che silenzioso rimane nel caldo inizio di una stagione Ci sono segreti che portano via la terra come uragani senz'occhio la vestono di ombre rumorose ...sono tormenti che hanno bisogno di catene perchè non si facciano ancora ai piedi del respiro e non s'impossessino del giorno... Posso vestirmi di fiori che sorridono o spogliarmi alla pioggia che gioca e usignolo fingere la danza della primavera ma sprofondo nel bosco che non ha radici e senza ramo non trovo nido dove imboccarmi di briciole sicure In una scatola si racchiude l’impronta di volpe ma ha odore la sua corsa e punge il pelo in un'eco che rimane ...senti com'è fermo il ramo della gemma del caduco proseguo... Lento scorre il sentiero ti ascolta senza muoversi e pesa la sacca di ieri ad ossigeno di un passo quando occhi pungono suola e pelle e sono ovunque a spiarti in una mente che si perde nel male che si fa ragione ...ecco, a volte io cado nella buca del respiro dove s'introietta il pensiero e s'affanna come tangente a sfidare la linea piatta del comprendere Ho paura delle tempeste della mente, senza controllo filanti spinate schegge d'improvviso Si diletta il compasso del cuore per un cerchio senza raggio, senza centro e si concede la circonferenza alla morbidezza del tocco che non è sempre fissa la perfezione di un’anima ma sprofonda al pugno della disperazione e respira alla carezza del contorcere le forme Brevità di una soave circostanza che si fà asfissia... Scende la lacrima a ghiacciare sulla punta di naso e la prende la lingua a nutrirsi del sapore del cuore o la lascia cadere che s'assorba nel fango di un oblio dimentichi la sua corsa e la luce degli occhi Si mangia ingoiando tempesta che non hanno ragione le stelle a specchiarsi su un tavolo di male quando le mani non portano i segni della morbidezza e facile la bocca s'apre al vento della sbornia... ...quando gole secche, avide di vuoto strappano lembi e come carne d'animale ne gettano le ossa brandelli di pelle sputano ghigni stonati a rcihiamo di un silenzio che imbiancherà i capelli mentre si perdono le unghie a graffiare la ruggine di una verità... Gira la molla di una giostra senza seggiole cade la foglia sul guscio di una lumaca che lenta corre lo strisciare di muschio e disegna la sua via ... chissà se avrà pena nella tormenta della ruga la foschia d'occhi che arriverà ad oscurare misfatti e cervelli Gira la chiave e gira stride il minuto quando è rubato dal non respiro ed è fatica come grida di porco al rito del suo sangue lungo è il tempo della paura
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