Satine Rouge

Biografie olimpiche (e forse quasi serie)

Ci siamo.

Questa notte, ora italiana (pomeriggio a Vancouver), short program, prima prova della gara maschile di pattinaggio di figura.

In attesa dei risultati, conosciamo meglio i vincitori dell'oro e dell'argento di specialità nell'ultima Olimpiade, Torino 2006.

Evgeni Plushenko

Russo, classe 1982, nato in un paese del nome impronunciabile e intrascrivibile in alfabeto latino, Evgeni Plushenko inizia a pattinare a quattro anni spinto dalla madre. Siccome la spinta era troppo forte, ha rischiato di schiantarsi contro la balaustra della pista.

E' stato sei volte campione nazionale, sei volte campione europeo, tre volte campione del mondo, una volta campione oilmpico e una volta campione dell'Universo,  battendo di solo mezzo punto una creatura anfibia a sei tentacoli (e relativi pattini) proveniente dalla Nebulosa del Granchio, (che presentava un programma libero sulla musica di Incontri Ravvicinati del Terzo Tipo).

Specialista nei salti, nessuno come Plushenko è in grado di fare axel, toe loop, lutz, loop, flip, cip e ciop. E' in grado di eseguirli semplici, doppi, tripli, quadrupli e, quando si dimentica che esistono leggi fisiche che regolano il moto circolare dei corpi, anche quintupli e sestupli. A quel punto, la forza di gravità si arrende e non tenta più nemmeno di tirarlo di nuovo a terra.

Ai Giochi Olimpici di Torino 2006 Plushenko ha presentato un programma libero sulle note della colonna sonora del film Il Padrino e ha ottenuto un punteggio record che, dopo la delusione di Salt Lake City 2002, gli ha fatto vincere la medaglia d'oro, evitando quindi di dover inviare ai giudici teste di cavallo mozzate.

Evgeni Plushenko si è sposato plurime volte e le donne vanno pazze per lui, segno evidente che, per farsi correre dietro dal gentil sesso, non è affatto necessario essere un adone (vedi foto).

Basta anche essere il miglior pattinatore del mondo.

Stéphane Lambiel

Nato a Martigny, nel Canton Vallese, Stéphane Lambiel è noto in tutto il mondo per essere, insieme con Roger Federer, l'unico svizzero che non si occupa di orologi a cucù, cioccolato, banche e yodel.

Nella sua carriera è stato due volte campione del mondo e nove volte campione svizzero, ma quest'ultimo titolo non convince molto gli esperti del settore, visto che i suoi avversari erano frabbicanti di orologi a cucù, mastri cioccolatieri, impiegati di banca e cantanti di yodel (più Roger Federer, che però è un tennista e non ha mai pattinato in vita sua).

Lambiel parla francese, tedesco, inglese e portoghese (non in contemporanea, perché non si capirebbe un cazzo). Inoltre sta imparando l'italiano, l'aramaico, il dialetto delle Isole Svalbard e il Linguaggio Nero degli Orchi di Mordor.

Le sue celebri trottole hanno ispirato i creatori di lavatrici per inventare centrifughe con un numero di giri al secondo pari a quelli che compie un elettrone nell'acceleratore di particelle del CERN.

Alle Olimpiadi di Torino del 2006 ha vinto la medaglia d'argento, nonostante nel programma libero indossasse il costume più brutto della storia del pattinaggio artistico. I detrattori sostengono che, se si fosse presentato in pista in pigiama di flanella rosa o in canottiera, mutande e calzini bianchi, avrebbe avuto maggiori possibilità di ottenere la medaglia d'oro. I sostenitori lo difendono dicendo che il costume era ispirato alla musica del suo numero, Le Quattro Stagioni di Vivaldi.
Vivaldi, dall'oltretomba, ha fatto sapere che non le avrebbe mai scritte, se avesse saputo che avrebbero ispirato un costume tanto orrendo.

La caratteristica principale che porta Stéphane Lambiel a distinguersi dagli altri pattinatori è quella di essere un figo d'antologia (vedi foto).

Per questo gli si perdona quasi tutto, anche il costume delle Olimpiadi di Torino.

Non gli si perdona invece il fatto di avere solo 25 anni. Tra l'altro, non ancora compiuti.

Postilla a dimostrazione del fatto che non sono poi così cattiva

A Evgeni e Stéphane, senza offesa, ma con tanta simpatia ed infinita ammirazione.

E' il vostro momento.

Nei limiti della TV di stato italiana, vi guarderò pattinare, anche se qui sarà piena notte.

In bocca al lupo ad entrambi.