Satine RougePensieri, filosofia e altre sciocchezze trascritti per alleviare la fatica del mio neurone sovraccarico |
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Se qualcuno avvertisse il disperato bisogno di utilizzarle per fini propri, prima di tutto mi arrovellerei per capirne il motivo, poi darei il benestare, a condizione di essere citata come autrice delle immagini in questione, per raggiungere il mio scopo di essere conosciuta in tutto il mondo come la peggior fotografa di tutti i tempi.
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Sarà il caldo, ma la mia testa è vuota. Più del solito, intendo. In più del caldo non mi fido, so benissimo che appena mi sfiorerà il pensiero "porto in lavanderia la giacca invernale", arriverà come minimo una tormenta di neve. Per fortuna c'è internet e le sue mirabolanti notizie e per fortuna ci sono dei ricercatori che hanno elaborato le migliori regole per spendere i soldi ed essere felici, senza poi doversi pentire dei propri acquisti. Il primo consiglio è quello di spendere per esperienze piuttosto che per oggetti materiali, perché sono in grado di dare benefici più duraturi. Meglio un viaggio di un parquet di ciligeio. Beh, direi di sì. Non è che ci voglia una laurea per scoprirlo. Secondo i dotti scienziati, inoltre, un corso di cucina dà più soddisfazione di una bottiglia di Barolo. Ad un concerto e ad un'escursione, sempre stando alle conclusioni dei novelli Freud, si ripensa più spesso che ad un paio di scarpe. Secondo consiglio: pensare agli altri. Fondato sul millenario principio che sia meglio dare che ricevere, soprattutto nel caso di un cazzotto in un occhio, e sul fatto che siamo fra le spiecie animali più socievoli del pianeta, insieme alle termiti, agli insetti eusociali e alle talpe senza pelo. Quelle col pelo, invece, evidentemente amano farsi i cazzi propri. Perciò io, che non sono socievole, nè sociale, nè una talpa senza pelo, posso quindi spendere tutto in cazzate per me. Terzo consiglio: meglio diluire gli acquisti nel tempo ed evitare i colpi grossi. Mi chiedo: ma sarà valido anche nel caso in cui debba comperare un'auto nuova? Un altro consiglio riguarda il fatto che la garanzia "soddisfatti o rimborsati" possa creare disagi psicologici. Segue un'altra serie di consigli ancora più inutili, visto che potresti trovare le stesse cose in un articolo sullo shopping su Gioia, Confidenze o Donna Moderna. Comunque, io attendo con ansia il sequel di questo studio. Dopo averci fatto sapere come spendere i soldi in maniera soddisfacente, infatti, si spera che gli illustri cervelloni si prodighino anche per dirci come guadagnarli, i soldi da spendere. |
Come primo resoconto della visita a Bruxelles, di cos'altro si potrebbe parlare, se non del Museo del Fumetto? Il Belgio, infatti, è noto per essere la patria di molti fumettisti che hanno creato personaggi, dai Puffi a Tintin, divenuti celebri in tutto il mondo. L'Eroe ed io abbiamo programmato di andarci lunedì, nostro ultimo giorno di permanenza a Bruxelles. Il Museo del Fumetto è situato nel cuore della città, in un edificio Art Nouveau progettato dal celebre architetto belga Victor Horta, è stato aperto nel 1989 ed è divenuto in breve tempo una delle principali attrattive della città. Mostre permanenti e temporanee permettono ai visitatori di scoprire la storia del fumetto, i grandi autori belgi e le novità degli ultimi anni. Tutto molto bello. Peccato avere scoperto queste cose solo attraverso siti internet. Già, perché io e l'Eroe, unendo i nostri cervelli, ne facciamo a stento uno normale, perciò nessuno di noi due ha pensato ad un piccolo dettaglio, cioè consultare il calendario delle aperture prima di domenica sera tardi. Avremmo scoperto così il giorno di chiusura settimanale del museo. Non so se sia superfluo sottolineare che è proprio il lunedì. |
Sono tornata in Italia, come sempre, nonostante i vagheggiati propositi di migrazione primaverile. Tra la tante cose negative della fine di una vacanza, oltre a quella ovvia di tornare qui e leggere le notizie su ciò che accade nel nostro Paese, c'è anche il fatto di ritrovarsi da fare tutte quelle cose che si erano rimandate prima della partenza al grido di: "le faccio quando torno, adesso non ho voglia". Perché invece quando torni ne hai proprio tanta di voglia, di pulire, stirare, spolverare. Ne hai così voglia che preferiresti risolvere tutto dando fuoco alla casa. Purtroppo la benzina costa, quindi ti rassegni e ti rimbocchi le maniche (davvero, mica come Bersani). In aggiunta a ciò che hai lasciato indietro prima di partire, però, ti ritrovi anche con i bagagli da disfare. Un posto lo devi trovare anche per le cazzate nuove che ti sei riportata dal viaggio e, a parte la solita calamita da appiccicare alla porta del frigorifero, per il resto, non hai idea di dove cacciarle, quindi apri un cassetto a caso e inguatti tutto lì, tacitando la coscienza con un pensiero tipo: "ma sì, tanto la prossima setitmana risistemo i cassetti". Certo, come no. Finché non scoppiano con la stessa potenza di una bomba nucleare all'idrogeno, col cazzo che li sistemi. Alla fine della giornata, dopo un meritato bagno rilassante, ti siedi al computer per raccontare con la tua solita verve, il tuo slito sense of humor, la tua solita intelligenza (tutti e tre pari a zero) qualcosa della tua avventura bruxelloise. Solo che ti accorgi che per oggi hai già scritto abbastanza minchiate, quindi, tutte le altre, le riservi per i prossimi giorni. Tanto, per fortuna (o purtroppo, a seconda dei casi), le minchiate non hanno data di scadenza. |
Lo sapevate che il 2 aprile del 568 i Longobardi, al comando del re Alboino, scesero in Italia dalla Pannonia attraverso il passo del Predil, nelle Alpi friulane? Sì?!? Azz, vedi che gente di cultura passa su questo blog. Pensare che io ho vissuto fino ad oggi senza saperlo e l'ho scoperto solo leggendo Wikipedia. Per dir la verità, non sapevo nemmeno che nel 568 ci fosse il 2 aprile. O che almeno ci fosse un calendario con la foto delle chiappe della Ferilli per controllare che fosse effetivamente il 2 aprile. Comunque, sono certa che non potete sapere tutto neanche voi. Che ci sono cose successe il 2 aprile che io so e voi no. Tiè. Io, per esempio, so cosa è successo il 2 aprile 1985 a Martigny. Voi lo sapete? No? Ah! Ecco! Ne ero sicura! Beh, ve lo dico io, ma solo perché sono buona e comprensiva e condivido la mia profonda cultura con il mondo intero. Il 2 aprile 1985 a Martigny è nato il secondogenito del signor Jacques e della signora Fernanda. Poiché, nei 26 anni passati da quel giorno, il fanciullo in questione è cresciuto e lo ha fatto assai bene, oggi ricordiamo e festeggiamo degnamente l'avvenimento. Bon Anniversaire, Stéphane! Stéphane, se vuoi passare da me per il regalo, presentati dopo lunedì, perché in questi tre giorni io non sono a casa. E ti ricordo anche che gradirei tu portassi i tuoi pattini perché necessito di qualche ripetizione sulle trottole. Se voi altri lettori, mentre io mi rivolgevo al festeggiato di oggi, vi stavate chiedendo perché, per celebrare questa ricorrenza, abbia deciso di inserire una foto di qualità inversamente proporzionale a quella del soggetto rappresentato, sappiate che: Quindi, invece di criticare, provate ad indovinare il senso del titolo di questo post: chi ci riesce vince una foto esclusiva dell'autografo che Stéphane mi ha fatto il giorno stesso in cui ho scattato la foto sulla quale avete avuto da ridire. Et à bientôt! |
Basta, ho deciso, è inutile continuare a rimandare. In fin dei conti è primavera ed è tempo di migrare. Tornano le rondini e me ne vado io. Domani parto per Bruxelles e mi stabilisco là. Ho scelto proprio Bruxelles perché la mia blogamica arianna680 ha sempre parlato così bene del Belgio e dei belgi che mi son detta: ma sì, andiamo, in mezzo ad un popolo così ci faccio un figurone perfino io. La casa l'ho già trovata ed è proprio come l'avrei voluta. Mi sono convinta a trasferirmi a Bruxelles perché lì ho finalmente trovato lavoro. Mi hanno infatti assunta al Parlamento Europeo: 10000 euri al mese per bagnare le piante grasse nell'atrio d'ingresso. In realtà, l'unico problema sarebbe quello di migliorare un po' il mio scarso francese, lingua che ho studiato, è vero, ma è stato durante il liceo, quindi è passato un po' di tempo. Ricordo che all'epoca andando a scuola bisognava prestare attenzione a non farsi sbranare da un Tyrannosaurus Rex. Tornando al francese, ho pensato di prendere delle lezioni private intensive e ho deciso di assumere come insegnate privato Stéphane Lambiel, che è madrelingua (o meglio, padrelingua, visto che il padre è svizzerofrancese, mentre la mamma è portoghese) ed è anche un gran figo, così, se mi stufo di studiare (perché studiare è una gran rottura di cazzo, fondamentalmente), mi metto a fissare l'insegnante perdendomi in turpi pensieri. Cari lettori, se siete arrivati fin qui e ancora vi state bevendo tutte queste cazzate, credendo ad ogni singola parola, vi invito a scrollare la pagina per cercare la data in cui è stato pubblicato questo post e a farvi venire qualche dubbio sulla veridicità del suo contenuto. Se invece avete già capito che oggi è il primo di aprile e che mi sento in diritto ed in dovere di sparare ancora più cazzate del solito, sappiate che in tutto questo di vero c'è solo che domani parto per Bruxelles, non per stabilirmici, ma per passarci tre giorni in compagnia dell'Eroe a strafogarci di cozze e di dolci belgi. Se già sentite la mia mancanza, vi informo inoltre che ho ancora in serbo qualcosa per voi prima di partire, un Piccolo Post già confezionato e pronto per la pubblicazione che, ne sono più che certa, farà la gioia di tutti quelli che avranno la fortuna di non leggerlo. A tout à l'heure, mes amis! |
Mi si perdonerà questa mia debolezza (e se non mi si perdonerà, chissenefrega), ma quest'anno più che mai è d'obbligo onorare la ricorrenza... Happy 40th Birthday, Ewan! Io come sempre invio al festeggiato i miei auguri tramite blog e lo invito a ritirare un presente presso la mia abitazione, chiedendo cortesemente di giungere quivi senza famiglia al seguito, perché non ho posto per tutti e, soprattutto, perché non me ne frega un cazzo di conoscere sua moglie e i suoi figli. |
Sono iscritta a Cupido da quando ho creato qui un profilo e un blog, più di quattro anni fa. All'epoca ero (in)felicemente single per scelta (degli uomini) e, anche se non credevo a quel genere di "servizi informatici", mi sono iscritta comunque, tanto per vedere come andava. Oggi convivo felicemente nel peccato con il mio Eroe, ma a Cupido sono rimasta iscritta, per vari moitivi. Il primo e più banale è che, visto che quello che scrivo nel blog non se lo caga quasi nessuno, al massimo quattro gatti, tra cui anche il mio, ricevere i messaggi su Cupido compensa il mio ego narcisistico alquanto bistrattato. Il secondo è che, talvolta, questi messaggi sono uno straordinario esempio di prosa moderna in grado di risollevarti l'umore nei momenti bui, perché ti fanno capire che, per quanto tu possa essere messa male, c'è sicuramente qualcuno messo peggio di te. Sono molti i tipi di messaggi diversi che ricevo, tanti da poter dedurre che esistono varie tipologie di rimorchiatori da computer. Il Minimalista Assoluto ti scrive: "ciao". C'è poi il Romantico. L'Uomo Perfetto, invece, si descrive più o meno così: I messaggi di una delle tipologie più presenti, il Maniaco, non si possono riportare qui, perché vorrei evitare il rischio di essere bannata per torpiloquio. Infine c'è il Simpaticone. Ciò che accomuna tutti i messaggi dei rimorchiatori informatici è che, tutto sommato, ti fanno rimpiangere quelli che ci provavano con te dal vivo, al bar o in discoteca, perché, pur essendo ugualmente imbarazzanti nei loro approcci, qualche volta ti offrivano almeno da bere. |
"Se vuoi il posto più comodo della casa... sposta il gatto". Non so chi abbia partorito questa perla di saggezza, ma la sua veridicità è palese. Ovviamente, nel mio caso, parlo di veridicità in senso metaforico, non certo letterale, altrimenti dovrei ammettere che i posti più comodi della mia casa siano la vetrinetta dell'ingresso e la lavatrice. Pur avendo posizionato sopra quest'ultima una coperta di pile, trovo che ci siano comunque luoghi migliori per sedersi o sdraiarsi. Il senso nascosto della frase di partenza, secondo me, è chiarire che, in una casa felinamente abitata, il gatto è indiscutibilmente in cima alla gerarchia domestica. Nel mio sussidiario delle elementari ricordo che c'era un disegno, alla sezione storia, che illustrava la suddivisione della società nell'antico Egitto. Si trattava di una piramide - molto pertinente con il tema, aggiungerei - alla cui cima c'era il faraone e alla cui base gli schiavi, passando per sacerdoti, nobili, commercianti, contadini ecc. Una schematizzazione simile è possibile farla anche per una gattomagione, nella quale i vari piani della piramide si susseguono così: GATTO --> bipedi che nutrono il gatto --> bipedi che giocano con il gatto --> bipedi che coccolano il gatto --> bipedi che puliscono la cassetta del gatto --> bipedi che ammirano il gatto --> bipedi che non si curano minimamente del gatto Inutile sottolineare come, nella casa del mio gatto (che sarebbe anche mia e dell'Eroe, ma questo al gatto è meglio non farlo notare), l'ultimo gradino in fondo della piramide gerarchica sia assente, così come lo è nella seconda abitazione del mio gatto (che sarebbe la casa dei miei suoceri, ma questo al gatto è meglio non farlo notare). Gli altri gradini non sono caste chiuse, poiché più o meno tutti ci occupiamo di ciò che Sua Gattità necessita, quindi i ruoli e i posti nella gerarchia risultano tranquillamente interscambiabili: l'importante è che ci sia sempre qualcuno a disposizione per l'esigenza del momento, sia essa il cibo, il gioco o le coccole. D'altra parte, queste sono conclusioni logiche se conosci la filosofia del mitico Garfield. Scacciando malamente dalla poltrona l'amico-nemico cane Odie, il gattone infatti afferma: "Andiamo così d'accordo perché tutti e due amiamo la stessa cosa, ossia... ... ME!" |
Non sapendo che cazzo fare, oggi mi sono iscritta a Twitter. Potendo scrivere un massimo di 140 caratteri alla volta, magari mi aiuta ad imparare il dono della sintesi, del quale difetto assai e sono sicura che molti di voi se ne sono ampiamente accorti in molteplici occasioni. O magari mi stufo subito e il mio profilo non sopravvive fino a domani. Ah, oggi ho anche trapiantato le primule che mia suocera mi ha regalato ieri. Farò del mio meglio per prendermene cura, ma temo che possano sopravvivere anche meno del profilo su Twitter. |
Domani, 17 marzo, si festeggiano i 150 anni dell'Unità d'Italia. Mi raccomando: dite sempre Festa dell'Unità d'Italia, perché se vi dimenticate di specificare la location, potreste trovarvi in guai seri, visto che rischiereste di essere tacciati di comunismo, divenuto negli ultimi anni uno degli insulti più infamanti in questo Paese. Torniamo però alla festa di domani. Si chiudono gli uffici e si aprono i centri commerciali, come nella migliore tradizione delle festività italiane. Il patriottismo, non so se sia chiaro, non è incluso fra le mie (pochissime) doti. Ci tengo a specificare che la mia carenza di patriottismo non ha nulla a che vedere con le "idee" (molto virgolettato) professate dai tizi in camicia verde. Anzi. Trovo che il fatto di aver accettato le festa del 17 marzo solo quando hanno avuto il permesso di istituirne una il 29 maggio (anniversario della battaglia di Legnano e ora, pare, festa della regione Lombardia) sia tristemente infantile (tipo uno scambio di figurine: ti do Ibra se mi dai Messi). E mi vergogno di abitare proprio in una regione che può annoverare tra i suoi cittadini anche simili esemplari. Per quanto riguarda il patriottismo mancante, comunque, vi dico che non è sempre stato così. Una volta, anni fa, ero orgogliosa del mio Paese. Forse più del suo passato che del suo presente, del patrimonio artistico che rappresenta più della metà di quello mondiale, dei personaggi che hanno fatto immortale la nostra arte e la nostra cultura, della lingua musiciale e morbida che affonda le sue radici nella Commedia di Dante Alighieri. Non so bene perché adesso non riesca più ad entusiasmarmi nemmeno per queste cose. Forse perché il patrimonio artistico crolla nell'indifferenza generale, o forse perché ai versi di Dante Alighieri sono stati sostituiti quelli di Sandro Bondi. Forse perché al miglior presidente del consiglio degli ultimi 150 anni è bastato un decimo di questo tempo per sfasciare senza ritegno tutto ciò che nei secoli precedenti era stato costruito. E il peggio è che alla gente va bene così, oppure non gliene frega proprio nulla. Sta di fatto che, quando lo scorso anno un consigliere nazionale elvetico aveva proposto di annettere alla Svizzera alcuni territori di confine, quali ad esempio le province di Como e Varese, io, residente in uno dei territori coinvolti, non mi sono affatto indignata per l'offesa alla dignità dello Stato italiano, anzi. Il mio unico pensiero, del quale sono tuttora convinta, senza pentimento senza vergogna e senza ritegno, è stato: dove devo firmare? |
Questo avviso è destinato a: - motociclisti che si comprano la due ruote solo per provare la sensazione di avere qualcosa di funzionante tra le gambe Ma soprattutto: - MASCHI automotociclisti che si sentono in diritto di prevaricarti e, se non ci riescono, insultarti in quanto DONNA. Ecco, a tutti voi che fate parte di queste categorie, dico: state in guardia. So che il lanciafiamme per auto non è ancora stato inventato come optional, ma sappiate che, se incontro ancora uno solo di voi sulla mia strada, me ne costruisco uno con il kit fai-da-te "Lanciafiamme for Dummies". A quel punto, poi, son cazzi vostri. Io vi ho avvisato. |
The Torture (Tragedia in atto unico) Personaggi: La Vittima Interpreti: Satine nel ruolo della Vittima Scena I Interno di una microscopica pseudo-palestra situata in un Palazzo del Ghiaccio somewhere around Milano. La Vittima è stesa a terra supina su un pavimento di dubbia pulizia (nemmeno troppo dubbia, proprio inesistente). Tiene una gamba piegata appoggiata al pavimento e l'altra, tesa, sollevata in aria. La Torturatrice si appoggia alla gamba tesa della Vittima e la spinge, mantenendola tesa, in direzione del naso della Vittima stessa. Torturatrice: Avresti mai pensato di poter vedere il tuo piede così da vicino? Vittima: In effetti no, però non è che ne sentissi proprio la necessità, vivevo bene anche prima. Scena II Stessa location della prima. La Vittima è sempre supina, ma ora ha entrambe le gambe sollevate da terra e tese. Le tiene aperte a mo' di forbice. La Torturatrice si appoggia di peso all'interno coscia cercando di aprire la forbice più di quanto sia consentito dalla struttura fisica della stessa. V: (urla indistinte di dolore atroce) T: Su, lo faccio per rendere felice il tuo fidanzato, no? V: (intercalando le parole alle urla assurde di cui sopra) Ma guarda che il mio fidanzato è già felice così. Se vuoi, ti faccio anche telefonare da lui per conferma. Scena III La Vittima sta uscendo dal palazzo del ghiaccio, smoccolando in uzbeko ed aramaico al contrario e maledicendo il giorno di quattro anni prima in cui decise di dedicarsi al pattinaggio su ghiaccio anziché alle freccette. Sipario. Fine Postilla: Chissà se la vita imita il teatro o il teatro imita la vita. Non saprei dare una risposta, l'unica cosa che so è che, per qualche strano motivo, questa mattina le articolazioni delle mie anche gridano vendetta al creatore. |
Beh, in realtà ancora no, ma quasi. Pensare che credevo di averne fatte in quantità tale da poter sfamare il Botswana. In effetti erano tante. almeno così sembrava. Nella foto, solo il vassoio che è stato destinato ai miei suoceri (quest'anno senza nemmeno avere un lurido secondo fine), poi un po' alla Satine-mamma, un po' alla Satine-sorella, un po' qua e un po' là... ... e te ne rimangono in casa giusto un paio. Meglio così, altrimenti i miei piani per il superamento della prova costume avrebbero subito un duro colpo. Anzi, se qualcuno volesse assaggiare, potrei fare un pacchetto e spedirle, sempre che l'Eroe non spazzoli ciò che è rimasto prima che io me ne renda conto. Ah, se state per dirmi che non è più tempo per le chiacchiere perché è già Quaresima, sappiate che: 1 - Non me ne frega nulla, ho smesso di far fioretti per la Quaresima prima ancora di finire la scuola elementare. 2 - Vivo in quella minuscola frazione d'Italia che si è inventata di continuare il Carnevale fino a sabato, quindi il problema non si pone neppure. Comunque, ho capito perché le faccio solamente una volta l'anno. Non perché le voglio fare soltanto in concomitanza con la festività alla quale sono associate, il Carnevale, appunto. Più che altro perché un annetto è il tempo giusto per eliminare dalla casa la puzza di fritto che lasciano. |
Giornata internazionale della donna, o festa della donna. Istituita per smerciare le mimose, fiore brutto e puzzolente, in grado con un solo ramo di sporcare una decina di metri quadrati di casa disseminando ovunque fastidiosissime palline gialle pelose. Tradizione vuole che si ceni solo fra donne in locali che, oltre al cibo, offrono in pasto anche uomo bisunto e muscoloso che si denuda di fronte a frotte di femmine urlanti in delirio. Per carità, non voglio fare la moralista: anche io ho partecipato a simili festeggiamenti nei miei anni di incoscienza giovanile, pur evitando sempre di perdere la dignità sbavando davanti ad un glabro esemplare maschile di dubbio gusto. E devo ammettere che non ho mai capito tutta questa eccitazione che pervade le fanciulle dai 15 ai 70 anni la sera dell'otto marzo quando si trovano di fronte il B(r)onzo di Riace di turno. Certo, ad una prima analisi potrebbe anche sembrare comprensibile, visto che, mediamente, noi donne abbiamo come idea di maschio quello che la sera della festa della donna lasciamo a casa: in genere passa la serata in canottiera, mutande e pedalini bianchi, con in mano una lattina di birra mentre fissa inebetito il televisore che trasmette la partita di Cempionslig Barcellona - Arsenal. Con questa immagine in testa, in effetti, perdere la ragione per un qualsiasi altro esemplare maschile senza i pedalini bianchi sembra cosa logica. Davvero però preferiremmo portarci a casa quel manzo sculettante che sta sul palcoscenico? Analizziamo bene l'esemplare di spogliarellista-tipo: - Non presenta alcun pelo su tutta la superficie corporea, ad eccezione (forse) di ciglia e sopracciglia e, in alcuni casi, capelli (nei casi in cui cioè non segua i dettami di Mastro Lindo). - Ha muscoli estremamente sviluppati anche sulle dita dei piedi. Pare un canotto gonfio. Per raggiungere un simile risultato (sulla cui bellezza, oltretutto, mi sentirei di discutere), ci sono due modi: uno, per quanto ne so, è illegale e molto poco salutare, l'altro consiste nel passare in palestra tutto il tempo che non si trascorre presso il negozio dell'estetista. In entrambi i casi, personalmente, trovo che ci sia ben poco di attrattivo. - Il lavoro che fa lo porta a cospargersi di panna i capezzoli e farseli leccare da donne di ogni tipo. Quindi, in generale, credo che il delirio femminile di fronte allo spogliarellista non sia dovuto all'ambizione di portarselo a casa, ma più che altro al fatto che entusiasmarsi per uno spogliarello è una cosa tipicamente maschile. Ribaltare i ruoli e diventare le osservatrici di un uomo oggetto rende le donne felici perché viene visto come un'ulteriore conquista verso la parità e l'uguaglianza fra i sessi. Eppure non sono convinta che sia per urlare dietro ad un macho unto e glabro che le nostre mamme abbiano bruciato in piazza i loro reggiseni. |
Bilancio della settimana scorsa: - lunedì: piscina (25 vasche) - mercoledì: piscina (35 vasche) - giovedì: pattinaggio (1 ora), ginnastica (1 ora) - sabato: pattinaggio (1 ora) - domenica: sci (tutta la mattina) Se continuo così, devo assolutamente segnarmi un promemoria per prenotare per quest'estate una vacanza al mare. No, dico, una volta nella vita che ho la possibilità di superare la famigerata prova-costume con il massimo dei voti, dovrò pur approfittarne, non vi pare? |
Se pensavate che con i Gugol Auords 2010 fosse finita la manfrina sulle chiavi di ricerca, beh, vi sbagliavate. Anche perché sono un ottimo rimedio per riempire un post quando non trovo un cazzo di meglio da scrivere. Mani di fata come chiudere lavoro fatto con maglieria magica "crochet+continenti atelier barbie uncinetto coperte uncinetto misure letto due piazze creare pupazzi con vecchi maglioni decoupage x san valentino 2011 mani di fata spegazioni calze hai ferri per ragazzi Chi l'ha visto? come si chiama ragazza del video? zero assoluto pene prima di partire garrett hedlundgarrett hedlund giò di tonno prossime tappe milano 2011 bandana per capelli di federer quanti anni ha la presentatrice di paint your life l'uomo più brutto del mondo rufus wainwright Lingue più o meno note a inviat o fata violando film in nominescion agli oscar 2011 nutella che nel mare di menzogne ti ho detto che è troppo tardi per andarein piscina, analisi del periodo Miscellaneous adesso prov canzone ti piscio sull'abbronzatura ho accumulato tanto di quella roba da stirare peluche usati peluches romantici facebook salopette paint your life ultime profezie +poesia +satine frasi carine per i 10 anni di professione di ballo Sex and the net come trombare la vicina di casa gratis donne trombate nel 2011 feisbuc trombata video io non vengo a trombare nel vostro ufficio ragazza-italiana-fa-vedere-la-giga trombare yogurt uominifighinudi video di ragazza fa sega per soldi wekend di casalinga zoccola Kant...ando fatica in filosofia filosofia e moulin rouge filosofia per ricominciare dopo le feste giornate storte pensieri pensiero filosofico sul fumo saggezze sulle cattiverie gratuite con le buone si ottiene tutto madri che non accettano i figli che fumano erba citazioni Alegrìa! la morte di satine necrologie su quotidiani di zurigo barbie uccide ken Skating around the blog personaggi famosi pattinaggio valentina marchei naso quintuplo salto pattinaggio la musica su cui ha pattinato sarah meier a berna ieri al galà esercizi l'angelo evgeni danza nell'oro Stéphane rulez! lambiel commenti smoke "stephane lambiel" stephane lambiel foto a scuola stephane lambiel ha un bel sedere stephane lambiel nudo stephane lambiel satine rouge stephane lambiel satine stephane lambiel video di cucina stephane lambiel simpatico stephane lambiel è sposato stephane music on ice bellinzona la regione stéphane lambiel latino Per concludere, un sentito grazie ai miei numerosi fans provenienti da Russia, Ucraina, Svizzera e Svezia, Paesi al top del mese in questione. Un altro sentitissimo grazie a Stéphane Lambiel il cui nome e/o cognome compare nel 35% delle chiavi del mese (credo sia record, ormai) e ovviamente anche alla sua fidanzata, oggetto della ricerca in più della metà delle suddette chiavi. |
Marzo. Lo dice il calendario, eh, quindi stiamo tranquilli. Il tempo lo dice un po' meno. So che pretendere la primavera con tanto di cielo azzurro e fiorellini nei prati già il primo di marzo forse è un pochino eccessivo, ma non posso farci nulla. Vedo "marzo" sul calendario e le mie primitive sinapsi elaborano "primavera", anche se fuori ci sono due gradi, la nebbia e residui di neve ai bordi delle strade. E' che io smanio per l'arrivo della bella stagione. Fiuto l'odore delle primule ed esco dal letargo come gli scoiattoli. E, soprattutto, mi viene voglia di fare. Di andare. Di non stare con le mani in mano. Ora, per esempio, cosa ho voglia di fare? Mmh... vediamo. Beh, ho voglia di riprendere a sciare e forse nelle prossime settimane riesco anche nell'intento. Aspetta, però. Voglia di primavera. Di caldo, sole e magliette colorate. Voglia di sci e di pattinaggio. Di neve e ghiaccio. C'è qualcosa che non mi torna. Forse ho un difetto di fabbricazione al mio termostato interno. Dovrei chiamare un tecnico. Ma temo che ormai la garanzia sia scaduta. |
Posso dire? Nuotare è una gran rottura di cazzo. Vado in piscina perché devo, non certo perché voglio. Però che palle. Ogni volta che ci vado, rischio la vita, e non perché il mio stile a ferro da stiro lascia un po' a desiderare. Vorrei che qualche appassionato mi spiegasse la soddisfazione che si prova a sfinirsi per fare sempre più vasche in sempre meno tempo, poiché mi è assolutamente ignota, dato che inizio a contare quante vasche mi mancano già a metà della prima. Un aspetto positivo dell'andare in piscina però c'è, lo devo ammettere. E' il momento in cui finisce la tortura e finalmente me ne vado in spogliatoio, dove passo almeno un'ora, tra doccia, asciugatura, sistemazione dei capelli. Nello spogliatoio della piscina, invece, magari ci penso anche che a casa ho comunque gatto, letto, cena, plastica ecc. Però me ne fotto. E sto da dio. Mi sa che, per me, è questa la soddisfazione del nuoto. |
Qualche sera fa stavo facendo la doccia. No, non preoccupatevi, non è un evento così eccezionale da meritare di scriverne: giuro che mi lavo regolarmente e con cura. Quello che è da rilevare è ciò che è successo appena ho finito di farla. Non ho avuto praticamente il tempo di mettere due piedi sul tappetino e di afferrare l'accappatoio, che mi sono ritrovata un'anima in pena miagolante tra le gambe. A nulla sono valse un paio di carezze e le rassicurazioni che lo avrei preso in braccio e ricoperto di coccole non appena fossi stata vestita in maniera decente, o almeno senza un accappatoio zuppo addosso. La tragedia shakespeariana è proseguita con invocazioni miagolanti sempre più disperate, che hanno taciuto soltanto nel momento in cui mi sono seduta sul bordo della vasca e mi sono presa in braccio l'Amleto felino. A quel punto, il miagolio è cessato ed è stato sostituito da un ronronaggio convinto e soddisfatto, che è proseguito per una mezz'oretta circa, tempo probabilmente sufficiente a colmare la disperata carenza di coccole che era sopraggiunta. In quella mezz'oretta sono rimasta ovviamente seduta sul bordo della vasca con addosso l'accappatoio bagnato e, mentre Sua Gattità fuseggiava soddisfatto tra le mie braccia, io riflettevo, domandandomi se mai, nella storia della medicina, fosse stata diagnosticata una broncopolmonite causata da coccole al gatto. Probabilmente no. Beh, almeno potrei diventare famosa. |
Ovvero: come ti può capitare un'altra volta nella vita (e nello stesso giorno) di incontrare (quasi) per caso uno dei tuoi idoli. Davos, Canton Grigioni, 11 febbraio 2011, circa le sette e mezza di sera. Manca poco all'Eisgala. I cancelli dell'arena aprono alle sette e lo spettacolo inizia alle otto, secondo quanto scritto sul biglietto d'ingresso. Peccato che ci sia un piccolo dettaglio da sistemare: la cena. Fosse per me ne farei anche a meno, ma non posso far morire di fame l'Eroe, che già deve subirsi uno show di pattinaggio. Per non rischiare di arrivare troppo tardi, quindi, calpesto alcuni miei principi morali ed entro in un posto che, in circostanze normali, avrei evitato come il conte Dracula evita l'aglio: il ristorante della società hockeystica di Davos. Argh! Gli hockeysti che rovinano il ghiaccio con le loro frenate e ti passano di fianco a ducento all'ora rischiando di farti ribaltare mentre stai provando un tre di valzer! Vade retro! La cena è abbastanza veloce (per fortuna! Son già le sette passate, è tardissimo!), scappo abbastanza in fretta dal locale degli hockeysti, giurando che non capiterà mai più di venir meno ai miei principi morali, o che capiterà solo in altre circostanze eccezionali come questa. E poi, mica ero l'unica: il locale era pieno di gente che aveva i bilgietti per l'Eisgala. Con questo, la mia coscienza pattinistica se sta zitta per un po'. Finalmente si entra. Ci strappano il biglietto, poi ce lo ricontrollano un paio di volte: in tutti i casi, a svolgere il compito ci sono ragazzini che avranno sì e no quindici anni. Arrivati davanti alla pista, ci troviamo schierata una guarnigione di zelanti addetti all'accompagnamento degli spettatori al proprio posto: secondo me non ce ne sono così tanti neanche alla Scala di Milano. Mentre mi sto organizzando per sedermi - Wow, c'è l'opuscolo sullo spettacolo, peccato sia tutto in tedesco - ehi, c'è pure la coperta, ma non fa così freddo, ho visto di peggio - dove metto la borsa? - l'Eroe mi apostrofa così: Siccome il Neurone Eustorgio è irreperibile dal pomeriggio (probabilmente sta conversando con il Dottor Spock a bordo dell'Enterprise), da quando, cioè, ho incontrato Stéphane Lambiel, non capisco subito: alzo lo sguardo inebetita, vedo una persona che si sposta e mi lascia libera la visuale di altre due persone sedute poco dietro, vicino ad un corridoio che, da quanto avevo già dedotto osservando la mappa dell'Arena, porta presumibilmente agli spogliatoi dei pattinatori (ecco perché ho scelto proprio questi posti!). Se fino ad un secondo prima pensavo di avere qualche possibilità di un recupero di Eustorgio in tempi brevi, mi devo ricredere: dopo questo colpo, immagino che abbia salutato anche il Dottor Spock e sia andato ad unirsi all'Alleanza Ribelle della Principessa Leia contro il malvagio Imperatore Palpatine. Senza Eustorgio, continuo a guardare incantata il signore dietro di me. Evgeni Plushenko. E stavolta non posso nemmeno avere dubbi sul fatto che sia lui, come mi è successo questo pomeriggio con Stéphane, perché non sono stata io a vederlo per prima, ma l'Eroe. Evgeni è seduto di fianco ad una ragazza bionda, che presumo sia la sua seconda moglie, ha l'aria un po' annoiata - se non scazzata - e si guarda in giro. Recupero la penna - speriamo che ora scriva al primo colpo - e la Moleskine - perché non trovo mai la pagina con l'autografo di Stéphane? Voglio far firmare Evgeni di fronte! Cazzo, non c'è più, me lo sono sognato... ah, no eccolo! Stavolta vado da Evgeni a colpo sicuro (e senza alcun dubbio sulla lingua da usare: visto che non so il russo, non ho altra scelta che l'inglese): "Can I have your autograph, please?" (devo averla già detta questa frase, oggi...). A questo punto, sembrerebbe tutto normale, non fosse altro che io, prima, durante e dopo l'autografo, tremo dalla testa ai piedi e non in senso metaforico. Mi riprendo giusto in tempo per lo spettacolo, controllando però saltuariamente la Moleskine per assicurarmi che i preziosissimi autografi non svaniscano come le scritte fatte con l'inchiostro simpatico. Per fortuna, ho usato una normalissima Bic e quindi ci sono ancora. Questa è stata davvero una giornata incredibile, da ricordare e raccontare negli anni a venire, per molto, molto, molto tempo. Mi rimane soltanto un dubbio. Secondo voi, per compensare una simile doppia fortuna con la C maiuscola avuta nel giro di quattro ore, quanti secoli di sfiga mi toccherà scontare d'ora in poi? |
INFO
L'UOMO DEL MOMENTO
ALEXANDER SKARSGARD
Anno di nascita: 1976
Paese d'origine: Svezia
Professione: Attore
Perchè è l'uomo del momento: Trovate qui l'esauriente motivazione
SATINE @ SOUTH PARK!
DA RILEGGERE, PER NON PRENDERMI SUL SERIO
IL TERMUOMETRO
L'attuale predisposizione di Satine nei confronti del sesso maschile (appartenenti alla lista sottostante esclusi) è:
Lizzie Bennet
Style
LA MIA LISTA NOZZE
I signori presenti nell'elenco, se dovessero trovarsi a passare di qua, sono cortesemente invitati a lasciarmi il loro contatto.
- McGregor, Ewan
- Bloom, Orlando
- Bova, Raoul
- Brody, Adrien
- Butler, Gerard
- Clooney, George
- Damon, Matt
- Depp, Johnny
- Evans, Chris
- Farrell, Colin
- Garcia Bernal, Gael
- Jackman, Hugh
- Lambiel, Stéphane
- Law, Jude
- Leto, Jared
- Macfadyen, Matthew
- Marsden, James
- Murphy, Cillian
- Pitt, Brad
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