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Racconti di viaggio _ da Carnac a Quimper

Post n°1674 pubblicato il 06 Luglio 2012 da poison.dee
 
Tag: in giro


Colazione in una boulangerie-patisserie del paese e partenza per Port-Aven. Minuscolo paesino sulle rive dell’Aven che tanto ispirò pittori come Paul Gauguin e Paul Sérusier, ci ha visto protagoniste di una romantica passeggiata per i boschi, lungo la via dei mulini (ad acqua), dove frotte di artisti trovarono ispirazione per le loro opere. Arrivate al terzo mulino io e la bionda ci siamo guardate con il migliore dei nostri sguardi languidi e, totalmente ispirate, ci siamo dette: “Torniamo indietro?”
Dopo anni di viaggi in coppia, io e la bionda siamo perfettamente allineate (da non confondere con “in linea”) ed è davvero raro che ci si trovi in disaccordo su qualcosa. Quindi abbiamo concluso la romantica passeggiata nel bosco e ci siamo dedicate al paese che, essendo il luogo in cui è nata la “scuola di Pont-Aven”,
movimento postimpressionista a carattere simbolista, è disseminato di gallerie d’arte e studi di pittori più o meno dotati. Ma non solo.
Il paese, con mio sommo dispiacere, pullula anche di biscottifici. Siccome né io né la bionda possiamo permetterci di acquistare opere d’arte, ci siamo buttate sul biscotto. E il biscotto, che in fondo è buono, si è buttato sui nostri fianchi, ma questo mi pare superfluo (come i chili) da aggiungere. Dopo aver completato gli assagg la visita, ci spostiamo a Concarneau.


Si tratta di un 
piccolo borgo con il centro storico (ville-close) racchiuso in una cittadella fortificata, sul mare. E’ così dannatamente ordinato e pulito da sembrare finto. E forse un po’ lo è, essendo disseminato di negozietti di souvenir. La cosa non ci ha turbato più di tanto, e dopo aver depredato la Conserverie Courtin, siamo andate a pranzo in un ristorante scelto al volo, dopo aver scoperto che quello che ci ispirava indicato sulla Lonely Planet non esisteva più, o non esisteva più a quell’indirizzo.
Il tempo era mite, abbiamo addirittura pranzato all’aperto. Sulle sedie comunque, per ogni eventualità, c’erano le coperte di pile… E i camerieri erano (inutilmente) uno più affascinante dell’altro.
Lasciata Concarneau ci siamo spostate a Quimper. Appena arrivate siamo andate all’ufficio del turismo per farci consigliare un hotel dotato di parcheggio. Per pura combinazione avevamo parcheggiato 50 metri dopo l’ingresso del garage. Ma questo l’abbiamo scoperto soltanto dopo, quando, in una via a senso unico, mi sono esibita in un’impropria retromarcia per entrarci, visto che non avevo nessuna intenzione di circumnavigare la città… L’hotel, visto da fuori, è discretamente brutto, ma gode di una posizione invidiabile: attraversi la strada e sei nella piazza della cattedrale di Saint Corentin. Il centro storico è un piccolo gioiellino di vicoli e case a graticcio, ogni scorcio sembra un quadro impressionista. Camminiamo a lungo per le vie chiuse al traffico,  godendoci il pomeriggio di sole. Per godercelo meglio, ci sediamo in un bar sulla piazza, in compagnia del nostro immancabile birrino…
 

 
 
 
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