Creato da poison.dee il 09/11/2005
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Mi si perdonerà per il ritardo. O anche no, ma fa lo stesso.

Post n°966 pubblicato il 25 Giugno 2009 da poison.dee
 

Che ieri era San Giovanni, e a Torino noi si è fatto festa (e anche a Genova e Firenze, per quel che ne so) e quindi arrivo con notevole ritardo. Ma il pezzo che Gramellini ha scritto su La Stampa di martedì va letto. E, visto che magari a qualcuno è sfuggito, io lo ripropongo qui, così non dovete nemmeno andarlo a cercare sul sito del quotidiano:

 Filmini e saette

Ho la prova definitiva dell’arcitalianità di Berlusconi. A fornirmela è stata l'intervista al Sunday Times di una delle veline di Palazzo Grazioli, le famose grazioline, che in estate si trasferiscono a Villa Certosa e diventano certosine. La fanciulla racconta che il pezzo forte della serata consisteva nel famigerato Filmino. Le venti girls si stringevano sui divani e il premier faceva partire il video dei viaggi all'estero: Silvio con Bush, Silvio con Putin, Silvio con Berlusconi (il suo preferito). Sbadigli fino alle orecchie, ma lui era così contento.
Il Filmino è una iattura che i più fortunati di noi hanno subito almeno una volta nella vita. I più sfortunati alcune decine. Il Filmino cala di solito nel dopocena, quando fra gli ospiti si è finalmente creato un clima colloquiale: si beve e si chiacchiera amabilmente, qualcuno abbozza un ballo. Ma ecco sopraggiungere i padroni di casa col piglio di Indiana Jones: «Vi abbiamo mai mostrato il nostro viaggio di nozze in Mauritania?». Impossibile bluffare: sono tornati la sera prima. Non resta che assieparsi intorno al televisore e subire piani-sequenza interminabili di deserti e strade sporche, spesso riprese da dietro i vetri di un pullman. L’insieme è condito dai commenti estatici dei protagonisti. Tutti si annoiano, ma nessuno può dirlo. Anzi, il rituale prevede che a turno un ospite si risvegli dal coma e urlacchi: «Che meraviglia, beati voi!». Si tratta di una tortura a cui ci sottoponiamo gratis. Le grazioline, invece, chiedevano dai 500 ai 1000 euro. Una tariffa onesta. Penso che la farò mia.

 
 
 
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