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Oggi, in pausa pranzo

Post n°1095 pubblicato il 24 Novembre 2009 da poison.dee
 

ho finito di leggere il penultimo romanzo di Massimo Carlotto, mentre la sua ultima fatica “L’amore del bandito” è impilato assieme agli altri N volumi sulla solita scrivania. Credo che finirà direttamente in valigia per farmi compagnia durante la prossima vacanza. E quindi tornata dalla pausa pranzo, ma essendo - alla faccia di Rotondi – ancora in pausa, ho iniziato a leggere “La vita davanti a sé”, di Romain Gary. Scrittore di cui – ammetto l’ignoranza – non avevo mai letto nulla.
A parte un incipit delizioso (“Per prima cosa vi posso dire che abitavamo al sesto piano senza ascensore e che per Madame Rosa, con tutti quei chili che si portava addosso e con due gambe sole, questa era una vera e propria ragione di vita quotidiana, con tutte le preoccupazioni e gli affanni. Ce lo ricordava ogni volta che non si lamentava per qualcos’altro, perché era anche ebrea. Neanche la sua salute era un granché e vi posso dire fin d’ora che una donna come lei avrebbe meritato un ascensore. Dovevo avere tre anni quando ho visto Madame Rosa per la prima volta. Prima non si ha memoria e si vive nell’ignoranza. La mia ignoranza è finita verso i tre o i quattro anni e certe volte ne sento la mancanza”), nella seconda di copertina c’è una sintesi della vita dello scrittore.
E la sua inizia così:
il pomeriggio del 3 dicembre 1980, Romain Gary si recò da Charvet, in Place Vendôme a Parigi, e acquistò una vestaglia di seta rossa. Aveva deciso di ammazzarsi con un colpo di pistola alla testa e, per delicatezza verso il prossimo, aveva pensato di indossare una vestaglia di quel colore perché il sangue non si notasse troppo.

 
 
 
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