viaggiando... (meno)

pausa pranzo

Visto che erano giorni che la mia carta di credito giaceva inutilizzata nel portafoglio, oggi, in pausa, ho deciso di andare a dare un occhiata ad un negozio relativamente vicino al mio ufficio, per vedere se ci fossero già i nuovi arrivi autunno inverno (A/I per i lettori delle riviste di moda, Vanity Fair compreso).
E invece, con non poca delusione, c’erano ancora i saldi.
Visto che oramai ero lì sono entrata lo stesso.
E, visto che ormai ero entrata, mi sono guardata attorno.
E sono uscita con:
un twin-set color cammello, che è perfetto con quella cazzo di gonna di Maliparmi che non so mai con cosa abbinare, un maglioncino grigio che sta bene su tutto e un paio di pantaloni corti invernali (un vero e proprio ossimoro tessile, lo ammetto) pagati l’esorbitante cifra di € 9.50. Peccato che poi abbia scoperto che: “La donna che sceglie SIMBOLS CULTURE WOMAN ha un’età compresa tra i diciotto e i trentacinque anni, è dinamica, raffinata, sportiva ma attenta ai dettagli, semplice ma al tempo stesso amante della ricercatezza dei particolari, sicura delle proprie scelte. E’ una donna che esprime anche nel suo modo di vestire la volontà di imporsi con determinazione, di essere una presenza forte nella propria quotidianità e di lasciare un segno. La donna che ne interpreta lo stile, quindi, intende affermare se stessa, mostrare la propria personalità, “essere” attraverso i capi che indossa e non semplicemente apparire. E ci riesce selezionando per il proprio guardaroba dei “simboli forti”, unici, in grado di differenziare la propria immagine”.

A parte non aver mai letto una miriade di cazzate concentrate in così poche righe, adesso ho un dubbio: cosa faccio, li riporto indietro?