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Filosofia del viaggio
Il viaggio fornisce l'occasione per dilatare i cinque sensi: sentire e comprendere in modo più profondo, guardare e vedere in modo più intenso, assaporare e toccare con maggiore attenzione. Teso e pronto a nuove esperienze, il corpo in subbuglio registra più dati rispetto al consueto.
Viaggiare intima il pieno funzionamento dei sensi.
Emozione, affezione, entusiasmo, stupore, domande, sorpresa, gioia e sbalordimento, ogni cosa si mescola nell'esercizio del bello e del sublime, dello spaesamento e della differenza.
Michel Onfray
James Michener
Man learns what he sees
and what he learns
influences what he sees
Visto da vicino, nessuno è normale.
Strana questa cosa dei viaggi, una volta che cominci, è difficile fermarsi. È come essere alcolizzati. |
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cenette
Post n°1361 pubblicato il 17 Dicembre 2010 da poison.dee
Una settimana di ferie. Torni in ufficio e – nonostante il “fuori sede” attivato ti ritrovi 298 e.mail. Dopo aver eliminato quelle assolutamente inutili te ne restano una quarantina. Una di queste dice: “giovedì 16 ore 21.30 cenetta pre-natalizia all’Otium. Per chi vuole alle 20.30 aperitivo a Le Borreau Bourré” Non conosco l’Otium, e, sempre per il fatto che sono curiosa come una bertuccia (grazie Sham!), accetto. Anche perchè i destinatari dell’e.mail sono colleghi che non ho problemi a frequentare anche oltre l’orario di lavoro, mio capo compreso. Mi chiedo come ingannerò il tempo fino alle 20.30, ma sono certa che troverò una soluzione. Ieri sera esco dalla palestra con tutta calma, e, in totale emergenza, mi fiondo nella profumeria di fronte, perchè avevo dimenticato il burro-cacao sulla scrivania dell’ufficio. Esco con il mio labello nuovo e – in un freddo che definire polare è riduttivo – mi dirigo alla macchina. Raggiungo il quadrilatero, parcheggio senza problemi e sono riuscita a far arrivare le 19.35. Ho praticamente un’ora a mia disposizione. Che, se fosse luglio, sarebbe un altro discorso. Ma siamo a dicembre. E, incredibilmente, fa freddo. Tanto freddo. Un freddo porco. Per fortuna in zona alcuni negozi prolungano l’orario d’apertura oltre le 19.30, e ne approfitto per buttare un occhio. Oltre che per riscaldarmi le chiappe semiassiderate. Riesco anche a far divertire un po’ la carta di credito, che – poverina - non usavo da ben 3 giorni. Arrivo al locale dell’aperitivo. Mi guardo attorno, non c’è ancora nessuno. Onde evitare di trasformarmi in una statua di ghiaccio entro. A breve arrivano anche A, G, M, e A. Dopo l’esperienza del caco-mela (o vaniglia che dir si voglia) a pranzo sono aperta a tutto, e, avendo ordinato un Baileys, decido di accompagnarlo con un crostino con le acciughe al verde. Alquanto discutibile? Sì, in effetti… Ci spostiamo poi al ristorante, dove scopro che ‘sto cazzo di Otium altro non è che il Sibiriaki (Cибиpckий per i sofisti), locale di cucina russa e siberiana, dove la specialità consiste nel “sibir” ovvero diversi tagli di carne e verdure che verranno cotte sulla piastra al momento a cui aggiungere salse e spezie a piacere, con contorno di riso nero e basmati. M.P.S. Se sulla mail avessero scritto Sibiriaki invece che Otium probabilmente avrei suggerito un locale alternativo, visto che a me il posto non piace particolarmente. E va bene che il locale è siberiano, ma porca di quella puttana ibernata, lo volete accendere il riscaldamento?
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il 12/04/2022 alle 11:51
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