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Filosofia del viaggio
Il viaggio fornisce l'occasione per dilatare i cinque sensi: sentire e comprendere in modo più profondo, guardare e vedere in modo più intenso, assaporare e toccare con maggiore attenzione. Teso e pronto a nuove esperienze, il corpo in subbuglio registra più dati rispetto al consueto.
Viaggiare intima il pieno funzionamento dei sensi.
Emozione, affezione, entusiasmo, stupore, domande, sorpresa, gioia e sbalordimento, ogni cosa si mescola nell'esercizio del bello e del sublime, dello spaesamento e della differenza.
Michel Onfray
James Michener
Man learns what he sees
and what he learns
influences what he sees
Visto da vicino, nessuno è normale.
Strana questa cosa dei viaggi, una volta che cominci, è difficile fermarsi. È come essere alcolizzati. |
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Indovina chi si imbuca a cena
Post n°1409 pubblicato il 25 Febbraio 2011 da poison.dee
E’ giovedì pomeriggio. I programmi della Poison prevedono una lezione di pilates in palestra e una serata casalinga corredata dagli immancabili scazzi con la poison.mamma. Non invidiatemi, se potete. Poi, incredibilmente, il cellulare della Poison suona. Sul display appare un numero noto, ed ella risponde. Il telefono della Poison suona talmente di rado che risponderebbe anche ai testimoni di Geova, se usassero il telefono per far proseliti e non l’antiquato metodo di attaccarsi al citofono alle ore più improbabili e improponibili della domenica mattina. Comunque, la voce amica, dopo i saluti e i convenevoli in uso fra personcine civili ed educate, le chiede quali sono i suoi eventuali programmi per la serata, che non vi starò a ripetere onde evitare di farvi precipitare nel tedio più profondo e inesorabile. Mi spiega che ci sarebbe una cena in un locale cittadino a cui lui non può partecipare, e aveva quindi pensato di “cedermi” il posto, estendendo l’invito anche a sua bionditudine. Che andare ad una cena da soli, non so voi, ma io lo trovo un po’ triste. Mi consulto con s.b. che ovviamente accetta, anche perchè uno dei dogmi su cui si basa la nostra religione è che gratis – a parte rare e selezionate eccezioni, come ad esempio il concerto di Mariano Apicella e/o un comizio di Cota – non si rifiuta nulla. E quindi, accettiamo. Recupero S.B. e ci dirigiamo alla Macelleria, (botta di culo strepitosa a trovar parcheggio all’ora di cena nei pressi di piazza Vittorio a 20 metri dall’ingresso del ristorante) dove, a discapito del nome, la serata, grazie anche allo sponsor, vedrà il trionfo del carboidrato spinto. Aperitivo a base di un delizioso prosecco di Planeta e poi, dopo l’antipasto (un insalata di pollo e verdure che, per i miei standard, era sufficiente come cena completa) abbiamo potuto gustare: - orecchiette in salsa di cime di rapa; - tortiglioni ai porri (i miei preferiti) - mafaldine tricolori con cardo, gorgonzola e pepe rosa. Dopo che hai ingurgitato in una sera la stessa quantità di carboidrati che solitamente mangi in un mese vuoi star lì a far la figura della t(R)op model che rinuncia al dolce? Non sia mai. E quindi prendi anche il bunet. E quando esci, mentre ti porgono anche l’omaggio, saluti, sorridi e rotoli via...
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