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La terra degli uomini rossi (birdwatchers)

Post n°735 pubblicato il 24 Settembre 2008 da poison.dee
 
Tag: cinema

Mato Grosso do Sul (Brasile). Uno sguardo disincantato sulla vita di un gruppo di Guarani-Kaiowà costretti a vivere in una riserva al confine con una fazenda, che, con le sue piantagioni, lascia sempre meno spazio alla foresta, e alle terre di cui quegli indio erano legittimi proprietari. La convivenza non è facile, e le cose peggiorano quando un gruppo di indio abbandona la riserva per accamparsi al confine della fazenda. Costretti a sopravvivere lavorando come schiavi nelle piantagioni di canna da zucchero, e accettando di fare da “comparse” con archi e frecce per i gruppi di turisti che in quella zona si recano a fare birdwatching, molti giovani si suicidano, e sarà proprio l’ennesimo suicidio di un ragazzo a scatenare la rivolta.

GUARANI KAIOWÀ (Fonte: Survival International)
Quando gli Europei arrivarono in Sud America, i Guarani furono uno dei primi popoli ad esser contattati. All’epoca contavano oltre un milione e mezzo di persone, distribuiti tra Paraguay, Brasile, Bolivia e Argentina. Oggi ne sopravvivono poche decine di migliaia. I Guarani brasiliani sono suddivisi in tre gruppi, di cui quello dei Kaiowà è il più numeroso (sono circa 30.000). Vivono nello stato del Mato Grosso do Sul, nella zona centro-occidentale del Brasile, ai confini con il Paraguay.  I Guarani-Kaiowà sono i discendenti di quegli indigeni che, alla fine del ‘600, rifiutarono di entrare nelle missioni dei Gesuiti. Nonostante secoli di contatto con gli stranieri, hanno mantenuto la loro peculiare identità. Sono un popolo profondamente spirituale. Molte comunità hanno una casa di preghiera comune e un capo religioso, il pajé, la cui autorità dipende solo dal suo prestigio e dalla sua autorevolezza. Sebbene siano suddivisi in gruppi, i Guarani condividono una religione che attribuisce un’importanza suprema alla terra, origine e fonte della vita, e dono del “grande padre” Ñande Ru. I Guarani vivono le invasioni delle loro terre non solo come un furto ma anche come un grave attentato al loro stile di vita e alla loro cultura.

Per saperne di più:  www.guarani-survival.org

 
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