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è pur sempre agosto.
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Filosofia del viaggio
Il viaggio fornisce l'occasione per dilatare i cinque sensi: sentire e comprendere in modo più profondo, guardare e vedere in modo più intenso, assaporare e toccare con maggiore attenzione. Teso e pronto a nuove esperienze, il corpo in subbuglio registra più dati rispetto al consueto.
Viaggiare intima il pieno funzionamento dei sensi.
Emozione, affezione, entusiasmo, stupore, domande, sorpresa, gioia e sbalordimento, ogni cosa si mescola nell'esercizio del bello e del sublime, dello spaesamento e della differenza.
Michel Onfray
James Michener
Man learns what he sees
and what he learns
influences what he sees
Visto da vicino, nessuno è normale.
Strana questa cosa dei viaggi, una volta che cominci, è difficile fermarsi. È come essere alcolizzati. |
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« quasi ci siamo | più in basso di così c'... » |
Sono un donnino metodico, io.
Ho i miei rituali, le mie fissazioni, i miei percorsi, i miei parcheggi, le mie abitudini.
Una di queste abitudini è, ogni volta che si va a visitare una mostra allo Spazio Forma, fermarsi a pranzo nell’adiacente ristorante che, per una cifra irrisoria, soprattutto se consideri che siamo pur sempre a Milano, ti propone un menu assolutamente dignitoso.
E invece sabato, arrivate là di fronte, la delusione: “il ristorante dello spazio forma è aperto a pranzo dal lunedì al venerdì”. Ecco. Dopo il primo attimo di sconforto ci siamo ricordate della trattoria “Madonnina”, che ogni volta sorpassiamo dicendoci che dovremmo provarla, prima o poi. E sabato è venuto il momento.
Soffitti bassi e vecchi poster alle pareti, atmosfera rilassata e tavoli gremiti da gente che sembrava residente nel quartiere. Abbiamo intravisto anche il pergolato, sicuramente d’estate mangiare all’aperto, circondati dalle case di ringhiera, non dev’essere male. E magari – sempre prima o poi – ci toglieremo anche questa curiosità.
Sei a Milano, a pranzo, di sabato, cosa prendi? La cotolEtta, per forza. E la cotolEtta è arrivata, con il suo osso regolamentare e le patate al forno a far da contorno.
Poi siamo andate a vederci la mostra di Robert Doisneau, come da programma.
Al mattino invece abbiamo passeggiato per Brera, che ha sempre il suo fascino. E devo ancora capire se quel vecchietto coi capelli bianchi che si credeva il nonno di Heidi e che, coadiuvato da un vecchio registratore, cantava assieme ad Elisabetta Viviani “ti sorridono i monti” mi ha messo più tristezza o allegria.
Inviato da: What weather today
il 12/04/2022 alle 11:51
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il 12/04/2022 alle 10:43
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