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è pur sempre agosto.
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Filosofia del viaggio
Il viaggio fornisce l'occasione per dilatare i cinque sensi: sentire e comprendere in modo più profondo, guardare e vedere in modo più intenso, assaporare e toccare con maggiore attenzione. Teso e pronto a nuove esperienze, il corpo in subbuglio registra più dati rispetto al consueto.
Viaggiare intima il pieno funzionamento dei sensi.
Emozione, affezione, entusiasmo, stupore, domande, sorpresa, gioia e sbalordimento, ogni cosa si mescola nell'esercizio del bello e del sublime, dello spaesamento e della differenza.
Michel Onfray
James Michener
Man learns what he sees
and what he learns
influences what he sees
Visto da vicino, nessuno è normale.
Strana questa cosa dei viaggi, una volta che cominci, è difficile fermarsi. È come essere alcolizzati. |
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Mi ha chiamato Stefano.
Non lo sentivo da un anno, almeno. Mi ha fatto piacere, come sempre. Mi ha chiesto informazioni sul Vietnam, che – non essendo ancora riuscita a visitare – non sono stata in grado di dargli, ma, se non altro, si è guadagnato un po’ di invidia gratuita senza fare il minimo sforzo.
Chi è Stefano? Un mio ex fidanzato (o qualcosa di simile... mi dicono che in casi del genere amante è la definizione corretta), a cui – a distanza di anni – voglio bene.
Stefano è l’unico uomo sposato con cui io sia uscita (consapevolmente, per lo meno) e che credo di aver anche amato, a modo mio. Era il 1996, 24 giugno. La mia vedovanza prematura durava da 13 mesi, e la mia vita sociale, ad esclusione del lavoro, consisteva in visite al fioraio e conseguenti pellegrinaggi quotidiani ad orari improbabili – onde evitare di imbattermi nell’odiata suocera - nel piccolo cimitero di campagna, sempre aperto, dove passavo il tempo fumando sigarette seduta sulla tomba.
Come ogni giovane vedova che si rispetti avevo giurato e spergiurato a me stessa che mai più avrei potuto amare qualcuno allo stesso modo, e che la mia vita sarebbe stata soltanto piena di dolore e lacrime. Ma – aggiungo per fortuna – il tempo passa, e il dolore, che mai scompare, sbiadisce, come i ricordi. E, usando la ragione a discapito del sentimento, ti rendi conto che non si può vivere in quel modo. O meglio, si può anche, ma a me non sembrava sano. E ho deciso di tornare ad essere la cogliona spensierata di sempre. E ho incontrato Stefano. Ci sentivamo al telefono, per motivi di lavoro. E il 24 giugno del 1996, approfittando del fatto che a Torino è festa, ci siamo incontrati. E ci siamo frequentati per un po’. E poi, come tutte le storie, che a volte durano e a volte finiscono, è finita. Senza rancori. Qualche anno dopo lui si è separato, ha lasciato Milano, ha cambiato lavoro. Siano sempre rimasti in contatto. Sono anche andata a trovarlo, almeno due volte. L’ultima volta è stato particolarmente romantico: nel cuore della notte ho vomitato la pasta al sugo di noci che avevamo mangiato per cena. A fine 2005 siamo andati in vacanza in Brasile, ancora non mi è chiaro nemmeno come ci siamo arrivati, a programmare una vacanza assieme. Forse perché non ne avevamo mai fatta una, o semplicemente perché in quel periodo eravamo entrambi innamorati del Brasile, va’ a sapere.
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il 12/04/2022 alle 11:51
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