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Filosofia del viaggio
Il viaggio fornisce l'occasione per dilatare i cinque sensi: sentire e comprendere in modo più profondo, guardare e vedere in modo più intenso, assaporare e toccare con maggiore attenzione. Teso e pronto a nuove esperienze, il corpo in subbuglio registra più dati rispetto al consueto.
Viaggiare intima il pieno funzionamento dei sensi.
Emozione, affezione, entusiasmo, stupore, domande, sorpresa, gioia e sbalordimento, ogni cosa si mescola nell'esercizio del bello e del sublime, dello spaesamento e della differenza.
Michel Onfray
James Michener
Man learns what he sees
and what he learns
influences what he sees
Visto da vicino, nessuno è normale.
Strana questa cosa dei viaggi, una volta che cominci, è difficile fermarsi. È come essere alcolizzati. |
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Parecchie cose.
Alcune abbastanza troppo importanti perché io ne possa discutere in questo angolo del cazzeggio acuto e carpiato, e altre decisamente più alla mia portata.
Ad esempio è successo che, in una ricerca condotta dall’Eurispes e telefono azzurro, alla domanda “chi vorresti essere?” i bambini dai 7 agli 11 anni hanno risposto che vorrebbero essere per la maggior parte Valentino Rossi, che – se si esclude il fatto che sia un evasore fiscale redento – ma a sette anni forse le tasse non sono il tuo primo pensiero – ci può stare. Ma se la stessa domanda la poni alle aspiranti zoccolette del futuro vien fuori che vorrebbero essere Belen Rodriguez. Allora. Che la signorina in questione sia verosimilmente phiga ci sta. Ma poi? Che cosa ha fatto in concreto Belen? E’ diventata “famosa” perché usciva con un calciatore. Sai che fatica. Poi – non sia mai che una si metta a lavorare - ha partecipato all’isola dei famosi e ha – forse che sì, forse che no – piazzato un paio di corna sulla testa del calciatore suddetto, che ha smesso di giocare perché quando colpiva la palla di testa lì rimaneva, trafitta, e ai compagni di squadra giravano anche un po’ le balle, che i palloni costano. Poi è tornata a casa e ha iniziato a uscire con un altro genio: Fabrizio Corona, mica Carlo Rubbia. Ecco, questo è il modello femminile a cui si ispirano le future generazioni. Che insomma, fra Belen e Rita Levi Montalcini qualcosa in mezzo ci sarà pure, no?
Poi ieri si è svegliato il “ministro per l’attuazione del programma di governo”, che, non so voi, ma a me non è che risulti lampante quale sia il suo preciso compito. Ma sarà un problema mio, che – è cosa nota – di politica capisco poco. Comunque, dicevo, ieri, il ministro per l’attuazione del programma di governo, che quando hai finito di dirlo ti sei già dimenticato di cosa stavi parlando, ha decretato che “la pausa pranzo (quella che per i lavoratori di Montecitorio dura mediamente tre ore, così, pour parler) è un danno per il lavoro, ma anche per l’armonia della giornata”. Ecco, l’hai detto. Finalmente anche tu sei finito sui giornali per la cazzata del giorno. Sei contento adesso? Bene, torna a lavorare, nel caso tu sia in grado di farlo. Caro il “mio” (col cazzo) ministro, pensa un po’: la mia pausa pranzo – che dura 45 interminabili minuti – fa in modo che io, durante la stessa, oltre a mangiare, riesca (non in un’unica pausa, sia chiaro) a fare un po’ di spesa, pagare le bollette, andare in banca, comprare le sigarette, insomma, compiere un sacco di quelle insulsissime azioni che non potrei fare durante l’orario di lavoro, perché, so che a te può sembrare strano, durante l’orario di lavoro devo stare in ufficio a lavorare. Bizzarro, no? Ma io ti capisco, sai? Del resto come possiamo pretendere che tu sappia qualcosa dei problemi della gente che lavora?
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il 12/04/2022 alle 11:51
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