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Filosofia del viaggio
Il viaggio fornisce l'occasione per dilatare i cinque sensi: sentire e comprendere in modo più profondo, guardare e vedere in modo più intenso, assaporare e toccare con maggiore attenzione. Teso e pronto a nuove esperienze, il corpo in subbuglio registra più dati rispetto al consueto.
Viaggiare intima il pieno funzionamento dei sensi.
Emozione, affezione, entusiasmo, stupore, domande, sorpresa, gioia e sbalordimento, ogni cosa si mescola nell'esercizio del bello e del sublime, dello spaesamento e della differenza.
Michel Onfray
James Michener
Man learns what he sees
and what he learns
influences what he sees
Visto da vicino, nessuno è normale.
Strana questa cosa dei viaggi, una volta che cominci, è difficile fermarsi. È come essere alcolizzati. |
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Dopo aver abbandonato Nantes, siamo arrivate a Vannes.
Paesino delizioso e temperatura gradevole. Parcheggiamo in una via che sembra abbastanza centrale, dove, essendo domenica, il parcheggio non si paga, e ci lanciamo alla scoperta del borgo. Il porto, con il camioncino dell’ostricaro ci accoglie. Iniziamo a girare per le vie del paese con la testa in su, per guardare le vecchie case a graticcio. Non c’è molta gente in giro, cosa che io apprezzo molto.
A pranzo decidiamo di fermarci in un ristorante segnalato dalla Lonely Planet, che in anni e anni di onorato servizio non ci ha mai deluse. Scegliamo Côte et Saveurs da cui usciamo davvero molto soddisfatte. Abbiamo speso poco più che in pizzeria, mangiando piatti un po’ fuori dall’ordinario e soprattutto molto buoni. Decidiamo che il ruttino lo faremo in auto, e ci mettiamo in marcia verso Carnac, dove abbiamo deciso che dormiremo stanotte, dopo aver visitato gli allineamenti. Il paese è minuscolo, contiamo sul fatto che, essendo vicino ad un’attrazione turistica, offra delle sistemazioni alberghiere. Il primo hotel che incontriamo sembra barato. Scopriamo che in paese ce ne sono altri due. Uno ci sembra di qualità un po’ troppo elevata per i nostri standard, così scegliamo l’altro. Arriviamo, circumnavigandolo perché al mattino il paese aveva ospitato non so quale manifestazione e tutte le strade erano state chiuse, parcheggiamo in cortile ed entriamo nella reception. Il vuoto cosmico. Come essere nella mente di Flavia Vento, probabilmente. Suoniamo un campanello. Inutilmente. Poi, visto che in quanto a menti anche noi non scherziamo, ci accorgiamo di un cartello che avvisa di telefonare al numero xxxxxxxxxxxxx. Se già con l’inglese sono abbastanza ridicola, la mia conoscenza del francese è imbarazzante, coadiuvata da una pronuncia che definire terrificante è riduttivo. Con queste poco edificanti premesse, compongo il numero e mi esibisco nella prima (e spero ultima) telefonata in francese della mia vita.
Incredibilmente dopo nemmeno 5 minuti arriva una signora, che ha addirittura capito che volessimo una camera e, sorridendo, ce ne assegna una mansardata, su due livelli, arredata con gusto, pulita e spaziosa.
Abbandoniamo i bagagli e ci dirigiamo verso i siti degli allineamenti.
Io – che sono ignorante come una capra e, a differenza delle capre, non son buona nemmeno per il formaggio – ho delle nozioni storiche approssimative, dove sumeri assiri fenici ittiti e chissà chi altri vivevano da qualche parte in qualche epoca, ogni tanto qualcuno scopriva qualcosa, e, visto che all’epoca non c’era quasi niente probabilmente faceva anche meno fatica, oppure non se ne rendeva conto. In ogni modo, per farla breve, di fronte a delle “costruzioni” di questo genere, io rimango totalmente affascinata. Oltre a chiedermi il perché il percome e il perquando. Il più delle volte non so rispondermi.
Dopo aver visitato i siti di Menec, Kermario e non mi ricordo più l’altro, abbiamo raggiunto il gigante del Manio, attraverso una breve passeggiata nei boschi… e poi siamo andate a farci una birra in riva al mare.
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il 12/04/2022 alle 11:51
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