MenteLocale Rebirth

Quando un uomo dice di aver esaurito la vita, significa che la vita lo ha esaurito

Creato da Lilly_84 il 29/01/2007

 

Un palco che cerca il rumore del silenzio

Post n°188 pubblicato il 06 Ottobre 2008 da Lilly_84
 

"...forse sono i nostri errori a determinare il nostro destino.
Senza quelli che senso avrebbe la nostra vita...
Probabilmente se non cambiassimo mai strada non potremmo innamorarci, avere un figlio, essere cio' che siamo....del resto le stagioni cambiano, e così pure le città.La gente entra nella tua vita e poi ne esce, ma è confortante sapere che coloro che ami rimangono per sempre impressi nel tuo cuore."

(Carrie Bradshaw - Sex and the city)
Cara, carissima Carrie

hai proprio ragione!
Ti scrivo questa mia perchè in questi giorni avrei voluto avere il tuo prezioso consiglio su come comportarmi, tu che di perle di saggezza in otto serie ne hai profuse parecchie.
Non so se è mai accaduto anche a te, ma ci sono istanti nella vita che mi piacerebbe poter raffreddare per coglierli nella loro essenza col tempo, perchè solo quello sa dare la giusta visione delle cose.
In questi ultimi dieci giorni mi sono accadute tante cose, tante persone sono tornate, altre se ne sono andate, alcune hanno fatto un saluto e poi sono ritornate nell'oblio dal quale arrivavano. C'è chi dice che vivere nel coacervo delle varie esistenze sia esperienza incredibile e emozionante... per esempio, la sottoscritta lo ha sempre sostenuto. Anzi: ne ha sempre fatto vanto ed è sempre stata l'entusiastica spettatrice dell'umana follia... un po' come te Carrie!
Forse perchè infondo ho sempre guardato le cose comodamente seduta sulla mia poltrona di saccente alterigia... chi lo sa? Negli ultimi tempi le cose sono cambiate e ho imparato a tuffarmi nel vortice di quelle strade senza più avere paura - o almeno così penso. Ne ho avuto molti vantaggi: ora il mio cuore batte per le persone che mi vogliono bene e quelle che mi sono state accanto quando nessuno lo voleva fare. Ho scoperto amici che avrò accanto per sempre e mi sono sentita per la prima volta in vita mia parte di qualcosa.
Ma come nella migliore tradizione, tutte le cose prevedono un lato negativo: lasciar entrare le persone nella propria vita è senz'altro qualcosa di veramente devastante se non ci sei abituato. Il prezzo dell'arricchimento è il rischio della desolazione.
Si è chuisa un'altra storia nella mia vita e mi sono accorta che non è il fatto che si sia chiusa a dispiacermi. Magari un pochino si, ma non è quella la cosa che fa pensare. Carrie, tu ci dici che la gente entra nella vita e ne esce e ce lo racconti come la cosa più normale che esista... Così allora mi accorgo della mia immaturità sostanziale: io non lo sopporto questo via vai!
E lo dico ridendo, perchè immagino la mia anima come un palco teatrale dove i personaggi si muovono, entrano, escono, fanno rumore, fanno boutade alla Callas pensando di essere primi attori ma - ahimè- manco per le comparse sarebbero credibili, fanno ridere, sbizzarriscono la loro personalità e si confondono con la mia stessa.
Ma tutto questo caos, tutto questo movimento, è davvero insopportabile per me.... ma non è condizione dell'uomo la stabilità?
Perchè, Carrie, dovremmo vivere questo turbinio di persone mutanti e mutevoli se poi alla fine quello che cerchiamo è solo certezza? è uno stato d'animo sempre sull'orlo di guerra che permette il raggiungimento della nostra essenza?
Mi chiedo sempre del perchè accadono le cose nella vita: nessuna delle esperienze che ho vissuto sono andate perse, anche le più stupide mi hanno sempre insegnato qualcosa. Questi 10 giorni di vita mi hanno insegnato che la tranquillità sul mio palco è pura utopia, che sperare di trovarla è la ricerca stessa della vita.
Il giorno in cui le tue parole Carrie mi sembreranno meno fatalistiche e dolorose, pur essendo state prodotte non con quella finalità, allora sarò cresciuta e sarò una persona matura.
Fino ad allora, credo, continuerò a guardare questi stramaledetti attori dimenarsi come mestruate scoprendomi sempre più viva, pulsante .... e acida!
Stancamente tua
Liliana R
Ps. e ringrazia la mia adorata Miranda per la perla
"Sei una specie di carta moschicida per soggetti disturbati"..... mi sento molto più compresa!

 
 
 

Esegesi di Facebook 

Post n°187 pubblicato il 27 Settembre 2008 da Lilly_84
 

Un giovane moderno si balocca con poco.

Questa massima, che certo non fa onore alla mia generazione, è la spiegazione plausibile per il dilagare di certi prodotti telematici ormai noti ai più. Anche io, che nel mio confino di saccenza e alterigia pensavo di essere l'unica mosca bianca esistente, sono stata risucchiata in tale vortice.
Il mondo sempre più globalizzato sembra, paradossalmente, portare a sempre più folle lontananza tra le persone: se una volta bastava trovarsi nella stessa balera danzante per scambiare due parole, oggi ci serve bypassare le facce, i rossori, gli sguardi con il costoso monitor del nostro nuovo pc super accessoriato, cullare questa conoscenza con il sottofondo del successo musicale del momento e coperti dal nick più idiota che ci è venuto in mente.
Parlo del dilagare di Facebook, a cui perlatro sono anche io iscritta e che devo anche ringraziare infondo - ma vabbè se ne riparlerà di questa cosa se sarà; ma l'argomento potrebbe anche essere esteso a Msn, a My Space e a qualsiasi altra diavoleria della rete, tanto il concetto è lo stesso.
Come nasce un tomento? Beh gli albori sono sempre gli stessi: "Ma come non sei iscritto????" "Ma come, non ce l'hai?" e tu resisti per quel tanto che ti permette di essere additato come anticonformista salvo poi soccombere dalla curiosità....ma che l'è stà roba, la voglio pure io! rivendicando quel diritto al cosumismo che tutti hanno.
Come si mantiene un tormento? Il meccanismo, ideato per gente semianalfabeta e quindi molto semplice, ti incolla come carta moschicida alla sedia del tuo pc per ore e ore a vagliare la quantità ultra di foto in tuo possesso per cercare quella in cui si è rimasti meno peggio del solito - perchè "che faccio, sembro la solita sfigatella in un ambito così importante? No no, adesso faccio un po' di foto stile Naomi così vedrai tutti come saranno colpiti dal mio charme!!!!" (sigh!)
Dopo attenta selezione è il momento di girare per la rete in cerca delle persone a te più care: "Ma come non c'è, ma mi ha detto che c'era!", "Ehi ma guarda quello, quanto tempo!", "Ma c'è anche tizia...ah no, con lei ho litigato nella vita reale per cui anche qui siamo in lite...giusto?" (traslare le categorie emotive dal reale al virtuale è sempre la scelta migliore...e meno male: almeno resta ancora qualche barlume di intelligenza!.... ancora....).
Come prolifica un tormento? Il momento della vetrina è il peggiore: atteggiati alla Naomi in ricerca disperata dell'amico storico da contattare.
In ansiosa ricerca dei cognomi che non ti ricordi, confinato nel tuo limbo di amnesia, disperato dalla vista della tua lista amici lunga come un telegramma, aneli compagnia fino a che la prima buonanima ti grazia. E da lì comincia tutto: chat, bacheche, gente che ti contatta ma manco ti conosce giusto per simpatia, gente che vorresti contattare ma ti piglia male perchè non sai nemmeno se si ricorda di te, amici delle elementari, amici dell'Università, attori del cinema, sportivi: ci sono tutti su Facebook!!!!!
Sto ultimando il messaggio in lingua inglese da mandare a Clive per diventare sua amica (e me lo immagino come sia davvero Clive, ma che faccio???? non provo l'emozione di vedere il suo nome nella mia lista amici???? ma figuriamoci!) ma mi fermo a riflettere: alcuni li vedo spesso, altri abitano a 20 metri da casa mia ma è servito un monitor per riallacciare i rapporti....
Forse siamo tutti più virtuali, forse siamo tutti decisamente pazzi. ... o magari più semplicemente, più soli e impacciati nel mondo.

 
 
 

Martedì 23 Settembre 08: e sono 24....

Post n°186 pubblicato il 24 Settembre 2008 da Lilly_84
 

Ieri ho compiuto 24 anni. Ebbene si, sono sempre più vicina al mio quarto di secolo e mentre si moltiplicano le persone che, guardandomi seriamente negli occhi, mi esortano a vivere con pienezza questo anno che mi separa da tale età - quasi facendomi pensare che a 25 succeda qualche mistico avvenimento per cui la mia eistenza come la conosco scomparirà per lasciar posto a desolazione - mi ritrovo a fare un bilancio di questi 365 giorni archiviati e a sentirmi molto vicina empaticamente Jack Bauer.
Da piccola immaginavo sempre i miei 23 anni, pensavo che quando li avrei avuti sarei stata finalmente felice e grande. Deliri di una piccola bambina di provincia segnata da una quantità incredibile di soprannomi indecenti dai compagni di scuola... Insomma, quando la mia vita mi sembrava triste mi fermavo a immaginare i miei 23 anni perchè ero certa che sarei stata felice. Quando l'anno scorso sono arrivati....beh.... non è che gli inizi siano stati dei migliori! Ma piano piano, senza che potessi controllare quello che stava accadendo, tutta la mia vita è cambiata.
L'anno scorso mi sono raccontata per raggelare quello che provavo, oggi lo voglio rifare perchè ogni anno di vita aggiunto sia occasione per riflettere con il cuore e con la mente su quella che ero, su quella che sono e su quello che, magari, sarò.
Un bacio a tutti, Lilly is back!


Nome: Liliana R.
Età: 24 ieri (23 settembre 1984)
Luogo di residenza: sempre purtroppo Imperia, Liguria
Occupazione: ecco, qui siamo sempre lì: ho ripreso a essere una studentessa universitaria, mi mancano 5 esami alla laurea che spero con il cuore arrivi a marzo 2009! Poi sarò una maestra elementare
Sogno nel cassetto: una marea.... vorrei capire soprattutto per cosa sono nata! ma lo scoprirò!!!!
Passione segreta: scrivere un libro, ma non sono ancora pronta!
Tatuaggi: si, una L sul polso sinistro (datata 28 dicembre 2007)
La canzone che rappresenta meglio quest'anno: Short stories with tragic ends dei From Autumn to Ashes
Il sapore che rappresenta meglio quest'anno: un mirto bevuto a goccia.... amaro ma simpatico!
Il film che ti ha lasciato qualcosa dentro quest'anno: V per vendetta
Cosa hai imparato di te stessa in quest'anno di vita: che sotto gli strati plurimi di acidume sono davvero fragile e devo imparare a non esserlo!
Momento migliore di quest'anno di vita: una marea.... quando ho deciso di andare dallo psicologo, quando ho capito di aver superato la mia paura dell'acqua (stefano santo subito!!!!!), quando ho chiamato piangendo qualcuno solo per sfogarmi, quando mi sono sentita parte di una compagnia di amici davvero speciali, quando ho dato il primo esame dopo un anno, quando guardando il cielo ho scoperto di essere di nuovo felice
La soddisfazione più grande: avercela fatta da sola
Momento peggiore di questo anno di vita: aver lasciato Genova, aver perso un'amica per una ragione che ancora oggi mi sfugge, aver visto crollare mia mamma nelle sue fragilità, aver visto quanto la paura della vita mi abbia sempre condizionata.
La delusione più grande: aver pensato di non potercela fare da sola
Ti sei innamorata? Ho provato qualcosa di molto particolare e intenso per una persona molto sbagliata, ma non amore ed ho collezionato diversi flirt. Ora però ho conosciuto qualcuno che forse vale la pena ma solo il futuro può dire cosa sarà!
Cambieresti qualcosa della tua vita? no, oggi va bene così. Rimane sempre il desiderio di essere più forte, ma ho fatto tanto per questo e non mi lamento
Di cosa hai paura oggi? ho paura della paura e di ritornare nel confino dell'anno passato, ben conscia però che questa volta sarebbe molto diverso viverlo
Come vedi il tuo futuro oggi? ho imparato a non immaginare più il futuro, va solo vissuto!
3 desideri: 1) questa benedetta laurea; 2) trovare la mia strada nel mondo; 3) avere questa voglia di andare avanti per sempre


"Sono la creatura più felice del mondo.
Forse altri hanno detto la stessa cosa prima, ma nessuno con altrettanto fondamento. Sono anche più felice di Jane: lei sorride soltanto, io rido.
" (Elizabeth Bennet, Orgoglio e Pregiudizio, J.Austen)

 
 
 

La morte della sindrome "femmina"

Post n°185 pubblicato il 20 Agosto 2008 da Lilly_84
 

Mi domandavano l'altro giorno quando le cose si siano trasformate così tanto da lasciare esterrefatta anche la sottoscritta, che generalmente non è mai sorpresa da nulla. Mi interrogavo sulla natura del mio essere donna degli anni 2000 e di come questa mia essenza sia stata formata o ex-ducata (ammazza che forbita, ma tiratela di meno!).
Ho concluso - di nuovo io, è una maledizione credo - anche la parentesi con lo Svarione, troppo sbarbatello per me. Tralasciando quei fatti troppo personali che evito sempre di raccontare qui su queste pagine, voglio soffermarmi invece su un orrido pensiero che mi ha condotta ai 10 secondi più agghiaccianti della mia post adolescenza.
Nel mio ermo solitario vacanziero mi interrogavo su questa relazione e sulla componente maschile che ne faceva parte: carino indubbiamente, un po' scemetto ma è ovvio per un maschio della mia stessa età, con quel risvolto "ho avuto un passato tragico, perdonami" che mi piace tanto, con una innata propensione a fare il pecorone con ogni donna che cammina su questo pianeta. Insomma, la fama non era certo delle migliori e io quasi certamente una delle tacche sulla sua cintura preferita. Ma va bene, alla fine non mi sarei mai messa con uno come lui stabilmente....
....
COSA????? Ci siamo: ecco la prova tangibile della nuova trasformazione dei costumi, dell'emancipazione femminile e del livellamento delle menti. Fantastico, ormai penso come un uomo! Me lo diceva sempre quella acidula di mia mamma, quando anni fa tentava di farmi capire con estremo insuccesso di stare alla larga dal maschio tipo: "Per gli uomini ci sono due tipi di donne: quelle da sposare e quelle da gettare e non c'è possibilità che una faccia parte di una categoria se fa parte dell'altra". Saggia. Forse però non si aspettava che avrei finito per avere la stessa becera classificazione pure io (resto comunque convinta del fatto che, sapendolo, si farebbe delle grasse risate!).
Ebbene si: lo Svarione era quello da non sposare. Troppe donne nel suo presente, troppo "viso da schiaffi", troppo poco affidabile....perchè sprecare tempo? Ma come??????????? Ma non eravamo noi le seguaci dell' io ti salverò, quelle che credevano si potesse tirare margherite da un mucchio di fango, quelle sedotte e abbandonate?
Mi sono sforzata per trovare le tracce della seduzione e dell'abbandono nella mia situazione ma proprio non ci sono
riuscita: niente pianti, manco una fetosa lacrimuccia per aver capito che "lui non potrebbe essere mio nemmeno con tutto il mio amore"; niente Nutella con le amiche, niente lettere bruciate all'ultimo istante prima di farle recapitare, niente film drammatici.
Insomma o sono una insensibile puzzosa (e visto il complesso della mia vita, non direi) o sono tutto quello che ho sempre criticato: per anni mi sono battuta come la più ostinata delle suffraggette per la cancellazione di questa mentalità maschilista e ignorante, per la salvaguardia dell'identità personale oltre gli stereotipi discriminatori...
Siccome è prerogativa delle menti stupidamente intelligenti criticare tutto ciò che anch'esse sono, posso solo trarre da questa storia una morale: o la rivoluzione sessuale ha prodotto dei mostri o lo ha fatto mia madre.
PS: Sono scappata, è vero! Ma alla fine sono partita di nuovo con la famiglia per la solita vacanza tra tende e roulotte: ho approfittato del ritiro dall'umanità nell'ermo dell'Alpe di Siusi in Alto Adige per studiare e quindi mi ritengo molto soddisfatta.

 
 
 

Sui giudizi affrettati: l'effetto primacy

Post n°184 pubblicato il 31 Luglio 2008 da Lilly_84
 

Il signor Darcy ed io non siamo ottimi amici (...) Io mi fido della mia prima impressione e se egli perde la stima di qualcuno la perde per sempre. Come vedete è un caso senza speranza colonnello Fitzwilliam.
(Elizabeth Bennet, Orgoglio e Pregiudizio, BBC version 1995)

Stò preparando un esame per settembre, psicologia sociale, e nelle 500 pesantissime pagine che sto leggendo si parla del cosiddetto effetto primacy. Per farvela breve - anche perchè lunga non mi sopportereste nemmeno 3 secondi temo - siamo molto influenzati dalle prime impressioni che ci facciamo delle persone. La nostra eroina del cuore lo sapeva bene: accecata dal primo rifiuto del suo caro Darcy, si fece guidare dall'onta del disonore e lo giudicò per metà del libro. Anche il nostro Fitz non era da meno: con il suo orgoglioso modo di vedere il mondo non seppe, per buona parte della vicenda, andare oltre le maniere orrende delle sorelle e della madre, finendo per giudicare male anche l'amata.
Siamo quindi davvero così schiavi delle sensazioni a pelle? delle simpatie o antipatie per partito preso? Anche se può sembrarvi strano ci sono fior fiori di studi su questa apparente cattiva abitudine. L'ho definita apparente perchè non è affatto una cattiva abitudine ma bensì una interessantissima dinamica sociale che ci permette di destreggiarci nella giungla del mondo umano.
Prime impressioni. Non so voi, ma io vivo su queste. L'ho sempre fatto e in generale ci ho anche sempre azzeccato, tranne le ovvie e dovute eccezioni. Quando incontro una persona, è inutile dirlo, mi faccio molto guidare dalle sensazioni a pelle che mi trasmette: simpatia, antipatia, feeling recirpoco, ti strozzerei se potessi, ma tiratela di meno, oddio ma sei adorabile, mi incanti quando parli, sono le frasi che dopo 20 minuti di conversazione mi balenano più generalmente in testa.
Non nego di aver cambiato spesso parere di una persona nel corso del tempo, ma devo anche riconoscere che dopo un po' ritornavo della mia idea originaria: oggi scopro che ero schiava dell'effetto primacy.
Ah! Gaudio e giubilio: avrò finalmente una scusante per tutti quelli che mi danno della snob fetosa!
Per autoconservazione della specie umana, l'effeto primacy permette di classificare in categorie mentali le cose e le persone in modo tale da economicizzare i tempi e sopravvivere al caos delle convenzioni sociali. In altre parole, stò primacy ci risolve un po' di bagarre: mettiamo di incontrare la nostra nuova dirigente. Alla prima occhiata si nota che ha una tinta mogano scoloritissima e assolutamente orribile, che è addobbata come un albero di natale dei monili più pacchiani del pianeta, che il tacco 12 che così spavaldamente esibisce è più un incubo che un sogno alla Jimmy Choo. Se ci parla masticando una gomma alla fragola che trasforma il suo alito in esalazione radiottiva e continua a toccarsi i capelli in maniera inconsulta e fastidiosa, cosa penseremmo?? Davvero riusciremmo a non dare giudizi? a non incasellarla provvisoriamente nelle vecchie carrampane giovanilistiche???? Andiamo! Il virtuosismo è l'arma della stupidità: siamo tutti dei fetosi snob! Ma è la natura stessa dell'uomo a crearci così, a farci compiere scelte organizzative piuttosto avventate ma necessarie per la vita nel gruppo sociale. Saremo così più tranquilli quando, finito il colloquio, ci volteremo e ci pregusteremo le mille possibili scene che ci si potranno parare davanti nei mesi avvenire; se avessimo avuto nella stessa scena un personaggio rigoroso e arcigno, altre sarebbero state le nostre conclusioni.
In sostanza: siamo tutti un po' Elizabeth e Darcy, pieni e consapevoli protagonisti della nostra vita, attori egocentrici nelle nostre vicende, spetattori acuti delle vicende altrui. La cosa davvero importante, però, è ricordarsi che per la felicità Lizzie e Fitz hanno dovuto andare oltre le loro prime impressioni e conoscersi.
Leziosismo? No, solo buon senso! Chi mi dice che tra quelli che ho considerato frigidi stronzi non ci sia il mio personale Fitzwilliam???????????

 
 
 
 
 

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