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Proposte contro gli sprechi e i privilegi delle caste

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Costi della politica, le proposte dell'Italia dei Valori

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Parlamento pulito: no a impunita'

Basta! Parlamento pulito                                    
 

PRAGMATISMO

NO ALLE IDEOLOGIE, SI AL PRAGMATISMO.

NUOVA COSTITUZIONE COSTRUITA DAL POPOLO

PER REGOLARE I POTERI DEI PARTITI E DEI POLITICI.

NO AI PRIVILEGI DELLA CASTA DI DECIDERE IL PROPRIO STIPENDIO.

SI AL PRINCIPIO CHE TRA STIPENDIO PIU' BASSO E QUELLO PIU' ALTO

DEVE ESSERCI UN RAPPORTO FISSO.

STIPENDI DEI POLITICI IN MEDIA EUROPEA.

STIPENDIO DEL MANAGER NON SUPERIORE A 13 VOLTE

QUELLO MEDIO DELL'OPERAIO DELLA SUA AZIENDA.

NO ALLE STOCK OPTION

NO ALLA FINANZA CREATIVA, NO AI DERIVATI

 

 Questo sito non rappresenta una testata giornalistica in quanto viene aggiornato senza alcuna periodicita'. Non puo' pertanto considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n. 62 del 7.03.2001 Alcune delle immagini contenute sono prese dal web. Per qualsiasi problema fatemi sapere e verranno rimosse.

 

Messaggi di Luglio 2007

 

Come combattere gli sprechi dei politici

Post n°304 pubblicato il 26 Luglio 2007 da albert.z
 

Per combattere gli sprechi ed i privilegi occorre un'AUTHORITY che controlli preventivamente ogni legge di spesa.

La spesa dei denari pubblici dovrebbe essere controllata dalla Corte dei Conti.

Occorre scrivere nella Costituzione alcuni articoli che regolino i poteri dei politici e quelli della Corte dei Conti.

Articolo 1: Nessun politico o organo elettivo, ha il potere di assegnarsi del denaro.

Articolo2: I politici devono avere uno stipendio sganciato da quello dei magistrati.

Articolo 3: I politici devono inviare le loro richieste alla Corte dei Conti.

Articolo 4: La Corte dei Conti decide gli emolumenti dei politici in base ai seguenti paramentri:

a) media europea degli stipendi dei politici corrispondenti di Francia, Germania e Spagna.

b) entità del debito pubblico

c) inflazione

d) livello degli stipendi dei lavoratori dipendenti rispetto agli altri paesi europei

La Corte dei Conti, apartitica, dovrebbe decidere ed agire solo per il bene pubblico.

La Corte dei Conti deve porre il veto sulle spese decise dalle varie amministrazioni che non sono in linea con le loro strette competenze.

Chi spreca denari pubblici decade automaticamente se va contro la decisione della Corte dei Conti.

 
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FIGLI DI....

Post n°302 pubblicato il 21 Luglio 2007 da albert.z
 

http://www.cittadiniattivi.it/testo.asp?id=1189

CATANZARO - I dialoghi telefonici tra Antonio Saladino, responsabile per il Sud Italia della Compagnia delle Opere (vicina all' Opus Dei, se non sua diretta emanazione) e politici di primo piano, sono decine. Quasi quanti gli «omissis» con cui sono stati coperti nel decreto di perquisizione del pm Luigi de Magistris. Per evitare strumentalizzazioni e polemiche, sostengono i magistrati di Catanzaro.

Le polemiche, tuttavia, sono già esplose ieri sera, quando il ministro della Giustizia, Clemente Mastella, ha detto di aver saputo che oggi «sarebbe potuto toccare a lui».

«Ho avuto notizia - ha detto Mastella - che domani saranno pubblicati dalla stampa brani di conversazioni che sarebbero intercorse tra me e un imprenditore (Saladino, ndr) indagato dall' autorità giudiziaria di Catanzaro, le cui utenze erano evidentemente sottoposte a controllo. Emergerà chiaramente dal contenuto di tali conversazioni la loro assoluta irrilevanza, non avendo mai avuto con l' interessato rapporti di affari». L' inchiesta a cui si riferisce il ministro non è questa sui fondi Ue e il «comitato d' affari» che li piloterebbe, ma un' altra, denominata «Why not», in cui è indagato anche Saladino.

La telefonata tra Saladino e Mastella sarebbe avvenuta a marzo dell' anno scorso e in essa il ministro sarebbe indicato soltanto come «Clemente». Saladino vorrebbe incontrare Mastella lo stesso giorno della telefonata e presentargli due persone. Il ministro acconsente, però vorrebbe ricevere i tre non subito, ma in tarda mattinata. Un orario che per Saladino non va bene e che fa saltare l' incontro. Mastella tuttavia non ha rinunciato alla battuta. «Poiché si indaga su un comitato affaristico-massonico - ha detto - tutti sanno che dal 1947 io sono affiliato alla loggia di Ceppaloni».

L'inchiesta, intanto, continua. Ieri, riflettori puntati su co.co.pro. e «figli di». Ovvero, collaboratori continuativi a progetto e figli di politici, militari e magistrati. Tutti assunti attraverso l' intermediazione di Antonio Saladino.

I «figli di», però, erano più fortunati dei co.co.pro. Loro, sostiene l' accusa, grazie a Saladino venivano assunti e basta. Così, per esempio, i figli dell' ex ministro Giuseppe Pisanu (FI), dell' attuale sottosegretario alle Infrastrutture Luigi Meduri (Margherita) e del consigliere regionale Pino Guerriero (Sdi). E poi tutti gli altri, che pure un pò figli si possono considerare, in quota ai parlamentari, consiglieri e assessori regionali calabresi Fuda (Pdm), Gallo (Udc), Pirillo (Margherita), Acri (Ds), Dima (An), Luzzo (Italia di Mezzo). Gli altri, i co.co.pro. (490, assunti con contratti di lavoro in affitto stipulati da Saladino) DOVEVANO INVECE VERSARE UNA PARTE DELLO STIPENDIO (DAL 15 AL 50%) AL CONSIGLIERE O ASSESSORE REGIONALE (non lo facevano solo in tre: Doris Lo Moro, Chiarella e Magarò) che li aveva chiamati nel proprio staff. Una «trattenuta», dice sempre l' accusa, che variava in base alla «esosità» di chi la riscuoteva.

Tra i più esosi l' assessore regionale Tripodi (Pdci), il vicepresidente della giunta Adamo (Ds, che avrebbe persino un conto corrente cointestato con i co.co.pro. del suo staff), il deputato Morrone (Udeur) e IL CONSIGLIERE FERAUDO (ITALIA DEI VALORI).

Intanto, Piero Fassino chiede «accertamenti rapidi» e il segretario Udc, Lorenzo Cesa, dice: «Ho le mani pulite». (Carlo Vulpio)

 
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pensioni: nuove regole

Post n°301 pubblicato il 20 Luglio 2007 da albert.z
 

- COSTO RIFORMA: 10 MILIARDI IN 10 ANNI: Il costo previsto della riforma è di 10 miliardi in dieci anni e le risorse saranno trovate all'interno del sistema previdenziale.


ETA' VECCHIAIA DONNE RESTA A 60 ANNI: l'età di pensionamento di vecchiaia delle donne resta a 60 anni, anche se una Commissione potrà valutare la possibilità di prevedere alcune finestre per l'uscita verso la vecchiaia.

TROVO OFFENSIVO DEFINIRE VECCHIA UNA DONNA DI 60 ANNI.

NATURALMENTE, DOPO AVER PERSO L'APPOGGIO DELLA GENTE, CON UNA RAFFICA PAZZESCA DI TASSE, IL GOVERNO PRODI CERCA DI RECUPERARE QUALCHE VOTO DALLE "VECCHIE" 60 ENNI CHE A 60 ANI SI PRENDONO LA PENSIONE DI VECCHIAIA.

 NUOVI COEFFICIENTI PARTONO DA 2010: Si partirà dai coefficienti così come modificati dal Nucleo di valutazione della spesa previdenziale (e ancora non applicati), ovvero dalla revisione al ribasso del 6-8%. Questa cifra sarà discussa da una Commissione e potrà essere modificata prendendo una decisione entro il 2008. Comunque l'applicazione dei nuovi coefficienti partirà nel 2010. Da quel punto in poi sarà triennale e automatica.


AI GIOVANI TOCCHERA' UNA PENSIONE INFERIORE DEL 6-8%.

SI ANDRA' IN PENSIONE DA LAVORO PIU' TARDI RISPETTO AD OGGI, MA PER QUALCHE ANNO SI ANDRA' PRIMA RISPETTO ALLA RIFORMA MARONI:

- 58 ANNI DAL 2008: nel 2008 si potrà andare in pensione a 58 anni di età e con 35 di contributi (inferiore quindi ai 60 previsti dallo scalone Maroni).

- QUOTA 95 DAL LUGLIO 2009 CON ALMENO 59 ANNI ETA', 61 dal 2013: dal luglio 2009 si potrà andare in pensione con una somma tra età anagrafica e anni di contributi pari a 95 ma con almeno 59 anni di età. Dal primo gennaio 2011 la quota passa a 96 (con almeno 60 anni di età) mentre dal primo gennaio 2013 la quota diventa 97 (con almeno 61 anni di età). Prima dell'ultima quota andrà fatta una verifica sui risparmi: se fossero significativi la quota 97 potrebbe essere esclusa.

- AUTONOMI SI LAVORA UN ANNO IN PIU': l'età necessaria alla pensione di anzianità è per i lavoratori autonomi sempre un anno superiore a quella dei lavoratori dipendenti.

- ESCLUSI DA AUMENTO ETA' 1,4 MILIONI DI LAVORATORI IMPEGNATI IN ATTIVITA' USURANTI: Saranno esclusi dall'aumento dell'età i lavoratori impegnati nelle attività usuranti previste dalle norme del 99 (come quelli che lavorano nelle miniere e nelle cave) ma anche quelli impegnati su tre turni e quelli con attività "vincolate" (come la catena di montaggio). Il Governo calcola che si tratti di 1,4 milioni di lavoratori complessivi pari a circa 5.000 uscite l'anno.

- CON QUARANTA ANNI CONTRIBUTI SI ESCE CON QUATTRO FINESTRE: chi ha maturato 40 anni di contributi non subirà la riduzione da quattro a due finestre, prevista dalla legge Maroni, ma potrà continuare a uscire dal lavoro con quattro finestre l'anno (gennaio, aprile, luglio e ottobre, invece che solamente gennaio e luglio).

 
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Lettera di MARCO TRAVAGLIO

Post n°299 pubblicato il 18 Luglio 2007 da albert.z
 

Previticristosocrate e il Cavalier Prescritto.
“Lunedì, per convincere la giunta per le elezioni della Camera a conservare la poltrona, lo stipendio e la pensione al suo cliente pregiudicato e interdetto Cesare Previti, l’avvocato Giovanni Pellegrino (che è anche ex senatore Ds e presidente Ds della provincia di Lecce) l’ha paragonato a Gesù Cristo e a Socrate. Venerdì Previti, in arte Socrate, in arte Cristo, è stato condannato definitivamente dalla Cassazione a 1 anno e 6 mesi nel processo Mondadori, in aggiunta ai 6 anni già totalizzati nel processo Imi-Sir (i 5 anni subìti in appello nel processo Sme-Ariosto cadranno a giorni in prescrizione grazie a un’altra sezione della Cassazione, che ha avuto la bella pensata di mandare il processo a Perugia proprio sul filo di lana).
Grazie a due leggi vergogna – la ex Cirielli e l’indulto – e a un regolamento-vergogna, Previticristosocrate non sconta la pena in carcere, ma a Montecitorio, anche se è provvisoriamente agli arresti domiciliari. Ma non è il suo destino l’aspetto più importante dell’ultima sentenza. E’ il contenuto, che ha accertato ormai definitivamente come andarono le cose nella “guerra di Segrate” che a cavallo degli anni 80 e 90 oppose la Cir di Carlo De Benedetti alla Fininvest di Silvio Berlusconi. Per una complicata controversia di accordi e pacchetti azionari, sia l’Ingegnere sia il Cavaliere sostenevano di essere i padroni della Mondadori, il primo gruppo editoriale italiano che controllava, oltre al settore libri, La Repubblica, l’Espresso, Panorama, Epoca e 15 giornali locali. Si affidarono dunque a un arbitrato super partes, che nel 1990 – col famoso “lodo Mondadori” - diede ragione a De Benedetti. Allora Berlusconi rovesciò il tavolo e impugnò il lodo dinanzi alla Corte d’appello di Roma. Questa, con una sentenza firmata dal giudice Vittorio Metta il 24 gennaio 1991, annullò il lodo e consegnò la Mondadori a Berlusconi. Per la gioia di Bettino Craxi, che spense così la principale voce di opposizione al regime del Caf. Mesi dopo, Andreotti costrinse Berlusconi a restituire una parte del maltolto (Espresso, Repubblica e giornali locali) al legittimo proprietario. Poi, nel 1995, grazie alle rivelazioni di Stefania Ariosto, il pool di Milano cominciò a indagare sulle sentenze comprate da Previti e scoprì che lo era pure quella del giudice Metta su Mondadori (come quella di tre mesi prima, firmata dallo stesso Metta, sull’Imi-Sir): all’indomani del verdetto, la Fininvest bonificò 3 miliardi di lire a Previti che, tramite altri due avvocati berlusconiani, fece arrivare 400 milioni in contanti a Metta. Il quale poi lasciò la magistratura, divenne avvocato, e indovinate in quale studio andò a lavorare con la figlia Sabrina? Ma nello studio Previti, ovviamente.
Berlusconi è uscito dal processo col solito grimaldello: attenuanti generiche e prescrizione del reato. Previti, Metta e gli altri due avvocati imputati (Pacifico e Acampora), invece, sono stati condannati per corruzione. Ma nella sentenza d’appello, confermata venerdì dalla Cassazione, si afferma che il Cavaliere aveva “la piena consapevolezza che la sentenza era stata oggetto di mercimonio”. Del resto, “la retribuzione del giudice corrotto è fatta nell’interesse e su incarico del corruttore”, cioè dell’attuale capo dell’opposizione. Il quale, dunque, da 17 anni controlla e utilizza abusivamente una casa editrice e i suoi giornali per accumulare miliardi e consensi politici. De Benedetti gli chiederà, in separata sede civile, un risarcimento di 1 miliardo di euro. L’altra sera, a Rovigo, don Luigi Ciotti ha ricordato che nell’ultima finanziaria il governo ha approvato l’estensione del sequestro dei beni, finora previsto per i mafiosi, anche ai corrotti e ai corruttori. Sarebbe forse il caso di confiscare la Mondadori a colui che, nel 1991, la rubò. E di raccontare agl’italiani l’odore dei soldi e dei giornali del Cavaliere. Ma forse la seconda impresa è più ardua della prima: il Tg5 del neodirettore Mimun, venerdì sera, non ha dedicato nemmeno un servizio alla sentenza. E né il Corriere della Sera, né il Messaggero, né La Stampa ne hanno dato notizia in prima pagina. In fondo Berlusconi ha solo rubato il primo gruppo editoriale italiano a un concorrente: che sarà mai.”
Marco Travaglio

 
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Istituire il notaio comunale

Post n°298 pubblicato il 14 Luglio 2007 da albert.z
 
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Per abbattere i costi notarili, i Comuni possono fornire a pagamento, e solo ai propri residenti, servizi notarili. A cura del Segretario Comunale o di una nuova figura (vice segretario?).

 
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CONSIGLIO DEI MINISTRI APPROVA DDL SU TAGLI COSTI DELLA POLITICA

Post n°297 pubblicato il 13 Luglio 2007 da albert.z
 

Sono previsti risparmi per oltre 500 milioni di euro
 
ARTICOLI A TEMA

Roma, 13 lug. (APCom) - Il Consiglio dei ministri ha approvato il Ddl sulla riduzione dei costi della politica e per la promozione della trasparenza. Il provvedimento, a quanto si apprende, consentirà un risparmio, a regime, di ben oltre 500 milioni di euro.

I principi contenuti nell'accordo confluiranno, nelle parti di competenza statale, in appositi provvedimenti legislativi a partire dal ddl sul contenimento dei costi politico-amministrativi che sarà approvato domani dal Consiglio dei ministri. Mentre per le parti di competenza regionale saranno autonomamente attuati dalle Regioni. Tra i punti dell'accordo:

riduzione del numero dei ministeri con ritorno all'originario testo del dlgs 300/99;

ripristino del numero dei consiglieri regionali, in linea con quanto previsto dalla legge 108/68 in proporzione al numero degli abitanti, nel rispetto dell'autonomia delle assemblee regionali;

riduzione del numero dei consiglieri provinciali e comunali;

riduzione e razionalizzazione delle circoscrizioni municipali e razionalizzazione dei compensi dei componenti di tali organismi;

riduzione del numero dei comuni montani, attraverso la formulazione di nuovi criteri di montanità, e dei componenti degli organi delle comunità montane;

riduzione del numero degli assessori regionali, provinciali e comunali in rapporto al numero dei consiglieri;

riduzione dei componenti e dei compensi degli amministratori delle società pubbliche statali;

eliminazione delle duplicazioni di enti e associazioni di comuni che operano nello stesso territorio;

riordino e/o soppressione di enti pubblici;

trasparenza delle cariche e degli emolumenti (benefit compresi);

attivazione, presso la Conferenza unificata, della Cabina di regia per la riduzione dei costi amministrativi con il compito di monitorare le iniziative dei diversi livelli di governo.

Il governo si impegna inoltre a promuovere le intese necessarie a favorire la riduzione dei parlamentari e auspica che le Camere nella loro autonomia adottino le misure necessarie a rendere effettivo il contenimento dei costi della rappresentanza politica.

PER ORA E' TROPPO POCO!!!

LA META E' ARRIVARE A RIDURRE LE SPESE DA 4 MILIARDI DI EURO A 1 MILIARDO DI EURO.

 
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SCRIVETE AI PARLAMENTARI

Post n°296 pubblicato il 13 Luglio 2007 da albert.z
 
Foto di albert.z

CHIEDO: 1) ABOLIRE LE PROVINCE, RIDURRE ALLA META' I PARLAMENTARI,I  CONSIGLIERI  COMUNALI E REGIONALI
2) ABOLIRE I CONSIGLI DI CIRCOSCRIZIONE NELLE CITTA' CON MENO DI 300.000 ABITANTI.
3) ABOLIRE I COMUNI CON MENO DI 2.000 ABITANTI E GLI ENTI INUTILI ISTITUITI         PER  DISTRIBUIRE GETTONI DI PRESENZA
4) ABOLIRE I PRIVILEGI E STIPENDI NELLA MEDIA EUROPEA ( MEDIA DEGLI STIPENDI DEI PARLAMENTARI FRANCESI, SPAGNOLI E TEDESCHI,  con un max di 7500 euro, ufficio e viaggi gratuiti, segretario pagato direttamente dal Parlamento)
5) PENSIONI CON LE REGOLE DEI CITTADINI, MA PERCEPITA DOPO I 65 ANNI ED ALMENO 5 ANNI DI LEGISLATURA, TRA I 150O EURO MENSILI, PER UNA LEGISLATURA E I 6000 EURO PER 4 LEGISLATURE PIENE, CIOE' 20 ANNI.
6) IMPEDIRE AI VARI CONSIGLI REGIONALI, PROVINCIALI, COMUNALI,  DI DECIDERE IL NUMERO DEGLI ASSESSORATI, DI DECIDERE IL NUMERO DEI CONSIGLIERI, DI FARSI LO STIPENDIO O FARSI LE REGOLE PER LA PENSIONE: DEVE ESSERE UN ORGANO SUPERIORE A DECIDERE.  
7) PER I PARLAMENTARI GLI STIPENDI DEVONO ESSERE APPROVATI DALLA CORTE DEI CONTI, SU PROPOSTA DEL PARLAMENTO.  GLI STIPENDI DEI POLITICI DEVONO ESSERE SGANCIATI DA QUELLI DEI MAGISTRATI.
8) RIDURRE DRASTICAMENTE LE SPESE, ALMENO IL 50%', PER LA PRESIDENZA DELLA REPUBBLICA. 
9) NESSUNO DEVE ESSERE ELETTO IN PARLAMENTO O NEGLI ALTRI ORGANI ELETTIVI PER PIU' DI 20 ANNI.
10) GLI EX PRESIDENTI DELLA REPUBBLICA, DOPO IL MANDATO DI 7 ANNI, RIENTRANO IN PARLAMENTO SOLO FINO A FINE LEGISLATURA.  POI, O SONO RIELETTI, O DIVENTANO CITTADINI COMUNI.
11) NON SI PUO' CANDIDARE CHI E' TITOLARE DI UNA CONCESSIONE DI UN BENE PUBBLICO O E' UN GROSSO INDUSTRIALE O UN EDITORE,I CONDANNATI PER CORRUZIONE E PER REATI CONTRO LO STATO NON SONO CANDIDABILI.

 
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AVVISO AI LETTORI

Post n°295 pubblicato il 12 Luglio 2007 da albert.z
 
Foto di albert.z

CARI LETTORI, CARI BLOGGERS,

SE IL GOVERNO, NELLA PERSONA DEL MINISTRO SANTAGATA, STA TENTANDO DI FARE UNA LEGGE CHE TAGLI QUALCHE SPRECO, CIO' E' DOVUTO ALLA PRESSIONE DELL'OPINIONE PUBBLICA, CHE SI MANIFESTA ATTRAVERSO LE LETTERE AI GIORNALI, LE INTERVISTE MOSTRATE IN TV, LE E-MAIL MANDATE AI MINISTRI, AI SENATORI ED AI DEPUTATI.

CIO' CHE VUOL FARE SANTAGATA E' ANCORA TROPPO POCO.

SE DI PIETRO E ALEMANNO VOGLIONO PRESENTARE DELLE PROPOSTE MIGLIORATIVE PER RIDURRE MAGGIORMENTE I PRIVILEGI E GLI SPRECHI, CIO' E' DOVUTO ALLE E-MAIL CHE ALCUNI BLOGGERS E CITTADINI COMUNI MANDANO A COSTORO.

SCRIVETE E VINCEREMO. SE SIAMO IN TANTI LA VITTORIA E' SICURA. SE SIAMO IN POCHI, PASSATA LA BUFERA, CONTINUERA' TUTTO COME PRIMA.

DIPENDE DA VOI.

IO FACCIO CIO' CHE POSSO. SENZA UN NUMERO ADEGUATO DI GENTE CHE PROTESTA NON OTTERREMO LA DIMINUZIONE DEGLI SPRECHI, LA DIMINUZIONE DEI PRIVILEGI, LA DIMINUZIONE DELLE TASSE, IL RISPETTO DELLE ISTITUZIONI.

DOBBIAMO FAR CAPIRE CHE SIAMO MATURI PER LA DEMOCRAZIA VERA: CIOE' LA REALIZZAZIONE DELLA VOLONTA' POPOLARE. FACCIAMOGLI SENTIRE IL FIATO SUL COLLO: SCRIVETE E-MAIL PROTESTANDO DI ELIMINARE GLI SPRECHI E I PRIVILEGI.

4 E-MAIL GIORNO NON SONO UN GRAN SACRIFICIO, MA DA MILLE BLOGGERS SONO 4 MILA E-MAIL CHE FARANNO BRECCIA NELLA LORO COSCIENZA.

 
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Contro i privilegi. ASSE DI PIETRO-ALEMANNO

Post n°294 pubblicato il 12 Luglio 2007 da albert.z
 

L’asse Di Pietro-Alemanno contro i costi della politica Il leader dell’Idv e il deputato di An d’accordo: serve un’Authority indipendente di controllo Dibattito nella sala Angiolillo di palazzo Wedekind. Presente anche il vicecoordinatore azzurro Cicchitto LA POLITICA deve ripartire dall’umiltà. Dall’autocontrollo, dalla possibilità di restituirsi credibilità agli occhi del cittadino. Soprattutto lo deve fare creando una Authority indipendende che controlli la trasparenza dei costi. Che verifichi l’eleggibilità. Le incompatibilità. I conflitti d’interessi. Il tutto ricreando un bipolarismo che possa costruire senza distruggere. Mite e pronto ad accogliere proposte opposte. E per farlo, questo bipolarismo, deve essere allargato. Per essere allargato, uno dei primi passi, sarà portare avanti la battaglia sul referendum elettorale. O almeno queste sono le speranze di Gianni Alemanno e del ministro Antonio Di Pietro. Nella sala Angiolillo di palazzo Wedekind il direttore de Il Tempo Giuseppe Sanzotta ha moderato il dibattito - dal titolo «Politica/Antipolitica» - organizzato dalla Fondazione Nuova Italia del presidente Alemanno. Al confronto, oltre al ministro delle Infrastrutture e il deputato di Alleanza nazionale, erano presenti il vicecoordiantore nazionale di Forza Italia Fabrizio Cicchitto, il direttore de Il Riformista Paolo Franchi ed Enrico Cisnetto, presidente di Società Aperta. L’ex ministro An delle Politiche agricole, dopo essersi detto più volte favorevole al referendum e aver riscontrato un trasversale consenso, ha posto sul tavolo 10 punti. Tra questi uno è particolarmente piaciuto a Di Pietro: la creazione di una specifica autorità indipendente per regolare l'attività politica, che verifichi la trasparenza e i costi della rappresentanza politica nel complesso. Di Pietro sottolinea il fatto che anche l’Idv ha presentato un disegno di legge su questo tema: «Per cui - propone - prendiamo questi disegni di legge di "buona volontà" e mettiamoli insieme in un unico disegno di legge. Dopo, creiamo un intergruppo delle riforme e alla fine chiediamo alla Conferenza dei presidenti di metterle all’ordine del giorno per discuterle in Parlamento». «Accolgo la proposta del ministro Di Pietro», ha assicurato Gianni Alemanno. E la grande sfida di Sanzotta di tenere in piedi un confronto bipartisan ha centrato il bersaglio. È stata l’occasione per sperimentare una maggioranza trasversale che possa mettere all’ordine del giorno dell'agenda politica le proposte per uscire dalla crisi. E il manifesto di Alemanno prosegue: «imporre per legge un tetto massimo di spesa per il funzionamento degli organi istituzionali»; «applicazione rigorosa e sancita per legge del principio di sussidiarietà nello svolgimento di ogni attività della pubblica amministrazione». Poi torna sulla necessità di istituire l’Authority. Il ragionamento ruota intorno a quella che ormai comunemente viene chiamata «casta». Anzi le caste, come precisa Cicchitto che ricorda come «non sono solo i politici ad essere dei privilegiati, ma anche molte altre categorie». Solo che i politici, avverte Alemanno, «devono dare l'esempio, recuperare la sobrietà come stile, come scelta di comportamento». «Troppo spesso - dice Di Pietro - si sente denigrare l'antipolitica. Ma non ci sarebbe l'antipolitica se non ci fosse un malfunzionamento della politica. Facciamoci carico di correggere le distorsioni del sistema». Un compito che spetta a tutti. E come sottolineato anche da Cisnetto, se per creare una costituente ci vuole una larga maggiornza, la strada è una grande coalizione. «Beh, spero un giorno di far parte dello stesso polo di Di Pietro», ha detto sorridendo Alemanno.

 
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V come Previti

Post n°293 pubblicato il 12 Luglio 2007 da albert.z
 

Vaffa-Previti.jpg
foto di atelierfederico

Dopo Socrate c’è lui. E’ un ex patrimonio del Parlamento. Si chiama Previti.
La Giunta per le elezioni della Camera si è pronunciata per il suo esilio da Montecitorio. Di Pietro gli ha offerto la cicuta, ma lui ha optato per un buon sigaro.
I suoi difensori hanno speso per lui le più nobili parole, del tutto degne di un corruttore di giudici. L’ex comunista Sandro Bondi ha denunciato “la decisione politica, su basi giustizialiste”. L’ex piduista Cicchitto ha parlato di “tappe bruciate” (dopo 13 mesi...), e di “vendetta” e “sacrifici umani”. Anche Pecorella si è sfogato: “E’ un atto politico che contrasta con il buon senso e con la giustizia”.
L’autodifesa dei 14.000 euro al mese da deputato da parte di Cesare è stata alta: “Se seguirete il diritto la vostra sentenza sarà giusta, altrimenti vi aggiungerete anche voi alla schiera dei miei persecutori, che sono riusciti a mandarmi in carcere”. Undici deputati, tra cui Maroni che ha pianto di commozione, hanno accolto il suo grido di dolore e hanno votato contro. I loro nomi meritano di essere citati e ognuno dovrebbe ricevere una mail di commento dai cittadini.

1. BRUNO Donato ( FORZA ITALIA ) bruno_d@camera.it
2. MARONI Roberto ( LEGA NORD PADANIA ) MARONI_R@camera.it
3. BOSCETTO Gabriele ( FORZA ITALIA ) BOSCETTO_G@camera.it
4. CONSOLO Giuseppe ( ALLEANZA NAZIONALE ) consolo_g@camera.it
5. FONTANA Gregorio ( FORZA ITALIA ) fontana_g@camera.it
6. GAMBA Pierfrancesco Emilio Romano ( ALLEANZA NAZIONALE ) gamba_p@camera.it
7. GARDINI Elisabetta ( FORZA ITALIA ) gardini_e@camera.it
8. PECORELLA Gaetano ( FORZA ITALIA ) pecorella_g@camera.it
9. VERDINI Denis ( FORZA ITALIA ) verdini_d@camera.it
10. BARBIERI Emerenzio ( UDC ) barbieri_e@camera.it
11. DELFINO Teresio ( UDC ) delfino_t@camera.it

Composizione Giunta per le elezioni
Testo incontro Giunta

V-day:
1. Partecipa al V-day
2. Scarica il volantino
3. Inserisci le tue foto su www.flickr.com con il tag: Vaffa-day

Postato da Beppe Grillo alle 17:18 in

 
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IN VENETO QUALCHE PASSO INDIETRO; MA......

Post n°292 pubblicato il 12 Luglio 2007 da albert.z
 

Il governatore Giancarlo Galan non partecipa al voto: «Troppa ipocrisia, i vantaggi ci sono e ci saranno sempre»
Venezia

Il Veneto dà una sforbiciatina ai costi della politica cancellando i benefici della "leggina di mezzanotte" con la quale lo scorso dicembre il consiglio regionale aveva arricchito il trattamento previdenziale dei consiglieri, ma il governatore Giancarlo Galan grida all'ipocrisia e non partecipa al voto. Si è consumato così a palazzo Ferro Fini, dopo quattro ore e mezzo di dibattito, con una votazione praticamente unanime (tre sole astensioni) il primo capitolo di una vicenda che in Veneto era partita in sordina in una notte d'inverno quando con un voto distratto l'aula diede via libera a una riforma delle pensioni e soprattutto del trattamento di fine mandato dei consiglieri.

Ora le cose sono tornate come prima con qualche aggiustatina in peggio: l'età pensionabile salirà a 65 anni, per avere diritto alla pensione ci vorranno almeno 30 mesi di contribuzione, rincara per i consiglieri l'assicurazione per l'assistenza sanitaria integrativa, il tfr sarà calcolato al massimo su dieci anni di mandato, sparisce il contributo per le spese di malattia e funerarie. Ma c'è anche qualche novità come l'eliminazione dell'indennità di carica per gli assessori esterni e il riconoscimento della pensione ai conviventi more uxorio, applicazione antesignana dei Dico. Nessun taglio, però, alle indennità che pure il Veneto ha già decurtato del 10 per cento in applicazione della legge finanziaria nazionale del 2006. «Le altre parti delle proposte - ha assicurato il relatore Carlo Alberto Tesserin (Forza Italia) - non sono state abbandonate ma attendiamo direttive nazionali dal Governo. Quello che preoccupa è l'atteggiamento della gente tra la quale serpeggia una criminalizzazione degli operatori della politica».

Il voto dei singoli articoli e degli emendamenti è filato via liscio come l'olio in una sorta di "patto del silenzio". Chi non è stato zitto è stato invece il governatore Giancarlo Galan che ha aperto le dichiarazioni di voto. «Troppa ipocrisia - ha tuonato - Questo dibattito non mi è piaciuto e mi sarei aspettato un atteggiamento diverso dal presidente di questo consiglio, che lo difendesse dalle accuse di sperpero». Marino Finozzi, seduto giusto dietro Galan, si è fatto scuro in volto ma il governatore ha incalzato: «Mi sarei aspettato che spiegasse che secondo uno studio del Cnr nel 2003 il costo pro capite per un cittadino veneto dell'intera sfera di attività della Regione è stato di 2.246 euro, il 24 per cento in meno della media calcolata fra tutte le Regioni italiane che supera invece i 2.900 euro».

È giù a snocciolare dati su dati: ogni cittadino veneto, per le retribuzioni del personale e i costi relativi agli organi istituzionali della Regione, spende 57 euro all'anno contro una media di 89 euro per le Regioni ordinarie e di 158 se si calcolano anche le Regioni a Statuto speciale; le spese sostenute per il funzionamento degli organi istituzionali (giunta e consiglio) sono aumentate in Veneto dal 2004 al 2007 del 4,3 per cento, meno del tasso di inflazione del triennio, laddove in Puglia hanno raggiunto il 78,3 e in Lombardia il 40,6; il Veneto ha un consigliere regionale ogni 1.266 abitanti contro i 28.230 della Valle d'Aosta o i 9.348 del Molise; e ancora il Veneto ha 59 dipendenti regionali ogni 100mila abitanti contro una media nazionale di 114 e i picchi di 2.471 della Valle d'Aosta e di 1.619 del Trentino Alto Adige.

«E oggi ci mettiamo la coscienza a posto? - si è chiesto il governatore - Sapendo lo spreco di aziende municipalizzate che si occupano tutte della stessa cosa? Abbiamo la coscienza a posto se pensiamo ai consigli di amministrazione delle società autostradali? O vogliamo parlare delle Province? I privilegi ci sono e ci saranno sempre: l'unica cosa che possiamo fare è rendere chiaro alla gente quanto guadagniamo e i miei statini sono a disposizione di tutti. Nei nostri stipendi non c'è nessuno scandalo nè in quelli dei manager che chiamiamo a dirigere le nostre aziende».

È seguito il dibattito. Secondo Mariangelo Foggiato (Pne) la riduzione del trattamento pensionistico sommata al taglio del 10 per cento delle indennità di carica porta a un risparmio di quasi il 20 per cento. Achille Variati (Ulivo-Pdv) ha parlato di «piccolo e doveroso segnale per contrastare un clima diffuso di delegittimazione delle istituzioni». Per Mara Bizzotto (Lega) la legge «è un passo importante, mi auguro non l'ultimo, che conferma che il Veneto è una Regione virtuosa». Damiano Rossato (Italia dei valori) ha parlato di «scatto d'orgoglio che fa onore all'assemblea veneta». «Un buon primo passo, basta che non rimanga un messaggio nella bottiglia» ha osservato Raffaele Zanon (An). Gianfranco Bettin (Verdi) ha invitato ad avere il coraggio di «disboscare il sottobosco» della classe politica veneta che non coincide con i 60 consiglieri e i 12 assessori regionali. «Oggi con questa legge il consiglio regionale dà una risposta politicamente e culturalmente onesta sapendo che c'è ancora molto da fare per restituire alla politica il ruolo di principale centro decisionale che è proprio delle democrazie» ha osservato Nereo Laroni (Nuovo Psi). Pietrangelo Pettenò (Rc) ha parlato di «piccolo e doveroso passo», Onorio De Boni (Udc) di «segnale che spero possa essere recepito dai cittadini». Nicola Atalmi (Pdci) ha invitato a ragionare su un risparmio più complessivo sui costi della politica, Marco Zabotti (Per il Veneto con Carraro) ha spiegato la propria astensione perchè in disaccordo con l'estensione del trattamento di reversibilità anche al convivente. Polemico, infine, Carlo Covi (Pse) che se l'è presa con «l'ondata di qualunquismo che finisce per dettare la nostra agenda politica».

Giuseppe Tedesco

RIMANGONO TROPPI PRIVILEGI.

INOLTRE SI SONO APPROVATI UN ALTRO PRIVILEGIO, NON CONSENTITO AL POPOLO: LA PENSIONE DI REVERSIBILITA' ALLA CONVIVENTE!!!!

FANNO UN GRAN SCHIFO!!!!!!

Per informazioni sugli sprechie privilegi vedi:

http://www.cittadiniattivi.it/testi_adv.asp?temi=29&contesto=COSTI+E+PRIVILEGI+DELLA+POLITICA

Se volete sapere come spendono i nostri soldi la regione VENETO, andate su:

http://www.movimentoantisprechieprivilegi.com/veneto.htm

per le Vergone dei politici:

http://www.movimentoantisprechieprivilegi.com/vergogne.htm

 
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MEDICI ISLAMICI PER I PARLAMENTARI CHE MANGIANO A SPESE DEL CONTRIBUENTE

Post n°291 pubblicato il 06 Luglio 2007 da albert.z
 
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CARI AMICI,

DOBBIAMO COMBATTERE I RAZZISMI, GLI ODI ETNICI E RELIGIOSI.

PROPONGO DI SCRIVERE AL GOVERNO, AL MINISTRO LIVIA TURCO, AI PRESIDENTI DELLA CAMERA E DEL SENATO, CHE TRA I PRIVILEGI DA ASSEGNARE AI POLITICI ITALIANI, MANCA UNA SQUADRA DI MEDICI ISLAMICI ( ISLAMICI PER DIMOSTRARE CHE I PARLAMENTARI NON SONO IN PREDA A PREGIUDIZI ), AL SERVIZIO DEI PARLAMENTARI.

MEGLIO SE QUESTI MEDICI PRESENTANO IL CURRICULUM, CON CUI ATTESTANO LA LORO SICURA PREPARAZIONE RELIGIOSA IN QUALCHE MADRASSA IN CUI SI STUDIA IL CORANO. SPERIAMO CHE LI ASSUMANO PRESTO, DATO CHE I PARLAMENTARI MANGIANO PAGANDO 5 EURO CIO' CHE COSTA 90 EURO. INDOVINATE CHI PAGA GLI ALTRI 85 EURO? ESATTO! PROPRIO NOI.

SCRIVETE NUMEROSI, PER DIMOSTRARE CHE NON SIAMO UN POPOLO DI RAZZISTI.

 
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BERLUSGATE

Post n°290 pubblicato il 06 Luglio 2007 da albert.z
 
Foto di albert.z

Premesso che:
- Il Csm, il consiglio superiore della magistratura, ha denunciato il Sismi per aver spiato le procure della Repubblica di Milano, Roma, Torino e Palermo, sorvegliando le iniziative di 47 magistrati italiani, con lo scopo di intimidirli e screditarli con azioni “anche traumatiche” e, inoltre, ha spiato 156 magistrati europei
- Tra i magistrati spiati alcuni erano impegnati in processi che vedevano coinvolti esponenti del centro destra
- Tra i magistrati spiati vi sono Bruti Liberati, Colombo, D’Ambrosio, Ingroia, Caselli, Bocassini, Davigo, Greco, Paciotti ...
- La denuncia è stata votata all’unanimità e nella sostanza avallata, dal presidente della Repubblica, nella sua veste di presidente del Csm
- Nella denuncia del Csm è riportato che il Sismi svolse un compito “estraneo alle sue attribuzioni e alle sue competenze” in quanto doveva “vigilare sull’integrità di uno Stato e non garantire la stabilità del governo contingente”
- Il Sismi, il servizio segreto militare italiano, dipende direttamente dal Ministro della Difesa al quale compete di stabilirne l'ordinamento, curarne l'attività sulla base delle direttive impartite dal Presidente del Consiglio
- Il Sismi ha esercitato questa attività illegale dal 2001 al 2006 durante il governo Berlusconi
- Titolare del Sismi era Nicolò Pollari, ministro della Difesa Antonio Martino e presidente del Consiglio Silvio Berlusconi

delle due l’una:
- il Csm ha preso un colpo di sole
- Pollari, Martino e Berlusconi sono coinvolti nel più serio atto di eversione contro la democrazia in Italia.

Il Watergate al confronto fu una sciocchezza. Nixon uno che rubava le caramelle ai bambini. Lo scandalo scoppiò allora grazie ai reporter Bob Woodward e Carl Bernstein del Washington Post. In Italia c’è voluto il CSM. E nessun senatore o deputato, tranne un paio, si scompone. Intanto Pollari si difende sul Tg5 dello psiconano: “Mai svolte attività illecite”.
Oggi il Parlamento è tranquillo. Una bella giornata di luglio in attesa delle ferie, prima di mettere la mordacchia ai giudici con la nuova legge ceppalonica e di vietare la pubblicazione delle intercettazioni dei politici.
Nelle dittature si sa chi abbiamo di fronte, nella pseudo democrazia italiana neppure quello.

da www.beppegrillo.it

 
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CI VORREBBE GARIBALDI

Post n°289 pubblicato il 06 Luglio 2007 da albert.z
 
Tag: TASSE
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Se tutti pagassero le tasse, potremo pagare molto meno tutti.

Per riformare l'Italia occorrerebbe che all'improvviso nascessero tanti Garibaldi. Garibaldi combattè, rischiando continuamente la vita, non per denaro, ma per amore della Giustizia. In Lui si materializzava l'onestà, la lealtà, i principi di uguaglianza, fratellanza, la sete di giustizia sociale, mescolati con il coraggio e la dignità.

Confrontando i politici italiani con Lui, ci scopriamo guidati da una masnada di arraffoni, di condannati, di gruppi di potere che governano per arricchirsi, per dare privilegi a se ed agli amici. Le varie leggi, che hanno fatto, a partire dalla legge elettorale, da loro stessi definita " una porcata", servono per mantenersi al potere o per limitare la probabile sconfitta elettorale, dopo anni di leggi fatte per arricchire il capo della loro " banda", il quale ha l'astuzia tipica dell'imbroglione: far passare per bene comune leggi inique che lo favoriscono.

I Beppe Grillo, i Travaglio, e tutti i vari giornalisti onesti come Montanelli e Biagi ed altri, non sono riusciti ad aprire gli occhi agli italiani. Viviamo ancora in piena prima Repubblica con i gruppi politici che legiferano per scopi elettorali cioè per mantenersi al potere.

Pur avendo un sostanzioso contributo pubblico, i partiti ricercano altri soldi, compiacendo le lobby degli industriali, dei commercianti, dei liberi professionisti, che non vogliono pagare le tasse.

A parole promettono che combattono l'evasione fiscale, ma poi se scoprono un commerciante a non fare lo scontrino non succede quasi niente. In America chi evade va in galera. Quì diventa il candidato ideale da votare. ( Ogni riferimento a  Berlusconi, è puramente voluto:

http://www.corriere.it/Primo_Piano/Politica/2005/07_Luglio/16/alfiere.shtml

http://www.fisicamente.net/portale/modules/news/article.php?storyid=272  )

Prodi e Visco avevano promesso una lotta vera all'evasione fiscale. Stiamo ancora aspettando qualcosa di efficace e non le solite finte.

Per fare qualcosa di serio bisognerebbe che fossero proibiti i contributi dei privati ai partiti.

Ci vorrebbe solo il finanziamento pubblico, controllato ed equo. L'unico finanziamento privato dovrebbe venire dalle tessere. Finché i vari gruppi di potenziali evasori, finanzieranno i partiti la lotta all'evasione sarà finta.

(A proposito di Garibaldi. Non è colpa sua se gli italiani sono mal governati e se non siamo uno stato federale. )

 
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Tanti evasori perché cullati dal sistema delle punizioni blande

Post n°288 pubblicato il 05 Luglio 2007 da albert.z
 
Tag: TASSE

Il viceministro
Vincenzo ViscoAlle cinque della sera del mercoledì il rito dello spriz trasforma il centro di Padova in un paradiso fiscale: 3 mila ragazzi si riversano nei bar del centro storico, dove fino a mezzanotte si servono bicchieroni di vino bianco colorati con Aperol. A spanne, con un solo spriz a testa già si fa un fatturato di 15 mila euro. Quasi tutto in nero. "Sparite le fatture per l'acquisto dell'Aperol, diventa impossibile stimare quanto se ne consuma. Così si può evitare anche di emettere lo scontrino", dicono all'Ufficio delle entrate. È allora che 'la squadra' passa all'azione. Un gruppo di finanzieri in borghese si mischia ai giovani e annuncia al padrone del locale: "Stiamo con voi fino alla mezzanotte". Poi si mette a contare. Il volume degli scontrini a quel punto vola, raddoppia, quadruplica anche, con un effetto sicuro: il gioco degli spriz in nero sarà d'ora in poi troppo rischioso, e il giro d'affari del bar da confessare al fisco al momento della dichiarazione dei redditi diventerà più vicino al vero.

Questa tecnica gli uffici tributari del Veneto la chiamano pressing: non è né una vera indagine né un accertamento, ma un far sentire il fiato sul collo. E funziona benissimo usata anche il venerdì pomeriggio nei saloni di parrucchiere per signore, dove le clienti salgono improvvisamente da quattro a 20, dai barbieri, dai veterinari oppure nelle discoteche. Ovunque si ottengono straordinari effetti moltiplicatori sui ricavi. E si dimostra quello che il popolo degli artigiani e dei commercianti non ama sentirsi dire: che nella piccola impresa si annida ancora una bella porzione di evasione fiscale su cui l'Italia vanta numeri record. Cento miliardi di euro, il 7 per cento del Pil, secondo la più recente stima del ministro dell'Economia Tommaso Padoa-Schioppa, il doppio di quella che si registra in Gran Bretagna, Francia e Germania, quattro volte l'Olanda, l'Austria e l'Irlanda. Di questa vergogna nazionale artigiani e commercianti non si curano. Anzi, proprio da loro parte la rivolta contro il governo che sta animando le piazze del Nord, dove si lamenta l'ignobile tartassamento perpetrato dal responsabile delle Finanze Vincenzo Visco, colpevole di avere deciso di stringere le maglie della rete attraverso cui passano i comportamenti scorretti. Cioè di avere reso un po' più difficile far sparire quote di reddito, insomma evadere.


Il terreno su cui si è infiammata la battaglia tra fisco e autonomi è quello degli studi di settore, che sono la griglia attraverso cui il singolo imprenditore, in quel settore e in quel territorio, può stimare il suo ricavo statisticamente più probabile. Il sistema serve a indurre chi ha la coda di paglia ad adeguarsi, mentre chi invece ha sufficienti motivi per non rientrarci, può tranquillamente denunciare le sue difficoltà. In questo caso gli uffici vorranno vederci chiaro, ma ciò non dovrebbe fare paura. Comunque, il sistema è costruito "non per fare dichiarare tutto", come ammette Giampietro Brunello, amministratore delegato della Sose, la società che costruisce gli studi di settore, ma per non evadere troppo. Quindi, gli studi di settore tendono di fatto a sottostimare la realtà. Nonostante ciò, dalla loro introduzione gli studi hanno fatto emergere una parte del giro d'affari che prima si svolgeva al riparo dale tasse. Nel caso dei parrucchieri, su cui è stata fatta una indagine, se prima denunciavano un terzo dei ricavi reali, oggi sono arrivati al 50 per cento, ma è ragionevole che una cifra simile riguardi tutte le attività dei servizi alla persona, dagli idraulici ai tappezzieri.

Nella parte degli agnellini azzannati dall'erario i tre milioni di contribuenti degli studi di settore non appaiono quindi credibili. E non lo sono neanche quando protestano contro l'intervento di Visco. Cosa ha fatto il viceministro? Visto che gli studi di settore non venivano aggiornati da tempo, e che comunque la loro applicazione aveva messo in evidenza qualche magagna, ha introdotto lo scorso marzo i cosiddetti indici di normalità da applicare subito, sui redditi del 2006 su cui si stanno facendo ora le dichiarazioni. Si tratta in pratica di parametri per valutare meglio la verosimiglianza dei costi vantati dai contribuenti: voce fondamentale, perché è quella che riduce i ricavi su cui si pagano alla fine le imposte. Per esempio, i tempi di rotazione delle scorte (per i bar 71 giorni, 50 per i ristoranti) devono essere credibili, e altrettanto il valore aggiunto prodotto da un dipendente (almeno 15 mila 800 euro l'anno per quello di un albergo; almeno 16 mila per quello di un bar, peraltro ridotti alla metà rispetto a quelli stimati dalla contabilità nazionale). L'effetto, tanto per fare un esempio, sarà quello di rendere più difficile a un pescivendolo di portare in detrazione scorte di pesce fresco per otto mesi. O a quel venditore di tappeti di dichiarare rimanenze di magazzino superiori a quelle di inizio anno: vuol dire che ha venduto in nero, non pagando l'Iva, ma andando in credito per questa imposta. Credito con cui può compensare anche altre tasse, dall'Irpef all'Ici. Con un effetto di evasione a catena. O, ancora, di attirare l'occhio del fisco su quel commerciante di abbigliamento che, pur dichiarando un ricavo assolutamente in linea con la 'normalità economica', sotto sotto taroccava i costi facendo scomparire il reddito. Tutti casi veri, truffe da manuale scovate dal fisco in cui non si può non scorgere lo zampino dei signori commercialisti.
ESPRESSO (02 luglio 2007
Se all'evasore si infliggesse una pena certa e consistente l'evasione cesserebbe.

 
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PASSI IN AVANTI PER ELIMINARE I PRIVILEGI

Post n°287 pubblicato il 05 Luglio 2007 da albert.z
 

RIDUZIONE SPRECHIE PRIVILEGI.

Scure sulla politica: meno parlamentari, auto blu e cellulari

Giro vite per la politica. Il Governo è al lavoro su un ddl che taglia i costi considerati "superflui". Una razionalizzazione che comincia con la riduzione delle poltrone.

VEDI:

http://www.unionesarda.it/DettaglioCategorizzato/?contentId=10236

 
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Qualche buona notizia: Il governo comincia a tagliare I COSTI DELLA POLITICA

Post n°286 pubblicato il 04 Luglio 2007 da albert.z
 

ROMA (2 luglio) - E' strutturato in 40 articoli il provvedimento con cui il governo vuole intervenire sui costi della politica. Il testo non è ancora ultimato, ma il ministro per l'Attuazione del programma, Giulio Santagata, in qualità di coordinatore del tavolo tecnico che da mesi spulcia carte e bilanci per capire dove tagliare il superfluo della spesa pubblica, conta di recapitarlo a Comuni, Province e Regioni entro mercoledì 4 luglio. Per giovedì 5, infatti, sono già convocati gli organi direttivi di Regioni e Comuni, ma la stessa cosa è pronta a fare l'Upi (Unione delle
Province italiane). Per tutti il tema è lo stesso: come e dove usare le forbici, per contribuire a un disegno globale di contenimento dei costi della politica. La questione è all'ordine del giorno dall'inizio di questa legislatura. Ed è un dei leit-motiv, con il federalismo fiscale, degli interventi pubblici del presidente della Repubblica.

Il ministro Santagata e il ministro per gli Affari regionali e le autonomie locali, Linda Lanzillotta, ne hanno parlato stamattina, al telefono. Dalla conversazione è uscita confermata la volontà di cercare un accordo «serio e condiviso» con tutti i livelli istituzionali, insieme alla consapevolezza che a mettere la strada in salita ci sono altri dossier ancora aperti: dal federalismo fiscale, che ha fatto storcere la bocca a Regioni e Comuni, alla riforma dei servizi pubblici locali. Si tratta di partite diverse che finiscono comunque per intrecciarsi sullo stesso tavolo.

Comuni e Province disponibili a tagliare il 25% dei consiglieri. Comuni, Province e Regioni sono sulla linea fissata da alcune settimane: disposti a tagliare fino al 25% dei propri consiglieri e assessori. La stessa disponibilità non ci sarebbe, invece, per quanto riguarda le indennità. Anche in questo caso, però, la parola d'ordine è «collaborazione», come non si stanca di ripetere il ministro Lanzillotta. Insomma, il contenimento dei costi della politica, dalle più alte cariche istituzionali all'ultimo dei Comuni, è un risultato più facilmente perseguibile se c'è il coinvolgimento pieno dei soggetti interessati.
Uno dei nodi irrisolti, e attorno al quale in queste ore si affannano i tecnici di Santagata e Lanzillotta, riguarda i parametri in base ai quali stabilire l'entità dei tagli. Si tratta, cioè, di stabilire una norma di principio, ma anche di adattarla alle specifiche realtà. In sostanza, il taglio del 25% del numero dei consiglieri non potrà riguardare allo stesso modo Regioni con 80 consiglieri e altre con 30. Discorso analogo vale per Province e Comuni. In ogni caso, qualunque accordo potrà funzionare soltanto se sarà «serio e condiviso», e frutto di soluzioni «non estemporanee», sottolinea l'entourage del ministro Lanzillotta.

Troppo poco!!!!! Bisogna tagliare più a fondo, ( abolire le province, meno consiglieri e parlamentari) e tagliare bene gli stipendi che vanno portati nella media europea.

 
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