Creato da starbluesjony87 il 09/12/2006

Jonny O' Riley Style

Blog di puro rock anni '60-'70 e...oltre!!

 

 

PINK FLOYD - THE DARK SIDE OF THE MOON (1973)

Post n°75 pubblicato il 19 Marzo 2009 da starbluesjony87

PINK FLOYD - THE DARK SIDE OF THE MOON (1973):

 

 

 

 

 

-Parliamo quest'oggi di un grandissimo gruppo che, come dovreste ben sapere, è stato protagonista anch'esso del Rock a cavallo tra la fine dei '60 e tutti gli anni '70. Ovviamente, sto parlando di una 'new entry' (almeno per me, data l'insistenza di mio padre nel farmi ascoltare questo favoloso lavoro) che risponde al nome dei Pink Floyd, nato intorno la seconda metà del 1967-68 grazie all'energia lisergica e stralunata del celeberrimo Syd Barrett (fautore dell'album di debutto del gruppo sempre nel 1968, The Piper At The Gates Of Dawn di chiara matrice psichedelica) che, dopo un sfolgorante avvio, lasciò il posto a uno dei virtuosi della chitarra elettrica per antonomasia, quale Dave Gilmour, il quale costituì al fianco del 'gruppo storico', rappresentato dal celebre bassista/cantante/songwriter Roger Waters, il (compianto) tastierista di chiara fama psichedelica Richard Wright e il batterista Dave Mason, una line-up pressoché imprescindibile che si manterrà tale fino alla fine degli anni '70 (con l'ultimo doppio album, The Wall).







E risultato di questo grande team work è indubbiamente testimoniato dal celeberrimo album pubblicato a cavallo tra il 1972-73 e che porta il nome di The Dark Side Of The Moon, che sotto il profilo squisitamente stilistico musicale risulta essere una riuscitissima sintese tra genere musicali eterogenei, dall'psichedelia allo stto puro al Progressive, passando per l'eleganza del Blues/Rock, il Jazz e infine per una punta sostanziosa di R'n'B, soprattutto nella famosissima The Great Gig In The Sky, dominata dall'emozionantissima voce della corista nera Clare Torry oltre che da un sound fortemente all'avanguardia per il tempo.

Ma l'album presenta anche pezzi di notevole caratura che dimostrano più che mai la fervida vivacità compositiva del gruppo, come si evince in Time, ispirata al tema della fugacità del tempo e soprattutto da Money, canzone con tema l'attaccamento e l'ossessione dell'uomo comune per il denaro e contraddistinta da una sonorità davvero molto intensa, grazie alla perfetta combinazione tra l'assolo di sax tenore dell'impeccabile Dick Parry e la chitarra sempre incisiva e a tratti evocativa di Gilmour, qui in notevole stato di grazia. Segue poi la poetica Us And Them di stampo quasi prettamente jazz/rock con tema le interrelazioni personali tra individui e con in più un bell'assolo di sax del solito, inappuntabile Parry. Infine, la facciata finale è affidata alla strumentale Any Colour You Like,Brain Damage e dal commiato di Eclipse, di sonorità (quasi) beatlesiane, accompagnato da un bel sottofondo di organo Hammond. seguita dall'accorata







Un album senz'altro inappuntabile, insomma, che ha lasciato un segno pressoché indelebile nella storia del Rock e per questo ricordato come una delle opere imprescindibili di quell'epoca cosi luminosa.

Alla prossima e come di consueto ROCK ON!!









Tracklist: Speak To Me-Breathe In The Air / On The Run / Time / The Great Gig In The Sky / Money / Us And Them / Any Colour You Like / Brain Damage / Eclipse.

 

 
 
 

MIKE BLOOMFIELD, AL KOOPER, STEVE STILLS - SUPER SESSION (1968)

Post n°74 pubblicato il 05 Marzo 2009 da starbluesjony87

MIKE BLOOMFIELD, AL KOOPER, STEVE STILLS - SUPER SESSION (1968):


 

 

 

 

 

-Il 1968 è considerato un anno di svolta non solo dal punto di vista socio-culturale, ma ovviamente anche dal punto di vista più prettamente musicale: infatti, è proprio da questo periodo che si cominceranno a sviluppare nuove forme musicali, sulla scia delle jam-sessions di jazz e di blues e basate sulla commistione tra il blues/rock e l'psichedelia, 2 generi all'apparenza distanti tra loro, ma che trovano una delle loro massime espressioni in questo inappuntabile Super Session del 1968 che vede riunite per un unico, inimitabile album almeno 3 esponenti di spicco del Rock americano del tempo: il talentuosissimo chitarrista blues/rock Michael 'Mike' Bloomfield, ex-Paul Butterfield Blues Band (con l'amico/collega Elvin Bishop), il poliedrico tastierista/songwriter/compositore/produttore Al Koooper (ex-leader del gruppo jazz/rock Blood, Sweat & Tears) e il polistrumentista californiano Steve Stills, qui in qualità di chitarrista (e nel giro di 2 anni unito a Crosby e Nash, per dare vita all'omonimo gruppo, esordiente poi a Woodstock).

 

 

 

 

-E il risultato è per l'appunto questo lavoro davvero molto creativo con in primo piano le tastiere di Kooper, la chitarra sempre incisiva e a forte stampo blues di Bloomfield e coadiuvato, inoltre, dall'apporto del bassista Harvey Brooks (ex-sessionman per Dylan nel suo Highway 61 Revisited del 1965, al fianco dei 2 musicisti) e del batterista Eddie Hoh (ex del gruppo vocale californiano The Mama's And Papa's). In particolare, l'incipit viene affidato all'intensa Albert's Shuffle, impostata secondo la chitarra di Bloomfield, accompagnata dalla successiva Stop, cover di J.Ragavoy, caratterizzata da un buon ritmo di stampo funk. Buona la resa della cover di Curtis Mayfield, Man's Temptation, mentre l'apice della prima facciata è rappresentato dagli 8 minuti e oltre di His Holy Modal Majesty, dove gli assoli di chitarra si sovrappongono a quelli di tastiere ondioline ad opera dell'impeccabile Kooper.

 

 


 

 

 

 

-Al contrario, la seconda facciata vede il rimpiazzo di Bloomfield, messo fuori combattimento dall'insonnia, con il celebre Steve Stills, con conseguente cambiamento di stili musicali, a partire dalla cover in salsa country/rock della dylaniana It Takes A Lot To Laugh, It Takes A Train To Cry, seguita dall'psichedelica Season Of The Witch, miglior pezzo in assoluto dell'album, tratta dalla cover del menestrello scozzese Donovan (alter-ego British di Bob Dylan), della durata di quasi 13 minuti e cesellata dall'alternanza tra la chiatarra wah-wah di Stills e gli effetti psichedelici dell'organo Hammond. L'album si conclude con You Don't Love Me, molto simile per sonorità ad un qualsiasi pezzo di Hendrix e dall'interludio jazz/rock di Harvey's Tune che conclude degnamente un lavoro senz'altro importante con grande infuenza sul rock/blues che mano a mano verrà profondamente rivalutato negli anni successivi.

Alla prossima e come di consueto ROCK ON EVERYBODY!!  

 

 

 

 

 

 

 

Tracklist: Albert's Shuffle / Stop / Man's Temptation / His Holy Modal Majesty / Really / It Takes A Lot To Laugh, It Takes A Train To Cry / Season Of The Witch / You Don't Love Me / Harvey's Tune.

 
 
 

JOE COCKER - WITH A LITTLE HELP FROM MY FRIENDS (1969)

Post n°73 pubblicato il 17 Febbraio 2009 da starbluesjony87

JOE COCKER - WITH A LITTLE HELP FROM MY FRIENDS (1969):

 

 

 

 

 

 

 

-L'album che vi sto per presentare è uno di quelli (ingiustamente e ingenerosamente) sottovalutati dalla critica del tempo e che vede come protagonista un astro nascente del Rock britannico di fine anni '60 e che valse il suo storico debutto a Woodstock '69: il celebre nativo di Sheffield, Joe Cocker.

Quest'ultimo, il quale si spostò a Londra nel 1968 per sottoscrivere il primo contratto discografico con la Decca, salvo poi venire scaricato e poi riscoperto tutto d'un tratto dal produttore dei T-Rex di Marc Bolan, Tony Visconti (futuro produttore anche di David Bowie), il quale gli affiancò una band di tutto rispetto, della quale fecero parte esponenti di primo piano del Rock, destinati a fare fortuna prestissimo: dal versatile 'braccio destro' Chris Stainton, tastierista/bassista (anche sessioman per Eric Clapton nel suo From The Cradle del 1994!), il nostro conosciutissimo Jimmy Page, in fase pre-zeppeliana e il reddidivo Stevie Winwood, per citare gli esempi più eclatanti.







E il risultato fu l'uscita di questo suo album di debutto del maggio '69,With A Little Help From My Friends, tratto dal titolo dell'omonima canzone dei Beatles e che da subito mostra la notevole personalità vocale di Cocker, qui all'opera nel rifacimento di cover più meno famose, dall'omonima canzone beatlesiana, a Bob Dylan e altri ancora.

In particolare, l'apertura viene dedicata all'esotica Feeling Alright, cover di Dave Mason (ex-Traffic), caratterizzata da sonorità pre-Santana (per l'uso di tumba e maracas) e da un bell'assolo di piano in stile jazz/rock. Segue, poi, il rifacimento del pezzo di Willie Dixon, Bye Bye Blackbird, con stavolta in primo piano l'assolo di chitarra di Page, qui già in ottima forma ancora prima di imbarcarsi verso i futuri Led Zeppelin. Buona la resa della dylaniana Just Like A Woman, dominata da sonorità melodiche piuttosto eleganti, così come quella di Do I Still Figure In Your Life?, caraterizzata dall'inconfondibile tocco organistico di Winwood.

Ma, gli apici in assoluto dell'album sono senz'altro Don't Let Be Me Misunderstood e (ovviamente) With A Little Help From My Friends: la prima, dominata da un sonorità romantica e penetrante e abbellita dagli assoli rispettivamente di Hammond in mezzo e di chitarra alla fine; la seconda, di gran lunga differente rispetto all'originale beatlesiana, con in primo piano la potente voce soul di Cocker, a cui fanno da controaltare quelle delle coriste Madeleine Bell, Sunny Weetman e Rosetta Hightower e una musicalità davvero potente ed intensa come non mai.

La conclusione viene affidata a I Shall Be Released, cover anch'essa di Dylan e riprodotta qui con estrema eleganza e passione, come nello stile cockeriano. Un lavoro, insomma, già promettente dall'inizio che farà da autentico spartiacque per i suoi futuri successi.

Alla prossima e, come di consueto, ROCK ON!!








 

 

 

Tracklist: Felling Alright / Bye Bye Blackbird / Change In Louise / Marjorine / Just Like A Woman / Do I Still Figure In Your Life? / Sandpaper Cadillac / Don't Let Me Be Misunderstood / With A Little Help From My Friends / I Shall Be Released.













 
 
 

RUNNING ON FAITH...

Post n°72 pubblicato il 15 Febbraio 2009 da starbluesjony87

RUNNING ON FAITH...

 

 

-Salve ragazzi, oggi vorrei proporvi una canzone, tratta dal celebre album Unplugged del 1992 del sempre ottimo Clapton, e che mi ha particolarmente colpito sin dal primo ascolto, per la sua fresca sonorità che subito mi ha catturato al primissimo istante! Provare per credere!!

 

 

 

 

 

 

 

Buon ascolto e buona domenica a tutti quanti e, come di consueto, un bel ROCK ON a tutti!!!

 

 

 

 


 
 
 

SCRITTURA E FORMA POETICA

Post n°71 pubblicato il 11 Febbraio 2009 da starbluesjony87

"SCRITTURA E FORMA POETICA":

 

 

-Salve ragazzi, stavo leggendo un libro per l'esame di antropologia culturale, quando mi sono imbattituto in una breve poesia di un misconosciuto collezionista e intellettuale 'spontaneo' lucano, che mi ha davvero impressionato per la sua semplicità e pregnanza nella descrizione del tema della memoria e del ricordo che inesorabilmente si va evanescente, a mano a mano che si fa sempre più incalzante l'avvento della cosiddetta 'modernità'.

Ecco pertanto che ve la propongo qui di seguito, sperando di suscitare in voi qualche vostra opinione..



"Mentre penso e rifletto,

e scrivo le cose più belle della vita che passa,

come il vento che, mentre passa, colpisce,

come la grandine che, cadendo, ferisce,

cosi come la pioggia che in qualche modo addolcisce,

il sole riscalda e non finisce.

L'uomo invece presto finisce,

le tracce che lascia sono ricordi,

i frutti che porta sono la vita,

il bene che fa non si dimentica mai,

per questo il mondo non finirà giammai.

Con questo mi alludo all'uomo interiore,

che per la parte esterna è animatore,

sono convinto che non tutti lo sanno,

e per lo spirito questo è un affanno".



Che ne pensate? E' possibile vivere di cosi calorosi ricordi, quando ci dobbiamo scontrare inevitabilmente con la dura realtà di tutti i giorni? A voi la risposta se vi va..

Alla prossima e sempre ROCK ON!!




 
 
 

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Sono felice di ricevere questo premio da mafico1, autrice del blog

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AMICIZIA LEGAME INDISSOLUBILE




INDISSOLUBILMENTE AMICI

Ringrazio di cuore Oasis1983 del blog A Day In The Life

che mi ha donato la sua grande
AMICIZIA
con grande sensibilità.


 

PREMIO ARTE PONTO VIDA





E' con grande piacere che ricevo questo premio dall'amica mafico1, autrice del blog IO LA MUSICA E J.H. Grazie di cuore!

 

 

PINK FLOYD

 

 

-Un nome, una garanzia: i mitici Pink Floyd!!!

 

ERIC CLAPTON





-Come non si può non amare una delle leggende VIVENTI del rock/blues mondiale?! Ce ne fossero di musicisti come lui!!






 

LED ZEPPELIN





-Jimmy Page, Robert Plant, John Paul Jones, John 'Bonzo' Bonham: bastano soltanto questi nomi per poter descrivere quella che è modestamente uno dei miei gruppi rock preferiti in assoluto!!





 

THE WHO





-Anche questo gruppo di orgogliosi e scalmanati ragazzi londinesi della cosiddetta swinging London non scherzano affatto in adrenalina pura! Ascoltate lo straordinario Who's Next per capire di chi stiamo parlando!!!




 

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