Creato da starbluesjony87 il 09/12/2006

Jonny O' Riley Style

Blog di puro rock anni '60-'70 e...oltre!!

 

 

ERIC CLAPTON - UNPLUGGED (1992)

Post n°70 pubblicato il 07 Febbraio 2009 da starbluesjony87

ERIC CLAPTON - MTV UNPLUGGED (1992)







-Un altro album del 'nostro' Clapton senz'altro meritevole di attenzione è questo Unplugged, registrato nel 1992 negli studi della famosa emittente musicale MTV a New York, e che rivela senza dubbio il lato acustico e sentimentale dello stesso chitarrista.

Già, perché l'album, per la sua definizione unplugged (cioé, non 'elettrificato'), non prevede ovviamente l'utilizzo di strumentazione elettrica, bensì l'uso di strumenti, per l'appunto, acustici soprattutto la chitarra acustica e il dobro (chitarra semi-acustica usata nel country/blues di norma, con cassa metallica incorporata) che il nostro Eric dimostra di saper maneggiare con maestria e virtuosismo, proprio come quei celebri bluesmen a cui si dichiara di essersi ispirato: Elmore James, Howlin' Wolf, B.B. King e, soprattutto, la figura quasi mitica del texano Robert Johnson, iniziatore per antomasia, del rock/blues nella sua forma stilistica originale.





-Quindi, la scaletta di questo album risulta essere un alternarsi, in chiave ovviamente acustica, di pezzi pop e altri più marcatamente blues, in particolare 'cavalli di battaglia' come Old Love, abbellito da gli assoli di chitarra acustica sempre incisivi di Eric e da un bell'assolo di piano di stampo quasi jazz; Rollin' And Tumblin', dalla risonanza country/rock per i ritmi incalzanti, da Tears In Heaven, dedicato alla tragica morte del figlio (concepito, tra l'altro, durante il suo matrimonio con la celebre showgirl Lory Del Santo) e soprattutto alla celeberrima Layla che rispetto all'originale, molto 'Rock', viene qui riprodotta in maniera molto accattivamente e al tempo stesso sentimentale, non solo per la chitarra dal linguaggio rigorosamente blues, ma anche per lo scambio di voci tra quella di Clapton e quella suadente (e a tratti sensuale) delle coriste Katie Kissoon e Tessa Niles.

 

 



-Ma senz'altro, l'apice dell'album è rappresentato dal classico blues di Walkin' Blues di Robert Johnson, e che differentemente dalle altre versioni, mostra in quasi 3 minuti e mezzo, la maestria nell'uso del dobro, che qui più che mai potenzia il valore emotivo della canzone, che sembra davvero emanare disperazione, ma anche speranza, cosi come nei normali canoni blues.

Un album, insomma, molto interessante e meritevole di nota, che dimostra ancora una volta la classe immensa ed inossidabile di un grande artista, la cui fine sembra davvero apparire lungi dalla fine!

Alla prossima e, come sempre, ROCK ON!!

 

 

 



 

 

 

Tracklist: Signe / Before You Accuse Me (Take A Look At Yourself) / Hey Hey / Tears In Heaven / Lonely Stranger / Nobody Knows When You're Down & Out / Layla / Running On Faith / Walkin' Blues / Alberta / San Francisco Bay Blues / Malted Milk / Old Love / Rollin' And Tumblin'.


 
 
 

JIMI HENDRIX - ARE YOU EXPERIENCED (1967)

Post n°69 pubblicato il 31 Gennaio 2009 da starbluesjony87

JIMI HENDRIX - ARE YOU EXPERIENCED (1967)







-Prima che guadagnasse finalmente (e meritatamente) le cosiddette 'luci della ribalta', il nostro Jimi era, almeno in America, un perfetto sconosciuto. Infatti, aveva cominciato la propria carriera in qualità di paracadutista per la Marina amercana, salvo poi rinunciarvi, adducendo la scusa di accusare un infortunio alla caviglia (per altro, mai confermato ufficialmente) e così intraprederà una carriera da chitarrista solista, dapprima come spalla di famosi artisti R'N'B del calibro di Wilson Pickett, Sam Cooke, Ike & Tina Turner e poi, nel 1966, leader del gruppo rock/blues Jimmy James And The Blue Flames (con alla chitarra ritmica un certo Randy California, futuro leader del gruppo jazz/rock Spirit) che in seguito approdò con il proprio tour in Inghilterra, dove lo stesso Jimi fece la conoscenza della moglie dell'epoca di Mick Jagger, Linda Keith, che divenne subito sua amica e che lo raccomandò alle cure del celebre Chas Chandler, ex-bassista degli Animals, ormai in rampa di lancio verso la carriera di manager/produttore, il quale accolse le richieste di Jimi, creando intorno alla sua figura un vero e proprio power-trio (sulla scia dei Cream), con lo stesso Jimi alla chitarra e gli inglesi Noel Redding, ex-chitarrista, al basso e il rutilante batterista Mitch Mitchell (considerato all'epoca l'erede designato del leggendario batterista dei The Who, Keith Moon).





-Ecco quindi che, una volta creato il gruppo (che assunse il nome di The Jimi Hendrix Experience), si incominciarono le registrazioni per il loro album di debutto, pubblicato nel 1967 dal titolo Are You Experienced, già dal quale si possono notare i caratteri distintitivi della stessa formazione: le bordate sonore di Jimi, frapposte ai passaggi rutilanti e potenti della batteria di Mitchell, passando per le linee di basso semplici ed essenziali di Redding.

Ma, in realtà, ciò che stupisce dello stesso album è soprattutto la vastità e la eterogeneità di generi che esso esprime: infatti, si comincia con la passionale Foxy Lady, caratterizzata da riff e assoli distorti alla massima potenza e che esprimono al meglio la sensualità di questa donna che viene cantata in questo pezzo, passando per gli incalzanti e frenetici ritmi di Manic Depression e alle esplosioni sonore presenti in Can You See Me e I Don't Live Today, riprodotti con feedback e distorsioni di chitarra davvero rivoluzionarie per l'epoca.

Tuttavia, come già detto, ci sarà spazio anche per il rock/blues, rintracciabile in pezzi come Red House (sia nella versione inglese che in quella americana, quest'ultima riprodotta in maniera più 'pulita' rispetto alla prima) e May Be This Love e The Wind Cries Mary, in cui Jimi esibisce anche un virtuosismo alla chitarra blues fuori dal normale (e che susciterà l'adulazione addiritura di un virtuoso, per antonomasia, della chitarra rock/blues appunto, quale il nostro Eric Clapton), seguita dalla scatenata Fire e dalla semi-strumentale Third Stone From The Sun, dominata dai 'ruggiti' della chitarra di Jimi e da un'atmosfera sfociante, addirittura, nel mistico, anche grazie ai geniali arrangiamenti sonori ricavati in studio.





-L'album continua, inoltre, con l'omonima Are You Experienced?, impregnata di psichedelia allo stato puro cosi come la stralunata Purple Haze e Stone Free, di estrazione R'n'B. Infine, abbiamo la celeberrima Hey Joe, cover del bluesman Billy Roberts, che senz'altro rappresenta il 'marchio di fabbrica' del sound hendrixiano, nonché degna summa di un lavoro, destinato ben presto a sconquassare con solo il mondo del Rock dell'epoca, dominato fino allora dalle tradizionali canzone con il tipico ritornello, ma anche l'universo dei chitararristi Rock che da Clapton, a Townshend, a Trower (chitarrista del gruppo Procul Harum) che dichiareranno più o meno esplicitamente la propria ammirazione per Jimi e la sua strabiliante chitarra!

Alla prossima e sempre ROCK ON!!






Tracklist: Foxy Lady / Manic Depression / Red House / Can You See Me / Love Or Confusion / I Don't Live Today / May This Be Love / Fire / Third Stone From The Sun / Remember / Are You Experienced? / Hey Joe / Stone Free / Purple Haze / 51st Anniversary / The Wind Cries Mary / Highway Chile.





 
 
 

AC/DC - HIGH VOLTAGE (1976)

Post n°68 pubblicato il 24 Gennaio 2009 da starbluesjony87

AC/DC - HIGH VOLTAGE (1976)

 

 

 

 

-Accanto ai Led Zeppelin, un altro gruppo destinato a divenire anch'esso una della pietre miliari dell'Hard Rock nella seconda metà dei '70, sarà rappresentato da questi rudi ma genuini ragazzi australiani (ma di chiara origine britannica) che si riuniranno in quegli anni, dando vita ai conosciutissimi AC/DC.


In realtà, la formazione nacque ufficialmente nel 1973, grazie all'intuizione dei fratelli Malcolm e Angus Young, i quali diedero vita alla formazione Glam Rock, The Velvet Underground (nulla a che vedere con l'omonimo gruppo di Lou Reed!) con il cantante Dave Evans, il bassista Larry Van Kiedt e il batterista Colin John Burgess.

Tuttavia, il gruppo si sfaldò prontamente nel giro di un anno, anche a causa dell'insoddisfazione (mai nascosta) per le performances di Evans, accusato a dire dei fratelli Young, di essere un po' troppo 'glam' (con i suoi caratteristici 'zatteroni') e cosi si riformò sotto il nome di AC/DC (grazie al suggerimento di loro sorella, Christine Young, la quale associò il tipico trasformatore elettrico all'altrettanta elettricità della loro musica) e con a capo una una line-up, costituita dal roccioso Phil Rudd alla batteria, dal bassista Mark Evans (poi rimpiazzato dal '79 dal britannico Cliff Williams) e soprattutto dal celeberrimo, leggendario vocalist Bon Scott.





Ciononostante, il 'nostro' Bon rappresenta comunque una personaggio piuttosto unico nel suo genere: infatti, lo stesso, proveniente anch'esso dalla Scozia (come Malcolm e Angus) ancor prima della sua 'scoperta', era anch'esso un cantante che vantava già una discreta esperienza in alcuni gruppi Rock australiani in voga all'epoca (sopratutto, i Fraternity, gruppo di stampo hippy, e i Valentines, al contrario di stampo Progressive Rock), ma che all'epoca faceva addirittura il conducente di autobus per conto del gruppo stesso. Poi, quando lo stesso venne a sapere che i fratelli erano alla ricerca di un nuovo cantante, lui stesso si propose come candidato ideale. Ecco che così, nel settembre '74, Bon entrò in pianta stabile nella band, portando come risultato la nascita, 2 anni più tardi, di questo già notevole album di debutto, denominato per l'occasione High Voltage, quasi a mo' di elogio per la loro musica.





L'album, infatti, presenta già un' 'identità' molto forte, dato che la musica (molto vicina, a detta dei maggiori critici musicali, ai vari The Who, The Rolling Stones, Led Zeppelin e The Kinks) è semplice ed essenziale, dominata dall'uso continuo di riff e assoli (di Angus, dato che Malcolm era ufficialmente il chitarrista ritmico), ispirati al Rock 'n' Roll di Chuck Berry e soprattutto al Blues (come lo stesso Angus dichiarerà, in particolare per ciò che concerne l'ispirazione che lui stesso trasse da bluesman come Muddy Waters e B.B. King) come è testimoniato da pezzi tiratissimi come It's A Long Way To The Top (If You Wanna Rock 'N' Roll), l'omonima High Voltage, l'esplosiva T.N.T. e la tumultuosa Live Wire, contraddistinta dalle vorticose linee di basso all'inizio. Ma, indubbiamente, album è anche ricco di notevoli numeri Blues/Rock, soprattutto la conosciutissima The Jack, che tratta sarcasticamente del tradimento di una donna che decide, subdolamente, di mettersi con un'altro uomo, seguita da Little Lover, con sonorità simili alla precedente e She's Got Balls, dedicata da Bon alla moglie (ragione per la quale, come riporta una simpatico aneddoto dello stesso Scott, chiese poi il divorzio).

Un album davvero notevole, insomma, che farà da 'trampolino di lancio' per i loro futuri successi che si protarranno fino al 1980, anno di morte di Bon Scott e del successivo rimpiazzo con l'inglese Brian Johnson, con il celeberrimo album Back In Black, successo planetario (oltre che europeo). Alla prossima! Ancora e sempre ROCK ON!!





Tracklist: It's A Long Way To The Top (If You Wanna Rock 'N' Roll) / Rock 'N' Roll Singer / The Jack / Live Wire / T.N.T. / Can I Sit Next To You Girl / Little Lover / She's Got Balls / High Voltage.

 
 
 

THE WHO TOMMY (1969)

Post n°67 pubblicato il 20 Gennaio 2009 da starbluesjony87

THE WHO - TOMMY (1969)

 

 

 

 

-Ancor prima che i Queen scompaginassero i canoni del Rock classico con il loro famosissimo A Night At The Opera del 1975, i The Who diedero una svolta alla propria carriera, tentanto un esperimento che, a detta di Townshend, era riuscito fino a quel momento ai soli Beatles: un lavoro di gruppo, un team work, insomma, che mettesse in risalto le capacità creative già notevoli del gruppo.

Pertanto, ecco che nel 1969, grazie anche al prezioso contributo del loro produttore storico, Kit Lambert, si diede vita a quella che sarebbe stata la prima Rock Opera della storia: Tommy, in cui viene presentata, per la primissima volta, la storia di un bambino autistico che, orfano prematuro di padre (morto in guerra nel 1921, come riporta il titolo di un pezzo, posto all'inizio dell'album), viene affidato prima alle cure del malvagio cugino Kevin, salvo poi scoprire una certa qual predilezione per il gioco del pinball, fatto che permetterà allo stesso di riscattarsi e di farsi riconoscere all'interno della società.





-Ma è proprio dal punto di vista musicale che, per i nostri The Who, si può parlare di svolta: infatti, differentemente dai pur notevoli album precedenti (soprattutto quello di esordio, My Generation del 1965, con l'omonima, famosissima canzone), le sonorità utilizzate sono varie e vanno da interessantissimi pezzi strumentali come l'iniziale Overture, la drammatica Sparks e la particolarissima suite Underture, caratterizzata dalla batteria sempre inconfondibile di Moon e dagli assoli improvvisati alla chitarra semi-acustica di Townshend, il tutto contornato da un effetto drammatico, a veri propri pezzi Hard Rock come la conosciutissima Pinball Wizard e soprattutto I'm Free della durata di 2 minuti e mezzo circa, nella quale si respira un aria di libertà come testimoniata dai versi: "I'm free / and freedom tastes of reality". Un sapore di realtà, insomma, che viene corroborato dall' accorato finale di We're Not Gonna Take It (canzone, tra l'altro, suonata nche a Woodstock del '69), che conferma questa idea di libertà cos fortemente voluta e desiderata dal nostro Tommy, il quale è finalmente libero da qualsiasi tipo di oppressione morale e psicologica e che, pertanto, può dare sfogo ai propri sentimenti libertari, appunto!





-Un grande album, insomma, che conferma ancora una volta la stoffa e la cifra stilistica del gruppo, destinata oramai a salire vertiginosamente, soprattutto 2 anni dopo, nel 1971, anno di pubblicazione del loro migliore lavoro in assoluto, quale Who's Next (di cui ho parlato in alcuni post precedenti).

Alla prossima e sempre ROCK ON!!






Tracklist: Overture / It's A Boy / 1921 / Amazing Journey / Sparks / The Hawker (Eyesight To The Blind) / Christmas / Cousin Kevin / The Acid Queen / Underture / Do You Think It's Alright? / Fiddle About / Pinball Wizard / There's A Doctor / Go To The Mirror! / Tommy Can You Hear Me? / Smash The Mirror / Sensation / Miracle Cure / Sally Simpson / I'm Free / Welcome / Tommy's Holiday Camp / We're Not Gonna Take It.




 
 
 

LED ZEPPELIN - LED ZEPPELIN II (1969)

Post n°66 pubblicato il 09 Gennaio 2009 da starbluesjony87

LED ZEPPELIN - LED ZEPPELIN II (1969)




-Dopo il loro già notevole esordio, ecco che i nostri Led Zeppelin, a distanza di ben 10 mesi dall'uscita del primo album, escono con la loro seconda 'fatica discografica' (precisamente il 22 ottobre 1969), questo Led Zeppelin II, che di fatto rappresenta per la stessa band la vera e propria consacrazione, fatto che varrà per gli stessi membri la futura definizione di Martello Degli Dei.


Infatti, il segno di questa svolta imminente viene dato dal la loro canzone per antonomasia, Whole Lotta Love, frutto del lavoro di rielaborazione di una melodia blues all'origine del bluesman Willie Dixon (e poi registrata da Muddy Waters nel 1962) e dominata dai riff lancinati e gli assoli infuocati di un Page in ottima forma e dai vocalizzi quasi estremi di un altrettanto ispirato Plant, con il supporto ritmico sempre molto valido di Jones e 'Bonzo' Bonham.





Ma, l'album, ovviamente, non si limita soltanto a questa canzone pur straordinaria, ma anche da altri pezzi che confermano ancora le straordinarie capacità creative del gruppo, dal blues/rock di What Is And What Never Should Be, a The Lemon Song, rifacimento dell'originale Killing Floor di Howlin' Wolf, passando per la leggiadra Thank You, che sprizza ardore e delicatezza da tutti i pori, soprattutto per il contributo efficace offerto dal già citato poliedrico bassista Jones, qui all'organo Hammond con il suo tocco delicato, ma al tempo stesso, sinfonico al punto giusto, quasi a voler testimoniare la delicatezza di questa ragazza che viene qui cantata.
Il seguito è rappresentato, inoltre, dalle secche note in pieno stile Hard Rock di Heartbreaker e Living Loving Maid (She's Just A Woman) e da Ramble On, in cui si assiste al contrasto tra la chitarra acustica e il ruggito di quella elettrica, suonate entrambe dallo stesso Page.
Spazio alle sole percussioni viene, al contrario riservato alla famosa Moby Dick, composizione scritta interamente da Bonham e sovente usata nei loro concerti come il tipico 'jolly' della carte.
Infine, la conclusione è rappresentata da Bring It On Home, rifacimento anch'esso in chiave Rock di un blues di Sonny Boy Williamson, riprodotto ovviamente con la loro solita energia.




-Un album davvero molto intenso, insomma, che ancora suscita verso chi lo ascolta il proverbiale 'sangue dalle orecchie' (citando una rivista, che diverso tempo fa aveva proposto una loro recensione proprio su questo album) e dal quale tutte le band sia famose (ad esempio, i Nirvana su dichiarazione del batterista di allora, ora membro dei Foo Fighters, Dave Grohl) che 'di provincia' si sono più o meno ispirati. Quindi, cos'altro dire: siano lodati i Led Zeppelin e quella timeless music, che sopravvive alla faccia degli anni che avanzano!! Alla prossima e sempre ROCK ON!!  





 
Tracklist: Whole Lotta Love / What Is And What Should Never Be / The Lemon Song / Thank You / Heartbreaker / Living Loving Maid (She's Just A Woman) / Ramble On / Moby Dick / Bring It On Home.



 

 
 
 

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-Un nome, una garanzia: i mitici Pink Floyd!!!

 

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-Come non si può non amare una delle leggende VIVENTI del rock/blues mondiale?! Ce ne fossero di musicisti come lui!!






 

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-Jimmy Page, Robert Plant, John Paul Jones, John 'Bonzo' Bonham: bastano soltanto questi nomi per poter descrivere quella che è modestamente uno dei miei gruppi rock preferiti in assoluto!!





 

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-Anche questo gruppo di orgogliosi e scalmanati ragazzi londinesi della cosiddetta swinging London non scherzano affatto in adrenalina pura! Ascoltate lo straordinario Who's Next per capire di chi stiamo parlando!!!




 

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