Creato da VentoDiPoesia il 27/04/2011

Lost in a book

Blog letterario

 

 

Cinquanta sfumature di grigio, di E. L. James

Post n°46 pubblicato il 12 Agosto 2012 da VentoDiPoesia
 
Tag: james

cinquanta sfumature

 

Anastasia Steele è una studentessa universitaria di ventun'anni, semplice, ingenua e decisamente imbranata, che vive con la sua migliore amica Katherine. Dovendola sostituire durante un'intervista, Ana incontra l'imprenditore Christian Grey. E' subito attratta da lui, ma è anche convinta che sia fuori dalla sua portata. Invece, Grey si presenta nel negozio in cui lei lavora e poco dopo le propone.. un particolare contratto. Lui sarà il Dominatore, lei la sua Sottomessa. E' un uomo dai gusti erotici alquanto singolari: Ana riuscirà a tenergli testa?


Nato come fanfiction* sulla famosa Saga di Twilight (dettaglio da non trascurare se si decide di buttarsi a capofitto nella lettura di questo romanzo. Grey è Edward Cullen. Anastasia è Bella Swan. Vi basti sapere questo. Quindi, non pretendete che i personaggi siano originali. Ve lo dice una che la saga l'ha letta, l'ha divorata e che ammette candidamente di averle dato un voto molto alto), Cinquanta sfumature di grigio è il fenomeno del momento, il libro che leggono tutti, che nel giro di una settimana aveva venduto 3 milioni di copie. Le varie fascette dicono: "Scandaloso, bollente, il best seller di cui non si può smettere di parlare", o "Quello che ogni donna vuole ovviamente", oppure "Romantica, erotica, appassionante, questa storia ti ossessionerà...".
Non è proprio così. Ma andiamo con ordine: Christian Grey è ricco, elegante, intelligente, bellissimo, misterioso, pieno di risorse, galante, ma è anche giocoso, malinconico, tormentato... ed è anche prepotente, irritante, maniaco del controllo e ossessionato dal cibo. E' un Dominatore, per sua stessa ammissione. Non lo nasconde. Mai. Christian Grey è... troppo. E' eccessivo. A dir poco inverosimile. Anastasia, invece, è semplice, timida, imbranata, ingenua, tranquilla e amante della lettura. Non proprio verosimile, ma nemmeno così irrealistica. La loro relazione si basa sul sesso, sulla realizzazione di varie fantasie erotiche, nonostante la povera Anastasia voglia di più di questo e non sia abituata a questo genere di trattamento. Insomma, è un romanzo erotico, un soft porno, con scene molto esplicite, descritte nel dettaglio, scene che non lasciano nulla all'immaginazione. Ma non credo ci si possa lamentare di ciò: basta leggere la trama per capire che questo primo volume della trilogia si basa soprattutto sul sesso. E, tutto sommato, non è così scandaloso. Almeno non per me. Le scene di sesso ci sono e non le ho trovate esageratamente volgari. Alcune sono assurde, come certe reazioni di Christian e Ana, ma non volgari. Ci sono situazioni e dialoghi che, oltre ad essere assurdi, sono anche un po' ridicoli (prima fra tutte la famosa battuta di Grey: Io non faccio l'amore... fotto senza pietà). E' chiaro come il sole che la James è passata attraverso Twilight, perché alcune battute sono prese dal libro della Meyer, con qualche lieve differenza, ma riconoscibilissime.
Dunque, nel complesso non è niente di originale o di particolarmente brillante e (di nuovo) lo si capisce leggendo la trama. Non è scandaloso, non arriva a travolgerti e/o ossessionarti. Non è quello che tutte le donne vorrebbero (alcune sì, di sicuro. Ma non tutte). E' un libro che si rivolge ad un pubblico vasto, anche ad un pubblico di non lettori. Tuttavia, non è così brutto o idiota come immaginavo o come dicono certe recensioni. Ammetto che avevo molta voglia di girare le pagine e scoprire come sarebbe andata avanti la storia e come sarebbe finita (e il finale è aperto, ma giusto, secondo me. Non poteva andare diversamente). Ammetto anche di provare una certa simpatia per Kate, l'amica di Ana, così invadente ma, al tempo stesso, così affettuosa. E per Taylor, il composto e rassicurante autista di Christian. E.. Sì, anche un po' per Anastasia. Inoltre, trovo che un certo fascino, questo Grey, ce l'abbia: non mi affascina il suo essere prepotente e maniaco del controllo, anzi, da quel punto di vista è abbastanza odioso; mi affascina il suo lato romantico, dolce, giocoso e malinconico, che si intravede ogni tanto e che lui si ostina a nascondere dietro la maschera del dominatore.
In conclusione, un libro leggero, una lettura discreta e godibile, che scorre abbastanza bene e non ti porta via molto tempo. E ti fa divertire, of course.


(*Una fan fiction è una storia scritta da un fan, che prende spunto da una storia originale (un libro, un film, una serie televisiva, un manga, eccetera). Tramite queste fan fiction, un fan cerca di offrire una propria versione della storia o dei personaggi dell'opera che ama, creando situazioni alternative, ipotetici seguiti o anche parodiando l'originale.)

 
 
 

Non è un paese per vecchi, di Cormac McCarthy

Post n°45 pubblicato il 03 Agosto 2012 da VentoDiPoesia
 

mccarthy

 

Lungo il confine fra Texas e Messico: Llewelyn Moss, un reduce del Vietnam, si ritrova in un campo disseminato di cadaveri e, cogliendo al volo un'occasione, ruba ad uno di essi una cartella piena di soldi. Dopodiché fugge. Lo inseguono lo sceriffo Bell, un uomo del passato che non accetta la ferocia del presente, e Anton Chigurh, un assassino munito di un'arma micidiale. Il destino di Moss dipende da quale dei due inseguitori lo raggiungerà per primo...

Portato sul grande schermo dai fratelli Coen, Non è un paese per vecchi intreccia abilmente i destini di tre uomini: uno di loro (Moss) ha rubato dei soldi spinto dal desiderio di cambiare la propria vita; il secondo (Anton) è il male assoluto, la violenza cieca ed incontrollabile che impregna il confine fra Texas e Messico, la crudeltà che distrugge tutto ciò che incontra. Il terzo (Bell) è un uomo mosso da un ferreo codice d'onore, il vecchio in un paese che non è più per vecchi, come recita il titolo. E tutti e tre sono tremendamente realistici, come lo sono i personaggi marginali. In un crescendo di suspance e violenza (intervellata dalle rassegnate riflessioni dello sceriffo, che diventano uno strumento per porsi delle domande sul significato dell'esistenza umana), i tre protagonisti scappano e inseguono, tentano di sopravvivere in un mondo in cui solo gli spietati sopravvivono, un mondo che ha abbandonato i vecchi valori, preda di una ferocia sconcertante. 

Libro decisamente cinematografico, per via dei dialoghi secchi ed incisivi, scritto tramite uno stile asciutto e diretto, che ha qualcosa di tragico ed implacabile, come il destino di Moss e dei suoi inseguitori

 
 
 

Trilogia della città di K., di Agota Kristof

Post n°44 pubblicato il 14 Luglio 2012 da VentoDiPoesia
 
Tag: kristof

trilogia della città di k

 

"Un avvenimento tira l'altro come se una mano misteriosa e ricca di sensualità li cavasse fuori dal cilindro di un prestigiatore crudele" (Rosetta Loy)

Bello. Crudo. Secco. Cupo. Duro. Cattivo. Disordinato. Cinico. Dolce. Disperato.

E Rosetta Loy ha usato un'immagine efficace per descrivere la storia dei due inseparabili gemelli, della Nonna sporca e senza cuore, della Madre, del Padre e degli altri personaggi che girano attorno a loro, presentati attraverso una prosa diretta, asciutta, che non lascia spazio alle divagazioni o a moralismi inutili. Una favola nera e molto reale, nella quale l'infanzia si trasforma per necessità in vita adulta, una vita che non ammette legami, affetti, amori eterni o speranze. Perché è una vita spietata su uno sfondo di fame e morte.

La Kristof ha scritto un gran libro. 

 
 
 

La Talpa, di John Le Carré

Post n°43 pubblicato il 03 Luglio 2012 da VentoDiPoesia
 

L'ex agente George Smiley viene convocato per investigare su una possibile falla nel sistema di sicurezza dei servizi segreti londinesi. Pare che il fantomatico capo del KGB, noto con il nome di Karla, sia riuscito ad infiltrare una talpa ai posti di comando, un traditore che ha creato una serie di falsi rapporti da scambiare con importantissime informazioni. E' ormai diventato un pericolo, non solo per la Gran Bretagna, ma anche per tutto l'Occidente. La missione più delicata potrebbe essere anche la più amara, poiché George sa che la talpa è certamente qualcuno con cui ha collaborato per anni e anni...

Avvincente ed originale romanzo di spionaggio basato su fatti realmente accaduti all'epoca in cui lo stesso Le Carré era un agente dei servizi segreti. Il romanzo, caratterizzato da uno stile fluido e molto curato, da una sottile ironia e da una costante attenzione per i risvolti storici e politici delle vicende narrate, mette in risalto la fallibità dei sistemi di spionaggio occindentali. George Smiley, alter ego dell'autore, non è il classico belloccio che compare in molti thriller, ma è un personaggio tridimensionale, un uomo non più così giovane, amareggiato dagli ultimi avvenimenti che hanno cambiato la sua vita privata e professionale. Una figura interessante e ricca di sfumature, realistica e che suscita simpatia.  

Da questo libro è stato tratto, nel 2011, l'omonimo film di Alfredson.

 
 
 

Il collezionista d'ossa, di Jeffery Deaver

Post n°42 pubblicato il 17 Giugno 2012 da VentoDiPoesia
 
Tag: deaver

deaverù

 

Il collezionista d'ossa è uno spietato serial killer che rapisce le sue vittime e poi si accanisce brutalmente su di loro... riducendole all'osso. Un assassino terrificante che è convinto di essere la reincarnazione dell'uomo che, alla fine dell'Ottocento, sempre a New York, colpiva uomini, donne e bambini, seppellendoli spesso quando erano ancora vivi. E' un caso molto complesso, per questo Lon Sellitto chiede aiuto ad un ex collega, il criminalista forense Lincoln Rhyme che, in seguito ad un grave incidente, è paralizzato dal collo in giù. E' pieno di rabbia e l'unica cosa che vorrebbe è essere lasciato in pace; ma lui è l'unico in grado di decifrare i criptici indizi lasciati dal Collezionista...

In Nero a Manhattan, la sua opera prima pubblicata verso la fine degli anni '80, Deaver si presentava al pubblico tramite una giovane protagonista, la ventenne Rune, simpatica, molto eccentrica, amante delle avventure e dei vecchi film, che non aveva nulla a che vedere con la polizia, ma si imbarcava in un'indagine decisamente più grande di lei. Il Collezionista di Ossa si dimostra, ovviamente, un thriller stilisticamente più maturo, caratterizzato da un ritmo più serrato, avvincente e con numerose svolte impreviste, fino alla sorpresa finale. E il protagonista non è un dilettante allo sbaraglio come Rune, bensì Lincoln Rhyme, un esperto delle scene del crimine, un uomo che non si lascerebbe sfuggire nemmeno i piccoli dettagli. E' tetraplegico, ma è troppo brillante e attaccato a ciò che faceva prima dell'incidente per rinunciare ad occuparsi di un caso come questo. Un personaggio curato nei minimi particolari, che rende la vicenda ancora più interessante e, in certi momenti, persino divertente.

 
 
 

Hunger Games, di Suzanne Collins

Post n°41 pubblicato il 02 Giugno 2012 da VentoDiPoesia
 

 

"Qui sogna dolci sogni che il domani farà avverare, qui è il luogo in cui ti voglio amare."

"Mi offro volontaria, mi offro volontaria come Tributo". Quando Katniss Everdeen urla questa frase sa già che non potrà tornare indietro. E' il giorno della Mietitura e anche nel Distretto 12, come in ogni altro Distretto di Panem, vengono sorteggiati un ragazzo e una ragazza tra i 12 e i 18 anni perché partecipino agli Hunger Games, un reality show che prevede che i concorrenti vengano gettati in un'Arena, dove combatteranno fino alla morte. Vincerà uno solo, quello più bravo, quello più forte, quello più furbo. Quello che si guadagnerà il favore del pubblico. Katniss si è offerta volontaria al posto di sua sorella Prim, anche se sa di non avere molte chance...

Hunger Games è un romanzo che può essere inserito nel filone fantascientifico, pur possedendo diversi elementi che sono tipici di una storia "young adult". E' scritto con uno stile scorrevole, poco impegnativo, diretto, ma, nonostante qualche ingenuità nella trama, non posso negare che sia coinvolgente. Dà assuefazione. E' adrenalinico e anche imprevedibile. Un libro che, in qualche modo, sa anche analizzare una società totalmente in balia di un terribile reality inventato solo per punire, una società disposta a sacrificare delle persone per lo spettacolo, per fare audience. Capitol City, la città che organizza il gioco, è ricca e sfavillante, cosa che contrasta con la miseria di certi Distretti, come il 12, il Distretto della protagonista. 

Molto bello. E' il primo di una trilogia, quindi molte domande sono lasciate senza risposta.  

 

 
 
 

Tre topolini ciechi e altre storie, di Agatha Christie

Post n°40 pubblicato il 21 Maggio 2012 da VentoDiPoesia
 

 

Nove storie della regina del giallo Agatha Christie, tra le quali il celebre Tre topolini ciechi, storia di sette persone bloccate in una pensione a causa della neve. Tra di loro un pericoloso assassino. E' il racconto dal quale l'autrice ricavò la piece teatrale Trappola per topi

Tra le altre storie, l'appartamento al terzo piano e la torta di more, che hanno come protagonista l'arguto investigatore belga Hercule Poirot; uno scherzo arguto, omicidio su misura, il caso della domestica perfetta e la maledizione della strega vedono, invece, la partecipazione della simpatica zitella Miss Marple. 

Trame ricche di suspance, non sempre soddisfacenti, ma piacevoli e, a volte, divertenti, scritte con il famoso stile della Christie, scorrevole e diretto. 

 
 
 

Lotteria dello spazio, di Philip K. Dick

Post n°39 pubblicato il 07 Maggio 2012 da VentoDiPoesia
 
Tag: Dick

lotteria dello spazio

 

Lotteria dello spazio, conosciuto anche con un altro titolo, Il Disco di Fiamma, è il romanzo d'esordio di Philip K. Dick, uno dei maggiori scrittori di fantascienza, secondo l'opinione degli appassionati del genere.

Si nota che questa è la sua opera prima, poiché, a tratti, la vicenda risulta confusionaria, come se nemmeno Dick sapesse dove dirigerla e come, ma il talento dell'autore credo sia innegabile; ha costruito un mondo ancora lontano nel tempo (l'anno in cui è ambientato è il 2203), ma molto realistico, cogliendo anche gli aspetti più aberranti di una società che ha perso ogni certezza e che è basata interamente sulla casualità (è infatti una sofisticata lotteria a scegliere il Quizmaster, ossia il capo di tutto il Sistema Solare). Dick è un osservatore pacato che, con acume e sarcasmo, mette in luce le contraddizioni destinate a diventare fratture insanabili, come la ricerca inutile delle proprie radici e la perdita dei valori più importanti della vita. Tutto questo è reso benissimo grazie alla presenza di diversi punti di osservazione: la storia è narrata non solo da Ted Benteley, il protagonista, un biochimico che ha appena perso il lavoro, ma anche da Verrick (che da dieci anni è il Quizmaster), dai suoi telep (uomini in grado di leggere nel pensiero e che sono chiamati a difendere il capo del governo) e da altri personaggi, fornendo quindi una visione più ampia del mondo in cui vivono. 

Consigliato soprattutto agli amanti della fantascienza. 

 
 
 

Il buio oltre la siepe, di Harper Lee

Post n°38 pubblicato il 27 Aprile 2012 da VentoDiPoesia
 

 

Scout, voce narrante della storia, e Jem sono i figli di Atticus Finch, un onesto avvocato della cittadina di Maycomb, nel profondo sud degli Stati Uniti. Mentre il loro padre accetta di difendere un uomo di colore accusato di stupro, i due fratelli fanno, a loro volta, i conti con il pregiudizio per via di Boo Radley, un uomo che se ne sta sempre rinchiuso in casa sua...

Grazie a Il buio oltre la siepe, Harper Lee, che a tutt'oggi non ha pubblicato altri libri, vinse il Premio Pulitzer nel 1961 e ritengo che se lo sia ampiamente meritato. 

Ambientato all'epoca della Depressione, il romanzo intreccia una storia di formazione a questioni più spinose, come il razzismo e le sue conseguenze, dimostrando che, anche in una tranquilla comunità come Maycomb, bene e male possono coesistere e che la paura del "diverso" porta singoli individui a compiere azioni terribili. Grazie al modo di raccontare di Scout, chiaro, ironico e veloce, la vicenda fa rivivere il mondo dell'infanzia, con tutti i suoi miti, i suoi dubbi e le sue emozioni e ci fa, forse, sognare un padre come Atticus che, al contrario della sorella Alexandra, tratta i figli come persone adulte, insegnando loro a non farsi vincere dall'ignoranza. 

 
 
 

Uccelli di rovo, di Colleen McCullough

Post n°37 pubblicato il 13 Aprile 2012 da VentoDiPoesia
 

 

uccelli di rovo

 

La leggenda narra di un uccello che canta una sola volta nella vita, più soavemente di ogni altra creatura al mondo. Da quando lascia il nido, cerca e cerca un grande rovo e non riposa finché non lo abbia trovato. Poi, cantando tra i rami crudeli, si precipita sulla spina più lunga e affilata. E, mentre muore con la spina nel petto, vince il tormento superando nel canto l'allodola e l'usignolo [...] Al meglio si perviene soltanto con grande dolore.

I protagonisti del romanzo di Colleen McCullough, lunga e intensa saga famigliare ambientata nel bellissimo scenario naturale dell'Australia, sono proprio come gli uccelli di rovo della leggenda: vanno incontro al loro destino, attraversando un mare di sentimenti e di sofferenza. Uomini come Padre Ralph, ma soprattutto le figure femminili, come Meggie o sua madre Fiona, forti, tenere ed orgogliose, consumano le loro vite tra passioni, dubbi, fede e amore, vite sulle quali si stendono un velo di dolore e il senso della giustizia divina. 

Libro che trasmette molte emozioni. A volte annoia un po', perché la McCullough si dilunga in dettagliate descrizioni non necessarie, tanto da sembrare in estatica contemplazione della sua Australia o di certi aspetti della vita degli allevatori. Però riesce anche ad appassionare e a suscitare una grande commozione grazie ai suoi personaggi ben costruiti e alle vicende nelle quali vengono coinvolti.

 

 

 
 
 

Arancia meccanica, di Anthony Burgess

Post n°36 pubblicato il 31 Marzo 2012 da VentoDiPoesia
 

"Quando un uomo non può scegliere, cessa d'essere un uomo"

Alla fine, è questo il succo di Arancia Meccanica di Burgess, diventato un classico della letteratura ma anche un classico del cinema grazie a Kubrick: se un uomo non è più in grado di scegliere, allora non è più un uomo, ma un'arancia meccanica.
Alex, il protagonista, è malvagio, ma la sua malvagità non è il prodotto di un condizionamento sociale; Alex è cattivo perché ha scelto volontariamente di esserlo. E' un cattivo molto lucido. Un cattivo che lo Stato cerca di correggere. Alex viene costretto ad essere buono. Viene costretto a subire la malvagità degli altri.
Burgess vuole così dirci che è preferibile vivere in un mondo violento ma nel quale la violenza è assunta scientamente, piuttosto che vivere in un mondo programmato e costretto ad essere inoffensivo.
Un libro strano, un libro che ti cattura, facendoti provare sensazioni contrastanti.
Un libro davvero cinebrivido, o fratelli.

 
 
 

Il bambino con il pigiama a righe, di John Boyne

Post n°35 pubblicato il 10 Marzo 2012 da VentoDiPoesia
 
Tag: boyne

bambina con pigiama a righe

 

 

"Tutto questo è accaduto tanto tempo fa e non dovrebbe più accadere. Non oggi"

Se comincerai a leggere questo libro farai un viaggio. Un viaggio con un bambino di nove anni che si chiama Bruno [...] E presto o tardi arriverai con lui in un luogo circondato da un recinto. Di luoghi così al mondo ne esistono molti, ma speriamo che tu non ne conosca mai uno.

E' proprio così. Il bambino con il pigiama a righe è un viaggio. Breve, ma pur sempre un viaggio. Un esplorazione, come direbbe il piccolo Bruno. Una storia stilisticamente semplice, ma molto dolce e toccante. 
Leggendolo, non ho potuto fare a meno di ricordare un altro libro che mi è caro, L'amico ritrovato, non perché sia possibile paragonare John Boyne e Uhlman, ma perché l'amicizia che lega Bruno a Shmuel è proprio come quella fra Hans e Konradin: impossibile, dato che i due appartengono a mondi diversi ed inconciliabili. 
Il finale del romanzo di Boyne, pur essendo prevedibile, è quasi riuscito a strapparmi qualche lacrima: dopo averlo finito, ho continuato a pensare a Bruno, alla sua ingenuità e alla sua innocenza, alla tristezza che lui leggeva sul viso e negli occhi incavati di Shmuel. E a molte cose che si sono detti: frasi semplici, ma significative. Per esempio:

"Mi sarebbe piaciuto giocare insieme", disse Bruno dopo una lunga pausa. "Almeno una volta, tanto per ricordarlo." 
"Anche a me.", disse Shmuel.

"Mi spiace che non abbiamo trovato il tuo papà", disse Bruno. 
"Non importa", disse Shmuel. 
"E mi dispiace che non siamo riusciti a giocare. Ma quando verrai a Berlino giocheremo [...]"

 

 
 
 

Per non aver commesso il fatto, di Michele Navarra.

Post n°34 pubblicato il 04 Marzo 2012 da VentoDiPoesia
 
Tag: navarra

 

 

Un uomo viene rinchiuso in un bagagliaio, ucciso con due colpi di pistola e poi gettato nel Lago di Bracciano, vicino a Roma. 

Più di un anno dopo, grazie ad un testimone, un agente immobiliare viene arrestato per rispondere di quell'omicidio. Tocca all'avvocato Alessandro Gordiani difendere l'accusato; per lui e per la sua carriera questo processo è molto importante, delicato e difficile. Un processo che ogni avvocato prima o poi affronta, sperando di ottenere un'assoluzione per non aver commesso il fatto.

Per non aver commesso il fatto, secondo libro di Michele Navarra, vincitore del primo concorso di narrativa giudiziaria inedita organizzato dal circolo letterario Legal drama Society, è un legal thriller, al centro del quale non c'è un'indagine della polizia per scoprire l'assassino, ma c'è il mondo degli avvocati penalisti. 
Navarra narra una storia che non è così nuova (a tratti, certe situazioni e atmosfere rimandano a quelle di un altro noto autore di romanzi thriller, John Grisham, che Navarra, probabilmente, ha letto), una storia a volte un po' statica, ma tutto sommato piacevole, che poggia su buone basi e con un protagonista, Alessandro, che la rende oltremodo divertente. Lui non è il classico avvocato di grido, tosto e coraggioso, ma è un uomo presentato in maniera molto realistica, con i suoi dubbi, le sue ansie e le sue idiosincrasie. E' una figura fresca, un personaggio simpatico e autoironico, che strappa molti sorrisi. 

Consigliato agli amanti del legal thriller.

 

 
 
 

La città e le stelle, di Arthur C. Clarke.

Post n°33 pubblicato il 16 Febbraio 2012 da VentoDiPoesia
 
Tag: clarke

 

"Diaspar era tutto ciò che esisteva, tutto ciò di cui essi avevano bisogno, tutto ciò che essi potevano immaginare. Non aveva nessuna importanza, per loro, sapere che un giorno l'Uomo aveva posseduto le stelle."

In un futuro lontano miliardi di anni, gli oceani si sono prosciugati e sulla Terra ormai vecchia e inghiottita dal deserto, resta un'unica grande città, Diaspar; essa è un luogo chiuso: nessuno può entrare e nessuno vuole uscire. Gli abitanti, creati (e ricreati) in laboratorio grazie al Calcolatore Centrale che controlla ogni cosa, soffrono di un'istintiva agorafobia e hanno già vissuto molte altre vite in precedenza. Tutti, tranne Alvin; lui è diverso, è Unico, perché, al contrario degli altri, non ha vissuto altre vite e desidera uscire dalla città. Troverà una via di fuga? Se mai riuscirà ad uscire, che cosa lo aspetta? Diaspar è davvero l'ultimo insediamento umano della Terra?

Ambientato, come molti altri romanzi di fantascienza, in un futuro remoto, La città e le stelle è un'opera pubblicata diversi anni prima del ben più noto libro di Clarke, 2001: Odissea nello Spazio, e si tratta di una completa riscrittura di un racconto dell'autore, intitolato Agaist the fall of night.
Storia ben strutturata, senza dubbio, coinvolgente al punto giusto, con un mondo ricostruito in maniera credibile, nonostante esso sia lontano miliardi di anni e nonostante Clarke non abbia descritto il background tecnologico di Diaspar, la città eterna, nella quale l'Uomo si è rinchiuso volontariamente, dopo aver perduto il coraggio e la voglia di spingersi sempre più oltre. Affascinanti le descrizioni di alcuni luoghi all'interno della città e delle abitudini dei suoi abitanti, così in contrasto con l'inquietudine e l'eccentricità del protagonista, Alvin, una figura davvero interessante e indagata in maniera accurata, al contrario dei personaggi di 2001: Odissea nello Spazio. Lui, essendo l'Unico, risulta essere anche l'unica speranza per l'umanità, poiché in Alvin è ancora viva la voglia di lanciarsi verso l'infinito, alla ricerca del passato, di sentimenti antichi e dimenticati.
Grazie allo stile chiaro e lineare di Clarke, la vicenda scorre bene. A volte si dilunga un po' troppo in discorsi moraleggianti o filosofici, ma nel complesso La città e le stelle è un romanzo che merita di essere letto.

 
 
 

La bambina con il basco azzurro, di Daniele Nicastro

Post n°32 pubblicato il 26 Gennaio 2012 da VentoDiPoesia
 

nicastro

 

Generalmente i riflessi negli specchi, forse per timidezza o vergogna, hanno l'abitudine di darci le spalle quando non li guardiamo. Si voltano solo se lo facciamo noi per primi. [...] Alle sue spalle, il riflesso la stava osservando con gli occhi sgranati. Si era addirittura alzato in piedi e appoggiava le mani allo specchio...

Questa è la storia di una bambina, della quale non viene svelato il nome, che possiede un bel basco azzurro. Ed è anche la storia di una madre che non ha mantenuto una promessa, di un misterioso Autore, di un coniglio di nome Gary che scappa da una gabbietta, di una creatura tenebrosa chiamata Buio e... di un riflesso nello specchio che si muove per conto proprio! Cosa vuole il riflesso dalla bambina con il basco azzurro?

Nonostante non sia così semplice classificare il romanzo d'esordio di Daniele Nicastro in un genere preciso, in esso è raccontata una storia particolare, immersa in atmosfere magiche e un po' oniriche, una vicenda fatta di doppi e di rimandi, in cui la realtà si confonde spesso con la fantasia... e con i riflessi negli specchi, aprendo una breccia nel mondo "al di là". E' una storia che contiene un'altra storia, una vicenda di motivazioni e di scelte, che il lettore potrà comprendere solo una volta giunto alla fine. Libro ben scritto, adatto ai ragazzi per via dello stile fluido e immediato dello scrittore, ma anche per adulti, visto e considerato che Nicastro, fra le righe e attraverso la sua semplicità, trasmette messaggi significativi. 

 

 
 
 
 

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