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Non importa l'approvazione, non importa il facile consenso o la complicità del branco. Non importa esser fuori dai giochi o salire sul carro di chi vince, non importa cercare il complimento o piacere a tutti a tutti i costi. Ciò che conta è essere se stessi con le proprie idee ed i propri convincimenti anche se, tutti intorno, li riterranno sbagliati ma, è meglio sbagliare credendo in ciò che si fa piuttosto che fare ciò in cui credono gli altri.
Quanto fa tre per zero o, per meglio dire, un qualsiasi numero moltiplicato per zero? Risposta banale? Si, pare una risposta banale perché ci hanno insegnato che la risposta è sempre zero. Ma quando ce lo hanno insegnato, ci hanno avvertito che si tratta di una convenzione e non il frutto di un ragionamento? Cos'è allora una convenzione? Diamo un'occhiata al vocabolario che recita: 'Regola di comportamento in società generalmente accettata in un determinato contesto storico, sociale o geografico. Contratto, accordi tra due o più persone o enti'. Diciamo quindi che si da per buona una tesi per rendere più facili le cose, imponendo una regola per motivi di comodità, Il problema consiste nel fatto che, se non ci dicono le cose come stanno, noi non sappiamo la verità ma, quel che è anche peggio è che crediamo verità una bugia. E' evidente, pertanto, che una convenzione sia la copertura di una bugia, il risultato esatto di un problema non risolto, una decisione presa colà dove si puote ed osservata colà dove si deve. Se ci riflettiamo, ci accorgiamo che ricorrere a tale Machiavellico sistema non è cosa per nulla inconsueta, pensate, infatti, alle problematiche legate alla concezione del tempo. Cosa sia il tempo, se esista oppure no, se sia lineare o circolare, se sia soggettivo o oggettivo, nessuno lo sa. Eppure è stato ingabbiato in regole inesistenti ma convenzionalmente accettate. Pertanto, un anno conta trecentosessantacinque giorni che però diventano trecentosessantasei ogni quattro e i dodici mesi sono un po' di ventotto, di trenta, di trentuno e, come detto sopra, a volte di ventinove. Non parliamo dei calendari, dell'ora solare o legale e di altre storture legate al tema. E tutto questo casino perché? Perché è tutto creato artificialmente per dare una regola ad un qualcosa che regole non ha. Tre per zero uguale a zero è la stessa cosa per cui, se diamo una risposta diversa da questa, saremo considerati ignoranti nel migliore dei casi e fuori di testa in tutti gli altri. Forse, sarebbe meglio allora rispondere che per convenzione e per facilità di calcolo fa zero ma non per la logica. Sarebbe buona cosa non dimenticare e non negare quella logica che, a mio parere, dovrebbe essere elemento primario della vita umana, fatti salvi i sentimenti. Di quelli però è meglio non far cenno ora per non confondere la mente in più considerazioni. Torniamo, quindi, alla logica numerica dandole la dignità che merita. Se io ho tre cose di qualsivoglia natura e le moltiplico per zero, ovvero non le moltiplico, le sopracitate, mi restano o spariscono nel nulla? Non possono certo svanire in una dimensione parallela se non compio nessuna azione su di esse, motivo per il quale ogni cosa che ho resterà tale, come tale resta ogni numero che per zero deve essere moltiplicato. Esattamente come se dicessi tre più zero o tre meno zero, non esistono cose che detratte di niente o, aggiunte di niente, potranno mai diventare niente. So perfettamente che ognuno di voi dirà che non ha nessuna importanza il mio ragionamento se alla prova di un calcolo non ha valore. Forse sarà così ma, provate a pensare con la mente un po' più aperta a cosa comporta l'accettazione di una metodica utilitaristica. Cosa c'è dietro a quella 'convenzione' non citata che, nel silenzio, fa passare una cosa illogicamente falsa per vera? Per convenzione, quindi, si possono attribuire dei marchi di infamia o di santità a chiunque, siano esse persone, istituzioni, associazioni di vario genere o di un qualsiasi fatto della vita. Per convenzione, pertanto, la legge è uguale per tutti, la magistratura è infallibile quanto la chiesa e la scienza, la stampa e l'informazione incarnano la verità informando con deontologica correttezza e, sempre convenzionalmente, chi ci governa lo fa sempre per il nostro bene. Volete altri esempi? Osservate con spirito critico la società in cui viviamo, disinnescando la manipolazione ideologica a cui siete stati, per convenzione, sottoposti e traeteli da soli, non vi sarà difficile, in fondo, basta non dare nulla per scontato e coltivare qualche dubbio in più. Per tutto ciò è importante pensare che tre per zero non faccia zero, e chissenefrega se la calcolatrice col suo uso lo impone. La calcolatrice è una macchina, è intelligenza artificiale per cui, accetta di buon grado una convenzione che si scontra con la logica. Voi non dovreste accettare e dare tutto per scontato perchè in questo mondo, e forse neppure negli altri, nulla può darsi per scontato perchè nulla è come appare e tutto potrebbe esser sempre il contrario di tutto.
Non tragga in inganno il titolo; non voglio trattare di chi è affetto dalla malattia stagionale ma, di chi soffre di una sindrome ben peggiore, ovvero, quella di farsi influenzare dagli influenzer. A proposito, vi sarete già accorti che io la lingua inglese la scrivo come la pronuncio, per due motivi. Il primo è in spregio di un idioma imposto con la forza delle armi ed, in secondo luogo perché la gran parte di voi, usa le parole anglofone per moda o per pigrizia ma senza avere la minima conoscenza della materia. Per dirla in maniera pratica, buttate qua e la un 'uicchend' o un 'allouin' ma non sapete certo tradurre mezza pagina di Scecspir. Già che ci siamo, qualche riga di spiegazione di ciò che ho scritto sopra, nonostante sia cosciente che la lunghezza della lettura vada oltre la soglia di attenzione del lettore. L'Italia, penso sia giusto dirlo e ammetterlo, ha persa la seconda guerra mondiale, motivo per il quale, essendo un Paese sconfitto è sottomessa ai Paesi vincitori. In pratica è una colonia Anglo Americana, per cui ha un'autonomia politica e decisionale inesistente. Ne consegue che la lingua, le usanze, il modo di vivere e di pensare diverrà quello imposto dal 'padrone'. Erroneamente, pensiamo di essere emancipati se parliamo straniero, crediamo di essere moderni e cittadini del mondo, pensiamo di mostrare il nostro marchio di superiorità mentre, facendo così, mostriamo solamente un provincialismo da schiavi. Il secondo motivo è che abbiamo una lingua straordinaria con la quale poter spiegare tutto e tradurre persino le emozioni, mi chiedo perché parlarne un'altra che non spiega ma, come la sineddoche, utilizza una parola ad minchiam per descrivere il tutto. Se vi dico 'maus' avete compreso il mio ragionamento. Fatta questa precisazione-sfogo, torniamo a quel lavoro dorato che la nostra gioventù vorrebbe svolgere: L''influenzer. Fare i soldi in maniera facile, facendo la bella vita, senza sforzi e sacrifici a chi non piacerebbe? Posso comprendere questo modo di pensare e chi vorrebbe metterlo in pratica, capisco molto di meno coloro che cedono la loro vita a chi trae profitto nell'influenzarla. Il mondo è duale per cui non esisterebbero i furbi se non ci fossero i fessi, ed entrambi, nella fattispecie, sono la parte malata della società. E' mai possibile essere indotti a vivere come ci mostrano dei personaggi di dubbio valore e di scarse capacità? Ho il dubbio che nella mente delle persone sia stato modificato qualcosa che ha azzerato la capacità della gestione del libero arbitrio mortificandolo nella spersonalizzazione. Riflettete un attimo, è normale che possa esistere un ruolo, una professione specifica, un affare economico che abbia come fine quello di influenzare la massa? Potrebbe avvenire in maniera spontanea, quello è ammissibile, si pensi ad una corrente filosofica, ad una scuola di pensiero o artistica ma non è razionalmente ipotizzabile, invece, che sia codificato in una mansione. E' automatico, pertanto, pensare che l'attrazione mentale umana sia rivolta ad individui dotati di pregi e virtù difficilmente eguagliabili, e da qui il desiderio di prender da loro spunto, in mancanza di possibilità di imitazione. Non è logico pensare, invece, che siano divinizzati personaggi senza capacità, senza eccellenze, culturalmente inadeguati e messi così male da proporsi soltanto come modello negativo. La manipolazione mentale è un metodo politico; chi condiziona e inquadra la massa si garantisce il potere ed esiste da sempre ma è più colpevole cadere in questo tranello che metterlo in opera. Non possiamo pensare che i dominanti siano onesti e puliti al punto di garantirci moralità ed etica, siamo noi che dobbiamo avere per noi stessi un rispetto tale da non cedere ai loro raggiri. In chiusura, un invito che non vuole influenzarvi, diffidate di parole straniere che mistificano la realtà addolcendola nascondendo la parte negativa intrinseca. 'Influenzer' traducetelo in italiano con: 'Personaggio che manipola la vostra mente inibendo la vostra capacità raziocinante'. In ultima analisi: Ascoltate il pensiero di tutti ma non fatevi portare via il vostro da nessuno.
Non vi avranno certamente risparmiati dal notiziarvi della nuova levata di scudi contro le offese rivolte a personaggi di primo piano. Vi risparmio la cronaca dell'avvenimento perché non è un fatto nuovo; è uno dei tanti che sono già avvenuti e uno dei tanti che, fatalmente, continueranno ad avvenire. Mi preme soltanto farvi riflettere circa la prospettiva dalla quale si vedono le cose che accadono, e parlo delle stesse cose e non diversa specie e diversa tipologia. E' un insulto imperdonabile, un affronto che lede la dignità, un'offesa che non può passare inosservata e, con la massima severità punita se una persona è qualificata come 'scimmia' ma è del tutto lecito se, invece, altre persone sono qualificate 'sorci', 'maiali' o indicate quali sostanze di varia natura, diciamo, non propriamente pregiata. Un maiale è meglio di una scimmia e una scimmia è peggio di un sorcio o di una poltiglia verde? Non trovate che qualcosa non vada nell'interpretazione delle vicende che hanno dato luogo a quell'elenco di parole in libertà? A me pare che se ad uno che sta giocando e, per giocare a quel gioco che erroneamente è definito lavoro è pagato con tanti bei soldini, viene apostrofato 'scimmia' non sia una cosa di gravità tale da farne una vittima e, cerchiamo di capire perché. Per essere al posto di quel signore ognuno di noi farebbe qualsiasi cosa, prima di tutto perché siamo spinti da un'innata passione ed in secondo luogo perché, diciamo che, ci siano mestieri molto più duri ed infinitamente meno retribuiti. In quelle somme che noi, facenti parte di un mondo diverso, non riusciremmo neppure ad immaginare, sono comprese anche delle piccole contrarietà legate al comportamento degli spettatori. Nelle arene sportive le parole colorite hanno la loro sede naturale e, chi le frequenta dagli spalti le dice, mentre chi calca il terreno dello scontro le ascolta, da sempre. E' inutile fare del moralismo e del perbenismo che mira a designare il soggetto quale persona illuminata e di classe superiore, affermando che non sia lecito che ciò possa e debba accadere. Costoro non vogliono che accada ed, in ragione di questo intraprendono crociate, organizzano manifestazioni in ogni ambito affinché tale fenomeno non debba ripetersi. Inutile, perché esiste l'emulazione che reitera le cose negative in maniera direttamente proporzionale a quanto viene divulgata. Però, c'è un però..... quelle stesse persone non fiatano, se non per plaudire, coloro i quali si scagliano verbalmente contro categorie umane diversamente baciate dalla sorte. Per cui non si può dire 'scimmia' a dei miliardari ma si possono insultare, minacciare, odiare dei poveri cristi per i quali il lavoro è cosa che nulla ha a che fare col gioco. Chi non ha aderito alla campagna del suicidio assistito, pertanto, è diventato un sorcio e peggio, se si può ma, nessuno ha ritenuto offensivo il paragone con tale animale. Andava bene tutto, tre anni fa, le offese peggiori, le maledizioni scagliate in diretta e il disprezzo via satellite, tutto si poteva dire e tutto si poteva fare. Nessuno, pertanto, si è dato una ditata di colore sul viso, nessuno si è inginocchiato sul prato verde, nessuno ha scritto uno striscione e nessuno ha acceso una candela in segno di protesta. Non era il caso perché, un popolo di schiavi doveva obbedire e chi ha avuto l'ardire di non prostrarsi al divin potere era da insultare pesantemente prima e da, severamente punire dopo. Non era prevista una situazione diversa, per cui, 'maiale', 'lurido sorcio' e 'untore bastardo' era solo un modo per indicare chi causa dell'imprevisto è stato e non un offesa. 'Scimmia' ad un miliardario, invece, non si può dire, nonostante sia cosa prevista dalla logica della competizione, ed è un insulto perchè essere una scimmia, pare sia peggio che essere un sorcio ma, non ditelo alle scimmie perchè potreste essere mandati affanculo voi, il sorcio e pure il miliardario.
In un mondo capovolto, in questa società malata dove un uomo è costretto a vergognarsi di esserlo, dove solo chi è fluido, transgender o LGBTCVGVFC ha diritto di cittadinanza ed approvazione, dove la mamma è il compagno del papà; non è anacronistico o del tutto fuoriluogo, parlare ancora di Festa della Donna?
Il brano proposto contempla le versioni del tema: 'Le vent le cri' parte integrante della colonna sonora tratta dal film: 'Le professionel' o anche conosciuto come: ' Joss il professionista'. A mio avviso, si tratta di una delle più belle composizioni del Maestro; è conosciutissima e su Youtube si trovano decine di video ma tutti, o quasi, dedicati al tema principale. Questo mio lavoro è stato concepito mettendo insieme delle versioni o, variazioni sul tema, usate per descrivere delle scene del film. Sono musiche talvolta di breve durata e slegate tra di loro, cosa che non mi ha consentita una stesura omogenea del testo ma solo brevi frasi che accompagnano le frasi musicali. Da notare che, a differenza del video sul tema principale che feci, in questo brano, il testo segue il tema secondario e non il principale e, questi due temi che si rincorrono sono la caratteristica, la grandezza e la bellezza di questa musica.
Tu chi sei? Qui, che fai? Dove vai? E cosa vuoi? E' il segreto che tu scoprirai se gli occhi chiuderai per vedere un altro mondo. Oggi io, ancor non so chi son stato e se ancor sarò ho capito che c'è un'altra realtà e chi vista ancor non l'ha è perchè di un'altra vita non gli frega niente, crede a tutto, e crede in niente. Io ormai questa realtà l'ho rinnegata già ma salvo solamente te.
Questo articolo è direttamente collegato al video qui sopra, per darne un chiarimento e parlare di un tema che mi piace particolarmente, in maniera più esauriente. Non è facile renderlo comprensibile tramite parole e frasi che devono adattarsi alla metrica di battute musicali che obbligano a condensare il pensiero che, non sempre, si trasforma in poesia. Le tre battute iniziali, ripetute quattro volte dicono delle domande esistenziali che da sempre l'umanità si pone. Chi siamo, qual è la nostra origine e cosa ci facciamo qui, sono quesiti che ormai hanno una risposta ma, è una risposta nascosta in altre fasulle che hanno lo scopo di nasconder quella vera. Dove vogliamo andare, invece, è una domanda personale e soggettiva che, se potesse avere una risposta possibile, dovrebbe evidentemente esser data da ognuno di noi. Da questo presupposto prende vita il tema principale: Come possiamo rispondere se non sappiamo in quale contesto siamo inseriti? Per farmi capire meglio userò un esempio conosciuto a tutti: E' possibile parlare di calcio se non siamo al corrente che lo scopo del gioco è fare entrare un pallone in una porta avvalendosi soltanto degli arti inferiori? Questa è la base essenziale per capire qualcosa di un gioco ed allora qual è la base essenziale che possa far capire all'umanità come possa vivere nel mondo nel quale si trova? A mio parere, solo la consapevolezza della realtà nella quali viviamo. E come mai non si capisce tale realtà se è quella che vediamo? Per il semplice motivo che di realtà non ce n'è una ma due. Quella che a voi tutti pare è la finzione, è la copia rifatta, è quella nella quale siamo obbligati a vivere, quella che occorre a chi l'ha creata per fini e scopi diabolici. Coloro i quali non riescono a comprendere una cosa tanto semplice, non ce la fanno perché la menzogna dei potenti tranquillizza e costoro preferiscono vivere nella certezza del falso piuttosto che nella destabilizzazione indotta dalla presa di coscienza del vero. Lo avete capito tutti che, da sempre, hanno fatto credere all'umanità cose inverosimili e palesemente false ma non volete ammetterlo o per paura di uscire fuori dal recinto, dalla serena ipocrisia di un pensiero unanime o perché 'Massì intanto a me che me ne frega'? Non temete siete in tanti a pensarla così fin dai tempi di Platone e della sua caverna, siete in tanti che per generazioni avete accettato tutto perché avete avute rassicurazione importanti dai padroni della verità e, se lo dicono loro, tramite persone strapagate per farlo sarà stato certamente vero. E' vero che la guerra è umanitaria, che le armi si inviano per avere una pace veloce, che una maschera di pezza sul viso ci preserva da morte sicura, che dei grattacieli si sgretolano anche se non ci picchia nulla contro e che oggi improvvisamente si muore se si mangia la pizza margherita o se si bagnano due gerani alle undici del mattino. Per capire questo dovremmo chiudere gli occhi e non guardarlo ma, con gli occhi chiusi riflettere su quello che potrebbe esserci se la realtà imposta fosse sostituita da quella vera. Io questo l'ho capito, non certo per merito, ma soltanto perché la mia definizione poetica è: 'Testa di cazzo' ed avendo tale caratteristica tendo a mettere in discussione tutto ciò che mi viene benevolmente 'consigliato' da chi ha troppi vantaggi nel darmi amorevoli consigli. Per questo rinnego tale realtà, in quanto tranello per chi vive di dabbenaggine e di troppa accondiscendenza verso il potere. La chiusura del video è d'obbligo per ragioni di assonanza musicale ma anche perchè ognuno di noi, pur vivendo in una realtà fatta di menzogne e improponibili brutture, una persona o un qualcosa da salvare la possiede sempre.
Se c'è troppa notte intorno a te e non credi più che oltre la notte ci sia il giorno Se non capisci che è molto già quel che possiedi ma che non apprezzi e dici di accontentarti. Se rincorri la felicità e la pensi là nei tuoi infiniti desideri perdi ciò che hai e ciò che già potevi avere perchè tutto ciò che hai perduto non lo riavrai mai più.
Se questa vita lascia i segni Se questa vita spazza via i sogni, che cosa cambia, in fondo, se oggi ho un segno in più e mi ritrovo un sogno in meno. Io queste cose già le so da sempre ma poi a subirle non son mai pronto, tutto è più facile in linea teorica ma facile, in pratica, non è. Si non è facile, anzi, è difficile ma di sognar non smetterò.
La vita è un gioco difficile da giocare. E' un gioco che nessuno sa davvero insegnarti e, chi prova a farlo te lo insegna per come lo ha imparato, seguendo le proprie regole, non essendo però neppure certo se siano giuste per lui. Ma ci sono delle regole giuste in un gioco senza regole? Se non ci sono regole giuste, è logico pensare che neppure quelle sbagliate possano esserci. E' sbagliata per me qualcosa che è giusta per qualcun altro e da questo, fatalmente, si arriva a pensare che la cosa sbagliata non sia la regola ma io che la seguo, o viceversa, quell'altro che non lo fa. Siamo noi quelli sbagliati in un sistema giusto o proprio il sistema è sbagliato? In questa confusione di un gioco confuso si arriva all'ossimoro del libero arbitrio e del destino. Se non ci sono regole certe da seguire, posso giocare a modo mio, decido io fino a che posso farlo ma, non oltre quel limite invalicabile che diventa, pertanto, una regola a mia insaputa. Ma se oltre un certo punto non posso andare vanifico tutto ciò che ho fatto prima perché, il dopo che verrà, sarà in grado di capovolgerlo. Ed allora la vita ci lascia addosso delle ferite perché non siamo stati in grado di gestirla o perché il destino ha voluto così? Ed i nostri sogni, non li abbiamo raggiunti per nostra incapacità o perché doveva andare così a prescindere dalla nostra ferrea volontà di sognare? Mi piacerebbe avere una risposta da dare e da darmi ma che risposta può dare chi gioca ad un gioco che ancora non ha ben capito e che, forse, è impossibile da capire? La cosa che mi è invece chiara è che al gioco si possa perdere, anzi, che sicuramente si perda proprio perché non si sa quale strategia si possa adottare per riuscire a vincere. Sono perfettamente conscio di questo, le tante sconfitte patite me lo hanno insegnato ma, pur essendo preparato a questa evenienza, non lo sono mai abbastanza. E qui siamo al punto di partenza, non c'è una regola aurea per non perdere più e perderò fino all'ultimo giorno ma a questo gioco devo giocare. Forse ci sarebbe invece il modo per non vedere infranto il proprio sogno, basterebbe seguire la regola di non continuare a sognare ma, probabilmente, sono qui proprio per infrangerla e per continuare a sognare nonostante tutto.
Notte senza te, scura. Notte senza te, lunga. Notte che non sa, se poi venga ancora il giorno se poi, possa avere un senso ancora, oppure no. Notte senza più il sonno, dove a rischio è il senno, dove non c'è che l'ombra del tuo viso, nel silenzio, che mi parla di te e della parte di me che ho persa con te.
Scorre il tempo su di te, stupito dalla sua velocità, torni indietro con la tua mente e ti trovi dentro il mondo dei ricordi che ti cercano, ti trovano, si annebbiano che piangono, sorridono ti mentono, ti uccidono. E tu lì di fronte a te perduto nel passato perso in te ti ritrovi dentro il mondo nell'inferno dei rimpianti che ti cercano e ti trovano ti umiliano, torturano che piangono, che urlano che imprecano, non perdonano, ti odiano ti prendono non ti mollano ti uccidono ti uccidono...
Qui, in questo spazio sconfinato senza te, in questo vuoto soffocante dentro me, nel tutto che, se non ci sei, diventa niente. Provo a non pensarti, tento di dimenticarti, con il sole di distrarmi, con la luna addormentarmi, ma son solo tra la gente, ma son solo senza te. Mi manchi, non vivo più se non ti ho accanto come una vela senza il vento, fermo è il mio mondo senza te. Mi manchi, ciò ch'è per me felicità, sei solo tu, Ciò che mi aiuta a vivere il mio tempo, e il mio tempo sarai tu. Mi manchi, come il sole manca ad un tramonto, come una magia senza un incanto, non posso stare senza te. E mi manchi, so che sarei felice solo stando accanto a te, per sempre e, non sol per un momento, fino a che il tempo esisterà. Mi manchi come anche tu sai che manco a te, come anche tu lo sai che io manco a te, Torna accanto a me.
Post n°484 pubblicato il 15 Novembre 2024 da lontano.lontano
Si è aperta un'aspra polemica sul rifiuto di un albergatore Altoatesino di ospitare dei turisti israeliani. Non mi soffermo sulla liceità di questo atto ma sulle grida di sdegno che da più parti si sono levate. Ebbene, se inorridisce il fatto di ritenere poco graditi dei clienti; perché, con la stessa violenza, non inorridisce il fatto che al governo di Israele non è gradito l'intero popolo Palestinese tanto da massacrarlo senza la minima pietà? I palestinesi non vogliono essere ospitati in Israele, risiedono nella loro terra e la loro colpa è solamente quella di non volerla lasciare, a costo della loro stessa vita. Un albergatore è trattato come un delinquente e pagherà caro il suo atto ma il governo Netanyahu (tra l'altro nome non suo ma inventato) perchè non paga mai per i suoi crimini? Quella che stanno facendo gli Israeliani contro il popolo Palestinese è un vera e propria pulizia etnica, quello che ha fatto l'albergatore di Selva di Cadore, invece è un gesto si illegale, ma umanamente e passionalmente comprensibile
Dopo 40 giorni, che sono pari a 960 ore, che equivalgono a 57.600 minuti, il mio profilo, al quale è associato questo blog, sono stati riabilitati. E' bastata, invece, solo un'ora ad una persona sbagliata, che si trovava nel posto sbagliato, nel momento sbagliato per farmi espellere dalla piattaforma di Libero. Per rendere comprensibile la vicenda, affidiamoci al VAR virtuale che, nel suo salto temporale, ci permette di ritornare alla sera dell'ormai lontano 6 Dicembre scorso. Sera nella quale mi trovavo in una di quelle stanze di chat definite 'tematiche', completamente da solo, dedito alle mie solite attività extra chat, ovvero scrivere qualcosa, scegliere una nuova musica per un nuovo testo a corredo, insomma, a fare qualcosa che si può tradurre con 'fatti miei'. Distrattamente, alzai lo sguardo allo schermo e vidi il messaggio relativo alla mia espulsione dalla stanza. Colpevolmente, non feci caso a chi fosse stato/a l'artefice dell'azione punitiva perché, in altre faccende affaccendato, automaticamente, eseguii la procedura per rientrare. Però una volta rientrato in chat, perplesso per quello strano accadimento mi venne in mente di chiedere una spiegazione e lo feci contattando un nick con la stellina, a caso, proprio perché il mio intento non era cercare un colpevole ma una semplice spiegazione. Probabilmente, il caso mi portò a contattare la fonte della mia disavventura. Le feci due semplici domande e, per la precisione, chi fosse autorizzato all'espulsione e per quale motivo si potesse arrivare ad espellere un utente che era solo in una stanza, per cui, senza possibilità neppure di essere l'artefice di un qualsiasi comportamento sbagliato. La prima risposta mi chiarì che le persone deputate a tale compito sono i cosiddetti 'chatleader' e, la secca, alla seconda fu quella di chiedere spiegazioni o presentare un reclamo presso lo staff della community, qualora avessi avute delle lagnanze da esprimere in merito. A fronte di un tale invito scrissi, pertanto, all'indirizzo che mi venne linkato. Cominciò così l'angoscioso percorso fatto di istanze, di spiegazioni, di miei ripetuti inviti a prendere atto di una decisione tanto ingiusta quanto inusuale, tanto illogica quanto, addirittura, demenziale. Per ridurre il tutto ad una sintesi potrei dire che sono bastate poche ore per condannare un innocente e ce ne sono volute ben 960 per scagionarlo, a fronte di alcuna violazione commessa ad alcun regolamento. Ogni mia affermazione è suffragata da fatti incontestabili; dispongo della conversazione con la 'stellina' e potrebbero anche fare fede i tabulati in possesso della polizia postale, relativi all'attività da me svolta in quella sventurata serata. Soltanto ciò che riguarda l'idea che mi sono fatto circa il personaggio con cui mi sono rapportato è frutto di una mia personalissima sensazione, della chiara percezione dell'aura che ognuno di noi ha quando si trova di fronte ad una persona. Ebbene, io penso che proprio la permalosità dispotica di chi per, frustrazione personale, vuole assurgere ad un ruolo di potere, abbia dato luogo ad una ripicca che ha causato a me un danno d'immagine, così come lo ha causato al buon nome della piattaforma che, tramite la stella sul petto da certi personaggi, viene rappresentata. Libero ne esce molto male da questa vicenda perché, pur di difendere 'una indifendibile' arriva ad esprimere in un messaggio di spiegazione il seguente concetto:
'Gentile utente, la sospensione era avvenuta in via cautelativa, in quanto erano stati segnalati dei contenuti non appropriati. Dai nostri successivi approfondimenti, è però emerso che non ci sono state violazioni delle Policy. Di conseguenza, abbiamo fatto riattivare i nick.
Certo è che affermare che 'in via cautelativa' si punisca una persona colpevole di qualcosa che, allo stato attuale, non sia sa precisare, vada a contraddire la regola dell'azienda che recita:
Eventuali sospensioni dei contenuti di Libero Community, avvengono in seguito all'accertamento di una violazione di una o più regole della Community, visibili alla pagina https://info.libero.it/contratti/libero-community/ e non sono a carattere temporaneo.
A questo punto è valida una punizione in via cautelativa o resta valida quella soltanto successiva ad un accertamento? Qual'è la sequenza delle azioni? Cosa si fa prima? Si condanna e poi si accerta o si certifica un reato prima di incolpare qualcuno? Se si incarcera qualcuno in via cautelativa, si potrebbero ammanettare tutti i bancari perché, maneggiando del denaro, potrebbero appropriarsene. Si potrebbero mettere dentro tutti i mariti perché, potenzialmente, potrebbero uccidere le proprie mogli. Si potrebbe fare come Erode e, in via cautelativa, mettere in condizione di non nuocere tutti i nati di sesso maschile perché, una volta grandi, potrebbero macchiarsi del crimine di femminicidio. Potrei andare avanti all'infinito ma mi fermo chiedendomi e chiedendovi, quale crimine può commettere uno che è da solo, per essere ritenuto così pericoloso da essere fermato in via cautelativa? Forte dell'articolo 21 della Costituzione Italiana sul blog scrivo il mio pensiero mai politicamente corretto e sempre lontano dai belati del gregge, ma nell'accusa a me mossa non si fa cenno a nessun articolo del presente blog. Questa è lingua italiana, non occorrono norme di procedura penale, occorre solo il buonsenso che avrebbe consigliato, in quella maledetta sera del 6, ad una certa persona di dire: 'Scusami, non so cosa possa essere accaduto ma, per un errore di cui non sono a conoscenza, sei stato estromesso ingiustamente dalla chat, mi scuso con te augurandoti una buona continuazione'. Sarebbe bastata una semplice frase che esprimesse umanità e non il desiderio di dare una lezione a uno che ha avuto l'ardire di chiedere una spiegazione che è stata letta come un affronto per lesa maestà. Invece no, qualcuno ha voluto mostrare i muscoli e, facendo questo, invece, non ha mostrato il cervello, cosa dalla quale neppure i muscoli possono prescindere. Chi ha voluto mostrare 'L'adesso ti sistemo io' ha costretto colui o colei che, per aderire alle mie pressanti richieste di una spiegazione, a ricorrere ad una parola dell'inglese politichese, non certo a quello di William Shakespeare o di Oscar Wilde per dire un qualcosa che nulla, in sostanza, vuole dire. Per esperienza, so perfettamente che, quando si ricorre ad una parola che non compare nel vocabolario della lingua italiana si prepara la fregatura. Una parola inglese buttata a caso in un discorso in italiano, perde la sua essenza e non la si può tradurre perché vuole esprimere un concetto che è soltanto utile a chi lo va a cercare. Quale cazzspita di Policy può violare uno che non scrive con nessuno, in una stanza in cui non c'è nessuno? Forse, sarebbe meglio scrivere e parlare una lingua che, probabilmente, si parla appena meglio di una che proprio non si conosce, per dire appena qualcosa e non dire qualcosa, per non dire niente, Queste mie righe hanno il valore di ristabilire una verità che non può essere taciuta, servono per non passare sempre per cretini di fronte ad abusi e prevaricazioni, servono per incitare a non chinare la testa quando si è dalla parte del giusto, a fronte di ingiustizie che mi auguro non debbano mai più essere messe in atto né qui né altrove.
Continui a dire: 'Tornassi indietro, io certi errori non li farei più'. Ma se evitassi tutti quegli sbagli, d'altri e diversi ne commetteresti. Nessuno sbaglia perchè vuol sbagliare, davanti ad una scelta, ogni scelta giusta è. Sarà poi il tempo che ciò che hai fatto solo, potrà dirti se giusto o errato fu. Facile dal futuro il passato giudicar. La nostra vita è come una catena fatta di anelli, ed ogni anello è una decisione, una scelta importante, ma se cambi un anello, la catena cambierà.
Prova ad ascoltare quelle parole che non riesco a dire. Prova ad ascoltare ciò che non senti ma senti in te. Cercale e trovale in quel mondo che é lì ma non c'è. Scovale nel sogno che ormai non vuoi sognare più, son per te ascoltale. Prova ad ascoltare prima che solo ricordo saran per te.
Kit di sopravvivenza per la guerra in Europa, cosa deve assolutamente esserci La Preparedness Union Strategy è un piano dell'Unione per predisporre la popolazione a crisi come guerre, pandemie e disastri del clima. Cosa metterci? Lo ha detto la commissaria Hadja Lahbib con un video sui social
Non è solo follia tutto ciò che siamo costretti a subire. Ai più sprovveduti potrebbe sembrare un amabile consiglio, un aiuto, un qualcosa di salvifico messo in atto da coloro i quali hanno a cuore la nostra salute, la nostra vita e le nostre anime. Invece è il progetto che, imperterrito continua; è l'arma letale che, a livello militare, è stata studiata per manipolare le nostre menti. E' il secondo atto di una tragedia cominciata ormai 5 anni fa ma messa in cantiere indietro nel tempo, una tragedia che ci è stata somministrata (il verbo non è casuale) quando hanno ritenuto che fosse giunto il giusto momento. Tre quarti della popolazione mondiale ormai è sotto 'incantesimo', mentalmente assuefatta al volere di un potere mondiale che fa capo a poche persone. I pochi governano i molti ed i molti non se ne accorgono, anzi li approvano. Non lo sanno e non lo sapranno mai, come una pedina su una scacchiera non sa della mano che la muove. La prova di ciò che dico è palese, non ci nascondono più nulla, fanno tutto alla luce del sole, non devono usare sotterfugi, non serve quando hanno la piena approvazione del loro operato. Ora questa signora ci ha fatto lo zainetto per le calamità e noi non ci accorgiamo che non esiste una logica, un pensiero, un minimo ragionamento che riesca ad andare oltre la presa per il culo. Ci prendono in giro e noi li applaudiamo, come si applaude l'illusionista che usa l'arte dell'innocente inganno per farci vedere, o non vedere, quello che c'è o che non c'è. Preparate allora il vostro zainetto, riempitelo delle menzogne e della follia a cui siete sottoposti e ubbidite senza indugio perché loro tengono alle vostre vite, alla vostra sopravvivenza... almeno per 72 ore.
Il video che vi propongo è ciò che di più atroce possiate vedere, se in voi esiste ancora una traccia di umanità, il desiderio di giustizia ed aspirate a veder rispettati i vostri diritti. Il proverbio antico, che ho citato nel titolo, probabilmente, condivisibile in un tempo in cui, forse, si pensava che una giustizia ancora ci fosse, non è più adatto ai nostri tempi. Oggi devi, dobbiamo tutti noi aver paura se non facciamo del male; se siamo persone oneste, se rispettiamo la vita altrui e le regole sia di convivenza che di buonsenso, se siamo quei cittadini di serie B che non contano ma vengono contati come si contano i capi di mandrie destinate al macello. E' un video che dovete vedere perché fa male vederlo. Ed il male per essere capito fino in fondo, deve entrare nel vostro cuore e nella vostra essenza più recondita, deve farvi quel male che vi identifica ancora come appartenenti alla razza umana. Probabilmente, anzi, io ne son certo, che non faccia male a tutti coloro che di male vivono, a quei personaggi che traggono ogni vantaggio per il danno causato ad ogni persona. Non lo posso dire perché, costoro, si sono tutelati con degli articoli del codice penale e, come recita il proverbio cambiato dal tempo, io devo temere se esprimo il mio disgusto con le parole ma, non possono negarmi il diritto di pensarlo. Se ne fregheranno di questo video, non smuoverà un capello canuto di chi dovrebbe, per un suo preciso impegno, liberamente preso, tutelare i diritti costituzionali dei cittadini e dell'essere umano in quanto tale. La gentaglia a cui mi riferisco pensa sia una conquista non definire con nome e cognome il padre e la madre, ritengono di aver salvato il mondo e di aver conquistato chissà che se nei documenti compare 'genitore1 e genitore2' ma, a costoro non importa nulla se ad una genitrice si sequestrano i figli senza logica e senza il diritto di farlo. Perché non chiamano 'genitore 0' una madre che, in forza di una legge violenta, iniqua, irrazionale, ampiamente manipolata viene privata dei suoi affetti più cari?. Come possiamo chiamare, che numero possiamo dare ai nonni che muoiono due volte, dilaniati dal dolore, legalmente inferto alla figlia e ai nipoti? Genitori del genitore1, del genitore2 o della genitrice0? A fronte di ciò, come possiamo non aver paura se non facciamo male a nessuno? Come possiamo non soffrire fino arrivare a morirne per un'ingiusta condanna, come possiamo credere che esista una giustizia quando tutto ci urla e ci fa toccare con mano che una giustizia non esista?. Dobbiamo avere paura di questo Stato suddito e colonia di un regno straniero, il cui monarca arriva da padrone per imporre il volere del padrone, riverito da omuncoli che, per dirla col linguaggio forbito di Trump son messi li per 'baciargli il culo'. Il mondo degli ipocriti 'baciaculisti' si riempie la bocca di 'femminicidio' e di lotta al patriarcato ma, non definisce il crimine di Stato che rapisce i figli ad una madre, che amorevolmente ha cura di loro, per poi rinchiuderli in una comunità dove vige il patriarcato di un giudice di tribunale. La violenza su una donna è un crimine che finisce sulle prime pagine dei giornali, sui quali però, non si legge neppure una riga in ultima pagina, se di un'identica violenza è vittima una donna che però è anche madre. Ingiustizie nelle fasi processuali, manovre oscure, trame messe in atto da 'chi può' contro chi 'non può', violenze fisiche, psichiche, psicologiche a danno di bambini, di una madre, dei nonni, di una famiglia intera distrutta dal dolore per degli affetti rubati e dal senso di impotenza di fronte ad una situazione causata da uno Stato nemico, del popolo, della giustizia e persino dell'umana pietà. Male non faccio e per questo ho tutte le ragioni per temere. Non ho fatto del male a nessuno se ho tutelata la mia incolumità fisica rifiutando i sieri magici, ma ho dovuto temere le ire di un patriarcato statale che mi imponeva con la violenza (mascherata oggi da libero arbitrio) che mi voleva suicida. Male non faccio se rifiuto l'illogica realtà imposta ma, a fronte di questo devo temere ritorsioni in ogni ambito sarà loro possibile infliggermele, devo avere paura perchè male non faccio. O forse si, del male lo faccio e lo faccio a loro se non credo alle loro menzogne, faccio loro del male e tanto, se penso con la mia testa, se non mi adeguo ai loro folli progetti, se sono un qualcosa di diverso da ciò che sono loro e da come mi vorrebbero. Dovrei avere paura ma, paura non avrò e se anche voi non avrete più paura di loro, potrete essere artefici del vostro destino. Non devo e nessuno di voi abbia paura, come questa madre che paura non ha avuto e non avrà, perchè una madre non teme mai per la propria vita quando è in gioco quella dei suoi bambini ed è pronta a donarla affinché un giorno possano liberamente vivere la loro.
Inviato da: lontano.lontano
il 08/09/2024 alle 21:25
Inviato da: vicino.vicino
il 08/09/2024 alle 18:10
Inviato da: lontano.lontano
il 17/08/2024 alle 13:52
Inviato da: cassetta2
il 17/08/2024 alle 11:29
Inviato da: Faitù
il 09/03/2024 alle 17:43