Post n°1962 pubblicato il
23 Aprile 2012 da
psike830
ché non esistono -forse- persone senza cicatrici
il problema è che cerchi sempre chi ne ha più di te
il problema è che le persone ferite riescono a riconoscersi da lontano
si fiutano, come fanno gli animali
che in fondo è quello che siamo, animali
è così che -forse- ti ho riconosciuto quel lunedì pomeriggio
come se ce l'avessi scritto in faccia
ti ho guardato e ho capito che eri pieno di cicatrici,
molto diverse da quella minuscola che avevi sotto l'occhio e che io amavo così tanto
ti ho guardato ed è stato come riconoscermi
riconoscerti
conoscendoti davvero, poi
ho avuto l'impressione che qualcuno si sia divertito con te prendendo in mano un coltello e tagliandoti ovunque, a caso e senza una valida ragione
li ho riconosciuti quei tagli, quei ricami che avevi sul corpo
come tu hai riconosciuto i miei
era per quello che riuscivi a parlare così tanto con me
era per quello che chi credeva di conoscerti non riusciva a credere che tu parlassi e raccontassi così tanto
non poteva crederci perchè lei, quelle ferite, non ce le aveva
erano le ferite in cui infilavo le unghie ogni tanto
erano le ferite che tu riuscivi a riaprire ogni tanto
ma che, la maggior parte del tempo, curavi
perché chi ce le ha quelle ferite,
chi sa riconoscerle, quelle ferite,
sa anche come usarle
sa colpire dove fa più male
e io sono consapevole di averti fatto questo
sono consapevole di aver approfittato della tua fragilità proprio nel momento in cui meno te l'aspettavi, proprio nel momento in cui avevi deciso di fidarti
e so anche di averlo fatto consapevolemente e volontariamente
ed è questo che tu non sei mai riuscito a perdonarmi
il fatto che io abbia scelto di farlo
mentre tu, per lo più, lo facevi inconsapevolmente
quello che la gente non riesce a capire è che
tra i due
la più stronza sono stata io
e anche la più stupida
perchè sapevo che ferire te voleva dire ferire anche me con l'aggiunta dei sensi di colpa
loro hanno visto solo quando te ne andavi
ma non sanno com'era quando c'eri
non sanno che io non ti ho mai preso per mano o baciato per prima
se non quella sera in cui mi hai detto
"guarda che lo so che ieri eri ubriaca"
"ma no, non è vero"
"oh sì, stavi talmente fuori che ti sei avvicinata e mi hai baciato per prima, cosa che, in un anno, non hai mai fatto!"
che ne sanno loro di quella sera lì e di tutte le altre
che ne sanno loro di qual era il nostro modo di dimostrare affetto
loro si chiamano "amore mio" e si regalano fiori
io passavo le notti ad ascoltare il rumore di sottofondo che fanno i cucchiani sulle tazzine dei bar mentre tu mi descrivevi una città che sembra non dormire mai
e non ti ho mai detto "amore mio", ma l'ho pensato ogni istante
anche quando ti infilavo il coltello nel cuore e continuavo a rigirarcelo dentro
e probabilmente lo pensavi anche tu quando mi graffiavi via le croste e poi rimanevi a guardare il sangue scorrere
però, gli ultimi mesi, mi hai fatto un regalo
mi hai regalato un pezzo di me stessa
e quel pezzo lì io voglio portarmelo sempre appresso
e quel pezzo lì spero abbia imparato tutte quelle cose che prima non avevo capito
ti ho amato tanto perchè più conoscevo te più conoscevo me stessa
perché quando parlavi di me usavi aggettivi che io non credevo di meritare
perchè ci sono stati due momenti meravigliosi per noi ma fondamentali per diventare un po' di più la persona che da sempre voglio diventare
e non ti vedo da sei mesi e spero di non rincontrarti a breve perchè sto guarendo solo ora
ma se mai ti rincontrerò quello che vorrei dirti è
"grazie, nonostante tutto, grazie davvero"
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