Creato da psike830 il 19/11/2005

1,nessuno&centomila

Le mie contraddizioni: vivo spegnendo incendi con la benzina

 

Messaggi del 20/09/2006

Post N° 712

Post n°712 pubblicato il 20 Settembre 2006 da psike830
Foto di psike830

Eppoi ci sono le piccole cose, quelle che a volte dimentico, quelle che dò per scontato e che scordo di apprezzare.
L'odore del caffè appena fatto che si diffonde in una cucina che in fondo non sentirò mai del tutto mia, la voce di mia sorella che quel giorno mentre infilavo la chiave nella serratura mi ha detto "lo sai che ti voglio bene?" anche se forse alla sua età non sa ancora cosa significa voler bene o forse lo sa meglio di me perchè lo fa in maniera totale e inconsapevole, senza giochi di ruolo o mosse premeditate.
Quando torna Ale e si siede alla mia scrivania a sistemare tutti i danni che combino al pc mentre io, come al solito in ritardo, chiudo la porta del bagno e mi faccio la doccia, le telefonate di D. (nonostante tutto) dove continuiamo a dirci tutto e niente in due parole distratte, le nostre cene di classe a ricordare di "quella volta che...." e "quell'altra in cui...." per poi guardarci e scoprirci cresciuti ma in fondo sempre gli stessi.
Camminare per Roma col sole sul viso e la cartina in mano a scoprire posti che in fondo conosco già, ma guardarli con occhi diversi.
Cazzeggiare col pallone nelle sere d'estate nel grande parcheggio ricondandosi di quel torneo di calcetto femminile che io non ho fatto e poi scrollare l'albero dove di solito va a finire e starnutire per tutto quello che ne scende oltre al pallone.
Uscire a fumare una sigaretta sul terrazzo di Ale e ogni volta rimanere incantata cercando di guardare dietro le montagne e immaginando cosa si nasconde dietro un altro tramonto o cosa ci riserva la vita o quando rimaniamo lì dopo l'ennesimo piatto di insalata di riso a decidere dove andare o cosa fare e non concludere niente perdendosi in una nuova canzone.
Assitere alle prove di D. per un'altra serata, rigorosamente col bicchiere di vino rosso in mano e sentire quanto la musica adatta può cambiare il gusto delle giornate, ascoltare la sua voce e ricordare com'era diversa in quell'aula buia delle medie e guardarla in quel modo e sapere già che si metterà a ridere.
Affogare il cucchiaino nel barattolo appena aperto della Nutella e sentirne la dolcezza oleosa sulla lingua.
Guidare sul lungolago al tramonto mentre tutto si tinge d'arancione e ricordarsi di quell'alba quell mattina dopo la discoteca, oppure di mattina andando a lavorare e rallentare lì dove si vedono tutte le insenature del lago.
Svegliarsi la mattina e trovare la neve, arrabbiarsi un po' ma poi sorridere guardandola scendere bianca e lieve sui vetri della Panda e accorgersi che sì... è prorpio arrivata l'ora di lavarla.
Le serate fatte di parole tra me e D. quando non ci si vede da un po' e ci si scorda sempre qualcosa da raccontare anche se di cose non ne son successe poi molte.
I finesettimana con S. cena-pub-discoteca con lui che mi presenta come sua cugina e poi guardarsi complici perchè anche questa preda non ha resistito ai suoi occhioni scuri o i suoi sms "cazzo...senza te è una palla... è da depressione" e la sua parlata romanaccia anche se romano non è.
Svegliarmi in una casa che non è la solita, sentirsi per un attimo spersi, poi girarsi e vedere D. accanto a me con la testa affogata nel cuscino e chiedersi per l'ennesima volta "come cavolo fa a dormire così?" e poi si alza e mi prepara la colazione dicendomi "ti ho preso il latte, lo bevi solo tu, se vuoi possiamo anche andare al bar qui sotto" e poi sua sorella e l'altra coinquilina.
Le serate senza meta e rigorosamente senza discoteca in giro per la provincia a cercar concerti jazz e rock e le bottiglie di rosso dentro le buste di carta bianca "come due alcolizzate!" e tutte le volte che ho avuto bisogno di lei e non c'è stata e io non son capace a chiedere ed ammettere.
E i Pink Floyd a tutto volume dritti nelle orecchie seduta a guardare il lago, poi spegnere e ascoltare solo il rumore di sottofondo delle persone in vacanza, dei conoscenti di vecchia data, dei bambini che si tuffano e delle tazzine di caffè con G. che mi chiama dal bar e ci raccontiamo l'ultima bravata dei nostri compagni di uni o qualche stramba curiosità sui prof.
Passare da L. all'ora di chiusura e aiutarla a fare i conti e poi accompagnarla a prendere la macchina al parcheggio, accendere lo stereo e un'altra sigaretta mischiando fumo e parole.
Le telefonate di Ale la domenica mattina presto che detesto ma alla fine rispondo sempre e i primi maggio in due in macchina e i pranzi esclusivamente a base di dolci.

La sigaretta dopo il caffè.

Una doccia calda d'inverno.

L'odore del mare e il rumore delle onde.

La musica.

La mia bic blu su un foglio a quadretti grandi.

Le persone che ho incontrato qui e a cui tengo tantissimo.

L'amicizia, quella vera.

Un bel film al cinema e i popcorn.

I colori pastello della natura.

Le nuotate in piscina e l'odore del cloro che non vorrei lavare via.

Il Carnevale nel mio paese.

Il Nero D'Avola.

Le serate al bar Lucio o a Palazzo dei Papi.

Le prime volte di ogni cosa.

Gli errori da cui si impara.

Il silenzio in solitudine.

Il silenzio in due, quello non imbarazzante, quello che parla da sè.

I cambiamenti di cui ho paura.

Le penne nuove provate sul primofoglio che si trova.

Le librerie.

Strappare la carta di un regalo o comprarne uno.

Gli sms di auguri e ogni volta cercare le parole adatte senza trovarle quasi mai.

La sabbia fresca tra le dita.

La tua voce che dice "ma è fantastica..." su quella cassetta di un paio d'anni fa, forse 3, quei tre bigliettini.

Il quadro che ho comprato e che ancora non ho appeso.

Gli sms inaspettati.

Le coincidenze.

La mia ingenuità e il mio vivere a Fivelandia.

Gli abbracci degli arrivi e delle partenze con la lacrima che scende.

Scrivere.

I baci.

Far l'amore.

E tutto quello che ho dimenticato.

[...che vento che tira
taglia il respiro spinge un po' in là,
forse ci vuol cambiare
misà che non ce la farà
mi riescia sentire
in questo rumore
vieni un po' qua
fammi sentire il mare
al centro di questa città]

 
 
 

Post N° 711

Post n°711 pubblicato il 20 Settembre 2006 da psike830

[Voce del verbo "asserire"...
Ci penso su.]

Ma secondo voi cosa significa:

aver bisogno di qualcuno?

 
 
 

Post N° 710

Post n°710 pubblicato il 20 Settembre 2006 da psike830
Foto di psike830

Son come una vecchia brontolona che non sopporta più i rumori e un cuore che batte forte di rumore ne fa forse troppo e poi sporca con lacrime su cui si cammina sopra con scarpe sporche e le si trascina e le si spalma come fossero burro acquoso e unto.
Eh sì perchè le lacrime macchiano, come il vino rosso o le pesche, non si lavano via.
E, nonostante la loro consistenza, inaridiscono tanto che più passa il tempo e meno si è capaci di piangere ancora.
Chissà se c'è ancora posto o se quel posto è sempre stato libero.
Mi son svegliata la mattina respirando il cuscino su cui aveva dormito un uomo per rubare le ultime molecole rimaste del suo odore in una notte in cui non avevamo fatto nemmeno l'amore.
Una notte, arrabbiata, mi sono alzata di scatto e rivestita velocemente dicendo con tutta calma che ormai era tutto finito e ho sentito piangere l'uomo che credevo non l'avrebbe mai fatto, non per me almeno.
Nei momenti di sconforto mi son rifugiata nelle braccia di chi, col suo amore, riesce da sempre a darmi sicurezza, di chi non mi ha mai chiesto niente di più di quello che ho voluto dargli.
Ho passato tre anni della mia vita con un uomo e lasciandolo nella mia vita ho sentito solo un vuoto d'abitudine.
Ho pianto tutte le mia lacrime in una notte di giugno dicendo il primo "ti amo" che in quel caso significava "addio".

Ma in questo momento credo di non aver provato mai niente, come se del mio cuore pulsasse solo la scorza esterna, come se poi ci fosse uno strato impermeabile oltre cui non si va.

Forse non dipende dal cuore ma dalla testa: da questa specie di involucro di materia che mi porto appresso.

 
 
 

La grande onda.

Post n°709 pubblicato il 20 Settembre 2006 da psike830
Foto di psike830

Di questa canzone ho un ricordo nitido.
Il lungomare coi suoi negozi di ciambelle e pinne colorate, i mille bar per i caffè ad ogni ora e i pranzi improvvisati, i papà che tengono per mano i bambini quasi sempre nudi eppure col segno del costume...
Poi noi: a muovere e far tremare le braccia come fossimo quei vecchi disegni egiziani, come fossimo cretini.
Noi 3, nel nostro momento perfetto, a ridere come forse si ride solo d'estate, nell'estate della mia maturità, della mia prima volta.
Poi il tempo passa.
Poi ci si perde.

A cavallo di quest’onda,
sballottato da sponda a sponda,
inseguendo un’altra volta
la grande onda che ritorna.
Luce rossa
squalo in vista,
nella mischia sono surfista.
Pista!!! fuori dai coglioni,
sulla tavola da leoni.
Tra campioni e campionatori
buonanotte ai suonatori,
iri-iri-ari–oh,
dentro l’acqua seguo il flow.

RIT:
Mai quest’onda
mai
mi affonderà,
gli squali non mi avranno mai.
Mai quest’onda
mai
mi affonderà …
Sha la la la la Sha la la la la la,
un’altra volta un’altra onda.
Sha la la la la Sha la la la la la,
quanto resisterai?

Quando il vento poi non tira
resteremo alla deriva,
tra le onde di questa vita,
nelle righe di questa rima.
Diversi destini, partenze e arrivi.
Dov’è che vai, cosa farai?
Ti reggerai o scivolerai!
Sai che qui non c’è più tempo
perchè il sole sta scendendo.
Sulla tavola estate inverno,
questa muta che fa da guanto.
Aspettando un’onda lunga,
passa la cera un’altra volta.
Poi col vento nelle mani,
qui il futuro è già domani.

RIT:

Piotta, original beach boy,
sulla cresta resta come Silver Surfer.
Noi siamo i giovani,
i giovani più giovani,
siamo l’esercito,
l’esercito del surf…

 
 
 

JO

perché forse più bello che descrivere una grand’amicizia, è averne una.

 

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"...perchè le canzoni non ti tradiscono.
Anche chi le fa può tradirti,
ma le canzoni,
le tue canzoni,
quelle che per te han voluto dire qualcosa
le trovi sempre lì,
quando tu vuoi trovarle.
Intatte.
Non importa se cambierà chi le ha cantate.
Se volete sapere la mia,
delle canzoni,
delle vostre canzoni vi potete fidare..."

 
 

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