Creato da shardana0 il 12/02/2006

Sardinia

Storia della Sardegna e del suo popolo - Arte, Tradizioni e cultura. Attualità, Cronaca, Società , Politica, Satira ed altro…

 

Riforme, le donne si alleino con uomini di buona volontà

Post n°1409 pubblicato il 04 Gennaio 2010 da shardana0
 

 

 In un'intervista di alcuni giorni fa la ministra Carfagna ha invocato la fine del potere dei maschi e un maggiore dialogo fra le donne per le riforme. Credo che si debba innanzitutto sgomberare il campo dall'ipocrisia del "partito dell'amore" e della mistificazione incoerente del ruolo delle donne nella società italiana.

Le riforme vanno fatte insieme a quegli uomini che nella donna riconoscono le sue peculiari capacità, le sue qualità innate e le sue peculiari sensibilità che le permettono di considerare e affrontare i problemi da diverse angolazioni. Lasciando perdere quelli che le considerano solo culo e tette per piacevoli sollazzi.

È proprio per questo che le donne devono esigere la vera parità che ancora, pienamente, non esiste, specie nel mondo del lavoro, a tutti i livelli. Però io chiedo alle donne anche un impegno a non accettare in nessuna situazione della loro vita le scorciatoie, i compromessi al ribasso, di non rinunciare in nessun caso alla loro dignità, di "non essere mai a disposizione di qualunque potere", ma di lavorare insieme agli uomini di buona volontà per le battaglie civili a difesa di una democrazia matura e solidale, dei diritti e dei doveri, della libertà nel rispetto delle regole condivise e di una Costituzione che, non dimentichiamocelo mai, è costata la vita di tanti giovani uomini e donne.

Vedendo quello che sta succedendo in tanti Paesi del mondo dove ancora donne e uomini lottano e muoiono per ottenere il riconoscimento dei loro diritti di libertà e giustizia, c'è da rimanere disgustati dall'uso che di queste parole fanno i nostri politici.

 Credo quindi che occorra avere ben chiaro il tipo di regole che vogliamo riformare e il come e il perché, poiché non è da poco la differenza d'intenti tra chi parla di odio e amore e chi invece persegue la coerenza, la legalità e la giustizia sociale. In tutto ciò non c'entra assolutamente l'essere uomo o donna.

 
 
 

Inaccettabile la levata di scudi americana

Post n°1408 pubblicato il 11 Dicembre 2009 da shardana0
 

Certo oggi ad essere orgogliosi del nostro sistema giudiziario bisogna essere di indole coraggiosa e temeraria, ma che i media americani, in relazione al delitto di Perugia, definiscano medioevale il nostro ordinamento giuridico a confronto con il loro è di sicuro ridicolo. Ignorando che il livello di civiltà ed attualità della giurisdizione di un Paese non può prescindere dal contemplare o meno la presenza della pena di morte, ignorando che la capacità di difesa in giudizio di un cittadino non deve in alcun modo dipendere dalle sue capacità finanziarie e tanto meno dal colore della sua pelle, sarei curioso di sapere quanti di noi pensano che, a parità di condizioni, se lo sfortunato Lumumba fosse stato costretto ingiustamente al carcere dall'angelica Amanda in una qualunque cittadina americana i giudici locali sarebbero stati cosi efficaci ed efficienti (come i nostri) da riconoscerne l'estraneità e ridargli la libertà nello stesso tempo e con gli stessi oneri finanziari; perché è noto, credo, che quando un sistema giudiziario prevede cauzioni in denaro (elevate) per la libertà dell'imputato crea un'evidente distorsione tra gli individui, benestanti e non.

Senza entrare nel merito del processo e della condanna, rimane il dubbio del perché sia stata coinvolta una persona che, anche facendo uso e abuso delle sostanze stupefacenti di migliore qualità e magari condite da abbondante alcool, difficilmente poteva essere scambiata per colui che poi è stato condannato come colpevole del delitto, avendo entrambi in comune soltanto il colore della pelle. Meno male che disponeva di riscontri tali da dimostrare la sua estraneità altrimenti la santarellina americana non credo avrebbe avuto scrupoli. Ho la sensazione che allo sfortunato-fortunato Patrie Lumumba se il tutto fosse accaduto all'interno del tecnologico ed avanzato sistema giudiziario americano non sarebbe stato semplice tornare dalla sua famiglia.

Nelle polemiche statunitensi sulla condanna di Amanda Knox a 26 anni interviene anche il segretario di Stato Hillary Clinton. Il capo della diplomazia Usa, pur confermando di non aver espresso alcun timore al governo italiano, ha fatto sapere che è pronta ad incontrare chiunque abbia dei timori su come il caso sia stato gestito, stimolata a quanto pare dalla senatrice democratica Maria Cantwell, che ha fatto sapere di voler chiedere al segretario di Stato di verificare se il caso sia stato condizionato da sentimenti "antiamericani" in Italia.

Gli USA dovrebbero pensare ai mali della loro "giustizia" e agli orrori che la stessa procura. Mi preme ricordare due gravi episodi in cui il comportamento del governo statunitense non fu certo cristallino e sicuramente "anti-italiano". Il primo episodio fu la tragedia del Cermis, nella quale un Grumman EA-6B Prowler decollato dalla base aerea dì Aviano tranciò le funi del tronco inferiore della funivia del Cermis, in Val di Fiemme, causando la morte di 19 persone, di cui tre italiane. Il pilota, riconosciuto colpevole negli Usa di non aver rispettato le regole dei voli di addestramento, ed anche di intralcio alla giustizia per aver distrutto un nastro video registrato durante il volo, fu condannato a sei mesi di detenzione ma poi rilasciato dopo quattro mesi e mezzo per buona condotta. Nel febbraio 1999 il Senato degli Stati Uniti stanziò circa 40 milioni di dollari per i risarcimenti ai familiari delle vittime e per la ricostruzione dell'impianto di risalita, ma nel maggio dello stesso anno lo stanziamento, respinto da una commissione del Congresso, non fu confermato dal governo.
Il secondo episodio fu la morte di Nicola Calipari ed il ferimento della giornalista Giuliana Sgrena in Iraq. Responsabile fu un marine Usa, rinviato a giudizio dalla Procura della Repubblica di Roma per "delitto politico che lede le istituzioni dello Stato italiano". Egli non rispose mai delle proprie azioni, anche grazie alla mancata collaborazione degli Stati Uniti, che respinsero una rogatoria internazionale presentata dalla Procura di Roma e diedero un' interpretazione pretestuosa degli avvenimenti per scaricare le responsabilità delle milizie americane del 1 posto di blocco in cui Calipari fu ucciso.

Meno famosi ma non per questo meno gravi i casi di altri due italiani:
Carlo Parlanti accusato di aver usato violenza domestica e stupro nei confronti della sua convivente americana e condannato a 9 anni di reclusione che sta scontando nel carcere di Avenal in California, nonostante vi siano prove schiaccianti che lo assolvono;
Enrico Forti che da 10 anni sconta l'ergastolo nel carcere duro di Miami in Florida. Condannato per omicidio da un Tribunale che non esaminò le prove a suo favore.

Non sono anti americano ma chedo che gli USA non abbiano nulla da insegnarci.

Carlo Parlanti

 
 
 

Per i politici è tempo di migrare

Post n°1407 pubblicato il 18 Novembre 2009 da shardana0
 

 

Stiamo assistendo, in questi giorni, all'ennesima "trasmigrazione" di politici che, con la scusa di cercare "valori condivisi", abbandonano il partito che li ha visti, addirittura, tra i fondatori. In Italia ciò è sempre accaduto, sia a livello nazionale che locale, tant’è che molti politici sono riusciti a "soggiornare" in quasi tutti i partiti dell'arco costituzionale. Un vecchio detto afferma che solo i cretini non cambiano mai idea. Sacrosanto, solo se qualcuno mi convincesse che gli "ideali" e non le convenienze politiche possano mutare in continuazione. Questo prendere la propria roulotte e spostarla da un "campo" all'altro è la più palese dimostrazione che si soggiorna in un "campo" solo nel caso di esserne il numero uno o di "contare".
Nel 2009 non si può essere un giorno liberali, un giorno democristiani, un giorno radicali o un giorno socialisti! Si è o conservatori (centro-destra) o progressisti (centro-sinistra) ed è in quei "campi" che ognuno deve diffondere e difendere i valori in cui crede.
L’esempio più clamoroso il nomadismo è infantilismo politico di Rutelli. Alleanza per l'Italia: si chiama così la nuova creatura di Francesco Rutelli che si pensa sia arrivato al capolinea e abbia trovato la sua collocazione politica finale. Nel corso della sua carriera si può dire abbia toccato quasi tutti i partiti politici dalla sinistra al centro, passando per i radicali. Comprendo che a tutti sia concesso di cambiare idea, di cambiare le proprie convinzioni politiche però qui si tratta di un eterno nomadismo che pare non aver fine. In taluni casi forse meglio fermarsi per un pò e riflettere su quello che si vuole fare da grandi.

 
 
 

Crocifisso si, crocifisso no.....

 

Con la sentenza che dice no alla presenza del Crocifisso a scuola, la Corte europea dei diritti dell'uomo ha paradossalmente negato se stessa, in quanto ha calpestato il più alto, il più sacro, il più intimo, il più inviolabile dei diritti umani: quello della libertà interiore. Dico libertà interiore, ancor prima che religiosa, perché alzare gli occhi alla parete dove sta appeso quel Simbolo per rivolgergli una rapida preghiera, un'invocazione, una supplica, un ringraziamento, fa parte della più elementare e vitale libertà: quella di coscienza.

Ora i giudici europei in nome di una presunta violazione dei diritti di una minoranza appartenente ad altre religioni e di una minoranza politica tanto esigua da essere ormai quasi inesistente, negano il diritto della pressoché totale maggioranza dei cittadini italiani di conservare nelle aule il Simbolo della nostra millenaria fede, delle nostre più profonde radici, della nostra basilare e viscerale esigenza di libertà interiore, affermando che lo Stato è tenuto a conformarsi alla neutralità confessionale nell'ambito dell'educazione pubblica "al fine di accrescere la capacità degli alunni a pensare criticamente".
Inoltre, la presenza dei crocifissi nelle aule scolastiche sarebbe inoltre "una violazione della libertà dei genitori ad educare i figli secondo le loro convinzioni e della libertà di religione degli alunni".

L’Italia si divide per l’ennesima volta in due schieramenti dalle idee contrapposte. Questa decisione ha fatto esplodere l'ennesima improduttiva polemica. Durissime le prime reazioni, soprattutto nel centrodestra tra i cattolici. La Cei e il Vaticano attaccano. Più cauto il neosegretario del Pd Pier Luigi Bersani, ma la sinistra esprime il suo parere favorevole nella rassegna stampa di Uno Mattina, Paolo Ferrerò, l'esponente di uno dei tanti partiti comunisti ha affermato che la sentenza che toglie i Crocefissi è giusta e ci voleva, un segnale di laicità che andrebbe applicato a tutti simboli religiosi (cristiani ma non musulmani, è una questione di cultura). Dimenticando tutti quei docenti che usano la cattedra come un pulpito da usare a proprio piacimento dal quale indottrinare i futuri elettori. Quella è una propaganda elettorale bella e buona, diretta e mirata. Non è forse il voler inculcare certe ideologie anche una sorta di catechesi laica?

Gli sdegnati cattolici italiani che hanno dimenticato Il significato autentico della pratica religiosa e non considerano più il crocifisso come un simbolo religioso, ma lo usano come un amuleto svuotato di ogni senso di solidarietà e fratellanza, non devono scandalizzarsi più di tanto ma riflettere e rammentare che noi stacchiamo Cristo dalla Croce tutti i giorni. Quando allontaniamo dalla scuola un nostro simile ritenendolo diverso. Quando volgiamo lo sguardo per non guardare gli umili occhi di un debole che chiede aiuto. Quando non insegniamo a nostro figlio a cedere il posto a una donna incinta, anche se è nera, cinese o se indossa lo chador. Strappiamo Cristo dalla Croce tutti i giorni. Quando accettiamo che in nostro nome vengano abbandonati in mare o re-spinti i disperati. Quando per difendere radici cristiane, vengo meno all'insegnamento cristiano. Quando concediamo la nostra fiducia a chi per primo tradisce i principi e i valori che predica. Gettiamo Cristo nel fango tutti i giorni. Quando scriviamo sulle fibbie dei nostri soldati "Gott mit uns" (Dio è con noi). Quando, coscienti dei nostri peccati, scagliamo la prima pietra. Quando all'amore che dovrebbe governare le coscienze, sovrapponiamo il valore materiale e il denaro. Quando incolpiamo giudici lontani di costringerci a togliere un crocifisso da una parete da qualche tempo spoglia.

 
 
 

La legge sia uguale per tutti …..

Post n°1405 pubblicato il 15 Ottobre 2009 da shardana0
 

 

Con la crisi che regna in Italia, con tutti i problemi che hanno i giovani per trovare lavoro, con tutti i sacrifici che le famiglie fanno per arrivare alla fine del mese, la Lega trova solo il tempo per presentare proposte di legge che sono solo fumo per ingraziarsi il popolo padano.

Dopo le gabbie salariali, il dialetto a scuola e le bandiere regionali in Costituzione, apre un nuovo fronte, una battaglia di vitale importanza per l’ Italia e gli italiani e deposita alla Camera una proposta di legge anti-burqa. Il testo presentato si compone di due soli articoli e chiede la modifica della legge del 1975 su «ordine pubbli-co e l'identificabilità della persona» che vieta l'uso di caschi o indumenti che rendano difficile il riconoscimento aggiungendo la dizione «inclusi gli indumenti indossati in ragione della propria affiliazione religiosa» ( Leggasi BURQA), che si aggiunge a quella presentata a maggio che propone esplicitamente il divieto di indossare il burqa e il niqab (il velo che lascia scoperti solo gli occhi).

Il capogruppo del Carroccio Roberto Cota dice in merito: «Non siamo razzisti - non ab-biamo niente contro i musulmani, ma la legge deve essere uguale per tutti». Dice bene l’ on. Cota, peccato che dimentichi che i padri costituenti erano uomini intel-ligenti, lungimiranti ma soprattutto semplici, provati da venti anni di fascismo e da tre anni di guerra partigiana. Quando hanno scritto la legge fondamentale dello Stato, cioè la Costituzione, l'hanno scritta per tutti gli italiani, quindi è un testo semplice intelligibile per tutti, non è un testo giuridico scritto per gli addetti ai lavori. Il loro insegnamento che si evince dalla Costituzione è che tutti i cittadini hanno uguali diritti e sono uguali di fronte alla legge ed hanno specificato senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali. Il concetto espresso è un concetto semplice, immediato, intuitivo che vale in qualsiasi momento e in qualsiasi tempo per tutti indistintamente. È un concetto che non da adito a equivoci o a interpretazioni, che non può essere sospeso o congelato per un periodo e nemmeno per un secondo: l'uguaglianza è un concetto permanente e non può essere altrimenti pena la decadenza del concetto di uguaglianza.

Certo l’ Italia ha il diritto e il dovere di vietare il burqa e il niqab, ma solo per motivi di sicurezza e ordine pubblico come prevede l’attuale normativa e non perché è indossato, come dice la Lega, da affiliati religiosi (anche se in realtà “la copertura del volto non fa parte della religione islamica”.

Se questo non è razzismo ……… mi spieghino cos’é.

 
 
 

Diffamazione…

Post n°1404 pubblicato il 13 Ottobre 2009 da shardana0
 

 

Esprime un'opinione sul proprio blog - riguardo a fatti realmente accaduti facendo rimanere nel più completo anonimato le persone coinvolte - ma rischia di finire sotto processo per diffamazione (l'aver screditato la persona con notizie non vere).
Il commento è stato fatto - da un sottufficiale in pensione - che ha messo in relazione due fatti avvenuti a due persone "punite" in maniera differente. E proprio per la critica, riguardo all'interpretazione delle legge, (la legge è o no uguale per tutti, era riportato nel blog, ndr) la Procura ha chiesto il rinvio a giudizio per il titolare del blog trovandovi elementi di diffamazione poiché uno dei protagonisti si è riconosciuto nella vicenda narrata.
Nonostante chi scriveva non avesse dato modo di far riconoscere i protagonisti della vicenda. Secondo il sostituto procuratore della Repubblica, infatti, un maresciallo in pensione - tramite quanto scritto sul suo blog - avrebbe diffamato (a mezzo stampa) un "collega" di un'altra arma finito sotto processo con l'accusa di peculato. Il processo per peculato si era concluso con una condanna a due anni e due mesi di reclusione, in primo grado, poi aumentata in Corte di Appello a Genova di un anno per il militare "infedele".

La disavventura del maresciallo da tempo in pensione arriverà di fronte al Giudice per l'udienza preliminare,  il 27 ottobre. Il caso risale all'agosto dello scorso anno. La vicenda riportata dall'indagato riguarda due casi avvenuti ad altrettanti militari del Tigullio. Uno di loro nei guai perchè si era voltato - a quanto sembra - a guardare una bella ragazza e l'altro condannato per peculato.

In entrambi i casi c'erano state due condanne, differenti. L'ex maresciallo in pensione con la passione per il blog, ha espresso un giudizio sul collega condannato per peculato che, a suo dire, «andava mandato a zappare» visto che quel reato (il peculato) è gravissimo per chi veste la divisa.

Attenzione, quindi, ai commenti che si fanno in questo caso sul web anche se le persone coinvolte non vengono citate.

(Dal quotidiano il Corriere Mercantile del 13 ott 2009)

 
 
 

L'acqua va cercata in Africa prima che sulla luna…

Post n°1403 pubblicato il 11 Ottobre 2009 da shardana0
 

Finalmente pare che sulla Luna abbiano trovato l'acqua. Comprendiamo quindi l'esultanza di milioni e milioni di abitanti dell'Africa, tutti festosi e con le taniche (vuote) rivolte verso il cielo nel sentire questa notizia. Poi, perché no, grazie alla tecnologia spaziale, da lassù, con un tubo del dieci si potrebbe canalizzarla per berla su questa Terra. Magari qualche industriale intraprendente potrebbe imbottigliarla.

Ma chiudendo la parentesi ironica, purtroppo dobbiamo aprirne una seria e drammatica. Se da una parte va riconosciuto alla scienza il merito delle scoperte che ogni giorno tutti possiamo vedere e che contribuiscono alle conoscenze dell'Universo, nel contempo, però, bisognerebbe ricordare che:

  1. 1 miliardo e 100 milioni le persone che soffrono la mancanza di acqua potabile
  2. 3,4 milioni le vittime della sete ogni anno
  3. 6.000 i bambini che ogni giorno muoiono per malattie da acqua inquinata
  4. 300 miliardi di dollari il giro di affari del mercato dell’acqua
  5. 30 litri al giorno sono usati mediamente da una persona, 5 litri per bere e cucinare, 25 per l’igiene
  6. l'80% di tutte le malattie diffuse nei paesi in via di sviluppo è legato ad acqua non potabile e impianti igienici inadeguati.

Quindi ogni africano l'acqua la dovrebbe trovaree veramente su questa Terra e non sulla Luna. Anche oggi, mentre apprendiamo le notizie di nuove scoperte, migliaia di persone, non riusciranno a fare in tempo a leggerle. Primo perché sono impegnati a percorrere a piedi nudi anche 40-50 km. al giorno con un bidone arrugginito sulla testa alla ricerca di acqua "altissima e purissima"; secondo perché durante questo tragitto molti di loro mori-ranno di sete. Purtroppo. Il progresso e la tecnologia, come si vede, non sempre vanno di pari passo con la dignità della vita.
L'acqua sarà sempre un bene prezioso per tutti e specialmente nelle zone del mondo colpite come l'Africa occorre intervenire non attra-verso sterili convegni mondiali, ma sul campo, con ruspe trivelle e trattori. Le trivelle per la ricerca del petrolio non si fermano mai un secondo, girano a pieno ritmo giorno e notte, tanto nel deserto come tra il ghiaccio. Quindi cominciamo oggi stesso a scavare pozzi alla ricerca del "petrolio più prezioso per la vita", prima di andare a cercarlo su altri pianeti.

La luna può attendere.

 
 
 

Lo sfascio del Paese è colpa dei cattivi politici…

Post n°1402 pubblicato il 04 Ottobre 2009 da shardana0
 

Ma chi è Antonio Di Pietro? Il Supermen, il Batman, il Flash nazionale, l’uomo che ha avuto mandato da Dio per risvegliare le coscienze dell’umanità, l’uomo perfetto che trova mille difetti negli altri.

 L’arcangelo che può chiamare “mafioso” Berlusconi, che può dare del vile al Presidente Napolitano. Probabilmente crede che l’ultimo risultato politico lo abbia reso invincibile e si schiera contro tutti, contro la maggioranza, contro il Quirinale e contro l’opposizione che chiama cialtronesca.

Non è la prima volta che l’uomo provvidenza attacca frontalmente il Capo dello Stato, questa volta lo apostrofa come vigliacco sostenendo che firmando e promulgando il de-creto “scudo fiscale” compiendo un atto pilatesco, un gesto oggettivamente vile perché rinuncia alle prerogative costituzionali.

Ma io credo che il signor Di Pietro non abbia nulla da insegnare al Presidente Napolitano. Gli ricordo che lo sfascio del Paese è colpa dei cattivi politici, già sono loro i i responsa-bili del degrado italiano. Sono loro che in tutti questi anni hanno dimostrato tutta la loro incapacità cronica a risolvere i problemi reali in modo concreto. L'unico sistema che hanno per affrontare i problemi è il loro interminabile bla bla bla demagogico fino allo spasimo amplificato dai giornali e dalle tv ormai saldamente nelle loro mani. Ma hanno fatto di peggio in tutti questi anni. Hanno abituato gli italiani che sono costantemente bombardati dai giornali e dalle tv, a credere che sia possibile vivere senza la certezza di un lavoro, li hanno disabituati all'impegno politico (che invece è l'u-nico modo per mantenere viva la politica e la democrazia in un Paese) li hanno illusi con immense fandonie, hanno fatto credere a tanti che l'unica soluzione ai problemi sia vincere al Superenalotto e così facendo hanno riempito le casse dello Stato alla faccia di tanti cittadini che già pagano le tasse. Hanno disincentivato i giovani all'azione di cambiamento dei quali sono portatori natura-li, relegandoli in un misero sogno fatto di "X Factor, Grandi Fratelli, Fattorie" e nella realtà li hanno stipati in uno squallido limbo fatto di disoccupazione, di lavoro interinale, di precariato, di telefonini.

Tutti in attesa di neppure loro sanno cosa. E senza alcun ideale tranne i soldi, non importa come fatti, l'importante è averne tanti. I risultati di questa politica infame e menzognera li abbiamo e li avremo davanti ancora di più nei prossimi anni, quando i suddetti personaggi politici avranno gettato la spugna sulle macerie dei loro disastri. Il giorno che i cittadini italiani riprenderanno (non si ancora a che prezzo) il controllo di loro stessi, e si riprenderanno l'Italia.

Ricordo all'on. Di Pietro che anche lui è uno di questi politici e quindi responsabile del degrado attuale. Non è sufficiente sparare a destra e a manca per essere assolto.

 
 
 

Non pagare il canone Rai è un gesto da patriota?

Post n°1401 pubblicato il 02 Ottobre 2009 da shardana0
 

 

Il canone Rai è da anni una spina nel fianco degli italiani, un’imposta che viene pagata alla Rai anche se non si riceve alcun servizio, infatti, è sufficiente possedere un apparecchio televisivo o altro apparecchio ( computer) idoneo a ricevere le trasmissioni, anche se oggi non essendoci più il monopolio e con il proliferare di reti televisive private appare del tutto illegale. Questa marea di denaro “pubblico” viene utilizzata insieme ai proventi della pubblicità per pagare contratti milionari ai vari funzionari, presentatori, giornalisti incazzati quali Santoro, Floris, Dandini, Fazio e altri, di attori, attrici, finanziando le più disparate trasmissioni spazzatura che nessuno guarda da tempo.

Ma non per questo si può istigare gli utenti ad attuare una rivolta fiscale, come Bossi aveva minacciato e come Grillo da anni proclama nel suo blog. Secondo l'Agenzia delle entrate (e purtroppo è vero) chi non paga il canone Rai è un evasore e come tale è perseguito con tutte le conseguenze che ne derivano.

Gli abbonati che non hanno versato il canone sono tenuti a pagarlo maggiorato degli interessi al tasso legale e delle spese della riscossione coattiva eventualmente promossa dalla Amministrazione Finanziaria. Art.1284 c.c. Il versamento deve essere effettuato usando il bollettino allegato alla richiesta di pagamento inviata dalla RAI. Il mancato pagamento del canone da parte degli abbonati può essere accertato dalla Guardia di Finanza, che comminerà una sanzione amministrativa di importo compreso tra Euro 103,29 e Euro 516,45. Eguale sanzione è prevista a carico di quanti detengano apparecchi atti o adattabili alla ricezione delle trasmissioni radio televisive fuori dall'ambito familiare senza essere titolari di abbonamento speciale. D.L.C.P.S. 31/12/1947 n.1542.

Ma chi non paga il canone Rai dovrebbe essere considerato un patriota che ha a cuore il destino della nazione. È sicuramente più patriottico spendere quei 100 euro per fare la spesa o per andarsi a mangiare una pizza con la propria famiglia, e in quel modo dare un impulso ai consumi (se lo facessero tutti quanti i 16 milioni di utenti ci sarebbero 1,6 miliardi di euro a disposizione degli italiani) o darli a chi li usa per finanziare programmi come quelli di Santoro che lo utilizza la sua trasmissione come un’arma per abbattere il tanto odiato presidente del consiglio? Non sa questo signore che gli italiani sono stufi dei soliti gossip e che dal presidente del consiglio si aspettano riforme e non che faccia voto di castità?

A mio modesto parere un evasore è chi non paga tasse decise dalla maggioranza degli italiani e che gli stessi possono abrogare tramite un referendum. In questo caso si tratterebbe di rivolta fiscale contro una tassa imposta dall'alto e che nessuno di noi può cancellare. Mi pare che qualcuno stia toccando con mano che oggi è la volta del canone Rai ma domani potrebbe toccare a molte altre imposte, la maggior parte delle quali completamente inutili.

Questo qualcuno comincia ad avere paura, consapevole che gli stipendi degli alti funzionari e di quei giornalisti dipendono dalle meravigliose tasse che noi siamo costretti passivamente a subire e pagare, il giorno in cui grazie ad una rivolta fiscale o legale d'abrogazione queste smettessero di essere pagate, questi signori e tutti i loro colleghi si ritroverebbero disoccupati.

Detto tra noi, non ho ancora compreso se il famoso cavallo di Viale Mazzini nitrisce rabbioso per questa ingiusta gabella o per la scomoda posizione che gli schiaccia le palle.

 
 
 

Pedofilia di serie A e pedofilia di serie B...

Post n°1400 pubblicato il 30 Settembre 2009 da shardana0
 

Il famoso regista Roman Polanski, sul cui capo pesa un ordine di cattura internazionale emesso dagli Stati Uniti, a seguito di una condanna per violenza sessuale ai danni di una ragazzina di soli tredici anni, avvenuta 32 anni fa è stato arrestato in Svizzera ove si è recato per ricevere un premio alla carriera.

Nel 1978, Polanski fu fermato dalla polizia californiana con l'accusa di aver stuprato Samantha Geimer - 13 anni - nella villa a Hollywood di Jack Nicholson. Infamanti le accuse: «Polan-ski somministrò alla giovane droga e alcol prima di costringerla al rapporto sessuale». Polanski ammise il rapporto sessuale illegale, negando lo stupro. La ragazzina aveva già avuto rapporti ed era consenziente, questa la sua tesi e patteggiò e fu condannato a 42 giorni di carcere e a un periodo di riabilitazione (una condanna ridicola).
Trascorse alcuni giorni in prigione, fu rilasciato con la condizionale, ma temendo che i giudici lo condannassero a un ulteriore periodo di carcere lasciò il Paese, senza mai più farvi ritorno, neppure per ricevere l'Oscar per la regia de "Il Pianista".
Nel 1978, alla vigilia del pronunciamento del tribunale, Polanski scappò perché convinto che il giudice avrebbe potuto respingere la sua ammissione di colpa e condannarlo a 50 anni di carcere. Da allora, secondo quanto ha detto la procura di Los Angeles, i tentativi di arrestarlo sono stati sette, in occasione delle visite del regista in Inghilterra, Israele, Canada e Thailandia.

Dopo l’arresto i suoi legali faranno appello per evitare di veder finire il proprio assistito davanti alla giustizia americana. Lo staff del festival ha espresso «grande costernazione e rammarico» per l'arresto di Polanski e ha confermato che avrà luogo un tributo per «uno dei più grandi registi dei no-stri tempi». Sul caso è intervenuto anche il ministro della Cultura francese, Frederic Mit-terrand, che si è detto «stupito» per l'arresto di Polanski e ha fatto sapere di aver di-scusso della questione con il presidente Nicolas Sarkozy. Woody Alien, Martin Scorsese e David Lynch. Tre grandi nomi del cinema americano, del-la stessa generazione di Roman Polanski, scendono in campo per difenderlo e chiederne la scarcerazione immediata. I tre registi hanno firmato ieri la petizione internazionale lanciata a Parigi domenica scorsa in suo favore e che numerosi nomi dello spettacolo a-vevano già sottoscritto. A suo favore si sono espressi, tra gli altri, anche Monica Bellucci, Ettore Scola, Marco Bellocchio, Giuseppe Tornatore, Paolo Sorrentino, Michele Placido, Pedro Almodovar, Claude Lelouch e Costa Gavras.

Su questo tema si è acceso un forte dibattito. Se Polanski non fosse stato il personaggio che è ma di un semplice e sconosciuto pedofilo, ci si chiede, ci sarebbe stata tutta questa mobilitazione attorno al suo caso giudiziario? Famoso o non famoso in definitiva si tratta semplicemente di un pedofilo che é sfuggito al carcere scappando dagli Stati Uniti.

 
 
 

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