Creato da shardana0 il 12/02/2006

Sardinia

Storia della Sardegna e del suo popolo - Arte, Tradizioni e cultura. Attualità, Cronaca, Società , Politica, Satira ed altro…

 

Paolini infiltrato in tv beffando il cordone militare.

Post n°1399 pubblicato il 25 Settembre 2009 da shardana0
 

Domenica sera ho assistito alla diretta sul Tg1 con la camera ardente dell'ospedale del Celio, dove sono state composte le salme dei sei militari caduti a Kabul, all'intervento dell'indefinibile Gabriele Paolini, si proprio lui, il profeta del condom “, che è comparso alle spalle della giornalista facendone interrompere il servizio.
A parte il gesto, che ritengo inappropriato in un momento del genere, mi sono chiesto come abbia potuto agire indisturbato essendo, in quel momento, la zona presidiata da un gran numero di forze dell'ordine. Tale personaggio è ben noto a tutti per le sue improvvisate; com'è possibile che nessuno si sia accorto della sua presenza nelle vicinanze? Se invece di una persona qualunque, si fosse trattato di qualcuno con l'intenzione di compiere qualche gesto molto più grave, sarebbe quindi riuscito a passare inosservato allo stesso modo? Vedendo in seguito, su Rai3, il servizio di Presa Diretta sulle carenze degli organici delle forze dell'ordine, devo proprio pensare che l'eventualità non sarebbe poi così impossibile.
Dove è finito il tanto decantato pacchetto sicurezza di cui il ministro Maroni era tanto fiero, la legge sulla sicurezza che avrebbe consentito un contrasto più efficace dell’immigrazione clandestina, una maggiore prevenzione della microcriminalità diffusa attraverso il coinvolgimento dei sindaci nel controllo del territorio e una più incisiva lotta alla mafia?
Detto questo credo che si potrebbe cogliere l'occasione dell'ultimo intervento di tale personaggio, per offrirgli un soggiorno premio di qualche mese a Kabul e affiancarlo ad operare con chi, invece di fare pagliacciate insignificanti, rischia ogni giorno la vita per qualcosa di serio.

 
 
 

Non é tutto oro quello che lucica........

Post n°1398 pubblicato il 25 Settembre 2009 da shardana0
 

 
 
 

Missione di guerra però la chiamano di pace…

Post n°1397 pubblicato il 22 Settembre 2009 da shardana0
 

Premesso che sono particolarmente addolorato per il massacro dei nostri soldati a Kabul, nello stesso tempo sono anche indignato per il comportamento dei nostri politici che continuano a chiamare "missione di pace" quello che è un vero e proprio conflitto bellico. È palese ,infatti, che i soldati italiani combattono fianco, a fianco con i marines americani.
Nella guerra in Afghanistan operano al momento circa 64.500 soldati, inviati da 42 Nazioni. Gli Stati Uniti ne schierano quasi 30 mila, La Gran Bretagna 9.000, la Germania 4.050, la Francia 3.160, il Canada 2.800, e l’Italia 2.735.

Io a distanza di appena poche ore dal sanguinoso attacco talebano ai nostri militari di stanza a Kabul, mi indigno. Certamente per i talebani, vigliacchi assassini, che sacrificano senza alcuna remora loro connazionali che si trovano per caso lì, ma anche per i membri del nostro governo e di chi lo sostiene "dall'esterno" che, invece di mettersi d'accordo per una risposta ai media del tipo "Dobbiamo valutare, vedremo, non è questo il momento", ma una risposta comunque, unanime, nell'attesa di riunirsi e, una volta finalmente a porte chiuse, decidere, da buoni italiani individualisti sparano ognuno la propria decisione senza pensare, senza riflettere sul fatto che abbiamo un impegno internazionale da rispettare.

Bossi: "per Natale tutti a casa"; e durante i funerali dei sei paracadutisti della Folgore : " quei ragazzi li abbiamo mandati noi in Afganistan, ho votanto anch'io la missione. Ma ora ritornano morti. Lo avessi saputo non avrei votato". La Russa: "l'attacco vigliacco di oggi non ci fermerà". Maroni: "un eventuale ritiro sarebbe una resa al terrorismo". Berlusconi: "siamo tutti convinti che sarebbe meglio uscire presto dalla nostra presenza cospicua in Afghanistan". Una situazione che crea confusione anche tra la gente che durante i funerali ha più volte urlato: "Riportiamoli a casa!" esibendo uno striscione che recitava:" Basta sangue italiano per il petrolio americano". ( ma in Afganistan non c'é petrolio)

Ma siamo usciti matti? Come può un governo che si considera forte, suonare campane diverse su un fatto così importante? Questi vergognosi avvenimenti hanno permesso a Bersani, candidato alla segreteria del Pd, sentenziare: “In un giorno così drammatico è incredibile che in poche ore il governo abbia mostrato una confusione così impressionante”. Come già detto, una cosa é certa, nonostante le dichiarazioni dei nostri sconclusionati politici, stiamo combattendo una "guerra" e non possiamo far altro che attrezzarci meglio per evitare altro spargimento di sangue italiano.

 
 
 

Is Arenas: Non distruggiamo un paradiso....NO al campo eolico!!!

Post n°1396 pubblicato il 18 Settembre 2009 da shardana0
 

In data 09/09/09 la Capitaneria di Porto di Oristano ha reso nota la richiesta di concessione demaniale marittima sessantennale presentata dalla "Is Arenas Renewable Energies S.r.l." per la realizzazione di un impianto di generazione eolica off-shore, composta da 80 pale, ognuna dell'altezza di metri 100+30, in mezzo al mare a meno di 3 miglia dallca costa, in un'area che si estende da "SU PALLOSU" FINO A "SANTA CATERINA".
Gli 80 pali alti 100 metri che la Is Arenas renewables energies vorrebbe installare nel tratto di costa oristanese per molti rappresentano uno scempio da evitare. Un impianto di questo genere modificherebbe il flusso delle correnti e l’ondosità e comporterebbe delle conseguenze per la posidonia. Dove sono ora gli ambientalisti?». Un tratto enorme, oltre duemila ettari, dell’incantevole e incontaminato tratto della costa oristanese sarebbero deturpati e violentati in modo definitivo, precludendo per il futuro ogni possibilità di sviluppo turistico.

La realizzazione di tale parco eolico sarebbe quindi non solo uno SCEMPIO dal punto di vista ambientale, ma anche un colpo mortale alle risorse turistiche del territorio. Abbiamo tempo SOLO FINO ALL'8 OTTOBRE 2009 PER OPPORCI A QUESTO ORRORE, a quest’’idea folle e scellerata.

Per dare voce al vostro NO, siete pregati di firmare questa petizione.

http://www.petitiononline.com/qd090909/petition.html

 
 
 

Sono i tagli del Ministro Gelmini che hanno ucciso la scuola ?

Post n°1395 pubblicato il 17 Settembre 2009 da shardana0
 

 


Mi telefona un amico inorridito, appena uscito dalla presentazione dell'anno scolastico in una prima elementare statale. L'insegnante di matematica non ha quasi aperto bocca, ha lasciato parlare la sua collega di Italiano, quando l’ha fatto, hanno tutti capito il perché: "Se qualcuno non avrebbe bisogno del prescuola stassi pure a casa che non c'è bisogno di venirci alla riunione".

La Gelmini ha iniziato l'anno con una serie di tagli d’insegnanti. A giudicare da quello che ho sentito ritengo che avrebbe dovuto avere la mano più pesante. Una bella pulizia di tutta quella gente quasi analfabeta che da anni occupa una cattedra abusivamente e che non è neppure in grado di parlare italiano è quello che ci vuole per dare alla scuola italiana un minimo di decenza. Ben vengano quindi le scuole private se in queste non entrano certi elementi. Servono a poco i vari appelli per salvare la scuola pubblica, con esempi del genere, pur con la più buona volontà questa scuola pubblica è indifendibile.

La scuola pubblica è come uno specchio che rischia di frantumarsi in mille pezzi se non la tuteliamo. Bisogna trovare altri fondi per investire nella formazione e vanno fatti investimenti nel personale serio e preparato e nelle infrastrutture e non tagliare alla cieca tutto il precariato, che nella scuola " è nato nel nostro Paese negli anni 70 e '80, quando i concorsi sono stati fatti senza prevedere un numero preciso di posti".

Anche il Presidente Napolitano è intervenuto dicendo:“Per avere un’Italia migliore abbiamo bisogno di una scuola migliore, le condizioni del nostro sistema scolastico richiedono scelte coraggiose di rinnovamento: non sono sostenibili posizioni di pura difesa dell’esistente”. E sul maestro unico: “…è necessario ridurre a zero nei prossimi anni il suo deficit pubblico e per incidere sempre di più sul debito accumulato nel passato nessuna parte sociale e politica può sfuggire a questo imperativo”. “Ed esso - avverte ancora Napolitano - comporta anche un contenimento della spesa per la scuola”.

Non si possono comunque attribuire tutte le colpe alla Gelmini, sarebbe un atto ingiusto. La Gelmini ha ragione c'è pur sempre qualcuno che "prepara la cassa del morto e qualcuno che lo seppellisce". La Gelmini con la sua riforma tagliando indiscriminatamente forse ha contribuito a "seppellire" il "cadavere" della scuola pubblica.

 
 
 

Tutto muore al mondo madre e giovinezza.

Post n°1394 pubblicato il 15 Settembre 2009 da shardana0
 

 

 

Tutto muore al mondo,madre e giovinezza
la donna tradisce e l'amico scompare.
Impara ad assaporare una nuova dolcezza
contemplando il freddo circolo polare.

Prendi la tua barca,salpa verso il polo
tra mura di ghiaccio e in silenzio oblia
come l'uomo ama,lotta e muore solo:
dimentica il paese dell'umana follia.

Ed all'anima stanca insegna,mentre lento
s'impossessa del sangue il brivido del gelo,
che non le serve a nulla questo pianeta spento
perchè i raggi vengono dal cielo.


Aleksandr Blok

 
 
 

Che immagine sei oggi ?.. Posta nel tuo blog l'immagine che ti rappresenta oggi.

Post n°1393 pubblicato il 14 Settembre 2009 da shardana0
 

Seguendo l’iniziativa di stelladanzanteforeve  , anche io pubblico l’immagine che oggi mi rappresenta.

Postate un immagine che rappresenti il vostro stato d'animo in questo giorno...e girate il compito anche ai vostri amici... giusto per vivacizzare un pò l'ambiente e stimolare la creatività di ciascuno... si sa...le immagini parlano !

 
 
 

Un crimine respingere chi fugge dalle guerre!!!

Post n°1392 pubblicato il 13 Settembre 2009 da shardana0
 

Siamo giunti al momento della battaglia, una nuova guerra all’interno della maggioranza sull’ immigrazione che tanto sta a cuore del “senatur”. Il leader leghista pur di ottenere il suo scopo minaccia apertamente i suoi alleati, ” seguite la Lega altrimenti si va a votare”. Come può un uomo che nega i più elementari diritti umani pretendere di governare democraticamente il nostro paese?

Tra il 18 ed il 20 agosto sono morti in mare, su un barcone, 73 su 78 migranti in gran parte eritrei. Il 30 agosto, un altro natante carico dì somali ed eritrei che fuggono da terre in cui da anni si combattono guerre tremende è stato respinto ed accompagnato dalla nostra marina militare in Libia, dove finiranno in campi di detenzione. Il presidente del Consiglio italiano ha definito tale comportamento "rigoroso" e il governo si è giustificato dicendo che anche la Spagna e la Francia agiscono così. Ma essere in tanti non sminuisce i crimini.
Il governo italiano ha inviato militari italiani in Iraq per sostenere la democrazia e la pace e, dopo sei anni di guerra condotta nel nome della demo-crazia, non c'è un giorno in cui non ci sia una strage. E lo stesso sta avvenendo in Afghanistan, dove con il pretesto di combattere il terrorismo, i nostri soldati, in quanto parte della Nato, stanno combattendo una guerra assurda a fianco degli Stati Uniti, poiché è ormai evidente che guerre come queste incrementano il terrorismo, i cui centri dirigenti sono in Paesi alleati degli Stati Uniti e dell'Occidente, come il Pakistan e l'Arabia Saudita. Che esempio si dà ai giovani con questi comportamenti e queste guerre? E che tipo di società si vuol costruire con tale ipocrisia e negando alle persone più deboli, quali sono i migranti, i più elementari diritti? Se non c'è rispetto per i più deboli, non ci sarà nean-che per i cittadini italiani.

Abbiamo dimenticato che nel secolo scorso milioni d’italiani, sono emigrati nei più sva-riati paesi, hanno lottato ma poi si sono integrati e oggi i loro discendenti sono diventati parte integrante di quei paesi. La via maestra da seguire rimane quella della rigorosa applicazione delle leggi, non quella dell’irresponsabile speculazione politica leghista. Oggi più che mai è imperativa la necessità di una rinnovata coscienza nazionale.
Servono chiarezza, segnali semplici e coerenti. Il nostro ordinamento giuridico vieta ogni comportamento discriminatorio basato sulla razza, il colore, l'origine nazionale o etnica, che abbia lo scopo di distruggere o compromettere il riconoscimento, il godimento o l'esercizio, in condizioni di parità, dei diritti umani e delle libertà fondamentali.

Giustamente dobbiamo fare in modo che il nostro territorio non continui a essere "terra di conquista" per milioni di irregolari senza identità certa, senza controlli sanitari e quanti siano nessuno è in grado di certificarlo. Va bene la politica dei respingimenti di coloro che si introducono illegalmente nello Stato e poi pretendono tutto senza adattarsi né alle nostre regole, né rispettando la nostra cultura. Prima però bisogna accertare se queste persone hanno diritto all’asilo.

Non si pensi che l’essere disponibile significhi non avere a cuore la propria Nazione e le proprie radici.

 
 
 

Questa classe politica pensa soltanto a se stessa…

Post n°1391 pubblicato il 10 Settembre 2009 da shardana0

Basta demonizzazioni, occupiamoci del Paese. Questo è quello che hanno scritto un po' tutti i mezzi d’informazione. Ma è come auspicare che il piombo si tramuti in oro. Infatti, le "demonizzazioni" sono il sale della sopravvivenza di questa classe politica, “la nuova aristocrazia” divisa in due fazioni quella destra e quella sinistra.
Essa ha nel proprio "DNA" il mantenimento del potere e dei propri privilegi insolitamente generosi per i no-stri rappresentati del popolo, e l'unica maniera per mantenerli è dividere le folle in partigianerie in modo che le stesse folle dimentichino i loro interessi e problemi e partecipino, come in un film per i cattivi o i buoni di turno.
In questa lettura politica che si sta disegnando sempre più chiara, non ci possono essere gli interessi del Paese, cioè di molti, non ci può essere il futuro del Paese ma soltanto la sopravvivenza della classe politica che non brilla certo in efficienza, ma i loro salari record superano quelli di molte altre Nazioni.
La prova di questo? Questa classe consuma una parte importante del pil del Paese: tranne che dal presidente Napolitano, da parte di nessun membro della "nuova aristocrazia" si è avanzata concretamente una proposta per eliminare i propri privilegi, per lo meno i più pesanti ed eclatanti, e destinare i risparmi allo sviluppo del Paese. Anzi si fa il con-trario, in fase di contrazione del pil si sottraggono risorse a settori vitali per lo sviluppo pur di non toccare i fondi destinati ai privilegi della classe. Allora abbandoniamo le speranze per piccoli accenni di revisionismo apparsi negli ultimi tempi (Fini, Di Pietro, Casini...) forse sono soltanto tattiche per non perdere il consenso di chi comincia a capire.

 Oggi crescono come funghi i nuovi Don Chisciotte che a parole trasformerebbero l’Italia in un paese felice. Peccato che siano e restino solo parole buttate lì per ottenere un momentaneo consenso e gli applausi di un popolo stanco degli scandali, dello spreco di denaro pubblico. Ma l’Italia non ha alcun bisogno di “grilli parlanti”, ha bisogno di persone oneste che si rimbocchino le maniche e lavorino per tutti noi, di persone che non abbiano fatto della politica soltanto una professione e che alla fine rasentano il parassitismo.

 
 
 

Aveva i jeans evita la frusta ma in galera…

Post n°1390 pubblicato il 08 Settembre 2009 da shardana0
 

 

Siamo nel terzo millennio ma per alcuni paesi il tempo si è fermato e continuano a calpestare i diritti fondamentali delle donne; ultimo clamoroso caso, quello accaduto in Sudan, alla giornalista Lubna Ahmed Hussein.La donna si sarebbe resa responsabile del reato previsto e punito dall'articolo 152 del co-dice penale sudanese ( atti osceni e indecenti). È stata processata dal tribunale di Khartum per aver indossato i jeans in un ristorante di Khartum nel luglio scorso insieme altre dieci donne, tutte vestite in un modo considerato «indecente», che hanno però accettato una condanna ridotta a dieci frustate. Lei ha rischiato di essere condannata alla pena di 40 frustrate, che ha scampato grazie alla mobilitazione dell'opinione pubblica mondiale e di centinaia e centinaia di donne sudanesi che sono state comunque pestate a sangue dalla polizia che è intervenuta per disperderle. Ora anche loro rischiano di essere incriminate e arrestate.A Lubna Ahmed Hussein è stata comunque inflitta una pena pecuniaria, una multa di 200 dollari. Ma la donna ha respinto la condanna e dopo il pronun-ciamento della sentenza ha annunciato: «Non pagherò, piuttosto vado in prigione». La giornalista è stata arrestata e portata nel carcere femminile di Omdurman, dove rimarrà per un mese. Con questa coraggiosa decisione ha trasformato il suo caso in una battaglia per la difesa dei diritti delle donne sudanesi.Noi tutti ci auspichiamo che il suo sacrificio sia il punto di partenza per una campagna internazionale che convinca i legislatori sudanesi ad abolire una norma crudele e discriminatoria.Le donne come Lubna Ahmed Hussein, hanno tutta la nostra solidarietà e ammirazione mentre gli uomini che calpestano i diritti umani non meritano altro che il nostro disprezzo.

 
 
 

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