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Post n°1606 pubblicato il 22 Marzo 2014 da deosoe
Nell'incontro con i dipendenti delle acciaierie di Terni il Papa denuncia il fallimento di un'economia che idolatra il denaro · Se si vuole risolvere il gravissimo problema della disoccupazione, comune a tanti Paesi europei, è necessario cambiare l'attuale sistema economico che, fondato sull'idolatria del denaro, ha dimostrato di non essere capace di creare lavoro. Per questo Papa Francesco si rivolge ai «diversi soggetti politici, sociali ed economici» e li esorta «a favorire un'impostazione diversa, basata sulla giustizia e sulla solidarietà». È quasi uno slogan quello ripetuto dal Pontefice questa mattina, giovedì 20 marzo, nell'aula Paolo vi, davanti a migliaia di lavoratori delle acciaierie di Terni e di altre realtà lavorative della regione: «Il lavoro è un bene di tutti». Ne fa una questione di dignità. E in proposito racconta del suo incontro con alcuni giovani disoccupati, i quali gli hanno confidato che sì, la solidarietà della gente consente alle loro famiglie di mangiare, ma quello di cui essi hanno bisogno è «la dignità di portare il pane a casa». Questo, dice Papa Francesco, «è il lavoro». Poi torna a riproporre la questione della solidarietà, che rischia di sparire dal dizionario quasi fosse «una parolaccia». Ed esclama: «No! È importante la solidarietà. Ma questo sistema non le vuole molto bene, preferisce escludere questa solidarietà umana che assicura a tutti la possibilità di svolgere un'attività lavorativa dignitosa. Il lavoro è un bene di tutti, che deve essere disponibile per tutti». Non si nasconde le difficoltà di oggi; però si dice convinto che la situazione debba essere «affrontata con gli strumenti della creatività e della solidarietà. La creatività di imprenditori e artigiani coraggiosi, che guardano al futuro con fiducia e speranza. E la solidarietà fra tutte le componenti della società, che rinunciano a qualcosa, adottano uno stile di vita più sobrio, per aiutare quanti si trovano in una condizione di necessità». Il suo pensiero è soprattutto per i giovani, per il loro futuro. Un futuro che inizia nelle famiglie, dove i giovani comunque si formano. Ieri mattina, mercoledì 19 marzo, all'udienza generale in piazza San Pietro, riproponendo la figura di san Giuseppe come padre, educatore e custode di Gesù, non a caso ha raccomandato ai papà di accompagnare sempre i loro figli, di restare loro «sempre vicini, molto vicini», e di aiutarli a crescere «in età, sapienza e grazia» proprio così come ha fatto san Giuseppe con il figlio.
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