Triballadores

di Vittorio Casula

 
 

 

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Messaggi di Ottobre 2013

INPS

Post n°1392 pubblicato il 30 Ottobre 2013 da deosoe

Lavoro: Inps, più semplice chiedere indennità Aspi
 

Chi chiederà la nuova indennità di disoccupazione (l'Aspi e la mini-Aspi) dovrà presentare all'Inps anche la dichiarazione dello stato di disoccupato, ovvero della immediata disponibilità allo svolgimento ed alla ricerca di un'attività lavorativa da definire con il Centro per l'Impiego competente. Lo precisa l'Inps in una nota che spiega la circolare n. 154 appena pubblicata dall'istituto.

''A breve - si legge nella nota - sarà disponibile la procedura con la quale il cittadino, attraverso i canali previsti per la presentazione della domanda di prestazione (sportello on line, Patronati e Contact center integrato) potrà dare la dichiarazione di disponibilità all'Istituto - qualora non si fosse già recato al Centro per l'Impiego - e avere l'indicazione del servizio competente'' per le politiche attive del lavoro.

Le dichiarazioni presentate all'Inps verranno messe a disposizione dei Centri per l'impiego attraverso la Banca dati nel Sistema informativo dei percettori. Al fine di garantire il pieno utilizzo ed efficacia delle nuove funzionalità introdotte, le domande per le prestazioni di Aspi e MiniAspi, in scadenza questi giorni, conclude l'Inps, potranno essere utilmente inviate entro il 30 novembre.

 
 
 

inail

Post n°1391 pubblicato il 30 Ottobre 2013 da deosoe

Inail - Infortuni avvenuti in missione e in trasferta
 

Devono essere tutelati tutti gli infortuni che accadono ad un lavoratore dal momento dell'inizio della  missione e/o trasferta fino al rientro nella propria abitazione o albergo. E' quanto ha stabilito l'Inail con una recente circolare.

L'Istituto assicuratore arriva a tale conclusione partendo da una ricognizione dell’evoluzione giurisprudenziale in materia di occasione di lavoro.E’ noto infatti che, secondo l’orientamento ormai prevalente della Cassazione, meritevole di tutela  è qualsiasi situazione di rischio di infortunio nel quale il lavoratore si trovi in esecuzione di obblighi nascenti dai rapporti di lavoro. Sono esclusi dalla tutela gli infortuni conseguenti ad un comportamento estraneo al lavoro (rischio elettivo), quelli simulati dal lavoratore o le cui conseguenze siano dolosamente aggravate dal lavoratore stesso.

Nelle ipotesi in cui il lavoratore si trovi in trasferta e/o missione, poiché si tratta di situazioni imposte dal datore di lavoro, “tutto quel che accade nel corso della stessa deve essere considerato verificatosi in attualità di lavoro in quanto accessorio all’attività lavorativa e alla stessa funzionalmente connesso”.

Ovviamente l’evento non può ritenersi indennizzabile qualora avvenga con modalità e in circostanze per le quali non si possa ravvisare alcun collegamento con l’attività svolta in missione o trasferta.

Altrettanto dicasi dell’infortunio che può accadere durante gli spostamenti per recarsi dall’albergo al luogo in cui deve essere svolta la prestazione lavorativa e viceversa; per le stesse considerazioni l’Inail  conferma che questi casi debbano essere trattati come infortuni “in attualità di lavoro”, ravvisandosi  l’occasione di lavoro nella sua accezione più ampia.

Un altro aspetto interessante trattato nella circolare è relativo all’infortunio occorso in albergo; anche in questa ipotesi si conferma la tutela poiché “il soggiorno in albergo è evidentemente necessitato dalla missione e/o trasferta e perciò necessariamente connesso all’attività lavorativa”.

L'Istituto, fino ad oggi, adeguandosi all’orientamento giurisprudenziale ha sempre negato il riconoscimento di tutti quegli infortuni che avvengono all’interno della propria abitazione e/o nel luoghi condominiali.Ma, come si evince dalla circolare, gli eventi che accadono in una stanza d’albergo non sono parificabili a quelli avvenuti nella privata abitazione, in primo luogo perché condizionato dalla particolare situazione determinata dalla missione e/o trasferta, in secondo luogo perché il lavoratore non ha quello stesso controllo delle condizioni di rischio, che ha nella propria abitazione.

L’Inail, quindi, affermando una interpretazione estensiva della nozione di occasione di lavoro, ammette ad indennizzo tutto ciò che accade dall’inizio della missione/trasferta fino alla sua conclusione, compreso il tragitto dall’albergo al luogo di lavoro e l’eventuale infortunio che accade all’interno della stanza dell’albergo.

 
 
 

Pensioni

Post n°1390 pubblicato il 30 Ottobre 2013 da deosoe

No alla riduzione della pensione per assenze donazione sangue e congedi parentali
 

I contributi figurativi relativi ad assenze per donazioni di sangue e per congedo parentale non determineranno più una riduzione dell'assegno di pensione anticipata.

Con il Dl 101/2013 convertito in legge, si sono risolti infatti definitivamente i dubbi riguardanti l'applicazione del taglio del trattamento pensionistico qualora si scelga il trattamento anticipato indipendentemente dall'età anagrafica.

In base alla riforma previdenziale, tale riduzione non si applica a chi matura il requisito di anzianità contributiva (attualmente 41 anni e 5 mesi perle donne e 42 anni e 5 mesi per gli uomini) entro il 2017 se la stessa è determinata da prestazione effettiva di lavoro, astensione obbligatoria per maternità, per obblighi di leva, per infortunio, malattia e Cig ordinaria. Con il Dl in questione ora anche i contributi figurativi per donazioni di sangue e congedo parentale vengono conteggiati per determinare l'anzianità contributiva.

da Sole24ore

 
 
 

Ricongiunzione

Post n°1389 pubblicato il 30 Ottobre 2013 da deosoe

On line i ricorsi contro ricongiunzioni e riscatti contributivi
 

La circolare Inps n. 151/2013 comunica che dal 1° gennaio 2014 l'unica via utilizzabile per presentare i ricorsi contro le ricongiunzioni e i riscatti contributivi, da parte dei dipendenti pubblici (gestione Inpdap) sarà quella telematica.

L'Inps stabilisce infatti, che nel processo di telematizzazione dell'Istituto avviato già dal 2010, le istanze relative ai ricorsi in materia previdenziale ai comitati di vigilanza della gestione dipendenti pubblici dovrà avvenire attraverso una delle seguenti modalità con accesso telematico: in via diretta dai cittadini, dotati di pin; tramite gli avvocati, gli enti di patronato abilitati all'intermediazione con l'Inps

 
 
 

Stranieri

Post n°1388 pubblicato il 30 Ottobre 2013 da deosoe

Stranieri esclusi dal servizio civile, pronto il ricorso di Asgi e Avvocati per niente
 

L’Asgi (Associazione Studi Giuridici sull'Immigrazione) e Apn (Avvocati per Niente Onlus) hanno comunicato di avere depositato ieri 28 ottobre, un ricorso antidiscriminazione avanti il Tribunale di Milano contro la mancata ammissione dei cittadini stranieri al Bando per il servizio civile 2013, che scade il prossimo 4 novembre.

L’iniziativa arriva, come dichiarano le due associazioni, “a sostegno della richiesta di 4 ragazzi di origine straniera (cingalese, marocchina, ucraina) che, pur essendo residenti in Italia da oltre 10 anni, non possono svolgere il servizio civile volontario essendo privi della cittadinanza italiana”. Il 22 ottobre una loro rappresentanza era stata anche audita dalla Consulta nazionale del servizio civile, in un incontro che era stato definito “molto utile per avviare un confronto e chiarire alcuni aspetti, anche se una soluzione ancora non è stata trovata”.

“Con questa nuova azione giudiziaria le associazioni ASGI e APN – si specifica ora nel comunicato - vogliono ribadire che l’esclusione dei giovani stranieri da questa importante esperienza di solidarietà non solo è illogica dal punto di vista delle politiche di integrazione, ma è incompatibile con il nostro ordinamento che va evolvendo verso una sempre maggiore uguaglianza tra italiani e stranieri stabilmente residenti”.

Le due associazioni, che già ad inizio dello scorso anno avevano vinto un ricorso presso il Tribunale del Lavoro di Milano contro l’esclusione di un giovane pakistano in occasione del bando di servizio civile 2011, ricordano in merito che “la prossima scadenza del termine per recepire la direttiva UE 2011/98 (il 25 dicembre 2013) obbligherà gli Stati membri ad applicare ancora più rigorosamente il principio di parità di trattamento tra cittadini e stranieri regolarmente soggiornanti”.

“In tale contesto normativo anche ‘il diritto di adempiere un dovere’ (di contribuire in forme solidaristiche alla ‘difesa’ della collettività) non può più essere riservato ai soli cittadini in senso formale, ma deve essere esteso – ai sensi dell’art. 2 Cost. - a tutti coloro che partecipano attivamente della vita della collettività per esservi stabilmente residenti”, argomentano ancora.

Le due associazioni ricorrenti, con questa nuova azione giudiziaria, “chiedono quindi che il Giudice riconosca già esistente nel nostro ordinamento questo principio – come già accaduto con le sentenze dello scorso anno – o in subordine rinvii gli atti alla Corte Costituzionale perché decida sulla compatibilità di tale esclusione con i principi di uguaglianza e solidarietà sanciti dagli artt. 2 e 3 della Costituzione”.

Intanto sullo stesso tema l’on. Guerini (PD) ha presentato mercoledì scorso un’interrogazione a risposta in commissione (5/01274), definendo l’esclusione degli stranieri dal Bando di servizio civile in corso “chiaramente discriminatoria nei confronti dei cittadini comunitari e non comunitari regolarmente residenti in Italia, precludendo loro qualsiasi possibilità di accedere alle selezioni”. Per questo l’on. Guerini, insieme ad alcuni suoi colleghi di partito, chiedono al Governo “quali iniziative intenda assumere per garantire la parità di accesso alle selezioni dei volontari da impiegare in progetti di servizio civile in Italia e all'estero anche ai cittadini comunitari ed extracomunitari regolarmente soggiornanti sul territorio nazionale”.

da Redattore sociale

 
 
 

Legge di stabilità

Post n°1387 pubblicato il 30 Ottobre 2013 da deosoe

Legge di stabilità: critiche da Corte dei Conti, Istat e Bankitalia
 

La nuova legge di stabilità pone problemi di equità per quanto riguarda in particolare la riduzione del cuneo fiscale perché sono escluse dal beneficio fasce importanti della popolazione. Ad affermarlo, parlando di "evidenti problemi distributivi e di equità” è il presidente della Corte dei Conti Raffaele Squitieri in audizione in Senato sulla Legge di stabilità.

“Secondo l'Ocse - spiega Squitieri - nel 2012 il cuneo fiscale del lavoratore medio dell'industria italiana si commisurava al 47,6% del costo del lavoro: il 23,3% riconducibile al prelievo a carico del lavoratore ed il 24,3% a fronte dei contributi per il datore di lavoro. I risultati sarebbero diversi nel 2014, alla luce delle novità” introdotta con il ddl.

“Si può stimare – prosegue il presidente della Corte dei Conti - che l'incidenza della nuova misura per il lavoratore si ridurrebbe di quasi tre decimi di punto per effetto delle maggiori detrazioni Irpef, mentre per il datore di lavoro diminuirebbe in modo maggiore", rileva Squitieri. “Un risultato significativo, ma che lascia sostanzialmente inalterata la posizione dell'Italia nella graduatoria europea sul peso del cuneo fiscale, maggiore solo in Belgio Francia e Germania".

C'è poi il problema dell'esclusione di diverse fasce di popolazione. Oltre ai lavoratori autonomi, sono esclusi dal beneficio “gli incapienti e i pensionati, ossia circa 25 mln di soggetti che sono anche le categorie in maggiore difficoltà. Ciò comporta evidenti problemi distributivi e di equità”.

Altro rischio, segnalato dalla Corte dei Conti, è quello di “ulteriori aumenti impositivi”, previsti dal ddl, in particolare, "inasprimenti che potrebbero catalizzarsi sul versante del patrimonio immobiliare e in particolare sulla Tasi".

Per quel che attiene all'economia nazionale, la Corte ritiene che sia “ancora alta la probabilità che si realizzi un quadro meno favorevole di quello prospettato dal Governo e con scostamenti crescenti nel tempo". "Contrastare il declino del sistema produttivo – ha quindi affermato Squitieri - rappresenta oggi l'emergenza nazionale sulla quale va concentrata e misurata la capacità di intervento". 

Per l'operazione "cuneo fiscale", dunque, sembra che Palazzo Chigi stia pensando a dei provvedimenti d'urgenza prevedendo di concentrare le detrazioni sui redditi più bassi, mentre sulla Tasi torneranno a mitigarne l'impatto, con detrazioni dai 50 ai 100 euro....

 
 
 

Maternità

Post n°1386 pubblicato il 30 Ottobre 2013 da deosoe

Nelle aziende italiane la maternità è un limite alla carriera
 

Nelle aziende italiane, si continua a ritenere che la maternità rappresenti un limite alle opportunità di carriera di una donna e che non sia conciliabile con il lavoro quando il contesto è altamente competitivo. E' uno dei risultati preliminari di un'indagine della Sapienza Università di Roma, presentati ieri a Roma al Cnr, in occasione dell'evento ''Donna, salute e lavoro'', promosso dai docenti dei dipartimenti di diritto ed economia delle attività produttive, di ginecologia e ostetricia e di management della Sapienza Università di Roma.

L'indagine, che prosegue su un campione totale di quasi 4.000 persone (dipendenti di grandi aziende private), è realizzata allo scopo di comprendere le attitudini personali verso la gravidanza e la maternità in ambito lavorativo, per valutarne empiricamente l'impatto sulle donne lavoratrici dipendenti, sui colleghi di lavoro e sulle organizzazioni di appartenenza.

Il 90% degli intervistati della ricerca ritiene che la produttività della donna al lavoro non sia messa in alcun pericolo a causa della gravidanza e solo un 16% degli intervistati concorda invece con l'affermazione che la gravidanza renda la donna fisicamente limitata al lavoro, lasciando spazio a un altro confortante 87% di intervistati che ha confermato di non aver percepito alcun tipo di diminuita efficienza e capacità sul lavoro da parte della propria collega in stato di gravidanza.

Se da un lato più squisitamente personale l'evento gravidanza in azienda sembra venir accolto e vissuto con una certa serenità (l'87,5% delle donne ha dichiarato di aver comunicato quasi subito la notizia a colleghi e superiori, che nel 55% dei casi hanno reagito positivamente), dall'altro, il 78% degli intervistati continua a ritenere che la maternità rappresenti un limite alle opportunità di carriera di una donna e il 49% pensa che non sia conciliabile con il lavoro quando il contesto è altamente competitivo.

 
 
 

Immigrati

Post n°1385 pubblicato il 30 Ottobre 2013 da deosoe

Immigrati: Cgil, subito piano nazionale accoglienza e integrazione
 

"Un piano nazionale d'accoglienza e di integrazione". E' questa la richiesta avanzata dalla Cgil nel corso del convegno ''Dall'emergenza a un sistema d'accoglienza in Italia ed Europa. Dalla guerra civile siriana alla tragedia di Lampedusa'', promosso dalla Cgil e dal Cir (Consiglio italiano per i rifugiati), che si è svolto ieri a Roma. Un'iniziativa, indetta a pochi giorni dalla tragedia di Lampedusa, per avviare una riflessione approfondita, con interlocutori autorevoli e competenti, per individuare proposte e percorsi concreti per uscire dalla tragedia e dall'emergenza.

 "Dopo l''ennesima tragedia nel mare di Lampedusa, la più grave per dimensioni accaduta finora, non si può più tollerare -ha affermato la Cgil- che tutto rimanga immutato, nè ci si può fermare al cordoglio e all'esortazione che non ''accada mai più''. Per non farlo accadere mai più bisogna fare delle scelte, degli atti politici concreti, bisogna cambiare norme e comportamenti".

 "La posizione geografica dell'Italia -sottolinea ancora il sindacato- la porta inevitabilmente a dover assolvere un compito di accoglienza degli stranieri che intendono arrivare in Europa, innanzitutto di coloro che chiedono protezione. Questo compito stando alla situazione geopolitica dell'area del Mediterraneo è diventato sempre più impegnativo. Ed è facile prevedere che nel futuro prossimo lo diventerà ancora di più. Ciò impone di superare l'approccio emergenziale e costruire una risposta adeguata, organica e strutturale. Questa risposta non può essere altro che ''un piano nazionale d'accoglienza e di integrazione''.

Un piano che, è stato detto nel convegno concluso dal segretario nazionale della Cgil, Vera Lamonica, deve affrontare almeno i seguenti punti: "Il quadro normativo europeo e italiano in materia di accoglienza, procedure di asilo e integrazione di rifugiati e migranti; la normativa sull'accoglienza utilizzata in passato a seguito di ''eventi specifici'' a partire dalla ex Jugoslavia fino all'''emergenza nord Africa''; l'esperienza nell'applicazione di queste normative da quelle più negative (emergenza Nord Africa) alle buone pratiche di comuni come, ad esempio, Badolato (ripopolazione di zone abbandonate); l'immagine dell'Italia in Europa per mancanza di accoglienza secondo gli standard stabiliti, per l'assenza di misure di integrazione, e per i frequenti episodi di abbandono sociale di richiedenti asilo e rifugiati, come evidenziato da centinaia di decisioni di tribunali in altri Stati dell'Unione europea".

"In assenza di ''un piano nazionale d'accoglienza e di integrazione'' -ha sostenuto la Cgil- l'Italia non potrà mai giocare un ruolo convincente nè nei tavoli europei in termini politici, nè nei piani di finanziamento europeo destinati ai Paesi membri per accoglienza di stranieri e richiedenti protezione internazionale".

 
 
 

Amianto

Post n°1384 pubblicato il 29 Ottobre 2013 da deosoe

Amianto: a giudizio ex amministratori della Tirrenia
 

Due ex amministratori della Tirrenia Navigazione S.p.A., sono stati rinviati a giudizio con l'accusa di omicidio colposo. Lo ha deciso il Gup del Tribunale di Napoli. La contestazione si riferisce alla morte in conseguenza di un tumore di un direttore di macchina, P.S., che aveva lavorato su navi Tirrenia dal 1970 al 2002.

Secondo l'accusa, la malattia - un mesotelioma pleurico - sarebbe dovuto alla presenza di amianto sul naviglio della Tirrenia Navigazione spa. Il giudice ha accolto le istanze del legale di parte civile dell'Osservatorio Nazionale sull'amianto. Il processo comincerà il 10 ottobre 2014.

"Ci auguriamo che i numerosi marittimi deceduti per mesotelioma e per altre patologie asbesto correlate, in seguito all'esposizione all'amianto nel naviglio della Tirrenia - ha dichiarato l'Osservatorio - possano avere giustizia e che anche gli altri procedimenti possano essere istruiti e portati
al vaglio dibattimentale, affinché' gli imputati siano chiamati a rispondere per tutti i casi di morti sospette e di ammalati, tra chi ha lavorato in esposizione all'amianto a bordo e che le vittime abbiano il dovuto risarcimento, anche morale".

ansa

 
 
 

ISTAT

Post n°1383 pubblicato il 29 Ottobre 2013 da deosoe

Istat - Numero poveri raddoppiato, sono 5 milioni ...
 

La recessione ha determinato gravi conseguenze sulla diffusione e sull'intensità del disagio economico nel nostro Paese: dal 2007 al 2012 il numero di individui in povertà assoluta è raddoppiato (da 2,4 a 4,8 milioni). Lo ha rilevato il presidente facente funzioni dell'Istat Antonio Golini in audizione al Senato sulla Legge di stabilità.

In particolare, nell'ultimo anno, l'aumento si estende anche a fasce di popolazione che, tradizionalmente, presentano una diffusione del fenomeno molto contenuta grazie al tipo di lavoro svolto e/o al secondo reddito del coniuge. "Il peggioramento è, però, particolarmente marcato quando la persona a capo della famiglia non è occupata - l'allungamento della durata della disoccupazione rende la situazione di chi è alla ricerca di lavoro particolarmente critica, - per le famiglie numerose, soprattutto quelle con almeno tre figli, in particolare se minori, e per le famiglie monoparentali", osserva.

Contestualmente, è ulteriormente peggiorato l'indicatore di grave deprivazione materiale che aveva mostrato un deterioramento già nel 2011 e che è raddoppiato nell'arco di due anni.

Secondo l'Istat, quasi la metà dei poveri assoluti (2 milioni 347 mila) risiede nel Mezzogiorno (erano 1 milione 828 mila nel 2011).

Di questi oltre un milione (1,058) sono minori (erano 723 mila nel 2011) con un'incidenza salita in un anno dal 7 al 10,3 per cento. La crescita dell'incidenza della povertà assoluta va dagli oltre 8 punti percentuali, quando il capofamiglia è in cerca di lavoro (dal 15,5 al 23,6 per cento), ai 5,8 punti tra le coppie con tre o più figli (dal 10,4 al 16,2 per cento, con un incremento di oltre 6 punti se i figli sono minori), ai quasi 5 punti percentuali (dal 12,3 al 17,2 per cento) per le famiglie con cinque o più componenti. L'incremento scende a 3 punti percentuali per le famiglie con quattro componenti (dal 5,2 all''8,3 per cento ed a quasi 2 punti (dal 4,7 al 6,6 per cento) per quelle con tre componenti. Le difficoltà delle famiglie si riflettono anche nella composizione degli acquisti, che ha visto un incremento del peso dei prodotti di qualità e prezzo inferiori rispetto a quello del periodo pre-crisi. Sul fronte dei consumi "con riferimento alle componenti della domanda, negli ultimi due anni il maggiore contributo recessivo proviene dalla contrazione dei consumi delle famiglie, la cui caduta, iniziata nel primo trimestre del 2011, si è accentuata nel corso del 2012 ed è proseguita, con un ritmo solo in parte attenuato, nei primi due trimestri del 2013 (con cali congiunturali dell'ordine dello 0,5 per cento nei primi due trimestri)".

 Su tale andamento ha influito il protrarsi della discesa del potere d'acquisto delle famiglie consumatrici, che nel secondo trimestre si è ridotto dello 0,7 per cento rispetto al trimestre precedente, portando a una flessione dell'1,7 per cento se confrontato con lo stesso periodo dell'anno precedente", spiega il presidente Istat.

 "Va segnalato, che l'intensità e la durata della contrazione della capacità di spesa hanno spinto le famiglie a comportamenti  improntati alla cautela. Ciò potrebbe indicare una correzione verso il basso delle valutazioni sul proprio reddito permanente: la propensione al risparmio ha segnato, dalla metà del 2012, una tendenza alla risalita, portandosi all'inizio di quest'anno al 9,3 per cento, un livello superiore di circa 1,5 punti percentuali rispetto alla media del 2012", aggiunge.

Secondo il presidente Istat, nel primo semestre 2013, il 17 per cento per cento delle famiglie (1,6 punti percentuali in più rispetto allo stesso periodo del 2012 e 4,9 punti percentuali in più dei primi sei mesi del 2011), dichiara di aver diminuito la quantità di generi alimentari acquistati e, contemporaneamente, di aver scelto prodotti di qualità inferiore. Un'evidenza simile si osserva nel caso dell'abbigliamento e delle calzature: la quota di famiglie, che ha limitato la quantità e la qualità dei prodotti acquistati sale dal 12,6 per cento del primo semestre 2011 al 18,3 per cento della prima metà del 2013.

Complessivamente, la quota di famiglie che ha ridotto qualità e/o quantità dei generi alimentari acquistati aumenta in misura consistente: dal 51,5 per cento del primo semestre 2011, al 65 per cento del primo semestre 2013 (77 per cento nel Mezzogiorno). Si tratta soprattutto di famiglie che diminuiscono la quantità di beni acquistati, ma una percentuale non trascurabile, e in deciso aumento, è anche quella di chi ne riduce anche la qualità.

La strategia di contenimento della spesa comprende anche modifiche della tipologia di esercizio in cui viene effettuato l'acquisto: aumentano le famiglie che si rivolgono agli hard discount per i generi alimentari (dal 10,4 per cento del 2011 al 14,4 per cento del 2013); passa, inoltre, dall'11,6 per cento del primo semestre 2011 al 15,5 per cento dello stesso periodo del 2013 la quota delle famiglie che acquista capi di abbigliamento e calzature negli esercizi ambulanti.

 
 
 
 
 

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