Triballadoresdi Vittorio Casula |
Messaggi di Gennaio 2014
Post n°1564 pubblicato il 31 Gennaio 2014 da deosoe
Ostruzionismi parlamentari e leggi elettorali truffa: ieri e oggi. di Francesco Casula Febbraio 1899: il Presidente del Consiglio, il generale Pelloux, presenta un disegno di legge liberticida, fortemente restrittivo di alcune libertà fondamentali (stampa, associazione, riunione). La Sinistra (socialisti e radicali) ricorre all’ostruzionismo parlamentare. Pelloux si dimette, vengono sciolte le Camere e nelle elezioni di Giugno 1999 le Sinistre si rafforzano. Fra il luglio e il novembre del 1923, il Fascismo fa approvare alla Camera e al Senato una nuova legge elettorale – detta Legge Acerbo, dal nome del proponente ed estensore, un sottosegretario – che introduce un premio di maggioranza: avrebbe ottenuto i 2/3 dei seggi 356 (alla Camera) la lista che avesse ottenuto il maggior numero dei voti e il restante terzo, da ripartire su base proporzionale, alle liste rimaste soccombenti. Nel 1953 De Gasperi, per garantire alla DC e ai suoi alleati una maggioranza in grado di mantenere la stabilità governativa su una linea centrista, fa approvare in Parlamento una legge che assegnava il 65% dei seggi alla Camera, al partito o al gruppo di partiti che avessero raggiunto il 50% più uno dei voti. I risultati elettorali impedirono lo scatto di quella legge (i quattro partiti di centro, apparentati, ottennero solo il 49,85% dei voti) ma i partiti di sinistra la battezzarono ugualmente legge-truffa. Il 29 gennaio 2014, la Presidente della Camera, con il pretesto che non sarebbe stato possibile approvare in giornata il dl Imu-Bankitalia. “stronca” l’ostruzionismo del Movimento 5 stelle (intrapreso per impedire che lo Stato regali 7 miliardi e mezzo alle banche) ricorrendo alla “tagliola”. In questi giorni il Parlamento sta discutendo una proposta di nuova legge elettorale al posto del Porcellum, voluta da Renzi-Berlusconi e sostanzialmente blindata, che prevede un premio di maggioranza del 15% dei seggi (pari al 55% corrispondente a 340 seggi) al partito o alla coalizione vincente che abbia superato la soglia del 37% dei voti. Chi si presenta in non più di sette regioni non deve raggiungere le percentuali previste per i partiti statali: per entrare in parlamento basterà aver ottenuto il nove per cento in tre circoscrizioni: come ognuno si avvede, si tratta di un “regalo” alla Lega..L’ingresso in Parlamento viene precluso a chi non supera un minimo di voti. Per i partiti che si presentano nell’ambito di un’alleanza con altre forze politiche è previsto lo sbarramento del 4,5%. Per i Partiti o le coalizioni autonome la percentuale stabilita è del 12%. Alcune considerazioni. L’ostruzionismo è stato sempre praticato dalle opposizioni (ovvero dai Gruppi della Sinistra) in Italia: ad iniziare dalla lotta contro le leggi liberticide di Pelloux (vedi sopra). Allora l’ostruzionismo durò addirittura un anno! Il 29 gennaio scorso è stato stroncato dopo due soli giorni, dalla Presidente della Camera, di sinistra! Fu anche messo in atto contro la Legge truffa di de Gasperi del 1953. PCI-PSI parlarono allora “di incostituzionalità” di quella legge elettorale e di analogie con la legge fascista Acerbo.Togliatti accusava inoltre il governo di voler spianare con quella legge la strada ad un Governo “oligarchico” e quindi ad una successiva riforma arbitraria della Costituzione.Cosa dovremmo dire oggi dell’Italicum? E’ vero la Legge proposta da De Gasperi prevedeva un premio di maggioranza (il 65% dei seggi) ma a chi avesse ottenuto il consenso della maggioranza assoluta dei cittadini (50% più uno. Oggi, l’Italicus prevede il premio di maggioranza del 15% a chi semplicemente ottenga il 37%: altro che legge truffa, quella attuale, legge è super truffaldina! Per alcuni aspetti persino più liberticida della legge fascista Acerbo: che almeno riservava e assegnava i seggi spettanti all’opposizione, su base proporzionale: senza gli attuali sbarramenti assurdi! Conclusione Nella storia italiana chi ha sempre fatto l’ostruzionismo e si è battuta contro le leggi truffa e liberticide è stata la Sinistra. Oggi i nipotini di questa sinistra, andati al potere, si scagliano contro l’opposizione democratica e vogliono imporre leggi truffa e liberticide. E’ la storia capovolta! A s’imbesse! |
Post n°1563 pubblicato il 31 Gennaio 2014 da deosoe
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Post n°1562 pubblicato il 30 Gennaio 2014 da deosoe
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Post n°1561 pubblicato il 29 Gennaio 2014 da deosoe
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Post n°1560 pubblicato il 28 Gennaio 2014 da deosoe
GIURISPRUDENZACORTE DI CASSAZIONESENTENZACORTE DI CASSAZIONE – Sentenza 03 dicembre 2013, n. 27055LAVORO Lavoro subordinato – Matrimonio – Divieto di licenziamento – Presunzione ex art. 1, terzo comma, della legge n. 7 del 1963 – Licenziamento deciso nel periodo indicato dalla legge – Attuazione successiva a tale periodo CORTE DI CASSAZIONE – Sentenza 24 gennaio 2014, n. 1477LAVOROLavoro – Diritti ed obblighi del datore e del prestatore di lavoro – Esposizione all’amianto – Fibrosi polmonare – Mancanza di misure generiche di prudenza – Tutela della salute dal rischio espositivo – Risarcimento dei danni CORTE DI CASSAZIONE – Sentenza 27 gennaio 2014, n. 1537LAVORO, FISCALETributi – IRAP – Presupposti – Agente di commercio – Attività autonomamente organizzata – Soggetto passivo d’imposta – Familiari collaboratori – Sussiste CORTE DI CASSAZIONE – Sentenza 27 gennaio 2014, n. 1554FISCALETributi – Doppia imposizione – Registro e successioni – Giudizio per usucapione proseguito dagli eredi – Violazione del divieto di doppia imposizione – Esclusione CORTE DI CASSAZIONE – Sentenza 27 gennaio 2014, n. 1565FISCALETributi – Imposte sui redditi – Frode carosello – Deduzione – Costi risultanti da fatture considerate inerenti ad operazioni oggettivamente o soggettivamente inesistenti – Sussiste CORTE DI CASSAZIONE – Sentenza 27 gennaio 2014, n. 1568FISCALETributi – Accertamento – Simulazione del contratto – Prova a carico del fisco CORTE DI CASSAZIONE – Sentenza 27 gennaio 2014, n. 1575LAVORO, FISCALETributi – IRAP – Studio associato che svolge l’amministratore di condominio – Prelievo fiscale – Sussiste CORTE DI CASSAZIONE – Sentenza 27 gennaio 2014, n. 1659LAVORO, FISCALEProfessionisti – Istituto di diritto privato – Autoresponsabilità dell’assicurato-professionista – Pensione di reversibilità CORTE DI CASSAZIONE – Sentenza 27 gennaio 2014, n. 3639FISCALETributi – IVA – Omesso versamento – Crisi dell’azienda – Irrilevanza LEGISLAZIONEDECRETO MINISTERIALEMINISTERO GIUSTIZIA – Decreto ministeriale 19 settembre 2013, n. 160LAVORO, FISCALERegolamento recante disposizioni in materia di iscrizione nell’Albo degli amministratori giudiziari di cui al decreto legislativo 4 febbraio 2010, n. 14, e modalità di sospensione e cancellazione dall’Albo degli amministratori giudiziari e di esercizio del potere di vigilanza da parte del Ministero della giustizia MINISTERO LAVORO – Decreto ministeriale 02 ottobre 2013LAVOROTrasferimento all’INPS, gestione ex INPDAP, delle risorse strumentali, umane e finanziarie del soppresso ENAM MINISTERO LAVORO – Decreto ministeriale 22 gennaio 2014LAVOROElenco dei soggetti abilitati per l’effettuazione delle verifiche periodiche di cui all’articolo 71, comma 11, del decreto legislativo 9 aprile 2008, n. 81 MINISTERO SVILUPPO ECONOMICO – Decreto ministeriale 13 gennaio 2014LAVORO, FISCALEModalità e termini di presentazione delle istanze per l’accesso alle agevolazioni in favore delle micro e piccole imprese localizzate nelle Zone franche urbane della regione Calabria MINISTERO SVILUPPO ECONOMICO – Decreto ministeriale 24 gennaio 2014LAVORO, FISCALEDefinizioni e ambito di applicazione dei pagamenti mediante carte di debito MINISTERO SVILUPPO ECONOMICO – Decreto ministeriale 27 novembre 2013LAVORO, FISCALEAttuazione dell’articolo 2 del decreto-legge 21 giugno 2013, n. 69, convertito, con modificazioni, dalla legge 9 agosto 2013, n. 98 in materia di finanziamenti per l’acquisto di nuovi macchinari, impianti e attrezzature da parte di piccole e medie imprese PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRIDECRETOPRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI – Decreto 05 dicembre 2013, n. 158LAVORORegolamento di organizzazione del Ministero dello sviluppo economico PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI – Decreto 05 dicembre 2014, n. 159LAVORO, FISCALERegolamento concernente la revisione delle modalità di determinazione e i campi di applicazione dell’Indicatore della situazione economica equivalente (ISEE) PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI – Decreto 27 novembre 2013LAVOROModalità di pagamento dei contributi versati all’ARAN dagli Enti locali PRASSIAGENZIA DELLE DOGANENOTAAGENZIA DELLE DOGANE – Nota 20 gennaio 2014, n. 5277FISCALEDichiarazioni annuali per l’energia elettrica e per il gas naturale. Anno d’imposta 2013. Precisazione. AGENZIA DELLE DOGANE – Nota 22 gennaio 2014, n. 4243/RUFISCALEDigitalizzazione Accise: nuovi controlli nell’ambito dell’invio telematico dei dati della contabilità. AGENZIA DELLE ENTRATERISOLUZIONEAGENZIA DELLE ENTRATE – Risoluzione 24 gennaio 2014, n. 14/EFISCALEIstituzione dei codici tributo per il versamento, tramite modello F24 Versamenti con elementi identificativi, delle somme dovute in relazione alla registrazione dei contratti di locazione e affitto di beni immobili – articolo 17, comma 1, del Testo Unico del Registro approvato con decreto del Presidente della Repubblica 26 aprile 1986, n. 131 AGENZIA DELLE ENTRATE – Risoluzione 27 gennaio 2014, n. 15/ELAVORO, FISCALEIstituzione del codice tributo per il versamento, mediante modello F23, delle maggiorazioni delle ammende previste per le contravvenzioni in materia di igiene, salute e sicurezza sul lavoro nonché delle sanzioni amministrative pecuniarie disposte dall’articolo 306, comma 4-bis, del decreto legislativo 9 aprile 2008, n. 81, come sostituito dall’articolo 9, comma 2, del decretolegge 28 giugno 2013, n. 76 INAILNOTAINAIL – Nota 21 gennaio 2014, n. 431LAVORORichiesta di autorizzazione alla vidimazione in fase di stampa laser del Libro unico del lavoro – Nuovo servizio on line. INAIL – Nota 21 gennaio 2014, n. 432LAVORONuovi servizi online, Ricorso oscillazione tasso di competenza della sede, Istanza di rettifica inquadramento gestione tariffaria/classificazione lavorazioni INPSCIRCOLAREINPS – Circolare 27 gennaio 2014, n. 11LAVORO, FISCALEAssegno per il Nucleo Familiare. Sussistenza dello stato di inabilità a proficuo lavoro nei confronti dei pensionati pubblici ultrasessantacinquenni. MESSAGGIOINPS – Messaggio 27 gennaio 2014, n. 1519LAVORORegolamento di armonizzazione dei requisiti di accesso al sistema pensionistico, in attuazione dall’articolo 24, comma 18, del decreto legge 6 dicembre 2011, n. 201, convertito, con modificazioni, dalla legge 22 dicembre 2011, n. 214. Soggetti iscritti presso l’INPS e presso l’ex ENPALS. ISTATCOMUNICATOISTAT – Comunicato 27 gennaio 2014LAVORO, FISCALEIndici dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati, senza tabacchi, relativi al mese di dicembre 2013, che si pubblicano ai sensi dell’art. 81 della legge 27 luglio 1978, n. 392 (Disciplina delle locazioni di immobili urbani), ed ai sensi dell’art. 54 della legge del 27 dicembre 1997, n. 449 (Misure per la stabilizzazione della finanza pubblica). MINISTERO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALICOMUNICATOMINISTERO LAVORO E POLITICHE SOCIALI – Comunicato 27 gennaio 2014LAVOROSettimo elenco, di cui al punto 3.7 dell’allegato III del decreto 11 aprile 2011, dei soggetti abilitati per l’effettuazione delle verifiche periodiche di cui all’articolo 71, comma 11, del decreto legislativo 9 aprile 2008, n. 81 come modificato e integrato dal decreto legislativo 3 agosto 2009, n. 106. MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICOCOMUNICATOMINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO – Comunicato 25 gennaio 2014LAVORO, FISCALEPubblicazione sul sito web del decreto direttoriale 10 gennaio 2014 per la concessione dei contributi pubblici a favore dei Consorzi per l’internazionalizzazione ex art. 42, comma 2, del decreto legge n. 83/2012, convertito in Legge n. 134/2012, per l’anno 2014. MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO – Comunicato 25 gennaio 2014LAVORO, FISCALEPubblicazione sul sito web del decreto direttoriale 10 gennaio 2014 per la concessione dei contributi pubblici a favore di Enti, Istituti ed Associazioni ex articolo 42, comma 2, del decreto-legge n. 83/2012, convertito in legge n. 134/2012, per l’anno 2014. REGIONE TOSCANACOMUNICATOREGIONE TOSCANA – Comunicato 27 gennaio 2014LAVORO, FISCALEApprovazione dell’ordinanza n. 30 del 18 dicembre 2013 |
Post n°1559 pubblicato il 27 Gennaio 2014 da deosoe
I SARDI E LA SHOAH di Francesco Casula: 1. I Sardi deportati e internati 2. Sardegna, Ebrei e «razza italiana» di Emilio Lussu (Giustizia e Libertà, 21 ottobre 1938 1. I Sardi deportati e internati (IMI) Fra i 750-800 mila militari e civili fatti prigionieri dai nazisti dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943 , rinchiusi dentro i vagoni piombati e trasportati nei lager migliaia e migliaia erano Sardi. La Sardegna infatti è una delle regioni che ha pagato un altissimo tributo di deportati, politici e militari. Furono circa 12.000 mila i soldati sardi IMI (Internati militari italiani) internati nei lager nazisti.Per spiegare un numero così alto di militari sardi deportati occorre capire la situazione in cui si trovarono nei fronti di guerra (Grecia, Albania, Slovenia, Dalmazia) dopo l’armistizio dell’8 settembre con la difficoltà di tornare in Sardegna, sbandati, posti di fronte all’alternativa di aderire alla RSI (Repubblica sociale di Salò) o di diventare prigionieri dei tedeschi e dunque di essere internati nei lager. Abbandonati da Badoglio, quasi nessuno aderì alla RSI e dunque il loro destino fu segnato: vengono portati nel o RSI o prigionieri, rifiutano l’arruolamento nella RSI 12 mila Sardi militari deportati soprattutto operanti nei fronti di guerra (Grecia, Albania, Slovenia, Dalmazia) che non aderiscono alla RSI, soprattutto dopo l’8 settembre, abbandonati da badoglio e sbandati vengono portati dai tedeschi ai campi di concentramento (IMI), appunto. Senza alcun contributo da parte della Regione sarda – al contrario di quanto avviene in molte altre regioni italiane – grazie all’opera di volontariato di alcuni studiosi e storici che collaborano con l’ISSRA ( Istituo sardo per la storia della Resistenza e dell’Autonomia) come Marina Moncelsi, presidente dell’Istasac (Istituto per la Storia dell’Antifascismo e dell’età contemporanea della Sardegna Centrale) e di Aldo Borghesi che ha scritto vari saggi sui deportati sardi in Germania durante la seconda Guerra mondiale. In modo particolare rimando alla - Grande Enciclopedia della Sardegna – Voce Deportazione, pagine. 386-389 (Edizioni La Biblioteca della Nuova Sardegna) -L’antifascismo in Sardegna a cura di M.Brigaglia e altri, II volume, seconda edizione,(Consiglio Regionale della Sardegna-Edizioni della Torre, Cagliari 2008). - Il libro dei deportati, vol. II, Mursia, 2010: contiene una serie di saggi sulla deportazione dall’Italia regione per regione: la parte sulla Sardegna è di Aldo Borghesi. Questi studiosi continuano la ricerca soprattutto attraverso lo spoglio dell’Archivio militare, dove i soldati hanno depositato i loro documenti, per ricostruire l’identità dei soldati sardi deportati nei campi di concentramento nazisti sparsi tra Germania, Austria e Polonia e scomparsi. A migliaia furono sepolti nelle fosse comuni o nella nuda terra dei lager. Nell’immediato dopoguerra, a causa delle enormi difficoltà di comunicazione e di ricerca, non fu possibile conoscerne la sorte e informare i familiari. I caduti sardi fanno parte della massa dei 750-800 mila militari e civili fatti prigionieri dai nazisti dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943, rinchiusi dentro i vagoni piombati e trasportati nei lager. L’Unione Sarda ha pubblicato i nomi di 45 sardi scomparsi di cui ora si sa perlomeno dove siano morti e dove presumibilmente si trovino le tombe. Trentanove venivano dalla provincia di Cagliari e sei dall’attuale Sulcis. I nomi sono emersi da un elenco di 15.292 che figura nel blog “Dimenticati di Stato (all’indirizzo www.robertozamboni.com). È il primo passo di una ricerca iniziata dieci anni fa da un artigiano veronese che vuole rintracciare il maggior numero dei deportati che figurano tra i dispersi. ha fruttato 45 nomi per il territorio della allora provincia di Cagliari. 1. bis I Sardi deportati e internati per motivi razziali e politici1 Ai 12.000 deportati sardi IMI occorre aggiungere circa 290 sardi, tra politici ed ebrei. Qualche nome. -Per motivi razziali Studi recenti hanno accertato che la Sardegna – soprattutto alla fine del secolo XIX – ha ospitato funzionari, commercianti e imprenditori ebrei, oltre a intellettuali e docenti poi colpiti dai provvedimenti razziali del 1938. Si trovano dunque nominativi di deportati razziali nati nell’Isola o che con essa hanno avuto rapporti di elezione. I casi fin’ora noti sono: ELISA FARGION Nata a Cagliari nel 1981, arrestata a Ferrara nel 1944, deportata ad Auschwitz e uccisa nelle camere a gas. VITTORIA MARIANI Nata a Portotorres nel 1904, arrestata nel 1944 alla frontiera svizzera, liberata a Bergen Belsen. (Il campo di Bergen-Belsen era un campo di concentramento nazista situato nella bassa Sassonia, a sud-est della città di Bergen, vicino a Celle). ZAIRA COEN RIGHI Nata a Mantova nel 1879, sposata con un ingegnere sardo, insegnante al Liceo “Azuni” di Sassari, estromessa dalla cattedra in seguito alle leggi razziali, trasferitasi a Firenze fu arrestata e portata a Fassoli e ad Auschwitz dove finì in camera a gas nel maggio 1944. -Per motivi politici Un solo sardo risulta arrestato sul territorio isolano, gli altri cadono in mano tedesca in continente o all’estero. Luogo di arresto:la quota maggiore (circa 50) è costituita da detenuti del carcere militare di Peschiera, inviati in massa a Dachau il 22 settembre 1943: provenienze rilevanti anche da Milano, Genova e Trieste. Luogo di nascita: per oltre il 50% dei casi le province di Cagliari e Sassari (secondo la nuova ripartizione) con preponderanza della seconda: i nati fuori dall’Isola sono meno del 10%. Destinazione: non è univoca: verso Mauthausen, Dora ecc:. Un terzo dei deportati sardi passa per dacia, un altro per i campi di Fossoli e Bolzano. I deportati vengono spostati secondo le esigenze produttive in base alle quali sono impiegati e prima della liberazione, mentre il fronte procede, si succedono brutali trasferimenti, verso i campi all’interno del Reich. A Bergen Belsen muoiono due sardi nel giugno 1944. Ad Auschwitz finiscono 5 sardi non ebrei. Il triangolo rosso: designa gli oppositori del nazismo, i resistenti e in genere “i pericolosi per il Reich”. Esemplare la vicenda di LUIGI RIZZI, sassarese e allievo sottoufficiale. Condizione professionale:circa la metà è composta da militari, fra i civili la maggior parte è composta da lavoratori dell’industria ma c’è manche un sacerdote, DON MARIO CROVETTI, nato a Sassari e arrestato in un paese emiliano dov’è parroco. E’ scomparso nel 2003, era il decano dei sacerdoti italiani reduci dai lager. La ripartizione per età: vede un ovvio prevalere delle classi giovani (1910-1924) coinvolte nella guerra e nella resistenza ma non mancano anziani e adolescenti (il più vecchio è del 1874 e il più giovane del 1928. Il motivo della deportazione: ha una matrice comune e tutti vengono considerati “pericolosi per la sicurezza del reich” da eliminare con il lavoro forzato: partigiani, loro congiunti, collaboratori, soldati che si sono rifiutati di combattere per la Germania, civili presi nei rastrellamenti. Da Genova vanno a Dachao gli operai GIOVANNINO e NATALE BIDDAU, padre e figlio originari di Ardara, l’uno muore nei lager l’altro è stato fino alla recente scomparsa un animatore della sezione genovese dell’ANED (Associazione nazionale degli ex deportati politici nei campi nazisti). GAVINO GAVINI, sassarese, muore a Gusen nell’ aprile del 1945. BARTOLOMEO MELONI, cagliaritano, ispettore delle ferrovie, compie atti di sabotaggio, scoperto e arrestato muore a dacia nel luglio del 1944. L’antifascistaBACHISIO ALTANA, membro della resistenza francese La sorte: Fra i sardi i sopravissuti sono oltre il 60%. Luogo principale di morte: Mauthausen (tra i sottocampi 30 deceduti su oltre 60 deportati), forte la mortalità anche a Dora, Natzweiler e Neuengamme. 1.Questo paragrafo è stato costruito sulla base del saggio di Aldo Borghesi contenuto in Grande Enciclopedia della Sardegna – Voce Deportazione, pagine. 386-389 (Edizioni La Biblioteca della Nuova Sardegna) . Altri Personaggi da ricordare 1. MODESTO MELIS, di Gairo, trasferitosi nel 1938 nella nascente Carbonia, per fare l’operaio, finirà a Mauthausen. Oggi ha 93 anni e la sua esperienza sarà raccontata in un libro: “Da Carbonia a Mauthausen e ritorno”. 2.SALVATORE CORRIAS, dI San Nicolò Gerrei, della Guardia di Finanza, partigiano, deportato a Dachau e poi fucilato a Moltrasio (Como) dai fascisti della RSI. Medaglia d’oro al merito civile alla memoria. E’ riuscito a salvare, muovendosi nella Guardia di Finanza fra la frontiera italo-svizzera, centinaia di ebrei e di perseguitati politici. 3. COSIMO ORRU’ di San Vero Milis. medaglia d’oro della resistenza, morto nei campi nazisti tra il 1944 e il 1945, il cui ricordo resisteva nella famiglia, nei conoscenti e nel nome di una via del suo paese. Da anni il suo Comune ha portato avanti una ricerca sulla sua storia, in collaborazione con l’Istituto Sardo per la Storia della Resistenza e dell’Autonomia (ISSRA), tanto da ricostruirne in modo ancora incompleto il viaggio dal suo lavoro, magistrato a Busto Arsizio e membro del CLN, sino al campo di Flossemburg in Germania, quindi in quello di Litoměřice nell’attuale Repubblica Ceca dove poi è morto. 2. Emilio Lussu – “Sardegna, Ebrei e «razza italiana»” Giustizia e Libertà, 21 ottobre 1938 Le Journal des Débats pubblica, tra il serio ed il faceto, uno scritto in cui si attribuisce a Mussolini il proposito di relegare in Sardegna tutti gli ebrei italiani. Con i tempi che corrono, queste cose vanno prese sempre sul serio. Come sardo, nato in Sardegna e rappresentante di sardi, io mi considero direttamente interessato […] . Così stando le cose, è troppo giusto che gli ebrei italiani vengano a finire in Sardegna: essi sono i nostri più prossimi congiunti. Per conto nostro, noi non sentiamo che pura gioia. Essi saranno accolti da fratelli. La famiglia semitica uscirà rafforzata da questa nuova fusione. Semitici con semitici, ariani con ariani. Mussolini va lodato per tale iniziativa. Anche perché rivela, verso noi sardi, un mutato atteggiamento. Nel 1930, davanti a un giornalista e uomo politico francese che gli aveva fatto visita, pronunziò parole e propositi ostili contro l’isola fascisticamente malfida, e affermò che avrebbe distrutto la nostra razza, colonizzandoci con migliaia di famiglie importate da altre regioni d’Italia. Egli mantenne la parola e popolò le bonifiche sarde di migliaia di romagnoli e di emiliani. Ma, a difesa della razza sarda, vigilavano impavide le zanzare, di pura razza semitica. L’immigrazione ariana è stata devastata dalla malaria e ora non ne rimane in piedi che qualche raro esemplare superstite. Con gli ebrei, sarà un’altra questione. Essi saranno i benvenuti per noi e per le zanzare fedeli, le quali saranno, con loro, miti e discrete come lo sono con noi. Sardi ed ebrei c’intenderemo in un attimo. Come ci eravamo intesi con gli ebrei che l’imperatore Tiberio aveva relegato nell’isola e che Filippo II di Spagna scacciò in massa. Quello fu un gran lutto per noi. Ben vengano ora, aumentati di numero. Che razza magnifica uscirà dall’incrocio dei due rami! Per quanto federalista e autonomista, io sono per la fusione dei sardi e degli ebrei. In Sardegna, niente patti federali. I matrimoni misti si faranno spontanei e la Sardegna sarà messa in comune. E quando saremo ben cementati, chiederemo che ci sia concesso il diritto di disporre della nostra sorte. L’Europa non vorrà negare a noi quanto è stato accordato ai Sudeti. Una Repubblica Sarda indipendente sarà la consacrazione di questo nuovo stato di fatto. Il presidente, almeno il primo, mi pare giusto debba essere un sardo, ma il vice-presidente dovrà essere un ebreo. Modigliani può contare sul nostro appoggio che gli sarà dato lealmente. Penso che dovremmo respingere la garanzia delle grandi potenze mediterranee e svilupparci e difenderci da noi stessi. Se gli ebrei d’Europa e d’America vorranno accordarci la decima parte di quanto hanno speso in Palestina, è certo che la Sardegna diventerà, in cinquant’anni, una delle regioni più ricche e deliziose del mondo, la cui cultura non avrà riscontro che in poche nazioni avanzate. Ciò non toglie che i nostri rapporti non possano essere buoni, inizialmente, anche con l’Italia ariana; ma, da pari a pari. Vi sarà uno scambio di prodotti, e noi potremo, data la ricchezza delle nostre saline, rifornire l’Italia ariana, specie di sale, che ne ha tanto bisogno. Naturalmente, non accoglieremo tutti gli ebrei italiani. Ve ne sono parecchi che, per noi, valgono gli ariani autentici. Il prof. Del Vecchio [1][2], per esempio, noi non lo vogliamo. E vi saranno parecchi ariani di razza italica che noi terremo a fare semitici onorari. Problemi tutti che risolveremo presto e facilmente. V’è la questione del re-imperatore che, come si sa, ha fatto la sua fortuna come re di Sardegna. Si ha l’impressione che il decalogo razzistico sia stato compilato anche per lui. Non esiste infatti nessuna famiglia, in Italia, meno italiana della famiglia reale: essa non appartiene più alla razza italica pura. Di origine gallica, i matrimoni misti l’hanno corrotta a tal punto che il sangue straniero vi è in predominio palese. E il principe ereditario, figlio di una montenegrina, è sposato con una belga-tedesca; una principessa con un tedesco, e un’altra con uno slavo-bulgaro. Ariani ma non italiani. La futura repubblica sarda sarà magnanima anche col re di Sardegna. Lo accolse l’isola, fuggiasco dall’invasione giacobina, lo accoglierà ancora una volta, profugo dal dominio ariano-italico. L’isola dell’Asinara gli sarà concessa in usufrutto fino all’ultimo dei suoi discendenti. E potrà tenervi corte, liberamente, a suo piacere. Colpisce invece che, per restare alla stessa fase storica, sia pressoché assente nella nostra memoria collettiva la deportazione di qualcosa come 50.000 sardi, a seguito della spedizione di Tiberio Sempronio Gracco nel 237 a.C. o, secondo altri, a seguito di quella del nipote omonimo nel 175 a.C. Sono i “sardi venales”, sardi di poco valore economico, perché per la loro quantità fecero crollare il prezzo degli schiavi. Perché in effetti la rimozione di quella lontana deportazione di 50.000 sardi fa compagnia all’oblio pressoché totale della deportazione di circa 290 sardi, tra politici ed ebrei, e di circa 12.000 internati militari sardi nei lager nazisti. E si trattava nella stragrande maggioranza di giovani. Una enormità di gente nostra allora e oggi. Fino a pochi anni fa, questa realtà restava totalmente sconosciuta ai più e, nel migliore e raro dei casi, il nome di una via in qualche nostro paese serbava il ricordo ormai smemorizzato. |
Post n°1557 pubblicato il 24 Gennaio 2014 da deosoe
La civiltà preistorica della Sardegna: prenuragica e nuragica di FRANCESCO CASULA 1. La Sardegna secondo gli antichi scrittori Per Omero è la Scherìa, la terra dei Feaci, abitanti di un'Isola su tutte felice; posta a Occidente nel mezzo del Mediterraneo, aperta al mondo, che combatte, alleata con i Popoli del mare contro i potenti eserciti dei Faraoni e dei re di Atti che tiranneggiano e opprimono i popoli; per Esiodo è l'Isola sacra in fondo al mare; per Platone, l'Isola dalle vene d'argento (Argyròflebs); per Apollonio (III secolo a.c. ( Argonautiche libro IV) è l'Isola vasta e feconda. 2. La civiltà preistorica sarda secondo l'Archeologo e storico Giovanni Lilliu Il 23 Novembre 2009 ha fatto una lectio magistralis sui «Contadini e i pastori nella Sardegna neolitica e dei primi metalli» la settimana di studi su «La preistoria e la Protostoria della Sardegna», convegno promosso annualmente dall'Istituto Italiano di Preistoria e Protostoria e quest'anno dedicato all'isola, con appuntamenti a Cagliari, Barumini e Sassari. 1.le raffinate opere di architettura sacra (ad esempio l'altare di Monte d'Accoddi-Sassari) e funeraria (le grotticelle ipogeiche di Sant'Andrea Priu-Bonorva, di Mandra Antine-Thiesi, di Montessu-Villaperuccio) 2.le eleganti ceramiche con le decorazioni tipiche di quel periodo, i gioielli e gli ornamenti rinvenuti nelle sepolture, utilizzati come corredo e protezione magica dei defunti. In esse già si coglieva una certa aspirazione democratica, dove anche il singolo partecipava attivamente alla crescita della comunità. Nella Sardegna preistorica ci fu dunque un'età aurea in cui gli abitanti vivevano di agricoltura e caccia ed erano un popolo pacifico di laboriosi artigiani. Producevano in abbondanza e si dedicavano ai commerci, spingendosi in ogni angolo dell'isola e anche oltre il mare, tanto che tracce della loro cultura si sono ritrovate in Francia e in Spagna. Ma soprattutto era un popolo libero e indipendente, prima che dal mare arrivassero colonizzatori portatori di nuove culture, spesso imposte con le armi e la guerra. Ecco, in estrema sintesi, il quadro della civiltà che gli studiosi definiscono di "Ozieri o San Michele" e fanno risalire al Neolitico recente (tra il 3500 e il 2500 a. C.). Un'età mitica, forse ineguagliata nella preistoria della Sardegna, che si anima come un paradiso perduto nelle parole di Lilliu. 3. Il clima durante il periodo nuragico Questa l'opinione dei paleoclimatologi: Secondo Secondo un altro paleo climatologo, Francesco Fedele, confermando quanto sostenuto da Serra, ribadisce che una vegetazione ricca copriva il suolo dell'Isola e lo sviluppo delle specie selvatiche era proporzionato a questa ricchezza. L'alimentazione degli abitanti della Sardegna poteva dunque essere completa:frutti della terra, cereali, latte e derivati, grassi uova, carni, miele, pesci e molluschi. Numerosi prodotti spontanei fornivano sostanze per usi quotidiani: corna e palchi di erbivori per gli arnesi; lana per le vesti; legna da ardere e ramaglie per la costruzione delle pareti; legno scelto per ciotole e sughero per recipienti; frutti del lentisco e dell'olivastro, pestati per olio da illuminazione e da condimento; orzo e frumento per farina. 4. La civiltà nuragica per due scrittori sardi Due scrittori sardi, Sergio Atzeni e Eliseo Spiga, diversi per età, sensibilità culturali e politiche, lessico e cifra narrativa, sono curiosamente accomunati nella valutazione della civiltà nuragica che sognano, vagheggiano almanaccano così. Sergio Atzeni : "Non so definire la parola felicità. Ovvero non so che sia la felicità. Credo di aver sperimentato momenti di gioia intensa, da battermi i pugni sul petto, al sole, alla pioggia o al coperto, urlando (a volte vorrei farlo e non si può) o da credere di camminare sulle nuvole o da sentire l'anima farsi leggera e volare alta fino a Dio (è capitato di rado). E' la felicità? Così breve? Così poca? Se esiste una parola per dire i sentimenti dei sardi nei millenni di isolamento fra nuraghe e bronzetti forse è la felicità. Passavamo leggeri come acqua, disse Antonio Setzu, come acqua che scorre, salta, giù dalla conca piena della fonte, scivola e serpeggia fra muschi e felci, fino alle radici delle sughere e dei mandorli o scende scivolando sulle pietre, per i monti e i colli fino al piano, dai torrenti al fiume, a farsi lenta verso le paludi nel mare, chiamata in vapore dal sole a diventare nube dominata dai venti e pioggia benedetta. A parte la follia di ucciderci l'un l'altro per motivi irrilevanti, eravamo felici. Le piane e le paludi erano fertili, i monti ricchi di pascoli e fonti. Il cibo non mancava neppure negli anni di carestia. Facevamo un vino colore del sangue, dolce al palato e portatore di sogni allegri. Nel settimo giorno del mese del vento che piega le querce incontravamo tutte le genti attorno alla fonte sacra e per sette giorni e sette notti mangiavamo,bevevamo, cantavamo e danzavamo in onore di Is. Cantare, suonare, danzare, coltivare, raccogliere, mungere, intagliare, fondere, uccidere, morire, cantare, suonare, danzare era la nostra vita. Eravamo felici, a parte la follia di ucciderci l'un l'altro per motivi irrilevanti[...]" [Sergio Atzeni, Passavamo sulla terra leggeri, Ed. Mondadori, Milano 1996, pagine 28-29] Eliseo Spiga: "Anche il giardino che avevano esplorato i suoi antenati era certamente un paradiso terrestre dove c'era tutto quanto gli uomini avessero potuto desiderare per condurre una esistenza non ricurva. In questo non vigevano divieti o avvertimenti minacciosi e tutto vi avrebbero potuto conoscere. Non c'erano lupi, draghi o demoni. Non vi si nascondeva il serpente che avrebbe tentato le donne che andavano a cogliere le pere, i fichi, le bacche di corbezzolo, le erbe aromatiche o a prendere il miele dalle cavità delle querce o i cristalli di sale lavorati dal sole nelle buche calcaree o che scendevano nelle acque smeraldine racchiuse fra gli scogli a lavarsi delle dolci fatiche notturne. Tra le garighe di timo odoroso e le steppe di sparto crescevano gli iris azzurri, le margherite a foglia grassa, i narcisi canicolari, i cespugli giallo-oro del tagete, le rose, la scrofularia a tre foglie, e le altre ortiche meno mansuete, e più in basso, verso gli stagni listati dalla salicornia purpurea, le foreste di pini, i canneti ondeggianti, le tife-fieno di stuoia, i tamerici e mille altri fiori arbusti e piante. Sotto quell'eterno verde variamente sfumato e enfatizzato dalle punte bianche delle rocce e dalle macchie fiorite, tra il lentischio il rovo lo spinacristi e il ginestrone, schizzavano i prolaghi e chiocciavano le pernici, incuranti di volpi gatti e donnole, mentre tutt'intorno era un continuo aleggiare di uccelli di ogni specie: germani e anatre di tutte le forme e colori, oche, folaghe, gabbiani,piccioni, stornelli, gruccioni, aquile di mare e di monte; e un discreto passeggiare di gallinelle, di sontuosi polli-sultano dall'incredibile livrea turchina e dalle zampe rosso-corallo; e un frusciare di fenicotteri, che a migliaia in formazioni a cuneo, attraversavano il primo e l'ultimo sole della giornata. E cervi daini mufloni e cinghiali, distrattamente vagabondando, si fermavano per cibarsi di carrube e ghiande, abbondanti nella laguna di monte [...]". [Eliseo Spiga, Capezzoli di pietra, Zonza editore, Cagliari 1998, pagina 50] 5. La civiltà nuragica che emerge dagli studiosi Quella nuragica è stata la più grande civiltà della storia di tutto il mediterraneo centro-occidentale del secondo millennio avanti Cristo. Con migliaia di nuraghi (8.000 secondo le fonti ufficiali: l'Istituto geografico militare, che però li censisce secondo modalità militari e non archeologiche; 20.000 secondo Sergio Salvi e 25-30.000 secondo altre fonti non ufficiali. Si tratta di costruzioni megalitiche tronco-coniche dalle volte ogivali con scale elicoidali: Con pozzi sacri* (1), betili mammellari, terrazze pensili, androni ad arco acuto, innumerevoli dolmens e menhir, migliaia di statuette e di navicelle di bronzo. Con un'economia dell'abbondanza (l'espressione è dell'economista della preistoria Marshal Sahlins): di carne, pesce, frutti naturali. Che produce oro, argento, rame, formaggi, sale, stoffe, vini*(2). Ma anche la musica delle launeddas. Una Sardegna aperta al mondo, che combatte, alleata con i Popoli del mare contro i potenti eserciti dei Faraoni e dei re di Atti che tiranneggiano e opprimono i popoli. Una Sardegna, Isola "felice"(Omero) ma anche Isola libera, indipendente e senza stato. Organizzata in una confederazione di comunità nuragiche (Lilliu) mentre altrove dominano monarchi e faraoni, tiranni e oligarchi. E dunque schiavitù. Non a caso le comunità nuragiche costruiscono nuraghi, monumenti alla libertà, all'egualitarismo e all'autonomia; mentre centinaia di migliaia di schiavi, sotto il controllo e la frusta delle guardie, sono costretti a erigere decine di piramidi, vere e proprie tombe di cadaveri di faraoni divinizzati. Per sfuggire alle carestie, alla fame e alla miseria ma anche alle tirannidi e alla schiavitù molti si rifugeranno nell'Isola, che accoglierà esuli e fuggitivi. Venti mila - secondo il linguista sardo Massimo Pittau - scampati alla distruzione della città-stato di Sardeis in Anatolia, da parte degli invasori Hittiti. Altri arriveranno dalla stessa Troia. 1. *A proposito dei pozzi sacri, secondo Arnold Lebeuf, francese, archeoastronomo, docente di storia delle religioni presso l'università di Cracovia «Il pozzo nuragico di Santa Cristina sarebbe "un osservatorio astronomico perfetto. Un sistema raffinato per calcolare un fenomeno di grande complessità come quello delle fasi lunari e prevedere le eclissi". 2. *A proposito di vini Aldo Puddu scrive che nel periodo nuragico "Ai tradizionali vini Canonau e Nuragus si aggiunsero le coltivazioni dei vigneti del Moscato provenienti dall'Isola di Samo, della Malvasia di Mileto (Lidia) e, probabilmente del Nasco di Efeso o di Sardeis ((In Ulisse e Nausica in sa Cost'Ismeralda,Editziones de Sardigna, Nuoro, 2002, pagina 345). 6. La crisi e la distruzione della civiltà nuragica Finchè i Cartaginesi non invasero la Sardegna, per fare bardana, depredare e dominare l'Isola. Con il dominio romano fu ancora peggio. Fu un etnocidio spaventoso. La nostra comunità etnica fu inghiottita dal baratro. Almeno metà della popolazione fu annientata, ammazzata e ridotta in schiavitù. "Negli anni 177 e 176 a.c - scrive lo storico Piero Meloni- un esercito di due legioni venne inviato in Sardegna al comando del console Tiberio Sempronio Gracco: un contingente così numeroso indica chiaramente l'impegno militare che le operazioni comportavano". Alla fine dei due anni di guerra - ne furono uccisi 12 mila nel 177 e 15 mila nel 176- nel tempio della Dea Mater Matuta a Roma fu posta dai vincitori questa lapide celebrativa, riportata da Livio: "Sotto il comando e gli auspici del console Tiberio Sempronio Gracco la legione e l'esercito del popolo romano sottomisero la Sardegna. In questa Provincia furono uccisi o catturati più di 80.000 nemici. Condotte le cose nel modo più felice per lo Stato romano, liberati gli amici, restaurate le rendite, egli riportò indietro l'esercito sano e salvo e ricco di bottino, per la seconda volta entrò a Roma trionfando. In ricordo di questi avvenimenti ha dedicato questa tavola a Giove". Gli schiavi condotti a Roma furono così numerosi che "turbarono" il mercato degli stessi nell'intero mediterraneo, facendo crollare il prezzo, tanto da far dire allo stesso Livio "Sardi venales" : Sardi da vendere, a basso prezzo. Altre decine e decine di migliaia di Sardi furono uccisi dagli eserciti romani in altre guerre, tutte documentate da Tito Livio, che parla di ben otto trionfi celebrati a Roma dai consoli romani e dunque di altrettante vittorie per i romani e eccidi per i sardi. Chi scampò al massacro fuggì e si rinchiuse nelle montagne, diventando dunque "barbara" e barbaricina, perché rifiutava la civiltà romana: ovvero di arrendersi e sottomettersi. Quattro-cinque mila nuraghi furono distrutti, le loro pietre disperse o usate per fortilizi, strade cloache o teatri; pare persino che abbiano fuso i bronzetti, le preziose statuine, per modellare pugnali e corazze, per chiodare giunti metallici nelle volte dei templi, per corazzare i rostri delle navi da guerra. La lingua nuragica, la primigenia lingua sarda del ceppo basco-caucasico, fu sostanzialmente cancellata: di essa a noi oggi sono pervenuti qualche migliaio di toponimi: nomi di fiumi e di monti, di paesi, di animali e di piante. Le esuberanti creatività e ingegnosità popolari furono represse e strangolate. La gestione comunitaria delle risorse, terre foreste e acque, fu disfatta e sostituita dal latifondo, dalle piantagioni di grano lavorate da schiere di schiavi incatenati, dalle acque privatizzate, dai boschi inceneriti. La Sardegna fu divisa in Romanìa e in Barbarìa. Reclusa entro la cinta confinaria dell'impero romano e isolata dal mondo. E' da qui che nascono l'isolamento e la divisione dei sardi, non dall'insularità o da una presunta asocialità.
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Post n°1555 pubblicato il 24 Gennaio 2014 da deosoe
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