Triballadores

di Vittorio Casula

 
 

 

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Messaggi di Febbraio 2014

n. 609 del 27 febbraio 2014

Post n°1571 pubblicato il 28 Febbraio 2014 da deosoe

 
 
 
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Novità

 
27-02 

INPS: assunzione di lavoratori in mobilità presso gli studi professionali

L'Inps esclude che gli studi professionali, nel caso in cui procedano all'assunzione di un lavoratore iscritto nelle liste di mobilità, possano "godere" degli incentivi previsti per tale tipologia di assunzione.

 
27-02 

Parlamento: CIGS e contratti di solidarietà per i partiti politici

E' stato approvato, in via definitiva, il D.L. n. 149/2013 che interviene sul finanziamento pubblico dei partiti. Il provvedimento sta per essere pubblicato in Gazzetta Ufficiale.

 
26-02 

Terziario: accordo interconfederale sulla governance della Bilateralità

La Confcommercio ed i sindacati CGIL, CISL e UIL, hanno sottoscritto un Accordo interconfederale sulla governance della Bilateralità e sul funzionamento degli Enti e fondi bilaterali del terziario, della distribuzione e dei servizi.

 
25-02 

Min.Lavoro: vigilanza - società ed associazioni sportive dilettantistiche

Il Ministro del Lavoro ha pubblicato la nota n. 4036 del 21 febbraio 2014, con la quale ha fornito alcune indicazioni operative circa le verifiche ispettive da effettuare presso società ed associazioni sportive dilettantistiche.

 
25-02 

Regione Calabria: percorsi di inserimento e qualificazione professionale di giovani disoccupati

La Regione Calabria intende attivare un Avviso denominato "Percorsi integrati di inserimento e qualificazione professionale di giovani disoccupati/inoccupati calabresi e di rafforzamento della competitività dell'imprenditoria regionale".

 
24-02 

Parlamento: legge 9/2014 - pubblicata la legge di conversione del c.d. decreto "Destinazione Italia"

E' stata pubblicata la legge 21 febbraio 2014, n. 9 che ha convertito, con modificazioni, il D.L. n. 145/2013.

 
24-02 

TFR: aggiornato il coefficiente di rivalutazione per il mese di gennaio 2014

Le quote di TFR accantonate al 31 dicembre 2013 vanno rivalutate dello 0,265056%.

 
24-02 

INPS: mes.2668/2014 - cassetto previdenziale del cittadino - rilascio di una nuova funzionalità

L'Inps fornisce le istruzioni per la presentazione, entro il 1° marzo 2014, delle domande di riconoscimento dello svolgimento di lavori particolarmente faticosi e pesanti, con riferimento ai soggetti che perfezionano i prescritti requisiti nell'anno 2014.

 
24-02 

Conferenza Stato-Regioni: Linee guida per il contratto di apprendistato professionalizzante

Via libera della Conferenza Stato-Regioni alle "Linee guida per la disciplina per il contratto di apprendistato professionalizzante o contratto di mestiere". L'accordo - sottoscritto in data 20 febbraio 2014 - ha previsto alcune modifiche al percorso formativo che deve garantire ai giovani, durante l'esperienza del contratto di apprendistato, una effettiva formazione.

 
24-02 

INAIL: eventi alluvionali del 17 gennaio 2014 - sospensione dei versamenti

L'Inail comunica che, in relazione agli eventi alluvionali del 17 gennaio 2014 che hanno interessato alcuni territori dell'Emilia Romagna, già colpiti dal sisma del 20 e 29 maggio 2012, nelle more della procedura volta alla dichiarazione dello stato di emergenza, è stato emanato il decreto-legge n. 4 del 28 gennaio 2014, che all'articolo 3 contiene specifiche disposizioni agevolative per soggetti danneggiati dagli eventi stessi.

 
24-02 

Min.Lavoro: il decreto per la sicurezza ex D.L.vo n. 81/2008 dei palchi per spettacoli e manifestazioni fieristiche

E' stato firmato dal Ministro del Lavoro ed è di prossima pubblicazione il DM che fissa le disposizioni per la sicurezza dei palchi per gli spettacoli e le manifestazioni fieristiche.

 
24-02 

Dip.Politiche della Famiglia: rivalutazione degli assegni per il nucleo familiare e di maternità - 2014

Il Dipartimento per le Politiche della Famiglia ha pubblicato la rivalutazione, per l'anno 2014, della misura degli assegni e dei requisiti economici, per il nucleo familiare numeroso e per la maternità.

 
 

Approfondimenti

 
26-02 

Articolo: Somministrazione - il no del Ministero alla comunicazione del D.V.R. alla DTL

articolo di approfondimento di Guglielmo Anastasio

 
24-02 

Articolo: Le nuove sanzioni per il lavoro nero e per la mancata fruizione dei riposi

articolo di approfondimento di Eufranio Massi

 
24-02 

Articolo: L'ASpI negli Studi Professionali - il ruolo del datore professionista

articolo di approfondimento di ConfprofessioniLavoro

 
 

Eventi

 
24-02 

Consigliera di Parità: workshop - "LA VIE EN ROSE" - Dalla parte delle donne e dei giovani per il lavoro"

La Consigliera Nazionale di Parità, il Ministero del Lavoro ed il Consiglio Nazionale dell'Ordine dei Consulenti del Lavoro organizzano dei workshop tematici dal titolo: "LA VIE EN ROSE" - Dalla parte delle donne e dei giovani per il lavoro.

 
 
 
 
 

 
 
 

IL MANIFESTO

Post n°1570 pubblicato il 25 Febbraio 2014 da deosoe

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inps: circolari e messaggi

Post n°1569 pubblicato il 23 Febbraio 2014 da deosoe


inps circolari e messaggi

 

>>>Titolo: Messaggio numero numero 2668 del 19-02-2014
Contenuto: Presentazione domande di riconoscimento dello svolgimento di lavori particolarmente faticosi e pesanti entro il 1° marzo 2014 per i lavoratori che maturano i requisiti agevolati per l?accesso al trattamento pensionistico dal 1° gennaio 2014 al 31 dicembre 2014. Decreto legislativo n. 67 del 2011, come modificato dalla legge n. 214 del 2011.
Tipologia: MESSAGGIO

>>>Titolo: Messaggio numero numero 2666 del 19-02-2014
Contenuto: Limiti retributivi art. 23 ter d.l. 201 del 2011, convertito dalla legge n. 214 del 2011 ? d.P.C.m 23 marzo 2012: fissazione del livello remunerativo massimo per l?anno 2014
Tipologia: MESSAGGIO

Lo staff di NewsLetter Hermes

 
 
 

letteratura e Civiltà della Sardegna di francesco casula

Post n°1568 pubblicato il 10 Febbraio 2014 da deosoe
Foto di deosoe

 
 
 

Michela Murgia

Post n°1567 pubblicato il 09 Febbraio 2014 da deosoe

 

MICHELA MURGIA scrittrice*

murgia

La vincitrice del Premio Campiello che sogna una Sardegna indipendente (1972-)

Nasce a Cabras nel 1972. Di formazione cattolica è stata educatrice[ ed animatrice nell'Azione Cattolica, ricoprendo il ruolo di Referente Regionale del settore Giovani. Ha ideato uno spettacolo teatrale rappresentato nella piana di Loreto al termine del pellegrinaggio nazionale dell'Azione Cattolica del settembre 2004, al quale ha assistito anche Papa Giovanni Paolo II.Ma rispetto alla sua vita, ecco quanto lei stessa scrive nel suo Sito ufficiale: "Sono nata in Sardegna e per quanti indirizzi abbia cambiato in questi anni, dentro non ho mai smesso di abitarla, sognandola indipendente in ogni accezione del termine. Mi sono diplomata in una scuola tecnica e dopo ho fatto studi teologici, ma questo non ha fatto di me una teologa, almeno non più di quanto studiare filosofia faccia diventare la gente filosofa. Non mi piace essere definita giovane, a 37 anni essere considerati adulti dovrebbe essere un diritto. Non fumo, non porto gioielli preziosi, detesto i graziosi cadaveri dei fiori recisi, i giornalisti che mi chiedono quanto c'è di autobiografico e gli aspiranti pubblicatori che mi mandano da valutare romanzi che non leggerò mai, perché preferisco di gran lunga i saggi. Sono vegetariana, ma so riconoscere le occasioni in cui si può fare uno strappo. Per etica politica mi definisco di sinistra, e nel mio ordine interiore quella parola ha ancora senso. Sono sposata, e questo mi ha resa una persona più trattabile, anche se mi rendo conto che a leggere questa biografia non si direbbe".Nel 2006 ha pubblicato Il mondo deve sapere, la tragicomica storia di una ragazza al lavoro in un call center che ha poi ispirato il film di Paolo Virzì, Tutta la vita davanti.  Dal libro è stata anche tratta un'opera teatrale per la regia di David Emmer.Michela Murgia racconta, con tono esilarante e con ironia,  la storia una ragazza laureata, Camilla, che trova impiego come telefonista presso il call-center di un'azienda che vende elettrodomestici porta a porta, offrendo una versione del precariato vissuto in prima persona, sulla propria pelle e dunque visto dall'interno.Nel 2008 ha pubblicato Viaggio in Sardegna. Undici percorsi nell'isola che non si vede: ovvero oltre l'Isola oleografica delle cartoline e dei depliant turistici, rivelandone la storia, le leggende, i riti e le scaramanzie, il carattere della sua gente: una sorta di guida insomma ai luoghi meno esplorati di un'Isola. dai mille misteri a cominciare dai suoi abitanti, così diversi e dissonanti rispetto agli italiani.Questa storia - scrive Murgia -  è un viaggio in compagnia di dieci parole, dieci concetti alla ricerca di altrettanti luoghi, più uno. Undici mete, perché i numeri tondi si addicono solo alle cose che possono essere capite definitivamente. Non è così la Sardegna, dove ogni spazio apparentemente conquistato nasconde un oltre che non si fa mai cogliere immediatamente, conservando la misteriosa verginità delle cose solo sfiorate.Nel maggio 2009 ha pubblicato il romanzo Accabadora, una storia che intreccia nella Sardegna degli anni cinquanta i temi dell'eutanasia e dell'adozione. Il romanzo è uscito in traduzione tedesca nel 2010 per l'editore Wagenbach. Con questo libro ha vinto la sezione narrativa del Premio Dessì nel settembre 2009, il SuperMondello nell'ambito del Premio Mondello nel maggio 2010 e nel settembre dello stesso anno il Premio Campiello.A proposito di Accabadora Angiola Codacci-Pisanelli, sul Settimanale L'espresso del 05-06-2009  scrive: "Sarebbe bello leggere 'Accabadora' di Michela Murgia (Einaudi) senza sapere cosa vuol dire il titolo, e scoprire insieme alla protagonista, Maria, qual è la professione segreta della sua madre adottiva, Tzia Bonaria Urrai. Sarebbe bello ma non si può: la quarta di copertina lo spiega subito. 'Acabar' in spagnolo significa finire, e nella Sardegna di ieri - e forse di oggi - 'accabadora' è 'colei che finisce', colei che porta al moribondo e alla famiglia stremati dall'agonia la 'dolce morte'. Ma non è un libro sull'eutanasia, questo romanzo della Murgia, un'altra esordiente che la febbre di nomi nuovi lancia nelle librerie in questo 2009. Malgrado la foto funerea in copertina, c'è più amore che morte in queste pagine, e c'è uno stile che disegna ogni personaggio, ogni scena, ogni frase con l'accuratezza con cui Tzia Bonaria Urrai cesella le asole. Maria nasce, quarta figlia femmina non voluta, in una famiglia poverissima, cresce come "filla de anima" di una vecchia sarta che cuce per i clienti i vestiti della festa e, quando serve l'ultimo 'cappotto': lo dice lei stessa ridendo tra sé, con un umorismo che corre sottotraccia per tutto il libro. Quando intuisce di cosa la sua madre "de anima" vorrebbe farla erede, Maria fugge. Ma neanche Torino è abbastanza lontana, anche lì ci sono drammi segreti, amori impossibili, e il richiamo di un destino che diventa tale solo quando lo si accetta".Nel 2011 ha pubblicato Ave Mary, il libro, come ci tiene a sottolineare l'autrice, non è un saggio ma una conversazione con le donne e sulle donne. Contrariamente al titolo, non è un libro su Maria, ma proprio da Maria - madre di Gesù - trae spunto per discutere delle condizioni impari con cui la donna, attraverso i secoli, ha sempre dovuto combattere. 

Presentazione di Accabadora, Ed. Einaudi, Torino, 2009.

Maria «la quarta» femmina di una madre vedova, Anna Teresa Listru, per cui rappresenta un problema, un'ulteriore bocca da nutrire, l'errore dopo tre cose giuste più che una figlia da amare.  finisce a vivere in casa di Bonaria Urrai. Diventa così fill' e anima  di Tzia Bonaria: una vecchia da quando era giovane, vestita di nero, vedova di un marito che non l'aveva mai sposata. Ma, per fortuna ricca. Perché se non fosse nata ricca, Bonaria Urrai avrebbe fatto la fine di tutte quelle rimaste senza uomo, altro che prendersi una fill'e anima.Ma perché Maria sia finita a vivere in casa di Bonaria Urrai, è un mistero che si fa fatica a comprendere a Soreni, di qui i commenti malevoli della gente, che accompagnano le loro camminate in quelle strade del paese che sembrano emerse dalle case stesse come scarti sartoriali, ritagli, scampoli sbilenchi, ricavate una per una dagli spazi casualmente sopravissuti al sorgere irregolare delle abitazioni, che si tenevano in piedi l'una all'altra come vecchi ubriachi dopo la festa del patrono.Ma il mistero è presto svelato: Tzia Bonaria ha preso Maria con sé, per farla crescere e farne la sua erede, sottraendola alla povertà estrema della sua vera famiglia, chiedendole in cambio la presenza e la cura per quando sarà lei ad averne bisogno. Maria abituata a pensarsi, lei per prima, come «l'ultima», è  sorpresa dal rispetto e le attenzioni della vecchia sarta del paese, che le ha offerto una casa e un futuro, ma soprattutto la lascia vivere e non sembra desiderare niente al posto suo.Ma c'è qualcosa in questa vecchia vestita di nero e nei suoi silenzi lunghi, c'è un'aura misteriosa che l'accompagna, insieme a quell'ombra di spavento che accende negli occhi di chi la incontra. Ci sono uscite notturne che Maria intercetta ma non capisce. Quello che tutti sanno è che Tzia Bonaria Urrai cuce gli abiti e conforta gli animi, conosce i sortilegi e le fatture, ma quando è necessario è pronta a entrare nelle case per portare una morte pietosa a chi è stremato dall'agonia. Ma Maria, inizialmente non lo immagina e non lo sospetta neppure. Quando lo scopre e se ne avvede segue il consiglio della maestra Luciana: Ti serve un'altra vita, dove nessuno sappia chi sei, di chi o di cosa sei figlia. Per ricominciare altrove, tagliarsi il cordone in un momento preciso dell'esistenza seclto da lei, senza levatrici né debiti apparenti.E Maria fugge a Torino. Ma ritorna. Come richiamata da un destino che si accetta.

 

 

Giudizi critici

Valeria Parrella  nel Settimanale Grazia scrive: "Michela Murgia, attingendo alla potenza della letteratura, traspone il dibattito attuale su testamento biologico ed eutanasia in un universo mitico, donandoci la possibilità di tornare a pensarvi senza urlare, con la giusta forza e delicatezza".

Mentre Paola Pittalis sul Quotidiano La Nuova Sardegna sostiene:"È lei, l'accabadora, la protagonista del primo romanzo di Michela Murgia. Sullo sfondo una questione etica, tra le più delicate e drammatiche che la modernità abbia prodotto. Senza che mai Michela Murgia, con grande eleganza, cavalchi il dibattito sull'eutanasia riferendosi a episodi della cronaca recente. [...] Nel romanzo la scommessa etica diventa una scommessa narrativa e linguistica. Una narrazione senza idillio e senza retorica, senza luoghi comuni. Una lingua nitida, densa di aforismi e di ossimori, di immagini che colgono il segreto legame fra vita e morte".

A sua volta Natalia Aspesi su la Repubblica a proposito di Ave Mary commenta: "Da un paio d'anni per fortuna c'è stato un risveglio di brontolii femminili colti, intelligenti, creativi, appassionati, impeccabili, sottoforma di saggi di successo [...]. In questo fervore di scrittura femminile molto terrena, che chiama in causa i poteri contemporanei, la politica, la televisione, la pubblicità, le escort e le ministre con il tacco a spillo, appare finalmente il personaggio più inaspettato, umano e celestiale, antico ed eterno, celebre e sconosciuto, mitico e universale, da imitare e inimitabile: la Madonna. [...] Ave Mary intreccia sapienza e ironia, Sacre Scritture e vita, non dando tregua a tutti gli e errori che credenti chic e atei devoti hanno scritto e soprattutto diffuso attraverso la televisione.

ANALISI

Sbaglia chi pensasse che Accabadora sia un romanzo sull'eutanasia. Il tema del fine vita è collaterale, ha affermato la scrittrice in una intervista. Il tema centrale è invece la comunità. Che, nella sua scrittura torna sempre.Credo - è sempre la Murgia ad affermarlo - che alla letteratura spetti il compito di restituire la realtà desiderata. Siccome vivo in un contesto in cui si tenta di isolare il singolo, reagisco raccontando storie in cui la comunità, al contrario, lo sostiene.Storie emotivamente molto forti in cui  mette in stretto rapporto - come ha scritto Angiola Codacci- Pisanelli sull'Espresso - la modernità/attualità di relazioni e sentimenti con le tradizioni ancestrali di una terra, un'isola, che sembra ancora mantenere intatte usanze arcaiche e superstizioni antiche che sopravvivono ad ogni forma di progresso. Fra queste ataviche usanze e tradizioni la scrittrice di Cabras rievoca e descrive, almanaccando, l'accabadora e il suo gesto amorevole e finale che pone fine alle sofferenze dei malati terminali, quasi fosse un ultima madre per chi invoca una morte liberatoria. Ma quando Maria intuisce una delle attività della sua madre de anima, Tzia Bonaria Urrai, scappa. Ma ritorna.Come succede ai personaggi di molti scrittori sardi: pensiamo ai Diavoli di Nuraiò di Flavio Soriga, un universo di personaggi e figure, soprattutto di giovani, che, incatenati al villaggio, "a sa bidda" e alla "prigione" Sardegna, non vedono l'ora di evadere. E si allontanano ma poi ritornano.Così Maria. Perché molte cose che credeva di aver lasciato sulla riva da cui la nave per Genova si era staccata a suo tempo,ritornavano una dopo l'altra, come pezzi di legno sulla spiaggia dopo una mareggiata...lentamente tornarono a uno a uno visi, voci e luoghi dell'infanzia in cui era cresciuta, e Maria si scoprì ad abitarli, senza chiedere permesso.Il  rientro di Maria in Sardegna non aveva stupito nessuno. Perché «E' il debito del fill'e anima», dicevano a Soreni come fosse un destino a cui era impossibile sottrarsi.E per la madre carnale, Anna Teresa Listru quella figlia frutto del suo più grosso errore era ora mutata nel migliore dei suoi investimenti.Accabadora è un romanzo bello e avvolgente, di grande impatto emotivo, incarnato dentro un contesto storico e ambientale preciso: la Sardegna degli anni '50, ma insieme senza tempo. Un romanzo forte e drammatico, elegiaco e poetico, scritto con cura e accuratezza, con un lessico semplice e scabro, inframezzato da locuzioni in lingua sarda, che riesce a rapirti, emozionarti e incantarti. A tal punto che, segnatamente quando riesce a evocare storia e tradizioni, con i colori, i sapori e i profumi dell'infanzia, il lettore sperimenta e vive un'impressione di letizia, come se avesse attraversato un paese amabile e felice.

-Madonna sovversiva

"In un'estate dove curiosamente scarseggiano i libri cult, compresi quelli da spiaggia, c'è un passaparola che corre fra le lettrici, in particolare quelle che hanno trovato (o ritrovato) il gusto di analizzare la condizione femminile, cioè la loro, e i suoi numerosi disastri. E forse per catturare l'attenzione ci voleva un'autrice insolita come Michela Murgia, entrata nell'olimpo letterario con la super premiata, «Accabadora», ma che si tiene alla larga da ogni star system e se apre bocca in qualche talk show riesce anche a dire qualcosa di intelligente. E intelligente, oltre che coraggiosa da parte di una "credente organica e non marginale" come lei stessa si definisce, è la scelta di "Ave Mary", (Einaudi Stile Libero, pp. 166, e 16), rilettura dell'icona cattolica per eccellenza, la Madonna.
Mitizzata fino a farne scomparire l'umanità, è la tesi di Michela Murgia, Maria è stata usata dalla Chiesa attraverso i secoli per giustificare il dominio maschile, anche se non erano stati i preti ad inventarlo. Nella narrazione ecclesiastica la ragazza di Nazareth che accetta l'annuncio dell'Angelo diventa lo stereotipo della "donna che dice sì", creatura docile e ubbidiente a quel che le viene chiesto: come moltitudini di sue simili dovranno fare nei confronti della famiglia e della religione. Ma di Maria e della sua vita ricca di sorprese c'è un'altra narrazione possibile. Proprio con quel sì a una gravidanza misteriosa, inaccettabile secondo l'ordine sociale dei tempi, la ragazza compiva una scelta sovversiva, proprio come sarà il messaggio del Cristo. Non è una Madonna in chiave femminista quella della Murgia, quanto una figura storica riletta attraverso i Vangeli e altri testi dimenticati da una chiesa che nel '900 aveva poi trasformato Maria «in una statuina da nicchia»".

Chiara Valentini, L'espresso, 05/08/2011]

-La femina agabbad6ri : sacerdotessa del mistero

"C'è a Luras, in Gallura, un museo: Galluras. Il nome vorrebbe richia­mare «le Gallure», cioè le diverse parti di questa ampia cuspide della Sardegna che, pur omogenea nei costumi e nel linguaggio, si differen­zia nella configurazione geografica e nella dimensione storico-tradi­zionale. Tra gli altri oggetti del museo, su un cuscino ricamato fa bella (!) mostra di sé un martello di legno.Era lo strumento di morte, il mazzuolo che la femina agabbad6ri (dallo spagnolo acabar,  «terminare»), usava per finire una persona sofferente che «non riusciva a morire».Probabilmente l'arnese esposto nel museo è un modello, una copia di quello che era in realtà lo strumento di morte, ben più solido e pesan­te: chi scrive lo ha visto, più di una trentina di anni fa nelle mani di un centenario, nipote di una vera femina agabbad6ri. Era un rustico maz­zuolo di legno di olivastro stagionato, reso lucido dall'uso per essere passato negli anni in tante mani. Non un martello costruito da un arti­giano, ma un corto spezzone di ramo, lungo poco meno di trenta centi­metri, con una conferenza di circa 45. Il manico, corto e robusto, con­sentiva la presa sicura per assestare un unico colpo, pesante e deciso. Veniva usato, si dice, soltanto da donne forti, sempre e solo donne, vere «benefattrici» della piccola umanità dei paesi e delle campagne galluresi, quando sembrava che la morte, dispensatrice di quiete ma anche di estenuanti agonie, si divertisse a utilizzare tutta la sua trista cattiveria prolungando il tempo dello strazio. E allora, eccola lì, la donna della notte che accorreva al capezzale dei sofferenti per «mi­gliorare le condizioni del moribondo» favorendone il passaggio a  «miglior vita» , come affermano gli studiosi Alessadro Bucarelli (pre­maturamente scomparso qualche anno fa) e Carlo Lubrano, docenti all'Università di Sassari, nella loro opera Eutanasia ante litteram in Sardegna. Sa femmina acabbadora. Di questi riti tribali come le accabadoras (o femina agabbadori, in gallurese) rimangono memorie e anche tracce. Queste "terminator" al femminile, si pensa abbiano agito fino alla metà del secolo XIX, anche se alcuni studiosi sostengono che in qualche parte dell'isola abbiano operato in data a noi più vicina.Il filologo Zenodoto (vissuto nel III secolo a.C., ebbe da Tolomeo Fi­ladelfo l'incarico di bibliotecario e si occupò soprattutto di studi ome­rici) parla di una colonia di Cartaginesi, nominata da Eschilo, che, ve­nuta in Sardone (Sardegna), sacrificava a Saturno i vecchi ultrasettan­tenni. Il sacrificio veniva consumato mentre tutt'intorno la gente si ab­bracciava sorridendo come durante una festa: in simili occasioni pian­gere e disperarsi sarebbe stato per i Cartaginesi quantomeno disdicevo­le, se non addirittura sacrilego. Pare che proprio da queste lontane usanze derivi anche l'espressione "riso sardonico": il riso forzato dei Sardi, il riso amaro dei vinti, per dirla con il poeta Francesco Masala,Anche per lo storico Timeo di Siracusa (vissuto all'incirca tra il 356 e il 260 a.C.) sarebbe stato costume dei Sardonii far precipitare i parenti più stretti, diventati vecchi e sofferenti, dall' alto di una rupe o dall' orlo di una tomba già scavata, mentre i figli ridevano enfatizzando la finta felicità che provavano nel togliere la vita a chi l'aveva loro donata.A questo punto, nell'impossibilità di datare con esattezza la fine di cotanta barbarie, non resta che prendere per buone, sempre restando nello statuto indefinito dell'ipotesi, le parole del «mio»  testimone cen­tenario che verrà presentato fra poco. Dalle sue dichiarazioni e da un conteggio all'indietro fino agli anni in cui la sua antenata   «avrebbe esercitato», si può approssimativamente desumere che l'opinione co­mune sulla datazione di questa pratica può coincidere con quella che risulta dalle affermazioni del centenario. E che l'«eutanasia nuragica»  - sempre negata - avveniva, in tempi non troppo remoti, anche nella civilissima Gallura. Così risulta dalla confessione sofferta del cente­nario cui ci si riferiva poc'anzi e che ripeto pari pari com'era avvenu­ta; già annotata, peraltro, nel mio Antica terra di Gallura".

[Franco FresiLa Sardegna dei misteri, Ed. Newton compton, Roma, 2010, pagine 101-102].

*Tratto da "Letteratura e civiltà della Sardegna" di Francesco Casula , volume II, Edizioni Grafica del Parteolla, Dolianova 2013, pagine 187-196

 

 

 
 
 

Lingua sarda

Post n°1566 pubblicato il 06 Febbraio 2014 da deosoe

Alcuni motivi (didattici, culturali, civili) per introdurre la lingua sarda nelle scuole
Alcuni motivi (didattici, culturali, civili) per introdurre la lingua sarda nelle scuole

 

ROMA - La Questione del Bilinguismo a scuola entra prepotentemente nella campagna elettorale n vista delle elezioni regionali sarde del prossimo 16 febbraio. Dopo decenni di discussioni, pare che finalmente anche le forze politiche si siano accorte della necessità e dell’urgenza, non più rinviabile, di introdurre la lingua sarda, come materia curriculare, nelle scuole di ogni ordine e grado.

 

Pedagogisti come linguisti e glottologi, psicologi come psicoanalisti e perfino psichiatri, ritengono infatti che la presenza della lingua materna e della cultura locale nel curriculum scolastico si configurino non come un fatto increscioso da correggere  e controllare ma come elementi indispensabili di arricchimento, di addizione e non di sottrazione, che non “disturbano” anzi favoriscono lo sviluppo comunicativo degli studenti perché agiscono positivamente nelle psicodinamiche dello sviluppo. In particolare la lingua materna (quella sarda per noi) serve: per allargare le loro competenze degli studenti, soprattutto comunicative, di riflessione e di confronto con altri sistemi; per accrescere il possesso di una strumentalità cognitiva che faciliti l’accesso ad altre lingue; per prendere coscienza della propria identità  etno-linguistica ed etno–storica, come giovane e studente prima e come persona adulta e matura poi; per personalizzare l’esperienza scolastica, umana e civile, attraverso il recupero delle proprie radici;

per combattere l’insicurezza ambientale, ancorando i giovani a un humus di valori alti della civiltà sarda: la solidarietà e il comunitarismo in primis; per superare e liquidare l’idea del “sardo“ e di tutto ciò che è locale come limite, come colpa, come disvalore, di cui disfarsi e , addirittura, “vergognarsi“; per migliorare e favorire, soprattutto a fronte del nuovo “analfabetismo di ritorno“, viepiù trionfante, soprattutto a livello comunicativo e lessicale, lo status linguistico. Che oggi risulta essere, in modo particolare nei giovani e negli stessi studenti, povero, banale, improprio, “gergale“.Con un numero di parole ormai ridotto al minimo.

 

E poiché tra il pensiero e il linguaggio c’è un’interazione ne deriva che il pensiero si è anchilosato, come il linguaggio.

Inoltre, premesso che la sollecitazione delle capacità linguistiche deve partire dall’individuazione del retroterra linguistico, culturale, personale, familiare, ambientale dell’allievo e del giovane, non per fissarlo e inchiodarlo a questo retroterra ma, al contrario, per arricchire il suo patrimonio linguistico, l’educazione bilingue svolge delle funzioni che vanno al di là e al di sopra dell’insegnamento della lingua: si pone infatti anche come strumento per iniziare a risolvere i problemi dello svantaggio culturale, dell’insuccesso scolastico e della stessa “dispersione” e mortalità come della precaria alfabetizzazione di gran parte della popolazione, evidente e diffusa a livello di scolarità di base ma anche superiore. Ma lo studio della lingua sarda, va al di là di questi pur importanti obiettivi.

 

Lo studio e la conoscenza della lingua sarda, può essere uno strumento formidabile per l’apprendimento e l’arricchimento della stessa lingua italiana e di altre lingue, lungi infatti dall’essere “un impaccio“, “una sottrazione”, sarà invece un elemento di “addizione”, che favorisce e non disturba l’apprendimento dell’intero universo culturale e lo sviluppo intellettuale e umano complessivo. Ciò grazie anche alla fertilizzazione e contaminazione reciproca che deriva dal confronto sistemico fra codici comunicativi delle lingue e delle culture diverse, perchè il vero bilinguismo è insieme biculturalità, e cioè immersione e partecipazione attiva ai contesti culturali di cui sono portatrici, le due lingue e culture di appartenenza, sarda e italiana per intanto, per poi allargarsi, sempre più inevitabilmente e necessariamente, in una società globalizzata come la nostra, ad altre lingue e culture, europee e mondiali. La lingua sarda infatti in quanto concrezione storica complessa e autentica, è simbolo di una identità etno-antropologica  e sociale, espressione diretta di una comunità e di un radicamento  nella propria tradizione e nella propria cultura. Una lingua che non resta però immobile – come del resto l’identità di un popolo – come fosse un fossile  o un bronzetto nuragico, ma si “costruisce”  dinamicamente nel tempo, si confronta e interagisce, entrando nel circuito della innovazione linguistica, stabilendo rapporti di interscambio con le altre lingue. Per questo concresce all’agglutinarsi della vita culturale e sociale. In tal modo la lingua, non è solo mezzo di comunicazione fra individui, ma è il modo di essere e di vivere di un popolo, il modo in cui tramanda la cultura, la storia, le tradizioni.

 

La Lingua sarda infine, essendo la più forte ed essenziale componente del patrimonio ricchissimo di tradizioni e di memorie popolari, sta a fondamento – per usare l’espressione dell’archeologo Giovanni Lilliu – dell’Identità della Sardegna e del diritto ad esistere dei Sardi, come nazionalità e come popolo, che affonda le sue radici nel senso profondo della sua storia, atipica e dissonante rispetto alla coeva storia e cultura mediterranea ed europea.

Assume cioè un valore etico, etnico-nazionale e antropologico e, se si vuole, anche politico, nel senso di riscatto dell’Isola e del suo diritto-dovere all’Autodeterminazione e all’Indipendenza.

 

Il che non significa che l'Identità debba tradursi in forme di chiusura autocastrante o di separazione: essa deve invece essere accettata e riconosciuta come la condizione base del nostro modo di situarci nel mondo e di dialogare con gli orizzonti più diversi, senza cedere alla tentazione – come osserva acutamente il filosofo sardo Placido Cherchi – di usare la nostra differenza come ideologia o di caricarla, a seconda delle fasi, ora di arroganze etnocentriche ora di significati autodepressivi .

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inps: circolari e messaggi

Post n°1565 pubblicato il 02 Febbraio 2014 da deosoe

Gentile Cliente,
Le inviamo gli ultimi Messaggi Hermes pubblicati sul sito www.INPS.it >Informazioni > INPS comunica > normativa INPS: circolari e messaggi

 

>>>Titolo: Circolare numero numero 17 del 30-01-2014
 Contenuto: Avvio del processo di programmazione e budget delle strutture centrali per l?anno 2014
Tipologia: CIRCOLARE

>>>Titolo: Circolare numero numero 16 del 30-01-2014
 Contenuto: Decreto del Ministro dell?Economia e delle Finanze di concerto con il Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali 13 marzo 2013. Rilascio del documento unico di regolarità contributiva in presenza di certificazione dei crediti ai sensi dell?art. 13 bis, comma 5, del decreto legge 7 maggio 2012, n. 52 convertito, con modificazioni, dalla legge 6 luglio 2012, n. 94.
Tipologia: CIRCOLARE

>>>Titolo: Messaggio numero numero 1684 del 30-01-2014
 Contenuto: Salvaguardia ai sensi dell'articolo 1, commi da 231 a 234, della legge 24 dicembre 2012, n. 228 (c.d. salvaguardia dei 10.130). Ulteriori chiarimenti.
Tipologia: MESSAGGIO

>>>Titolo: Messaggio numero numero 1653 del 29-01-2014
 Contenuto: Articolo 4, commi da 1 a 7-ter, della legge n. 92 del 28 giugno 2012 rubricata ?Disposizioni in materia di riforma del mercato del lavoro in una prospettiva di crescita?, e successive modifiche ed integrazioni. Prestazione in favore di lavoratori prossimi alla pensione al fine di incentivarne l?esodo. Presentazione da parte dei datori di lavoro della domanda di accesso alla prestazione. Precisazioni sulla contribuzione correlata.
Tipologia: MESSAGGIO

>>>Titolo: Circolare numero numero 15 del 29-01-2014
 Contenuto: Anno 2014. Sintesi delle principali disposizioni in materia di sostegno all?occupazione e di contribuzione dovuta dai datori di lavoro in genere e dalle aziende agricole per gli operai a tempo determinato e indeterminato.
Tipologia: CIRCOLARE

>>>Titolo: Circolare numero numero 14 del 29-01-2014
 Contenuto: Fondo di previdenza del clero secolare e dei ministri di culto delle confessioni religiose diverse dalla cattolica. Aggiornamento del contributo a carico degli iscritti.
Tipologia: CIRCOLARE

>>>Titolo: Circolare numero numero 13 del 29-01-2014
 Contenuto: Indennità antitubercolari.
Tipologia: CIRCOLARE

>>>Titolo: Circolare numero numero 12 del 29-01-2014
 Contenuto: Importi massimi dei trattamenti di integrazione salariale, mobilità, indennità di disoccupazione ASpI e Mini ASpI ed assegno per attività socialmente utili relativi all?anno 2014.
Tipologia: CIRCOLARE

>>>Titolo: Circolare numero numero 11 del 27-01-2014
 Contenuto: Assegno per il Nucleo Familiare. Sussistenza dello stato di inabilità a proficuo lavoro nei confronti dei pensionati pubblici ultrasessantacinquenni.
Tipologia: CIRCOLARE

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