Triballadores

di Vittorio Casula

 
 

 

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Messaggi di Marzo 2014

Abitare

Post n°1630 pubblicato il 31 Marzo 2014 da deosoe

 

 

La povertà e l’abitare – Caritas -

video

Questo articolo è stato pubblicato in Povertàsentenze il 31 marzo 2014.Modifica
 
 
 

Amianto

Post n°1628 pubblicato il 31 Marzo 2014 da deosoe

 

Amianto: lavorava su aerei, riconosciuti benefici previdenza

 

Il Tribunale di Brindisi ha riconosciuto a una persona che dal 1982 al 2009 ha lavorato presso l'aeroporto di Brindisi i benefici previdenziali da esposizione all'amianto. L'uomo ha svolto mansioni di assistente tecnico di bordo addetto alle emergenze e nella fase di terra di addetto ai controlli degli aerei. Il giudice ha accolto il ricorso presentato dal legale dell'ex lavoratore, nei confronti dell'Inps che aveva rigettato la richiesta delle maggiorazioni contributive da esposizione all'amianto avanzata dallo stesso.

L'iter giudiziario per l'uomo che dal 2001 al 2009 ha lavorato prima alle dipendenze della Ati Spa, poi per Alitalia, è iniziato nell'aprile del 2004 quando l'istanza fu rigettata dall'Inail e poi dall'Inps. Ha poi presentato ricorso. Secondo i difensori dell'Ente previdenziale "senza un idoneo accertamento e certificazione il lavoratore non può provare in giudizio di essere stato esposto negli ambienti lavorativi, per più di 10 anni, a una concentrazione di polveri di amianto in misura superiore ai limiti di legge". Il legale del ricorrente ha invece segnalato che "nel registro nazionale dei mesoteliomi pubblicato dall'Inail, emergono notizie circa la pregressa utilizzazione dell'asbesto in aerei civili e militari". "Le segnalazioni - si legge nella nota del Registro nazionale dei mesoteliomi - riguardano materiali da attrito usati nei freni, l'uso di cartoni negli stipetti per la conservazione dei cibi caldi, l'uso di tele durante la saldatura di parti metalliche, l'uso di guarnizioni".

 

 

 
 
 

Malattie professionali

Post n°1627 pubblicato il 31 Marzo 2014 da deosoe

 

Malattie professionali "queste sconosciute"1° aprile, presentazione della ricerca promossa dai patronati Acli, Inas, Inca e Ital

 

Salute e lavoro: atteggiamenti e consapevolezza dei cittadini italiani e stranieri, è il titolo della ricerca che sarà presentata il 1° aprile a Roma, presso Roma Eventi Fontana di Trevi, in Piazza della Pilotta, 4, dalle ore 9.30 alle 13.00.

Lo studio, realizzato da Ispo per conto del Centro Patronati (Ce.Pa.), ha lo scopo di mettere in evidenza la scarsa conoscenza delle malattie professionali tra i lavoratori e le lavoratrici che hanno a malapena idea di cosa sia una patologia da lavoro e, ancora meno, conoscono i diritti che spettano a chi ne è colpito.

L'indagine è stata condotta con interviste telefoniche ad un campione significativo di italiani, stranieri, operai e impiegati. Ne emerge un quadro scoraggiante: la scarsa consapevolezza aumenta i rischi di un "male di lavoro" che non fa scalpore quanto un infortunio, ma che può arrivare ad uccidere anche a distanza di anni dalla effettiva esposizione.

Alla presentazione interverranno tra gli altri Luigi Bobba, sottosegretario al ministero del lavoro, Pier Paolo Baretta, sottosegretario al Ministero dell'Economia e il direttore generale dell'Inail, Giuseppe Lucibello. 

 

 

 
 
 

Il Giornalone

Post n°1626 pubblicato il 31 Marzo 2014 da deosoe

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Rapporto Caritas

Post n°1625 pubblicato il 31 Marzo 2014 da deosoe

 

 

Crisi, Caritas: i separati e i divorziati sono i nuovi poveri (da la Repubblica - 30.03.2014)

 / 23 ore ago

 

Allarmanti i dati del 'Rapporto 2014 ': dopo la rottura dei rapporti coniugali, il 66% di chi chiede aiuto dichiara di non riuscire a provvedere all'acquisto dei beni di prima necessità. Sono perlopiù italiani, divisi equamente tra uomini e donne

ROMA - La difficile situazione sociale determinata dalla crisi economica è resa più pesante in Italia da "gravi e crescenti difficoltà derivanti purtroppo dalla rottura dei rapporti coniugali, sia a livello occupazionale sia abitativo". La denuncia del cardinale Angelo Bagnasco, presidente della Cei, al Consiglio episcopale permanente di lunedì scorso ha trovato conferma nei dati allarmanti del 'Rapporto 2014′ della Caritas italiana sulla povertà e l'esclusione sociale intitolato 'False partenze', presentato oggi a Cagliari in occasione del convegno nazionale delle Caritas diocesane. Infatti, il 66,1% dei separati che si rivolgono alla Caritas dichiara di non riuscire a provvedere all'acquisto dei beni di prima necessità. Prima della separazione erano solo il 23,7 per cento.

Altre conseguenze della separazione: aumenta il ricorso ai servizi socio-assistenziali del territorio come anche la crescita di disturbi psicosomatici (66,7% accusa un più alto numero di sintomi rispetto alla pre-separazione. Inoltre, la separazione incide negativamente nel rapporto padri-figli: il 68% dei padri (46,3% delle donne) intervistati riconosce un cambiamento importante a seguito della separazione; tra i padri che riconoscono un cambiamento il 58,2% denuncia un peggioramento nella qualità dei rapporti (le madri al contrario riconoscono per lo più un miglioramento).

Tra i separati/divorziati che si sono rivolti ai centri di ascolto della Caritas la gran parte è di nazionalità italiana (85,3%); in termini di genere c'è una leggera prevalenza delle donne (53,5%), rispetto agli uomini (46,5%) anche se si può parlare quasi di un'equa divisione. Il 42,9% è coinvolto in separazioni legali, il 28,1% in separazioni di fatto e il 22,8%  in procedimenti di divorzio. Dei procedimenti di divorzio quasi la totalità risulta ormai anche conclusa. Considerando i tempi di separazione, il 34% vive uno di questi stati da meno di un anno, il 20% da meno di due anni, il 20,2% da un tempo che va dai due ai cinque anni, il 25,8% da oltre 5 anni.

Rispetto al totale degli intervistati, i due terzi (66,5%) ha figli minorenni; su questi ovviamente grava un peso materiale e sociale più pesante, sia in termini di cura che di mantenimento. Per quanto riguarda l'età si tratta in particolare di persone nella fascia d'età centrale (45-54 anni) e di giovani adulti (35-44 anni). Per quanto riguarda il livello di istruzione, prevale la licenza media inferiore (34,9%) seguita dal diploma di scuola media superiore (28,6%), dalla licenza elementare (14,5%) e dall'attestato professionale (10%). Le motivazioni che hanno spinto gli utenti a chiedere aiuto sono legate a bisogni di tipo materiale e immateriale: le difficoltà economiche (21,7%), il disagio abitativo (15%), l'impossibilità di accedere ai beni di prima necessità (cibo e vestiario) (12,1%); il bisogno di ascolto (13,1%) e l'assistenza psicologica (12,3%).

Gli occupati rappresentano meno di un terzo dei separati e divorziati intervistati mentre coloro che sono in cerca di un'occupazione (disoccupati e inoccupati) sono quasi la metà ( 46,1%). La grave situazione sul fronte dell'occupazione è l'elemento che maggiormente condiziona il post separazione. Fino ad oggi a ricoprire tale situazioni di svantaggio sono state in primo luogo le donne collocate in posizioni occupazionali subalterne, a volte anche per scelta personale per quella che potremmo definire la divisione del lavoro all'interno del matrimonio. Rispetto alle interviste realizzate non emerge un particolare svantaggio delle donne; i livelli di disoccupazione, infatti, risultano alti sia per i maschi (45,1%) che per le femmine (41,4%). Anche la dimensione abitativa evidenzia delle situazioni di gravi criticità vissute sia sul piano della sistemazione che su quello del grado di affaticamento rispetto agli oneri di spesa fissi (mutuo, affitto, pagamento delle utenze di luce, gas).

Rispetto al pre separazione, quando il 43,7% degli intervistati viveva in abitazioni di proprietà e il 42% in affitto, la situazione nel post separazione risulta decisamente alterata. Dichiara di aver cambiato abitazione l'87,7% degli uomini contro il 53,1% delle donne. Infine nella rilevazione condotta sui servizi Caritas/Cfc si evince che la separazione influisce negativamente sul rapporto tra padri e figli; il 68% degli ex mariti intervistati riconosce un cambiamento importante a seguito della separazione (a fronte di un cambiamento percepito solo dal 46,3% delle donne). E tra loro il 58,1% denuncia un peggioramento nella qualità dei rapporti (le madri al contrario riconosco per lo più un miglioramento). Gli elementi che rendono particolarmente insoddisfatti i padri nel rapporto con i figli sono: la frequenza di incontro, gli spazi di vita e i luoghi di incontro, il tempo da dedicare alla relazione, la possibilità di partecipare a momenti importanti quali compleanni, ricorrenze, feste.

 

 

 
 
 

Petizione

Post n°1624 pubblicato il 31 Marzo 2014 da deosoe

Change.org
Chiedi a Matteo Renzi di rendere possibile il prepensionamento volontario dei docenti.
Firma la petizione
 

Ciao 

 

 

In Italia abbiamo la classe docente più vecchia al mondo. Nel 2011, il 62% degli insegnanti aveva compiuto i 50 anni, mentre i giovani docenti in cattedra erano una rarità: appena lo 0,27 per cento. Media destinata a salire ancora. Nel 2014 ai docenti per la pensione serviranno 63 anni e 9 mesi di età: siamo quasi al blocco del turn over.

In un momento in cui la scuola deve acquisire grandi capacità di rinnovamento e mutamento, di acquisizione di strategie didattiche e pedagogiche innovative, ci ritroviamo un personale con l'età media di oltre i 50 anni e presto si lascerà la cattedra non prima dei 67 anni. Una situazione che nei prossimi anni rischia di scavare un solco ancora più profondo tra generazioni sempre più digitali e insegnanti sempre più vecchi.Inoltre in Italia i nostri governanti continuano a dimenticare che l'insegnamento è scientificamente collocato tra le categoria professionali più a rischio burnout, rischio che aumenta con l'avanzare degli anni di servizio. Come può una maestra di 67 anni correre dietro a bambini di 5/6 anni se non ce la fa più?

Molti sono i docenti che continuano con entusiasmo e motivazione ad insegnare, a innovare e ad adeguare i propri metodi e le strategie didattiche. Per alcuni invece non è così, specialmente dopo i 60 anni, prevalgono stanchezza o altre motivazioni e la scuola diventa un calvario. Un calvario che si riflette e arriva sugli alunni e le loro famiglie. Significativo il caso dei docenti della cosiddetta Quota96 per i quali comunque la pensione è un diritto acquisito e sarebbero da ascoltare fin da subito.

Chiediamo che costoro, i docenti oltre i 60 anni (perché no anche 58), su base volontaria, possano optare per modalità di prepensionamento o per meccanismi di riconversione ad altre funzioni strumentali all'insegnamento o alla gestione scolastica interne alla scuola (attuando una diversificazione nella carriera dei docentie una funzionalizzazione del management scolastico che all'estero è a norma e da noi non esiste, schiavi di governi che hanno avuto sempre una visione molto provinciale dell'organizzazione scolastica),lasciando il posto in cattedra a colleghi giovani, motivati, energici e più vicini per linguaggio e per visione ai propri allievi. 

È del 25 marzo la notizia che il governo si impegna "nel rispetto della normativa europea, a definire un nuovo piano pluriennale di assorbimento delle graduatorie a esaurimento". Espletate le procedure di assunzione relative all'ultimo concorso a cattedra del 2012 il governo è impegnato a bandire, con cadenza biennale, nuove prove concorsuali e, nel rispetto della normativa europea, a garantire il regime del doppio canale per i docenti abilitati, a partire da coloro che siano in possesso di almeno tre anni di servizio; ad assumere iniziative per ovviare ad una carenza della riforma pensionistica attuata che non ha tenuto nel necessario conto le peculiarità del comparto della scuola, nel quale la data di pensionamento è legata, per esigenze di funzionalità e di continuità didattica, alla conclusione dell'anno scolastico." Come si attua la stabilizzazione dei colleghi non stabilizzati senza una corrispondente deroga alla legge Fornero, che consenta un prepensionamento su base volontaria dopo i 60 anni, in virtù della condizione di lavoro altamente susurante quale è l'insegnamento? 

In questi giorni il ministro Madìa ha prospettato modalità di prepensionamento nella pubblica amministrazione per lasciar spazio ai giovani.Eccoci! Il mondo della scuola è esattamente l'ambito dove applicare da subito tale modalità.

Firma la petizione a Matteo Renzi per chiedere il prepensionamento volontario per i docenti oltre i 60 anni

Mila Spicola via Change.org

 

 

 

Firma la petizione

Questa email è stata inviata da Change.org a sard1it@yahoo.it. Puoi modificare le impostazioni delle notifiche o annulare l'iscrizione dalle email di Change.org. Lancia una petizione su Change.org.

Mila, il promotore di questa petizione, non fa parte di Change.org. Change.org non ha creato e non è responsabile per il contenuto della petizione.

 
 
 

Sardegna

Post n°1623 pubblicato il 31 Marzo 2014 da deosoe

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Per tutte le altre Regioni diverse dalla Sardegna potete richiedere di ricevere gratuitamente le informazioni di vostro interesse semplicemente cliccando sul collegamento seguente:

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"Energie rinnovabili e risparmio energetico": dal 15 aprile le domande31 Marzo 2014 AGEVOLAZIONI VIGENTI Energie rinnovabili e risparmio energeticoE-mail Stampa PDF

  Pubblicato il Decreto Direttoriale del 19 marzo, integrato con il decreto del 27 marzo, che fissa i termini e modalità per la presentazione delle domande di agevolazione per partecipare al bando da 100 milioni di euro, a valere sul POI Energie rinnovabili e risparmio energetico 2007/2013, per l'efficienza energetica nelle Regioni Convergenza.

Il Bando Efficienza Energetica del Ministero dello Sviluppo Economico  è rivolto alle imprese delle Regioni Convergenza (Calabria, Campania, Puglia e Sicilia).

Finanzia programmi integrati d'investimento finalizzati alla riduzione ed alla razionalizzazione dell'uso dell'energia primaria utilizzata nei cicli di lavorazione e/o di erogazione dei servizi svolti all'interno di una unità produttiva esistente. Il bando è a valere sulle risorse del POI Energie rinnovabili e risparmio energetico 2007/2013. Ricordiamo che è ' previsto un finanziamento a tasso zero pari al 75%, fino a 3 milioni, da restituire in 10 anni. Non sono richieste garanzie. Presentiamo in basso una scheda riepilogativa della misura agevolativa.

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Contributi "SMART" pubblicate le FAQ29 Marzo 2014 AGEVOLAZIONI VIGENTI SMARTE-mail Stampa PDF

alt  Il ministero dello Sviluppo Economico, tramite Invitalia, ha pubblicato le FAQ relative alle domande di contributo sulla misura Start per le nuove imprese ubicate nelle regioni Sardegna, Campania, Calabria, Basilicata, Puglia, Sicilia e dai comuni rientranti nel Cratere sismico Aquilano. Ricordiamo che si tratta di una agevolazione che  prevede un contributo a fondo perduto fino a 200.000 euro in 4 anni per sostenere le spese di gestione delle nuove imprese a fronte di progetti di sviluppo innovativi.

Lo sportello di presentazione delle domande è aperto. Abbiamo predisposto una scheda riepilogativa dell'agevolazione che presentiamo in basso. La misura Smart prevede un contributo a fondo perduto fino al 35% per oneri di gestione, leasing, interessi, personale, ammortamenti, per 4 anni. Chi avesse i requisiti può richiedere contemporaneamente anche i contributi per la misura "Start" che agevola con contributi a fondo a perduto gli acquisti di beni di investimento.

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  Pubblicato il Decreto Direttoriale del 19 marzo, integrato con il decreto del 27 marzo, che fissa i termini e modalità per la presentazione delle domande di agevolazione per partecipare al bando da 100 milioni di euro, a valere sul POI Energie rinnovabili e risparmio energetico 2007/2013, per l'efficienza energetica nelle Regioni Convergenza.

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Contributi "SMART" pubblicate le FAQ29 Marzo 2014 AGEVOLAZIONI VIGENTI SMARTE-mail Stampa PDF

alt  Il ministero dello Sviluppo Economico, tramite Invitalia, ha pubblicato le FAQ relative alle domande di contributo sulla misura Start per le nuove imprese ubicate nelle regioni Sardegna, Campania, Calabria, Basilicata, Puglia, Sicilia e dai comuni rientranti nel Cratere sismico Aquilano. Ricordiamo che si tratta di una agevolazione che  prevede un contributo a fondo perduto fino a 200.000 euro in 4 anni per sostenere le spese di gestione delle nuove imprese a fronte di progetti di sviluppo innovativi.

Lo sportello di presentazione delle domande è aperto. Abbiamo predisposto una scheda riepilogativa dell'agevolazione che presentiamo in basso. La misura Smart prevede un contributo a fondo perduto fino al 35% per oneri di gestione, leasing, interessi, personale, ammortamenti, per 4 anni. Chi avesse i requisiti può richiedere contemporaneamente anche i contributi per la misura "Start" che agevola con contributi a fondo a perduto gli acquisti di beni di investimento.

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IL FATTO

Post n°1622 pubblicato il 31 Marzo 2014 da deosoe

Prima Pagina Il Fatto Quotidiano

 
 
 

letteratura e Civiltà della Sardegna di francesco casula

Post n°1621 pubblicato il 31 Marzo 2014 da deosoe

 

Contratto di lavoro a progetto

1926732_10202704402283607_791516445_n

Contratto di lavoro a progetto1

 

 

 
 
 

rassegna stampa regione sardegna

Post n°1620 pubblicato il 31 Marzo 2014 da deosoe

 

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