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di Vittorio Casula

 
 

 

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Messaggi di Settembre 2015

Osservatore Romano

Post n°2550 pubblicato il 25 Settembre 2015 da deosoe

 

 

· Un'intervista del segretario di Stato sul viaggio del Papa ·

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Verso una nuova stagione 

Una nuova stagione di libertà per Cuba, senza dimenticare la tragedia delle migrazioni, le questioni sull'ecologia umana integrale poste nell'enciclica Laudato si'. Per il cardinale segretario di Stato Pietro Parolin saranno questi i temi principali che scandiranno il viaggio di Papa Francesco, dal 19 al 28 settembre, a Cuba e negli Stati Uniti d'America, dove si recherà nella sede dell'Organizzazione delle Nazioni Unite e parteciperà all'ottavo incontro mondiale delle famiglie.

Il porporato - che accompagnerà il Pontefice - ne ha parlato in un'intervista rilasciata al Centro televisivo vaticano a pochi giorni dalla partenza.

Nel rispondere alle domande di Alessandro Di Bussolo, il cardinale Parolin ha anzitutto riaffermato la «ben nota posizione della Santa Sede» sulla questione dell'embargo: «una posizione contraria». Infatti «al di là di quelle che possono essere le motivazioni, esiste un dato di fatto, e cioè che l'embargo, questo tipo di sanzione, provoca disagi, sofferenze nella popolazione che lo subisce». Ed è proprio «da questo punto che la Santa Sede affronta la questione, e che a livello delle Nazioni Unite, nelle assemblee generali, ha appoggiato sempre le mozioni che chiedono una revoca dell'embargo a Cuba». Quindi «c'è da sperare, come dicono i vescovi, che una misura di questo genere, cioè una liberalizzazione a livello di vincoli e di legami, soprattutto a livello economico, possa portare però anche una maggiore apertura dal punto di vista della libertà e dei diritti umani, un fiorire di questi aspetti fondamentali per la vita delle persone e dei popoli».

Riguardo alla visita a Cuba, il cardinale Parolin ha rimarcato l'importanza della visita al santuario della Virgen de la Caridad del Cobre. Del resto, ha detto, «la devozione mariana è una delle caratteristiche fondamentali della religiosità e della fede cattolica del popolo latino americano e poi perché la Virgen de la Caridad del Cobre ha sempre accompagnato la storia dei cubani, in tutti i suoi momenti, di gioie e di dolori, di lotte, di sofferenze e di progressi, quindi è un po' il simbolo della sua storia, della stessa popolazione». Perciò «il Papa andando al santuario incontrerà un po' il cuore di questa isola e di questo popolo».

L'intervistatore ha poi fatto notare che il Papa ha deciso di entrare negli Stati Uniti da Cuba «come un migrante», come hanno detto gli stessi vescovi americani, «per ricordarci che siamo un Paese di immigrati». E la questione dei migranti è particolarmente sentita visto anche quello che sta succedendo in Europa. Secondo il segretario di Stato, «il Papa tratterà, appunto, come uno dei temi più importanti della sua visita proprio quello della migrazione». Del resto, ha ribadito, è «una preoccupazione costante del Papa» che è intervenuto di continuo «di fronte all'emergenza che ci troviamo a vivere in questi giorni». Gli Stati Uniti, poi, sono «un Paese che ha una lunga storia di immigrazione e, nello stesso tempo, anche una lunga storia di apertura, di accoglienza e di integrazione delle varie ondate di immigrati che sono arrivati». Perciò, ha proseguito il cardinale, «tutto questo può costituire davvero una base, un patrimonio sociale e culturale a partire dal quale affrontare anche le sfide odierne della migrazione e risolvere i casi che sono dolorosamente aperti». Quindi ha auspicato che questo incontro tra il Papa, «che porta questo problema nel suo cuore, e un Paese che ha conosciuto questo fenomeno nella sua storia, possa offrire anche indicazioni per la soluzione dei problemi che attualmente si presentano da questo punto di vista».

Passando, poi, alle tappe della visita negli Stati Uniti, il cardinale Parolin ha subito fatto riferimento alla celebrazione di Washington, quando Papa Francesco proclamerà santo fray Junípero Serra, missionario francescano definito «padre fondatore». E ha ricordato «il discorso che il Papa ha fatto il 2 maggio scorso al Collegio americano del Nord, quando è intervenuto in quel convegno che voleva essere una specie di preparazione a questa canonizzazione». Junípero Serra, ha affermato il porporato, «è ricordato come il "padre della California" e "un santo della cattolicità" e patrono della popolazione ispanica negli Stati Uniti, per quanto egli ha fatto per l'evangelizzazione». Di lui il Papa ha detto: «Di queste grandi figure noi siamo soliti passare sotto attenta osservazione sia i pregi sia anche i limiti e le debolezze». Domandandosi: «Abbiamo noi la stessa generosità che hanno avuto queste persone, abbiamo noi lo stesso slancio, abbiamo noi lo stesso coraggio?». In questa prospettiva, ha affermato il cardinale, va vista «la lezione fondamentale che ci dà il padre Junípero Serra: questo entusiasmo, questo coraggio, questo slancio per portare il Vangelo in quelle terre». Un slancio «che diventa anche oggi un invito a saper integrare all'interno della Chiesa degli Stati Uniti questa componente ispanica, sempre più importante e sempre più rilevante e che ha un notevole contributo da offrire alla Chiesa degli Stati Uniti».

Gli incontri nelle prestigiose sedi del Congresso degli Stati Uniti e poi delle Nazioni Unite saranno occasioni privilegiate, ha spiegato il segretario di Stato, per rilanciare l'essenza del messaggio più autentico dell'enciclica Laudato si'. Con una riflessione, dunque, che va «nel senso di quell'ecologia integrale di cui lui parla» e «che prende in considerazione l'uomo all'interno del creato». E in questo senso il Pontefice «non mancherà di ribadire quella che è la natura trascendentale della persona, dalla quale scaturiscono i suoi diritti fondamentali, soprattutto il diritto alla vita e alla libertà religiosa». E «inviterà a cambiare i nostri stili di vita per poter essere custodi del creato come lui dice e non invece dominatori o aggressori del creato». Quindi è un discorso più ampio della pur necessaria attenzione ai «cambiamenti climatici e alle preoccupazioni che essi stanno generando per il futuro dell'umanità».

Il cardinale non ha mancato di replicare a quanti, negli Stati Uniti, considerano l'enciclica un attacco troppo forte al sistema capitalistico: «Credo che il Papa tocchi i punti fondamentali» invitando «tutti alla riflessione». Ed «è realistico rendersi conto che le cose non stanno andando nel verso giusto» cercando quindi di «trovare anche delle vie di soluzione». Questo è proprio l'obiettivo del Pontefice. «Ognuno può dare il suo contributo, ma c'è bisogno di un cambio».

A Philadelphia, poi, Francesco incontrerà le famiglie di tutto il mondo. E il segretario di Stato ha confermato, nell'intervista al Centro televisivo vaticano, che il Papa «ha visto e vede e vive questo momento proprio come un ultimo momento in preparazione anche al Sinodo che si svolgerà in ottobre». Anche nell'incontro di Philadelphia il Pontefice vuole «mettere in luce soprattutto la bellezza della famiglia e il messaggio che il Vangelo offre alle famiglie, l'aiuto che il Vangelo offre alle famiglie». Quindi, ha proseguito il porporato, il centro è «questo aspetto positivo» che però non deve assolutamente far «dimenticare anche le grandi sfide che la famiglia pone al mondo di oggi». Ecco che Philadelphia «sarà davvero una preparazione immediata all'assemblea del Sinodo dei vescovi». Ma, ha concluso il segretario di Stato, quell'incontro «darà a tutti i partecipanti, darà alla Chiesa intera, questo nuovo entusiasmo e questa voglia di proclamare il Vangelo della famiglia e, nello stesso tempo, di aiutare le famiglie che si trovano in qualsiasi genere di difficoltà a vivere questo Vangelo nella sua pienezza che è fonte di gioia, di pace e di felicità per tutti».

 
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Amianto

Post n°2549 pubblicato il 25 Settembre 2015 da deosoe

 

Amianto- Inchiesta Olivetti: PM, azienda non poteva non sapere

"La correlazione tra il talco utilizzato nelle lavorazioni e il mesotelioma è nota dagli anni Sessanta, l'azienda non poteva non sapere". Lo ha detto il Pubblico Ministero in una pausa dell'udienza preliminare, a Ivrea, del processo per le morti da amianto alla Olivetti.

Secondo quanto appreso, nel corso dell'udienza il PM si è soffermata anche sulla presenza di un documento, datato 1981, in cui il Politecnico di Torino rivela valori non a norma di talco nelle lavorazioni dell'azienda.

"Perché quel talco, ritenuto contaminato, verrà sostituito solo a partire dal 1986?", ha chiesto la PM chiedendo il rinvio a giudizio degli imputati.    "Dalle parole del PM, supportate da una gran mole di documenti e di testimonianze, emerge un quadro davvero impressionante di sottovalutazione del problema da parte dell'Olivetti", commenta Federico Bellono, segretario provinciale della Fiom-Cgil, che si è costituita parte civile nel processo. L'udienza preliminare è calendarizzata fino al 5 ottobre, con gli interventi delle difese e la decisione sul rinvio a giudizio.

da Ansa

 

 

 
 
 

INPS

Post n°2548 pubblicato il 25 Settembre 2015 da deosoe

 

Inps - Avvio campagna verifica Isee

L'Inps nel messaggio 5864/15 comunica che stanno per essere sottoposte a controllo il Dsu (dichiarazioni sostitutive uniche) rese dai cittadini per ricevere l'attestato Isee, utilizzato per poter richiedere le prestazioni agevolate, rilasciato dai Caf negli anni 2012 - 2013 (circa 370.000).

L'avvio della procedura verrà comunicato tramite Pec a tutti i Caf che hanno trasmesso i Dsu. Gli esiti delle singole verifiche saranno consultabili in tempo reale dai Caf che possono presentare le proprie controdeduzioni entro 30 giorni dalla scadenza del termine per l'acquisizione.

 

 

 
 
 

Infortuni sul lavoro

Post n°2547 pubblicato il 25 Settembre 2015 da deosoe

 

Infortuni - Nel 2013, 6.200 minori vittime del lavoro

Dall'indagine di Paidoss (Osservatorio nazionale sulla salute dell'infanzia e dell'adolescenza) è emerso che il 54% dei genitori, su oltre 1.000 intervistati) ritiene che la crisi giustifichi l'uscita precoce, dei loro figli,  dalla scuola e il 46% è convinto che nel lavoro minorile non ci sia nulla di male. Soltanto il 34% si oppone all'uscita dal percorso formativo scolastico dei propri figli.

Tra i lavori nei quali sono impiegati i piccoli lavoratori, si trovano al primo posto con il 18,7% gli esercizi della ristorazione, con il 14,7% quelli del commercio, con il 13,6% l'agricoltura e l'edilizia con l'1,5%. Da sottolineare che la maggior parte di questi baby lavoratori non sono nemmeno pagati visto che il 33% lavorano in casa e/o comunque nelle attività di famiglia.

Dallo studio emerge anche che il lavoro minorile non è un fenomeno che riguarda solo i figli degli immigrati o di coloro che risiedono nel sud Italia. Su 280 mila lavoratori under 16, solo 20mila non sono italiani e il 24% risiede nelle città del nord...

 

 

 
 
 

INPS

Post n°2546 pubblicato il 25 Settembre 2015 da deosoe

 

Inps, sospensione prestazioni invalidità per chi non si sottopone a visita

"A partire dal mese di ottobre 2015, l'Istituto procederà alla sospensione delle prestazioni economiche di invalidità i cui titolari sono stati convocati a visita di revisione dal mese di marzo 2015 e sono risultati assenti ingiustificati". Lo comunica l'Inps in una nota.

"Le sospensioni riguarderanno unicamente le convocazioni regolarmente effettuate. In tutti gli altri casi nei quali la spedizione abbia fatto registrare anomalie nella consegna (indirizzi insufficienti, sconosciuti o errati), prima di procedere alla sospensione sarà effettuata presso le sedi territoriali una puntuale verifica della correttezza degli indirizzi comunicati dagli assistiti e registrati nelle banche dati dell"Istituto", continua la nota.

 "Nel caso in cui l'assenza a visita sia stata determinata da cause di particolare gravità che ne abbiano reso impossibile la tempestiva comunicazione alla competente Commissione medico-legale, i soggetti destinatari del provvedimento di sospensione potranno prendere contatti con la Commissione stessa per verificare la possibilità di concordare una nuova visita", conclude l'Inps.

AdnKronos

 

 

 
 
 

Jobs Act

Post n°2545 pubblicato il 25 Settembre 2015 da deosoe

 

Jobs Act, pubblicati in Gazzetta Ufficiale gli ultimi quattro decreti

Sono stati pubblicati in Gazzetta Ufficiale, serie generale n. 221 del 23/9/2015, supplemento ordinario n. 53, gli ultimi 4 decreti legislativi approvati dal Consiglio dei Ministri lo scorso 4 settembre, che riguardano:

- Disposizioni per il riordino della normativa in materia di ammortizzatori sociali in deroga in costanza di rapporto di lavoro (D. L. n.148 14 settembre '15);

- Disposizioni per la razionalizzazione e la semplificazione dell'attività ispettiva in materia di lavoro e legislazione sociale (D. L. n.149 14 settembre '15);

- Disposizioni per il riordino della normativa in materia di servizi per il lavoro e di politiche attive (D. L. n.150 14 settembre '15);

- Disposizioni di razionalizzazione e semplificazione delle procedure e degli adempimenti a carico di cittadini e imprese e altre disposizioni in materia di rapporto di lavoro e pari opportunità (D. L. n.151 14 settembre '15).

 

 

 
 
 

Il santo del giorno

Post n°2544 pubblicato il 25 Settembre 2015 da deosoe

 


Sante Aurelia e Neomisia

 

†Nome: Sante Aurelia e NeomisiaTitolo: VerginiRicorrenza: 25 settembre

Santa Aurelia e Neomisia nacquero in Asia Occidentale da una famiglia nobile. Rimaste orfane in età giovanile, diventarono subito schiave e furono condotte in Tracia un'antica regione della Grecia.

Liberate dalla schiavitù dei Maomettani, si recarono in pellegrinaggio nei santi luoghi della Palestina e nei più celebri santuari dell'Occidente, per predicare il Vangelo di Gesù Cristo, adorare il Signore e pregarlo 

Arrivarono in Italia portate da un mare in tempesta, guidate da un Angelo, dopo essere state in Puglia e in Lucania, si stabilirono a Roma dove visitarono le memorie dei Santi Apostoli e ricevettero la benedizione del Santo Padre. Lasciarono Roma incamminandosi per la via Latina. In quel tempo quei luoghi erano infestati da soldati Saraceni, che le catturarono e frustarono crudelmente, per la ripugnanza ad arrendersi ai loro voleri. Le ridussero in fin di vita e le avrebbero uccise se un violento temporale e particolarmente l'accecante luce di un fulmine e il boato di un tuono non avessero spaventato i persecutori. 

Con la scarsa forza rimasta, le sorelle ripresero il viaggio e raggiunsero a stento Anagni, villaggio dell'Agro Anagnino, attuale Macerata, dove furono accolte da una donna impietosita dalle loro dolorose e gravi condizioni. Furono così costrette a trattenersi nel paese e durante le orazioni notturne nella chiesa parrocchiale un angelo preannunciò la loro salita in paradiso. 

Il 25 settembre la morte delle due sorelle martirizzate fu annunziata dal suono delle campane e i loro corpi furono lasciati prima nel borgo Macerata, poi a causa di scorrerie di barbari furono portati nel monastero di Santa Reparata e successivamente nella Basilica inferiore della Cattedrale, dove riposano tuttora accanto alle reliquie di S. Secondina.
Il giorno della loro morte, il 25 settembre, è festeggiato tuttora.

PRATICA. Oggi accogliamo l'esempio delle due sante martiri Aurelia e Neomisia, come un messaggio di Dio per aiutarci a compiere la Sua volontà.

PREGHIERA. O Signore, per la tua sconfinata misericordia e i meriti dei tuoi santi martiri, da' conforto a chi soffre e fa che la nostra fiducia in Te si rafforzi sempre più.

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Sante Aurelia e Neomisia

 

Sante Aurelia e Neomisia
VerginiSanta Aurelia e Neomisia nacquero in Asia Occidentale da una famiglia nobile. Rimaste orfane in età giovanile, diventarono subito schiave e furono condotte...>>> ContinuaAltri santi di oggiDomani 26 settembre si venera:

 

Santi Cosma e Damiano

 

Santi Cosma e Damiano
MartiriI santi martiri Cosma e Damiano furono fratelli gemelli, secondo il Martirologio Romano, e compagni non solo di sangue, ma anche di fede e di martirio....>>> ContinuaAltri santi di domaninewsletterIscriviti alla newsletter per ricevere il santo del giorno sulla tua email:

 

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Il santo del giorno

Post n°2541 pubblicato il 18 Settembre 2015 da deosoe

 

 

San Giuseppe da Copertino

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San Giuseppe da Copertino

 

InviaNome: San Giuseppe da CopertinoTitolo: SacerdoteRicorrenza: 18 settembreProtettore di:astronauti, aviatori, esaminandi, passeggeri di aerei, studenti

S. Giuseppe da Copertino nacque nell'anno 1603 da pii genitori e prevenuto dall'amore di Dio, passò la sua infanzia in santa semplicità e purezza di costumi. Liberato dalla Vergine Madre di Dio da una lunga e molesta malattia, sopportata con mirabile pazienza, si diede con fervore alle pratiche di pietà, e per unirsi più strettamente a Dio che lo chiamava a grandi cose, risolvette d'abbracciare l'ordine serafico. 

Dopo varie peripezie, fu ricevuto tra i Minori Conventuali del convento della Grottella, dapprima come laico e poi come chierico. Dopo la professione solenne, ordinato sacerdote, si propose di condurre una vita ancor più perfetta. Cosicché avendo rinunziato a tutti gli affetti mondani e alle cose non assolutamente necessarie alla vita, martoriò il corpo con cilici, discipline, catenelle: in una parola con ogni sorta di austerità e sofferenze, mentre nutriva continuamente lo spirito col soave alimento della orazione e della contemplazione più sublime. Onde l'amor di Dio, già diffuso nel suo cuore fin dalla prima età, andò sempre più crescendo.

La sua ardentissima carità rifulse singolarmente nelle estasi e nei rapimenti. Era obbedientissimo ai suoi superiori. Imitò talmente la povertà del serafico suo Padre S. Francesco che, sul punto di morire, potè confessare con tutta verità al suo superiore di non aver nulla da lasciare. Pertanto morto a sè ed al mondo, manifestava la vita di Gesù nella sua carne. 

Eroica fu la suà carità verso i poveri, gl'infermi, gli affiati da qualsiasi tribolazione. La sua carità non escludeva neppure quelli che lo assalivano con oltraggi ed ingiurie, accettando tutto con la stessa pazienza, dolcezza e serenità che mostrò nel sopportare le tante e penose vicissitudini della sua vita. 

Ammirato poi non solo dal popolo ma anche dai prìncipi per la sua eminente santità e doni celesti, egli si mantenne talmente umile, che stimandosi gran peccatore, pregava Dio con insistenza perchè gli sottraesse i suoi doni straordinari, e chiedeva agli uomini che dopo morte gettassero il suo corpo in un luogo dove la sua memoria fosse del tutto obliata. Ma Dio che esalta gli umili e che aveva arricchito il suo servo di celeste sapienza, del dono della profezia, della penetrazione dei cuori, delle guarigioni e d'altri privilegi, rese preziosa anche la sua morte e glorioso il sepolcro. Come aveva predetto morì a Osimo, a 61 anni di età. Benedetto XIV lo inscrisse nell'albo dei Beati, e Clemente XIII in quello dei Santi. Clemente XIV ne estese l'Ufficio e la Messa a tutta la Chiesa. 

PRATICA. — Ricordiamoci che la nostra vera dimora non è su questa terra, ma in cielo. Recitiamo sovente l'atto di speranza. 

PREGHIERA. — O Dio, che hai predetto di voler attrarre tutto al tuo Figliuolo Unigenito, dopo che fosse stato sollevato da terra, concedi benigno che per i meriti e l'esempio del tuo serafico confessore Giuseppe, elevandoci al di sopra di tutte le terrene cupidigie, noi meritiamo di giungere a lui nella gloria eterna

 

 

 
 
 

Cittadini Italiani di nazionalità sarda

Post n°2540 pubblicato il 16 Settembre 2015 da deosoe

 

Cittadini italiani di nazionalità sarda

16 settembre 2015

caterino murinoFrancesco Casula

L'attrice sarda Caterina Murino, intervistata il 30 agosto scorso da una TV, alla domanda della conduttrice :"È vero che tu non ti consideri Italiana?" risponde:" assolutamente, non sono Italiana sono Sarda".
In realtà l'affermazione della Murino può sorprendere solo chi si attarda a confondere Stato con Nazione. Noi infatti siamo cittadini italiani - sia pure obtorto collo e senza avere mai scelto di esserlo - ma di nazionalità sarda.
Oltretutto il "sentimento" della Murino è largamente presente fra i sardi. Ricordo che nel 2012, in un sondaggio (curato dall'Università di Cagliari e da quella di Edimburgo e finanziato dalla Regione sarda, circa l'atteggiamento dei Sardi nei confronti della propria identità) era emerso che il 27% si sente sardo e non italiano; il 38% più sardo che italiano; il 31% tanto l'uno che l'altro e solo il 3% più italiano che sardo e l'1% esclusivamente italiano.
Ma si tratta solo di un "sentimento", di un "umore"? O, meglio, di un ri-sentimento e di un mal-umore nei confronti dello Stato italiano, storicamente ostile nei confronti dell'Isola? O sta maturando una nuova consapevolezza e coscienza della propria "diversità" e "specificità" e persino dell'essere "Nazione"? Io credo di sì. E viene da lontano.
La Sardegna, storicamente, è entrata, coattivamente, nell'orbita italiana - a parte la parentesi pisana e genovese nei secoli XI-XIII - solo agli inizi del 1700 quando viene ceduta al Piemonte, per un baratto di guerra. Per il resto ha avuto una etno-storia, peculiare e dissonante rispetto alla coeva storia italiana ed europea.
L'espressione "nazione sarda" comincia a ricorrere con frequenza e poi sempre più insistentemente in documenti (trattati e carte diplomatiche) che accompagnano le relazioni e i conflitti fra il Giudicato di Arborea e il regno d'Aragona.
L'uso del termine nazione sarda è comprovato dalle carte della corona di Arborea e sarà alla base di quel monumento storico, giuridico e linguistico della Carta de Logu.
La lotta sanguinosa fra naciò sardesca e naciò catalana non si può però considerare chiusa con la battaglia di Sanluri: infatti, affermatosi definitivamente il dominio aragonese a seguito della sconfitta dell'ultimo marchese di Oristano Leonardo Alagon, la contrapposizione fra naciò sarda e naciò catalana non scompare.
L'intellighenzia isolana, dal canto suo, se una parte rimane accecata di fronte agli splendori dell'impero spagnolo e da ascara si prostra servilmente ad esso ed evita con grande cura lo stesso termine di nazione sarda, il poeta Araolla alle lingue castigliana e catalana contrappose la lingua sarda con cui si inizia a delineare un embrionale coscienza del rapporto fra nazione e lingua. Che sarà ancor più forte nello scrittore Gian Matteo Garipa:"Totas sas nationes iscrien & istampan libros in sas proprias limbas naturales insoro...disijande eduncas de ponner in platica s'iscrier in sardu pro utile de sos qui non sun platicos in ateras limbas, presento assos sardos compatriotas mios custu libru".
Invito a notare i termini, estremamente chiari e significativi: parla di lingua naturale - oggi diremmo materna - che tutte le nazioni, compresa la sarda, hanno il diritto-dovere di utilizzare per rivolgersi ai "compatrioti", ovvero ai sardi, abitanti dunque della stessa "patria".
Ma è soprattutto alla fine del '700, nel vivo dello scontro politico e sociale che prende sempre più corpo l'idea di nazione sarda. Ad iniziare dal triennio rivoluzionario che vedrà protagonista principale Giovanni Maria Angioy quando i Sardi, prendono coscienza di sé e del proprio essere "popolo" e "nazione", prima quando si battono con successo contro l'invasione francese poi quando cacciano i piemontesi da Cagliari il 28 Aprile 1794.
Il senso di "appartenenza" e di "nazione sarda" sarà fortemente presente nella stampa e negli scritti di quel periodo di grandi cambiamenti. Ancor più forte sarà il sentimento di "popolo sardo" e di "comunità nazionale" nell'Inno di Francesco Ignazio Mannu Su patriota sardu a sos feudatarios , in cui l'istanza dell'abolizione del giogo feudale si coniuga con un atteggiamento anticoloniale e un sentimento nazionale sardo.
E ancor più chiaramente tale "Identità sarda" emerge nel Memoriale di Angioy in cui l'Alternos cerca di cogliere e di interpretare i tratti distintivi, peculiari e originali della individualità sarda, cominciando dal quadro geografico e morfologico, proseguendo con cenni sugli usi, i costumi, le tradizioni, i rapporti comunitari. Con approdo dell'esperienza e della riflessione angioyna nell'esilio parigino a una repubblica sarda indipendente.
L'ingresso della Sardegna nella compagine statale unitaria, la conseguente imposizione dell'uniformismo centralistico da parte dello Stato italiano non porta alla completa omologazione o alla scomparsa di quella forte caratterizzazione individuale dell'Isola che viene messa in rilievo soprattutto nella memorialistica della seconda metà dell'Ottocento. Ma che soprattutto emergerà sul fronte nel primo conflitto mondiale con la Brigata Sassari.
A questo proposito infatti - scrive Lilliu - "Forse sarebbe utile approfondire l'analisi delle gesta belliche della Brigata Sassari nella penultima grande guerra, demitizzandola nel ruolo assegnatole dalla politica e dalla storiografia nazionalistica e fascista, di fedele e strenuo campione di amor patrio italiano. Resistendo sui monti del Grappa, guidati e formati ideologicamente da ufficiali, come Lussu, nei quali urgevano violentemente, sino a forme ritenute quasi di indipendentismo, le istanze dell'autonomia isolane, i fanti della Brigata, combattendo contro lo straniero austro-ungarico-tedesco, riassumevano tutti gli antichi combattimenti contro tutti gli stranieri conquistatori colonizzatori e sfruttatori della loro terra, comprendendo fra essi, forse gli stessi "piemontesi", fondatori dello stato centralista e unitarista italiano. In tal senso, il momento della Brigata, può essere ritenuto una trasposizione in suolo nazionale della resistenza sarda di secoli"

 

 

 
 
 

Il santo del giorno

Post n°2539 pubblicato il 16 Settembre 2015 da deosoe

 


San Cipriano Vescovo e San Cornelio Papa

 

InviaNome: San Cipriano Vescovo e San Cornelio PapaTitolo: MartiriRicorrenza: 16 settembre

«Il Signore edifica la sua Chiesa sopra uno solo; anche se dopo la sua resurrezione egli conferisce un'eguale potestà a tutti gli apostoli. Come può credere allora di possedere la fede chi non mantiene l'unità della Chiesa?»

Cipriano di Cartagine era un famoso retore che si convertì al cristianesimo verso il 246. La sua posizione intellettuale e sociale favorì la sua ordinazione come sacerdote e vescovo. All'epoca la comunità di Cartagine era lacerata da divisioni causate da persecuzioni particolarmente cruente, come quelle degli imperatori Decio, Gallo, Valeriano, Gallieno, ed altri che inducevano numerosi cristiani a sacrificare alle loro divinità pagane per sfuggire alla morte o all'esilio. 

Molti dei caduti chiedevano poi la riammissione, alla quale si opponevano i rigoristi. Cipriano, in considerazione della debolezza umana e della misericordia di Dio, adottò un atteggiamento più benevolo. 

Identica situazione si presentò a Roma dove, dopo la morte di papa Fabiano, venne eletto Cornelio, vescovo ricco di bontà e umiltà, nativo di Roma e di antica famiglia, che fu papa dal 251 al 253. Il presbitero Novaziano, famoso retore, non accettò l'elezione del nuovo papa. Si fece a sua volta consacrare vescovo e provocò una scissione tra i cristiani della capitale. Anche qui la causa della divisione era "atteggiamento da tenere nei confronti dei caduti ". 

Al più umile e comprensivo Cornelio si opponeva il rigorista Novaziano. In questa difficile situazione il papa ricevette il sostegno convinto di Cipriano. 

I due vescovi conclusero la loro vita con il martirio: Cornelio nel 253, in esilio e incarcerato a Civitavecchia (l'antica Centumcellae). Il suo corpo fu trasportato a Roma e sepolto nel cimitero di Callisto.

Cipriano fu prima esiliato durante la persecuzione dell' imperatore Valeriano, quindi, il 14 settembre del 258, morì martire a Cartagine. 

Perciò la Chiesa ricorda insieme questi due generosi fratelli nell'episcopato, la cui fede pronta, incrollabile ed eroica trasformò in intrepidi martiri.

PRATICA. Ricordando l'umiltà dell'accettazione della sofferenza dei due santi martiri Cipriano e Cornelio, rifugiamoci nella bontà del Signore senza mai turbarci, né sgomentarci. Adoriamo Cristo nel nostro cuore, forti della speranza che alimenta la nostra fede. 

PREGHIERA. O Dio, che hai dato al tuo popolo i santi Cornelio e Cipriano, pastori generosi e martiri intrepidi, con il loro aiuto rendici forti e perseveranti nella fede, per collaborare assiduamente all'unità della Chiesa.

 

 

 
 
 
 
 

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