Triballadores

di Vittorio Casula

 
 

 

AREA PERSONALE

 

TAG

 

ARCHIVIO MESSAGGI

 
 << Aprile 2016 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
        1 2 3
4 5 6 7 8 9 10
11 12 13 14 15 16 17
18 19 20 21 22 23 24
25 26 27 28 29 30  
 
 

FACEBOOK

 
 
Citazioni nei Blog Amici: 5
 

Messaggi di Aprile 2016

La giornata mondiale per la sicurezza del lavoro

Post n°2651 pubblicato il 25 Aprile 2016 da deosoe

 

La giornata mondiale per la sicurezza sul lavoro

Posted on 25 aprile 2016 by

Foto

di Valeria Casula

 

Il 28 aprile ricorre la giornata mondiale per la sicurezza e la salute sul lavoro, istituita dall''Organizzazione Internazionale del Lavoro per promuovere la prevenzione degli infortuni sul lavoro e delle malattie professionali a livello globale.

Spesso le dimensioni del fenomeno infortunistico in Italia sono note solo agli addetti ai lavori, vale a dire a chi come me si occupa nelle organizzazioni di Ambiente, Salute e Sicurezza, eppure il fenomeno è assolutamente rilevante e investe tutte le aziende.

Dal 1951 al 2015 le vittime sul lavoro in Italia sono state superiori alle vittime civili italiane della seconda guerra mondiale (oltre 160.000 a fronte di 153.147 vittime civili del secondo conflitto mondiale) e gli infortuni oltre 70 milioni.

Ora, è pur vero che la seconda guerra mondiale è durata 6 anni a non 64, tuttavia il rapporto di 1 a 10 risulta comunque abnorme.

L'andamento infortunistico mostra una forte contrazione passando da oltre 4000 indicenti mortali l'anno negli anni '60 a circa 1000 attuali (compresi quelli in itinere), grazie non solo all'evoluzione delle misure tecniche (macchinari e attrezzature intrinsecamente più sicuri), ma anche alle misure gestionali (modalità operative e processi, formazione, informazione e addestramento su corretto utilizzo di materiali e attrezzature e processi, sorveglianza sanitaria, ...).

Occorre tuttavia uno sforzo continuo e maggiore per abbattere lo zoccolo duro degli infortuni, perché non è accettabile che si continui a morire, ammalarsi o farsi male di lavoro.

Tralascio il lavoro nero, ignominia di un paese civile, la cui incidenza infortuni e malattie professionali, benché sfugga in parte alle statistiche, è estremamente elevata, non solo perché coinvolge i settori a più elevato rischio "intrinseco"  (es. edilizia, agricoltura) ma soprattutto perché tale rischio non è mitigato attraverso le misure tecniche e gestionali sopra citate.

Mi riferisco ad aziende degne di questo nome, aziende che utilizzano attrezzature a norma, che formano, informano, addestrano e sottopongono a sorveglianza sanitaria i propri lavoratori, insomma aziende che ottemperano alla normativa vigente in materia antinfortunistica; ebbene, anche tali aziende hanno difficoltà a contrarre ulteriormente il fenomeno infortunistico.

Tali difficoltà sono dovute ad un orientamento culturale sia manageriale che diffuso a vari livelli delle organizzazioni che vede la sicurezza confliggere con gli obiettivi economici e operativi d'impresa e individuali, unita ad un certo "fatalismo" secondo cui l'infortunio è inevitabile.

Da un lato infatti ci sono le aziende (per fortuna non tutte!) che considerano la sicurezza come un mero costo, che non hanno ancora capito nel 21esimo secolo che non è solo un dovere etico e morale salvaguardare la salute e la sicurezza dei lavoratori, ma è anche un dovere economico verso l'azienda stessa e verso la collettività, visto che l'INAIL stima che il costo complessivo di infortuni e malattie professionali nel nostro paese ammonta a quasi 50 miliardi di euro (oltre il 2% del PIL, a carico sia delle aziende che della collettività) e che le spese in sicurezza hanno un ritorno economico per le aziende pari al doppio del capitale investito.

Dall'altro c'è la cultura diffusa che "se tanto ti deve capitare ti capita e non puoi farci niente", che "si sa che nel nostro lavoro ogni tanto ci si fa male", che "sì, lo so che dovrei agganciare l'imbragatura ma sono di fretta, tanto scendo subito e sto attento", che "noi dobbiamo pensare a far andare avanti il business, e non abbiamo tempo da perdere con queste cose", che "lascia stare, non stare a segnalare che quel dispositivo fa uno strano rumore, tanto non sarà niente di ché".

Inutile dire che davanti a comportamenti e affermazioni di questo tipo tutti noi, a prescindere dal ruolo che ricopriamo in un'organizzazione, abbiamo non solo il diritto, ma anche e soprattutto il dovere di intervenire e/o segnalare.

Questa cultura è il principale nemico da sconfiggere per abbattere gli infortuni, non solo sul lavoro ma in tutti gli ambiti della nostra esistenza. Basti pensare a tutti i comportamenti insicuri frutto di questa cultura che spesso o talvolta adottiamo in auto, quando per fretta o per "assuefazione" al pericolo superiamo i limiti di velocità, usiamo il telefonino alla guida o pur di non sentire le lamentele del pargolo diciamo "e va bene puoi slacciarti la cintura, tanto siamo quasi arrivati!", ma anche quando non indossiamo il casco sulle piste di scii, in bicicletta o addirittura in moto.

Qualsiasi infortunio produce effetti non solo sulla persona che lo subisce ma su tantissime persone che lo circondano, la compagna/il compagno, i figli, i genitori, gli amici, i colleghi. Se poi si tratta di un infortunio grave l'effetto è devastante e compromette l'esistenza stessa oltreché dell'infortunato anche dei propri cari che dovranno prestare assistenza e comunque modificare abitudini e consuetudini.

In questa giornata vorrei ribadire con rinnovata determinazione che LA SFORTUNA NON ESISTE, che tutte le aziende che si sono impegnate seriamente su questo fronte hanno drasticamente ridotto il fenomeno infortunistico finanche a dimezzarlo in pochi anni, a dimostrazione che attraverso una cultura della sicurezza che sui traduce in comportamenti e ambienti sicuri GLI INCIDENTI SUL LAVORO POSSONO ESSERE EVITATI!

 

 
 
 

-

Post n°2650 pubblicato il 09 Aprile 2016 da deosoe

+1+1Share _n TumblrShare on Tumblr

San Giovanni Battista de La Salle

San Giovanni Battista de La Salle

 

†Nome: San Giovanni Battista de La SalleTitolo: SacerdoteRicorrenza: 07 aprileProtettore di: educatori, insegnanti

S. Giovanni Battista, primo di dieci fratelli, nacque a Reirns il 30 aprile del 1651 e secondo il bell'uso cristiano fu battezzato nello stesso giorno. Il padre, signor Luigi de la Salile, era consigliere del re.

Giambattista non dimostrò nei primi anni nulla di straordinario : godeva dell'affettuosità della madre e cresceva nella bontà e nella pietà. Le sacre funzioni parlavano alla sua fantasia e gli suggerivano l'altarino in casa e l'imitazione infantile delle cerimonie sacre. A sette anni serviva in parrocchia, e a nove frequentava le scuole pubbliche: il tutto in modo diligente, ma ordinario.

Dopo retorica, studiò filosofia e nel 1669, (contava allora diciotto anni) ottenne il diploma per cui si vedeva aperta davanti ogni via. Ma il giovane aveva già scelto la sua strada fin dagli undici anni quando fece la sua prima Comunione: voleva essere religioso. L'll marzo 1662 ricevette la tonsura e gli fu offerto un canonicato dal parente Doret, che egli accettò. Nel 1668 ricevette gli ordini minori ed intanto frequentava il corso di teologia nel Seminario di S. Sulpizio a Parigi ove venne consacrato suddiacono.

Mortagli la madre nel 1671 e l'anno dopo il padre, si trovò ad essere il capo famiglia e quindi dovette lasciare Parigi per tornare a Reims, ov'erano ancora quattro fratelli e due sorelle. Si scelse per confessore e direttore spirituale il canonico Nicola RolIand, e a quel giovane sacerdote, pio, ardente e caritatevole, affidò l'animo suo. Fortificato dai suoi consigli, ricevette il diaconato nel 1676 e il 9 aprile 1678 veniva consacrato sacerdote.

Fu subito assegnato al ministero, ma Iddio lo voleva unicamente dedicato all'educazione della gioventù; e perfezionando l'uso che i chierici del Seminario francese avevano di raccogliere ogni festa i giovani in apposite scuole per insegnare loro le orazioni e la dottrina cristiana, fondò la benemerita Congregazione delle Scuole Cristiane.

Da tanti in Francia si sentiva tale bisogno e tanti aprivano or qua or là scuole, ma il più efficace e benemerito fu questo Santo. Aiutato da una pia signora, aprì le sue prime scuole e trasformò alcuni giovani volenterosi in abili maestri.

Ebbe dure prove: abbandono di fratelli, mancanza di mezzi, ma con aspre penitenze e una illimitata confidenza nella SS. Vergine sotto il cui patrocinio aveva posta la sua Congregazione, superò ogni difficoltà. Nelle avversità passava notte intere chiuso in chiesa da solo, e si flagellava piangendo ai piedi del santo tabernacolo. Però non si esaltava nè si abbatteva mai : sia nelle prosperità come nelle avversità soleva dire: « Dio sia benedetto ». E consapevole che i più grandi disegni di Dio su di un'anima non si compiono che per mezzo della croce, perseverò nel bene e con gran tenacia difese l'opera sua, resistendo alle prove del maligno che lo tormentò in mille modi poiché vedeva che le Scuole operavano un gran bene.

Il Signore premiò largamente il suo fedele servo, poiché il 9 aprile del 1719 quando lo chiamò a sé, la sua istituzione contava già 40 case, 274 fratelli e 9885 allievi.

PRATICA. — Facciamo nostra la bella giaculatoria del Santo « Dio sia benedetto », dicendola specialmente quando siamo provati dal Signore.

PREGHIERA. — O Dio, che ad istruire cristianamente i poveri e a confermare la gioventù nella via della verità hai suscitato S. Giovanni Battista confessore e hai radunato per suo mezzo nella Chiesa una nuova famiglia, concedi propizio, che accesi per intercessione ed esempio di lui nello zelo di tua gloria per la salvezza delle anime, possiamo essere messi a parte della sua corona in cielo.

Lascia un pensiero su San Giovanni Battista de La Salle

 

 
 
 

Procedura online per le dimissioni volontarie, le FAQ dei CdL

Post n°2649 pubblicato il 09 Aprile 2016 da deosoe

Share _n FacebookShare on Facebook+1+1Share _n TumblrShare on Tumblr

Procedura online per le dimissioni volontarie, le FAQ dei CdL 0

di in 8 aprile 2016 Ministero del lavoroprocedura _nline per le dimissioni volontarie

 

FAQ dimissioni Online Consulenti del Lavoro

 

Il Ministero del Lavoro risponde a 20 quesiti dei Consulenti del Lavoro sulla procedura online per le dimissioni volontarie e le risoluzioni consensuali

 

Condividi con:

FacebookTwitterGoogle

Il 16 marzo scorso, appena dopo l'attivazione del nuovo sistema di comunicazione delle dimissioni volontarie e della risoluzione consensuale, online il Consiglio Nazionale dei Consulenti del Lavoro ha posto 20 importanti quesiti alla Direzione Generale dei sistemi informativi del Ministero del Lavoro circa la nuova procedura telematica.

Un paio di giorni fa, il Ministero del Lavoro ha rilasciato una nota indirizzata alla Dott.ssa Marina Calderone, Presidente dei Consulenti del lavoro con le risposte ai 20 dubbi sulle dimissioni online.

I 20 dubbi della procedura online per le dimissioni volontarie e le risoluzioni consensuali

1. DOMANDA
Se il lavoratore rassegna le proprie dimissioni e, nonostante i solleciti, non compila la prevista procedura on-line, il datore di lavoro come si deve comportare?
RISPOSTA
Le dimissioni vanno rassegnate esclusivamente con il modello introdotto dal DM 15 dicembre 2015: Nei casi diversi il datore di lavoro dovrà rescindere il rapporto di lavoro.

2. DOMANDA
Quale efficacia hanno le risposte fornite tramite faq e pubblicate sul sito www.lavoro.gov.it?
RISPOSTA
Le FAQ contengono "posizioni ufficiali" dell'amministrazione rispetto ad alcune richieste di chiarimento

3. DOMANDA
Sono tenuti ad adottare la procedura on line anche il direttore generale e l'amministratore delegato di un'azienda con la quale sussiste un rapporto di lavoro subordinato?
RISPOSTA
Si

4. DOMANDA
I lavoratori che presentano le proprie dimissioni per l'avvenuto raggiungimento dei requisiti di accesso alla pensione devono utilizzare la nuova procedura?
RISPOSTA
Si, perché non rientra nei casi di esclusione espressamente previsti dall'articolo 26 del d.lgs. n.151/2015, dal DM 15 dicembre 2015 e richiamati dalla circolare n. 12/2016.

5. DOMANDA
Se il lavoratore non conosce l'indirizzo di posta elettronica del datore di lavoro, cosa deve inserire nell'apposito modulo?
RISPOSTA
Il lavoratore deve accertarsi dell'indirizzo email (o PEC) al quale notificare la sua comunicazione

6. DOMANDA
Il lavoratore deve possedere la firma digitale se presenta le dimissioni attraverso un soggetto abilitato?
RISPOSTA
No

7. DOMANDA
Se il lavoratore vuole avvalersi di un soggetto abilitato, può rivolgersi a qualsiasi organismo presente sul territorio nazionale o deve rispettare una competenza territoriale?
RISPOSTA
Si, come chiarito nella circolare n. 12/2016 (2.2) il lavoratore può rivolgersi ad un soggetto abilitato indipendentemente dal luogo ove questo risieda o svolga la sua attività lavorativa

[...]

  20 DUBBI DELLA PROCEDURA Dimissioni Online FAQ Consulenti del Lavoro (60,7 KiB, 14 download)

 

 
 
 

Maddalena Frau

Post n°2648 pubblicato il 09 Aprile 2016 da deosoe

 

All'Università della Terza Età di Quartu mercoledì 20 aprile prossimo (ore 16, Aula Magna Viale Colombo 169/d), nel Corso di lingua e letteratura sarda, parlerò della figura e della poesia di Maddalena Frau.

Maddalena Frau è nata a Ollolai (NU) il 30 aprile 1945 e vive a Sanluri (CA). Insegnante elementare dal 1967 al 2006 nella provincia di Cagliari, ha iniziato a scrivere versi in lingua sarda (sia nella variante logudorese che campidanese) circa una quarantina di anni fa e ha arricchito le sue conoscenze linguistiche attraverso corsi di aggiornamento professionale e da autodidatta.
Si è sempre adoperata nella scuola con lo scopo di promuovere, salvaguardare e valorizzare la lingua, la letteratura e la cultura sarda, insegnandola.
Nel 2002 ha pubblicato una parte della sua produzione poetica nella silloge Lugore de luna (Luce lunare). In cui "canta" i ricordi, i giochi dell'infanzia e gli affetti; in cui nello smagato e tenero ricordo dell'infanzia, arcana e felice, si affolla un mondo di figure vive e fraterne, che la poetessa canta e vagheggia in modo commosso ma mai svenevole.
Ma Maddalena Frau canta anche la fede e la dimensione religiosa, particolarmente sentita e vissuta dalla poetessa, che illumina, vivifica e aiuta l'esistenza.
E dedica anche alcune poesie a Sos males de su mundu (I mali del mondo): tra cui i sequestri, l'AIDS, la droga, l'emarginazione degli anziani e l'inquinamento della civiltà (o inciviltà?) industriale, con la terra che non produce più fiori perché sono abbaidos cun venenu (innaffiati con veleno).
Nel 2006 ha pubblicato Sas meravillas de Don Bosco, un'altra silloge poetica: un vero e proprio poema sacro e poema epico sul fondatore dei Salesiani. Scrive a questo proposito Renzo Cau, in una magistrale analisi critica della silloge: "Se è vero che Sas Meravillas non può essere definita una biografia e per la selezione dei fatti irradianti l'ispantu (la meraviglia) e per la conseguante operazione di sintesi a cui è sottoposto il materiale biografico, non si può negare che il genere cui più si avvicina sia quello epico. Il racconto in versi infatti è tipico del poema. Anche i gosos (composizioni religiose e poetiche popolari antiche) rientrano nel genere epico, sebbene abbiano uno sviluppo embrionale. E M. Frau a questi si ispira, dando però alla composizione ben più ampio respiro".
Nel 2011 ha pubblicato Tramas de seda,  un libro di poesie e filastrocche, ninna-nanne, duru-duru e scioglilingua, modellate in strutture giocose, scherzose, onomatopeiche e iterative, che hanno proprio le movenze del tipo della filastrocca, della canzone, dell'indovinello, del non sense di matrice popolare ma che l'Autrice sottopone a un trattamento e a una rielaborazione personale e originale.
Sta per pubblicare con Edizioni Grafica del Parteolla la sua quarta Silloge poetica intitolata Undas.
Molte poesie contenute in Tramas de seda vengono cantate con successo dalla cantante sarda folk Silvia Sanna, (accompagnata da Antonello Pulina e da Marino Melis alla chitarra e da Antonio Pirastru all'organetto).
Stessa sorte era toccata ad alcune poesie della silloge Lugore de luna, cantate da Silvia Sanna ma anche da un gruppo musicale milanese, "Contrabbandieri di Conchiglie", ricalcando sonorità particolari simili a quelle di De Andrè e di Rino Gaetano.
Il fatto che le poesie di Maddalena Frau vengano musicate e cantate non deve stupire: nei suoi versi che sembra carezzare e coccolare, mostra infatti una naturale attitudine al canto, alla canzone, soprattutto popolare. Tanto che, nelle liriche più belle e suggestive, quando la poesia si flette più agevolmente, riesce a creare sinfonismi e fonie, onomatopee e cromatismi, ritmi e assonanze, attraverso una tessitura metrica lineare e abilmente alleggerita con invenzioni di movimenti e scatti musicali che consentono all'Autrice di giocare a suo piacimento con la materia, che tratta e canta, costruendovi pregevoli architetture linguistiche e musicali.
In questi ultimi anni ha iniziato a partecipare a vari concorsi di poesia sarda, ricevendo significativi  premi e riconoscimenti: fra gli altri ha vinto il primo premio a Ploaghe (SS), nel Concorso di poesia satirica "Larentu Ilieschi" 2010, con la poesia S'Aipoddu.
Ma ecco alcune sue belle e significative poesie,.

 

S'AIPODDU

Efisineddu andat in sa strada
cun s'origa attaccada a s'Aipoddu
e, a cropus de gambas e de coddu
fueddat cun sa musica Repada.

In sa busciacca de su cratzoneddu
ci ficchit su lettori musicanti;
de musica moderna deliranti
si ndi prenat su coru e su xrobeddu.

A cratzonis calaus a mesugonna,
a cufiedda cun su lecca-lecca
ndi bogat su macchini 'e discoteca
cun Paf Daddi, Beionse, Madonna...

Baddendu Roch En Rollu iscadenau,
e Tecno e Fanchi sbanda-sbanda
si callincunu ddi fait domanda
non bidi e no intendit: stontonau!

Cun s'Aipodu fintzas in sa scola:
Tu-tum! Tu-tum! Su filu chiassosu,
su discenti modernu gioiosu
de letzioni fait sa cassola.

Si corcat e si pesat Efisinu
Cun s'origa attaccada a s'Aipoddu
Pappat e dormit a corpus de coddu,
a sartius in domu e in camminu.

Su babbu allirgu, tziu Piriccu Soddu
Cun sa mammai totu affainada
Impari si dda faint sa repada
A sartieddus e corpus de soddu...
Cun s'origa attaccada a s'Aipoddu.

 

 

 

UMBRAS ISMENTIGADAS

Palas a sole umbrande
in terra a coda lada
tzias iscrariande
sutta sa contonada

Donni borta 'e die
cuntentas, puntuales
si sediant inie
sas bighinas negales.
 
Tiravant sa corria
a mossos e a ungrèddas
sa vida consumìa
umbrande in sas mureddas.
 
Prenavant sos cherrìgos
corves e coinzòlos
de brullas, de antigos
contos amorazòlos...

Curriat sa livria
apetigande tottu
pistande s'iscrarìa
in su tempus connotu.

Cussas manos nodosas
tottu pinnicronadàs
nde torrvant grabòsas
bellas innadigàdas.

Nde faghiant trumentu
cussas manos nieddas!
Ite divertimentu
pro sas criaturèddas!

Sas novas de sa bidda
contavant a ispàntu...
Su fragu de s'armidda
punghiat cada tantu.

Sa roba meriande
su pastore dormiu
tzias iscrariande
in beranu e istìu.

Bolavant sos puzònes
supra de s'iscrarìa
pintàda a pibìones
de seda colorìa.

Sas corves a trintzèra
poniant in su carru...
E Basili cun Pera
pipande a zigarru.

Nde faghiant camminu
a piccu de sudore...
e pro carchi sisinu
pro ozu e pro laore.

-E corves! E cherrigos!
naravat cudda tzia
in sos tempos antigos
foras de bidda mia.

Corves e canistèddas
comporavat s'istranzu
Sutta sas murighèddas
naschiat su balanzu.

Cussa manos nodosas
tottu l'as appo amadas,
galànas e grabosas...
Umbras ismentigadas.

Però sa Musa mia
Mi ghirat cun su bentu
Da boghe e cudda tzia...
Umbras de Gennargentu.

-E corves! E cherrigos!... -
Mi cantat donni die
-E corves e cherrìgos!
A comporare benìe!... -

 

 

 

FORA ISCORIA NUCLEARE

Fora iscoria nucleare
de venenu colorida!
Fora, atesu, mai in sa vida
muntonarzos de nuscare!
Sa Sardinna a la sarvare
est mutinde totu unida!

Est s'iscoria nucleare
de su mundu àliga fea.
Fora de sa terra mea
si la depent interrare
o, si nono, apicare
a su tzugu a vida intrea.

Cussos macos e tinzosos,
chene anima nen coro,
si l'abbratzent su tesoro,
che lingotos pretziosos,
sos bidones putzinosos
a pudire in dom'issoro!

Zai chi totu ant impestau
distruinde sa Natura,
sa moderna butadura
si la tenzant a costau,
a tzimentu fravigau
in sa domo a s' intradura.

Cherent fagher de Sardinna
muntonarzu natzionale...
regalande unu mortale
crancu 'e vida prus indinna
a sa nostra terra dinna
de bellesa e de gabbale.

No lis bastat su chi ant fatu
in cuddu tempus colau!?
Brusiau e isbuscau...
Cantu dannu e disacatu
pigandeche su recatu
de su populu isfrutau! ....

Totu no-che sunt leande
su terrinu e sa salude...
sa betzesa e  zobentude...
A zogu nos sunt pigande.
Pesae totus cantande
a difender sa salude!

E sos amministradores
no atzètent cosa gai!
In Sardinna mai mai!...
Solu matas e fiores
e profumos e colores
in sa terra de mannai!...

A sas Istitutziones
de Guvernu Italianu
lis pedimus una manu
de rispetu a sas pessones
de sas generatziones
de su populu isolanu.

A sos sardos un'apellu
cun corazu cherzo dare:
fortemente a refudare
de nos ponner a tropellu
che a bestias de masellu
prontos a no-che papare.

Fortes, cun coro galanu,
iscritores, zornalistas,
cun poetas e artistas
ischidae a su manzanu...
A s'ingannu rufianu
aberìe sas pibiristas!

Si nde peset su Nuraghe
cun Zigante 'e Monte 'e Prama,
de Sardinna antiga fama,
narande:-Cherimus paghe!
Rezistrae in su condaghe:
"Fora iscoria dae Mama!

Fora, atesu sos bidones
de cuss'aliga de morte!
Fora de sa nostra corte
fragos de perditziones!
Fora iscorias e cannones,
e de imbentos de morte!"-

Sardos, amigos, cantade
disterrados cun amore
pro difender cun ardore
cudda sarda dinnidade,
de Sardinna identidade,
de cultura e de valore!

Fora, atesu fuliade
sas iscorias de dolore!
Sa Sardinna est de mirare!
Non si vendet pro dinare!!!
Sa Sardinna est de mirare!
Fora iscoria nucleare!

 

 

S'ISTRESSE

Una tzia de chent'annos
si la cantat tesse-tesse:
-Oje minores e mannos
nachi ant totus s'istresse...
Ih, a casta 'e maledia!
No nd'aio intesu mai
dae cando so naschìa
maledia mala gai!

A chie curret in presse,
semper a molinadura,
nachi li pigat s'istresse
e no si nd'agatat cura.
It'errore! Oi! Ai!
Mai Deus cherzat mai!

Eh!...Toccat a andare abellu
e cun pasu cada tantu
ca si nono su cantzellu
s'aperit de campusantu.
Sa vida est una chimera:
una drittu, una a imbesse,
ma cun fide e  preghiera,
no imbucat cuss'istresse...

Sa moderna maledia
si sich'intrat, arguai!
Ih! Pro more 'e Deus sia(t)!
In tottube che sunt gai!...
Innoghe e in Continente
cantu tribulat sa zente!
E... toccat  a cumpadesse
ca  tenent totus s'istresse !-

 

 
 
 
 
 

INFO


Un blog di: deosoe
Data di creazione: 30/12/2012
 

PAE

 

BLOG

In classifica

 

VISIONE

blog.libero.it/triballadores

 

 

 

ARCIPELAGHI DI GIOVANNI COLUMBU

 

"SU RE" DI GIOVANNI COLUMBU

 

 

 

 

 

 

CERCA IN QUESTO BLOG

  Trova
 

ULTIME VISITE AL BLOG

fcasula45deosoesalangelo45luigi.marionidennytaorminalorenzo85dgl2avvbubbabello.mEremoDelCuorehuddle25pandolfi.emilioantonioforevegranatatecnovisualasu1000puntoenelnp.msgc
 

ULTIMI COMMENTI

 

CHI PUņ SCRIVERE SUL BLOG

Solo l'autore puņ pubblicare messaggi in questo Blog e tutti gli utenti registrati possono pubblicare commenti.
I messaggi e i commenti sono moderati dall'autore del blog, verranno verificati e pubblicati a sua discrezione.
 
RSS (Really simple syndication) Feed Atom
 
 

 

 
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963