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di Vittorio Casula

 
 

 

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Messaggi di Dicembre 2016

Buon 2017

Post n°2680 pubblicato il 31 Dicembre 2016 da deosoe

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Carlo Felice

Post n°2677 pubblicato il 27 Dicembre 2016 da deosoe

SULLO SPOSTAMENTO DELLA STATUA DI CARLO FELICE

di Francesco Casula

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Un amico virtuale, Libero Parsifran, mi scrive una Lettera aperta in cui, dopo aver riconosciuto la bontà delle mie posizioni nel denunciare gli errori e gli “orrori” di certa storiografia, tutta tesa a mistificare (quando non falsificare o, semplicemente interrare) la storia sarda, con garbo manifesta la sua non condivisione dello spostamento della statua di Carlo Felice.

Il professor Giuseppe Melis, promotore del Comitato, nato il 28 aprile scorso, con l’obiettivo appunto di spostare la statua del re ottuso e sanguinario, con dovizia di argomentazioni e motivazioni ha risposto ai dubbi dell’amico Libero Parsifran. Da parte mia vorrei dunque sottolineare solo alcuni aspetti attinenti alla vexata quaestio:

  1. Le statue dei tiranni, peraltro volute e innalzate da loro stessi o dai loro pretoriani ed ascari,ma certamente non dai popoli, si abbattono. Così è stato storicamente. Bene: che facciamo a fronte della statua di Carlo Felice, che ancora campeggia, in bella mostra, al centro di una Piazza della capitale della Sardegna? La lasciamo dove sta, perché ormai fa parte della storia e dell’architettura cagliaritana?

Io penso di no. Nella storia non c’è niente di irreversibile. Né di intoccabile. Anche perché la storia non è necessariamente un processo razionale, come pensava e teorizzava il grande filosofo tedesco Georg Wilhelm Friedrich Hegel (ciò che è reale è razionale). Dunque oggi, se i cittadini cagliaritani e i suoi rappresentanti lo vogliono, si può decidere di “correggere” un ciclopico errore storico.

Le statue i popoli le innalzano e le dedicano ai loro eroi, a  sas feminas e a sos omines de gabale (alle donne e agli uomini di valore): non ai loro carnefici. Quella statua è un insulto, un offesa per l’intero popolo sardo ma soprattutto per le centinaia di vittime: di democratici sardi, impiccati, fucilati, condannati al carcere a vita, perseguitati. Solo perché combattevano per la libertà. Contro l’odioso sistema feudale e la tirannide di Carlo Felice, il peggiore fra i sovrani sabaudi. Egli infatti da vicerè come da re fu crudele, feroce e sanguinario (in lingua sarda incainadu), famelico, gaudente e ottuso (in lingua sarda tostorrudu). E ancora: Più ottuso e reazionario d’ogni altro principe, oltre che dappocco, gaudente parassita, gretto come la sua amministrazione, lo definisce lo storico sardo Raimondo Carta Raspi. Mentre per un altro storico sardo contemporaneo, Aldo Accardo, – che si basa sulle valutazioni di Pietro Martini – è Un pigro imbecille.

Scrive il Martini (peraltro storico filo monarchico e filo sabaudo):”Non sì tosto il governo passò in mani del duca del Genevese, la reazione levò più che per lo innanzi la testa; co­sicché i mesi che seguirono furono tempo di diffidenza, di allarme, di terrore pubblico”.

Rimuovere la statua di un tiranno significa dimenticare la storia? Sconvolgere l’architettura di Cagliari?

Noi del Comitato proponiamo di “rimuovere” la statua per collocarla in un Museo: non di abbatterla. La riteniamo infatti un “manufatto”, persino con elementi di “bene culturale”, architettonico, scultorio. E’ dunque giusto che venga conservato e non distrutto. Ma non esibito. Esposto in una pubblica Piazza. Come fosse un eroe da omaggiare e non un essere spregevole, oggetto di sprezzo e ludibrio.

Lo spostamento di quella statua, sarebbe un evento formidabile per l’intera Sardegna: innescherebbe processi di nuova consapevolezza identitaria e di  autostima. E insieme – dato a cui sono estremamente interessato – potrebbe favorire la curiosità, il risveglio e l’interesse per la storia sarda. 

  1. Per quanto attiene alla questione sulla “Nazione” italiana, il discorso sarebbe troppo lungo. Rimando ad altri miei scritti e allo stesso libro su “CARLO FELICE E I TIRANNI SABAUDI”.

Schematicamente: l’Italia è uno stato non una nazione. Il sogno di D’Azeglio: fatta l’Italia (lo stato intendeva), facciamo gli italiani (ovvero la nazione italiana), è miseramente fallito.

Era un sogno impossibile: la nazione può diventare stato: così è successo nella storia. Ma nutro seri dubbi che lo stato diventi nazione: quello italiano comunque non lo è diventato. L’unica strada che ha davanti è che riconosca le nazioni presenti al suo interno (fra cui

quella sarda) e diventi uno stato plurinazionale e confederale. Il fallimento dello stato “unitario” è sotto gli occhi di tutti: negando e opprimendo le nazioni presenti, con le loro peculiarità etno-storiche, culturali, linguistiche ecc. sarà viepiù “diviso”.

  1. Io sarei “ostile” verso gli storici e storiografi che “mistificano” la realtà storica? Non ostile, semplicemente critico, fortemente critico e indignato:segnatamente quando a omettere, censurare,mistificare e falsificare la nostra storia sono gli storici sardi.
  2. Io “rancoroso” verso la storia? Nemmeno per sogno. Nessun ripiegamento nostalgico o risentito verso il passato: ma il passato sepolto, nascosto, rimosso, si tratta prima di tutto di dissotterrarlo e conoscerlo, perché diventi fatto nuovo che interroga l’esperienza del tempo attuale, per affrontare il presente nella sua drammatica attualità, per definire un orizzonte di senso, per situarci e per abitare, aperti al suo respiro, il mondo lottando contro il tempo della dimenticanza. Un passato che – solo apparentemente perduto – occorre ritrovare perché è durata, eredità, coscienza. In esso si innesta infatti il valore dell’Identità, non statico e chiuso, non memoria cristallizzata ma patrimonio che viene da lontano e fondamento nel quale far calare nuovi apporti di culture, di vite individuali e sociali che determinano sempre nuove identità.

 
 
 

Santo Stefano

Post n°2676 pubblicato il 26 Dicembre 2016 da deosoe

Santo Stefano


Santo StefanoInvia Nome: Santo Stefano Titolo: Primo martireRicorrenza: 26 dicembre



Stefano fu il primo a dare la vita e il sangue per Gesù Cristo. Ebreo di nascita, e convertito alla fede dalla predicazione di S. Pietro, mostrò subito un meraviglioso zelo per la gloria di Dio e una grande sapienza nel confutare i Giudei, che increduli disprezzavano il Nazareno.

Fu eletto dagli Apostoli primo dei sette diaconi per provvedere ai bisogni dei primi fedeli, specialmente delle vedove e degli orfani di cui la Chiesa ebbe sempre cura particolare.

E S. Stefano pieno di grazia e di fortezza, animato dallo Spirito Santo predicava con forza e confermava la predicazione coi miracoli.

Per questo si attirò l'odio dei Giudei che non potevano soffrire tanto zelo, né resistere alla sua sapienza, operatrice di numerose conversioni.

Essi vollero dapprima disputare con Stefano, ma vedendosi vinti dallo Spirito che parlava per bocca di lui, cercarono falsi testimoni per accusarlo di bestemmia contro Mosé e contro Dio. Il Signore però volle manifestare la innocenza del suo servo facendo apparire il suo volto bello come quello di un Angelo.

Dopo la lettura delle accuse, il sommo sacerdote Caifa gli disse di parlare per difendersi, ed egli fece la sua apologia, rappresentando loro la bontà e la misericordia del Signore verso il popolo ebreo, cominciando da Abramo fino a Davide.

Se da una parte mostrò i benefici che il Signore aveva concesso alla nazione dei Giudei, dall'altra ricordò pure le ingiurie fatte a Dio dai loro padri. Ma non facendo quelle parole alcuna impressione in quei cuori induriti, pieni di malizia, mutando d'un tratto tono disse: « O uomini di dura cervice e incirconcisi di cuore. voi sempre resistete allo Spirito Santo; come fecero i vostri padri, così fate anche voi». Essi all'udire queste cose fremettero nei loro cuori e digrignarono i denti contro di lui. Ma egli pieno di Spirito Santo, fissati gli occhi nel cielo, esclamò: « Ecco io vedo i cieli aperti e il Figlio dell'Uomo stare alla destra di Dio ».

Santo Stefano

Quelli, alzando grandi grida, si turaron le orecchie e tutti insieme gli si avventarono addosso e trascinatolo fuori della città si diedero a lapidarlo, deponendo le loro vesti ai piedi d'un giovane chiamato Saulo.

E lapidarono Stefano che pregava dicendo : « Signore Gestì, ricevi il mio spirito », e ad alta voce: « Signore, non imputare loro questo peccato ». Ciò detto s'addormentò nel Signore.

PRATICA. Perdoniamo e preghiamo per chi ci offende.

PREGHIERA. Dacci, te ne preghiamo, o Signore, di imitare colui che veneriamo, onde impariamo ad amare anche i nostri nemici, poichè celebriamo la festa di colui che seppe pregare peí persecutori nostro Signore Gesù Cristo tuo Figlio il quale vive con te per i secoli dei secoli.

 

 
 
 

San Liberale

Post n°2675 pubblicato il 20 Dicembre 2016 da deosoe

San Liberato (Liberale)†Nome: San Liberato (Liberale)Titolo: Martire a RomaRicorrenza: 20 dicembre



Proveniente da un elenco del 'Martirologio Geronimiano', il nome di s. Liberato martire, fu inserito, anche qui al 20 dicembre, nel 'Martirologio Romano' composto nel secolo XVI, dal grande storico cardinale Cesare Baronio.

Nonostante che in tutti i codici è indicato con "in Oriente", egli è invece un autentico martire di Roma, il suo nome era più propriamente Liberale, in latino Liberalis, tradotto poi erroneamente in Liberatis.

Egli era certamente sepolto nel cimitero di Via Salaria Vecchia, dove riposavano anche i due martiri Giovanni e Festo; gli 'Itinerari' del secolo VII, che riportavano per i fedeli pellegrini, le basiliche e catacombe con tombe di martiri, citano s. Liberato sepolto nel sottosuolo della basilica, dedicata al martire Giovanni.

Egli era un console, discendente da nobile famiglia, che fattosi cristiano si innamorò di Cristo, rinunziando alla carriera, alla politica, agli agi della nobiltà e seguendo la nuova via dell'amore fraterno e della fede in Dio, venne arrestato e condannato a morte, sotto il regno di Claudio il Gotico (269-270).

Un certo Florio, eresse in onore del martire il mausoleo tombale, con la speranza di ottenere da Dio un giusto premio per la sua venerazione dei santi; in una lapide messa dallo stesso Florio, egli racconta che il sepolcro era stato profanato durante l'invasione di Alarico nel 410 e che lui fedele devoto, l'aveva restaurato. 

 
 
 

Rinnovo CCNL metalmeccanici

Post n°2673 pubblicato il 02 Dicembre 2016 da deosoe

Rinnovo del CCNL metalmeccanici industria: ipotesi contratto 2016-2019

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DI  IN 1 DICEMBRE 2016CCNL
Rinnovo del CCNL Metalmeccanici Industria 2016-2019

Rinnovo del CCNL Metalmeccanici Industria 2016-2019

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Lo scorso 26 novembre 2016 è stata sottoscritta l’ipotesi di accordo per il rinnovo del CCNL Metalmeccanici Industria per il quadriennio dal 2016 al 2019.

Lo scorso 26 novembre 2016 è stata sottoscritta l’ipotesi di accordo per il rinnovo del CCNL Metalmeccanici Industria per il quadriennio dal 2016 al 2019. Le parti presenti e firmatarie sono Federmeccanica, Assistal, FIOM, FIM e UILM. Quindi si è avuta la firma unitaria, dopo diversi anni, da parte dei sindacati CGIL, CISL e UIL, i più rappresentativi del settore.

 

Al fine di dare piena efficacia all’accordo di rinnovo del CCNL Metalmeccanici Industria Fim, Fiom e Uilm svolgeranno da subito assemblee informative in tutti i luoghi di lavoro e il 19-20-21 dicembre 2016 si procederà ad un voto segreto per l’approvazione definitiva da parte delle lavoratrici e dei lavoratori interessati.

Rinnovo del CCNL metalmeccanici industria, aumenti salariali 2016-2019

Dal 2017 nel mese di giugno di ciascun anno, verranno adeguati all’inflazione i minimi contrattuali, l’indennità di trasferta forfettaria e l’indennità oraria di reperibilità. L’aumento stimato sarà per il 2016 dello 0,50%, per il 2017 l’ 1%, per il 2018 l’ 1,2%.

Oltre agli incrementi dei minimi i lavoratori percepiranno quale obbligo contrattuale:

  • 80 euro lordi di una tantum erogata ai lavoratori in forza con la retribuzione di marzo 2017;
  • 100 euro di welfare contrattuale (flexible benefit) dal 1° giugno 2017;
  • 150 euro dal 1° giugno 2018; 200 euro dal 1° giugno 2019.

(Questi importi secondo le recenti normative, non saranno sottoposte a tassazione per i lavoratori e a contribuzione per le imprese).

Previdenza integrativa

Dal 1° ottobre 2017 le aziende verseranno per tutti i lavoratori (e per i familiari e conviventi a carico a prescindere dal loro numero):

  • con contratto a tempo indeterminato
  • a tempo determinato (con durata di almeno 5 mesi)
  • in apprendistato
  • in aspettativa per malattia
  • sospesi per intervento della Cig
  • durante il periodo di mobilità e Naspi per un periodo massimo di 12 mesi

una contribuzione pari a 156 euro annui a totale carico dell’azienda per l’assistenza sanitaria integrativa.

Formazione continua

Dal 1º gennaio 2017 è previsto il diritto soggettivo alla formazione per tutti i lavoratori con 24 ore di formazione aziendale nel triennio.

Diritto allo studio

E’ confermato il monte ore complessivo – 7 ore annue per 3 anni, per il numero dei dipendenti – delle 150 ore del triennio a partire dal 1° gennaio 2017.

La restante parte dell’accordo va a disciplinare una serie di istituti quali i permessi legge 104, il congedo parentale a ore, l’apprendistato, la banca del tempo, il lavoro agile ecc. andando a recepire le modifiche normative negli ultimi anni.

 

  CCNL Metalmeccanici Industria – Accordo 2016-2019 (2,1 MiB, 335 download)

 
 
 
 
 

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Data di creazione: 30/12/2012
 

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