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di Vittorio Casula

 
 

 

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Messaggi del 09/11/2013

N°595 del 7 novembre 2013

Post n°1427 pubblicato il 09 Novembre 2013 da deosoe

 

NEWSLETTER LAVORO

n. 595del 7 novembre 2013

 

 newsletter settimanale per gli operatori del mercato del lavoro

 

 Le Novità in materia di Lavoro 

05-11 INPS: mes.17606 - chiarimenti sui lavoratori in mobilità "esodati"

L'Inps ha affermato che sono esclusi dalla normativa di tutela degli esodati i lavoratori “salvaguardati” per i quali i datori di lavoro hanno sottoscritto un accordo in sede governativa, che raggiungono i requisiti pensionistici previsti dalla legge n. 214/2012 durante il periodo di fruizione degli interventi a sostegno del reddito, sono esclusi dal beneficio, e vanno in pensione attraverso la "via ordinaria".

 

04-11 Parlamento: convertito in legge il D.L. n. 101/2013 sul pubblico impiego

Il Parlamento ha pubblicato la legge n. 125/2013 che ha convertito, con modificazioni, il D.L. n. 101/2013 che reca importanti novità sul lavoro pubblico.

 

04-11 INPS: mes.17440 - voucher per i "baby-sitting"

L'Inps ha fornito alcuni chiarimenti relativi alla fruizione dei voucher per "baby-sitting", prevista in via sperimentale fino al 2015 dall’articolo 4 della legge n. 92/2012, alternativa al congedo parentale (successivo all’obbligatorio) pari a 300 euro mensili.

 

04-11 INPS: mes.17351 - "pin" di accesso multi profilo

L'Inps ha comunicato che a partire dal 5 novembre viene attivata una procedura che consente al medesimo soggetto di essere autorizzato su più profili.

 

04-11 Min.Lavoro: approvato il Piano per la "Garanzia Giovani"

E' stato approvato nella giornata del 30 ottobre scorso, dalla Struttura di Missione istituita presso il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali (DL76/2013), il Piano per la "Garanzia Giovani".

 

04-11 INAIL: denunce di iscrizione web con "riattivazione" del codice ditta dal 1° al 14 ottobre 2013

L'Inail fornisce, alle proprie strutture territoriali, le indicazioni circa il comportamento da tenere relativamente all'aggiornamento dei servizi telematici di iscrizione e variazione.

 

04-11 Fondo di solidarietà: accordo per le Banche del settore cooperativo

In ottemperanza alla previsione contenuta nell’art. 3 della legge n.92/2012, le Banche di credito cooperativo, attraverso la Federcasse, e le Organizzazioni sindacali di categoria hanno sottoscritto l’accordo finalizzato all’adeguamento del Fondo di solidarietà.

 

04-11 Aran: Ccnl quadro per la ripartizione dei distacchi e permessi sindacali

In data 17 ottobre 2013, presso la sede dell'ARAN, è stato sottoscritto il Contratto collettivo nazionale quadro per la ripartizione dei distacchi e permessi alle organizzazioni sindacali rappresentative nei comparti, per il triennio 2013-2015.

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Gli Interpelli in materia di Sicurezza

Applicazione Legge n. 3/2003 alle sigarette elettroniche

Limiti di utilizzo delle procedure standardizzate

Lavoro a domicilio

Obbligatorietà del DVR, sicurezza pareti vetrate e spogliatoi ed armadi per il vestiario per le strutture penitenziarie

Accordo Stato-Regioni del 21/12/2011

Formazione addetti emergenza

Imprese familiari

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Gli Approfondimenti di DPLModena

Responsabilità solidale negli appalti (Lippolis)

Lavoro intermittente - nuovo ambito applicativo (Camera)

Contratti a termine dopo le recenti riforme - I parte (Massi)

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Infortuni sul lavoro

Post n°1426 pubblicato il 09 Novembre 2013 da deosoe

 

 

 
 
 

In evidenza

Post n°1425 pubblicato il 09 Novembre 2013 da deosoe

 6 NOVEMBRE 2013 - "RAZIONALIZZAZIONE NELLE PUBBLICHE AMMINISTRAZIONI"

 

La Banca Dati è aggiornata in multivigenza con le modifiche apportate dal Decreto-Legge 31 agosto 2013, n. 101, convertito, con modificazioni, dalla Legge 30 ottobre 2013, n. 125.

 

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6 NOVEMBRE 2013 - "SALVA-ROMA, EXPO 2015 ED ENTI LOCALI"

 

La Banca Dati è aggiornata in multivigenza con le modifiche apportate dal Decreto-Legge 31 ottobre 2013, n. 126.

 

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31 OTTOBRE 2013 - "DISPOSIZIONI URGENTI IN MATERIA DI IMU"

 

La Banca Dati è aggiornata in multivigenza con le modifiche apportate dal Decreto-Legge 31 agosto 2013, n. 102 , convertito, con modificazioni, dalla Legge 28 ottobre 2013, n. 124.

 

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17 OTTOBRE 2013 - "CONTRASTO DELLA VIOLENZA DI GENERE"

 

La Banca Dati è aggiornata in multivigenza con le modifiche apportate dal Decreto-Legge 14 agosto 2013, n. 93 , convertito, con modificazioni, dalla Legge 15 ottobre 2013, n. 119.

 

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16 OTTOBRE 2013 - "IMMIGRAZIONE, MISURE URGENTI"

 

La Banca Dati è aggiornata in multivigenza con le modifiche apportate dal Decreto-Legge 15 ottobre 2013, n. 120.

 
 
 

Informazioni

Post n°1424 pubblicato il 09 Novembre 2013 da deosoe

 

Nov 7 alle 9:59 PM

 

Ho ricevuto, come molti altri, il seguente messaggio dall’On. Marialuisa Gnecchi e ritengo utile farvelo conoscere:

Allego la risoluzione approvata ieri alla unanimità dalla commissione lavoro del senato, con parere favorevole del Governo, che ci auguriamo adesso costringerà l'Inps a modificare la famigerata circolare. Insomma andiamo avanti.

 

Legislatura 17ª - 11 ª Commissione permanente - Resoconto sommario n. 37 del 06/11/2013

RISOLUZIONE APPROVATA DALLA COMMISSIONE SULL'AFFARE ASSEGNATO N. 149 (Doc. XXIV, n. 12)

La Commissione Lavoro, previdenza sociale,

premesso che:

- il comma 9 dell'articolo 1 della legge n. 243 del 2004 (cosiddetta riforma Maroni) ha confermato, in via sperimentale, fino al 31 dicembre 2015 la possibilità di conseguire il diritto all’accesso al trattamento pensionistico di anzianità – in presenza di un’anzianità contributiva pari o superiore a 35 anni o di un’età pari o superiore a 57 anni, per le lavoratrici dipendenti, e a 58, per le autonome – nei confronti di quelle lavoratrici che optano per una liquidazione del trattamento medesimo secondo le regole di calcolo del metodo contributivo;

- l’articolo 24, comma 14, del decreto-legge n. 201 del 2011, cosiddetto «decreto salva-Italia» (legge n. 214 del 2011), ha previsto che le disposizioni in materia di requisiti di accesso e di regime delle decorrenze vigenti prima della data di entrata in vigore del decreto-legge medesimo continuino ad applicarsi, tra l’altro, alle lavoratrici contemplate dal sopracitato articolo 1 della cosiddetta riforma Maroni;

- l'INPS, con la circolare n. 35 del 14 marzo 2012, ha interpretato la disposizione del citato articolo 24 nel senso che le lavoratrici possono esercitare l’opzione in esame, a condizione che il termine del 31 dicembre 2015 venga computato facendo riferimento alla decorrenza del trattamento pensionistico e non alla semplice maturazione dei requisiti; la disposizione in esame è stata interpretata come una deroga al regime generale introdotto dalla riforma pensionistica, in modo restrittivo e nell'ottica di un principio della minor spesa e del risparmio;

- osservato che il decreto-legge n. 201 del 2011 non novella il comma 9 dell’articolo 1 della legge n. 243 e che pertanto le disposizioni in esso contenute rimangono valide, non costituiscono una deroga al nuovo regime pensionistico, casomai è da considerare illegittima l'introduzione della decorrenza temporale;

- reputa il contenuto della circolare n. 35 nella parte concernente le lavoratrici in regime sperimentale contra legem;

- ricordato che, anche nel corso di un'audizione lo scorso 6 novembre 2012, l'allora ministro del lavoro Fornero, di fronte alla Commissione lavoro del Senato, rispondendo ad alcuni quesiti sull'interpretazione contenuta nella circolare n. 35, aveva espresso dubbi in merito ai contenuti della circolare medesima, impegnandosi ad approfondire la questione presso i competenti uffici dell'INPS;

impegna il Governo

a sollecitare l’INPS, anche allo scopo di evitare contenziosi già avviati e futuri, a rivedere il punto 7.2 della circolare n. 35 concernente la liquidazione del trattamento pensionistico per le lavoratrici in regime sperimentale, nel senso che per tali lavoratrici non devono essere applicate la finestra mobile per la decorrenza del trattamento pensionistico né le aspettative di vita, ma resta valida la semplice maturazione dei requisiti anagrafici e contributivi entro il 31 dicembre 2015, come peraltro chiaramente definito nella citata disposizione di cui all'articolo 24, comma 14.

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Per coloro che sono in attesa del Decreto previsto dal comma 5-bis dell’articolo 12 del DL n. 78/2010, riporto di seguito il testo del messaggio ricevuto da Graziella Boscarol (Amministratore di ESODATI GRUPPO INTESASANPAOLO)

Venerdì 11 ottobre nella Seduta n. 95 nella risposta alla interpellanza urgente n.2-00236 alla Camera (Intendimenti del Governo in merito all'adozione del decreto per il prolungamento dell'intervento di tutela del reddito a favore dei lavoratori cosiddetti esodati – n. 2-00236) CARLO DELL'ARINGA, Sottosegretario di Stato per il lavoro e le politiche sociali dichiarava: "Il decreto volto a riconoscere per il 2013 il reddito ai primi esodati, creati dalla riforma del lavoro del 2010 è stato già firmato dal ministro del Lavoro ed è alla controfirma del ministro dell'Economia".. C'è stata - ha detto Dell'Aringa - un'istruttoria particolarmente articolata. Ritengo comunque che la firma sia solo questione di tempo, considerato che tutti i problemi dovrebbero essere stati risolti. Il ministero del Lavoro comunque si farà parte attiva affinché il decreto venga emanato nel più breve tempo possibile". In effetti la controfirma del ministro delle Finanze è intervenuta pochi giorni dopo in data 15 ma dopo tale data del provvedimento si sono perse le tracce! Le formali assicurazioni volte a giustificare in qualche modo l’incredibile ritardo nella firma per il terzo anno consecutivo di un provvedimento che dovrebbe garantire la continuità reddituale a quanti pur salvaguardati dalla l. Fornero (una volta raggiunti i requisiti pensionistici) si trovano per molti mesi in una situazione di vuoto economico per effetto del differimento della decorrenza dell’assegno di pensione previsto dalla cd. finestra mobile della riforma Sacconi, sono rimaste a livello di dichiarazioni di intenti e il decreto si è perso nei meandri della burocrazia. Del provvedimento non sanno nulla al Centro di Contatto del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali e nemmeno all’Ufficio Relazioni Pubbliche del Ministero Economia e Finanze, e non è nemmeno pervenuto alla Corte dei Conti. L’unica ipotesi è che sia dopo alcune settimane fermo ancora all’Ufficio Centrale di Bilancio, struttura decentrata della Ragioneria Generale dello Stato che è distaccata presso ogni Ministero che - una volta svolti gli adempimenti di competenza - dovrebbe trasmetterlo finalmente alla Corte dei Conti. L’iter prevede poi la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale e la relativa circolare Inps per disporre la liquidazione agli aventi diritto. E nel frattempo oltre 5mila lavoratori cd. “salvaguardati” e le loro famiglie attendono senza reddito da molti mesi.

 
 
 

Sicurezza

Post n°1423 pubblicato il 09 Novembre 2013 da deosoe

Sicurezza semplificata per i lavoratori a domicilio

Nei giorni scorsi la Commissione per gli interpelli presso il ministero del Lavoro, rispondendo ad uno dei quesiti ricevuti in materia di salute e sicurezza sui luoghi di lavoro ha chiarito che ai lavoratori a domicilio si applicano in materia di formazione le disposizioni del DLgs 81/08 - nonché quella prevista dagli accordi Stato/Regioni - mentre il domicilio da loro eletto non si considera luogo di lavoro e come tale non è oggetto di valutazione dei rischi.

 
 
 

Amianto

Post n°1422 pubblicato il 09 Novembre 2013 da deosoe

Amianto: Cgil, Inca, Fiom, consulenze per lavoratori OlivettiL'indagine complessa, avviata un anno e mezzo fa sulla scia delle segnalazioni dell'Ausl di Torino 4, quando sè cominciato a registrare diversi casi di mesotelioma di lavoratori e lavoratrici della Olivetti, ha visto come idagati nomi eccellenti come quello di Carlo de Benedetti e Corrado Passera. Gli ammalati di mesotelioma, una malattia terribile che si associa all'esposizione ad amianto come nella vicenda Eternit, lavoravano tutti negli stabilimenti di Scarmagno, Agliè, S. Bernardo tra la fine degli anni '70 e '90."Nessun sistema di aspirazione delle polveri, niente maschere, guanti e nessuna informazione per la tutela della salute - questo è quanto ha affermato Laura D'Amico, consulente legale dell'Inca Cgil che segue due casi di questa inchiesta collettiva. "Un lavoro davvero encomiabile, di altissimo livello professionale, portato avanti fra mille difficoltà legate alla carenza di organico e alla penuria di mezzi": così l'avvocato D'Amico descrive l'indagine della procura di Ivrea sull'amianto negli stabilimenti Olivetti.E per aiutare a capire quali fossero le condizioni all'interno della Olivetti si è creato un gruppo di lavoro, formato dai delegati sindacali all'interno dell'azienda, anche per garantire aiuto e consulenza ai malati di amianto. All'iniziativa aderiscono Fiom, Cgil e Inca, il patronato della Cgil. "Grazie a questo gruppo di lavoro chi ne avesse bisogno - ha spiegato Rita Castronuovo, della Cgil d'Ivrea e Canavese - può rivolgersi a noi anche solo per le pratiche di richiesta all'Inail".

 
 
 

Ilo

Post n°1421 pubblicato il 09 Novembre 2013 da deosoe

Lavoro: Ilo, sempre più norme in accordi bilaterali libero scambio

Negli ultimi 20 anni abbiamo assistito ad un moltiplicarsi di accordi di libero scambio contenenti disposizioni sul tema del lavoro. A dirlo il nuovo rapporto dell'Organizzazione Internazionale del Lavoro (Ilo) ''La dimensione sociale degli accordi di libero scambio''. Il rapporto afferma che a partire dalla metà degli anni ''90 si è registrata una crescita significativa del numero di accordi contenenti misure relative al lavoro, tra questi molti gli accordi Sud-Sud tra paesi in via di sviluppo.

In totale, nel giugno 2013 erano 58 gli accordi contenenti misure sul lavoro, ovvero quasi un quarto del totale dei 248 accordi di libero scambio attualmente in vigore. Essi comprendevano disposizioni sulle condizioni minime di lavoro, rafforzamento della legislazione nazionale del lavoro, monitoraggio e applicazione delle norme del lavoro.

"Il crescente numero -ha affermato Raymond Torres, direttore del dipartimento Ricerca dell'Ilo- di accordi commerciali che includono previsioni relative alle norme del lavoro indicano una maggiore consapevolezza che la liberalizzazione del commercio, per quanto sia importante, deve andare di pari passo con i progressi sociali e sul fronte dell''occupazione".

In alcuni casi, si legge nel rapporto Ilo, il miglioramento delle norme del lavoro è stato posto come condizione per l''entrata in vigore degli accordi tra paesi. In sei accordi commerciali su sette recentemente conclusi dagli Stati Uniti, sono stati compiuti miglioramenti in materia di norme del lavoro prima della loro entrata in vigore. In quasi il 60% dei casi, gli accordi promuovono la conformità alle norme del lavoro, senza che questo implichi alcuna conseguenza commerciale o finanziaria diretta. Questo presuppone spesso la cooperazione tra paesi partner per migliorare le condizioni di lavoro e l'impegno al rispetto delle norme.

Secondo il rapporto nessuno degli accordi presi in esame presenta segnali di protezionismo da parte dei governi interessati. In tutti i casi in cui è stata sollevata una presunta non conformità aduna determinata norma del lavoro, sono stati fatti sforzi significativi per risolvere la questione senza ricorrere a sanzioni.

In effetti, nessuna disputa su questioni di lavoro è finora sfociata in sanzioni.       La grande varietà di clausole in materia di lavoro con differenti implicazioni istituzionali e legali, rende difficile fare delle generalizzazioni sugli effetti. Sempre secondo il rapporto Ilo, quando le condizioni vengono applicate nella fase precedente alla ratifica, esse portano ad importanti cambiamenti della legislazione sul lavoro, come ad esempio miglioramenti in materia di ispezione sul lavoro o l'adozione di nuove forme di protezione giuridica, in particolare nell'ambito della libertà di sindacale. Quando queste condizioni vengono introdotte a seguito della firma dell'accordo, i meccanismi di denuncia aiutano talvolta a garantire il rispetto delle norme del lavoro esistenti. Spesso, ci sono state molte attività di cooperazione tra parti firmatarie dopo la ratifica. Il rapporto propone diversi percorsi per migliorare l''efficacia dei dispositivi in materia di lavoro negli accordi commerciali, tra questi: realizzare specifici obiettivi di sviluppo sul lavoro in un asso temporale determinato e collegarli ad incentivi economici; rafforzare le sinergie tra le disposizioni in materia di lavoro dei diversi accordi commerciali bilaterali; rafforzare la consultazione con le organizzazioni dei datori di lavoro e con i sindacati nella negoziazione e attuazione delle disposizioni in materia di lavoro; migliorare la coerenza tra disposizioni in materia di lavoro negli accordi commerciali e strumenti dell'Ilo pertinenti.

 
 
 

legge stabilità

Post n°1420 pubblicato il 09 Novembre 2013 da deosoe

Legge stabilità: Civ Inail, non penalizzi politiche prevenzione e riabilitazione

"La riduzione delle disponibilità economiche dell''Inail prevista dal testo della legge di stabilità all'esame del Parlamento rischia di avere gravi ripercussioni sullo svolgimento generale delle attività dell'Istituto". A lanciare l'allarme è il presidente del Civ Inail, Francesco Rampi, che sollecita una valutazione delle criticità che dal 2014, qualora fosse approvato l'attuale testo del ddl numero 1120, peseranno sulle attività di ricerca, prevenzione, riabilitazione e reinserimento sociale e lavorativo.

"Possibile garantire -avverte- solo le prestazioni economiche per gli assistiti. Solo pochi giorni fa il Presidente della Repubblica ha ribadito il suo autorevole pensiero in merito al tema della sicurezza e salute nei luoghi di lavoro, evidenziando la prioritaria esigenza di sviluppare la cultura e le prassi della prevenzione, al fine di ridurre gli infortuni e le malattie professionali".

"Proprio -sostiene- alla luce di questo auspicio, che condividiamo in modo pieno e convinto, dobbiamo constatare quanto sia concreto il pericolo che l'Istituto in futuro, a fronte della considerevole riduzione delle risorse disponibili prevista dalla legge di stabilità, possa garantire ai propri assistiti esclusivamente le prestazioni economiche. Tutto questo comporterà una significativa contrazione delle attività di ricerca e innovazione tecnologica a supporto delle politiche di prevenzione, del sostegno economico alle imprese che investono in sicurezza e delle prestazioni di carattere sanitario, finalizzate alla riabilitazione e al reinserimento sociale lavorativo".

Il presidente del Civ non vuole in alcun modo che "l''Istituto si sottragga dal fornire il proprio contributo alle politiche economiche del governo", soprattutto nell'attuale e grave contingenza che affligge il Paese. "Valutando -fa notare-congiuntamente agli altri organi dell'Istituto le risultanze economico-finanziarie desumibili dal bilancio consuntivo 2012 e quelle prevedibili del bilancio 2013 e tenuto conto della graduale attuazione dei nuovi compiti attribuiti all'Istituto dal decreto legislativo 106 del 2009, si ritiene possibile mettere a disposizione, in via sperimentale e per il biennio 2014-2015, complessivamente circa un miliardo di euro da destinare alle politiche per il contenimento del costo del lavoro e per l'equità sociale".

"Con tali risorse -sostiene Francesco Rampi- si può garantire una più consistente premialità a favore delle imprese concretamente impegnate nel miglioramento delle condizioni di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro e risolvere storiche, gravi, criticità. Tra queste, evidenziamo l'iniquo valore delle prestazioni economiche per i familiari dei caduti sul lavoro e la necessità di recupero del valore d'acquisto delle rendite erogate ai lavoratori infortunati e tecnopatici, prive di un adeguato sistema di rivalutazione".

 
 
 

ue

Post n°1419 pubblicato il 09 Novembre 2013 da deosoe

Ue: Camusso, bene ok Ces piano investimenti crescita e lavoro

La Cgil apprezza l'approvazione da parte della Ces (la Confederazione europea dei sindacati) del piano europeo di investimenti per la ripresa. Lo ha detto il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso in una nota sottolineando  ''l'importanza di un risultato che giunge alla fine di un lungo percorso di convergenza e di   avvicinamento delle rispettive posizioni tra sindacati di Paesi con diverse culture e tradizioni, che oggi parlano con una voce sola rispetto alla necessità di dire basta all'austerità e di affermare un principio di crescita europea solidale e attenta agli Stati più in difficoltà".
"Questa scelta - precisa - completa e arricchisce, con una visione generale per l'insieme dell'Europa, il percorso avviato
da diverse confederazioni nazionali con la predisposizione di proposte quali il Piano del lavoro della Cgil, il New Marshall Plan del sindacato tedesco Dgb, le proposte per la crescita dei sindacati spagnoli e danesi".
"Si tratta ora - conclude Camusso - di trasformare questa proposta in una vera e propria piattaforma sindacale, da far vivere nel confronto con le istituzioni europee e i governi nazionali, anche in vista delle elezioni per il Parlamento europeo del prossimo maggio e dei due prossimi semestri di presidenza dell'Ue, che saranno affidati a Grecia e Italia. Una piattaforma su cui mobilitare i lavoratori in tutta Europa, per far entrare al centro del dibattito politico le questioni degli investimenti produttivi, della creazione di buona e stabile occupazione, dell'emissione di eurobond e project bond, dell'allentamento progressivo dei vincoli del Patto di stabilità, della reindustrializzazione dell'Europa, del futuro dei giovani. Obiettivi centrali per far tornare a rivivere la prospettiva dell'Europa sociale e democratica e contrastare derive autoritarie, populiste e xenofobe che rischiano di condizionare gravemente il futuro dell'Unione europea". 

 
 
 

Disoccupazione

Post n°1418 pubblicato il 09 Novembre 2013 da deosoe

Lavoro: ministero, sale disoccupazione stranieri, stop a quote

Il tasso di disoccupazione dei lavoratori stranieri in Italia è cresciuto di quasi sette punti negli ultimi due anni mentre il tasso di occupazione è diminuito rapidamente portandosi a ridosso di quello degli italiani. E' quanto si legge in uno studio del ministero del lavoro sui lavoratori stranieri in Italia nel secondo trimestre 2013 appena pubblicato nel quale si sottolinea che la domanda attesa da aziende e famiglie può essere soddisfatta anche senza programmare nuove quote. I disoccupati stranieri infatti sono oltre 500.000.

''La domanda di lavoro attesa - si legge nello studio - può essere ampliamente soddisfatta nell'ambito dei settori, dei territori, e dei profili richiesti, compreso il settore domestico, dell'offerta di lavoro disponibile, anche in assenza di una nuova programmazione di quote generali tramite i decreti flussi annuali''.
Il tasso di occupazione degli stranieri è diminuito di oltre cinque punti percentuali, dal 63,5% del secondo trimestre 2011 al 58,1% del secondo trimestre 2013 (quello italiano è calato nello stesso periodo dal 56,6% al 55,4%). Il tasso di disoccupazione degli stranieri è passato in due anni dal 10,9% al 17,9% a fronte di un aumento per i lavoratori italiani dal 7,4% all'11,3%. ''Complessivamente - si legge nel Rapporto -  la popolazione straniera, nel II trimestre 2013, è pari a 4.111.937 individui di cui 2.350.191 occupati, 511.365 persone in cerca di lavoro e 1.250.381 di inattivi'', numero quest'ultimo fortemente cresciuto negli ultimi due anni (era a 1.080.000 nel secondo trimestre 2011).

''Il quadro descritto - si legge nello studio - mostra il perdurare delle criticità del mercato del lavoro, se non addirittura l'insorgenza di fenomeni di recessione occupazionale in alcuni particolari settori economici. Da un lato, la costante contrazione della domanda e, dall'altro il considerevole incremento delle persone in cerca di occupazione, determina una condizione in cui l'offerta di lavoro garantita dai lavoratori stranieri già presenti in Italia è più che sufficiente''.

ansa

 
 
 

Infortuni sul lavoro

Post n°1417 pubblicato il 09 Novembre 2013 da deosoe

Infortuni: Cgil e Uil Palermo per stop a omicidi sul lavoro"Siamo stanchi di contare gli omicidi sul lavoro. Chiediamo al prefetto la convocazione urgente di un tavolo provinciale con tutti gli organismi preposti, Inail, Inps, Ispels, Ispettorato del lavoro e forze dell'ordine al fine di programmare un'attività straordinaria di controllo su tutto il territorio". A dirlo sono il segretario Cgil Palermo e il segretario Uil Palermo, dopo l'ennesima tragedia in un cantiere edile avvenuta ieri a Piana degli Albanesi, nel palermitano.Le segreterie provinciali e di federazione di Cgil e Uil, esprimono la propria solidarietà alle famiglie dei lavoratori vittime del nuovo incidente "anche dovuto, come quelli precedenti, allo sfruttamento dei lavoratori e all'incuria in materia di sicurezza".Insorgono anche i sindacati di categoria degli edili: "Occorre mettere in funzione -affermano il segretario Fillea Cgil e il segretario Feneal Uil Palermo- tutti gli organi preposti per garantire nei cantieri edili legalità e sicurezza".AdnKronos

 
 
 

Lavori atipici

Post n°1416 pubblicato il 09 Novembre 2013 da deosoe

Inca-Cgil, boom atipici, meno pagati e meno protetti

Il lavoro atipico - dal tempo determinato al part-time involontario, dall'interinale al falso autonomo - è "esploso" in pochi decenni ma è diventato "sinonimo di precarietà, di basse retribuzioni, di scarse coperture sociali ed è spesso associato all'occupazione femminile": è quanto indicano i rapporti di otto paesi europei nell'ambito del progetto Accessor (acronimo di Atypical Contracts and
Crossborder European Social Security Obligations and Rigths), promosso dall'Inca-Cgil insieme ai suoi partner sindacali europei: Regno Unito (capofila), Germania, Svezia, Spagna, Italia, Belgio, Slovenia e Francia.

Il progetto, presentato a Londra il 5 novembre, alla presenza di Morena Piccinini, presidente Inca Cgil e  di Susanna Camusso, segretario generale Cgil, ha fatto emergere le "incongruenze che scaturiscono nell'applicazione dei regolamenti europei e ha mostrato come, avendo l'Europa rinunciato a qualsiasi forma di armonizzazione sociale, i principi e le regole che dovrebbero garantire la protezione sociale e la libera circolazione sono oggi, di fatto, impraticabili a una schiera crescente di lavoratori atipici e precari, di cui governi e istituzioni nazionali ed europee non conoscono le dimensioni, le caratteristiche e i bisogni".
Anche sulla varietà delle forme di contratti atipici non vi sono dati definitivi: il rapporto nazionale italiano indica un
numero compreso tra 19 e 46, a seconda - sottolinea lo studio - di quale organizzazione esegua il calcolo. Il rapporto nazionale francese e quello britannico elencano nove forme di contratto, ulteriormente suddivise in base alla natura del rapporto di lavoro. Il rapporto nazionale belga e quello sloveno ne elencano sette tipi principali.
Il tutto "è un gatto che si morde la coda", afferma lo studio, "l'asimmetria che si è generata tra lavoratori standard e lavoratori atipici fa sì che questi siano discriminati, non una, ma tre volte: hanno redditi bassi e precari quando
lavorano, sono scarsamente coperti dai sistemi di sicurezza sociale quando restano disoccupati, perdono una parte dei loro diritti quando si spostano in un altro stato Ue".

"Con diverse denominazioni, tipologie e modalità, tutti i paesi europei sono caratterizzati negli ultimi anni dall'aumento di forme di lavoro precarie, sottotutelate, sottopagate e con livelli di contribuzione decisamente irrisori - ha detto Morena Piccini, presidente Inca Cgil -. "Sembra quasi che il coordinamento delle politiche sociali, in questo caso, funzioni al contrario e cioè che i paesi si siano accordati tra loro per avere ognuno di essi un'area di lavoratori più o meno vasta (in Italia vastissima), che in realtà hanno pochissimi diritti e tutele e con modalità che non riescono a essere esercitate negli altri paesi".

"Questi lavoratori, giovani ma non solo, precari nel paese di residenza, cercano di spostarsi in altri paesi - ha spiegato la presidente del patronato Inca - per cercare un'occupazione migliore, ma in realtà è facile che incontrino anche nel paese di arrivo una condizione di precarietà in una spirale senza fine. Una situazione in cui spesso i pochi diritti maturati nel paese di provenienza non possono essere esercitati nel paese di arrivo, o la somma dei due periodi non dà diritto a prestazioni cumulate o cumulabili. Quasi che la normativa, positiva, europea per il lavoro a tempo indeterminato e tempo pieno non sia assolutamente applicabile a questa gamma di lavoratori che si va estendendo".

L'Inca, quindi, lancia un monito a tutti i soggetti coinvolti: "Innanzitutto - avverte la presidente - ai sindacati, ognuno nel proprio paese di azione, perché questo terreno del lavoro atipico deve essere di più e meglio presidiato. In secondo luogo, alla Ces, il sindacato europeo, perché occorre che sia promotore di un'iniziativa congiunta che parta dai diversi paesi, in modo da pretendere una normativa sempre più unificata e unificante per i diritti delle persone. Questo vuol dire che il monito è rivolto anche all'Unione europea, e al Parlamento europeo in particolare, che noi pensiamo debba cominciare finalmente a occuparsi anche di queste tematiche, perché i numeri stanno diventando veramente esplosivi".

E un ruolo importante spetta anche al patronato. "Da un lato, non possiamo permetterci di tollerare - ha sottolineato la presidente dell'Inca - che le persone siano tanto inconsapevoli dei loro diritti, perché vediamo con sempre più frequenza che chi si sposta da un paese all'altro spesso non è consapevole delle opportunità offerte dalla legislazione ma anche dei rischi cui va incontro; dall'altro lato, occorre garantire una tutela a 360 gradi secondo un messaggio che noi vogliamo dare: l'Inca ovunque vai c'è, c'è in tutti i paesi europei, e ovunque le persone si spostino, dall'Italia all'estero o dall'estero all'Italia, devono sapere che l'Inca è in grado di fornire l'accompagnamento nella tutela. Questo vuol dire che ci deve essere un impegno maggiore da parte nostra, che ci dobbiamo fare carico di più anche noi del diritto di conoscenza di queste normative e di interpretare una tutela che è un po' diversa rispetto a come siamo abituati a gestirla per un lavoratore a tempo pieno: se per un lavoratore a tempo pieno e indeterminato, infatti, si è proiettati su come fare in modo che la contribuzione serva a fini pensionistici, per un lavoratore precario a questo obiettivo se ne aggiunge un altro, che è quello di fare in modo che anche il sostegno al reddito o la ricostruzione dei diversi periodi della carriera lavorativa siano esercitati e mantenuti unificati. E questo è un compito decisamente molto più difficile rispetto a quello che abbiamo svolto finora".

"In Italia il fenomeno del precariato è da record - ha detto Susanna Camusso, segretario generale Cgil - ma anche negli altri Paesi si è assistito ad un progressivo impoverimento dei diritti dei lavoratori e alla creazione di contratti sempre più atipici. Il progetto Accessor punta, dunque, a raccogliere le diverse esperienze nei vari Paesi europei  in una realtà in cui i precari si spostano facilmente e comunque trovano contratti che offrono pochi diritti. Sono soprattutto i giovani - ha continuato Camusso - a subire questa situazione. Purtroppo le contraddizioni sono aumentate in un'Europa che è passata da un processo di accrescimento, all'individuazione di un punto minimo di diritto. Dalla progressiva separazione tra protezione sociale, diritti di cittadinanza, alla tutela individuale, tutti gli interventi sono stati tesi allo smantellamento dei diritti. I trend del lavoro atipico ci dicono che nascono sempre più nuovi soggetti deboli (le donne principalmente) e crescono posti di lavoro sempre più deboli dal punto di vista dei diritti. E' dunque necessario - ha concluso Camusso - stimolare una maggiore formazione professionale permanente dei lavoratori, rivendicare diritti sociali uguali in tutta Europa, chiedere che ci sia un compact sulla previdenza, e l'eliminazione di contrattazioni troppo dissimili tra di loro in Europa.

c. stampa.doc

 
 
 

Ocse famiglie italiane

Post n°1415 pubblicato il 09 Novembre 2013 da deosoe

Ocse, reddito delle famiglie italiane giù del 7%

Il reddito disponibile reale delle famiglie italiane è calato del 7 per cento tra il 2007 e il 2012. È quanto emerge da uno studio dell'Ocse intitolato "How's Life? 2013", nel quale l'organizzazione parigina sottolinea che quella del nostro paese è una delle diminuzioni più forti registrate nell'area dei paesi più industrializzati.

Il benessere soggettivo, si legge nel dossier, si è deteriorato nei paesi più colpiti dalla crisi. Tra il 2007 e il 2012 il sentimento di soddisfazione nei confronti della vita ha registrato in media un calo di oltre il 20 per cento in Grecia, del 12 per cento in Spagna e del 10 per cento in Italia. Moderati aumenti, invece, si sono registrati in Germania, Israele, Messico, Russia e Svezia.

Tornando al nostro paese, il deterioramento delle condizioni lavorative e l'aumento della disoccupazione sono le principali cause del peggioramento del sentimento di benessere delle famiglie. Nello stesso periodo il tasso di occupazione è diminuito in Italia di un punto percentuale, mentre la disoccupazione è cresciuta di quasi 3 punti percentuali.

Nel 2012, poi, il 42 per cento degli italiani si è detto molto soddisfatto dalla propria vita contro il 58 per cento nel 2007, una delle percentuali più basse dell'area dell'Ocse. Anche la fiducia nelle nostre istituzioni è calata: quelli che si fidano del governo scendono dal 30 per cento del 2012 al 28 per cento nel 2012. Tuttavia, nello stesso periodo, rileva l'Ocse, è aumentata la solidarietà: il 22 per cento degli italiani nel 2012 ha dichiarato di avere aiutato qualcuno a fronte del 18 per cento osservato cinque anni prima.

 
 
 

Ocse donne

Post n°1414 pubblicato il 09 Novembre 2013 da deosoe

Ocse: donne italiane, 2 ore di lavoro su 3 non retribuite

Le donne italiane lavorano complessivamente quasi 11 ore a settimana più degli uomini, ma la maggior parte di questo lavoro non è retribuito. Lo rileva l'Ocse, nel suo rapporto periodico sul benessere.
Secondo i dati dell'organizzazione, aggiornati al 2010, una  donna italiana lavora in media 58,6 ore a settimana, contro le 47,7 di un uomo. Di queste, quasi i due terzi (36,1 ore) sono però di lavoro non retribuito - cura di bambini e anziani, pulizie domestiche, cucina e altri lavori legati alla casa e alla famiglia - mentre solo poco più di 22 ore sono retribuite.

Una situazione nettamente opposta rispetto a quella degli uomini, per cui il lavoro retribuito rappresenta oltre 33 ore su 47 (quasi undici in più delle donne), mentre quello non retribuito è di sole 14,5 ore, oltre 21 in meno rispetto alla parte femminile. Questo gap colloca l'Italia al primo posto tra i 34 Paesi Ocse per differenza tra uomini e donne nella distribuzione del lavoro non pagato, nettamente davanti a Francia (12,6 ore non retribuite in più per le donne), Gran Bretagna (12,2 ore in più), Usa (9,5 ore) e Germania (6,6 ore). Eppure, sempre secondo i dati Ocse, il tempo di lavoro non pagato delle donne italiane è diminuito di quasi due ore a settimana rispetto ai primi anni Duemila, mentre quello degli uomini è aumentato di oltre un'ora.

Questa suddivisione disuguale del lavoro domestico, sottolinea il rapporto, ''può' avere effetti negativi sul benessere delle donne'', in almeno due modi. In primo luogo, ''grosse responsabilità per il lavoro in casa incidono direttamente sulla decisione della donna di inserirsi nel
mercato del lavoro e nel numero di ore che possono dedicarvi'', e così ''rafforzare le diseguaglianze di genere nell'accesso a
opportunità e risorse economiche''. Inoltre, ''carichi eccessivi di lavoro per donne con il ''doppio fardello'' di avere un lavoro e prendersi cura della famiglia può generare mancanza di tempo e stress, con effetti negativi sulla salute''.

 
 
 

esodati

Post n°1413 pubblicato il 09 Novembre 2013 da deosoe

Esodati: Cgil, interpretazione aberrante Inps su salvaguardia

La Cgil accusa l'Inps di ''interpretazione restrittiva'' sui salvaguardati rispetto alla legge Fornero in modo da ridurre la platea dei beneficiari. In  pratica, si legge in un messaggio dell'Istituto di previdenza la salvaguardia non opera nei casi in cui i lavoratori oggetto di accordo di esodo raggiungono i nuovi requisiti previsti dalla riforma Fornero nel periodo di fruizione degli ammortizzatori sociali. Se invece non si raggiungono i nuovi requisiti nel periodo di cigs o mobilità ma si raggiungono quelli precedenti la riforma si va in pensione con quelli (e quindi si è salvaguardati). La Cgil sottolinea che in questo modo si crea disparità a sfavore di coloro che hanno un'anzianità maggiore (e che quindi ottengono i nuovi requisiti nel periodo di fruizione degli ammortizzatori).

La Cgil esprime il suo profondo dissenso - si legge nella nota - rispetto all'interpretazione data dall'Inps con il messaggio n. 17606 del 4 novembre 2013. La questione riguarda i lavoratori con accordi governativi stipulati alla data del 31 dicembre 2011, posti in mobilità in data antecedente, pari o successiva al 4 dicembre 2011, che maturano i requisiti per il diritto a pensione, in base alla normativa precedente alla legge Fornero, successivamente al 31 dicembre 2011 prima di essere posti in mobilità''.

La Cgil definisce l'interpretazione ''aberrante. Cercheremo in ogni modo - si legge in una nota - di far cambiare il messaggio che, purtroppo, ha già creato un grande disagio sociale e che se, non modificato, creerà un enorme contenzioso legale. Sarebbe bene poi che l'Inps per ragioni di trasparenza dei dati dicesse anche quanti sono i lavoratori che sono rientrati numericamente nella salvaguardia dei 55.000: non vorremmo scoprire all'ultimo minuto, come è già avvenuto per la salvaguardia dei 65.000, che anche in questo caso i lavoratori salvaguardati sono meno di quelli previsti. Tra i vincoli messi dai Ministeri e le interpretazioni restrittive dell'INPS la platea dei possibili beneficiari si riduce sempre di più''.

 
 
 

Immigrati

Post n°1412 pubblicato il 09 Novembre 2013 da deosoe

Immigrati: per stagionali permesso fin dal primo ingresso

Nei casi di domanda di conversione del permesso di soggiorno stagionale in permesso di soggiorno per lavoro subordinato, non deve essere accertato l'avvenuto rientro del lavoratore stagionale nel Paese di origine e l'ottenimento del secondo visto di ingresso in Italia per lavoro stagionale. Lo chiarisce una circolare congiunta del ministero dell'Interno e del ministero del Lavoro e delle Politiche sociali, con la quale si forniscono chiarimenti sulla conversione del permesso secondo quanto disposto dal dlgs 286/1998.

Secondo la circolare, è sufficiente, infatti, che le Direzioni territoriali del Lavoro e gli Sportelli unici verifichino la presenza dei requisiti per l'assunzione nell'ambito delle quote di ingresso specificatamente previste per tali conversioni, nonché l'effettiva assunzione in occasione del primo ingresso per lavoro stagionale (tramite il riscontro dell'esistenza di un'idonea comunicazione obbligatoria).

 
 
 

Cig

Post n°1411 pubblicato il 09 Novembre 2013 da deosoe

 

Lavoro: Cig in calo, ma servono risorse per il 2013 e il rifinanziamento per il 2014

Oltre 1,4 milioni di domande di disoccupazione in 9 mesi con una crescita del 27,7% sullo stesso periodo del 2012: i dati diffusi dall'Inps confermano che la crisi economica è ancora profonda e anche la lieve riduzione che si registra nelle autorizzazioni sulla cassa integrazione (-1,8% nei primi 10 mesi a 879,9 milioni di ore) è solo dovuta al crollo delle autorizzazioni per la deroga mentre le richieste di cassa ordinaria e straordinaria continuano a salire. Cala
quindi solo la cassa per la quale sono necessarie risorse pubbliche (e si assiste a un freno delle autorizzazioni) mentre
crescono le altre.

Per le richieste di indennità di disoccupazione (dal 2013 Aspi e mini Aspi) si registra un vero e proprio boom con oltre 194.000 richieste nel solo mese di settembre (compresa la mobilità e la disoccupazione ordinaria e speciale edile). Nei primi 9 mesi si supera quota 1,4 milioni contro (1,1 milioni registrati nello stesso periodo del 2012).

Per quanto riguarda la cassa integrazione l'Inps ha autorizzato a ottobre 90,7 milioni di ore con un calo dell'11,9% sullo stesso mese del 2012. Il risultato è stato possibile grazie al crollo delle autorizzazioni per la cassa in deroga (-58,7%), strumento per il quale mancano all'appello per il 2013 ancora 350 milioni (il Governo sta cercando le coperture) oltre ai due miliardi e mezzo già stanziati nel complesso. Nel mese si è avuto invece un aumento sia per la cig ordinaria (+7,4%) che per la straordinaria (+9,5%).  Nel complesso dei primi 10 mesi dell'anno sono stati autorizzati 879,9 milioni di ore di cassa a fronte degli 895 milioni dello stesso periodo del 2012. Tra gennaio e ottobre sono stati autorizzati 293,3 milioni di ore di cassa ordinaria (+6%), 366 milioni di ore di cigs (+14,2%) e 220,6 milioni di cig in deroga (-26,2% sullo stesso periodo del 2012).

"La flessione della cassa integrazione, tutta imputabile al crollo di quella in deroga - afferma la Cgil in una nota - non sottende un'inversione di tendenza. L'andamento della cassa, infatti, al netto dei problemi di finanziamento e di burocrazia che investono la deroga, rimane a livelli elevatissimi, con un trend che sfonderà per l'ennesima volta il miliardo di ore di cassa autorizzate anche per il 2013". 
Inoltre, prosegue la nota, "i dati sulla crescita delle domande di disoccupazione sono inquietanti ed è per questo che non è assolutamente tollerabile lasciare senza alcun tipo di sostegno centinaia di migliaia di lavoratori invischiati in una crisi profondissima, e alla deriva della disoccupazione, in attesa di una, al momento soltanto ipotetica, ''ripresina''. Serve garantire un finanziamento adeguato per gli ammortizzatori in deroga, non solo per quel che resta per il 2013 ma per tutto il prossimo anno". Per la Cgil, infine, "non bisogna guardare alle sole emergenze. La legge di stabilità deve essere lo strumento per determinare quel cambiamento necessario per aggredire la crisi.


 

 
 
 

Militari

Post n°1410 pubblicato il 09 Novembre 2013 da deosoe

 

Scivolo d'oro per i militari: «Cresce l'ingiustizia»

"Con lo ''scivolo"  verso la pensione dei militari cresce l'iniquità del sistema previdenziale e crescono le diseguaglianze". È quanto affermano in una nota il segretario nazionale Fp Cgil, Salvatore Chiaramonte, e il segretario confederale Cgil, Vera Lamonica, aggiungendo che: "Abbiamo più volte e in più sedi espresso un giudizio molto critico sulla legge 'Di Paola' di revisione dello strumento militare, soprattutto perché abbiamo considerato tale legge non in grado di produrre alcuna vera riorganizzazione, per mettere in efficienza il 'servizio difesa', eliminare sprechi e spese improduttive e rimuovere privilegi. Gli schemi di decreto che dovrebbero attuare la legge confermano e rafforzano il nostro giudizio negativo".

In questo senso, proseguono i due dirigenti sindacali, "l'istituto dell'esenzione del personale militare dal servizio nel decennio antecedente il limite di età per la pensione, il cosiddetto 'scivolo', stabilisce per legge trattamenti che determinano un aumento del livello, già grave, di disuguaglianza e ingiustizia nella determinazione del diritto alla pensione, messo in discussione dai ripetuti interventi sul sistema previdenziale, ultimo quello della 'riforma' Fornero". Tale istituto, osservano, "è la punta iniqua di un iceberg di privilegi e guarentigie riconosciute alla sola categoria dei militari (di ogni corpo e grado): si va, infatti, dalla promozione al grado successivo il giorno precedente al pensionamento, alle abbondanti riserve in tutti i concorsi pubblici dal 30 al 50%, all'indennità 'di campagna' riconosciuta anche a militari mai effettivamente impegnati in missioni o missioni militari ed erogata anche dopo la conclusione della campagna stessa, ecc. ecc".

Questi trattamenti, precisano Chiaramonte e Lamonica, "paiono a noi il frutto dell'attività di pressione e di vera e propria lobbying che da sempre svolgono i corpi militari nel nostro ordinamento, e di certo non rispondono ad esigenze di equità e di efficienza del servizio difesa, il tutto con insopportabili carichi per la spesa pubblica e con effetti certamente drammatici sull'opinione pubblica e sul giudizio di lavoratrici e lavoratori, di esodati, di pensionati e di giovani disoccupati e precari. Giudizio negativo che, unito alla non condivisione delle scelte costosissime di riarmo dei governi (F35 e non solo), rischia di privare del giusto riconoscimento del Paese il ruolo delicato e difficile svolto dai militari italiani nelle missioni all'estero".

Motivi per i quali la Fp e la Cgil chiedono che "si ponga mano quindi ai punti dei decreti attuativi che abbiamo segnalato, ripristinando inoltre criteri di equità di trattamento di militari e civili coinvolti nei processi di riorganizzazione, riduzione del personale e riallocazione delle risorse che pure riteniamo necessari. Si proceda ad ammodernare una amministrazione che deve tornare ad essere strategica per il paese, adeguandola alle necessità attuali in tema di difesa e mantenimento della pace. Si faccia, rimuovendo invece che aumentando diseguaglianze (a partire dall'accesso alla pensione) cancellando insopportabili privilegi e riconoscendo imprescindibili diritti", concludono Chiaramonte e Lamonica. 


 

 
 
 

Crisi

Post n°1409 pubblicato il 09 Novembre 2013 da deosoe

 

Italiani al tempo della crisi: preoccupati ma altruisti

Italia disperata, egoista e rinchiusa in sé? Non più, o piuttosto sempre meno: il 29,5% degli italiani afferma di ricevere "moltissima carica" dalla possibilità di aiutare qualcuno in difficoltà. È uno dei risultati di una ricerca Censis su "I valori degli italiani 2013. Il ritorno del pendolo". Secondo i dati raccolti dal Censis il 40% degli italiani si dice molto disponibile a fare visita agli ammalati, più del 36% si dice assolutamente pronto a rendersi disponibile in caso di calamità naturale, per contribuire al bene comune.

Il 37% si dice molto o abbastanza disponibile a dare una mano nella manutenzione delle scuole (il 21% è "molto" disponibile). Questa percentuale al Sud aumenta fino al 41%, 6 punti percentuali in più rispetto al Nord-Ovest: evidentemente, laddove il bisogno è più forte, gli italiani sono pronti a mettersi in gioco. Anche per la manutenzione delle spiagge e dei boschi, più di un terzo degli italiani si dice pronto a collaborare (il 34%), mentre il 37% si trincera dietro un più interlocutorio "forse". Anche in questo caso al Sud l'energia potenziale sembra maggiore (la percentuale sale al 36%) rispetto al Nord-Est (33%), dove probabilmente l'emergenza è meno sentita.

L'amore più forte rimane quello per le persone che ci sono vicine: l'80% degli italiani afferma di amare moltissimo i propri familiari, il 64% il proprio partner, il 22% i colleghi di lavoro. Il 26% ritiene di vivere in un territorio in cui la coesione sociale è forte, per il 64% è discreta, solo il 9% pensa che sia modesta. E soltanto il 10% pensa che l'onestà dei cittadini che abitano nel suo territorio sia scarsa. Il 59% degli italiani afferma che curare la propria spiritualità procura una buona dose di energia positiva. E si diffonde, sostiene il Censis, una sorta di 'papafrancescanesimo'. "La figura del nuovo Papa sta risvegliando in molti l'interesse non solo per la fede, ma più in generale per la vita spirituale e il gusto per una certa frugalità nei consumi".

Un'attitudine che comincia a riflettersi anche nella giornata lavorativa, profilando un futuro di minor competizione e maggior collaborazione: il 35% degli imprenditori italiani ritiene che collaborare bene con i colleghi darebbe molta carica, come anche quasi il 31% degli artigiani. "Potrebbe farsi strada una nuova cultura imprenditoriale, più collaborativa, in grado di essere trainante per il paese, se prevarrà la voglia di riscoprire l'altro come alleato e non come competitor", è la chiosa del Censis.

Ma non è tutto rose e fiori, ancora. Oggi l'85% si dice preoccupato e il 71% indignato, e solo il 26,5% dice di sentirsi frustrato e il 13% disperato. Al contrario, il 59% degli italiani si sente vitale (e anche il 48% degli over 65 anni). Le preoccupazioni e l'indignazione, non solo non si sono mutate in frustrazione e disperazione, ma non hanno indebolito la vitalità individuale. Il Paese è tutt'altro che spento. Semmai è in attesa di un segnale: il 46% degli intervistati ammette di trovarsi nella condizione in cui vorrebbe fare qualcosa, ma non sa che cosa.

"Nel paese si prepara una reazione al degrado antropologico conclude il Censis-, una reazione che però aspetta di essere incanalata e condotta. La spinta ideale mostra di avere sufficiente energia per far sì che il ritorno del pendolo sia un percorso evolutivo e non involutivo. Ma si avverta l'assenza di una regia che coaguli tutte queste energie: oggi il 67% degli italiani non si sente rappresentato da nessuno".


 

 
 
 

Ita mi contas

Post n°1408 pubblicato il 09 Novembre 2013 da deosoe

 

 

 

Biblioteca Comunale di Flumini

giovedì 7 novembre 2013 alle ore 17,30

L'Associazione culturale Ita mi contas organizza per giovedì 7 novembre (ore 17.30, presso la Biblioteca di Flumini) una Conferenza su "ENERGIA E SVILUPPO SOCIO-ECONOMICO IN SARDEGNA"

Dopo l'introduzione di Francesco Casula, presidente dell'Associazione ITA MI CONTAS, a tenere la Conferenza sarà l'ingegnere Antonio Delitala, dirigente sardista, nonché amministratore: è stato Assessore all'Ambiente della Provincia di Cagliari ( Giunta Nicola Scano 1999-2000).

Nel Partito sardo ha ricoperto molte cariche: è stato oltre che Segretario Cittadino di Cagliari, segretario nazionale. Attualmente fa parte del Consiglio nazionale sardista.

Delitala, esperto nella Questione energetica e soprattutto gran conoscitore delle energie alternative (ad iniziare da quelle solari ed eoliche), si soffermerà in modo particolare sulla importanza decisiva delle risorse energetiche ai fini dello sviluppo socio-economico in Sardegna. La nostra Isola è un territorio particolarmente ricco di risorse energetiche alternative. Ad iniziare da quella solare. Occorrerà procedere  al suo sviluppo e utilizzo in modo massiccio e pervasivo, per non dipendere all'infinito dal cappio del petrolio.


 

 
 
 

N°594 del 30 ottobre 2013

Post n°1407 pubblicato il 09 Novembre 2013 da deosoe

 

 

NEWSLETTER LAVORO

n. 594del 30 ottobre 2013

 

 newsletter settimanale per gli operatori del mercato del lavoro

 

 Comunicazione

24-10 Convegno Nazionale: "Facciamo Luce sul Lavoro 2.0"

Il 6 dicembre 2013 l'Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia organizza un convegno dal titolo "Facciamo Luce sul Lavoro 2.0". All'incontro parteciperanno giuristi e politici di chiara fama che spiegheranno le ultime novità in materia di lavoro. Tra pochi giorni si apriranno le iscrizione esclusivamente con modalità telematica.

 

  Le Novità in materia di Lavoro         

30-10 INPS: cir.154 - dichiarazione di immediata disponibilità e domanda di disoccupazione ASpI

L'INPS, ha provveduto ad aggiornare la modulistica per la richiesta delle prestazioni ASpI (SR134) e Mini-ASpI (SR133) implementando conseguentemente la procedura di presentazione della domanda telematica da parte di cittadini, Patronati e contact center integrato.

 

28-10 Min.Lavoro: l'ultima versione aggiornata del TU in materia di salute e sicurezza sul lavoro

Il Ministero del Lavoro ha pubblicato sul proprio sito intranet la versione aggiornata del TU in materia di salute e sicurezza sul lavoro (D.L.vo n. 81/2008).

 

28-10 Adapt: la tabella comparativa regionale sui Tirocini formativi

L'Associazione Adapt ha pubblicato, sul proprio sito internet www.bollettinoadapt.it, un interessante e-book contenente una tabella riepilogativa sui tirocini in vigore in tutte le Regioni italiane.

 

28-10 INPS: nessun incentivo per i lavoratori della "piccola mobilità"

L'INPS, premettendo che la posizione espressa discende da chiarimenti intervenuti con il Ministero del Lavoro e che la normativa relativa alla c.d. "piccola mobilità" non è stata prorogata nel 2013, osserva che:...

 

28-10 Governo: proroga del blocco stipendiale per i pubblici dipendenti

Con il Decreto del Presidente della Repubblica n. 122 del 4 settembre 2013, viene previsto il Regolamento in materia di proroga del blocco della contrattazione e degli automatismi stipendiali per i pubblici dipendenti.

 

25-10 INAIL: cir.52 - criteri per la trattazione dei casi di infortunio avvenuti in missione e in trasferta

L'Inail fornisce risposta ai molti quesiti pervenuti in merito alla qualificazione, come infortuni in itinere ovvero in attualità di lavoro, di eventi lesivi occorsi a lavoratori in missione e/o in trasferta.

per accedere alle notizie

Gli Interpelli del Ministero del Lavoro

ASpI e licenziamento disciplinare

Contratto di solidarietà espansivo e contributo di legge

per accedere alle notizie 

Gli Eventi

Provincia di Piacenza: Azioni di contrasto alla disoccupazione giovanile: la «Garanzia per i giovani»

Associazione Magistrati: I contratti di rete: novità legislative, regime tributario e contabile, aspetti giuslavoristici

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Disoccupazione

Post n°1406 pubblicato il 09 Novembre 2013 da deosoe

 

Cgil, emergenza da precari a cig. Un milione e mezzo disoccupati

Non ci sono soltanto gli under-25 a nutrire le fila della disoccupazione in Italia. Al di là del parametro di riferimento Ue per il calcolo del tasso dei senza lavoro (e che nella fascia 15-24 anni comprende necessariamente anche gli studenti), l'emergenza occupazione si estende di fatto agli under-35: sono oltre 3,8 milioni quelli in difficoltà.

Si tratta di disoccupati, scoraggiati, cassintegrati, precari e part-time involontari, cioè non per scelta ma perché non trovano di meglio, e sono per l'esattezza 3 milioni 873 mila, secondo una elaborazione dei dati, relativi al primo semestre 2013, contenuti nel rapporto dell'associazione Bruno Trentin della Cgil. Sono giovani tra i 15 e i 34 anni e soltanto i disoccupati sono più di un milione e mezzo (un milione 589mila), sempre calcolati nei primi sei mesi dell'anno.
Rappresentano una fetta importante dell'emergenza occupazionale. Gli oltre 3,8 milioni di under-35 che sono alle
prese con difficoltà di ingresso e di permanenza nel mercato del lavoro sono, infatti, quasi la metà (il 42,8%) degli oltre 9 milioni di persone complessivamente già ''censite'' dall'associazione Trentin come quelle che popolano le cosiddette aree della sofferenza e del disagio occupazionale.

In particolare, 2 milioni 75 mila under-35 rientrano in quella che viene definita l'area della sofferenza, di cui fanno parte i disoccupati, gli scoraggiati e i cassintegrati. Sono, invece, 1 milione 798 mila le persone tra i 15 e i 34 anni che ricadono nella cosiddetta area del disagio occupazionale, che include i precari e i part-time involontari.

Il problema della disoccupazione riguarda tutti, ma principalmente giovani, donne e Mezzogiorno'', sottolinea il presidente dell'associazione, Fulvio Fammoni. ''Nello studio l'area fino a 35 anni rappresenta circa il 40% degli indicatori di gravità del fenomeno ed è particolarmente significativo che ciò riguarda sia chi ha un tasso di scolarità basso sia i livelli più alti d'istruzione, come i laureati". Per questo, "la priorità è creare occupazione altrimenti i dati peggiorano, come dimostrano le stime dell'Istat di oggi'', aggiunge Fammoni. Senza considerare che ''oltre all'aumento dei disoccupati e al calo degli occupati, peggiorano anche le condizioni, con la disoccupazione di lunga durata che supera il 55% ed il quinto
anno di fila in cui la cassa integrazione supera il miliardo di ore autorizzate".


 

 
 
 

Immigrati

Post n°1405 pubblicato il 09 Novembre 2013 da deosoe

 

Immigrati: A "Italia sono anch'io", Pisapia e Feltrinelli nuovi portavoce

ll sindaco di Milano Giuliano Pisapia e l''editore Carlo Feltrinelli sono i nuovi portavoce della campagna per i diritti di cittadinanza ''L''Italia sono anch''io''. Lo annuncia una nota, riferendo di un incontro durante il quale è stato proposto loro di assumere il ruolo di portavoce, in sostituzione del sindaco di Reggio Emilia Graziano Del Rio, nominato ministro. "I due nuovi portavoce, assumendo questo impegno, hanno espresso apprezzamento per il lavoro svolto dalle organizzazioni promotrici su un tema come quello della riforma della cittadinanza, oggi particolarmente sentito e urgente", prosegue la nota.

"Pisapia e Feltrinelli si sono quindi impegnati a inviare una richiesta di audizione alla commissione Affari Costituzionali, per sollecitare la calendarizzazione della discussione alla Camera e accelerare la conclusione dell'iter". "Tutti - prosegue la nota - hanno convenuto sulla necessità di rilanciare con efficacia i temi sollevati dalla campagna: riforma della cittadinanza e diritto di voto alle amministrative per i cittadini residenti di origine straniera, temi oggetto - considera la nota - di due proposte di legge di iniziativa popolare sottoscritte da duecentomila persone e già depositate in Parlamento".

Si è deciso inoltre "di proiettare la campagna in una dimensione europea - riporta la nota - anche in vista della prossima scadenza elettorale per il rinnovo dell'Europarlamento, con un primo importante appuntamento il prossimo 18 dicembre, Giornata internazionale delle Nazioni Unite per i diritti dei migranti". 


 

 
 
 

Disoccupazione

Post n°1404 pubblicato il 09 Novembre 2013 da deosoe

 

Cgil: per la recessione serve una terapia d'urto

"Il nuovo e gravissimo record sul tasso di disoccupazione dimostra che la recessione non è finita e senza una terapia d'urto non si ferma l'emorragia di posti di lavoro. Le politiche restrittive di questi anni hanno aggravato la situazione, espulso milioni di lavoratori e impedito ad altrettanti giovani di accedere al mondo del lavoro". Così la Cgil commenta i dati dell'Istat sull'occupazione.

"Chiediamo urgentemente un cambio di rotta, a partire dalla prossima legge di stabilità che deve mettere al centro il lavoro e la ripresa occupazionale - prosegue il sindacato di Corso d'Italia - e a questo fine è necessaria una significativa riduzione del carico fiscale sul lavoro e investimenti pubblici che possano stimolare la domanda e creare nuova occupazione".

"Occorre una politica industriale finalizzata alla salvaguardia del nostro patrimonio produttivo, guardando in particolare ai settori strategici e alle infrastrutture, materiali e immateriali, necessarie per la ripresa economica del Paese": aggiunge la Cgil "Sono, inoltre, urgenti misure per sostenere coloro che cercano lavoro, in particolare i giovani, per i quali il tasso di disoccupazione ha strutturalmente sfondato il record del 40%.

A questo fine l'attuazione della Garanzia Giovani deve essere l'occasione per rilanciare i servizi all'impiego e non lasciare soli i giovani, che purtroppo, sempre più spesso, passano dalla disoccupazione all'inattività".


 

 
 
 

Immigrati

Post n°1403 pubblicato il 09 Novembre 2013 da deosoe

 

Immigrati: solo 26mila hanno una pensione

Sono solo 26mila i lavoratori stranieri non comunitari che usufruiscono di una pensione in Italia, a fronte di circa due milioni di lavoratori regolarmente assunti. Poco più dello 0,2%. Lo ha reso noto il presidente dell'Inps, Antonio Mastrapasqua, che insieme al ministro per l'Integrazione Cecile Kyenge ha presentato la campagna "Il lavoro è cittadinanza". Un progetto che si propone di comunicare l'apporto positivo che i lavoratori stranieri producono il termini di valore aggiunto e per la contribuzione nei bilanci del nostro sistema previdenziale.

"Il lavoro non ha colore, etnie o appartenenza. E' solo lavoro, con i suoi diritti": ha detto il ministro per l'Integrazione, Cecile Kyenge, sottolineando che "i dati ci dicono che i lavoratori migranti producono il 10% del
Pil".

I cittadini extra Ue che lavorano in Italia si suddividono in 883mila dipendenti con contratto a tempo indeterminato e circa 270 a tempo determinato, ai quali si aggiungono 467mila lavoratori domestici e 159mila esercenti di attività commerciali. Gli artigiani sono circa 120mila e 19mila i lavoratori subordinati.

Infine, 136mila sono i lavoratori dipendenti in ambito agricolo, quasi 17mila gli stagionali e circa 1.500 i coltivatori diretti. Quanto alle imprese individuali, sono oltre 300mila gli stranieri non comunitari che hanno avviato questo tipo di impresa.

Le prestazioni di cui usufruiscono i lavoratori stranieri, ha sottolineato Mastrapasqua, sono contenute: 323.500 sono che usufruiscono dell'assegno al nucleo familiare; 297mila i titolari di indennità di disoccupazione, 123mila coloro che fruiscono di cassa integrazione e 15.500 i titolari di indennità di mobilità. Ancora, 32.500 ricevono l'indennità di maternità e 15mila beneficiano dei congedi parentali.

"C'è un 'ultimo miglio''- ha concluso il presidente Inps - con l'attuale sistema se un lavoratore extra Ue va via dall'Italia i contributi che ha versato decadono. Bisogna convertire gli accordi bilaterali per far sì che il lavoratore sappia di poter avere le prestazioni dovunque decida di andare a lavorare".  


 

 
 
 

Femminicidio

Post n°1402 pubblicato il 09 Novembre 2013 da deosoe

Legge su femminicidio, rilasciato primo permesso di soggiornoA distanza di due settimane dalla sua entrata in vigore, è stata applicata in Calabria la nuova legge contro il femminicidio. Ne beneficerà una ventenne africana sottoposta a violenza sessuale in Italia.Il legale ha chiesto alla Procura della Repubblica di Palmi di riconoscere alla donna il permesso di soggiorno, come previsto dall'articolo 18 bis della nuova norma, a tutela delle straniere vittime di maltrattamenti in famiglia, violenza sessuale e atti persecutori.Tramite la questura di Reggio Calabria, la pratica è andata a buon fine e alla donna africana è stato rilasciato il permesso di soggiorno.adnKronos

 
 
 

Lavoro

Post n°1401 pubblicato il 09 Novembre 2013 da deosoe

Lavoro: un terzo delle Pmi ha licenziato, fuori i più giovani

Un terzo delle pmi italiane è stata costretta a licenziare. E l'onda lunga della crisi, soprattutto nelle realtà più piccole, colpisce i dipendenti più giovani. Nelle aziende a conduzione familiare, e più in generale in quelle fino a 20 addetti, la riduzione dell'organico ha infatti riguardato gli ultimi assunti. E' la fotografia scattata da un'indagine dell'Adnkronos: il 30% delle imprese dichiara di aver risolto uno o più contratti di lavoro nell'ultimo anno e, fra queste, più della metà ha sacrificato i rapporti più recenti, che quasi sempre riguardano addetti under 30.

Le prospettive sembrano però indicare una frenata nell'emorragia di posti di lavoro. Guardando al prossimo anno scende al 20% la quota di piccole e medie imprese che pensa di dover ricorrere a tagli del proprio personale. Un dato che comunque segnala un trend di contrazione dell'occupazione nelle piccole e medie imprese anche per il prossimo anno. Per altro, solo una impresa su dieci si dice pronta a fare nuove assunzioni.

Tra le cause principali indicate per giustificare la decisione di licenziare prevale l'eccessivo costo del lavoro, indicato dal 70% delle imprese che hanno ridotto il numero dei propri dipendenti.

Altrettanto allarmanti i dati che riguardano il lavoro in nero. Il 40% delle pmi interpellate ammette di aver fatto ricorso, nel corso dell'ultimo anno, a prestazioni di lavoro non regolari; una stessa quota pensa che possa essere costretta a farne uso nel prossimo anno.

I dati che emergono dall'indagine descrivono una crisi del mercato del lavoro che non è solo quella dei grandi numeri, delle grandi imprese e delle vertenze nazionali. Nel tessuto delle pmisi registra una costante perdita di lavoro, che è il risultato di una somma di crisi locali, periferiche, che trova rappresentazione nei dati appena diffusi dall'Istat.

Nell'analisi dei numeri assoluti, il trend e'' ancora più evidente che nell'analisi dei tassi di occupazione e disoccupazione. A settembre 2013 sono occupati 964 mila giovani tra i 15 e i 24 anni, in calo del 2,3% rispetto ad agosto (-23 mila) e del 12,5% su base annua (-138 mila). I giovani disoccupati sono 654 mila, in calo dell'1,5% nell'ultimo mese (-10 mila) ma in aumento del 5,4% rispetto a dodici mesi prima (+34 mila). Il numero di giovani inattivi è pari a 4 milioni 371 mila, in aumento dell'1,5% nel confronto congiunturale (+64 mila) e dell''1,2% su base annua (+54 mila).

In un anno, in sostanza, ci sono 138 mila giovani occupati in meno, 34 mila giovani disoccupati in più, 54 mila giovani inattivi in più. E buona parte di questi, considerate le caratteristiche dimensionali del tessuto produttivo italiano, sono proprio lavoratori che perdono il proprio posto di lavoro perchè licenziati da una piccola e media impresa, o che non riescono a trovarlo, perchè le pmi hanno smesso di assumere.

 
 
 
 
 

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