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di Vittorio Casula

 
 

 

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Messaggi del 15/11/2013

Immigrati

Post n°1463 pubblicato il 15 Novembre 2013 da deosoe

Immigrati: Corte Ue, esame richiesta asilo non solo in Paese primo ingresso

L'esame di una richiesta di asilo può essere esaminata anche da un altro Stato della Ue se il Paese membro di primo ingresso non garantisce un trattamento umano. Lo ha stabilito la Corte di giustizia dell'Unione europea. Per la Corte uno Stato della Ue che non può trasferire un richiedente asilo verso il Paese competente per l'esame della richiesta perchè c'è il rischio che vengano violati i suoi diritti fondamentali, è tenuto a identificare un altro membro competente.

La decisione nasce dal caso un cittadino iraniano, entrato illegalmente in Germania attraverso la Grecia. La domanda di asilo che l'uomo ha presentato in Germania è stata dichiarata irricevibile perché, ai sensi del regolamento di Dublino, era la Grecia lo Stato membro competente per esaminarla. L'uomo, che è stato trasferito in Grecia, ha presentato un ricorso per annullamento della decisione di rigetto della sua domanda, che è stato accolto dal Tribunale amministrativo di Francoforte sul Meno, in Germania. Secondo il giudice, considerate le condizioni di accoglienza dei richiedenti asilo e del trattamento delle domande di asilo in Grecia, la Germania era tenuta a esaminare la domanda. Le autorità tedesche, quindi, hanno successivamente riconosciuto all'uomo lo status di rifugiato.

Nella sentenza la Corte ricorda che uno Stato membro "è tenuto a non trasferire un richiedente asilo verso lo Stato membro inizialmente identificato come competente quando non può ignorare che le carenze sistemiche della procedura di asilo e delle condizioni di accoglienza dei richiedenti asilo in tale Stato membro costituiscono motivi seri e comprovati di credere che il richiedente corra un rischio reale di subire trattamenti inumani o degradanti". Per la Corte "in simili frangenti uno Stato membro, ai sensi del regolamento, può esaminare esso stesso la domanda", anche se, "qualora non intenda avvalersi di tale facoltà, detto Stato, in linea di principio, non è tenuto al trattamento della domanda".

 
 
 

legge stabilità

Post n°1462 pubblicato il 15 Novembre 2013 da deosoe

L. stabilità: Cgil, Cisl, Uil, prosegue mobilitazione per cambiarla

Prosegue la mobilitazione unitaria, promossa da Cgil Cisl Uil, per cambiare la legge di Stabilità. In tutte le province d'Italia si stanno svolgendo le manifestazioni e lo sciopero nazionale di quattro ore dei lavoratori di tutti i settori, articolato a livello territoriale, proclamato dai sindacati confederali lo scorso 21 ottobre contro la ex legge Finanziaria. Dopo gli scioperi di lunedì nella provincia di Cosenza in Calabria, di martedì in Basilicata, di mercoledì nel Lazio e in Toscana, ieri ad incrociare le braccia sono stati i lavoratori e le lavoratrici della Liguria, di Reggio Emilia e Imola in Emilia Romagna, e delle province di Belluno, Treviso e Verona in Veneto, dove si sono svolte numerose manifestazioni che hanno fatto registrare una grande adesione.

Oggi lo sciopero interesserà: la Lombardia; il Piemonte; le province di Vicenza, Rovigo, Padova e Venezia nel Veneto; il Friuli Venezia Giulia; il Trentino; le province di Bologna, Modena, Parma, Piacenza, Forlì, Rimini, Ferrara, Ravenna e Cesena in Emilia Romagna; le Marche; l'Umbria; l'Abruzzo; il Molise; la Puglia; la Campania; le province di Reggio Calabria e Catanzaro, in Calabria; la Sicilia e la Sardegna.

Sempre nella giornata di oggi, contemporaneamente agli scioperi, si svolgeranno quasi cento manifestazioni organizzate a livello territoriale, che vedranno impegnati numerosi segretari nazionali della Cgil: Danilo Barbi a Bari; Vincenzo Scudiere ad Alessandria, Elena Lattuada a Pordenone, Vera Lamonica a Cesena e Serena Sorrentino a Modena. Il segretario generale della confederazione di Corso d'Italia, Susanna Camusso, sarà, invece, impegnata nella manifestazione di Milano, dove è previsto il suo intervento conclusivo in Piazza della Scala.

 
 
 

previdenza

Post n°1461 pubblicato il 15 Novembre 2013 da deosoe

Previdenza: non creare allarme su pensionati

Da via Ciro il Grande, subito la correzione ufficiale a firma dello stesso Mastrapasqua. "C'è piena e totale sostenibilità dei conti della previdenza e dell'Inps. Nessun allarme e nessun allarmismo". E continua "mi sono limitato a ribadire quanto ho affermato lo scorso mese di luglio nell'annuale relazione al Parlamento e che cioè "il disavanzo ereditato dall'ex Inpdap, non deve trasformarsi in un sintomo di incertezza sulla tenuta della previdenza italiana", spiega. "E' solo un problema contabile, che non mina la certezza dei flussi finanziari. Nessun rischio nè per oggi nè per domani. Le pensioni sono e saranno regolarmente pagate".

In risposta alle esternazioni del Presidente dell'Inps, Cesare Damiano, presidente della commissione lavoro della Camera dei deputati sottolinea che "Non bisogna sottoporre i lavoratori e i pensionati a continue docce fredde. Quando si parla di previdenza bisogna misurare le parole, perche' altrimenti si possono creare delle onde d'urto imprevedibili che incidono pesantemente  sul comportamento dei lavoratori e possono seminare ulteriore incertezza". 
"L'accorpamento dell'INPDAP all'INPS - aggiunge - ha creato un problema di disavanzo contabile: secondo il ministro Saccomanni si tratta di un questione soltanto di carattere "tecnico" e tale deve rimanere. Se lo Stato non ha versato i contributi previdenziali  ai suoi dipendenti nella logica di una partita di giro finanziaria, adesso che gli Enti si sono unificati,  si comporti in modo adeguato se non si vuole contribuire a creare allarme su un argomento di alta rilevanza sociale. Sarebbe paradossale che qualcuno utilizzasse questa polemica infondata per mettere nuovamente le mani nelle tasche dei pensionati  a danno dei quali,  con la   riforma" Fornero,  si è operata la più colossale redistribuzione di risorse mai avvenute: tra il 2020 e il 2060 verranno risparmiati dal sistema pensionistico oltre 300 miliari di euro, pari al 15% del totale del debito pubblico italiano. C'è anche chi, in questi giorni, pensa che sia giusto colpire chi è andato il pensione  con il sistema retributivo: stiamo forse parlando di quegli operai che dopo 40 anni di lavoro e di  contributi versati percepiscono pensioni "d'oro" da 1.100-1.200 euro netti  mensili? Vogliamo anche ricordare che le pensioni fino a 1.443 euro lordi mensili, escluso il rateo della tredicesima, sono 11 milioni 291 mila pari al 68,3% del totale: di che cosa stiamo parlando? Chi avanza la proposta di toccare le pensioni soltanto perchè calcolate con il sistema retributivo dovrebbe dunque vergognarsi. Concentriamoci invece, come si sta facendo nella legge di Stabilità, su un contributo di solidarietà a carico delle pensioni autenticamente d'oro che devono, queste sì, partecipare al risanamento dei conti per aiutare il  Paese ad uscire  dalla crisi".

E il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso ribadisce che "Invece di lanciare solo allarmi Mastrapasqua ci dovrebbe dire cosa pensa di fare". Nel sottolineare che con l'integrazione degli istituti di previdenza voluta dal governo Monti i versamenti del pubblico sono "molto parziali", il leader della Cgil ha detto che "questo non può diventare un alibi per aumentare l'insicurezza del problema previdenziale".

Quello che il sindacato vorrebbe "è che si discutesse come redistribuire ai lavoratori dipendenti e ai pensionati i risparmi derivanti dalle riforme pensionistiche del passato".

 
 
 

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Post n°1460 pubblicato il 15 Novembre 2013 da deosoe

Gestione separata Inps: sindacati, cancellare le iniquità

Cinque proposte "economicamente sostenibili per cancellare le iniquità alle quali sono soggetti gli iscritti alla Gestione separata Inps, garantendogli adeguate tutele per il presente e una pensione dignitosa in futuro": questa l'iniziativa promossa dai sindacati dei precari e delle partite Iva Felsa-Cisl, Nidil-Cgil e UilTemp.

La prima proposta punta a garantire pensioni dignitose: per evitare una vera e propria "emergenza sociale che riguarderà i lavoratori parasubordinati quando il sistema contributivo andrà pienamente a regime, chiediamo il sostegno alle posizioni assicurative di coloro che tra il 1996 e il 2006 hanno versato alla Gestione separata Inps contributi poco più che simbolici tra il 10% e il 17% del reddito percepito". La seconda riguarda la contribuzione previdenziale: la ripartizione del carico contributivo (2/3 dell'aliquota a carico del datore ed 1/3 a carico del lavoratore) deve essere uguale per tutti i lavoratori iscritti alla Gestione separata.

Inoltre, i sindacati chiedono che la "condivisibile" parità contributiva del 33% con il lavoro dipendente non si traduca in un onere a carico dei lavoratori parasubordinati superiore a quello pagato attualmente dai dipendenti. A tal proposito chiedono "una sterilizzazione della parte aliquota a carico del lavoratore, riversandola sul committente, fin da gennaio 2014, quando è previsto un ulteriore aumento dei contributi". La terza è relativa all'automatismo delle prestazioni (con la richiesta di estendere il principio); l'altra proposta è sulle prestazioni temporanee (con un generale
rafforzamento delle tutele sociali) e l'ultima sul sostegno al reddito (con un sistema "inclusivo e universale per tutti", anticipando al 2014 la revisione dell'una tantum ed includendo anche i parasubordinati tra i beneficiari della miniAspi, con relativa contribuzione figurativa).

 
 
 

inps inpdap

Post n°1459 pubblicato il 15 Novembre 2013 da deosoe

Inps: Stato copra deficit ex Inpdap

Valutare "nelle sedi competenti, l'opportunità di eventuali interventi normativi, tesi a garantire l'efficiente ed efficace implementazione della più grande operazione di razionalizzazione del sistema previdenziale pubblico". Così il presidente dell'Inps, in un'audizione alla Commissione bicamerale di controllo degli enti di previdenza, con riferimento alla situazione ante-2008, quando lo Stato trasferiva le risorse per coprire la gestione Inpdap, in modo strutturale.

Sul bilancio ex-Inpdap, spiega l'Inps, grava "il continuo aumento delle uscite per prestazioni istituzionali, a fronte di trasferimenti statali che appaiono non completamente rispondenti ai fabbisogni, soprattutto nella quota attribuita come anticipazione, innescando crescenti rischi di sotto finanziamento dei disavanzi previdenziali e di progressivo aggravamento delle passivita".

Sarebbe quindi "auspicabile" riflettere sulla possibilità di intervenire, per legge, in modo da tornare alla situazione precedente alla Finanziaria del 2008, quando in pratica, l'Inpdap diventò "debitore dello Stato da creditore che era", con la conseguente generazione "dello squilibrio", che ora, dopo la fusione, ricade sull'Inps.

Nel corso dell'audizione il presidente dell'Istituto ha ricordato inoltre che l'accorpamento deve "consentire la realizzazione di una riduzione dei costi complessivi di funzionamento non inferiore a 20 milioni di euro nel 2012, 50 milioni di euro per l'anno 2013 e 100 milioni di euro a decorrere dal 2014". Sforbiciate a cui si devono aggiungere altri tagli" che prevedono complessivamente per l'Istituto - evidenzia il presidente Inps - una diminuzione delle spese di funzionamento di 169 milioni di euro per l'anno 2012, 477 milioni di euro per l'anno 2013 ed oltre 530 milioni di euro annui a decorrere dall'anno 2014".

ansa

 
 
 

invalidità

Post n°1458 pubblicato il 15 Novembre 2013 da deosoe

Inps - Invalidità civile e requisito reddituale

L'Inps con il messaggio n. 15972/13 ha stabilito che l'invalido civile non avente diritto alle prestazioni economiche per carenza del requisito reddituale può fare nuova richiesta qualora tale requisito sopraggiunga negli anni successivi senza per questo dover ripetere l'accertamento sanitario.

La condizione di invalido civile, cieco civile e sordo civile dà diritto ad una serie di benefici di carattere sanitario e assistenziale tra cui l'erogazione di prestazioni economiche, come pensioni, assegni etc.. Per conseguire queste prestazioni sono richieste oltre al requisito sanitario (presupposto indispensabile) altri requisiti rilevanti solo per l'erogazione delle prestazioni e non incidenti sullo stato invalidante. L'Inps nel suo messaggio spiega, quindi, che se una prestazione non viene riconosciuta per carenza di requisito di reddito, l'accertamento dell'invalidità continua a produrre effetti per tutti gli altri benefici e nel caso il requisito sopraggiunga dopo il riconoscimento sanitario, può essere presentata una nuova domanda per ottenere l'erogazione della prestazione senza dover per questo ripetere l'accertamento sanitario.

 
 
 

esodati

Post n°1457 pubblicato il 15 Novembre 2013 da deosoe

Giovannini: allarghiamo platea degli esodati ...

Il ministro del lavoro ha colto l'occasione del question time alla Camera per riaffermare l'impegno del governo a reperire 1.330 milioni di euro necessari per finanziare gli ammortizzatori in deroga di fine 2013 e assicurare, con le correzioni al Ddl stabilità, che verranno individuati criteri interpretativi per allargare un po' le maglie della seconda platea degli esodati, quella dei 55mila individuati con il Dl 95/2012.

Nel rispondere ad una domanda su come valutasse l'interpretazione, da più parti  giudicata restrittiva, del messaggio 17606 dell'Inps in cui l'Istituto stabilisce che "...i lavoratori che rientravano nella salvaguardia specifica prevista  (....) e che pertanto avrebbero mantenuto il diritto alla pensione di anzianità con le regole previste dalla normativa previdenziale precedente l'entrata in vigore della legge Fornero, non potranno accedere alla salvaguardia se maturano durante il periodo di mobilità il diritto con le nuove regole pensionistiche  (..)", il ministro ha aperto esplicitamente alla possibilità di correttivi alla legge di stabilità "per poter garantire un ulteriore allargamento della platea a risorse date".

 
 
 

usura

Post n°1456 pubblicato il 15 Novembre 2013 da deosoe

Usura, richieste di aiuto in crescita esponenziale

Richieste di aiuto delle vittime di usura in crescita esponenziale negli ultimi anni. E se nel 2012 sono stati elargiti a sostegno di chi denuncia 9,2 milioni, nel 2013 (e i dati sono aggiornati al 31 ottobre) sono stati già deliberati 19,45 milioni di euro. È quanto afferma il Commissario antiracket e antiusura, durante la conferenza stampa di presentazione della Relazione annuale sulle attività del Comitato di solidarietà per le vittime dell'estorsione e dell'usura tenutosi presso il Viminale. “Le istanze di accesso al fondo - ha spiegato il Commissario - sono in crescita esponenziale per l'usura rispetto ad una stabilizzazione di quelle per l'estorsione”.
Sono 701 le istanze pervenute al Comitato di solidarietà nel 2012, 239 per estorsione e 462 per usura. Quelle accolte sono state 247 per cui il Comitato ha deliberato 19,3 milioni di euro, di cui 10 milioni per i casi di estorsione e 9,3 per i casi di usura, ma il dato degli stanziamenti, precisa il Viminale, non è relativo unicamente alle istanze pervenute nel 2012, ci sono anche quelle di anni precedenti. Per il 2013, i dati sono in crescita: al 31 ottobre sono stati deliberati 29,3 milioni di euro, di cui 19,4 milioni soltanto per le vittime di usura e quasi 10 per casi di estorsione. Le istanze esaminate nel 2013 sono oltre 2 mila. “Lo scenario è sicuramente critico - ha affermato il Commissario -. Nell'esaminare le richieste di accesso al fondo, ci siamo trovati di fronte alla preoccupazione degli imprenditori di dover chiudere e di non riuscire a risalire. Diffusissima l'insicurezza delle famiglie impoverite e costrette a modificare i propri stili di vita con un affacciarsi di vecchie e nuove povertà. Imprenditori che hanno chiesto l'accesso al fondo che avevano un'attività florida e che oggi si trovano a non poter mandare più i figli a scuola e che campano con i banchi alimentari della Caritas riscossi presso le parrocchie”.
Per quanto riguarda le estorsioni, le maggiori somme deliberate nel 2012 sono andate in Sicilia (2,9 milioni), segue la Campania (2,5 milioni), la Calabria (1,5 milioni) e la Puglia (1,1 milioni). Nonostante una certa stabilità registrata sui casi di estorsione, “abbiamo verificato un crescendo, una sequenza impressionante in alcuni territori di reati cosiddetti spia, dalle minacce ai danneggiamenti fino all'estorsione, per dare un segnale al territorio e dirigere in maniera quasi monopolistica alcuni settori e arrivare al controllo del territorio”.
Le risorse impegnate a sostegno di chi denuncia l'usura, vedono al primo posto la Campania con 3,1 milioni, ad una certa distanza segue la Sicilia (1,1 milioni), un milione in Puglia e circa 900 mila euro sono andati alla regione Lazio. I settori maggiormente interessati sono quelli del commercio all'ingrosso e al dettaglio, le costruzioni e l'agricoltura che tra casi di estorsione e usura ha ricevuto oltre la metà delle risorse erogare dal Fondo di solidarietà. Al secondo posto, per i casi di usura, per risorse deliberate, il settore alberghiero e della ristorazione. “La criminalità organizzata - ha spiegato il commissario -, in un momento di grande difficoltà di accesso al credito, si propone come uno sportello bancario parallelo. Le prede sono individuate immediatamente con grande sapienza in quelle attività che registrano un calo nel volume di affari e che, pensando di salvarsi, accedono a questi prestiti usurari che diventano delle vere e proprie lavanderie di denaro sporco”.

da Redattore Sociale

 
 
 

casa

Post n°1455 pubblicato il 15 Novembre 2013 da deosoe

Casa: Cgil, disagio 400 mila famiglie, serve piano emergenza

La crisi economica incide sui costi dell'abitare acuendo il disagio sociale di almeno 400 mila famiglie che, secondo una stima della Cgil, "hanno bisogno di un'abitazione a costi sostenibili o di forme di sostegno al reddito" per far fronte alle morosità. Per la Cgil è "necessario approvare un piano per l'emergenza abitativa" che deve passare attraverso una "convocazione immediata" delle parti dal ministro delle Infrastrutture.

Secondo la responsabile Politiche abitative della Cgil, infatti, "il problema sfratti è un'emergenza nazionale, la cui mancata soluzione può renderla esplosiva dal punto di vista sociale". Dall'inizio della crisi, secondo i dati dell'ufficio Politiche abitative della Cgil, "sono stati emessi 265 mila sfratti per morosità e 140 mila provvedimenti sono stati eseguiti. Considerando quelli emessi precedentemente, si stima che almeno altri 200 mila nuclei familiari abbiano provvedimenti di prossima esecuzione". E questi dati, spiega il sindacato, "riguardano solo l'emergenza più visibile: la punta dell'iceberg di un disagio sociale che la crisi acuisce e di cui quello abitativo è evidentemente una componente fondamentale".

Quanto al Piano per l'emergenza, per la Cgil è necessario, tra l'altro, mettere in campo "un fondo per l'affitto dalle dotazioni adeguate e risorse per chi è in situazioni di morosità o in difficoltà nel pagamento dei mutui per la prima casa e ampliare l'offerta in affitto residenziale pubblica e sociale, con canoni commisurati ai redditi delle famiglie".

 
 
 

sentenze

Post n°1454 pubblicato il 15 Novembre 2013 da deosoe

Sentenza Umbria Olii, Cgil, Cisl e Uil scrivono a Napolitano

"Ci permettiamo di rivolgerci direttamente a Lei, come rappresentanti regionali di Cgil, Cisl e Uil dell'Umbria, perché sappiamo quanta attenzione abbia sempre dimostrato rispetto al drammatico problema delle morti e degli infortuni sul lavoro. Lo facciamo perché nei giorni scorsi una ferita che credevamo chiusa per il nostro territorio si è purtroppo riaperta". Inizia così la lettera che i segretari generali di Cgil, Cisl e Uil scrivono al presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, in merito alla tragica vicenda Umbria Olii e al tragico incidente che il 25 novembre 2006 nel quale persero la vita 4 lavoratori, Tullio Mottini, Wladimir Todhe, Giuseppe Coletti e Maurizio Manili.

Il verdetto d'Appello, infatti, se conferma la condanna al titolare dell'azienda (anche se sensibilmente ridotta), attribuisce parte della responsabilità a una delle vittime, Maurizio Manili, giudicato colpevole del disastro nel quale lui stesso è rimasto ucciso.

"Ma se anche chi muore è colpevole, se tutti lo sono, allora nessuno lo è fino in fondo – scrivono i tre segretari generali –.  Caro Presidente, sappiamo che sarà necessario aspettare le motivazioni della sentenza per poter meglio giudicare questa inaspettata e per noi dolorosa decisione, ma sentivamo l'esigenza di rivolgerci subito a Lei per condividere l'indignazione che torna ad assalirci quando vediamo mettere gli interessi del profitto senza regole davanti alle vite di chi lavora. La nostra sensazione è che così si tradiscano le vittime, i loro cari, tutto il mondo del lavoro e i valori della nostra Costituzione".

 
 
 

fornero

Post n°1453 pubblicato il 15 Novembre 2013 da deosoe


Ue: Italia lenta nell'attuazione riforma Fornero

In Italia l'attuazione della riforma Fornero del mercato del lavoro è "lenta". E' quanto emerge dal rapporto della Commissione europea sullo stato di attuazione delle riforme contenute nelle Raccomandazioni specifiche per Paese. L'attuazione è lenta "specialmente per quanto riguarda la modernizzazione dei servizi pubblici per l'impiego". Dalla Commissione si sottolinea che "la rigidità e la segmentazione sono caratteristiche strutturali del mercato italiano del lavoro" e "la disoccupazione fra i giovani e le donne rimane particolarmente preoccupante". Allo stesso modo "le sfide legate all'occupazione restano elevate".

Si chiede, inoltre, di modernizzare le infrastrutture e aprire alla concorrenza i servizi pubblici locali. La Commissione riconosce che "sono state adottate delle misure per ridurre la burocrazia, semplificare la normativa e migliorare il clima per le imprese", ma per alimentare la crescita e la competitività "bisogna continuare nell'apertura alla concorrenza dei servizi pubblici locali".

In particolare, si spiega dalla Commissione, "per quanto riguarda le imprese delle reti sono state prese delle misure per migliorare le condizioni di accesso al mercato, specialmente nel gas e nei trasporti, ma i prezzi dell'energia sono rimasti molto elevati e la modernizzazione delle infrastrutture nel Paese nel suo insieme rimane una sfida".

 

 

 
 
 

-lavoro

Post n°1452 pubblicato il 15 Novembre 2013 da deosoe


Lavoro: Cgia; pmi creano doppio di posti lavoro delle grandi

Le piccole imprese italiane hanno creato più del doppio dei posti di lavoro "prodotti" dalle grandi aziende. L'indicazione e i dati sono stati estrapolati dalla Cgia di Mestre dai Censimenti dell'Industria e dei Servizi del 2001 e del 2011. 

Se le pmi hanno dato origine a quasi 457.200 nuovi addetti, le grandi "solo" poco più di 212.600.  Molto contenuto il risultato ottenuto dalle medie aziende: nel decennio preso in esame gli addetti nelle aziende tra i 50 e i 249 addetti sono aumentati di 41.354 unità. Per Cgia dei 711.178 nuovi occupati totali registrati in questo decennio, il 64,3% ha trovato lavoro nelle piccole aziende con meno di 50 addetti, il 5,8 nelle medie ed il 29,9% nelle grandi.

"L'importanza delle piccole imprese emerge in maniera evidente dalla lettura delle statistiche ufficiali - dichiara il segretario della Cgia - le realtà con meno di 50 addetti costituiscono il 99,5% del totale delle aziende presenti in Italia e occupano oltre 11 milioni di addetti. Al netto dei lavoratori del pubblico impiego e dell'agricoltura, il 67% del totale degli addetti italiani presta servizio in una piccola o micro impresa. Stiamo parlando di aziende artigiane-commerciali, di piccole imprese e di attività guidate da liberi professionisti che non chiedono aiuti o prebende, ma una pressione fiscale e un peso della burocrazia in linea con la media europea e la possibilità di accedere con maggiore facilità al credito".

A livello territoriale le Regioni dove le piccole imprese si sono dimostrate più dinamiche sono state quelle del Centro-Sud: in termini percentuali le maggiori variazioni di crescita dell'occupazione si sono avute nel Lazio (+17,4%), in Calabria (+14,4%) ed in Sicilia (+14%).

"In questo momento così delicato - conclude il segretario Cgia - sostenere le piccole imprese vuol dire aiutare il Paese ad uscire dalla crisi economica e, soprattutto, creare le condizioni per ridurre la disoccupazione, visto che dalle statistiche emerge che sono le piccole realta' produttive a creare il maggior numero di posti di lavoro anche nelle aree più svantaggiate del Paese". 

 

 

 
 
 

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Post n°1451 pubblicato il 15 Novembre 2013 da deosoe

Accordi di libero scambio e norme del lavoro

Secondo un nuovo rapporto dell’Organizzazione Internazionale del Lavoro (ILO), negli ultimi 20 anni abbiamo assistito ad un moltiplicarsi di accordi di libero scambio contenenti disposizioni sul tema del lavoro.

Secondo il Rapporto “La dimensione sociale degli accordi di libero scambio” (Social Dimensions of Free Trade Agreements), a partire dalla metà degli anni ‘90 il numero di accordi contenenti disposizioni in materia di lavoro è cresciuto in maniera significativa, tra questi molti gli Accordi Sud-Sud tra paesi in via di sviluppo.

In totale, nel giugno 2013 erano 58 gli accordi contenenti disposizioni sul lavoro, ovvero quasi un quarto del totale dei 248 attualmente in vigore. Essi comprendevano disposizioni sulle condizioni minime di lavoro, rafforzamento della legislazione nazionale del lavoro, monitoraggio e applicazione delle norme del lavoro.

“Il crescente numero di accordi commerciali che includono previsioni relative alle norme del lavoro indicano una maggiore consapevolezza che la liberalizzazione del commercio, per quanto sia importante, deve andare di pari passo con i progressi sociali e sul fronte dell’occupazione”, ha affermato Raymond Torres, Direttore del Dipartimento Ricerca dell’ILO.

In alcuni casi, il miglioramento delle norme del lavoro è stato posto come condizione per l’entrata in vigore degli accordi tra paesi. In sei accordi commerciali su 7 recentemente conclusi dagli Stati Uniti, sono stati compiuti miglioramenti in materia di norme del lavoro prima della loro entrata in vigore.

In quasi il 60 % dei casi, gli accordi promuovono la conformità alle norme del lavoro, senza che questo implichi alcuna conseguenza commerciale o finanziaria diretta. Questo presuppone spesso la cooperazione tra paesi partner per migliorare le condizioni di lavoro e l’impegno al rispetto delle norme.

Secondo il Rapporto nessuno degli accordi presi in esame presenta segnali di protezionismo da parte dei governi interessati. In tutti i casi in cui è stata sollevata una presunta non conformità ad una determinata norma del lavoro, sono stati fatti sforzi significativi per risolvere la questione senza ricorrere a sanzioni. In effetti, nessuna disputa su questioni di lavoro è finora sfociata in sanzioni.

La grande varietà di clausole in materia di lavoro con differenti implicazioni istituzionali e legali, rende difficile fare delle generalizzazioni sugli effetti.

Secondo il rapporto, quando le condizioni vengono applicate nella fase precedente alla ratifica, esse portano ad importanti cambiamenti della legislazione sul lavoro, come ad esempio miglioramenti in materia di ispezione sul lavoro o l’adozione di nuove forme di protezione giuridica, in particolare nell’ambito della libertà di sindacale. 

Quando queste condizioni vengono introdotte a seguito della firma dell’accordo, i meccanismi di denuncia aiutano talvolta a garantire il rispetto delle norme del lavoro esistenti. Spesso, ci sono state molte attività di cooperazione tra parti firmatarie dopo la ratifica. Ad esempio, il Piano regionale MERCOSUR sull’ispezione del lavoro ha avviato attività di ispezione congiunte, spesso favorendo miglioramenti nelle pratiche nazionali. 

Il rapporto propone diversi percorsi per migliorare l’efficacia dei dispositivi in materia di lavoro negli accordi commerciali, tra questi:

- Realizzare specifici obiettivi di sviluppo sul lavoro in un asso temporale determinato e collegarli ad incentivi economici;
- Rafforzare le sinergie tra le disposizioni in materia di lavoro dei diversi accordi commerciali bilaterali. 
- Rafforzare la consultazione con le organizzazioni dei datori di lavoro e con i sindacati nella negoziazione e attuazione delle disposizioni in materia di lavoro.
- Migliorare la coerenza tra disposizioni in materia di lavoro negli accordi commerciali e strumenti dell’ILO pertinenti.

 
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lavoro minorile

Post n°1450 pubblicato il 15 Novembre 2013 da deosoe

 

Il lavoro minorile non è un gioco da bambini

di Guy Ryder, Direttore Generale dell'Organizzazione Internazionale del Lavoro (ILO)

Sono 168 milioni i bambini lavoratori nel mondo, un terzo in meno rispetto al 2000. Questo dato è incoraggiante e al tempo stesso preoccupante. È incoraggiante perché siamo riusciti a salvare bambini soldato di 11 anni in Myanmar, o bambine che in Malawi lavoravano dall'alba fino a tarda notte come domestiche non potendo frequentare la scuola, o molti bambini romeni costretti a chiedere l'elemosina e che ora sono finalmente al sicuro in centri di riabilitazione.

Ma siamo anche molto preoccupati perché 168 milioni è una cifra veramente impressionante. Se tutti questi bambini fossero raggruppati in un solo paese, questo sarebbe l'ottavo più popoloso del mondo, più del Bangladesh o della Russia. Nonostante i recenti progressi, il mondo non riuscirà al tasso attuale a raggiungere l'obiettivo di eliminare le peggiori forme di lavoro minorile entro il 2016, così come la comunità internazionale aveva deciso nel 2010 a L'Aia.

Secondo le ultime stime dell'Organizzazione Internazionale del Lavoro (ILO), nel mondo 85 milioni di minori dai 5 ai 17 anni svolgono lavori che hanno effetti negativi diretti sulla loro salute, sicurezza e sviluppo.

La stragrande maggioranza è impiegata in agricoltura ma sono presenti anche in altri settori, lavorano nelle miniere, sono vittime di tratta o abusi per sfruttamento sessuale, chiedono l'elemosina, sono sfruttati nel lavoro domestico, costretti ad arruolarsi nelle milizie o negli eserciti. Poco meno della metà ha tra i 5 e gli 11 anni, perlopiù maschi (anche se le cifre possono sottostimare il coinvolgimento delle bambine nella forma più invisibile del lavoro domestico).

Nella regione di Asia-Pacifico si registra il numero più elevato di bambini lavoratori (78 milioni), mentre l'Africa sub-Sahariana ha l'incidenza più alta (21 milioni). Ma questo non è un problema che riguarda solo i paesi poveri o quelli in via di sviluppo: il fenomeno esiste anche nei paesi ricchi, come negli Stati Uniti e in Europa occidentale.

Il lavoro minorile è un problema globale a cui deve essere data una risposta globale. Questo significa adottare misure per ridurre la povertà, migliorare l'istruzione, rafforzare le legislazioni, migliorare le prospettive di lavoro per gli adulti e convincere che far lavorare un bambino al di sotto dell'età minima non è conveniente per nessuno.

Con le scelte politiche giuste, la cooperazione tecnica e il sostegno dei donatori, ove necessario, il lavoro minorile può essere affrontato. Prendiamo il Malawi, uno dei paesi più poveri del mondo dove circa il 30 per cento dei bambini tra i 5 e i 15 anni lavorano. Bambini come Ethel di 8 anni, costretta a lasciare la scuola per aiutare i suoi genitori a raccogliere tabacco e che ora soffre di mal di testa e dolori allo stomaco.

Il Malawi ha un piano d'azione nazionale che unisce un sistema di monitoraggio, investimenti nelle infrastrutture e il pieno coinvolgimento delle comunità, dai funzionari locali che possono ispezionare le aziende agricole e arrestare quei proprietari dei terreni che sfruttano il lavoro minorile ai capi tradizionali impegnati nell'eradicazione del fenomeno. Il piano d'azione è finanziato dal 2009 dal Dipartimento di Stato americano ed ha già contribuito a salvare 5.500 bambini lavoratori.

Eppure, benché sia indispensabile moltiplicare i nostri sforzi, i paesi possono sentirsi meno obbligati a finanziare programmi contro il lavoro minorile proprio perché il numero è in calo.

Oggi i tantissimi paesi che si ritrovano nella capitale del Brasile, Brasilia, alla terza Conferenza globale sul lavoro minorile, hanno un'opportunità unica per dimostrare quanto il loro impegno e gli sforzi a livello internazionale e nazionale siano determinati. Questi paesi devono rinnovare il loro impegno per liberarsi delle peggiori forme di lavoro minorile entro il 2016 e eliminarle completamente entro il 2020. Ci sono ben 168 milioni di buone ragioni per farlo!

 LinkSegui i lavoro della III Conferenza Globale sul lavoro minorile   Segui i lavoro della III Conferenza Globale sul lavoro minorile

 

 

 
 
 

Camusso

Post n°1449 pubblicato il 15 Novembre 2013 da deosoe

 

Cgil: in piazza per cambiare la legge di stabilità

Venerdì 15 novembre 2013 a partire dalle ore 10.30 sarà possibile seguire in diretta su RadioArticolo1 (www.radioarticolo1.it) l'intervento del segretario generale della Cgil, Susanna Camusso in programma da Piazza della Scala di Milano a conclusione della settimana di scioperi indetti per chiedere di cambiare la legge di stabilità per uscire dalla recessione, rifinanziare la cassaintegrazione, rivalutare le pensioni, dare certezze agli esodati, ripristinare la contrattazione nel pubblico impiego. Insomma, reperire le risorse per il lavoro e far crescere il Paese.

 

 

 
 
 

auser

Post n°1448 pubblicato il 15 Novembre 2013 da deosoe


L'Auser si mobilita per la popolazione delle Filippine devastate dal ciclone

Haiyan, il ciclone più potente dell'anno, classificato categoria 5, ha devastato le Filippine sconvolgendo  i due terzi del paese. Si calcola che almeno 4 milioni di persone siano state colpite,  10.000 i morti fino a questo momento accertati, centinaia di migliaia hanno perso tutto e si trovano senza cibo e senza medicinali.   La provincia  più colpita risulta essere quella di Leyte, in particolare il capoluogo Tacloban, dove quasi tutti gli edifici non esistono più. Distrutta la rete stradale, non c'è acqua potabile, non c'è elettricità, non c'è cibo.  I dispersi sono migliaia.

La rete Agire -  Agenzia Italiana per la Risposta alle Emergenze -  di cui fa parte Intersos, insieme ad altre importanti organizzazioni si è subito mobilitata in una grande campagna di raccolta fondi per fornire i primissimi aiuti, cibo e  medicinali.

Auser  intende partecipare a questa gara di solidarietà per la prima emergenza,  avviando da subito una raccolta fondi e chiamando alla mobilitazione tutta la sua rete associativa.

Le risorse raccolte vanno versate sul conto corrente Bancario intestato a: 
"Auser"  Presso: Banca Popolare Etica Scarl IBAN   IT 89 L 05018 03200 000000105900 indicando come causale "Ciclone Filippine".

 

 

 
 
 

tfr

Post n°1447 pubblicato il 15 Novembre 2013 da deosoe

Tfr: fissato il coefficiente di rivalutazione

A ottobre il coefficiente per la rivalutazione delle quote di Tfr (Trattamento fine rapporto) accantonate al 31 dicembre 2012 è pari a 1,672535. Per la determinazione del coefficiente di rivalutazione del Tfr, o delle anticipazioni, si parte dall'indice dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati diffuso ogni mese dall'Istat e, in particolare, si calcola la differenza in percentuale tra il mese di dicembre dell'anno precedente e il mese in cui si effettua la rivalutazione.

In caso di corresponsione di una anticipazione del Tfr, il tasso di rivalutazione si applica sull'intero importo accantonato fino al periodo di paga in cui l'erogazione viene effettuata.

Non è soggetta a rivalutazione la quota di trattamento di fine rapporto versata dai lavoratori ai Fondi di previdenza complementare.

 
 
 

esodati

Post n°1446 pubblicato il 15 Novembre 2013 da deosoe

Nuovi salvaguardati: scadenza domande

Il ministero del Lavoro ha fornito le indicazioni operative per l'accesso alla salvaguardia da parte dei 6.500 cessati a seguito di licenziamento, dei 2.500 lavoratori in congedo e per i dipendenti regionali in e esonero.

I 6.500 lavoratori cessati a seguito di licenziamento tra il 1° gennaio 2009 e il 31 dicembre 2011 e i 2.500 in congedo nel 2011 per assistere figli disabili, dovranno inviare domanda di accesso alla salvaguardia entro il 26 febbraio 2014 alla direzione territoriale del lavoro competente in base alla residenza degli interessati.

Per quanto riguarda i dipendenti regionali in esonerò e quelli che risultavano in esonero a seguito di richiesta presentata prima del 4 dicembre 2011, le domande devono pervenire entro il 27 febbraio 2014.

Presso le sedi dell'Inca dislocate su tutto il territorio nazionale (http://www.inca.it/DoveSiamo/Italia.aspx) si potranno ottenere ulteriori e più dettagliate informazioni ed essere aiutati nell'inoltro delle domande.

 
 
 

Disoccupazione

Post n°1445 pubblicato il 15 Novembre 2013 da deosoe


Parigi: al via la conferenza sulla disoccupazione giovanile

Su invito del presidente Francois Hollande, 24 dei 28 capi di Stato e di governo dell'Ue partecipano oggi a Parigi alla conferenza sulla lotta contro la disoccupazione giovanile in Europa.

La mobilitazione è "molto forte", ha sottolineato l'entourage del presidente della Repubblica, mentre la disoccupazione giovanile resta a un livello "inaccettabile", secondo la Commissione europea.

In base ai dati della Commissione, in particolare, nel settembre 2013 circa 5,6 milioni di giovani europei erano disoccupati (cioè il 23,5%). Obiettivo della conferenza di oggi non è lanciare nuovi strumenti ma "garantire che tutti i mezzi siano utilizzati e che sia confermata la volontà politica per ottenere risultati concreti nei prossimi due anni", ha fatto sapere l'Eliseo.

Sei mesi fa, gli europei avevano deciso di compiere mezzi mirati per frenare la disoccupazione giovanile nelle regioni più colpite. In totale, tramite vari contributori, si tratterebbe in particolare di mobilitare circa 40 miliardi di euro in tre anni.

 

 

 
 
 

co co co

Post n°1444 pubblicato il 15 Novembre 2013 da deosoe

Ass. 20 maggio, persi 63mila posti in un anno tra co.co.pro e partite Iva

Sono 63 mila i posti di lavoro persi in un anno fra i collaboratori a progetto e partite Iva iscritte alla gestione separata Inps. Calo che invece non ha interessato le forme di lavoro parasubordinato iscritte nella stessa gestione separata. Emerge dal 3° rapporto dell'Osservatorio dei Lavori dell'Associazione 20 maggio, che ha elaborato i dati dell'Inps sul lavoro atipico e li ha presentati questa mattina assieme alle altre associazioni di Alta Partecipazione.

Il titolo del report è eloquente: ''Lavoro a perdere: meno occupati, meno reddito''. Dopo la riforma Fornero, ha detto Patrizio Di Nicola, sociologo del lavoro all'Università Sapienza di Roma, illustrando la ricerca, si è verificato "un vero e proprio tracollo degli occupati a progetto e di partite Iva". Dai dati emerge, infatti, un forte calo in particolare sui contratti a progetto (-45.137) ma anche, per la prima volta, sulle partite Iva (-21.446) che però, contrariamente ai collaboratori, riducono fortemente anche il loro reddito rispetto all'anno precedente.

Gli altri lavoratori parasubordinati, invece, non diminuiscono ma, anzi, nell'ultimo biennio aumentano la loro presenza nella gestione separata Inps, anche se di poco (+7.248). Anche l'Istat, dice l'Associazione 20 Maggio, conferma questa tendenza, con un decremento medio delle collaborazioni di 44.000 ogni trimestre da ottobre 2012.

La conclusione evidente è che, dopo l'approvazione della legge 92/2013 fortemente voluta dal precedente ministro del Lavoro, Elsa Fornero, "si sono persi molti più posti di lavoro che non sono diventati stabili ma, semmai, disoccupati o lavoratori in nero". 

L'andamento della perdita di posti di lavoro a progetto negli ultimi 6 anni, spiega la ricerca, "conferma come le leggi sul lavoro possano incidere fortemente sulla vita delle persone e delle imprese e, soprattutto, dei giovani". Dei 250 mila posti di lavoro atipici persi in 6 anni, infatti, circa 150 mila sono ragazzi sotto i 29 anni (60%) a cui si aggiungono altri 99 mila lavoratori tra i 30-39 anni (39%).

La gestione separata Inps è popolata da molteplici tipologie di lavori. Anche i redditi, quindi, sono diversi. I redditi dei quasi 650 mila lavoratori con contratti a progetto si attestano sui 9.953 euro lordi annui a fronte della media della gestione separata di 18.073 euro. Il dato più rilevante che emerge sui redditi è la notevole diminuzione dei compensi medi delle partite Iva passati da 18.836 del 2011 a soli 15.511 nel 2012 (-17,7% in un solo anno).

Questo tracollo, evidenzia la ricerca dell'Associazione 20 Maggio, ha portato il loro reddito netto medio nel 2012 a 8.065,72 euro annui, pari a 672,14 euro mensili. Nel 2011 era di 816,22 euro netti mensili. Una delle ingiustizie più evidenti nel lavoro parasubordinato è la differenza del reddito delle donne che, a parità di lavoro, guadagnano 11.365 euro lordi annui in meno rispetto ai maschi.

 
 
 

inps

Post n°1443 pubblicato il 15 Novembre 2013 da deosoe

 

Inps: con pensioni dicembre, tredicesima pesante

Con la pensione di dicembre verrà pagata, nei casi in cui ricorrano le condizioni previste dalla legge, la cosiddetta "tredicesima pesante". E' una nota Inps a sottolinearlo. L'assegno di dicembre, dunque, sarà più pesante perché oltre alla tredicesima verrà corrisposto anche l'importo aggiuntivo di 155  euro previsto dalla Legge Finanziaria 2001 (art. 70, legge n. 388/2000) ai pensionati che abbiano un reddito personale non superiore a una volta e mezza il trattamento minimo (pari per il 2013 a 9.660,88 euro) o, in caso di reddito cumulato con quello del coniuge, non superiore a 3 volte il trattamento minimo (per il 2013, 19.321,77 euro). Nel caso in cui la pensione supera il minimo, ma l'ammontare complessivo del reddito resta comunque entro i limiti stabiliti, l'aggiunta alla tredicesima viene proporzionalmente ridotta.

L'assegno non costituisce reddito, né ai fini fiscali né ai fini della corresponsione di prestazioni previdenziali e assistenziali e, secondo le stime dell'Inps, a beneficiarne saranno circa un milione di pensionati anziani con redditi bassi.


 

 
 
 

Immigrati

Post n°1442 pubblicato il 15 Novembre 2013 da deosoe

Immigrati: Ipsos, 64% italiani favorevoli Ius soli

Il 64% degli italiani si ritiene molto d''accordo a estendere la cittadinanza italiana ai figli di immigrati stranieri nati in Italia, mentre per il 61% del totale degli intervistati gli immigrati presenti nel Paese rappresentano una  risorsa e non una minaccia. Sono alcuni dei dati di una ricerca presentata dall'Ipsos durante il convegno "Il lavoro è cittadinanza", svoltosi oggi a Milano.

Sempre per quanto riguarda lo ius soli, il 15% si dice abbastanza d''accordo, mentre solo il 10% non è "per nulla" favorevole all''estensione della cittadinanza italiana ai figli di immigrati. Con prevalenza al Nord Ovest (67%) e al Centro Sud (68%), è invece pari al 18% il numero di italiani che al Nord Est si dice "per niente favorevole". In generale, secondo la ricerca, si tende a sovrastimare il numero di immigrati clandestini presenti in Italia, ritenendolo "uguale o superiore" a quello degli immigrati regolari.

Quasi la metà degli intervistati (il 48% su un campione di mille persone) ritiene che l'Unione europea stia scaricando sull'Italia la soluzione del problema della clandestinità, evitando di occuparsene come dovrebbe. Nelle città del Nord si lamenta la competizione tra italiani e immigrati nell'accesso ai servizi sociali mentre delineata "con luci e ombre" l'immagine dell'imprenditore immigrato: "la scarsa predisposizione alle regole, per molti di loro - afferma l'Ipsos - deriva dal contesto in cui vivono". Ossia, l'Italia.

Sul fronte del contributo degli immigrati alle finanze del Paese attraverso contributi Inps e tasse, per il 55% degli intervistati è "molto importante", in particolare al Centro Nord, dove ne è convinto il 65%. Quasi nessuno, poi, immaginava che fosse in atto "un consistente rientro di immigrati nei paesi d'origine". Solo il 37% del totale è molto d'accordo con questa constatazione.

Cecile Kyenge, ministro per l'Integrazione presente al convegno ha sottolineato che "L'introduzione dello ius soli "non è demagogia ma è un'esigenza per il Paese". "Il lavoro è cittadinanza" e, seconod il ministro - "è una bella sorpresa" scoprire che la maggioranza degli italiani è favorevole ad estendere la cittadinanza ai figli degli immigrati, così come è emerso dalla ricerca dell'Ipsos. "La cittadinanza servirà ad incrementare i diritti per tutti"ha aggiunto Kyenge - e se vogliamo uscire dalla crisi bisogna partire da un concetto di pari opportunità e capire che il contributo di ogni persona è importante anche per lo sviluppo economico" ed ha sottolineato che "quando si parla di lavoratori non esiste etnia, appartenenza o colore. Il lavoro deve essere uguale per tutti con lo stesso accesso per ogni persona". In merito agli accordi bilaterali di reciprocità sulle pensioni degli immigrati, secondo il ministro "è un tema importante e credo ci siano le condizioni per poterlo affrontare ma serve una direzione politica". Per questo motivo con gli altri ministeri competenti "lavoriamo per riuscire a trovare insieme una soluzione" ha concluso Kyenge.

 
 
 

Pensioni

Post n°1441 pubblicato il 15 Novembre 2013 da deosoe

Inps: adeguamento importi pensione a partire dalla rata di novembre 2013

Nel messaggio n. 18041 l'Inps ha comunicato le operazioni di ricostituzione delle pensioni delle gestioni private effettuate a livello centrale dall'Istituto e che avranno effetto con le rate di pensione di questo mese.

L'attività a cui si riferisce l'Istituto riguarda la ricostituzione automatica delle pensioni con conguagli fiscali, quelle confermate a seguito di revisione sanitaria, ma anche le pensioni variate per l'aumento delle rendite erogate dall'Inail e quelle di invalidità civile sospese per assenza a visita così come le pensioni individuate come "ricostituzioni d'ufficio" per particolari situazioni che ne comportano il ricalcolo (nuova liquidazione della prestazione a soggetti titolari di più pensioni, nuova liquidazione a coniuge di un soggetto titolare di pensione, cessazioni di familiari per decesso, etc.).

 
 
 

sicurezza di lavoro

Post n°1440 pubblicato il 15 Novembre 2013 da deosoe

Eu Osha - Campagna mondiale per la sicurezza e la salute sul lavoro

L'Agenzia europea per la sicurezza e la salute sul lavoro (EU-OSHA) ha portato a termine la sua campagna sul tema "Lavoriamo insieme per la prevenzione dei rischi" in occasione di una grande conferenza che si chiuderà oggi a Bilbao.

Il vertice di due giorni sugli ambienti di lavoro sani e sicuri ha riunito i principali operatori del settore della sicurezza e della salute sul lavoro (SSL) per la creazione di reti e momenti di discussione, favorendo lo scambio di buone prassi e lo sviluppo di strategie future.

Christa Sedlatschek, direttrice dell'EU-OSHA, ha affermato: "Ancora una volta le campagne Ambienti di lavoro sani e sicuri si sono rivelate una delle strategie più fruttuose ed efficaci per promuovere buone condizioni di SSL a un livello base. Siamo lieti del fatto che un gran numero di aziende e organizzazioni di tutta Europa abbia aderito a questa campagna per la prevenzione dei rischi. Tutti i partecipanti comprendono e apprezzano l'enorme contributo che la SSL può offrire per migliorare le condizioni di lavoro".

Fra i partecipanti, rappresentanti della Commissione europea e rappresentanti della presidenza dell'UE, delle parti sociali dell'Unione, nonché dei governi locali e nazionali che hanno sostenuto la campagna.

Oltre alla rete europea di punti focali dell'EU-OSHA, la campagna ha visto l'adesione di un numero record di partner ufficiali (87 aziende e organizzazioni). Avviata nell'aprile 2012, la campagna ha incentivato la collaborazione di lavoratori e dirigenti per la gestione dei rischi sul luogo di lavoro.

Presenti all'iniziativa anche i vincitori del Premio europeo per le buone pratiche, dieci organizzazioni premiate per la straordinaria collaborazione tra lavoratori e dirigenti nella prevenzione dei rischi, in rappresentanza di settori quali l'agricoltura, l'assistenza sanitaria e l'industria manifatturiera.

Al vertice è stato presentato inoltre il vincitore del premio SSL, conferito per la prima volta nel contesto dell'iniziativa Enterprise Europe Network (EEN). Il nuovo premio, il primo nel suo genere che, nell'ambito dell'EEN, riconosce l'eccellente promozione della salute e sicurezza sul lavoro, è stato assegnato alla spagnola "Confederación de Empresarios de Aragón" per la sua campagna di prevenzione "Dalla scuola al lavoro", rivolta a oltre 400 studenti, 12 insegnanti e 110 piccole e medie imprese.

I delegati del vertice hanno preso parte a uno dei tre workshop sulla SSL, scegliendo tra le seguenti tematiche: buone prassi nella direzione gestionale e partecipazione dei lavoratori; benchmarking (analisi comparativa); creazione di reti e realizzazione di campagne di successo.

All'evento è stata presentata anche un'anteprima della campagna 2014–2015 dell'EU-OSHA dal titolo "Insieme per la prevenzione e la gestione dello stress lavoro correlato", che sarà avviata nella primavera 2014. La campagna porterà avanti il tema della collaborazione, applicandolo alla gestione dello stress lavoro-correlato e ai rischi psicosociali, che costituiscono il secondo problema in materia di SSL maggiormente segnalato in Europa.

 

 
 
 

sicurezza di lavoro

Post n°1439 pubblicato il 15 Novembre 2013 da deosoe

 

Eu Osha - Campagna mondiale per la sicurezza e la salute sul lavoro

L'Agenzia europea per la sicurezza e la salute sul lavoro (EU-OSHA) ha portato a termine la sua campagna sul tema "Lavoriamo insieme per la prevenzione dei rischi" in occasione di una grande conferenza che si chiuderà oggi a Bilbao.

Il vertice di due giorni sugli ambienti di lavoro sani e sicuri ha riunito i principali operatori del settore della sicurezza e della salute sul lavoro (SSL) per la creazione di reti e momenti di discussione, favorendo lo scambio di buone prassi e lo sviluppo di strategie future.

Christa Sedlatschek, direttrice dell'EU-OSHA, ha affermato: "Ancora una volta le campagne Ambienti di lavoro sani e sicuri si sono rivelate una delle strategie più fruttuose ed efficaci per promuovere buone condizioni di SSL a un livello base. Siamo lieti del fatto che un gran numero di aziende e organizzazioni di tutta Europa abbia aderito a questa campagna per la prevenzione dei rischi. Tutti i partecipanti comprendono e apprezzano l'enorme contributo che la SSL può offrire per migliorare le condizioni di lavoro".

Fra i partecipanti, rappresentanti della Commissione europea e rappresentanti della presidenza dell'UE, delle parti sociali dell'Unione, nonché dei governi locali e nazionali che hanno sostenuto la campagna.

Oltre alla rete europea di punti focali dell'EU-OSHA, la campagna ha visto l'adesione di un numero record di partner ufficiali (87 aziende e organizzazioni). Avviata nell'aprile 2012, la campagna ha incentivato la collaborazione di lavoratori e dirigenti per la gestione dei rischi sul luogo di lavoro.

Presenti all'iniziativa anche i vincitori del Premio europeo per le buone pratiche, dieci organizzazioni premiate per la straordinaria collaborazione tra lavoratori e dirigenti nella prevenzione dei rischi, in rappresentanza di settori quali l'agricoltura, l'assistenza sanitaria e l'industria manifatturiera.

Al vertice è stato presentato inoltre il vincitore del premio SSL, conferito per la prima volta nel contesto dell'iniziativa Enterprise Europe Network (EEN). Il nuovo premio, il primo nel suo genere che, nell'ambito dell'EEN, riconosce l'eccellente promozione della salute e sicurezza sul lavoro, è stato assegnato alla spagnola "Confederación de Empresarios de Aragón" per la sua campagna di prevenzione "Dalla scuola al lavoro", rivolta a oltre 400 studenti, 12 insegnanti e 110 piccole e medie imprese.

I delegati del vertice hanno preso parte a uno dei tre workshop sulla SSL, scegliendo tra le seguenti tematiche: buone prassi nella direzione gestionale e partecipazione dei lavoratori; benchmarking (analisi comparativa); creazione di reti e realizzazione di campagne di successo.

All'evento è stata presentata anche un'anteprima della campagna 2014-2015 dell'EU-OSHA dal titolo "Insieme per la prevenzione e la gestione dello stress lavoro correlato", che sarà avviata nella primavera 2014. La campagna porterà avanti il tema della collaborazione, applicandolo alla gestione dello stress lavoro-correlato e ai rischi psicosociali, che costituiscono il secondo problema in materia di SSL maggiormente segnalato in Europa.

  

 

 
 
 

Pensioni

Post n°1438 pubblicato il 15 Novembre 2013 da deosoe


Pensioni: Istat, nel 2011 spesa pensionistica + 2,9%

La spesa pensionistica totale in Italia è aumentata nel 2011 del 2,9% rispetto al 2010. L'incremento è stato più elevato nelle Isole (3,7%) mentre in sensibile controtendenza è il dato per l'Estero (-4%). Lo rende noto l'Istat in un comunicato.

Nel 2011 la spesa per prestazioni pensionistiche è stata di 265.976 milioni di euro. A livello regionale l'incidenza sul Pil ha raggiunto il valore massimo in Liguria (21,25%) e il minimo (11,47%) nella provincia autonoma di Bolzano.

La spesa pensionistica procapite ha raggiunto il valore massimo, pari a 6.006 euro, in Liguria, mentre il valore minimo, pari a 3.211 euro, si registra in Campania (anche a causa della diversa struttura per età della popolazione). La quota di spesa più elevata (30,1%) è stata erogata nel Nord-ovest, mentre valori prossimi al 20% si sono registrati nel Sud (18,6%), nel Centro (21,4%) e nel Nord-est (20,3%).

Il 9,1% è stato corrisposto ai pensionati delle Isole e il rimanente 0,6% a quelli residenti all'estero.

  

 

 
 
 

Sicurezza

Post n°1437 pubblicato il 15 Novembre 2013 da deosoe

 

Sicurezza: Basilicata, firmato accordo tra Prefetture ed Enel

Le prefetture di Matera e Potenza hanno siglato questa mattina con Enel spa due protocolli di partenariato con lo scopo di combattere e prevenire il rischio di infiltrazioni della criminalità organizzata nel settore degli appalti e per la tutela della legalità. La sottoscrizione è avvenuta presso la prefettura di Matera, alla presenza del viceministro dell'Interno Filippo Bubbico.

Gli accordi territoriali fanno seguito al protocollo quadro nazionale, siglato il 2 maggio 2012 tra il Ministero dell''Interno ed Enel. Tra gli impegni assunti dall''Enel sono previsti piani operativi di sicurezza per la protezione dei siti industriali e delle attività dei cantieri da attentati, intrusioni ed interferenze della criminalità attraverso misure organizzative, procedurali e tecnologiche. L'accordo, della durata triennale, prevede diversi campi di applicazione per consentire interventi più rapidi in caso di sottrazione di materiali destinati alle infrastrutture elettriche, per contrastare i furti, attentati alla sicurezza degli impianti e a combattere le frodi di energia elettrica.

Prevede, inoltre, azioni per prevenire il ricorso al lavoro nero e garantire la sicurezza dei avoratori, impedire fenomeni di corruzione e concussione pubblica e privata nel rilascio di atti amministrativi strumentali alla esecuzione di appalti nonchè per evitare frodi contrattuali nel processo di smaltimento dei rifiuti.

''La sottoscrizione del protocollo di partenariato - ha detto il viceministro dell'Interno - costituisce un valore aggiunto e un fattore di merito a tutela della sicurezza, della legalità e della trasparenza. Costituisce, inoltre, un valido supporto per le forze di polizia per prevenire qualsiasi forma di illegalità''.

  

 

 
 
 

Cassa in deroga

Post n°1436 pubblicato il 15 Novembre 2013 da deosoe

 

Cgil, follia taglio risorse cassa in deroga

A fronte della crisi che è ancora forte, del fatto che il fondo residuale ancorché parziale potrà credibilmente sostituire parte della deroga dal 2015, che ci sono imprese e lavoratori che hanno già accordi in essere sui quali fanno affidamento per sopravvivere, "oggi è una follia dire che bisogna tagliare le risorse per gli ammortizzatori in deroga". A dirlo è il segretario confederale della Cgil Serena Sorrentino.

"Abbiamo sentito di tutto - aggiunge -: da criteri che taglino le indennità in modo draconiano al superamento dell'istituto senza chiarire quale possa essere l'alternativa. Noi facciamo una proposta chiara: se nel 2013 la spesa ha superato i 2,5 miliardi e non c'è copertura, neanche considerando i 330 milioni ulteriori, per tutto il 2013, si faccia un'operazione che metta insieme la copertura del 2013 per gli accordi sottoscritti al 31/12/13, si preveda già in legge di stabilità per il 2014 una somma che metta in sicurezza i lavoratori e le imprese dai rischi di chiusura e licenziamenti di massa e che dia la possibilità già dalle prossime settimane di avviare un tavolo tecnico ministero, regioni e parti sociali che ridisegni il sistema degli ammortizzatori estendendone le coperture sul principio della contribuzione di impresa e lavoro e rifinanziare adeguatamente ed estendere i contratti di solidarietà". Quello che non si può fare "è tagliare e basta senza preoccuparsi delle ricadute sociali, disponibili e nell'interesse di tutti andare ad analizzare se ci sono degli abusi ma attenzione a generalizzare. In tante regioni (non solo al nord ma anche al sud come Puglia e Calabria) sono già stati sottoscritti ad oggi accordi che rivedono le mobilità lunghe e traghettano i lavoratori dalla deroga verso un sistema di politiche attive che guardi al reinserimento e alla riqualificazione".


 

 
 
 

Ilva

Post n°1435 pubblicato il 15 Novembre 2013 da deosoe

Ilva ed Eni firmano a Taranto protocollo sicurezzaUn protocollo operativo di sicurezza per prevenire gli incidenti sul lavoro è stato firmato oggi nella prefettura di Taranto dai dirigenti di Ilva ed Eni alla presenza dei ministri dell'Ambiente Andrea Orlando e del Lavoro Enrico Giovannini. Il documento presuppone un'analisi dei mancati infortuni e dei ''quasi incidenti'' e un'attività di formazione per i lavoratori diretti e dell'appalto.Per la stesura del protocollo hanno avuto un ruolo attivo gli enti di vigilanza e controllo e le stesse aziende. Alla cerimonia di oggi, hanno partecipato anche il presidente della Regione Puglia Nichi Vendola e il sindaco di Taranto Ippazio Stefano. Le verifiche saranno periodiche per l'effettiva efficacia dei corsi di formazione. La firma sul documento di Confindustria consentirà di estendere il protocollo anche alle atre aziende dell'area industriale e delle ditte appaltatrici. E' previsto, ha sottolineato il prefetto, un monitoraggio continuo nei cantieri con particolare attenzione ai fattori di rischio. ''L'obiettivo ambizioso - ha aggiunto - è quello di avere zero infortuni. Il Nucleo operativo interno integrerà anche attività previste dell'Autorizzazione integrata concessa all'Ilva''.

 
 
 

Povertà

Post n°1434 pubblicato il 15 Novembre 2013 da deosoe


Nasce l'"Alleanza contro la povertà in Italia"

Oggi si è tenuta a Roma alla conferenza stampa di presentazione dell'Alleanza contro la povertà in Italia.

Un numero molto ampio di soggetti sociali, sindacali, del terzo settore, istituzionali, ha dato vita ad un sodalizio per promuovere adeguate  politiche contro la povertà assoluta, segno dell'urgenza di rispondere al diffondersi di questo grave fenomeno che negli ultimi ani ha visto raddoppiare le persone colpite.

I soggetti proponenti (Acli, Anci, ActionAid, Caritas, Acione Cattolica, Cgil-Cisl-Uil, Cnca, Comunità S. Egidio, Confcooperative, Conferenza delle regioni e delle province autonome, Fondazione Banco Alimentare, Forum nazionale del terzo settore, Lega delle Autonomie, Save the children e tanti altri ancora hanno unito le loro forze per provare a cambiare qualcosa, a cominciare dalla legge di stabilità che rappresenta il banco di prova della volontà politica di avviare sin dal prossimo anno un Piano nazionale contro la povertà.

 

 

 
 
 

Camusso

Post n°1433 pubblicato il 15 Novembre 2013 da deosoe

Progetto europeo Inca Accessor: Camusso, "Europa cambi passo ....

"Non c'è dubbio che i nostri patronati sono un'esperienza che non ha omologhi nel resto d'Europa" ad affermarlo a Londra il Segretario Generale della CGIL, Susanna Camusso, concludendo il convegno promosso dal patronato INCA del Regno Unito  sui risultati del progetto europeo Accessor, realizzato dal patronato INCA, capofila l'INCA del Regno Unito, e dai sindacati di otto Paesi europei, sul lavoro atipico tra tutela individuale e rappresentanza collettiva: "Quali strategie per le organizzazioni sindacali in Europa".

La numero uno della CGIL è partita dall'esperienza dell'emigrazione storica italiana nel mondo per stigmatizzare il ruolo avuto dal patronato della CGIL, l'INCA,  ed arrivare all'attualità dell'emigrazione italiana nel mondo con tutti gli interrogativi che essa pone alle organizzazioni sindacali circa la tutela delle giovani generazioni italiane migranti in Europa.

  "Ogni tanto mi interrogo" ha detto la sindacalista "se sia possibile continuare in quest'epoca a ragionare in una logica nazionale per i migranti che escono dall'Italia per andare in altri Paesi o siano da considerarsi persone che si muovono nel contesto Europeo?"  Considerazioni sempre più attuali alla luce dei "dati del nostro Paese sulla ripresa del fenomeno migratorio dall'Italia, le cui dimensioni da qualche anno sono sempre più cospicue...e per il fatto che non si tratta più solo di una migrazione intellettuale, ma sempre più di un fenomeno i cui segnali sono gli stessi del passato, quando in Italia si svuotarono interi paesi i cui abitanti andavano in giro per il mondo a cercare lavoro.

Eppure, ha affermato il Segretario generale della CGIL, "ci riesce difficile immaginare che i nostri ragazzi e ragazze che stanno partendo con valigie che non sono più quelle di cartone legate con lo spago, e non viaggiano più in nave ma vanno in aereo, possano essere considerati oggi come consideravamo i migranti di ieri.  Ebbene, questo credo sia il primo problema che interroga le organizzazioni sindacali e dice della necessità che in Europa si cambi passo, e nel cambiare passo ci si domandi se questi sono stati anni di una dualità totale, e per un verso anche di grande forzatura sui vincoli economici, fino a forme puramente antidemocratiche e di intervento autoritario nelle economie dei paesi".

L'intervento completo del segretario generale della Cgil su http://www.italiannetwork.it/news.aspx?id=17299  

 
 
 

Parkinson

Post n°1432 pubblicato il 15 Novembre 2013 da deosoe

 

Malattia di Parkinson ed esposizione a pesticidi e solventi

Sulla rivista American Academy of neurology è stata da poco pubblicata una meta-analisi degli studi di coorte e caso-controllo che hanno indagato il rischio di malattia di Parkinson ( PD ) associato all'esposizione ai pesticidi e solventi.
Lo studio condotto da Gianni Pezzoli e Emanuele Cereda del Policlinico San Matteo di Milano ha preso in esame gli studi di coorte e caso-controllo che forniscono una stima del rischio potenziale di PD in seguito alla esposizione a pesticidi o solventi.
Degli studi presenti  104 sono stati ritenuti  soddisfare i criteri di qualità per l'inclusione nella meta-analisi anche se la qualità degli studi era caratterizzata da  eterogeneità sia in relazione alla diagnosi che al rischio professionale.

Negli studi caso-controllo di alta qualità, il  rischio di PD è apparso aumentato in relazione all'esposizione a qualsiasi tipo di pesticidi , erbicidi, e solventi. L'esposizione al paraquat o maneb / mancozeb si associa ad un aumento di circa  2 volte del rischio. Le conclusioni a cui pervengono gli Autori della meta-analisi,  è che la letteratura supporta l'ipotesi che l'esposizione a pesticidi o solventi sia un fattore di rischio per la malattia di Parkinson. 
La malattia (PD) è considerata come una malattia sporadica di origine multifattoriale. Oltre all'età ed alla storia familiare, sono stati identificati un numero di potenziali fattori che contribuiscono, come comorbidità (ad esempio, il diabete , l'ipertensione ) oltre alle abitudini di vita (ad esempio, modello alimentare, fumo). Inoltre, il ruolo degli ambienti di vita e di lavoro è stato considerato avere un grande significato e valore.

n 24° 2013 numero newsletter.doc 


 

 
 
 

Legge stabilità

Post n°1431 pubblicato il 15 Novembre 2013 da deosoe

L. stabilità: Cnel, meno spesa, più crescita

Sì alla riduzione del cuneo fiscale, no all'aumento degli acconti fiscali su banche ed imprese per eliminare la seconda rata dell'Imu. E' la ricetta del presidente del Cnel, Antonio Marzano.

Il governo deve puntare ''sulle politiche per lo sviluppo'', afferma, da affiancare al ''risanamento dei conti pubblici''. La riduzione del cuneo fiscale va in questa direzione perché è a causa di esso che ''le imprese sostengono un costo del lavoro più alto di quello affrontato dalla concorrenza ed i lavoratori percepiscono un salario netto più basso rispetto a quello che potrebbero ottenere. E questo incide negativamente sulla competitività delle imprese e sulla domanda. Bisogna ridurlo drasticamente''. Ma l'esecutivo deve anche capire che ''il fisco non si risolve col fisco'', dice Marzano a proposito dell'aumento degli acconti fiscali ipotizzato per garantire lo stop alla seconda rata dell'Imu. ''E, ovviamente, non si può prescindere dalla rivisitazione della spesa pubblica e dalla eliminazione di ogni forma di spreco''.
I segnali della ripresa ''sono contrastanti - sottolinea. - Positivo è il dato sulla creazione di nuove imprese nel meridione d'Italia: nei primi nove mesi del 2013, sono state ben 97mila''.

 
 
 

Partite iva

Post n°1430 pubblicato il 15 Novembre 2013 da deosoe

Crolla il popolo delle partite Iva ...

Dal 2008 al giugno del 2013 hanno cessato l'attività ben 400 mila lavoratori indipendenti. In questi cinque anni e mezzo di crisi economica la contrazione è stata del  6,7%. Sempre nello stesso periodo di tempo, ogni cento lavoratori autonomi, ben 7,2 hanno chiuso i battenti. Al 30 giugno di quest'anno il cosiddetto popolo delle partite Iva ammonta a 5.559.000 lavoratori.

A scattare la fotografia sul mondo del lavoro autonomo e delle micro imprese è stata la CGIA. ''A differenza dei lavoratori dipendenti - fa notare la CGIA - quando un autonomo chiude l'attività non dispone di nessuna misura di sostegno al reddito. Ad esclusione dei collaboratori a progetto che possono contare su un indennizzo una tantum, le partite Iva non usufruiscono dell'indennità di disoccupazione, di nessuna forma di cassaintegrazione o di mobilità lunga o corta. Spesso si ritrovano solo con molti debiti da pagare e un futuro tutto da inventare''.

''Se in termini assoluti la platea dei subordinati ha perso ben 583.000 lavoratori, la variazione percentuale, invece, è diminuita solo del 3,3 per cento, mentre l'incidenza percentuale della perdita dei posti di lavoro sul totale della categoria si è fermata al 3,5 per cento. Tassi, questi ultimi, che sono meno della metà di quelli registrati dai lavoratori indipendenti''.

Analizzando tutti i profili professionali che costituiscono il cosiddetto popolo delle partite Iva, si nota che la contrazione più significativa è avvenuta tra i lavoratori in proprio: vale a dire tra gli artigiani, i commercianti e gli agricoltori. In questi ultimi cinque anni e mezzo sono diminuiti di 357.000 unità, pari ad una contrazione del 9,9 per cento. Male anche l'andamento dei coadiuvanti familiari, ovvero i collaboratori familiari: la riduzione è stata di 78.000 unità (-19,4 per cento). Anche i collaboratori occasionali o a progetto hanno subito un deciso ridimensionamento: la riduzione occupazionale è stata di 56.000 unità (-12 per cento). Anche gli imprenditori, vale a dire i soggetti a capo di attività strutturate con dipendenti, sono diminuiti di 37.000 unità (-12,9 per cento). Le uniche categorie che hanno registrato risultati positivi sono stati i soci delle cooperative (+ 2.000 unità, pari al +6,2 per cento) e, soprattutto, i liberi professionisti. Il numero degli iscritti agli ordini e ai collegi professionali sono aumentati di ben 125.000 unità (+10,7 per cento).

E dal primo gennaio il popolo delle partite Iva vedrà la sua aliquota salire di un punto, passando da 27,8% al 28,8%.

E' così  scattata la protesta dei lavoratori autonomi che versano la gestione separata dell'Inps. Il Colpa (Coordinamento Libere Associazioni Professionali), insieme ad altre associazioni come Acta, Consulta del lavoro professionale Cgil, ConfAssociazioni, Agenquadri, etc. hanno firmato un appello in cui si chiede di bloccare l'aumento: "sarebbe politicamente e materialmente un gesto importante di giustizia sociale e di attenzione verso lavoratori e lavoratrici altamente professionalizzati che contribuiscono all'equilibrio del sistema Inps (con oltre un miliardo di contributi versati ogni anno), che non hanno compensi equi. Parliamo di lavoratori e lavoratrici che stanno prevalentemente fuori dai fenomeni di evasione fiscale, con scarsissime protezioni sociali e che, in questi anni di crisi, non hanno beneficiato di alcun ammortizzatore sociale".

 
 
 

Pensioni

Post n°1429 pubblicato il 15 Novembre 2013 da deosoe

Pensioni: 5% più ricche costa quanto 44% più povere

Nel 2011 il 5,2% dei pensionati è nella fascia più ''ricca'', sopra i 3 mila euro di reddito da pensione al mese. Si tratta di 861 mila persone, che assorbono 45 miliardi di euro l'anno, il 17% della spesa totale, poco meno di quanto sborsato (51 miliardi, 19,2%) per i 7,3 milioni, il 44% dei pensionati, sotto i mille euro. E' quanto emerge da dati Istat.

Insomma meno di un milione di teste che, in termini di spesa pensionistica, vale quasi come più di sette milioni di persone, quasi la metà del totale. Forte è il divario tra donne e uomini, quest'ultimi rappresentano il 76,3% dei pensionati over tre mila euro al mese, quasi otto su dieci. 
Se si fa il confronto con l'anno recedente, sempre in base alle ultime tavole pubblicate dall'Istat a fine ottobre, si scopre che nel 2011, anche se il numero dei pensionati in Italia è diminuito di 38 mila unità, il gruppo che percepisce più di tre mila euro mensili è salito di 85 mila (+10,9%), con un aumento della spesa di 4,6 miliardi di euro. In generale c'è una tendenza alla ''migrazione'' dei pensionati verso classi d'importo maggiore, spiegabile sia con la perequazione annuale, sia con il fatto che il valore medio delle nuove pensioni è maggiore di quello delle cessate. Infatti sempre nel 2011 si è verificata anche una diminuzione dei pensionati sotto i mille euro (di quasi 250 mila teste, -3,3%). Occorre ricordare come si stia parlando di pensionati e non di pensioni, e una persona può essere titolare di più trattamenti (pensioni di vecchiaia, invalidità, sociali e altro). La distribuzione dei pensionati per classe d'importo risente infatti della possibilità di cumulo di uno o più trattamenti sullo stesso beneficiario. Sempre nel 2011 risulta che quasi un quarto dei pensionati è destinatario di un doppio assegno. 
Probabilmente con il blocco dell'indicizzazione e gli altri cambiamenti che hanno toccato il mondo delle pensioni dalla fine del 2011 qualcosa oggi è cambiato, ma si tratta comunque di dati consolidati, riflesso di situazioni che permangono negli anni.

ansa

 
 
 

inps: circolari e messaggi

Post n°1428 pubblicato il 15 Novembre 2013 da deosoe

Hermes.News@inps.itA NewsLetter.Hermes@inps.it Oggi alle 2:07 AM


Gentile Cliente, 
Le inviamo gli ultimi Messaggi Hermes pubblicati sul sito www.INPS.it >Informazioni > INPS comunica > normativa INPS: circolari e messaggi

 

>>>Titolo: Messaggio numero numero 18131 del 08-11-2013
 Contenuto: Ammortizzatori sociali in deroga. Assegnazioni ulteriori risorse finanziarie per il pagamento degli ammortizzatori sociali in deroga relativi a periodi di competenza 2013.
Tipologia: MESSAGGIO

>>>Titolo: Circolare numero numero 157 del 08-11-2013
 Contenuto: Gestione ex Enpals. Nuove modalità di presentazione della domanda di autorizzazione ai versamenti volontari. Utilizzo del canale telematico in via esclusiva.
Tipologia: CIRCOLARE

>>>Titolo: Circolare numero numero 156 del 08-11-2013
 Contenuto: Gestione ex Enpals. Estensione alla gestione ex Enpals dei servizi telematizzati. Modalità di presentazione telematica in via esclusiva delle domande di prestazioni previdenziali.
Tipologia: CIRCOLARE

>>>Titolo: Messaggio numero numero 18118 del 08-11-2013
 Contenuto: Integrazione delle denunce contributive mensili della Gestione ex ENPALS nel flusso UNIEMENS (Circ. 41 del 18/03/2013). Indirizzi operativi.
Tipologia: MESSAGGIO

>>>Titolo: Messaggio numero numero 18092 del 08-11-2013
 Contenuto: Fondo di Tesoreria. Lavoratori in contratto di solidarietà assistita da intervento di Cigs. Chiarimenti. Modalità operative.
Tipologia: MESSAGGIO

>>>Titolo: Messaggio numero numero 17768 del 05-11-2013
 Contenuto: Prestazione in favore di lavoratori prossimi alla pensione al fine di incentivarne l?esodo, prevista dall?articolo 4, commi da 1 a 7-ter, della legge n. 92 del 28 giugno 2012 rubricata ?Disposizioni in materia di riforma del mercato del lavoro in una prospettiva di crescita?, e successive modifiche ed integrazioni. Modalità di finanziamento ed ulteriori chiarimenti.
Tipologia: MESSAGGIO

>>>Titolo: Messaggio numero numero 17606 del 04-11-2013
 Contenuto: chiarimenti sulla salvaguardia di cui all?articolo 22, comma 1, lettera a), della legge n. 135 del 2012. Lavoratori che prima dell?accesso agli strumenti di sostegno al reddito (CIGS e mobilità) maturano i requisiti pensionistici vigenti anteriormente all?entrata in vigore del decreto legge n. 201 del 2011.
Tipologia: MESSAGGIO

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