Triballadores

di Vittorio Casula

 
 

 

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Messaggi del 22/11/2013

Violenza alle donne

Post n°1492 pubblicato il 22 Novembre 2013 da deosoe

Violenza alle donne: mobilitazione Cgil, Cisl e Uil per il 25 novembre

Nella ''Giornata Internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne'', a un anno dalla proposta di intesa unitaria che individua nella contrattazione di secondo livello lo strumento per concretizzare misure legislative, culturali e contrattuali capaci di contrastare la violenza in casa e sul lavoro, Cgil, Cisl e Uil si mobiliteranno in tutta Italia.

"La violenza perpetrata ai danni delle donne non può trovare giustificazione alcuna in nome dell'onore, dell'amore, delle ideologie, delle credenze religiose e culturali. E tutte le forme di violenza usate sulle donne, incluse le mutilazioni genitali o sessuali e i matrimoni forzati, creano condizioni di profondo squilibrio nei rapporti tra uomini e donne e grave discriminazione per le donne sia nella società che nella famiglia", dicono in una nota unitaria.

La Cgil ha organizzato un flash mob contro la violenza sulle donne, in occasione della ''Giornata Internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne''. Lunedì 25 novembre presso la sede della Cgil Nazionale si leggeranno alcuni brani di ''Ferite a Morte'', tratti dallo spettacolo scritto e diretto da Serena Dandini.

L'appuntamento è a Roma, presso l'ingresso della sede nazionale del sindacato in corso d'Italia 25, dalle ore 15,30 alle 16. Qui Susanna Camusso, le attrici Ivana Monti e Francesca Reggiani, le delegate Cgil Katia Della Rocca e Katia Flacco, la rappresentante dell'Udu (Unione degli Universitari) Greta Chinellato, daranno vita ad una breve rappresentazione, alternandosi nella lettura dei monologhi di ''Ferite a morte'', accompagnate dalle musiche di Diana Tejera.

 
 
 

Mobbing

Post n°1491 pubblicato il 22 Novembre 2013 da deosoe

Mobbing - Licenziamento per chi registra i colleghi

La Corte di Cassazione con la sentenza n. 26413 ha confermato il licenziamento intimato ad un medico di un'azienda ospedaliera "per la grave situazione di sfiducia, sospetto e mancanza di collaborazione venutasi a creare all'interno dell'equipe medica (...). Il medico aveva, infatti, registrato alcune conversazioni di suoi colleghi , violando in questo modo il loro diritto alla riservatezza, per provare in sede giudiziaria una denuncia di mobbing che lui stesso aveva presentato nei confronti del primario.

Il Tribunale e la Corte d'Appello di Torino hanno confermato il licenziamento, rilevando chela condotta tenuta dal medico integrasse "gli estremi della giusta causa di recesso in conseguenza della irrimediabile lesione del vincolo fiduciario con la parte datoriale".

 
 
 

Immigrati

Post n°1490 pubblicato il 22 Novembre 2013 da deosoe

Immigrati: Inca-Flai, a Tunisi uno sportello per i lavoratori in partenza per l’Italia

Per combattere le illegalità e favorire un'immigrazione consapevole, l'Inca insieme alla Flai,  hanno annunciato l'apertura di uno sportello di orientamento e di informazione a Tunisi per i lavoratori del Nord Africa che vogliono venire in Italia per trovare un'occupazione. Si comincia con i tunisini per poi estendere la presenza del sindacato e del patronato nelle altre comunità di lavoratori stranieri che soprattutto negli ultimi anni scelgono l'Italia come paese di ingresso verso l'Europa.

"Dare ai lavoratori tunisini tutte le informazioni sulla realtà che troveranno in Italia" – ha detto Morena  Piccinini, presidente dell'Inca, patronato della Cgil – perché sono tanti  i cittadini tunisini che si rivolgono all'Italia per motivi di studio. Sicuramente sono molti di più coloro che vengono nel nostro paese per trovare un'occupazione, senza però conoscere il mercato del lavoro".

"Con questo sportello – ha continuato Morena Piccinini- cercheremo di dare tutte le informazioni possibili prima che il lavoratore parta. Mi riferisco alla conoscenza dei contratti, dell'organizzazione del lavoro, del mercato del lavoro e dei diritti sul lavoro. Visto che buona parte dei cittadini tunisini lavorano in agricoltura - sottolinea- stiamo partendo con la collaborazione della Flai che appunto organizza i lavoratori agricoli. Per questo motivo, la tutela individuale si sposta sempre di più insieme con la tutela collettiva".

Quella tunisina, d’altra parte è una delle comunità più estese in Italia. Su 3,5 milioni di immigrati non comunitari regolarmente soggiornanti in Italia al 1° gennaio 2011, circa un milione proviene dal continente africano, in grande prevalenza dalla regione dell'Africa settentrionale (760.673). I cittadini della Tunisia rappresentano il 3,3% del totale degli immigrati non comunitari e la loro incidenza sale al 16% dei cittadini provenienti dall'Africa settentrionale. I tunisini rappresentano l'ottava comunità per numero di presenze tra i cittadini non comunitari".

Per quanto riguarda il sistema di welfare, nel corso del 2010, il numero dei beneficiari tunisini di trattamenti di integrazione salariale ordinaria è stato di 4.198 persone, mentre quelli che hanno usufruito dei trattamenti di integrazione salariale straordinaria è stato di 1.111 persone, pari rispettivamente al 4 e al 2% del totale dei cittadini extracomunitari presenti nel nostro paese.

 In mobilità soltanto 428 tunisini nel 2011 (per lo più uomini,  402), con una incidenza sul totale dei beneficiari non comunitari pari al 3,5%. Sono 5.403 le persone in disoccupazione ordinaria non agricola, con una incidenza del 3,7% sul totale dei paesi non comunitari. Mentre 6.086, nel 2010, erano in disoccupazione agricola (quasi la totalità uomini, 5.620), pari al 13% del totale dei non comunitari. Inoltre, 2.436 hanno ricevuto l'indennità di disoccupazione con requisiti ridotti, anche in questo caso soprattutto uomini, pari a una incidenza del 6,4% del totale dei non comunitari.

"Ma per la Flai l’obiettivo è soprattutto quello di impedire che i lavoratori e le lavoratrici della Tunisia cadano vittime di una nuova schiavitù" – ha detto Stefania Crogi, segretario generale Flai Cgil -. "Si tratta –ha spiegato - di persone che vengono a cercare una speranza di vita e di lavoro, assolutamente diversa in Italia e che appena sbarcati qui possono subito incappare in quelle che sono le maglie della schiavitù, del caporalato e della criminalità organizzata".

 "Ciò '' – ha proseguito la Crogi - avviene in virtù dell'ancora vigente legge Bossi-Fini che lega il permesso di soggiorno al permesso di lavoro. Spesso queste persone vengono in Italia perché hanno un ingaggio di lavoro falso o perché viene loro promesso un posto. Diventano così dei clandestini, degli invisibili e delle braccia da sfruttare e quindi abbiamo aperto uno sportello direttamente a Tunisi, insieme all'Inca, mentre con  la regione Campania abbiamo sperimentato di aprire degli sportelli Cgil sul territorio, in modo che questi lavoratori, una volta arrivati, sappiano già dove andare e, soprattutto abbiano la certezza che non sono abbandonati".

 
 
 

Spesa sociale

Post n°1489 pubblicato il 22 Novembre 2013 da deosoe

Spesa sociale, Italia sempre agli ultimi posti

I paesi dell’Unione europea investono nelle politiche sociali, in media, il 29% del loro PIL. Italia e Polonia sono i paesi che spendono di più, in proporzione, per le prestazioni di vecchiaia. Per le altri voci di spesa il confronto tra Italia e resto dell’Europa continua ad essere desolante: siamo al 23° posto (insieme all'Estonia) per le spese a sostegno della disoccupazione, al 26° per quelle riguardanti malattia e invalidità, e siamo gli ultimi d’Europa (28° posto) per la famiglia, l’infanzia, l’edilizia sociale e la lotta all’esclusione.

Secondo Eurostat, in media, i 28 paesi dell’Unione europea investono nelle politiche sociali il 29,1% del loro PIL (-0,3% rispetto all'anno precedente). Questo dato era aumentato costantemente ogni anno, subendo un salto di 3,5 punti percentuali tra il 2007 e il 2009, certamente per l’impatto sociale della crisi economica e finanziaria, che da un lato ha fatto lievitare le spese, soprattutto per la disoccupazione, e dall'altro ha causato una contrazione del PIL. È tornato a scendere invece (-0,6%) nei due anni successivi, sotto l'effetto delle politiche di austerità.

I dati, aggiornati al 31 dicembre 2011, comprendono per la prima volta anche la Croazia, entrata a far parte dell'Ue il 1 luglio 2023. Paradossalmente, questo ha fatto degradare l'Italia di un ulteriore scalino, poiché globalmente anche i dati della Croazia sono proporzionalmente migliori dei nostri.

Come sempre i dati sono molto eterogenei. Belgio, Danimarca, Francia e Paesi Bassi investono nelle politiche sociali oltre il 30% del loro PIL. Discorso a parte per la Grecia, dove la spesa sociale continua a crescere (26% nel 2008, 30% nel 2011), senza però corrispondenti miglioramenti in termini di qualità dei servizi o di adeguatezza delle prestazioni. 
Ma i dati calcolati in rapporto al PIL possono facilmente trarre in inganno. Più aderente alla condizione di vita delle persone è il dato della spesa per abitante, calcolato a parità di potere d'acquisto: Belgio, Germania, Irlanda, Francia, Austria e Svezia, spendono in media 20-30% in più dell'Italia. Danimarca e Paesi Bassi 40% in più dell'Italia. Il Lussemburgo spende 1,8 volte quello che spende l'Italia, e circa 6 volte di più che Bulgaria, Romania e Lettonia.

Le differenze tra i vari paesi tendono tuttavia a ridursi, più per effetto del contenimento della spesa nei paesi della vecchia Europa, che per la crescita della ricchezza dei paesi nuovi.

www.osservatorioinca.org

 
 
 

Malati sla

Post n°1488 pubblicato il 22 Novembre 2013 da deosoe

Malati di Sla, accordo dopo le proteste. Ricostituito il Fondo non autosufficienza

Un aumento di 25 milioni per il fondo sulla non autosufficienza, che torna alla cifra di 275 milioni stanziati lo scorso anno e ulteriori risorse aggiuntive destinate esclusivamente ai malati gravi e gravissimi. Dopo la lunga giornata di mobilitazione dell'altro  ieri, dove non sono mancati momenti di tensione per la decisione di alcuni malati di staccarsi i respiratori, arriva l’accordo tra il Comitato 16 novembre e i rappresentanti del Governo. Ieri mattina in Commissione Bilancio si è svolto un incontro che entrambe le parti definiscono “molto positivo”: non ci sono solo fondi in più, ma anche la promessa di un Piano per la non autosufficienza, tarato sull’assistenza domiciliare indiretta e portato avanti in un tavolo interministeriale, dove per la prima volta si siederanno anche i rappresentanti del Comitato 16 novembre.

Dall'incontro è scaturita la decisione di ripristinare i 275 milioni di euro per il Fondo sulla non autosufficienza: erano 250 quelli stanziati che vengono incrementati così di 25 milioni di euro, arrivando alla stessa cifra stanziata lo scorso anno. “Siamo intenzionati ad affrontare il tema della disabilità e la non autosufficienza in generale, seppur con un’attenzione particolare alle disabilità gravi, tra cui la Sla, ma senza arrivare all’esclusione delle altre tipologie –spiega il sottosegretario all’Economia Baretta -. In questo senso, mentre nel 2010 il governo di allora aveva stanziato una certa cifra (100 milioni) solo per i malati di Sla, negli anni successivi abbiamo preferito ripristinare il Fondo per la non autosufficienza, che proprio in queste ore ci siamo impegnati a riportare da 250 milioni a 275, come lo scorso anno. Il senato si è peraltro impegnato, sempre durante l’incontro di stamattina, a trovare ulteriori risorse, che dovranno essere definite nelle prossime ore e andranno in maniera esclusiva finalizzate alle disabilità molto gravi, con particolare attenzione alla domiciliarità”.

da redattore sociale

 
 
 

Cal center

Post n°1487 pubblicato il 22 Novembre 2013 da deosoe

Europa: boom dei call center, ma pochi diritti

In Europa, negli ultimi dieci anni, è boom dei call center. E' quanto emerge dal dossier "Rappresentanza sindacale e organizzazione nei contact center europei: Esperienze e sfide'", realizzato dal professore Philip Taylor dell'università di Strathclyde, presentato ieri alla Conferenza di Uni Global Union, la federazione europea che unisce i sindacati dei servizi.

"Non è semplice - premette lo studio - fornire dati esatti relativamente all'occupazione nei paesi europei, delle statistiche informate sono comunque possibili: dopo il Regno Unito con un milione di addetti del contact center, gli effettivi più importanti si trovano in Germania (520.000), Svezia (262.500), Francia (270.000), Italia (200.000), e Spagna (100.000); altre stime riguardano Polonia (80.000), Danimarca (70.000), Belgio (60.000), Finlandia (15.000), Lituania (2.000), Lettonia (1.200) ed Estonia (600)". Lo riporta l'agenzia Adnkronos.

Il settore europeo dei call center "è molto più esteso rispetto a dieci anni fa, ma l'espansione non si è verificata allo stesso ritmo ovunque, i paesi hanno registrato ritmi di crescita diversi". Per esempio, Germania e Francia "hanno settori ampi e relativamente maturi". Tra i paesi nordici, come sempre, è prima la Svezia che "si è mossa presto ed è un hub regionale".

I lavoratori del settore, però, sono ancora caratterizzati da un forte precariato e pochi diritti. Secondo il dossier dei sindacati "l'outsourcing nazionale è fortemente sviluppato", e i livelli retributivi "sono inferiori nell'outsourcing del 10% o più". Inoltre, prosegue, "l'outsourcing è anche contraddistinto da condizioni più scadenti per i lavoratori (...). Si può fare leva sulla precarietà contrattuale e la minaccia di perdere il cliente per via dell'outsourcing o dell'offshoring per esercitare intimidazioni sui lavoratori e indurli a ridimensionare le loro rivendicazioni".

La sindacalizzazione nei call center varia, a seconda del paese in cui si opera. "I sindacati - spiega il rapporto - conservano una forza residua nelle aziende dominanti, un tempo nazionalizzate dove gli accordi sindacali e il dialogo sociale sono stati prontamente traslati ai contact center. In secondo luogo, si percepisce l'influenza del regime normativo nazionale, in quanto certe aziende che sembrano fonte di debolezza sindacale o addirittura danno prova di antisindacalismo in un determinato contesto nazionale, sono invece citate come sede di importanti forze sindacali in altro contesto". I call center in Europa, infine, operano soprattutto per i settori dei servizi finanziari e delle telecomunicazioni.

 
 
 

Inail

Post n°1486 pubblicato il 22 Novembre 2013 da deosoe

Inail - Non escluso il rimborso farmaci anche per anni successivi al 2012

L'Inail ha integrato la circolare n. 56/2013 (vedi news precedente)  che  comunicava l'esigenza di evitare "oneri aggiuntivi per la finanza pubblica" e per questo motivo riconosceva il diritto al rimborso dei farmaci ad una categoria di lavoratori molto ristretta ossia per coloro che alla data del 13 novembre 2012 si trovavano in stato di inabilità temporanea assoluta e limitatamente alle spese sostenute nello stesso anno.

Ieri l'Istituto assicuratore ha fatto sapere che, ferma la decorrenza dal 13 novembre 2012, il rimborso non è escluso per gli anni seguenti e anzi, al termine della sperimentazione, che è in atto, è possibile che ci sia addirittura un miglioramento della tutela ...

 
 
 

Inail

Post n°1485 pubblicato il 22 Novembre 2013 da deosoe

Inail: marcia indietro su rimborso spese medicinali

Il rimborso delle spese per l'acquisto dei medicinali può essere richiesto solo dai lavoratori che al 13 novembre 2012 erano in stato di inabilità. Questa la decisione dell'Inail contenuta nella circolare n. 56/2013.

Un anno fa, l'Inail con la circolare n. 62/2012 aveva disciplinato il rimborso, a proprio carico, delle spese sostenute dagli assistiti (inclusi dipendenti pubblici e lavoratori ex Ipsema) per le prestazioni di tipo sanitario. Con un messaggio successivo aveva stabilito che le richieste per il rimborso dei farmaci potevano essere presentate solo con riferimento agli infortuni verificatisi e alle malattie professionali denunciate a partire dal 13 novembre 2012 (data di pubblicazione della precedente circolare dell'Istituto).

Ad un anno di distanza la marcia indietro. Nella circolare 56/2013, infatti, l'Istituto assicuratore spiega di aver acquisito il parere dell'Avvocatura, alla quale erano stati richiesti dei chiarimenti e, pur confermando le precedenti istruzioni, pone un vincolo per "evitare oneri aggiuntivi alla finanza pubblica" e, dunque, il diritto al rimborso dei farmaci sarà erogato in favore di una categoria molto ridotta di lavoratori ossia per coloro che alla data del 13 novembre 2012 si trovavano in stato di inabilità temporanea assoluta e limitatamente alle spese sostenute nelo stesso anno.

Infine, l'Inail nel dichiarare annullate le precedenti istruzioni, ha stabilito che le nuove indicazioni si applicano  ai casi futuri, alle fattispecie in istruttoria e a quelle per le quali sono in atto controversie amministrative o giudiziarie o comunque non prescritte o decise con sentenza passata in giudicato.

 
 
 

Migranti

Post n°1484 pubblicato il 22 Novembre 2013 da deosoe

L'Europa cresce grazie ai migranti

La popolazione europea cresce, ma soprattutto grazie ai migranti. Continua infatti ad aumentare il numero degli europei, ma più per il contributo dell'immigrazione che per le nuove nascite. Secondo i dati pubblicati da Eurostat, infatti, l'80% dell'incremento è dovuto ai flussi migratori.

Nell'Unione europea a 28 lo scorso primo gennaio la popolazione si è attestata a 505,7 milioni, rispetto ai 504,6 milioni dell'inizio del 2012, con un aumento di 1,1 milioni, per un tasso annuo del 2,2 per mille abitanti, a causa di una crescita naturale di 0,2 milioni (+0,4 ‰) e di migrazione di 0,9 milioni (+1,7 ‰).

Secondo l'ufficio di statistica dell'Unione, nel 2012 sono nati in Europa 5,2 milioni di bambini, per un tasso di natalità del 10,4 per 1.000 abitanti, stabile rispetto al 2011. I tassi di natalità più elevati sono stati registrati in Irlanda (15,7‰), Regno Unito (12,8‰), Francia (12,6‰), Svezia (11,9‰) e Cipro (11,8‰), e i piu' bassi in Germania (8,4‰), Portogallo (8,5‰), Grecia e Italia (entrambe 9,0‰) e Ungheria (9,1‰).

Lo scorso anno i decessi nella Ue a 28 sono invece stati 5 milioni, per tasso di mortalità del 9,9 per 1.000 abitanti, rispetto al 9,6‰ nel 2011. I tassi di mortalità più elevati sono stati osservati in Bulgaria (15‰), Lettonia (14,3‰), Lituania (13,7‰), Ungheria (13‰), Romania (12,7‰) e Croazia (12,1‰), e i piu' contenuti in Irlanda (6,3‰), Cipro (6,6‰), Lussemburgo (7,3‰), Malta (8,1‰) e Olanda (8,4‰).

 
 
 

Inca

Post n°1483 pubblicato il 22 Novembre 2013 da deosoe

Inca e Flai Cgil presentano la guida “Tutele e diritti per i lavoratori immigrati”

Oggi 21 novembre a Roma, ore 14.00, presso la Sede della Cgil, Corso Italia 25, Morena Piccinini, presidente Inca e Stefania Crogi, segretaria generale Flai Cgil presenteranno in una conferenza stampa la guida, realizzata in italiano e francese “Tutela e diritti per i lavoratori immigrati”. La guida verrà distribuita anche presso uno sportello della Flai Cgil, attivo dal 26 novembre, a Tunisi preso la Sede dell’Inca.

La guida e l’apertura dello sportello in Tunisia sono un’altra tappa dell’accordo sottoscritto qualche mese fa da Cgil, Flai Cgil, Cgil Campania e i sindacati tunisini UGTT e FGA-UGTT.

L'accordo è finalizzato a creare condizioni di tutela, sin dal paese di origine, per quei lavoratori e lavoratrici che vengono in Italia per trovare occupazione nel settore agricolo. Sia attraverso la guida, sia con il supporto di una operatrice a Tunisi, la Flai e Inca intendono informare e formare i lavoratori, creando una rete di tutele e di informazione affinché lavoratori e lavoratrici una volta in Italia non si trovino davanti solo problemi e delusioni, ma anche strumenti di comprensione e integrazione.

Nella guida ci sono informazioni pratiche utili per chi vuole partire ma anche per chi è già in Italia: dalla modalità di ingresso alle tutele contrattuali, all’indennità di disoccupazione agricola, alle norme e tutele in materia di salute e sicurezza sul lavoro.

Oltre allo sportello in Tunisia, in base all’accordo stipulato, sono attivi anche quattro sportelli in Campania, regione nella quale sono tantissimi i lavoratori e le lavoratrici provenienti dalla Tunisia, impiegati nel settore agricolo.

 
 
 

Immigrati

Post n°1482 pubblicato il 22 Novembre 2013 da deosoe

Immigrati: da Ue avviso motivato all'Italia su norme traffico esseri umani

La Commissione europea ha inviato all'Italia un avviso motivato sul mancato adeguamento alla legislazione europea sul contrasto al traffico di esseri umani, secondo passaggio della procedura di infrazione della Ue. L'esecutivo Ue ha chiesto formalmente all'Italia di adeguarsi alla legislazione europea sul contrasto al traffico di esseri umani, che prevede norme per la punizione dei trafficanti e il sostegno alle vittime.

Dopo più di sei mesi dalla scadenza del termine per l'adozione della direttiva Ue e nonostante la nota formale dello scorso maggio, l'Italia non ha ancora notificato alla Ue le misure prese per conformarsi alle norme europee. Se l'Italia non si adegua entro due mesi, la Commissione potrebbe decidere di deferire l'Italia alla Corte di Giustizia.

 
 
 

Pensioni

Post n°1481 pubblicato il 22 Novembre 2013 da deosoe

Pensioni: Inps, in 9 mila non hanno ancora fornito dati reddituali 2009

Sono ancora 9 mila i pensionati, la metà dei quali residenti all'estero, che hanno percepito prestazioni collegate al reddito e che ancora non hanno prodotto la dichiarazione relativa ai redditi del 2009. Lo rende noto l'Inps che invierà loro una breve lettera con cui si comunica che è stata resa operativa la sospensione della prestazione già preannunciata con precedenti comunicazioni e viene loro rivolto l'invito a fornire le informazioni mancanti entro i successivi 60 giorni per ottenere il ripristino della stessa.

Come è noto, sottolinea l'Inps in una nota, alcune quote delle prestazioni erogate dall'Inps sono legate ai redditi del beneficiario e, in alcuni casi, anche dei suoi familiari. L'Inps corrisponde annualmente queste quote sulla base delle dichiarazioni relative ai redditi degli anni precedenti, riservandosi di verificare l'effettivo diritto alle prestazioni in base ai redditi dichiarati dagli interessati.

La legge 122 del 2010 ha introdotto una nuova disciplina per le prestazioni collegate al reddito, stabilendone la sospensione per chi non comunica i redditi entro i termini assegnati. I 9 mila pensionati che non hanno ancora fornito le informazioni relative ai propri redditi sono stati più volte sollecitati a farlo attraverso tutti i canali a disposizione dell'Istituto. Non è stato possibile reperire le informazioni reddituali di queste persone nemmeno attraverso l'agenzia delle Entrate, con la quale è attivo un flusso comunicativo costante. Si tratta, sottolinea l'Inps, di una platea che rappresenta una piccolissima minoranza rispetto ai circa 7 milioni di pensioni che presentano quote collegate al reddito e ai circa 9 milioni (pensionati e familiari) di soggetti che hanno l'obbligo della dichiarazione.

Nel caso in cui i pensionati, oltre a non aver dichiarato i redditi per l'anno 2009, non abbiano provveduto a fornire le informazioni nemmeno per gli anni successivi, dalla rata di dicembre 2013 l'importo della pensione verrà decurtato delle quote legate al reddito.

Resta comunque aperta la possibilità di regolarizzare entro 60 giorni la propria posizione e ottenere il ripristino del pagamento intero, a condizione naturalmente che i redditi posseduti e dichiarati ne consentano la corresponsione.

 
 
 

Istat

Post n°1480 pubblicato il 22 Novembre 2013 da deosoe

Istat: per il 59% famiglie situazione economica peggiorata

La quota delle famiglie che dichiara un peggioramento della propria situazione economica sale al 58,6% rispetto al 55,8% dell'anno precedente. Lo rileva l'indagine dell'Istat sugli  "Aspetti della vita quotidiana'', svolta nel marzo 2013, aggiungendo che ''il calo è generalizzato sul territorio, ma maggiore al Nord''.  
In Italia settentrionale, infatti, la percentuale delle famiglie che rileva un peggioramento della propria situazione economica sale dal 53,6% al 57,1%. Tuttavia, fa notare sempre l'Istat, i tradizionali divari territoriali rimangono, con il Mezzogiorno che comunque soffre di più (qui ben il 60,4% dichiara un deterioramento del bilancio familiare).
Guardando a chi si considera stabile dal punto di vista economico, nei primi mesi del 2013 l'Istituto di statistica registra un ''significativo calo'' della percentuale di famiglie che giudica la propria situazione economica sostanzialmente invariata rispetto all'anno precedente (dal 40,5% nel 2012 al 38,0% nel 2013). Conseguentemente aumenta la quota di famiglie che riportano un peggioramento della propria situazione, dal 55,8% nel 2012 al 58,6%; mentre solo il 3% delle famiglie dichiara che la propria condizione è migliorata (era il 3,4% nel 2012).

 
 
 

Ilo

Post n°1479 pubblicato il 22 Novembre 2013 da deosoe

Ilo - immigrati e giovani, servono risposte urgenti ed efficaci

La disoccupazione giovanile in Italia è "assolutamente drammatica e ha bisogno di interventi": lo ha detto il direttore generale dell'Ilo, Guy Ryder, al termine dell'incontro con i segretari confederali di Cgil, Cisl e Uil, sottolineando che non è la situazione peggiore in Europa "ma che è tra le peggiori".

Ryder ha spiegato che il messaggio che ha avuto dai sindacati italiani è di "profonda preoccupazione" sulla situazione economica e sociale del Paese e che le attuali politiche "non danno prospettive sull'occupazione giovanile. Il dialogo sociale - ha detto - non si sta dimostrando efficace".
 
E, a proposito del tema dell'immigrazione, ha affermato che non si è parlato di quote ma che comunque l'immigrazione continuerà a crescere. Come ci sono regole sulla circolazione dei capitali e delle merci, sarebbe necessario agire per avere immigrazione legale ordinata e regolamentata".

ansa

 
 
 

Servizio civile

Post n°1478 pubblicato il 22 Novembre 2013 da deosoe

Servizio civile: ordinanza magistratura condanna comportamento discriminatorio dello Stato

Non è bastata la sentenza di un giudice che già quasi due anni fa aveva sanzionato il comportamento ''discriminatorio'' da parte dello Stato, ma ce n'è voluta un'altra sulla stessa linea. E questo perché quando, poco più di un mese fa, è stato pubblicato un nuovo bando per cercare volontari disponibili al servizio civile è stata inserita ancora una volta quella clausola che impediva agli stranieri residenti in Italia di partecipare. Così oggi è toccato nuovamente alla magistratura intervenire con un'ordinanza per imporre agli uffici competenti della Presidenza del Consiglio di riaprire il bando per l'accesso anche degli immigrati regolari.  

Secondo il giudice della sezione Lavoro del Tribunale di Milano, infatti, sulla base dell'articolo 2 della Costituzione deve essere permesso ''allo straniero residente in Italia di concorrere al progresso materiale e spirituale della società e all'adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale attraverso la sua partecipazione al servizio civile nazionale''.

A presentare il ricorso, accolto dal magistrato, sono state le associazioni ''Studi Giuridici sull'Immigrazione'' e ''Avvocati per Niente Onlus''. E con loro soprattutto quattro giovani stranieri, tra cui un cingalese e una marocchina: residenti in Italia da oltre 10 anni che chiedevano semplicemente di poter presentare la domanda di servizio civile.
Tuttavia, il ''bando per la selezione di 8146 volontari da avviare al servizio dell'anno 2013 nei progetti di servizio civile in Italia e all'estero'', pubblicato il 4 ottobre scorso, era aperto solo ai cittadini italiani. A nulla era servito il fatto che, nel gennaio del 2012, la sezione Lavoro del Tribunale di Milano, in relazione a un precedente bando, avesse stabilito, accogliendo il ricorso di uno studente pakistano, che gli immigrati che hanno il permesso di soggiorno fanno parte ''in maniera stabile e regolare'' della ''comunità'' e che quindi anche a loro deve essere riconosciuto il diritto di svolgere il servizio civile. Servizio civile che è anche - scrisse il giudice - un dovere di ''solidarietà' politica, economica e sociale'' nei confronti della ''Patria'', in cui vivono.

Una sentenza, quella del gennaio 2012, richiamata nell'odierna ordinanza in cui viene spiegato come ''il termine "cittadino'', in relazione alle norme sul servizio civile, ''va inteso riferito al soggetto che appartiene stabilmente e regolarmente alla comunità italiana con conseguente illegittimità, per discriminatori età', dell'art. 3 del bando impugnato'' che negava l'accesso agli stranieri. Il servizio civile, infatti, si legge nell'ordinanza, ''tende a proporsi come forma spontanea di adempimento del dovere costituzionale di difesa della Patria''.

Da qui l'ordine del giudice ''all'Ufficio nazionale per il servizio civile presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri di cessare il comportamento discriminatorio, di modificare il bando nella parte in cui prevede il requisito della cittadinanza consentendo l'accesso anche agli stranieri soggiornanti regolarmente in Italia e di fissare un termine non inferiore a 10 giorni dalla comunicazione della presente ordinanza per la presentazione delle ulteriori domande di ammissione''. L'ordinanza, è immediatamente esecutiva e il ministero non potrà cercare di sottrarsi nuovamente, come ha fatto lo scorso anno, alla sua esecuzione.

 
 
 

Enel

Post n°1477 pubblicato il 22 Novembre 2013 da deosoe

Enel: in 5 anni calo 80% infortuni gravi e mortali

Negli ultimi cinque anni gli indici di frequenza e di gravità degli infortuni sul lavoro del personale Enel e delle imprese appaltatrici si sono ridotti rispettivamente del 52% e del 17%, e il numero di infortuni gravi e mortali si è ridotto dell'80%.  Sono queste le cifre presentate dall'azienda, in occasione della settimana internazionale della salute e della sicurezza.

"Da noi salute e sicurezza sul lavoro sono fattori - ha sottolineato l'amministratore delegato dell'azienda - - strategici per l'integrazione, le efficienze e il miglioramento della performance aziendale". E ha aggiunto: "Il nostro obiettivo è diventare e rimanere un'azienda con zero infortuni".

Per il presidente di Enel "La mancanza di sicurezza comporta rilevanti costi diretti ed indiretti per le imprese: ogni anno, gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali causano una perdita economica pari al 4% del pil mondiale, creando un onere complessivo di circa 2,8 trilioni di dollari''.

Il costo degli infortuni sul lavoro e delle malattie professionali, aggiunge, ''è compreso, per la maggior parte dei paesi Ue, tra il 2,6 e il 3,8% del pil. Un costo che grava sulle singole aziende ma anche sull'economia nazionale. In ambito Italia, in particolare, questo onere è pari a circa il 3% del pil''. Nonostante i risultati positivi raggiunti negli ultimi anni in Italia, ''le statistiche non sono confortanti''. Dal 2008, rileva, ''gli infortuni sul lavoro sono diminuiti di circa il 23%. In calo sono anche le cosiddette ''morti bianche'' che nel 2012 sono diminuite di circa il 9%''. Ma ad influenzare la riduzione del fenomeno ha contribuito anche l'attuale crisi.

"La continua riduzione dei posti di lavoro e la sensibile flessione delle ore lavorate hanno determinato una riduzione dei tempi di esposizione al rischio infortunistico'', prosegue. La crisi, peraltro, sottolinea il presidente, ''rischia di frenare od invertire il percorso virtuoso intrapreso in molti Paesi, tra cui il nostro, in materia di sicurezza sul lavoro. La necessita'' di contenere le spese, sia nel settore pubblico che in quello privato, potrebbe infatti far considerare i costi per la sicurezza un lusso da riservare a tempi migliori''. E proprio in questo momento di crisi, invece, ''che non si deve abbassare la guardia'': ''nessun aumento di produttività o nessun ridimensionamento dei costi deve avvenire a scapito della tutela dell'incolumità e della vita dei lavoratori''.

ansa

 
 
 

Ocse

Post n°1476 pubblicato il 22 Novembre 2013 da deosoe

Ocse: in Italia picco disoccupazione al 12,4%

La leggera ripresa stimata per il 2014 non si ripercuoterà sul fronte della disoccupazione che nel 2014 potrebbe salire ancora toccando il picco al 12,4%, 4 punti in più rispetto al 2011. E' la stima dell'Ocse nell'''Economic Outlook'' in cui evidenzia come il livello di senza lavoro nei prossimi due anni è destinato a restare elevato, dal momento che è probabile che l'impatto della crescita della domanda all'inizio si tradurrà in un aumento delle ore lavorate in media dalle persone già occupate".

Per l'Ocse, quindi, nel 2015 il tasso di disoccupazione scenderà al 12,1%, stesso livello previsto per l'anno in corso.
La prevista ripresa dell'Italia (con un Pil +0,6% nel 2014 e +1,4% nel 2015) "potrebbe essere compromessa se lo stato di salute del sistema bancario porterà a una restrizione del credito e interromperà il normale ciclo degli investimenti".

Il programma Omt della Bce, sottolinea l'organizzazione, "ha limitato con successo l'impatto della crisi" ma restano rischi sul fronte fiscale "fino a quando non si registrerà un marcato calo del rapporto debito -Pil".

"Dal lato positivo", si legge ancora nell''Outlook, "gli investimenti, e quindi di conseguenza il Pil, potrebbero riprendersi in maniera più solida del previsto, soprattutto se il programma di rimborso dei debiti della pubblica amministrazione alle imprese riuscirà a dare una spinta concreta all'economia, piuttosto che il modesto impatto incluso in queste previsioni".

 
 
 

Povertà sanitaria

Post n°1475 pubblicato il 22 Novembre 2013 da deosoe

In Italia oltre 112mila bimbi vittima della povertà sanitaria

In Italia oltre 112 mila bambini sono vittime della povertà sanitaria. Vivono cioè in condizioni di indigenza tali da avere bisogno di aiuto anche per latte, pappe e pannolini. A lanciare l'allarme è l'Osservatorio donazione farmaci della Fondazione Banco Farmaceutico, alla vigilia della Giornata mondiale dell'infanzia. I dati sono il risultato di una ricerca condotta dal novembre 2012 al novembre 2013 su un campione di enti che si occupano di assistenza sanitaria infantile, convenzionati con il Banco Farmaceutico, su tutto il territorio italiano. Tra questi le Caritas Diocesane, Don Orione, Centro Astalli e Unitalsi. Dei 1.500 enti assistenziali che beneficiano dei medicinali raccolti dal Banco, 641 si occupano di assistenza sanitaria a livello pediatrico con una percentuale media di utenti minori vicina al 42%.

 La povertà sanitaria, dunque - denuncia Banco Farmaceutico - negli ultimi anni sta colpendo tutte le fasce della popolazione compresi i più piccoli. E così, nel periodo analizzato, è in forte aumento il numero di enti che fanno richiesta di prodotti specificatamente rivolti all'infanzia. Dalla ricerca emerge un fabbisogno annuo di prodotti pediatrici richiesti dagli enti assistenziali pari a oltre 2.250.000 unità, con una media di 3.500 pezzi per ogni organizzazione benefica. Nella lista delle richieste presentate dagli enti di solidarietà al Banco ci sono per esempio 500 mila pannolini, 550 mila omogeneizzati, 54 mila disinfettanti e 127 mila confezioni di latte in polvere.

A livello di macroaree geografiche, il fabbisogno del Nord è di 1.500.000 unità, quello del Centro di 387.000, al Sud e Isole di 380.000. "La differenza di richieste tra Nord e resto d'Italia - precisa però il direttore dell'Osservatorio donazione farmaci - è solo legata al fatto che la concentrazione di enti assistenziali è più elevata al Nord e dunque ovviamente intercettano più bisogno. In realtà la povertà assoluta è più alta al Sud e dunque anche i minori in difficoltà sono di più". Tra i prodotti più richiesti, oltre a quelli per l'igiene (pannolini, disinfettanti) e l'alimentazione (omogeneizzati, latte in polvere), anche molti farmaci da banco (antipiretici, mucolitici e altri), per oltre 355 mila pezzi.

 
 
 

Cig deroga

Post n°1474 pubblicato il 22 Novembre 2013 da deosoe

Cig: Cgil, incontro su deroga non risolutivo, ora garanzie

L'incontro tra il sottosegretario all'Economia Pier Paolo Baretta e i sindacati sugli ammortizzatori in deroga ''ha chiarito alcuni punti'' ma non è stato risolutivo. E' l'opinione del segretario confederale della Cgil Serena Sorrentino che chiede "garanzie e certezze" circa il rifinanziamento degli ammortizzatori in deroga per la restante parte del 2013 e per tutto il prossimo anno.   "C'è l'impegno del governo - dice Sorrentino - a dare certezza sul finanziamento dei 330 milioni di euro aggiuntivi per gli ammortizzatori in deroga che erano stati annunciati ma che, ad oggi, non sono contenuti in nessun provvedimento. Noi abbiamo ribadito  che queste risorse sono assolutamente insufficienti a coprire tutto il 2013 e su questo abbiamo chiesto di essere riconvocati quando ci sarà l'effettivo stanziamento''. "Per il 2014 - precisa - abbiamo annunciato non solo che le risorse sulla cassa in deroga non bastano ma soprattutto che abbiamo bisogno di rifinanziare strumenti come i contratti di solidarietà che sono una delle cose fondamentali per evitare ulteriori licenziamenti".  Sorrentino si è detta "abbastanza scettica e preoccupata rispetto alla garanzia che ad oggi il governo è in grado di assicurare sul 2013 mentre sul 2014 ci sarà modo di discutere".

 
 
 

Inca calabria

Post n°1473 pubblicato il 22 Novembre 2013 da deosoe

Inca Calabria - Inaugurazione ambulatorio medico "Marcello Cirillo" a Soverato

L'ambulatorio medico intitolato a "Marcello Cirillo", coordinatore dell'Inca Calabria che ci ha lasciato prematuramente nel 2010, sarà inaugurato giovedì 21 alle ore 15,30 nella sede della Cgil di Soverato, alla presenza di dirigenti dei vari livelli e delle Categorie della Cgil tra i quali il Segretario Generale della Cgil Calabria, Michele Gravano, ed il coordinatore medico legale Inca Cgil nazionale, Marco Bottazzi.

L'ambulatorio sarà coordinato dal dr. Giuseppe Stillo, medico del Lavoro, già convenzionato con la Cgil di Catanzaro ed utilizzato presso l'Inca per la tutela delle pratiche di invalidità civile e delle pratiche di pertinenza dell'Inps.

Il nuovo ambulatorio medico è attrezzato con adeguate e moderne strumentazioni per permettere a chi vi opera di meglio tutelare gli interessi dei pazienti assistiti dal patronato della Cgil.

Inoltre, grazie alle convenzioni con le Categorie, all'ausilio del coordinamento Cgil Medici della Cgil di Catanzaro, del Sindacato Pensionati della CGIL e della Funzione Pubblica, l'ambulatorio medico "Marcello Cirillo" sarà protagonista di campagne mirate sulla salute e la sicurezza nei luoghi di lavoro e per campagne di prevenzione per gli anziani ed i migranti.

 
 
 

Disabili

Post n°1472 pubblicato il 22 Novembre 2013 da deosoe

Disabili: pensionati, no Ue a assistenza qualità atto grave

La Commissione Europea ha respinto l'Ice (Iniziativa dei cittadini europei) promossa dalla Ferpa - la Federazione europea dei pensionati e delle persone anziane, affiliata alla Ces, di cui fanno parte Spi Cgil, Fnp Cisl e Uilp Uil - per garantire a tutti i cittadini della Ue non autosufficienti e disabili, di ogni età, l'accesso a cure adeguate e una assistenza di lunga durata di qualità. Lo riferiscono Spi, Fnp, Uilp sottolineando che si tratta di un ''atto grave e ingiustificato''.

L'Ice è un recente strumento, istituito dal Trattato di Lisbona, che consente ai cittadini della Ue, raccogliendo almeno
un milione di firme in almeno sette Stati membri, di chiedere alla Commissione di legiferare su temi di competenza dell'Unione.  La Ferpa aveva promosso l'Ice per ottenere dalla Commissione europea una normativa che potesse costituire un quadro di riferimento legislativo sulle cure di lunga durata per tutti i Paesi membri.

In accordo con la Ferpa e coinvolgendo la Ces  i sindacati italiani proseguiranno la mobilitazione per garantire tutele adeguate e uniformi a tutti i cittadini europei disabili e non autosufficienti.

 
 
 

Precari scuola

Post n°1471 pubblicato il 22 Novembre 2013 da deosoe

Scuola - Aumenta l'esercito dei precari ...

Sarebbero non più di 25.000, di cui l'80% docenti, i dipendenti scolastici che hanno requisiti anagrafici e contributivi richiesti dall'art. 24 del decreto legge n. 201/2011 per accedere al trattamento pensionistico di vecchiaia o anticipato, con decorrenza 1° settembre 2014. Senza la riforma Fornero il loro numero avrebbe potuto essere compreso tra 70 e 80mila unità.

E' quanto si ricava da una proiezione realizzata da ItaliaOggi in base al personale in servizio nel corrente anno scolastico con contratto a tempo indeterminato e alle classi di età.

Si tratta dell'ennesima conferma che la riforma previdenziale entrata in vigore dal 1° gennaio 2012, nello stabilire un'età anagrafica non inferiore a 66 anni e una anzianità contributiva non inferiore a 41 anni per le donne e 42 per gli uomini, ha ridotto ai minimi termini il numero del personale della scuola che teoricamente potrebbe andare in pensione sia il 1° settembre 2014 che nel settembre 2015.

Proiezioni che riducono drasticamente le possibilità di immissioni in ruolo nei prossimi anni per l'esercito dei precari, che dopo i Pas, i Percorsi Abitativi Speciali, è destinato a salire sfondando quota 200mila....

 
 
 

Crisi

Post n°1470 pubblicato il 22 Novembre 2013 da deosoe

Crisi: Usa, donne al lavoro, recuperati posti persi nella recessione

Le donne hanno recuperato tutti i posti di lavoro persi durante la recessione. Negli Stati Uniti le donne al lavoro sono la cifra record di 67,5 milioni, oltre i 67,4 milioni del 2008, quando la recessione è iniziata. Lo riporta il Wall Street Journal, sottolineando che gli uomini che lavorano sono 69 milioni, meno dei 70,9 milioni di giugno 2007.

Alla base dell'"ascesa" delle donne c'è il fatto che svolgono lavori in settori come la sanità e l'istruzione che hanno navigato la crisi meglio di altri, mentre i settori dominati dagli uomini come le costruzioni hanno accusato forti riduzioni. Con la recessione e il periodo successivo gli uomini hanno perso 6 milioni di posti di lavoro, le donne 2,7 milioni di posti di lavoro.

ansa

 
 
 

Corte dei conti

Post n°1469 pubblicato il 22 Novembre 2013 da deosoe

Cgil: da Corte Conti parere assunzione disabili contro la legge

“La Corte dei conti ha espresso un parere in merito alle assunzioni obbligatorie di lavoratori con disabilità da parte delle Province in contraddizione con il decreto sui precari della Pa”. Secondo la Corte, infatti, riferisce la Cgil, “il divieto posto a carico delle Province di assumere personale a tempo indeterminato, in relazione al decreto di riordino varato dall'allora governo Monti, è tuttora in vigore e, sempre secondo la Corte, comprenderebbe anche le unità di personale aventi diritto al collocamento obbligatorio, ovvero la legge 68 del '99”.

Eppure, fa notare la responsabile dell'ufficio Politiche per la disabilità del sindacato di corso d'Italia, Nina Daita, “il decreto 101 del 2013 specifica, in riferimento alle categorie protette, che le disposizioni contenute nel decreto derogano ai divieti di nuove assunzioni previsti dalla legislazione vigente”. Per la dirigente sindacale “questa confusione normativa è assolutamente intollerabile. Il governo deve fare subito chiarezza, anche se risulta palese come la legge 68 non solo non può essere sospesa con un tratto di penna ma deve essere immediatamente applicata".

"La situazione drammatica in cui versano centinaia di migliaia di lavoratrici e lavoratori disabili non può essere ulteriormente complicata da queste contraddizioni. La confusione è letteralmente immane ma non è possibile che a pagarne il prezzo siano ancora una volta gli ultimi tra gli ultimi", conclude Daita.

 
 
 
 
 

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