Triballadoresdi Vittorio Casula |
Messaggi del 13/01/2014
Post n°1543 pubblicato il 13 Gennaio 2014 da deosoe
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Post n°1542 pubblicato il 13 Gennaio 2014 da deosoe
Pensioni - Giusto riproporre tema flessibilità sistema Sulle pagine del Corriere della Sera di quest'oggi si legge che si sta per riaprire il cantiere sulle pensioni. I tecnici del ministero del Lavoro stanno infatti lavorando intorno a misure per dare la possibilità di forme di pensionamento anticipato, così da reintrodurre elementi di flessibilità in un sistema troppo rigido dopo la riforma Fornero soprattutto in relazione alle esigenze del sistema produttivo alle prese con una lunga crisi. Ecco allora - dice il quotidiano - che rispunta l'ipotesi del ministro Giovannini sul "prestito pensionistico". In pratica il lavoratore cui mancherebbero pochi anni al raggiungimento dell'età pensionabile (2-3) potrebbe volontariamente scegliere di lasciare il lavoro prendendo un anticipo della pensione sulla base di un importo minimo (non più di 600-700 euro al mese) che poi la stessa persona restituirebbe all'Inps dal momento dell'effettiva decorrenza del trattamento pensionistico. Passati i 2-3 anni l'Inps comincerebbe a versargli l'assegno cui ha diritto con una piccola trattenuta a titolo di restituzione dell'anticipo percepito. Sul temma della flessibilità del sistema pensionistico anche Cesare Damiano, presidente della Commissione Lavoro della Camera ha esordito dicendo che "Era ora... perchè fin qui abbiamo insistito invano affinchè il Governo affrontasse questo argomento" e aggiunge "noi siamo convinti, a differenza di Renzi che mantiene su questo tema una posizione conservatrice, che la "riforma" delle pensioni targata Fornero sia socialmente iniqua, che sbarri la strada all'ingresso dei giovani nel mercato del lavoro e che sia recessiva perchè induce i lavoratori, che vedono un futuro previdenziale estremamente incerto e lontano nel tempo, a non investire e a non consumare". E' una riforma, prosegue Damiano, "che va cambiata e va recuperato quel criterio di gradualità che è stato brutalmente cancellato dal Governo Monti. E' ora di dire basta al saccheggio del sistema pensionistico per ripianare il debito: dottrina liberista che ci è stata imposta dalla Bce. Noi siamo pronti al confronto sulla proposta del ministro del Lavoro che prevede un prestito pensionistico da percepire nei due anni che precedono il momento della pensione, ma vogliamo ricordargli che il Partito Democratico ha già presentato una proposta di legge sulla flessibilità che non può essere sbrigativamente accantonata perché giudicata troppo costosa". "Noi pensiamo che consentire ai lavoratori di poter scegliere di andare in pensione in un'età compresa tra i 62 ed i 70 anni, pagando una penalizzazione massima dell'8%, sarebbe una soluzione ottimale che risolverebbe anche, per gli anni a venire, il problema degli esodati", insiste Damiano. Questa novità annunciata dal ministro, conclude, "apre comunque la strada ad una significativa revisione del sistema previdenziale, e questo è un fatto positivo. Chiediamo al Governo un tempestivo confronto con il Parlamento".
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Post n°1541 pubblicato il 13 Gennaio 2014 da deosoe
Lavoratori stranieri, colonna portante delle Pmi italiane Nel 2013 l’occupazione nelle piccole e medie imprese torna a crescere (+1,60%). E questa volta l’aumento del totale degli addetti è superiore all’aumento degli addetti stranieri (+0,93%), anche se la principale ragione che spinge ad assumere addetti stranieri rimane la mancanza di manodopera italiana, unita alla disponibilità degli stranieri a svolgere mansioni più pesanti e a lavorare di più. Questi sono i principali risultati emersi da un’indagine condotta dalla Fondazione Leone Moressa su un panel di oltre 1000 aziende italiane con meno di 20 addetti, che analizza le caratteristiche del mercato del lavoro straniero, evidenziandone le trasformazioni congiunturali in corso. Nel 2013 l’andamento occupazionale nella piccola impresa sembra mostrare un trend positivo. L’aumento del totale degli addetti (1,60%) è superiore all’aumento degli addetti stranieri (0,93%). A livello territoriale, il Nord Ovest è l’area con il maggior aumento di addetti stranieri (3,68%). Il settore con il maggior incremento di addetti stranieri è quello dei Servizi alle persone (2,53%). Le previsioni per il 2014 invitano comunque a restare cauti circa una possibile ripresa: il numero complessivo di addetti è destinato a rimanere invariato (-0,03%), mentre il numero di addetti stranieri dovrebbe aumentare in maniera molto lieve (0,52%). Oltre un lavoratore su cinque è straniero (23,9%) e il 43,4% delle imprese ha almeno un addetto straniero, e la percentuale arriva al 54,4% nella produzione. Oltre il 60% proviene da Paesi europei (il 26,3% da Paesi UE e il 36,5% da Paesi europei extra UE). Il 26,9% proviene dall’Africa, il 7,8% dall’Asia e il 2,6% dall’America. I Paesi più rappresentati sono Romania (14,5%), Albania (13,0%) e Marocco (8,3%). I lavoratori stranieri hanno meno frequentemente un contratto a tempo indeterminato (68,7% contro l’83,4% del totale addetti). La componente femminile si attesta al 14,9%, con una punta del 23,1% nel settore dei servizi alle imprese. “I lavoratori stranieri continuano ad essere una risorsa fondamentale per il sistema della piccola impresa italiana” osservano i ricercatori della Fondazione Leone Moressa. “Gli imprenditori riconoscono la loro disponibilità a lavorare di più e a svolgere mansioni più pesanti. Dall’altro lato, per gli immigrati il lavoro rimane il mezzo più importante per avviare un percorso di integrazione: è qui, infatti, che imparano con più facilità la lingua italiana. Un’altra risorsa per l’integrazione sono i figli in età scolare, che trasmettono ai genitori le conoscenze apprese a scuola”. |
Post n°1540 pubblicato il 13 Gennaio 2014 da deosoe
Pensioni: Istat, 46,3% sotto i mille euro, solo il 15% sopra ai 2mila euro Quasi un pensionato su due (46,3%) ha un reddito da pensione inferiore a mille euro, il 38,6% ne percepisce uno fra mille e duemila euro, solo il 15,1% dei pensionati ha un reddito superiore a duemila euro. La stima è dell'Istat nel suo Rapporto sulla Coesione sociale. Dal 2010 al 2012 , si legge ancora, il numero di pensionati diminuisce mediamente dello 0,68%, mentre l'importo annuo medio aumenta del 5,4%. Al 31 dicembre 2012 i pensionati sono 16 milioni 594mila; di questi, il 75% percepisce solo pensioni di tipo Invalidità, Vecchiaia e Superstiti (Ivs), il restante 25% riceve pensioni di tipo indennitario e assistenziale, eventualmente cumulate con pensioni Ivs. Sotto il profilo geografico, invece, il 28,3% dei pensionati risiede nel Nord-ovest, il 20,1% rispettivamente nel Nord-est e nel Centro, il 21,3% nel Sud e il 10,2% nelle Isole. La classe di età più numerosa è quella degli ultraottantenni, con circa 3 milioni 900 mila pensionati, seguono quella dei 65-69enni, con circa 2 milioni 912mila pensionati e quella dei 70-74enni con 2 milioni 893mila individui; l'8,1% dei pensionati ha meno di 55 anni. |
Post n°1539 pubblicato il 13 Gennaio 2014 da deosoe
Uranio impoverito, ministero condannato a risarcire militare I giudici della sezione lavoro della Corte d'appello di Genova hanno confermato che il tumore alla pelle di cui si è ammalato un brigadiere dei carabinieri, G.L., durante la guerra del Kosovo, è da collegare all'uranio impoverito con cui erano realizzati i proiettili in uso alle forze di difesa internazionali. Il ministero della Difesa è stato condannato a risarcirlo con 150 mila euro. I giudici hanno rigettato l'Appello presentato dal Ministero della Difesa contro la sentenza di primo grado che si era espressa in questi termini, mettendo in relazione la malattia con la partecipazione del militare alla missione militare nei Balcani. Il sottufficiale dell'Arma dei carabinieri era stato in missione nei Balcani tra l'estate 2003 e la primavera dell'anno successivo. In quel periodo era in servizio alla caserma dei carabinieri di Savona. Al suo rientro, dopo essere stato sottoposto a visite mediche regolari, gli era stato diagnosticato un tumore alla pelle e quindi gli era stata riconosciuta un'invalidità del 77%. In seguito a questa situazione aveva anche subito una decurtazione dello stipendio. Per sconfiggere il male si è sottoposto a tre interventi chirurgici e a chemioterapie. Il ministero della Difesa dovrà corrispondergli i "benefici assistenziali", ovvero un indennizzo di oltre 150 mila euro. |
Post n°1538 pubblicato il 13 Gennaio 2014 da deosoe
P.a: Corte Giustizia Ue, Italia riveda norme precari Esprimendosi sulla vertenza avviata dal Maestro della Banda Municipale di Aosta, la Corte di Giustizia Ue ha dichiarato nei giorni scorsi l'illegittimità della legislazione italiana in materia di precariato pubblico, accertando che l'Italia e la normativa interna non riconoscono e non garantiscono ai lavoratori pubblici precari le tutele e le garanzie previste dal legislatore europeo". E ha fornito, riferisce la Cgil, un'indicazione netta all'Italia per "una revisione epocale" della normativa di riferimento. La Cgil sottolinea inoltre che "i risvolti della sentenza, sia nei confronti della tutela dei lavoratori a tempo determinato, sia nei confronti della giurisprudenza resa sul punto dalla Corte di Cassazione, saranno particolarmente rilevanti". |
Post n°1537 pubblicato il 13 Gennaio 2014 da deosoe
Famiglia: Cgil, bene sentenza Corte Ue, ora norme chiare "La cancellazione della presenza materna è' la negazione di un diritto civile, come ha sentenziato la Corte europea per i diritti umani di Strasburgo". Così Loredana Taddei, responsabile delle Politiche di Genere della Cgil, commenta la sentenza della Corte di Strasburgo che ha condannato l'Italia per aver violato i diritti negando la possibilità di attribuire alla figlia il cognome della madre anziché' quello del padre. ''E' tempo - aggiunge - che anche nel nostro Paese si garantisca il diritto di attribuire ai figli il cognome della madre, con norme chiare e non farraginose, come avviene da anni in molti paesi europei, che pongano fine a discriminazioni tra coniugi e nei confronti dei minori, e rispettino il principio di parità tra i sessi''. |
Post n°1536 pubblicato il 13 Gennaio 2014 da deosoe
Lavoro: Istat, disoccupati novembre 3,25 mln, +12,1% su anno I disoccupati a novembre erano tre milioni 254 mila, in aumento di 57 mila unità rispetto a ottobre (+1,8%) e di 351 mila unità rispetto a novembre 2012 (+12,1%). La crescita tendenziale della disoccupazione è molto più consistente per gli uomini (+17,2%) che per le donne (+6,1%). Il tasso di disoccupazione è pari al 12,7%, al top dal 1977, anno di inizio delle serie storiche trimestrali. L'Istat precisa che a novembre 2013 erano occupati 924 mila giovani tra i 15 e i 24 anni in calo dell'1,3% rispetto al mese precedente (-12 mila) e del 12,4% su base annua (-131 mila). Il tasso di occupazione dei giovani è pari al 15,4% in calo di 0,2 punti rispetto a ottobre e di 2,1 punti rispetto a novembre 2012. I giovani disoccupati sono 659 mila con un aumento di 23 mila unità rispetto a novembre 2012. L'Istat ricorda che il tasso di disoccupazione giovanile è la quota dei giovani disoccupati sul totale degli attivi (occupati e disoccupati). L'incidenza dei disoccupati sull'intera popolazione in questa fascia di età è pari all'11%. I giovani inattivi sono nel complesso quattro milioni 424 mila, in aumento |
Post n°1535 pubblicato il 13 Gennaio 2014 da deosoe
Minori stranieri: 246 comuni hanno già assegnato la cittadinanza onoraria In attesa di una riforma della legge sulla cittadinanza per i figli d'immigrati nati e cresciuti nel territorio italiano, crescono rapidamente i comuni italiani che scelgono di conferire ad essi la cittadinanza onoraria. Solo un anno fa erano 106, oggi secondo i dati dell’Unicef sono già 246 quelli che hanno aderito a una sollecitazione in tal senso avanzata dalla stessa della sede italiana dell’agenzia Onu per i minori e dall’Anci. L’ultima grande amministrazione a compiere questo gesto simbolico è stata L'Aquila. Il giorno dell’Epifania, nel corso di un consiglio comunale straordinario svoltosi all'Auditorium del Parco, il sindaco Massimo Cialente ha consegnato ad un centinaio di bambini nati in Italia da giovani stranieri, la pergamena che riconosce ai giovanissimi ancora senza cittadinanza l'appartenenza simbolica al loro comune, insieme ad una copia della Costituzione. “E’ normale che bambini nati a L’Aquila siano considerati aquilani a tutti gli effetti – ha dichiarato il sindaco - E’ normale riconoscere loro i nostri stessi diritti ed è più che mai necessario accelerare l’italianità di chi in Italia è nato, pur se da genitori stranieri”. da Redattore Sociale |
Post n°1534 pubblicato il 13 Gennaio 2014 da deosoe
La detenzione non sospende il diritto all'AspI I detenuti lavoratori sono esonerati dalla conferma dello stato di disoccupazione. A chiarirlo è l'Inps su sollecitazione dell'Inca a seguito di alcune segnalazioni pervenute al patronato della Cgil, circa l'avvenuto rigetto da parte di alcune sedi territoriali dell'Inps delle domande di Mini ASpI. L'Istituto previdenziale, in alcuni casi, avrebbe rifiutato il riconoscimento dell'indennità di disoccupazione sulla base del fatto che i lavoratori non sarebbero iscritti, come prevede la norma, al Centro per l’impiego territorialmente competente. In questi casi, secondo l'Inca, occorre presentare ricorso motivandolo con il richiamo alla legge n. 56/1987, art. 19, “Norme per i detenuti e gli internati” che ribadisce il diritto del detenuto/a all’indennità di disoccupazione e detta specifiche modalità di iscrizione al Centro per l’impiego per questa tipologia di lavoratori. L’art. 19 richiamato, infatti, prevede che: “i detenuti e gli internati hanno facoltà di iscriversi nelle liste di collocamento e, finché permane lo stato di detenzione o di internamento, sono esonerati dalla conferma dello stato di disoccupazione. Su richiesta del detenuto, la direzione dell’Istituto penitenziario provvede a segnalare periodicamente lo stato di detenzione o di internamento". Sempre lo stesso articolo di legge stabilisce che "lo stato di detenzione non costituisce causa di decadenza dal diritto all’indennità di disoccupazione ordinaria o speciale. Quando viene svolta un’attività lavorativa remunerata all’interno o all’esterno degli istituti penitenziari, l’indennità di disoccupazione non è cumulabile con la retribuzione fino a concorrenza della retribuzione medesima.” Nel corso del seminario in videoconferenza, tenutosi lo scorso 28 novembre, la Direzione centrale Prestazioni a sostegno del reddito dell’Inps ha precisato che l’iscrizione del detenuto o della detenuta al Centro per l’impiego deve avvenire, su richiesta della persona interessata, tramite la Direzione carceraria; la domanda di Mini ASpI va presentata on line. Spetta poi alla Direzione dell’Istituto carcerario certificare lo stato di inattività dell’interessato. L’Inps corrisponderà l’indennità dovuta al lavoratore detenuto utilizzando l’IBAN della Direzione carceraria competente; sarà cura di quest’ultima erogare al lavoratore quanto dovutogli. |
Post n°1533 pubblicato il 13 Gennaio 2014 da deosoe
Lo staff di NewsLetter Hermes |
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