Triballadores

di Vittorio Casula

 
 

 

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Messaggi del 01/05/2014

Uomini e donne della sardegna

Post n°1681 pubblicato il 01 Maggio 2014 da deosoe

 

 
 
 

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Post n°1680 pubblicato il 01 Maggio 2014 da deosoe

 

 
 
 

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Post n°1679 pubblicato il 01 Maggio 2014 da deosoe

 

 
 
 

La Lingua Sarda

Post n°1678 pubblicato il 01 Maggio 2014 da deosoe

 

 
 
 

Avvenire

Post n°1677 pubblicato il 01 Maggio 2014 da deosoe

Avvenire 

 
 
 

Pepe

Post n°1676 pubblicato il 01 Maggio 2014 da deosoe

Uruguay. La ricetta Mujica per il disarmo: Armi in cambio di pc e biciclette

 
 
 

1 maggio

Post n°1675 pubblicato il 01 Maggio 2014 da deosoe

 

 
 
 

Su patriota sardu a sos feudatarios de Frantziscu Casula

Post n°1674 pubblicato il 01 Maggio 2014 da deosoe

 

Su patriota sardu a sos feudatarios de Frantziscu Casula

Post n°796 pubblicato il 29 Aprile 2014 da asu1000

 

FRANCESCO IGNAZIO MANNU

 Il magistrato e il poeta cantore delle rivolte antifeudali in Sardegna alla fine del '700 (1758-1839)

di Francesco Casula

Nasce a Ozieri (Sassari) il 18 Maggio del 1758 da Michele e Margherita. Frequenta l'Università di Sassari ed il 6 Febbraio del 1783 consegue la laurea in leggi e subito dopo si trasferisce a Cagliari per esercitarvi la professione di procuratore legale. Intellettuale proveniente dalla piccola nobiltà rurale, membro attivo dello stamento militare, è seguace di Giovanni Maria Angioy ed ha  un ruolo importante nel triennio rivoluzionario e antifeudale (1793-96). E' ricordato nella storia e dunque deve la sua fama all'Inno Su patriottu sardu a sos feudatarios, un volumetto di 12 pagineL'edizione critica del testo fu curata da Raffa Garzia ed edito nel volume Il canto di una rivoluzione, Appunti di storia e storia letteraria sarda (Tipografia dell'Unione sarda, Cagliari 1809) . "La tradizione -scrive lo storico sardo Luciano Carta- vuole che l'inno sia stato stam­pato clandestinamente in Corsica nel pieno del­la lotta antifeudale. R. Garzia, codificando una consolidata tradizione ottocentesca, volle ri­battezzare l'inno come la «Marsigliese sarda», attribuendogli significati e valenze di carattere democratico e giacobino storicamente impro­babili e sotto il profilo dell'analisi testuale del tutto improponibili. In realtà l'inno del M., co­me i più recenti studi hanno messo in luce, è il più noto manifesto politico della fase modera­ta del movimento antifeudale, avviata con le aperture del governo viceregio e dei feudatari del Capo meridionale nell'estate del 1795, al fine di sanare gli abusi di cui si era reso storicamente responsabile il sistema feudale. L'inno veicola una visione moderatamente riformatrice della società e del Regno di Sardegna di fine Sette­cento, sebbene i toni di alcune strofe denotino una convinta e robusta denuncia dei mali in­dotti dal sistema feudale nella società sarda. Ri­percorre, inoltre, con toni duramente polemi­ci, le principali vicende del «triennio rivoluzio­nario», denunciando il tradimento della «sarda rivoluzione» da parte di coloro che, per inte­resse personale e di parte, ne avevano abban­donato l'originaria ispirazione autonomistica e vanificato quel progetto di riforma politica e sociale, da realizzare all'interno dell'istituto mo­narchico, del tutto alieno da propositi di ca­rattere democratico e giacobino.

L'Inno è un lungo e complesso carme in sardo logudorese, di 47 ottave in ottonari,- modellato sui gosos, inni di origi­ne spagnola che nella tradizione religiosa locale venivano cantati in onore dei santi- per un totale di 376 versi in cui ripercorre le vicende di un momento cruciale della storia della Sardegna contemporanea: il periodo del triennio rivoluzionario sardo (1793-96) -che la ricerca storica più recente indica come l'alba della Sardegna contemporanea- anni drammatici, di profondissimi sconvolgimenti e di grandi speranze in cui il popolo sardo -oppresso da un intollerabile regime feudale- riuscì a esprimere in modo corale le sue rivendicazioni di autonomia politica e di riforma sociale.

L'inno è legato dunque ai momenti più fervidi della rivolta dei vassalli contro i feudatari, quando alla fine del secolo XVIII i Sardi, acquistata coscienza del loro valore contro i Francesi del generale Troguet, vollero spezzare il giogo dei baroni e dei Piemontesi e reclamarono per sé libertà  e giustizia. Esso è dunque imbevuto del diritto naturale della "bona filosofia" illuminista e delle letture degli enciclopedisti francesi: Diderot, Montesquieu, Rousseau.

Si tratta dunque di un terribile giambo contro i feudatari, anzi, più che un giambo il suo doveva essere un canto di marcia, una vibrata e ardente requisitoria contro le prepotenze feudali, animata dall'inizio alla fine da un'ira violenta. L'andamento della strofa è concitato e commosso, il contrasto fra l'ozio beato dei feudatari e la vita misera dei vassalli è rappresentata con crudezza: l'inno però, più oratorio che canto, raramente viene trasfigurato in una superiore visione poetica. Comunque dopo tanta arcadia è una voce schietta, maschia e vigorosa e come tale sarà destinato ad avere una enorme risonanza, tanto da diventare il simbolo stesso della sollevazione contro i baroni e da essere declamata dai vassalli in rivolta a guisa di "Marsigliese sarda".

L'inno -che sotto il profilo linguistico, si articola su due livelli, uno alto e uno popolare- non è sardo solo nella lingua, ma anche nel repertorio concettuale e simbolico che utilizza. Infatti, anche se, come abbiamo visto, rappresenta un esplicito veicolo di cultura democratica d'oltralpe, esso è un primo esempio di discorso altrui divenuto autenticamente discorso sardo. La tradizione letteraria e musicale della Sardegna non offre molti canti patriottici. Dello stesso Inno sardo Cunservet deus su re,(Conservi Dio il re) che ricalca almeno nel titolo l'inno nazionale inglese, composto da Vittorio Angius nel 1844 e musicato dal maestro Giovanni Gonella, in voga tra i soldati dei reggimenti sardi fino alla Prima Guerra, oggi si conserva appena il ricordo.

A un solo componimento i Sardi, almeno a partire dalla fine del XVIII secolo, hanno riconosciuto dignità di canto patriottico, attraverso il quale esprimere il sentimento di ribellione contro le ingiustizie e per una società più equa: è Su patriota (o patriottu) sardu a sos feudatarios di Mannu.

Sono stati numerosi gli artisti -sardi e non- che lo hanno musicato, inciso e cantato: da ricordare fra gli altri i Cori di Orgosolo e  di Nuoro; i cantanti Peppino Marotto, Anna Maria Puggioni e Maria Carta, Anna Loddo e Franco Madau; i Gruppi dei Cordas e Cannas, dei Tazenda ma anche il gruppo siciliano Kunsertu e il canzoniere del Lazio. Nel 2000 i tenores di Neoneli incidevano un CD "Barones" cui partecipano noti personaggi del panorama musicale italiano che interpreteranno 17 delle 47 strofe dell'Inno: da Francesco Baccini a Angelo Branduardi, da Francesco Guccini a Luciano Ligabue e Elio delle Storie Tese.

 


Su patriota sardu a sos feudatarios.

 

1.Procurade de moderare,
Barones, sa tirannia,
Chi si no, pro vida mia,
Torrades a pe' in terra!
Declarada est già sa gherra
Contra de sa prepotenzia,
E cominzat sa passienzia
ln su pobulu a mancare

2.Mirade ch'est azzendende
Contra de 'ois su fogu;
Mirade chi non est giogu
Chi sa cosa andat a veras;
Mirade chi sas aeras
Minettana temporale;
Zente cunsizzada male,
Iscultade sa 'oghe mia.

3.No apprettedas s 'isprone
A su poveru ronzinu,
Si no in mesu caminu
S'arrempellat appuradu;
Mizzi ch'est tantu cansadu
E non 'nde podet piusu;
Finalmente a fundu in susu
S'imbastu 'nd 'hat a bettare

 

 

 
 
 

Povertà

Post n°1673 pubblicato il 01 Maggio 2014 da deosoe

 

 

Una piaga che colpisce soprattutto i Paesi più poveri

 

Una donna di etnia rohingya con i figli gravemente malnutriti (Reuters)

La mancanza di farmaci pediatrici è un problema globale ma colpisce in primo luogo, e in modo sempre più drammatico, i Paesi poveri. Ne è prova il fatto che quei pochi medicinali che ci sono, molto spesso non riescono ad arrivare a chi ne ha bisogno. La denuncia, in merito, arriva dall'Organizzazione mondiale della sanità (Oms) che, in uno studio pubblicato ieri, sottolinea come circa nove milioni di bambini sotto i cinque anni muoiano ogni giorno, molti dei quali per malattie che potrebbero essere trattate con medicine sicure ed efficaci. Il problema di fondo è che mancano farmaci fatti su misura per loro, in rapporto al loro peso, età e condizioni fisiologiche. In particolare malaria, aids, tubercolosi sono le patologie per le quali servirebbero farmaci a misura di bambino

 

 

 
 
 

Archivio

Post n°1672 pubblicato il 01 Maggio 2014 da deosoe

ARCHIVIO
 
 Da qui è possibile accedere a tutte le notizie finora pubblicate sulla prima pagina del nostro sito. 
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Bulgaria e Romania. Fine delle restrizioni alla libera circolazione dei lavoratori
Dal 1 gennaio 2014 anche i cittadini bulgari e rumeni possono esercitare pienamente il loro diritto a lavorare in tutti i paesi dell'UE senza permesso di lavoro, né altre condizioni speciali. Sono così cessate le ultime restrizioni alla libera circolazione dei lavoratori che hanno accompagnato il processo di allargamento dell'Unione europea, nel 2004 e nel 2007, mentre restano in vigore quelle per la Croazia, che ha aderito all'Ue soltanto il 1 luglio 2013.
 
Sanità, la riduzione delle spese genera disuguaglianza
La crisi ha coinciso in molti paesi con una riduzione della spesa per la sanità pubblica. Oltre ad un calo generalizzato della qualità delle prestazioni, il risultato è un aumento delle disuguaglianze. Il rapporto Euro Health Consumer Index 2013 vede i Paesi Bassi in testa alla classifica , seguiti da Svizzera, Islanda, Danimarca e Norvegia. L'Italia è al ventesimo posto, dietro la Croazia
 
Eurostat. La mobilità sociale si eredita dai genitori
Un rapporto sulla trasmissione intergenerazionale degli svantaggi sociali pubblicato in questi giorni da Eurostat, l'ufficio statistico dell'Unione europea, mostra come anche i livelli d'istruzione, ossia uno dei fattori più importanti di mobilità sociale, siano in realtà molto spesso "ereditati" dal contesto familiare. Chi nasce in una famiglia con genitori poco istruiti ha infatti molte più difficoltà di affermarsi negli studi rispetto a coloro che nascono da genitori più istruiti.
 
Welfare, i cittadini stranieri sono contribuenti netti
I cittadini europei che risiedono in un paese diverso da quello di cui hanno la cittadinanza vivono principalmente del proprio lavoro. I destinatari di prestazioni sociali rappresentano meno del 5% del totale. In parole povere, gli stranieri sono "contribuenti netti", mentre contrariamente a quanto spesso si crede, sono i cittadini nazionali ad essere nel loro insieme "beneficiari netti". Un esempio, per questo tipo di categoria, è la spesa sanitaria per i cittadini stranieri, che in Italia e Spagna si aggira intorno allo 0,5-0,8% del bilancio sanitario totale.
 
Diminuiscono le concessioni della nazionalità agli stranieri
Dopo oltre un decennio di lenta ma costante crescita, l'UE registra per la prima volta un calo (-4%) della propria capacità d'inclusione dei cittadini d'origine straniera. La diminuzione è imputabile soprattutto a Francia (-20%), Italia (-15%), Regno Unito (-9%) e Spagna (-7%) . Registrano invece un aumento Germania, Svezia, Paesi Bassi e Portogallo. Con appena 12 concessioni di nazionalità ogni 1000 stranieri residenti, l'Italia si posiziona al 20° posto. Dopo di noi soltanto Repubblica Ceca, Estonia, Lettonia, Lituania, Austria e Slovacchia (dati non disponibili per Croazia e Romania). 
 
Ocse, le pensioni saranno un problema per future generazioni
Il rapporto Ocse 2013 esamina l'impatto delle riforme pensionistiche e analizza come l'abitazione, il patrimonio finanziario e i servizi pubblici incidono sul tenore di vita degli anziani. Per l'Italia, l'Ocse tesse le lodi della la riforma del 2011, ma sottolinea come l'adeguatezza delle pensioni sarà un problema per le future generazioni, per i lavoratori con carriere intermittenti, precari e mal retribuiti. Il rapporto mostra anche come l'Italia abbia contributi previdenziali più alti e salari al di sotto della media.
 
Libera circolazione delle persone, l'UE si preoccupa degli abusi
La Commissione europea cerca di mediare tra le preoccupazioni di alcuni Stati membri in relazione a paventati "casi di abuso del diritto alla libera circolazione" e il diritto dei cittadini dell'UE a fruire delle prestazioni sociali normalmente dovute nel quadro delle stesse regole UE sulla libera circolazione. La mediazione appare però poco riuscita, e le misure proposte quanto meno squilibrate.
 
Spesa sociale, Italia sempre agli ultimi posti
I paesi dell'Unione europea investono nelle politiche sociali, in media, il 29% del loro PIL. Il confronto tra Italia e resto dell'Europa continua ad essere desolante: siamo al 23° posto (insieme all'Estonia) per le spese a sostegno della disoccupazione, al 26° per quelle riguardanti malattia e invalidità, e siamo gli ultimi d'Europa (28° posto) per la famiglia, l'infanzia, l'edilizia sociale e la lotta all'esclusione.
 
Passaporto dei diritti
Vorrei studiare all'estero, avrò diritto all'assistenza sanitaria? Vivo e lavoro in un altro stato membro, a quali prestazioni ho diritto in caso di malattia? E in caso d'infortunio sul lavoro? Chi pagherà la mia pensione? Sono un lavoratore atipico, quali norme di sicurezza sociale si applicano nel mio caso? Sono un cittadino di un paese terzo, quali sono i miei diritti? La risposta e queste e a tante altre domande, nel nuovo Passaporto dei diritti pubblicato dall'Inca nell'ambito del progetto Tesse. 175 pagine di informazioni, esempi e indirizzi utili, in italiano, inglese e francese, per le persone che vivono, lavorano e migrano in Europa...
 
In Europa 25 milioni di nuovi poveri entro il 2025
Secondo il rapporto pubblicato da Oxfam alla vigilia dell'incontro dei Ministri delle Finanze dell'UE, le politiche di austerità hanno aumentato la concentrazione della ricchezza nelle mani del 10% degli europei più abbienti, con un aumento della disuguaglianza e della povertà. In Italia il 20% delle famiglie riceve il 40% della ricchezza e la ricchezza media è stata ridotta da 26000 a 15600 euro a famiglia. Se si continueranno ad attuare politiche di austerità, in Europa nei prossimi dodici anni potrebbero esserci tra 15 e 25 milioni di nuovi poveri: un numero equivalente a quello che vive oggi nei Paesi Bassi e in Austria, facendo salire il numero dei poveri nella UE a 146 milioni di persone, ovvero più del 25% della popolazione europea. 
 
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Lavoro e fisco

Post n°1671 pubblicato il 01 Maggio 2014 da deosoe

 

 

GIURISPRUDENZACOMMISSIONE TRIBUTARIA REGIONALESENTENZACOMMISSIONE TRIBUTARIA REGIONALE ROMA - Sentenza 25 febbraio 2014, n. 1144FISCALE

Tributi - Accertamento - Impresa familiare - Maggior reddito accertato - Divisione pro quota con gli altri familiari partecipanti agli utili - Esclusione

CORTE DI CASSAZIONEORDINANZACORTE DI CASSAZIONE - Ordinanza 23 aprile 2014, n. 9117FISCALE

Professioni liberali - Prestazione professionale - Gestione incombenze contabili - Inadempimento - Risarcimento del danno - Prova - Conditio sine qua non - Omissione - Presunzioni - Esclusione

CORTE DI CASSAZIONE - Ordinanza 27 marzo 2014, n. 7274FISCALE

Tributi - Agevolazioni tributarie - Contribuenti coinvolti nel sisma del 13 e 16 dicembre 1990 - Esercizio dell'azione impositiva - Nuovo termine decadenziale di cui all'art. 138, comma 3, della legge n. 388 del 2000 - Ambito di operatività - Limiti

SENTENZACORTE DI CASSAZIONE - Sentenza 11 aprile 2014, n. 8558LAVORO

Previdenza - Contributi previdenziali evasi - Classificazione dei datori di lavoro a fini previdenziali - Omessa dichiarazione di variazione di attività

CORTE DI CASSAZIONE - Sentenza 21 marzo 2014, n. 6688FISCALE

Tributi - Imposta di registro - Agevolazioni - Proprietà contadina - Benefici fiscali per l'acquisto di terreni agricoli - Coltivazione del fondo nel quinquennio - Condizione - Affitto temporaneo mediante contratto intercalare - Decadenza dal beneficio - Sussiste

CORTE DI CASSAZIONE - Sentenza 21 marzo 2014, n. 6699FISCALE

Tributi - Condono ex Legge n. 289/2002 - Circolari interpretative in materia tributaria - Natura - Mero parere - Efficacia vincolante - Esclusione - Conseguenze - Difetto assoluto di giurisdizione

CORTE DI CASSAZIONE - Sentenza 22 aprile 2014, n. 9090LAVORO

Lavoro - Cessione d'azienda - Prosecuzione del rapporto di lavoro - Mutamento del datore di lavoro - Responsabilità contrattuale ed extracontrattuale - Accertamento

CORTE DI CASSAZIONE - Sentenza 23 aprile 2014, n. 9156FISCALE

Tributi - INVIM - Avviso di accertamento - Opposizione - Solidarietà tra condebitori - Giudicato contrario sul medesimo punto - Condebitore - Opposizione - Motivo - Giudicato contrario - Esclusione

CORTE DI CASSAZIONE - Sentenza 26 marzo 2014, n. 7046FISCALE

Tributi - Agevolazioni tributarie - Art. 5, Legge n. 168/1982 - Immobile compreso in un piano di recupero - Trasferimento del bene o esecuzione del restauro dopo la scadenza del piano - Esclusione del beneficio fiscale - Fondamento

CORTE DI CASSAZIONE - Sentenza 28 marzo 2014, n. 7371LAVORO

Lavoro subordinato - Contratto a tempo determinato - Indicazione di due o più ragioni legittimanti l'apposizione di un termine ad un unico contratto di lavoro - Illegittimità del termine - Causa

CORTE DI CASSAZIONE - Sentenza 29 aprile 2014, n. 17939FISCALE

Reati societari - Illecita influenza sull'assemblea dei soci - Donazione delle azioni ai parenti - Punibilità - Sussiste

CORTE DI CASSAZIONE - Sentenza 29 aprile 2014, n. 17954FISCALE

Reati societari - Bancarotta fraudolenta - Sentenza di patteggiamento - Pena detentiva inferiore ai due anni - Pena accessoria

CORTE DI CASSAZIONE - Sentenza 29 aprile 2014, n. 9383LAVORO

Lavoro - Autoferrotranvieri - Autista del mezzo di trasporto pubblico locale - Luogo di inizio e fine servizio - Mancata coincidenza - Esigenze aziendali - Libera scelta dei dipendenti - Viaggio comandato

LEGISLAZIONEDECRETO MINISTERIALEMINISTERO POLITICHE AGRICOLE - Decreto ministeriale 15 aprile 2014LAVORO, FISCALE

Dichiarazione dell'esistenza del carattere di eccezionalità degli eventi calamitosi verificatisi nella regione Umbria

MINISTERO POLITICHE AGRICOLE - Decreto ministeriale 15 aprile 2014LAVORO, FISCALE

Dichiarazione dell'esistenza del carattere di eccezionalità degli eventi calamitosi verificatisi nella regione Calabria

PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRIDECRETOPRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI - Decreto 19 febbraio 2014LAVORO, FISCALE

Modalità di attuazione delle misure sperimentali per l'incremento della produttività del lavoro nel periodo 1º gennaio - 31 dicembre 2014

PRASSIAGENZIA DELLE ENTRATECOMUNICATOAGENZIA DELLE ENTRATE - Comunicato 29 aprile 2014LAVORO, FISCALE

Visure catastali online - Ora è possibile estrarre i dati

CONSIGLIO NAZIONALE CDLCIRCOLARE E PROVVEDIMENTOFONDAZIONE STUDI C.D.L. - Circolare 30 aprile 2014, n. 10LAVORO

Prospetto Informativo Disabili: Base di Computo

MINISTERO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALICOMUNICATOMINISTERO LAVORO E POLITICHE SOCIALI - Comunicato 29 aprile 2014LAVORO

Garanzia Giovani: parte il 1° maggio il Piano Nazionale per offrire ai Neet in età 15-29 anni opportunità di lavoro e di formazione

MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICOLETTERA CIRCOLAREMINISTERO SVILUPPO ECONOMICO - Lettera circolare 29 aprile 2014, n. 72265FISCALE

Omessa convocazione, nei termini previsti, dell'assemblea dei soci (art. 2631 c.c.) - Poteri di accertamento e poteri sanzionatori.

MINISTERO INTERNONOTAMINISTERO INTERNO - Nota 22 aprile 2014, n. 13308FISCALE

Omessa convocazione dell'assemblea dei soci (art. 2631 c.c.) - Poteri di accertamento e poteri sanzionatori - Richiesta di parere.

 

 

 
 
 

cud 2014

Post n°1670 pubblicato il 01 Maggio 2014 da deosoe

 

Istituto Nazionale Previdenza Sociale

Ufficio Stampa

Comunicato stampa

Roma, 31 marzo 2014

CUD 2014:
tutti i modi per averlo

L'Inps ha illustrato con la circolare n. 45 del 28 marzo 2014 tutte le modalità di rilascio
del CUD 2014, già disponibile dalla fine dello scorso mese di febbraio sul sito
istituzionale dell'Istituto, www.inps.it.
Anche quest'anno, infatti, l'Inps ha reso disponibile, entro i termini fissati dalle norme,
la certificazione unica dei redditi di lavoro dipendente, pensione ed assimilati (CUD) in
modalità telematica, in applicazione di quanto stabilito dalla legge di stabilità 2013, e
cioè che le pubbliche amministrazioni debbano utilizzare il canale telematico per l'invio
di comunicazioni e certificazioni al cittadino allo scopo di abbattere tempi e costi di
consegna. Ad oggi, sono stati rilasciati circa 5,7 milioni di CUD 2014 tra cittadini, sedi
Inps, intermediari ecc.
Nel 2013, oltre il 70% dei CUD (16, 7 milioni su un totale di 23,5 milioni) sono stati
rilasciati attraverso gli intermediari autorizzati, in particolare CAF e Patronati, ovvero gli
stessi soggetti cui in genere i cittadini si rivolgono per compilare la dichiarazione dei
redditi. L'utilizzo del canale telematico per la distribuzione dei CUD ha permesso di
risparmiare 50 milioni di euro.
Il CUD può essere visualizzato e stampato dal sito istituzionale seguendo il percorso:
"Servizi al cittadino">inserimento codice identificativo PIN > "Fascicolo previdenziale
per il cittadino".
Chi non è ancora in possesso del PIN può richiederlo:
direttamente online sul sito istituzionale - sezione Servizi/PIN online;
tramite Contact Center al numero 803164 gratuito da rete fissa o al numero
06164164 da cellulare, a pagamento secondo le tariffe applicate dal proprio
gestore telefonico;
presso le Agenzie territoriali dell'Inps.
Peraltro, per tutto il periodo della durata della campagna CUD, si potrà accedere al
servizio dalla Home page del sito, cliccando sull'apposito banner.
Ai cittadini in possesso di un indirizzo di posta elettronica certificata CEC-PAC, noto
all'Istituto, il CUD è automaticamente recapitato alla corrispondente casella PEC. Si
ricorda che tutti i cittadini possono ottenere gratuitamente l'attribuzione di una casella
di posta certificata attraverso i servizi disponibili sul sito www.postacertificata.gov.it.

 

 

 
 
 

La ricetta di Mujica

Post n°1669 pubblicato il 01 Maggio 2014 da deosoe

 

Uruguay. La ricetta Mujica per il disarmo: Armi in cambio di pc e biciclette

Uruguay. La ricetta Mujica per il disarmo: Armi in cambio di pc e biciclette

Scritto da: G.B. il 7 ottobre 2013 in EsteriNews Inserisci un commento

 

Pepe Mujica, presidente dell' Uruguay, ha lanciato una campagna nazionale di disarmo "Armi per la vita" ormai da qualche tempo. I cittadini consegneranno le armi in loro possesso in cambio di pc e biciclette.

Quando si pensa all'Uruguay si dovrebbe pensare a un Paese avanti anni luce rispetto all'Occidente sotto vari punti di vista. Il merito è tutto di Pepe Mujica, ex guerrigliero e "presidente povero" che è amatissimo in patria e anche all'estero. Mujica è uno dei pochi presidenti al mondo che è in grado di parlare di temi delicati esponendone le soluzioni, e soprattutto affrontando i problemi dal punto di vista della povera gente. Mujica in pochi anni è riuscito a rilanciare una cultura solidarista nel Paese, e anche a opporsi alle ingerenze delle multinazionali a Montevideo. In poco tempo l'Uruguay ha ottenuto di dare protezione e diritti agli omosessuali, ma anche di aprire alla liberalizzazione delle droghe leggere. Mujica illumina anche gli oscuri tavoli dell'Onu rilanciando un messaggio positivo, americanista, e che riservi attenzione a problemi come "l'economia sporca, il narcotraffico, la truffa e la frode, la corruzione, piaghe contemporanee generate dall'antivalore che sostiene che saremo più felici nell'arricchirci non importa come¨. E Mujica a differenza di altri molto più abili di lui con promesse e parole, mostra la sua differenza mantenendo quello che dice. Basti pensare alla campagna "Armas para la vida" lanciata nel 2013 che ha come obiettivo quello del disarmo della società uruguayana. I cittadini che consegneranno le armi insomma, riceveranno in cambio un personal computer oppure una bicicletta, una proposta di valore che potrebbe seriamente convincere molti cittadini uruguayani a rinunciare a una pistola in cambio di un mezzo di trasporto o di un pc. Il tempo per il baratto è di sei mesi, dopodichè entrerà in vigore la legge che prevede una pena da uno a 12 anni a chi porterà illegalmente un'arma. Insomma non solo parole e idee sui massimi sistemi, ma anche proposte concrete volte a migliorare il vivere civile, ma anche la vita dei singoli cittadini

 

 

 
 
 

Il Santo del giorno

Post n°1668 pubblicato il 01 Maggio 2014 da deosoe

 

San Giuseppe

San GiuseppeNome: San GiuseppeTitolo: LavoratoreRicorrenza: 01 maggio

Nel Vangelo S. Giuseppe viene chiamato fabbro. Quando i Nazaretani udirono Gesù insegnare nella loro sinagoga, dissero di lui: « Non è Egli il figlio del legnaiuolo? ». E altra volta con stupore e disprezzo: « Non è costui il falegname? ». 

Nessun dubbio quindi che S. Giuseppe non fosse un operaio vero, un lavoratore, un uomo di fatica. Si ritiene che sia stato falegname, e all'occasione anche fabbro, carpentiere, carradore. Maneggiava la pialla, la scure, la sega, il martello. Così tutti i giorni, dal mattino alla sera, per tutta la vita, faticando, sudando, consumando le forze. 

Una delle raffigurazioni più frequenti del Santo Patriarca è quella in cui viene ritratto al banco con la pialla in mano e la sega accanto. 

Uomo giusto, sapeva che il lavoro è legge per tutti. Non si ribellò, non si lamentò del suo mestiere, nè della fatica. Lavorò con assiduità, non di malavoglia, eseguendo bene, disimpegnando onestamente gli obblighi e i contratti. 

Amò il lavoro. Nella sua umiltà non badò a tutte quelle ragioni che potevano parer buone e che avrebbero potuto indurlo a non occuparsi in cose materiali: l'essere discendente del grande Re Davide, l'essere sposo della Madre di Dio, il Padre putativo del Verbo Incarnato e la di lui guida. L'umiltà gli insegnò a conciliare la sua dignità con l'esercizio di un mestiere molto ordinario e faticoso. 

Non si rammaricava di lasciare le sante conversazioni e la preghiera assieme a Gesù e Maria, che tanto consolavano ed elevavano il suo cuore, per attendere per lunghe ore ai lavori dell'officina. 

Non ebbe mai la preoccupazione che gli mancasse il necessario. Non ebbe l'ansia e l'assillo di chi non ha fede in quella Provvidenza che sfama i passeri. Perciò, da uomo giusto, osservava esattamente il riposo settimanale del sabato prescritto da Dio agli Ebrei. Lasciava l'officina quando i doveri delle celebrazioni religiose glielo imponevano, o quando speciali voleri di Dio lo ispiravano a intraprendere dei viaggi. 

S. Giuseppe non cercò nel lavoro il mezzo di soddisfare la cupidigia di guadagno o di ricchezza. Non fu un operaio incontentabile, pur essendo previdente. Non volle essere ricco, e non invidiò i ricchi. Sapeva essere sempre contento. Da uomo di fede trasformò la fatica quotidiana in un grande mezzo di elevazione, di merito, di esercizio di virtù. 

Nutrire e crescere il Fanciullo Divino che si preparava a essere la vittima per la redenzione del mondo: questo era il motivo che rendeva sante e sommamente meritorie le fatiche di S. Giuseppe. 

« Chi lo crederebbe? Un uomo acquista col sudore della sua fronte vestiario, nutrimento e sostentamento per il suo Dio! Mani consacrate, destinate a mantenere una vita così bella, quanto è glorioso il vostro ministero, e quanto mi sembra degna degli angeli la vostra sorte! Sudori veramente preziosi! » (Huguet). Col canto nel cuore é la preghiera sulle labbra, S. Giuseppe fu il più fortunato di tutti i lavoratori. 

PRAITICA. Stimiamo il lavoro. Lavoriamo con onestà, con diligenza, con pazienza, di buona voglia. Amiamo il lavoro. Santifichiamolo e rendiamolo meritorio vivendo abitualmente in grazia e offrendolo ogni giorno al Signore. 

PREGHIERA. O Dio, Creatore delle cose, che hai stabilito la legge del lavoro al genere umano, concedici propizio che, sull'esempio e col patrocinio di S. Giuseppe, facciamo bene le opere che ci comandi e raggiungiamo il premio che prometti.

 

 

 
 
 
 
 

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